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giovedì 20 dicembre 2018

Sanità, Giulia Grillo risparmia due miliardi migliorando il servizio. - Jacopo Fo

Sanità, Giulia Grillo risparmia due miliardi migliorando il servizio

Prima delle ultime elezioni con www.peopleforplanet.it lanciammo una raccolta di firme per ottenere che anche in Italia le farmacie vendano le medicine nel numero esatto previsto dalla ricetta medica. Da decenni fanno così in Usa e in Germania. 
Francia, Spagna e Svizzera stanno adottando lo stesso metodo. Un risparmio enorme per i cittadini e lo Stato, meno pericoli dovuti ai cassetti pieni di medicinali scaduti o assunti senza una prescrizione medica. Quando è diventata ministro Giulia Grillo sono aumentate le nostre speranze che questa piccola riforma andasse in porto perché lei nella passata legislatura era la prima firmataria di una proposta di legge in tal senso. E una volta tanto un ministro ci ha stupiti andando ben oltre le nostre speranze. Giulia Grillo infatti sta mettendo mano all’insieme del sistema dei medicinali, un ginepraio nel quale spariscono cifre da capogiro.
La prima questione che ha affrontato con uno staff di specialisti è quella della validità dei farmaci. La semplice verifica della reale efficacia dei farmaci, secondo criteri scientifici, porterà a un notevole risparmio ed eviterà ai pazienti di assumere medicamenti inutili e quindi potenzialmente dannosi. C’è poi la questione assurda dei farmaci che sono doppioni di altri. Si tratta del 70% dei farmaci, un migliaio di prodotti. Ad esempio sono in commercio 21 antidepressivi con prezzi ben diversi uno dall’altro. Discorso parallelo sui farmaci che hanno una formula chimica diversa ma effetti equivalenti. Su questo punto il ministero conta di ottenere risparmi ingenti per lo Stato ma anche per i cittadini, attraverso una campagna di informazione; infatti gli italiani spendono di tasca loro un miliardo all’anno per comprare medicinali di marca che sono fotocopie di medicinali più economici e che di più hanno solo il prezzo.
Chiara Daina, sul Fatto Quotidiano, spiega bene come una simile riforma sia complessa perché prevede di attivare le Regioni che sono gli enti che pagano direttamente le medicine e che dovrebbero modificare le modalità di acquisto. Alcune Regioni hanno spese per i farmaci molto alte, altre hanno iniziato a razionalizzare: “Un altro successo lo ha portato a casa il Piemonte, che quest’anno grazie al meccanismo delle gare ha risparmiato oltre 41 milioni di euro solo sui maggiori farmaci utilizzati, con una riduzione media di prezzo del 67%. In alcuni casi la spesa si è ridotta fino al 99%: per il bosentan (un antipertensivo) e l’imatinib (un antitumorale), i cui costi unitari sono scesi rispettivamente da 2.210 a 27 euro e da 1.907 a 24 euro. Il trastuzumab (un altro antitumorale) invece è passato da 565 a 163 euro (-71%); l’adalimumab (un antinfiammatorio), da 866 a 293 euro (-66%)”.
È veramente incredibile che la Regione Piemonte sia riuscita ad abbassare così tanto il prezzo di alcuni farmaci. C’è da chiedersi cosa abbiano combinato gli amministratori precedenti e che combinino quelli che tutt’ora continuano a pagare farmaci a peso d’oro. E in questo campo si otterranno ulteriori risparmi riuscendo a organizzare gare con la partecipazione di tutte le Regioni: maggiori acquisti vogliono dire prezzi più bassi!
Sono anni che si tenta la riforma del prontuario dei farmaci ma ogni tentativo è stato invalidato dalla resistenza delle case farmaceutiche. Non sarà facile ma finalmente vediamo all’opera la logica artigianale delle piccole riforme, che vanno a cambiare meccanismi che non infiammano le piazze e non esaltano i media ma sono sostanziali. È comunque un peccato che questa iniziativa, datata 10 dicembre, abbia trovato così poco spazio sui media. E già che ci siamo segnalo l’inizio di una campagna che segue questa filosofia Shangai di incominciare a cambiare le cose partendo dalle più facili. Abbiamo fondato il movimento dei Pink Bloc, come i Black Bloc ma più gentili. Il nostro primo bersaglio sono state le cattiverie verso i pendolari e i viaggiatori in genere, delle Ferrovie dello Stato. Un commando dei Pink Bloc ha danzato in tutù rosa di fronte alla sede romana delle Ffss, sulle note delle sonate romantiche di Chopin, cercando così di muovere a un sentimento di dolcezza gli uomini e le donne che dirigono questa azienda. Un passo di danza vi convertirà all’amore!

giovedì 11 ottobre 2018

Inps, il ministro della Salute boccia il premio ai medici che tagliano invalidità: “Violazione del codice deontologico” - Thomas Mackinson

Inps, il ministro della Salute boccia il premio ai medici che tagliano invalidità: “Violazione del codice deontologico”

Dopo l'Ordine dei Medici e le associazioni, anche Giulia Grillo interviene sulla decisione dell'ente previdenziale di introdurre nei criteri per la retribuzione di risultato dei medici legali anche il numero di prestazioni di malattia negate e invalidità revocate. "Ho chiesto precisazioni all’Inps ma posso affermare che revocare prestazioni per raggiungere obiettivi economici viola il codice deontologico dei medici”. Protestano anche le associazioni degli invalidi.

“Revocare prestazioni per raggiungere obiettivi economici viola il codice deontologico dei medici”. Così il ministro della Salute Giulia Grillo interviene via Twitter sul controverso incentivo che l’ente previdenziale riconoscerà da quest’anno ai medici legali anche in virtù dei periodi di malattia che riusciranno a negare e delle pensioni d’invalidità revocate. Il ministro annuncia di aver chiesto precisazioni all’Inps sul “Piano delle Performance 2018-2020”, ma sul suo giudizio è netto.
A denunciare implicazioni deontologiche e sul piano dei diritti della decisione, che risale a marzo e avrà effetto già a partire dam quest’anno, è stato Vittorio Angnoletto con un post sul fattoquotidiano.it. Agli articoli è seguita una vera e propria sollevazione generale, a partire dall’Ordine dei Medici il cui presidente, Filippo Anelli, ha parlato chiaramente di una “aberrazione per la professione”, evocando anche la disobbedienza perché “non siamo i medici dello Stato, ma dei cittadini”. Il ministro Grillo era stato sollecitato a una reazione proprio dal Fatto.it e alla fine è arrivata ed è stata netta. Anche perché nel frattempo una vera sollevazione è partita dal mondo delle disabilità.
La Federazione delle Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità ha manifestato “Sdegno e stupore per il premio ai medici INPS che negheranno malattia ed invalidità” auspicandone il ritiro immediato. Lo stesso l’Associazione degli Invalidi Civili (Anmic), che parla di “scandalo”, perché “l’Inps vuole premiare con incentivi economici i medici che più taglieranno le prestazioni di invalidità civile”. Intanto, l’ente ha tentato una replica al Fatto.it ma senza smentire alcunché. Domani il presidente Tito Boeri, che ha firmato il provvedimento ma non ha mai voluto commentare, sarà in Commissione Lavoro alla Camera a riferire su “equità del sistema previdenziale” e sulle pensioni d’oro che non si riescono proprio a tagliare. Sugli invalidi il modo invece si è subito trovato, pagando direttamente il medico perché le tagli col bisturi.
Fonte: F.Q. del 10/10/2018
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Quanto c'è da fare ancora?Eravamo finiti in un cul de sac in cui i più furbi la facevano da padroni su tutto, anche sull'invalidità utilizzata da personaggi di dubbia onestà mentale come scambio di favori.Anche un diritto sacrosanto veniva negato all'avente diritto e concesso a mo' di bonus a chi non aveva i requisiti necessari. cetta.