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sabato 4 luglio 2015

Galan, ricorso inammissibile: deve scontare la pena e pagare 2,6 milioni di euro.

Giancarlo Galan all'uscita dal...
Giancarlo Galan all'uscita dal carcere di Opera, da mesi è agli arresti domiciliari


I giudici della Cassazione hanno velocemente rigettato l'appello del parlamentare di Forza Italia contro il patteggiamento.
VENEZIA. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso con il quale il parlamentare Giancarlo Galan - da un anno agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta Mose - chiedeva ai giudici di annullare il patteggiamento da lui stesso sottoscritto con i pubblici ministero della Procura di Venezia Ancilotto, Buccini e Tonini, con il benestare del giudice Galasso.
Venerdì 3 luglio, il giorno dopo l'udienza, è subito arrivata la decisione dei giudici di dichiarare inamissibile il ricorso: in tal modo la condanna a due anni e dieci mesi passa ora in giudicato, come pure diventerà esecutivo  il sequestro di due milioni e 600 mila euro compreso nell'accordo di pena: proprio quello che i difensori di Galan, gli avvocati Franchini e Ghedini, hanno allontanato nel tempo con la presentazione del ricorso.
Galan non rischia di andare in carcere, ma quasi certamente rimarrà agli arresti domiciliari per scontare la pena: la sua carcerazione preventiva sarebbe , infatti, scaduta il 15 luglio e già aveva annunciato l'intenzione di tornare alla Camera, al suo posto di presidente della Commissione cultura dal quale non è mai stato sinora sospeso: per la Legge Severino ci sono però ora le condizioni per la sua decadenza da parlamentare.
Dopo le ferie estive toccherà al Tribunale di sorveglianza decidere
sul suo prossimo futuro, visto che i suoi avvocati avanzeranno di sicuro la richiesta di scarcerazione e affidamento ai servizi sociali: a settembre, Galan  avrà da scontare ancora meno di un anno e mezzo (vanno conteggiati anche i mesi che ogni anno di reclusione vengono scontati).

http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2015/07/03/news/galan-ricorso-respinto-deve-scontare-la-pena-e-pagare-2-6-milioni-di-euro-1.11717351

martedì 22 luglio 2014

Galan, la Camera autorizza l’arresto con 395 sì. “Sono incazzato, sapete con chi”.

Galan, la Camera autorizza l’arresto con 395 sì. “Sono incazzato, sapete con chi”

L'ex governatore del Veneto, accusato di corruzione, non era in Aula per motivi di salute ma è stato dimesso. Forza Italia aveva chiesto lo slittamento della decisione. Anche la Lega favorevole alla richiesta della Procura di Venezia. Il legale: "Probabile ricovero in centro clinico carcerario". Berlusconi: "Profondamente addolorato".
“Sono incazzato e sapete benissimo con chi”. Giancarlo Galan è uscito in carrozzina dall’ospedale di Este, dove era stato ricoverato da diversi giorni. È quindi salito su un’ambulanza (nella foto) che si è allontanata diretta verso casa a Cinto Euganeo. Da dove ha chiamato i carabinieri. La Camera ha autorizzato l’arresto del deputato con 395 sì e 138 no, dopo aver bocciato la richiesta di rinvio presentata da Forza Italia. L’ex ministro è accusato di corruzione nell’inchiesta sul Mose di Venezia che il 4 giugno ha portato a 35 arresti, tra i quali quello del sindaco della città lagunare Giorgio Orsoni. Chi gli è vicino descrive l’ex ministro “imbestialito ed incredulo” rispetto alla decisione dei medici dell’ospedale di dimetterlo, provvedimento che non si aspettava.

Il deputato quindi questa mattina non si era presentato in aula perché ancora ricoverato nel reparto di Medicina dell’ospedale di Este (Padova), dopo una decina di giorni trascorsi in Cardiologia. Dopo il voto sull’arresto si è appreso da fonti della Usl 17 di Padova che in mattinata i medici avevano già firmato una lettera di dimissioni, ma l’ex governatore era rimasto nella sua stanza d’ospedale. Vista l’autorizzazione concessa, l’avvocato Antonio Franchini, che assieme al collega Nicolò Ghedini assiste Galan, ha annunciato che presenterà richiesta al gip perché conceda gli arresti domiciliari.

Quale sarà ora la sorte del deputato? “Può succedere che vada in un centro clinico carcerario a Parma, Opera o Bologna, può darsi che resti qui o che vada in carcere in infermeria”, speiga l’avvocato Franchini. “Ma, non credo in una cella”. La lettera di dimissioni, spiega l’altro codifensore Nicolò Ghedini, “contiene ovviamente tutta una serie di prescrizioni e cure. Non sappiamo ora cosa succederà. Vedremo cosa deciderà il giudice”.
Proprio le condizioni di salute di Galan e l’impossibilità di intervenire in aula erano stati alla base della richiesta di rinvio presentata da Forza Italia all’inizio della seduta. A far slittare il voto ha provato anche Antonio Leone di Ncd, che aveva chiesto alla Camera un’inversione dell’ordine del giorno per esaminare il decreto legge Carceri. Ma anche questa richiesta era stata respinta e la discussione è proseguita.
Si sono pronunciate a favore dell’arresto Sel, con Claudio Fava, e la Lega Nord, con Matteo Bragantini, che ha sottolineato il fatto che i deputati sono chiamati a pronunciarsi soltanto sull’eventuale “fumus persecutionis”, non ravvistato contro l’ex governatore della Regione Veneto. Una posizione presa male da Forza Italia: “È un fatto politico rilevante e grave che la Lega voti per l’arresto di Galan. Il garantismo dovrebbe contare qualcosa nella futura coalizione. O no?”, ha subito twittato Daniele Capezzone. Sì all’arresto anche da parte di Scelta civica.
In sede di dichiarazione di voto, Leone dell’Ncd è tornato alla carica sottolineando che il fumus, “contrapposto all’arrosto”, è tale anche quando è percepito appena: “Basta un sentore”. Per Forza Italia, Giancarlo Chiarelli ha ravvisato il “fumus” nella stessa richiesta di arresto, a suo avviso “errata” rispetto a quanto emerso dall’inchiesta. Ultimo a intervenire, il Pd, che con Anna Russomando ha ribadito il sì all’arresto di Galan: “”Ci sentiamo anche noi paladini del garantismo”, ha spiegato, “ma le battaglie per l’applicazione delle garanzie dei cittadini non si fanno nelle Giunte. Noi le facciamo nelle sedi opportune”.
Galan è accusato dalla Procura di Venezia di aver agevolato l’iter di approvazione della varie fasi del Mose – il contestato sistema di dighe mobili contro l’acqua alta, un affare da oltre 5 miliardi di euro – in cambio di denaro. Addirittura di uno “stipendio fisso”, come ha affermato davanti ai pm la sua ex segretaria Claudia Minutillo. Stipendio che l’altro grande accusatore Giovanni Mazzacurati, ex presidente del Consorzio Venezia Nuova concessionario dell’opera, ha quantificato in circa un milione di euro l’anno. All’ex presidente del Veneto sono contestate anche altre consegne di denaro e la ristrutturazione di una villa a Cinto Euganeo. Nell’ambito dell’inchiesta Mose sono emersi anche affari da decine di milioni di euro della famiglia Galan in Indonesia, nel settore gas.
“Sono profondamente addolorato per il voto parlamentare che ha dato il via libera all’arresto di Galan. Trovo particolarmente ingiusto che, non accettando il rinvio del voto proposto da Forza Italia, sia stato impedito a Galan di essere presente in Aula  - scrive in una nota Silvio Berlusconi - per potersi difendere dalle accuse che gli sono state rivolte. Sono vicino a Giancarlo, della cui correttezza dopo trent’anni di collaborazione e amicizia sono assolutamente certo, in questo momento così drammatico e difficile”.