La decisione dopo un ennesimo ricorso dei familiari contrari alla sospensione dei trattamenti.
La Corte d'appello di Parigi ha ordinato la ripresa delle cure per Vincent Lambert, il tetraplegico in stato vegetativo al centro di una decennale battaglia legale. I trattamenti che tenevano in vita Lambert erano stati interrotti solo stamattina. La decisione è stata assunta dopo un ennesimo ricorso dei familiari contrari alla sospensione dei trattamenti.
Si tratta di un incredibile colpo di scena nel caso che da dieci anni è divenuto un simbolo del dibattito sul fine vita in Francia. Per la Corte d'appello di Parigi, a cui erano ricorsi in mattinata i genitori contrari alla sospensione dei trattamenti che mantenevano in vita Vincent Lambert, bisogna riattaccare la spina. Nel pomeriggio, la Corte europea dei diritti umani aveva invece respinto il ricorso dei genitori, in assenza di "nuovi elementi". Mentre il presidente, Emmanuel Macron, aveva detto che la decisione non spettava a lui. La Corte d'appello di Parigi ha invece accolto a sorpresa il ricorso dei genitori, ferventi cattolici, che hanno invocato le raccomandazioni del Comitato dei Diritti dei disabili delle Nazioni Unite.
Si tratta di un incredibile colpo di scena nel caso che da dieci anni è divenuto un simbolo del dibattito sul fine vita in Francia. Per la Corte d'appello di Parigi, a cui erano ricorsi in mattinata i genitori contrari alla sospensione dei trattamenti che mantenevano in vita Vincent Lambert, bisogna riattaccare la spina. Nel pomeriggio, la Corte europea dei diritti umani aveva invece respinto il ricorso dei genitori, in assenza di "nuovi elementi". Mentre il presidente, Emmanuel Macron, aveva detto che la decisione non spettava a lui. La Corte d'appello di Parigi ha invece accolto a sorpresa il ricorso dei genitori, ferventi cattolici, che hanno invocato le raccomandazioni del Comitato dei Diritti dei disabili delle Nazioni Unite.
Io spero, se mi dovesse succedere qualcosa del genere, che i miei parenti preferiscano rispettare la mia volontà e non la loro. E' triste pensare e constatare che, per mero egoismo, si possa costringere una persona a giacere inanimata in un letto.
E non credo che si possa ricondurre tale costrizione a credenze religiose, perché Dio, è stato lapalissianamente chiaro: lo voleva morto; o attribuirla all'affetto verso il congiunto perché vederlo immobile, inanimato, inerte, è doloroso.
E non credo che si possa ricondurre tale costrizione a credenze religiose, perché Dio, è stato lapalissianamente chiaro: lo voleva morto; o attribuirla all'affetto verso il congiunto perché vederlo immobile, inanimato, inerte, è doloroso.
Oltretutto, a me non piacerebbe affatto dover dipendere da altri.
Cetta.