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domenica 8 giugno 2014

Tangenti Mose: Sequestrati 200 mila euro sotterrati da Spaziante. - Giorgio Cecchetti

  
Alessandro Mazzi 
  
Emilio Spaziante

Banconote in possesso del generale della Finanza. «Elevatissimo tenore di vita» Sigilli a tre Canaletto e a un Tintoretto dell’imprenditore veronese Mazzi.

VENEZIA - Tre Canaletto e un Tintoretto, pittori veneziani, del 18° secolo il primo e del 1500 il secondo. Sono quattro dipinti che i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Venezia hanno sequestrato nella casa, di viale Cortina d’Ampezzo a Roma, di Alessandro Mazzi.
L’imprenditore, veronese d’origine ma da anni trapiantato nella capitale, presidente della «Grandi Lavori Fincosit spa» e vicepresidente del Consorzio Venezia Nuova, è finito in manette per corruzione e altri reati. Le «fiamme gialle», che hanno suonato alla porta del lussuoso alloggio dell’imprenditore all’alba di mercoledì per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, hanno anche compiuto una perquisizione e hanno scovato quattro quadri di notevoli dimensioni, ai quali mancava del tutto la certificazione da parte della Soprintendenza ai Beni artistici e storici: proprio per questo i finanzieri se li sono portati via. Il loro valore si aggira sui trenta-quaranta milioni di euro; il sospetto è che non abbiano alcuna certificazione perché acquistati al mercato nero degli oggetti d’arte.
All’ex numero due della Guardia di Finanza, il generale Emilio Spaziante, anche lui finito dietro le sbarre e come Mazzi residente a Roma, le «fiamme gialle» veneziane hanno sequestrato ben 200 mila euro in contanti, che evidentemente l’alto ufficiale solo da qualche mese in pensione, a causa delle indagini veneziane aveva dissotterrato dal suo giardino da poco perché le banconote erano ancora umide e sporche di terra.
Mentre il veronese Mazzi è accusato di averle consegnate, assieme agli altri imprenditori del Consorzio, Spaziante deve rispondere di averle percepite: per la sua attività di copertura e di controinformazione, Baita gli aveva promesso poco più di due milioni di euro.
Ne aveva già versati 500 mila e non è escluso che quei 200 mila fossero una parte della mazzetta ricevuta. Per alcuni indagati (uno di questi è il generale) i pm Paola Tonini, Stefano Ancilotto e Stefano Buccini hanno chiesto agli investigatori di compiere accertamenti patrimoniali. Nei documenti si legge che «il nucleo familiare di Spaziante si riduce alla giovane convivente Carmela Clima; hanno complessivamente dichiarato dal 2000 al 2011 entrate per euro 2.029.473,70 e sono state rilevate uscite per 3.791.886,37 euro, manifestando una sproporzione di 1.762.412,67 1. Appare significativo come allo Spaziante non siano ricondotte, anche per evidenti incompatibilità d’istituto, altre situazioni societarie e partecipative. In tale contesto emerge inequivocabile l’elevatissimo tenore di vita rilevabile sia dalla scheda patrimoniale (auto sportive, barche di lusso, villa con piscina, altri prestigiosi immobili) che dalle attività tecniche.
In tale ultimo contesto emergono il possesso di orologi, quadri e arredi di prestigio, nonché la frequentazione di costosissimi alberghi per i suoi spostamenti in Italia (viaggi a Milano con costi del pernotto di circa 1.000 euro a notte) e all’estero (nella fattispecie Dubai, con volo in business class e trasferimento in limousine da e per l’aeroporto)». Intanto, sono arrivati i primi ricorsi al Tribunale del riesame, quelli di Andrea Rismondo (avvocato Andrea Franco), Luciano Neri (Tommaso Bortoluzzi), Stefano Tomarelli (Angelo Andreatta), Federico Sutto (Paolo De Girolami). L’udienza probabilmente sarà fissata dal Tribunale tra una decina di giorni.