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giovedì 7 gennaio 2021

Dall'Accademia dei Lincei il punto sui farmaci anti Covid.

 

Sì ai corticosteroidi come il desametasone, no agli antimalarici come idrossiclorochina e clorochina; bene l'eparina ai ricoverati, attesa per i risultati sull'aspirina a basse dosi; e ancora anticorpi neutralizzanti, Ace-inibitori, antinfiammatori. Sono gli esperti della Commissione Covid-19 dell'Accademia Nazionale dei Lincei a fare il punto sui farmaci in sperimentazione contro il coronavirus, in un documento che passa in rassegna le evidenze scientifiche disponibili sulla loro efficacia e sicurezza.

Secondo i Lincei è "necessario condurre studi clinici rigorosi sui farmaci candidati alla cura di Covid-19: solo questi possono fornire dati scientifici sufficienti e valutabili in modo preciso, che permettano di distinguere tra episodi aneddotici e prove scientifiche. In assenza di questi studi e in circostanze di alta pressione come le attuali, subentra il rischio di seminare confusione tra i medici".

Questo nuovo documento dei Lincei "non intende raccomandare alcun farmaco sperimentale, ma esaminare le evidenze a sostegno dell'efficacia e della sicurezza dei trattamenti farmacologici, evidenziare la posizione ufficiale delle autorità sanitarie e dei comitati di esperti in relazione a ciascun farmaco o classe di farmaci considerati, e menzionare brevemente gli studi in corso registrati su clinicaltrials.gov o sul registro dell'Oms".

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2021/01/05/dallaccademia-dei-lincei-il-punto-sui-farmaci-anti-covid-_99381745-98f0-4508-bf7d-e839cc67f434.html

giovedì 3 dicembre 2020

“Mafie e virus sono fatti l’uno per l’altro. Dallo smaltimento dei rifiuti sanitari all’affare dei farmaci: il business dei clan al tempo del Covid”: il rapporto di Libera. - Manuela Modica

 

Il rapporto dell'associazione antimafia riassume dati, fatti, intercettazioni, che disegnano un quadro chiaro su come la criminalità organizzata abbia già cominciato a trarre profitto dall’emergenza. Numeri raccolti e rielaborati che restituiscono un affresco dell’emergenza dal punto di vista criminale. Don Ciotti: "Covid e clan fatti l'uno per l'altro. È quanto risulta da questo rapporto, una fotografia inquietante del grado dell’infezione mafiosa ai tempi del Covid".

“Col virus si fanno i soldi”. Così parlava lo scorso maggio Salvatore Emolo, sottoposto a sorveglianza speciale per camorra. Ignaro di essere intercettato Emolo chiariva il suo business plan: “In pieno lockdown, aveva trovato una soluzione: il cugino era già il titolare di un’impresa di lavaggio auto con sede a Pesaro, bisognava riadattare l’azienda alle esigenze, trasformandola in una ditta di sanificazioni”. È solo un esempio di come l’emergenza scatenata dal Covid sia diventata un’occasione per la criminalità organizzata, “l’altro virus” che si muove parallelo all’epidemia. “Mafiavirus“, lo ha definito don Luigi Ciotti, il fondatore dell’associazione antimafia Libera che con la rivista Lavialibera ha appena pubblicato un rapporto sulla pandemia e la criminalità organizzata, dal titolo: “La tempesta perfetta. Le mani della criminalità organizzata sulla pandemia”. “Mafie e Covid: fatti l’uno per l’altro. È quanto risulta da questo rapporto, una fotografia inquietante del grado dell’infezione mafiosa ai tempi del Covid. Fotografia che si è potuta sviluppare grazie alla camera non oscura ma chiara, trasparente, luminosa della condivisione e della corresponsabilità”, commenta Ciotti, descrivendo il dossier.

Sei interdittive antimafia al giorno – Sono 48 pagine di dati, fatti, intercettazioni come quella di Emolo, che disegnano un quadro chiaro su come la criminalità organizzata abbia già cominciato a trarre profitto dall’emergenza. Dati raccolti e rielaborati che restituiscono un affresco dell’emergenza dal punto di vista criminale: “Le attività investigative di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza insieme alle procure, le direzioni distrettuali e la Procura Nazionale Antimafia tra penali e amministrative, hanno portato all’apertura di oltre tremila fascicoli di indagine, tutti con il codice Covid-19”. Tremila inchieste col nome della pandemia che ha acceso gli appetiti di camorra, ‘ndrangheta e Cosa nostra. Mentre nei primi nove mesi dell’anno il ministero dell’Interno ha registrate ben 1.637 interdittive antimafia, alla media di 181 al mese, sei provvedimenti al giorno. D’altronde si tratta di un’emergenza sanitaria, lì dove con “emergenza” si crea il contesto ideale per l’eccezione alla regola, ovvero per ottenere appalti legati alla distribuzione di presidi medicali ma anche allo smaltimento dei rifiuti speciali ospedalieri. E lo smaltimento di rifiuti, è ben noto, è da sempre nel mirino della criminalità organizzata, camorra in primis. La sanità è uno “strumento di consenso di cui si serve molto anche la politica, visto che spesso condiziona le nomine, dai primari ai vertici di ospedali e aziende sanitarie”, ricorda il report.

L’affare dello smaltimento di rifiuti sanitari – Secondo un calcolo dell’Anac tra il 1° marzo e il 9 aprile sono stati spesi 2.277 miliardi di fondi pubblici per l’acquisto di mascherine (23%), camici e altri dispositivi di protezione individuale (32%), respiratori polmonari (23%), tamponi (5%) e altro. Una tavola molto più che ghiotta che riguarda anche le opere di ristrutturazione delle Rsa, dove non mancheranno assegnazione di appalti e forniture di dispositivi sanitari. Una tavola che fa gola soprattutto alla ‘ndrangheta: “Certo, ora abbiamo la necessità di smaltire enormi quantità di rifiuti sanitari. Si tratta di materiali pericolosi, che hanno come unica destinazione l’inceneritore. Vorrei che ci fosse una maggiore tracciabilità, perché da tempo la criminalità è interessata al settore”, spiega il procuratore aggiunto, Alessandra Dolci, capo della Direzione distrettuale antimafia di Milano, che ha lanciato l’allarme sugli interessi della ‘ndrangheta legati all’emergenza sanitaria. I numeri spiegano di che interessi si tratta: dal 1° marzo al 27 novembre – ricorda il report di Libera e Lavialibera – sono state distribuite dalla Protezione Civile 2.012.798.391 mascherine sanitarie. Tutte da smaltire negli inceneritori una volta utilizzate. Perfino il Financial Times aveva rilevato che “alcune imprese del settore sanitario legate alla ‘ndrangheta hanno ceduto le fatture non pagate dalle aziende sanitarie pubbliche a intermediari per recuperare crediti; a loro volta gli intermediari hanno ceduto le fatture non pagate a società finanziarie che hanno creato ‘strumenti di debito‘ venduti agli investitori di tutto il mondo. Le inefficienze della sanità pubblica e gli affari delle mafie sono entrati così nel mercato finanziario globale”.

Le mani dei clan sui farmaci – E ora che siamo vicini ad una svolta, le mafie non saranno impreparate: solo poche settimane fa l’Agenzia delle dogane avvertiva sul rischio di immissioni di vaccini pericolosi. D’altronde anche il capo della Polizia Franco Gabrielli aveva evidenziato: “Pensate solo all’attenzione che c’è per la ricerca di nuovi vaccini, di strutture per l’accoglienza dei pazienti o per i dispositivi di protezione individuale. Oltre a tutta la partita sui farmaci per curare le malattie: alcuni valgono più dell’oro”. E questo è il Covid-19 per la criminalità organizzata: oro. “Con i farmaci faremo 100 milioni l’anno”. “Giovà…, gli antitumorali gli ospedali li comprano a mille, e nell’Inghilterra li vendono a 5 mila. Quindi tu compri a mille e vendi a 5 mila, e così guadagni 4 mila euro l’uno. Allora se noi entriamo con due ospedali, che ti danno 10 farmacie…”. Sono le parole del boss della ‘ndrangheta Grande Aracri. Il “nuovo business”, come lo ha definito Aracri al quale non poteva mancare la mafia.

Il boom dei reati spia: riciclaggio e usura – Dalla Calabria alla Sicilia: “Sorella sanità è il nome dell’inchiesta della Guardia di Finanza di Palermo che il 20 maggio scorso ha svelato il sistema costituito da Fabio Damiani e Antonino Candela. – ricordano nel Report -. L’inchiesta della Finanza riguarda un sistema di mazzette attorno a quattro appalti della sanità siciliana. Gare, per un valore totale di 600 milioni di euro”. Eppure Cosa nostra siciliana pare retrocedere nel grande affare del Covid: l’isola registra solo 178 interdittive e risulta quarta, dietro l’Emilia Romagna, che ne registra 218. Una regione del centro-nord che arriva terza dopo Campania che raggiunge quota 468 interdittive e Calabria con 343, in calo rispetto all’anno precedente. Ma la porta d’ingresso più pericolosa nell’economia da parte della criminalità organizzata – dopo il periodo di lockdown per contrastare il Coronavirus – è costituita dai mercati finanziari. I ricercatori della Banca d’Italia hanno tracciato le operazioni sospette: sono 53.027, in aumento (+3,6 per cento) rispetto al 2019. E, manco a dirlo, “la crescita complessiva del semestre è determinata dalle segnalazioni di riciclaggio, in aumento rispetto al primo semestre del precedente anno (+4,7 per cento)”. Secondo i dati elaborati dal rapporto di Libera e Lavialibera, poi, le operazioni sospette di riciclaggio hanno dato questo risultato: “Trentino col 47 percento, Lazio col 38, Sardegna con 37, Calabria col 17,8, Val D’Aosta 14,1, Campania, 9,7”. A conferma di una sempre maggiore operatività della criminalità organizzata nelle regioni del Nord. La crisi economica, tradotta praticamente in una mancanza di liquidi nelle tasche degli italiani, ha creato l’humus perfetto per l’acquisizione di società in difficoltà, trasformando l’emergenza in occasione propizia per riciclare denaro sporco. E tra i reati contro il patrimonio, l’usura è “l’unico reato che ha fatto registrare un aumento. Da sempre l’usura è uno dei reati spia quale indicatore significativo dell’operatività dei gruppi criminali e del controllo mafioso sul territorio”, sottolineano nel rapporto.

Crescono i reati online – Tutti chiusi in casa da marzo a maggio: ecco l’occasione per l’aumento dei crimini online: “Solo nei primi quattro mesi dell’anno in corso si sono registrati un totale di transazioni fraudolente pari ad oltre 20 milioni di euro in costante ed ulteriore ascesa… un aumento del 600 per cento nel numero di email di phishing in tutto il mondo, con sfruttamento di temi correlati al Coronavirus per raggirare persone fisiche ed aziende”. Un fenomeno che non ha limiti geografici, come rivelava l’Fbi, la scorsa primavera: “Il numero di segnalazioni di crimini informatici ricevute dall’agenzia sia più che triplicato durante la pandemia da Coronavirus”. Ma se non si può uscire come va avanti il traffico di droga? Basta aggiornare i modelli di trasporto, le rotte del traffico e i metodi di occultamento alle limitazioni imposte dalla pandemia. È così che in Spagna tra marzo e aprile sono state sequestrate 14 tonnellate di droghe: “Sei volte la quantità scoperta nello stesso periodo del 2019, altre 18 tonnellate in Belgio – sei in più dell’anno scorso, e 4,5 in Olanda (fonte Europol)”. Niente che sorprenda gli italiani: il 70 percento ritiene che della spinta dell’emergenza Covid la corruzione in Italia si stia diffondendo ancora di più, come rivela l’indagine condotta da Demos per Libera dal 10 al 13 novembre scorso.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/12/02/mafie-e-virus-sono-fatti-luno-per-laltro-dallo-smaltimento-dei-rifiuti-sanitari-allaffare-dei-farmaci-il-business-dei-clan-al-tempo-del-covid-il-rapporto-di-libera/6024186/

lunedì 23 novembre 2020

Ingenuo. - Massimo Erbetti

 

Eh sì…sono un ingenuo, un sempliciotto, un inesperto, uno sprovveduto, un allocco…mi sono fatto fregare…ci sono cascato anche io, un po' come tutti del resto…sono due giorni che non facciamo altro che cercare di andare in soccorso di Morra, quando invece dovevamo parlare di altro.
La difesa di Morra è sacrosanta, è dovuta, è d'obbligo, Morra non ha detto altro che la pura verità, ma noi abbiamo, anzi io ho sbagliato, sono stato inconsapevole mezzo della distrazione di massa…
“Con i farmaci faremo 100 milioni l'anno”. “Giovà…, gli antitumorali che costano 2 mila euro, gli ospedali li comprano a mille, e nell’Inghilterra li vendono a 5 mila. Quindi tu compri a mille e vendi a 5 mila. Allora se noi entriamo con due ospedali, che ti danno 10 farmacie…”
Queste sono alcune frasi tratte dalle intercettazioni emerse nelle indagini calabresi e noi di questo dovevamo parlare…solo di questo…quanta gente non avrà potuto curarsi a causa della sottrazione dei farmaci? Quanta sofferenza? Quanto dolore, quanta disperazione può creare una cosa del genere? Qualcuno sarà morto a causa dei farmaci dirottati altrove? Qualcuno avrà dovuto provvedere in altro modo? E se si come?
Le parole di Morra sono gravi? Sì forse per qualcuno lo sono state, la famiglia della Santelli si sente offesa? Sì, sicuramente. È stato forse incauto? Sì, forse…
Ma qui il problema è un altro: questi si fregavano i farmaci antitumorali…capito? Gli antitumorali!! Mica le aspirine…100 milioni di euro l'anno…sulla pelle della gente…sui malati di cancro!!
"Cento milioni"...e io mi sono fatto fregare, distrarre, sono caduto nella trappola di questi maledetti…io parlo di Morra e questi mostri speculano sulla vita delle persone.
Che siate maledetti, che siate stramaledetti voi e la vostra avidità, voi e la vostra ingordigia, voi e la vostra schifosa fame di soldi. Spero che i calabresi insorgano contro tutto questo, spero abbiano un sussulto d'orgoglio e d'amor proprio, che chiedano giustizia, che pretendano giustizia per loro stessi e per tutti quei poveri cristi che non possono usufruire di una sanità degna di un popolo civile. È arrivato veramente il momento di dire basta…vi prego alzate la testa e ribellatevi a tanto schifo, a tanta ingiustizia…la vita è una…la salute è la prima cosa…e tutelarla è un diritto, non permettete a degli schifosi delinquenti di privarvene. 

https://www.facebook.com/photo?fbid=10218775354080586&set=a.2888902147289

lunedì 17 agosto 2020

Dall’inizio dell’epidemia i Nas hanno oscurano 36 siti web che vendevano farmaci vietati e pubblicizzati come curativi anti-Covid. I dati dell’attività operativa dei Carabinieri.

Carabinieri Nas

Il Nucleo Anti Sofisticazione dei Carabinieri, anche in collaborazione con Europol e Interpol, dall’inizio dell’emergenza coronavirus ha sequestrato oltre un milione di dispositivi medici e igienizzanti e oscurato 36 siti web che vendevano farmaci vietati e pubblicizzati come curativi anti-Covid. Sono alcuni dei dati resi noti dall’Arma a Ferragosto. Proseguono i controlli presso le strutture ricettive per anziani e disabili. I Nas hanno ricevuto 370 deleghe d’indagine dall’Autorità giudiziaria per verificare l’applicazione delle misure igieniche di prevenzione. Inoltre, di loro iniziativa hanno effettuato circa 500 ispezioni, segnalando alle autorità sanitarie e amministrative 118 strutture per le carenze organizzative rilevate.
Inoltre, nel quadro delle disposizioni di prevenzione sanitaria riguardanti le attività produttive, il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, in collaborazione con i Reparti dell’Organizzazione territoriale ha già ispezionato circa 2 milioni di attività commerciali e aziende, verificando il rispetto delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro, anche in vista della piena ripresa produttiva. La fase della ripresa economica rappresenta un’occasione anche per le organizzazioni criminali che puntano al riciclaggio dei proventi illeciti, specie quelli provenienti dal narcotraffico.
Nella provincia di Milano, l’11 giugno i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 22 persone, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti ed estorsione, documentandone l’operatività della locale di ‘ndrangheta di Seregno (MI). Inoltre, il 6 luglio, un’ulteriore operazione ha condotto in carcere 17 persone ritenute responsabili di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, appartenenti alla cosca “Barbaro Papalia” di Plati’ (RC), che operavano nell’hinteland milanese.
Sul fronte del contrasto al terrorismo internazionale, grazie alle informazioni provenienti anche dai 13 Teatri operativi all’estero in cui sono presenti assetti dell’Arma – dal Kosovo all’Iraq, dall’Afghanistan al Libano – 170 stranieri sono stati segnalati al Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo per l’emissione di provvedimenti di inammissibilità in area Schengen.
Un ulteriore impegno si registra sul fronte del controllo dei flussi migratori verso l’Italia. Nel 2020 sono stati oltre 1.800 i migranti rintracciati su tutto il territorio nazionale dai Reparti Carabinieri. Inoltre, l’Arma, al momento, impiega quasi 500 unita’ per la vigilanza ai Centri per immigrati. In particolare, a Lampedusa, i 23 Carabinieri in servizio – unico presidio di polizia sull’isola e posto di polizia di frontiera – sono impegnati nelle attività di rintraccio e gestione degli sbarchi, coadiuvati dalle 80 unita’ dei Battaglioni e Reggimenti Carabinieri.

venerdì 18 ottobre 2019

Novartis, “corrotti decine di migliaia di medici per prescrivere farmaci inutili”. Alla tv svizzera la testimonianza di tre ex manager



Nel documentario di Falò in onda giovedì 18 ottobre parlano per la prima volta i whistleblower che collaborano all'inchiesta dell'Fbi contro la multinazionale elvetica. Secondo l'accusa, medicinali dai prezzi proibitivi sono stati omologati in Grecia, e pazienti sani sarebbero stati sottoposti a cure inutili.
Novartis, la multinazionale farmaceutica svizzera, è accusata di aver corrotto decine di migliaia di medici pur di fare prescrivere i propri prodotti. E così pazienti inconsapevoli e perfettamente sani sarebbero stati sottoposti a cure del tutto inutili. Coinvolti anche ministri e alti funzionari dello Stato, con l’accusa di essere stati al libro paga della multinazionale per omologare in Grecia nuovi farmaci a prezzi proibitivi.

L’indagine è stata avviata dall’Fbi nel 2016 grazie alla collaborazione di informatori della sede greca. Ora la trasmissione Falò, in onda stasera , giovedì 17 ottobre alle 21.10 su Rsi La1, nel documentario “La strategia” per la prima volta dà voce ai tre informatori, che ha incontrato prima in Grecia e poi a New York, dove si sono recati per gli interrogatori delle autorità statunitensi.
I tre ex manager, che si autoaccusano di corruzione nei confronti di medici e funzionari di Stato, hanno affidato ai giornalisti della tv pubblica svizzera Maria Roselli e Marco Tagliabue, il racconto dettagliato delle pratiche illecite a loro dire utilizzate da Novartis per conquistare nuove fette di mercato in Grecia ed avanzare nel giro di pochi anni dal quinto al primo posto in classifica.
I tre whistleblower, la cui identità per motivi di sicurezza deve restare nascosta, rivelano a Falò l’esistenza di veri e propri “programmi di corruzione” camuffati da normali progetti di marketing, in parte finanziati direttamente dalla sede centrale di Basilea in Svizzera. L’inchiesta delle autorità americane si è conclusa nell’estate 2019. Spetta ora a Novartis decidere se affrontare un processo o puntare ad un accordo.
Il documentario sarà visibile sul sito di Falò da venerdì 18 ottobre.

giovedì 20 dicembre 2018

Sanità, Giulia Grillo risparmia due miliardi migliorando il servizio. - Jacopo Fo

Sanità, Giulia Grillo risparmia due miliardi migliorando il servizio

Prima delle ultime elezioni con www.peopleforplanet.it lanciammo una raccolta di firme per ottenere che anche in Italia le farmacie vendano le medicine nel numero esatto previsto dalla ricetta medica. Da decenni fanno così in Usa e in Germania. 
Francia, Spagna e Svizzera stanno adottando lo stesso metodo. Un risparmio enorme per i cittadini e lo Stato, meno pericoli dovuti ai cassetti pieni di medicinali scaduti o assunti senza una prescrizione medica. Quando è diventata ministro Giulia Grillo sono aumentate le nostre speranze che questa piccola riforma andasse in porto perché lei nella passata legislatura era la prima firmataria di una proposta di legge in tal senso. E una volta tanto un ministro ci ha stupiti andando ben oltre le nostre speranze. Giulia Grillo infatti sta mettendo mano all’insieme del sistema dei medicinali, un ginepraio nel quale spariscono cifre da capogiro.
La prima questione che ha affrontato con uno staff di specialisti è quella della validità dei farmaci. La semplice verifica della reale efficacia dei farmaci, secondo criteri scientifici, porterà a un notevole risparmio ed eviterà ai pazienti di assumere medicamenti inutili e quindi potenzialmente dannosi. C’è poi la questione assurda dei farmaci che sono doppioni di altri. Si tratta del 70% dei farmaci, un migliaio di prodotti. Ad esempio sono in commercio 21 antidepressivi con prezzi ben diversi uno dall’altro. Discorso parallelo sui farmaci che hanno una formula chimica diversa ma effetti equivalenti. Su questo punto il ministero conta di ottenere risparmi ingenti per lo Stato ma anche per i cittadini, attraverso una campagna di informazione; infatti gli italiani spendono di tasca loro un miliardo all’anno per comprare medicinali di marca che sono fotocopie di medicinali più economici e che di più hanno solo il prezzo.
Chiara Daina, sul Fatto Quotidiano, spiega bene come una simile riforma sia complessa perché prevede di attivare le Regioni che sono gli enti che pagano direttamente le medicine e che dovrebbero modificare le modalità di acquisto. Alcune Regioni hanno spese per i farmaci molto alte, altre hanno iniziato a razionalizzare: “Un altro successo lo ha portato a casa il Piemonte, che quest’anno grazie al meccanismo delle gare ha risparmiato oltre 41 milioni di euro solo sui maggiori farmaci utilizzati, con una riduzione media di prezzo del 67%. In alcuni casi la spesa si è ridotta fino al 99%: per il bosentan (un antipertensivo) e l’imatinib (un antitumorale), i cui costi unitari sono scesi rispettivamente da 2.210 a 27 euro e da 1.907 a 24 euro. Il trastuzumab (un altro antitumorale) invece è passato da 565 a 163 euro (-71%); l’adalimumab (un antinfiammatorio), da 866 a 293 euro (-66%)”.
È veramente incredibile che la Regione Piemonte sia riuscita ad abbassare così tanto il prezzo di alcuni farmaci. C’è da chiedersi cosa abbiano combinato gli amministratori precedenti e che combinino quelli che tutt’ora continuano a pagare farmaci a peso d’oro. E in questo campo si otterranno ulteriori risparmi riuscendo a organizzare gare con la partecipazione di tutte le Regioni: maggiori acquisti vogliono dire prezzi più bassi!
Sono anni che si tenta la riforma del prontuario dei farmaci ma ogni tentativo è stato invalidato dalla resistenza delle case farmaceutiche. Non sarà facile ma finalmente vediamo all’opera la logica artigianale delle piccole riforme, che vanno a cambiare meccanismi che non infiammano le piazze e non esaltano i media ma sono sostanziali. È comunque un peccato che questa iniziativa, datata 10 dicembre, abbia trovato così poco spazio sui media. E già che ci siamo segnalo l’inizio di una campagna che segue questa filosofia Shangai di incominciare a cambiare le cose partendo dalle più facili. Abbiamo fondato il movimento dei Pink Bloc, come i Black Bloc ma più gentili. Il nostro primo bersaglio sono state le cattiverie verso i pendolari e i viaggiatori in genere, delle Ferrovie dello Stato. Un commando dei Pink Bloc ha danzato in tutù rosa di fronte alla sede romana delle Ffss, sulle note delle sonate romantiche di Chopin, cercando così di muovere a un sentimento di dolcezza gli uomini e le donne che dirigono questa azienda. Un passo di danza vi convertirà all’amore!

giovedì 4 ottobre 2018

Corruzione sui farmaci: arrestato a Parma il professor Aversa, luminare dell'ematologia.

Corruzione sui farmaci: arrestato a Parma il professor Aversa, luminare dell'ematologia

Congressi scientifici organizzati per promuovere determinate medicine e concorsi truccati.

Franco Aversa, direttore della struttura complessa di Ematologia e del centro trapianti midollo osseo dell'azienda ospedaliera di Parma, è stato arrestato nell'ambito dell'operazione Conquibus (denaro) condotta dal Nas di Parma su mandato della locale Procura.

I reati contestati ai 36 indagati sono corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, comparaggio farmaceutico, abuso d'ufficio, falso ideologico e truffa aggravata.


Oltre al dirigente medico, si trova ai domiciliari anche una imprenditrice perugina, Paola Gagliardini titolare della Centro servizi congressuali.

Applicate misure cautelari interdittive a carico di altri nove indagati tra medici universitari a Parma, fra cui Nicola Giuliani e Antonio Mutti (accusato di abuso d'ufficio e sospeso per un anno dall'insegnamento universitario e dall'esercizio della funzione di commissario nei concorsi pubblici) e rappresentanti del settore farmaceutico. Sequestrati 335mila euro provento delle condotte corruttive e del reato di truffa.

Tutti gli indagati.
Aversa è considerato un luminare italiano dell'ematologia, dipartimento che ha contribuito a fondare all'ospedale di Parma. Pioniere di innovative tecniche di trapianto di cellule staminali fino ad ottenere riconoscimenti internazionali per aver consentito, per la prima volta al mondo, il successo del trapianto anche tra soggetti non compatibili.

L'indagine, durata due anni dal 2015 al 2016 e avviata dopo la denuncia di un medico, ha evidenziato tre episodi di indebita induzione, cinque casi di corruzione e vari episodi di abusi d'ufficio con diramazioni in altre province.

Le reazioni del rettore Andreai e del dg del Maggiore Fabi.
Le case farmaceutiche coinvolte non hanno sede a Parma, alcune sono internazionali. A loro carico il Gip ha avviato le procedure per accertarne le responsabilità.


Al centro del sistema c'erano il professore universitario di fama internazionale e Gagliardini, referente di un ditta organizzatrice di eventi scientifico - formativi. Erano loro, per l'accusa, i vertici di una organizzazione che assicurava favori alle aziende farmaceutiche, report positivi o negativi per questo o quel medicinale, in cambio di sponsorizzazioni per convegni e contributi economici che finivano direttamente nelle tasche degli indagati.

Entrambi, infatti, con la complicità di altri professori e amministrativi universitari, medici, rappresentanti di aziende farmaceutiche, favorivano l'organizzazione di congressi scientifici durante i quali pubblicizzare i prodotti delle ditte che avevano sponsorizzato l'evento.

L'obiettivo - spiega il Nas guidato da Gianfranco Di Sario - era "adattare le prescrizioni di costosi farmaci per terapie salvavita secondo le esigenze e il profitto delle aziende farmaceutiche, promuovendone la divulgazione nei vari eventi congressuali, organizzati in violazione di norme e in contrasto con i principi di trasparenza e indipendenza scientifica".

Corruzione sanità, procuratore di Parma: "Come Tangentopoli, nulla è cambiato".

Un fenomeno non nuovo, già riscontrato ai tempi di Tangentopoli, ha ricordato il procuratore Alfonso D'Avino nel sottolineare come, a distanza di anni, la prassi illecita prosegua.

Per chi non aderiva alle sponsorizzazioni congressuali scattava la minaccia di ritorsioni, come il mancato inserimento dei medicinali nel prontuario dei farmaci o la mancata prescrizione nell'ambito delle attività ospedaliere. Mentre per le ditte generose veniva sostenuta la rimborsabilità dei farmaci presso le autorità regionali, al fine di favorirne le strategie economiche.

"Poco importa il contenuto tecnico del farmaco, conta il 'conquibus' cioè quello che può essere intascato. Per me collaborazione è io do una cosa a te e tu dai una cosa a me" il tenore delle intercettazioni di cui hanno parlato gli inquirenti nel corso della conferenza stampa convocata nel palazzo della Procura.

Così veniva promosso l'inserimento di taluni farmaci oncologici nel prontuario regionale per ampliarne la diffusione sul mercato e ricevere il finanziamento del sistema sanitario nazionale; "un meccanismo ben articolato per promuovere un prodotto invece di un altro".

Corruzione sui farmaci: arrestato a Parma il professor Aversa, luminare dell'ematologia

D'Avino ha tuttavia sottolineato che dall'inchiesta non sono emersi risvolti di pericolo per la salute pubblica. Il comandante dei carabinieri Salvatore Altavilla ha invece voluto scindere le responsabilità personali dei convolti dall'ateneo nel suo complesso.

Un altro filone riguarda i concorsi truccati per il conferimento di assegni di ricerca; le prove erano solo apparenti dato che già erano stati individuati i vincitori, persone vicine ad Aversa. Accertate le nomine pilotate della commissione di gara e redazione di falsi verbali in cui si dava atto di attività concorsuali che non era state effettuate.

A carico di Aversa anche il reato di truffa aggravata: il professore svolgeva attività professionale fuori provincia anche se aveva un rapporto di lavoro in esclusiva con l'ospedale di Parma.

Per l'azienda ospedaliera parmigiana si tratta di un nuovo scandalo dopo quello che ha portato all'arresto, mesi fa, di Guido Fanelli, esperto in cure palliative, al termine dell'operazione Pasimafi. L'allora capo della Procura parlò di "corruzione quasi permanente".


martedì 2 febbraio 2016

Truffe degli statali tra sanità e appalti In 10 mesi un buco da 4 miliardi. - Fiorenza Sarzanini



Appalti truccati, assenteismo e consulenze inutili: i dipendenti pubblici infedeli finiscono nel dossier della Guardia di Finanza per il 2015.

Ormai si sfiorano i quattro miliardi di euro, cifra record di «buco» nei conti dello Stato. È la voragine creata dall’attività illecita di circa 7.000 dipendenti pubblici infedeli. Funzionari corrotti oppure impiegati che non hanno rispettato la legge nello svolgimento delle proprie mansioni e dunque hanno compiuto illeciti che vanno dalle omissioni agli abusi. Ci sono le truffe nel settore sanitario, i mancati controlli nell’erogazione di pensioni, indennità ed esenzioni, le procedure truccate per la concessione degli appalti. Ci sono gli appalti gonfiati e i medici assenteisti, le consulenze inutili e i doppi incarichi tra i casi più eclatanti scoperti dagli investigatori della Guardia di finanza. Sono gli ultimi dati relativi alle verifiche compiute nel 2015 a raccontare l’Italia dell’illegalità e degli sprechi che provoca danni alla collettività. Mostrando un andamento che inquieta: in soli quattro mesi, da giugno a ottobre dello scorso anno, la cifra contestata è salita di oltre 500 milioni di euro. Vuol dire oltre 100 milioni ogni trenta giorni a dimostrazione che molto ancora c’è da fare — soprattutto negli uffici pubblici più periferici — per stroncare il malaffare. Basti pensare che sono ben 3.590 le persone denunciate per aver compiuto reati nel settore delle gare pubbliche.
La sanità «assente»
A Modena è stato denunciato un medico che — pur risultando in servizio — rimaneva in ospedale appena un paio d’ore. Da almeno cinque anni «la regolare presenza veniva garantita solo una volta a settimana» e per cercare di giustificarsi «ha portato i tabulati del marcatempo di un’altra struttura ospedaliera dove svolgeva attività libero professionale intramoenia». Gli sono già stati sequestrati 40 mila euro, ma i controlli sono tuttora in corso. A Imperia i dottori del dipartimento di Medicina legale «certificavano la morte delle persone pur non avendo effettuato alcuna analisi perché erano altrove». Sono decine i documenti falsi trovati nel corso delle perquisizioni.
I farmaci inutili.
La truffa scoperta a Milano nel giugno scorso era ben più articolata e ha provocato un danno immenso. In una struttura sanitaria convenzionata con il servizio nazionale «sono stati eseguiti oltre 4.000 interventi chirurgici in violazione delle norme di accreditamento relative alla presenza minima di operatori e anestetisti, nonché di impiego di medici specializzandi». L’azienda ha comunque «autocertificato il mantenimento dei requisiti richiesti per l’accesso al rimborso della prestazione sanitaria offerta, ottenendo indebiti rimborsi per oltre 28 milioni di euro». A Brindisi si è scoperto che la prescrizione di 15.541 farmaci per l’ipertensione era stata compiuta in maniera illecita. Sono 482 i medici denunciati per un danno alla Asl pari a 194 milioni di euro.
Falsi moduli per l’Inps
Quello dei benefit percepiti grazie a certificazioni false è ormai un vero e proprio affare che coinvolge migliaia di persone in grado di contare sui dipendenti pubblici amici o parenti. A Potenza si è scoperto che molti anziani prendevano l’assegno sociale previsto per i residenti, pur avendo deciso di trasferirsi all’estero, grazie agli impiegati che avevano contraffatto i documenti. Soldi rubati: 259 milioni di euro. Addirittura 500 milioni di euro sono stati sottratti alle casse dell’Inps a Viterbo dove venivano «modificati i moduli per il riscatto della laurea o la ricongiunzione di periodi contributivi per ottenere indebitamente un notevole “sconto” sull’effettiva somma da versare all’Istituto previdenziale, per il riconoscimento di ulteriori periodi contributivi utili ai fini pensionistici».

I doppi guadagni.
A Potenza un dipendente del Comune svolgeva attività privata negli orari in cui avrebbe dovuto essere in servizio. Faceva il geometra. Compensi rubati: 70 mila euro. A Milano un dirigente della Regione truccava gli appalti e in cambio riceveva favori personali. L’ultimo, la ristrutturazione da favola del suo appartamento. Valore accertato: 150 mila euro.


giovedì 16 aprile 2015

Rubavano i farmaci dell’ospedale di Paternò e li rivendevano a cliniche private. - Simona Scandurra

paternò-ospedale

La Guardia di Finanza ha arrestato un infermiere, e denunciato altre persone. I farmaci venivano rivenduti in cliniche private presso cui l’infermiere svolgeva abusivamente anche attività di anestesista. Il VIDEO che incastra l’infermiere. 
 I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, su disposizione del G.I.P. del Tribunale etneo, dott.ssa Rosa Alba Recupido, hanno tratto in arresto  Pina Antonio Consolato, di anni 62, infermiere in servizio presso il presidio ospedaliero SS. Salvatore di Paternò, con l’accusa di peculato, falso, truffa ai danni dello Stato e abusivo esercizio della professione medica.
Tra gli altri indagati allo stato libero, per concorso nella condotta di peculato contestata al Pina, figura anche un medico, in servizio presso la medesima struttura ospedaliera. Inoltre sono stati iscritti nel registro degli indagati anche i legali rappresentanti e i titolari di strutture sanitarie private ubicate tra Catania e Palermo.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, sono state avviate dai finanzieri della Tenenza di Paternò sulla base di attività informativa svolta presso lo stesso nosocomio nell’ambito dei servizi posti a tutela della spesa pubblica e, in particolare, di quella sanitaria.
In particolare, dalle indagini esperite dagli investigatori delle Fiamme Gialle, è emerso come l’infermiere, anche grazie alla collaborazione di altri dipendenti della medesima struttura, si appropriava sistematicamente di consistenti quantità di farmaci e di presidi sanitari in generale dell’Ospedale di Paternò.
I servizi di osservazione e controllo, unitamente alle attività tecniche disposte dalla Procura hanno consentito poi di verificare come il Pina, si recava abitualmente presso alcune strutture sanitarie private di Catania e di Palermo (cliniche ginecologiche, centri per la cura dell’infertilità, ambulatori di chirurgia estetica, ecc.) dove sembrerebbe esercitasse abusivamente la professione di medico anestesista.
Il Pina si recava, tra l’altro, presso le predette strutture anche durante l’orario di lavoro, spesso portando con sé i farmaci ed il materiale sanitario trafugato presso l’ospedale di appartenenza.
Anche in questo caso si avvaleva della complicità di terze persone operanti presso l’ospedale di Paternò che provvedevano a timbrare il suo cartellino delle presenze.
Sono ancora in corso ulteriori indagini onde meglio delineare il ruolo di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda in esame, anche mediante attività di perquisizione e sequestro. 

lunedì 2 marzo 2015

Troppi farmaci, sempre più anziani ritornano in ospedale.



Spesso a causa di troppi farmaci, sempre più anziani ritornano in ospedale entro tre mesi dal primo ricovero: a lanciare l’allarme sono i medici italiani.
I dati raccolti nel registro Reposi (Registro poli terapie Simi) della Società italiana di medicina interna, istituto Mario Negri e Politecnico di Milano lanciano l’allarme sui degenti anziani: sei pazienti su dieci sono esposti al rischio di interazioni e reazioni pericolose per la salute a causa di prescrizioni inappropriate ed eccessive.

Secondo i risultati registrati dall’istituto Mario Negri, in Italia è sempre più rilevante il cosiddetto “effetto porte girevoli”, che spinge una volta su cinque l’anziano a rientrare in ospedale entro tre mesi dal primo ricovero a causa di un eccesso di farmaci (in generale tornano in ospedale 10 su 100).

Solitamente, la metà degli over 65 prende abitualmente oltre cinque farmaci, ma dopo un ricovero ospedaliero il numero di medicine da assumere aumenta ancora di più e la maggior parte degli anziani si trova a dovere gestire sei tipi di medicinali da prendere ogni giorno. Un eccesso di assunzioni, che spesso riporta l’ammalato in ospedale a causa di un’overdose di medicinali.

Talvolta, le prescrizioni non sono necessarie, e anzi nocive:dopo le dimissioni al 24% degli anziani viene prescritto un antidepressivo (utili i videogames) senza che vi siano segni di un disturbo dell'umore, mentre al 63% viene prescritto un gastro protettore indipendentemente dalle necessità.

Il registro Reposi include al momento 5mila anziani (ma 2milioni di pensionati rinunciano a curarsi) che sono stati ricoverati in 95 centri internistici e geriatrici in tutta Italia. “I nostri dati confermano la grande prevalenza di malattie croniche, che riguardano il 38% degli over 65 e arrivano al 64%fra gli over 85 - spiega Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico del Policlinico di Milano - Alcuni farmaci, ad esempio,aggravano una delle malattie già esistenti e spesso la comparsa di complicazioni o nuovi sintomi viene interpretata come lo sviluppo di nuove malattie. E questo innesca nuove prescrizioni. Bisogna lavorare per capire come tagliare i medicinali inutili e inappropriati”.