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venerdì 1 dicembre 2017

Manovra finanziaria 2018, testo finale: cosa cambia dall'Iva agli sgravi.

Lavoro

Il disegno di legge di bilancio approdato in Senato è di 120 articoli: domani pomeriggio inizia l'esame parlamentare
Roma, 30 ottobre 2017 -  È di 120 articoli il testo definitivo della manovra finanziaria 2018 approdato in Senato per l'esame parlamentare. La legge di bilancio - nel testo bollinato dalla Ragioneria dello Stato - sterilizza le clausole Iva, introduce sgravi strutturali per l'assunzione dei giovani, rinnova l'ecobonus, prevede aumenti per gli statali. La sessione di bilancio inizierà domani pomeriggio con gli stralci in Aula. Ecco le novità principali nel dettaglio:
AUMENTO IVA  - Bloccato l'aumento dell'Iva nel 2018, ma rinviato al 2019. L'aliquota Iva al 10% salirà di 1,5 punti da gennaio 2019 e poi di ulteriori 1,5 punti dal 2020. L'aliquota Iva del 22% aumenta di 2,2 punti dal 2019 e poi di altri 0,7 punti dal 2020 e di un ulteriore 0,1 punti da 2021. Aumento nel 2019 anche per le accise 2019. 
SCONTI PER GLI ABBONAMENTI BUS-TRENO - Tornano le detrazioni per gli abbonamenti di trasporto. Il testo finale della Legge di Bilancio prevede sconti fino a 250 euro per le spese d'abbonamento di trasporti pubblici locali, regionali e interregionali. Tra le novità anche l'agevolazione per gli accordi di rimborso di questi abbonamenti da parte dei datori di lavoro per i propri dipendenti e per i loro familiari - una sorta di "bonus bus-treno" - che non entrano a far parte del reddito da lavoro tassato.
BONUS IRPEF 80 EURO - Si alzano le soglie di reddito per ottenere il bonus Irpef da 80 euro. Il tetto di 24.000 euro sale a 24.600 e quello di 26.000 sale a 26.600. Sarebbero così salvi gli 80 euro dei dipendenti pubblici, che con il rinnovo del contratto supererebbero la soglia ad oggi vigente per ricevere il bonus. 
CEDOLARE SECCA AFFITTI - Non sarà stabilizzata ma arriva una proroga di due anni per la cedolare secca al 10% che si applica sui contratti concordati. Il testo finale 'corregge' su questo punto le bozze circolate nei giorni scorsi che prevedevano invece una stabilizzazione a regime di questo meccanismo. Ora invece la norma prevede che si possa applicare "dal 2014 al 2019", con una estensione quindi anche al prossimo biennio. Nel testo finale - come anche nelle bozze - non entra una estensione del regime anche agli immobili "non residenziali": rimangono quindi esclusi uffici e negozi.
BONUS ASSUNZIONI GIOVANI -  Arriva il bonus permanente perl'assunzione di giovani under 30 che, per il solo 2018, vale anche per i contratti stabili a chi non ha ancora compiuto 35 anni. Si conferma lo sgravio del 50% dei contributi con tetto a 3mila euro per 3 anni, che scendono a 1 solo anno in caso di trasformazione a tempo indeterminato di un contratto di apprendistato. Il bonus è 'portabile' senza limiti di età e sale al 100% per l'assunzione dall'alternanza scuola-lavoro. 
BOND CUSCINETTO -  Arriva una nuova classe di bond che vengono coinvolti prima delle obbligazioni senior in caso di crisi bancarie. L'introduzione, anche prima che sia adottata la nuova direttiva Ue (Brrd2), dei nuovi strumenti "di debito chirografario di secondo livello" è confermata nel testo finale, dove invece non compare più il pacchetto di misure per accelerare lo smaltimento degli Npl. I nuovi bond cuscinetto devono avere durata minima di 12 mesi e non possono essere collegati a derivati e devono avere valore nominale di almeno 250mila euro. Possono essere emessi anche dalle Sim. L'obiettivo è quello, in caso di bail in, di dotare le banche di una maggiore capacità di assorbire le perdite, limitare l'intervento pubblico e dare ulteriore protezione a risparmiatori e depositanti in caso di crisi bancarie. 
BONUS ENERGIA - Arriva una proroga di un anno per il bonus energia e per quelli relativi alle ristrutturazioni energetiche e all'acquisto di mobili. Ma il piatto delle agevolazione si arricchisce di uno sconto ad hoc, del 36% per una spesa fino a 5.000 euro, per la sistemazione a verde di aree scoperte di edifici e immobili esistenti. Lo sconto è previsto anche per impianti di irrigazione e la realizzazione di pozzi, copertura a verde e giardini pensili. Scende dal 65% al 50% il bonus energia per infissi, schermi solari, sostituzione impianti climatizzazione. 
FONDO INVESTIMENTI - Arrivano quasi 38 miliardi in più (37,88) per il fondo investimenti creato lo scorso anno e già finanziato per 47 miliardi fino al 2032 (questa prima tranche di risorse sono state assegnate via dpcm a fine maggio). Il fondo, dedicato in particolare alle infrastrutture, finanziato per un anno in più, fino al 2033. 
TASSE LOCALI - Rimane anche nel 2018 il blocco degli aumenti per le aliquote delle imposte e dei tributi da parte degli enti locali. Gli enti locali che avevano deliberato nel passato una maggiorazione per gli anni 2016 e 2017 potranno mantenerla.
LOTTA ALLA POVERTA' - Si rafforzano le misure per la lotta alla povertàcon un assegno più alto del 10% nei casi di famiglie numerose (fino a 530-540 euro) e un ampliamento della platea che può avere accesso al reddito di inclusione (Rei) focalizzato in via prioritaria sui nuclei nei quali è presente un disoccupato over 55. La dote del Fondo per la lotta alla povertà viene rafforzata per 300 milioni nel 2018, 700 milioni nel 2019, 665 milioni nel 2020 e 637 milioni a decorrere dal 2021.
DICHIARAZIONE IVA PRECOMPILATA - Dichiarazione Iva precompilataper chi sceglie la e-fattura e appartiene al "popolo delle partite Iva", cioè per negozianti, artigiani e professionisti che hanno una contabilità semplificata e scelgono, in via opzionale, di comunicare acquisti e compensi con le fatture elettroniche. In questo caso l'Agenzia delle Entrate "metterà a disposizione" le informazioni per i prospetti periodici, una bozza di dichiarazione annuale Iva e dei redditi e le bozze dei modelli F24 per il pagamento delle imposte.
FONDO FAMIGLIA - Un fondo ad hoc per le politiche per la famiglia sarà alimentato, a partire dal 2018, con 100 milioni l'anno. 
SGRAVI PER I COLTIVATORI - Previsti sgravi contributivi al 100% per tre anni per imprenditori agricoli e coltivatori diretti under 40 che si iscriveranno alla previdenza agricola nel 2018. L'esonero è riconosciuto per un massimo di 12 mesi con un tetto del 66% e per un periodo massimo di altri 12 mesi con un tetto del 50%. 
TRACCIABILITA' - Arriva un incentivo per chi consentirà, ai fini fiscali, la tracciabilità dei pagamenti ricevuti ed effettuati sopra la soglia dei 500 euro. La manovra prevede che sia ridotto di due anni il periodo entro il quale possono essere fatti gli accertamenti da parte del fisco. Il fisco potrà fare le verifiche entro tre anni successivi alla presentazione della dichiarazione dei redditi, contro i 5 anni attualmente previsti. La norma è inserita in un pacchetto di misure per il contrasto all'evasione fiscale.
ASSUNZIONI POLIZIA-VIGILI DEL FUOCO - Scatta dal 2018 il piano straordinario di 7.394 assunzioni tra corpi di polizia e vigili del fuoco, da attuare in 5 anni, con l'obiettivo di aumentare il controllo del territorio e il contrasto al terrorismo ma anche per prevenire e combattere gli incendi. Il maxi-piano prevede 350 ingressi per il 2018, 700 per il 2019; 2.112 per il 2020; 2.114 per il 2021; e 2.118 per il 2022. Nel dettaglio si tratta di 1.953 entrate nella Polizia di Stato, 2.155 nei Carabinieri, 1.125 nella Guardia di finanza, 861 nella Polizia penitenziaria e 1.300 nei vigili del fuoco. Confermata anche la possibilità di erogare buoni pasto ai poliziotti quando non c'è il servizio mensa.
UTILI ALL'ESTERO - Stretta in arrivo contro le aziende che spostano profitti e utili all'estero con il solo obiettivo di minimizzare le tasse da pagare. Il testo introduce alcune norme, concordate in sede Ocse, contro il fenomeno Beps, acronimo di Base Erosion and Profit Shifting. Vengono introdotti paletti sulla 'stabile organizzazione' con l'applicazione norme anti-abuso contro le false frammentazioni di sedi o per valorizzare il ruolo di rappresentanti che, nel territorio italiano, sottoscrivono contratti.
DIRITTI TV SERIE A - Sale dal 40 al 50% la quota dei diritti Tv attribuita equamente ai club di serie A, mentre scende quella attribuita sul numero dei tifosi. Salta poi completamente il riferimento (che valeva il 5%) alla popolazione residente nel comune della squadra sportiva. È una delle norme in materia di sport, il cosiddetto "pacchetto Lotti". La norma attribuisce il 50% dei diritti a tutte le squadre, il 30% sui risultati conseguiti e il 20% (prima era il 25%) in base ai 'tifosi' paganti nelle gare casalinghe degli ultimi 5 campionati.
PACCHETTO SISMA - Un 'pacchetto sisma' che va dal sostegno dei territori colpiti dal terremoto dell'Aquila del 2009 fino a quello di Ischia del 21 agosto di quest'anno. Tra le misure, vengono destinati 10 milioni di contributo straordinario per l'Aquila per il sisma del 6 aprile 2009, altri 2 milioni agli altri comuni del cratere. Vengono anche prorogate a tutto il 2019 le zone franche urbane create in Emilia e Lombardia dopo il terremoto del 20 e 29 maggio 2012 e per le stesse aree lo stop al pagamento dell'Imu sugli immobili in agibili è prorogato a tutto il 2018. Diverse misure anche per facilitare i mutui per la ricostruzione. Confermata l'istituzione di un fondo da 10 milioni per il 2018, che salgono a 20 per il 2019 e 2020 per la ricostruzione di Casamicciola Terme e Lacco Ameno a Ischia. 
IRI - Rinviato di 1 anno l'Iri, l'imposta al 24% sul reddito per le ditte individuali e per le società di persona a contabilità ordinaria, che doveva valere dal 2017, quindi sulle prossime dichiarazioni dei redditi. La misura 'vale' quasi 2 miliardi (1,986) tra Irpef e le addizionali regionali e comunali. 
TASSA LICENZIAMENTI - Aumenta l'importo della "tassa sui licenziamenti" collettivi che le imprese industriali e commerciali con più di 50 dipendenti versano per la Cig. Per ogni persona interessata a un licenziamento collettivo il datore di lavoro dovrà versare un'aliquota pari all'82% del massimale della Naspi mensile, a fronte del 41% attuale, fino a un massimo di tre anni di anzianità. In pratica se adesso per ogni persona licenziata si pagava al massimo 1.470 euro adesso la tassa potrà arrivare all'82% e sfiorare i 2.940 euro.

sabato 6 ottobre 2012

Costi della politica, se il governo Monti copia da Tremonti (e tutti applaudono). - Sara Nicoli


Tremonti e Monti


Sull'onda dello scandalo dei fondi Pdl nel Lazio, il governo ha varato ieri sera il decreto sui tagli agli enti locali. Una vera e propria "tagliola" accolta tra gli applausi dei governatori. Gli stessi che nell'agosto del 2011 alzarono le barricate contro i tagli previsti dalla manovra del ministro Tremonti. Eppure, tra i due testi ci sono molte evidenti somiglianze.

Non c’è niente di più inedito dell’edito, ironizzava negli anni ’50 un grande giornalista come Mario Missiroli. E’ una frase che, però, calza alla perfezione anche per fotografare quello che è accaduto ieri sera a Palazzo Chigi. Quando il governo ha varato il decreto sui tagli alla politica negli enti locali sollecitato dagli stessi governatori regionali e da molti sindaci. Il tutto – è noto – è nato dopo lo scandalo della Regione Lazio e sull’onda dell’emozione provocata dall’inizio di inchieste similari in Campania, Emilia Romagna e Piemonte e, soprattutto, spacciato come l’ennesima novità legislativa di stampo moralizzatore messa in campo da Mario Monti.
Non appena sono cominciate a circolare le copie del nuovo articolato, però, si è visto subito che il testo non si discostava di molto dal documento portato dai governatori al sottosegretario Antonio Catricalà la scorsa settimana. Ma soprattutto, era un testo che aveva similitudini davvero impressionanti con l’articolo 14 della manovra Tremonti dello scorso agosto (il decreto 138) che prevedeva la riduzione dei Consiglieri e dei loro stipendi. Una manovra che all’epoca aveva provocato l’immediata alzata di scudi dei governatori e che, invece, ieri è stato digerito come un bicchier d’acqua e, in alcuni casi, accompagnato da un sincero entusiasmo dei diretti interessati.
Insomma, Monti non si è inventato nulla di straordinario. Anzi, ha copiato di sana pianta Tremonti, solo che all’epoca il governo era ormai delegittimato nell’azione politica e di risanamento economico, mentre ora – inchieste a parte – si parla addirittura di un Monti bis dopo le elezioni di aprile: impossibile non adeguarsi al nuovo corso. E, soprattutto, a salutarlo con favore. Si ricorderà anche che la manovra tremontiana demandava alle Regioni il compito di attuarle entro sei mesi, cosa che naturalmente non è avvenuta. E i ricorsi sono servirti anche per rallentare l’applicazione delle norme secondo la scadenza prevista. Poi è esploso il Lazio gate e l’indignazione dell’opinione pubblica ha indotto consigli e giunte regionali a fare quello che non hanno fatto in questi 15 mesi.
Giusto per ricordarlo, la manovra Tremonti del 13 agosto 2011, messa a punto in un’estate in cui il governo si produsse, complessivamente, in cinque diverse versioni del provvedimento per cercare di arginare il volume dello spread in fiammata perenne e quotidiana, conteneva tagli agli enti locali e alle Regioni per 9 miliardi di euro nel biennio 2013-2014. Le riduzioni erano state suddivise in circa 3,5 miliardi di euro nel 2013 e 5,5 miliardi nel 2014. E prevedeva, sempre per Comuni, Regioni e Province, trasparenza nelle spese, tagli agli stipendi, riduzione del numero delle poltrone e anche significative sanzioni per chi non avesse attuato la stretta. Una manovra, dunque, molto stringente, dettata ovviamente dall’emergenza di quel momento che indignò tutti. A partire proprio dal “celeste” Formigoni che parlò, seccato, di “fine del federalismo fiscale”. Quindi fu presa la decisione di ricorrere alla Corte Costituzionale. Ieri Formigoni era sempre in prima fila, stavolta a decantare la bontà di un provvedimento con gli stessi contenuti della manovra 2011 – in qualche caso addirittura peggiori – sostenendo addirittura di essere stato tra quelli che hanno perentoriamente chiesto a Monti di intervenire: “Quei tagli – ecco la dichiarazione – sono le richieste presentate da noi (dai governatori all’esecutivo nazionale, ndr) e il decreto va in quella direzione”.
Un decreto che, lo ricordiamo, contiene tagli agli stipendi di consiglieri e assessori e anche ai gettoni di presenza nelle commissioni, sanzioni a carico degli amministratori locali, come i sindaci, che hanno contribuito con dolo o colpa grave al verificarsi del dissesto finanziario e l’incandidabilità per dieci anni. Quindi il dimezzamento delle agevolazioni in favore dei gruppi consiliari, dei partiti e dei movimenti politici e l’adeguamento al livello della Regione più virtuosa (identificata dalla Conferenza Stato-Regioni entro il 30 ottobre 2012), la tracciabilità delle spese dei gruppi consiliari, scure su auto blu e sponsor, e taglio dei vitalizi con passaggio al sistema contributivo per le pensioni.
Insomma, una tagliola tremenda. Ma già tremendamente vista. E, stavolta, anche accettata solo perché la propone Monti. Che a sua volta non si è inventato niente ed ha copiato Tremonti. Quando si dice che non c’è mai niente di più inedito (e apparentemente brillante) dell’edito…