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venerdì 15 gennaio 2021

Superata la fase del grottesco... - Giancarlo Selmi

 

Superata la fase del grottesco, il partito unico dei giornalisti italiani, capeggiato in questo momento da Mentana, ha imboccato quella del tragicamente comico. Si sta avverando quello che meno auspicavano. L'entrata nella maggioranza di un cospicuo gruppo di "responsabili".

L'aumento della credibilitá dell'eventualitá, é stato direttamente proporzionale alla progressiva scomparsa del sorriso dal volto del "mitraglietta", sorriso che ieri fu eterno con molti sconfinamenti nell'ilaritá.
In un paese dove il 90% dei governi si é sostenuto con gente che cambiava schieramento come mia moglie cambia il pannolino al bimbo, i giornalisti italiani, che fino a ieri avevano digerito di tutto senza scrivere una sola riga sull'argomento, sui "responsabili" hanno dato giudizi di moralitá, etica politica, costituzionalitá, opportunitá e legalitá, letteralmente terrorizzati dall'eventualitá che si realizzi quello che temevano: la prosecuzione dell'attuale Governo. Eventualitá che, in questo momento pare sempre piú probabile.
Sto guardando Mentana, ha la faccia da funerale. Spingendosi perfino ad ipotizzare una parallela campagna acquisti da parte della destra (che, in questo caso invece, sarebbe legalissima).

A proposito dei "costruttori" o "responsabili" che dir si voglia, va detto che:

- la fiducia a Conte fu data dal PD e non da IV. Questo gruppo si é formato dopo l'insediamento del Governo Conte II. Pertanto puó ritenersi in carica fino ad un passaggio parlamentare che lo sfiduci.
- l'attuale legge elettorale proporzionale, permette legittimamente la ricerca di maggioranze in parlamento.
- il Governo D'Alema fu reso possibile da Parlamentari eletti con il centro dx e che cambiarono schieramento con l'occasione. Alcuni di loro assicurarono il voto di fiducia senza aver costituito nessun gruppo. Ció avvenne nonostante leggi elettorali chiaramente maggioritarie. Lo stesso avvenne con Berlusconi.
- Non si capisce perché Conte sarebbe piú debole con il voto dei costruttori, rispetto a quanto lo fosse con l'appoggio di Italia Viva.
- Nella Costituzione non vi é nulla che impedisca a Conte di chiedere a chi ci sta, di dargli la fiducia.

Sono fiducioso. Diventa sempre piú consistente la desiderata eventualitá della relegazione nell'oblio di Renzi, insieme allo spappolamento (metaforico) del fegato di Mentana e dei soloni del partito unico anti-Conte dei giornalisti italiani. Ad maiora!
#AvantiConConte

Giancarlo Selmi 

https://www.facebook.com/photo?fbid=490886675405297&set=a.163384871488814

martedì 22 settembre 2020

Maratona lugubre: come si commenta una maxi-sconfitta? - Daniela Ranieri

 




















Previsioni errate. I numeri gelano gli ospiti.

Ha vinto l’antipolitica, cioè i cittadini hanno ratificato una legge voluta dal 98% dei votanti alla Camera, recandosi peraltro ai seggi più che in altre occasioni d’epoca non-Covid: e adesso?

Gli ospiti delle maratone elettorali sono lì dal dopopranzo. Il giorno della chiusura delle urne è sempre l’apoteosi, il baccanale, l’orgia dell’opinionismo. Stavolta c’è un lieve disagio nell’aria, per non dire un’aporia: gli opinionisti sono tutti firme dei giornali che hanno fatto (in alcuni casi enfaticamente) campagna per il No, quindi qui c’è qualcuno che ha sbagliato, o gli analisti o gli elettori. Mentre gli scrutatori stanno ancora sigillando le urne per portarle agli uffici comunali, in studio già da un’ora vengono emesse tonnellate di istruzioni del tipo then/if, “se/allora”: congetture, predizioni, e tra le righe ipotesi di caduta del governo, pellegrinaggi da Mattarella, atti autolesionistici di Conte, destituzione di Zingaretti, governo Bonaccini, tutta roba pulp che il voto, sancito e quieto nel buio dell’urna, ha già invalidato, e vabbè.

Gli instant poll disegnano sui volti un’espressione di puro scetticismo, che diventa negazione, che diventa orrore, quindi rassegnazione: si sperava nel 5-1 per il centrodestra: oltre alla caduta di Liguria-Marche-Veneto (con Zaia alle percentuali che prendeva la Dc in quelle terre negli anni ’70-‘80), l’espugnazione della Toscana e la disfatta di Emiliano in Puglia, e invece c’è questo 3-3 che non dà modo di gigioneggiare. Fioccano fra i vari canali sondaggi puramente speculativi: “Se si fosse votato per le elezioni nazionali…” avrebbe vinto la Lega, col Parlamento tagliato, peraltro. Vedi a volte come succedono le tragedie. Il Sì sta arrivando al 70%, al Sud addirittura è oltre il 75: non saranno quelli che vogliono il reddito di cittadinanza? Peraltro, butta lì su La7 Bechis (il cui giornale sosteneva che col Sì avrebbe vinto solo la Meloni, mah), ha votato solo il 7% delle persone in isolamento per Covid: siamo sicuri di voler considerare valido il voto?

C’è Di Maio che parla: s’è pettinato da cresimando, forse per far vedere che non ha intenzione di trasformare l’aula sorda e grigia in un bivacco di manipoli. In sostanza dice che lui ha vinto il referendum e Crimi ha perso le Regionali.

SkyTg24 si collega con un inviato che ha beccato fuori da Montecitorio Marattin di Italia ancora viva (meglio di niente). Domanda: “L’ago della bilancia in Puglia potrebbe essere Italia Viva?”. (Ragguardevole l’1,6% di Scalfarotto, e menomale che la Bellanova ha per errore invitato a votare Emiliano, riportando di colpo carriolate di elettori a Ivan, sennò avrebbe preso pure di meno). Dallo studio lo interrompono subito perché c’è Zingaretti in conferenza stampa. Zingaretti dice che si farà carico delle preoccupazioni di quei cittadini che hanno votato No: cioè ha perso pure se ha vinto. Per poco non chiede scusa. Quanto alle Regionali, dice che “la situazione dell’alleanza che sostiene il governo è molto fragile e delicata” (è ufficiale: sta leggendo il discorso che s’era preparato per la sconfitta). Si va a recuperare Marattin, magari ha qualcosa di fondamentale da dire: “Il nostro obiettivo era appoggiare una candidatura nuova, fresca” (Scalfarotto è in politica dal 2007), e, quanto al referendum, “la vittoria del Sì dimostra che bisogna fare altre riforme”: in pratica ha vinto Renzi con la riforma del 2016, che però il 60% dei cittadini ce l’aveva contro, peccato.

Su SkyTg24 Cangini, senatore di Fi tra i 71 che hanno raccolto le firme per il referendum, è soddisfatto: “I sondaggi ci davano al 10%, se Meloni e Salvini non fossero rimasti imbrigliati dalla demagogia e avessero fatto campagna per il No, poteva vincere il No”. Diremmo di più: se i cittadini avessero votato No, avrebbe vinto il No. Intanto alla Maratonamentana Paolo Mieli cerca di far litigare Sansa con Padellaro insinuando scherzosamente (cioè sul serio) che il Fatto l’abbia fatto perdere.

Ci sono le proiezioni: Emiliano, pare, l’ha sfangata. Su SkyTg24 Sabino Cassese, il più radicale costituzionalista per il No, ha un tesi capziosa: il 69% di Sì vuol dire che “la maggior parte degli italiani è favorevole alla riduzione dei parlamentari e non è contro il Parlamento” (ma questa era una sua illazione, ed è diventato lo spauracchio del No, non c’è una riga vuota sulla scheda in cui scrivere se si è contro il Parlamento), anti-parlamentarismo di cui, dice Cassese, sono invece tacciabili i 5Stelle (e non Renzi, la cui riforma che cambiava 45 articoli della Costituzione Cassese appoggiava).

Intanto siamo preoccupati per la brava Sardoni, inviata non solo in un probabile focolaio Covid, ma, più pericolosamente, nel quartier generale del renziano Giani, dove festeggiano Nardella, Bonaccini, Nencini, Lotti, tutta gente che ci mancava solo perdesse contro la Ceccardi.

Su Rai1 il direttore de La Stampa Giannini prende atto che “ci continueremo a tenere questo governo necessario che finora è stato carente”, come del resto evincibile dal gradimento dei cittadini (60%). Poi si collegano con un deputato di Azione (viva la rappresentanza!), ma non è Calenda, è l’altro, ed è l’unico diversivo di un pomeriggio lugubre, come vedere un dodo allo zoo.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/22/maratona-lugubre-come-si-commenta-una-maxi-sconfitta/5939285/

lunedì 3 ottobre 2016

Avvoltoi e colombe allo sbando. - Carlo Bertani



Me lo immaginavo: ci voleva poco a capirlo. Quando mai una persona intelligente e riflessiva ce la fa a sconfiggere, in un pubblico dibattito, un paesano un poco coglioncello ma deciso a vincere, perché quel “vincere” non significa mostrare qual è il bene del Paese, bensì lo spessore (futuro) del proprio portafogli? Mi dispiace prof. Zagrebelskj, ma oggi lei ha capito che la Tv non è un convegno accademico. Unico guaio, lo ha capito di fronte a milioni d’italiani, non ad un centinaio di suoi colleghi. Proverò a rimediare, usando i miei mezzi, molto diversi dai suoi, in difetto ed in eccesso.

Quando si ha a che fare con spadaccini di epoche diverse, caro professore, è inutile presentarsi al duello muniti di un raffinato fioretto settecentesco, soprattutto quando l’avversario usa una rozza daga del Duecento, che al primo colpo ti spacca il cranio in mille pezzi. Meglio, allora, usare il cosiddetto “metodo Indiana Jones” (al mercato del Cairo), ossia una ancor più rozza Colt 45 (a distanza di sicurezza).

Davvero, professore, lei pensava che il nostro si fosse preparato come ad un esame, e le avrebbe concesso il privilegio del rango, ossia lo scranno più alto? So che sarà dura da digerire, ma glielo dico lo stesso: il gelataio di Rignano, la Costituzione, l’ha forse letta per l’esame di terza media, ma non se la ricorda, se non per sommi capi. Tutto l’ambaradan, l’hanno creato stuoli di specialisti in Diritto (in)Costituzionale, come suggerito dalle burocrazie europee e dalle principali banche d’affari del Pianeta, di qua e di là dell’Oceano. Stupito? Spero di no. Lo so, costa caro accorgersene dopo.

In fin dei conti, il nostro toscanello ha preso lezioni dall’uomo di Arcore quando era ancora al governo – il quale confessava “eh, se fosse con noi quel ragazzo…” – ma Silvio: è con voi, almeno con te, se non in corpo (tessera, ecc) almeno in spirito! E’ il tuo figlioccio, l’erede che avresti sempre desiderato per la tua Forza Italia, magari da rinominare in Forza Gnocca Italica!
Non è forse stata una tua battuta – più l’acquisto di qualche giocat…pardon parlamentare, dal Milan a Montecitorio, tutto un solo affare: basta vincere! – a cambiare la storia della Repubblica? Non fu quel “vi toglierò l’ICI” (pagato, poi, con 8 miliardi presi dalla demolizione della scuola italiana) a trasformare una sconfitta in pareggio?
Professor Zagrebelskj, se un italiano ha letto l’Ulisse di Joyce, gli altri nove – ne sia sicuro – hanno tutti comprato le barzellette di Totti! Lo so, lo so…ma cerchi di adeguarsi, perdio!

Siccome io non ho letto né l’uno né l’altro, proverò a raccontare una storia che i media non hanno mai raccontato, della quale nessuno (o pochi) erano a conoscenza, perché c’è stato il silenzio totale, l’esilio della parola! Che combinazione!

Era lo scorso Aprile, quando m’accorgo che la mia pensione è calata di quasi 50 euro. Ohibò, mi son detto: vuoi vedere che Boeri m’ha fregato la pagnotta? E per darla a chi?
No, non era Boeri. Era lui, l’omiciattolo di Rignano: sì, quello che ha pure vinto al Rischiatutto.

Erano, semplicemente, aumentate le trattenute per gli Enti Locali – Regioni, Province, Comuni…ma com’è che le Province ci sono sempre, non le avevano abolite? – come si può evincere dal confronto fra i due cedolini, quello del 2016 e quello (seguente) del 2015.

Rata di Aprile 2016

R I T E N U T E ADDIZIONALE COMUNALE : -16,70 SCAD. 11/2016
ACCONTO ADDIZIONALE COMUNALE : -7,03 SCAD. 11/2016
ADDIZIONALE REGIONALE : -44,08 SCAD. 11/2016

Rata di Aprile 2015

R I T E N U T E ADDIZIONALE COMUNALE : -10,04 SCAD. 11/2015
ACCONTO ADDIZIONALE COMUNALE : -3,01 SCAD. 11/2015
ADDIZIONALE REGIONALE : -20,33 SCAD. 11/2015

Totali:
Addizionali 2016: 67,81
Addizionali 2015: 33,38
Differenza: 34, 43

Siccome il pagamento è “spalmato” in 10 mesi, l’aumento dell’esborso totale sarà di 344 euro e 30 centesimi. Un aumento di “solo” il 102% ma tranquilli, non rientra nel cosiddetto “paniere” e, dunque, non ci sarà nessun aumento dell’inflazione.
Sull’ammontare netto della mia pensione, fanno 34 euro il mese in meno da spendere (in totale, elargisco mensilmente alle loro Maestà Locali 67 euro), oppure, se preferite, diciamo che si sono inventati un bel “2 per mille” (circa) in più da salassare agli italiani.
Quanto ha incassato Renzi?

Siccome gli occupati sono 22 milioni 498 mila ed i pensionati 15,8 milioni (fonte: ISTAT), si fa presto a fare il calcolo:

Occupati: 7.746.061.400 euro
Pensionati: 5.439.940.000 euro
Totale: 13.186.001.400 euro

13 miliardi, nel completo silenzio degli organi di comunicazione!

Professor Zagrebelskj: ma ha capito con chi abbiamo a che fare? Cosa vuole che gliene freghi a uno così se lei, timidamente, gli fa notare che “riforme conservative che servono a blindare un sistema oligarchico sempre più tipo governativo e meno parlamentare”? Non ha ancora compreso che Renzi (e gli altri parvenu dell’attuale politica) mirano proprio a cancellare la parola democrazia, per promuovere l’oligarchia di pochi, che il parlamento potrebbe anche non esserci – per loro – e tutto andrebbe meglio? L’importante, per Renzi, non è governare: è fregare gli elettori in tutti i modi, per poi correre a presentare l’ultima collezione di Armani su Vogue! Non ha visto come ha fatto per la tassa sulla RAI? Che tu ce l’abbia oppure no, paghi ugualmente! I rimborsi? Ah, ah, ah…E noti che, proporzionalmente, la tassa per gli Enti Locali la pagano anche i pensionati al minimo! Si tolga le pelli di salame dagli occhi, finalmente, e guardi chi ha di fronte! Quel bamboccione tirato su a merendine, oggi, è l’alfiere degli interessi mafiosi! Il Ponte sullo Stretto, allora?

Non ce l’ho con lei, professore, però impari la lezione: i mezzi di comunicazione cambiano, e lei è una persona ancora nata sotto il segno della Radio: non è colpa sua, sono l’età e la sua formazione, era destinato a perdere.

Non si può essere, invece, così veniali con Mentana che si è guardato bene dall’invitare uno degli abili polemisti dei 5Stelle – Di Battista, od altri – che avrebbero dato del filo da torcere a Renzi, abituato a seguire alla lettera le indicazioni degli spin doctor. Perché l’unico modo per sottrarsi alla ragnatela degli specialisti della comunicazione guidata è quello d’improvvisare qualcosa di non prevedibile, come ci ha insegnato Berlusconi con il suo “vi toglierò l’ICI”.
Poteva chiedere a Renzi, ironicamente, se l’approvazione del Ponte sullo Stretto fosse da richiedere alla Camera (come organo unitario) oppure al nuovo “Senato Regionale”, come elemento competente per gli affari locali. Oppure, sulla falsariga dell’esempio riportato sopra, se gli emolumenti per gli Enti Locali saranno di competenza della Camera o del Nuovo Senato. Spiazzarlo, possibilmente, farlo arrabbiare.

Ma questo non faceva parte del suo incedere, della sua “etica della comunicazione” – potremmo dire. Cosa della quale, Renzi se ne frega altamente. E viene da chiedersi perché al fronte affaristico/bancario – che ha bisogno di rimuovere le garanzie costituzionali, e s’affida a Renzi – si risponde con questi flebili lamenti, pescando nella geronto…qualcosa. Mi dispiace dirle queste cose, professore, e comprendo il suo (probabile) sconforto, ma io – quando osservo qualche baldo giovane tirare quattro calci al pallone – mi chiamo fuori, e con dolore: l’ultima volta che ho ceduto, sono stato per quattro mesi sul lettino dell’agopuntore.
E’ come ad un esame, quando “non va”: lei lo sa bene, vero? Si prende il libretto fra le mani, lo si scorre distrattamente, poi la frase di rito: “Guardi…non mi pare che lei abbia raggiunto una preparazione sufficiente…torni alla prossima sessione…”

Già…solo che alla sua età non serve una nuova sessione…grazie per il lavoro teorico svolto per la difesa della Costituzione, ma quando c’è da combattere…lasci spazio a qualcuno più giovane e grintoso di lei! A chi conosce meglio i meandri televisivi…è così…non serve più convincere, ma solo vincere. Malatempora currunt, e nei tempi bui si va di mazza, non di fioretto. Saluti, professore.

http://carlobertani.blogspot.it/2016/10/avvoltoi-e-colombe-allo-sbando.html

mercoledì 21 maggio 2014

Andrea Scanzi - Le tre interviste.


Ieri ho guardato le tre interviste di Enrico Mentana a Bersaglio Mobile.

- Renzi. 
Debole. 
Solitamente bombarolo e retorico, borbottante e sputicchiante. 
Insolitamente umile e low profile. 
Lo ha fatto per scelta (vuole convincere i moderati con l'ottimismo che "è il profumo della vita") e perché evidentemente i sondaggi che ha devono essere non proprio trionfali. 
Ha persino detto che il metro di paragone per valutare l'esito delle Europee è Bersani 2013: ha messo le mani avanti, per poter dire che lui ha vinto anche se ha preso un solo voto più di M5S. 
Ma figuriamoci. 
Fino a due mesi fa Renzi aveva 12 punti di vantaggio, ha quasi tutta l'informazione spaventosamente a favore e a gennaio sembrava il Nazareno di Rignano sull'Arno. 
Non gli basta vincere il 25 maggio, quello è scontato: deve farlo con almeno 6 punti di vantaggio. 
Debole anche nelle battute scritte ("La Fiorentina mi ha fatto soffrire, ma anche lei con l'Inter ha goduto po'o Direttore"). Ha ripetuto "dopodiché" 712 volte e al di là di questo mantra eterno degli 80 euro non è riuscito ad andare. 
La narrazione di sempre: Io sono il bene e loro il male. Io canto l'inno di Italia e mi commuovo, gli altri sono gufi che rosicano. Che palle. 
E' stato bravo sulla politica estera, lì l'ho visto - per l'unica volta - sincero e appassionato, ancor più quando ha parlato dei traumi che lo hanno colpito durante la sua generazione (su tutti Falcone e Borsellino). Un Renzi meno supercazzolico e meno aggressivo: bene. Ma pure (ancor) più retorico e moccia-jovanottiano. E questo è un male: anzitutto per lui.

- Berlusconi. 
Sconfortante. 
Se non fosse il "politico" che ha devastato il paese, verrebbe voglia di compatirlo. 
Un uomo stanco, sfiancato. 
Confuso, caricaturale, noiosissimo. 
"Il Champagne staMpato", i "clobbe", la "decadonza", "sono stato io a porre fine alla guerra fredda": aiutatelo. 
Ormai non mette neanche più rabbia: rompe proprio le palle. 
A un certo punto ha parlato lungamente di Putin: se la Crimea lo ha, secondo me si è invasa da sola. 
Fare battute su Berlusconi, ormai, è come picchiare un bambino con gli occhiali che caga. 
Sunset boulevard.

- Di Battista. 
E' partito a handicap, accostando pericolosamente Civati e Cuperlo al concetto di "mafia" politica. 
Il senso era chiaro, ce l'aveva non con loro ("brave persone") ma con l'idea di compromesso eterno e colpevole, ma poteva fare mille altri esempi più forti. 
Se ne è reso conto e, alla fine, è tornato sull'argomento chiarendo meglio il concetto per fugare i dubbi. 
Per il resto, un'intervista ritmata, schietta, appassionata. 
La prova della sua efficacia era l'espressione di Mentana, che minuto dopo minuto aveva scritto in volto "Oh cazzo, questo è bravo davvero, ha già fatto il culo a tutti gli altri". 
Sostengo da tempo, e vedo che ci stanno arrivando in tanti, che milioni di italiani ormai votino più Di Maio e Di Battista, Morra e Sarti che non Grillo o Casaleggio. 
Non so quante persone abbia convinto Yoko dalla Annunziata o Grillo da Vespa: non molte, forse. 
Al contrario, la forza comunicativa e contenutistica di Di Battista mi è parsa evidente. 
Ha dimostrato una maturità e una sincerità allergiche al politichese che hanno di colpo reso vecchissimi tanto Renzi quanto Berlusconi. 
Vi devo sincerità totale, e per questo voglio ricordarvi una volta di più che Alessandro è un amico: un caro amico. 
Con voi non ho segreti: ci conosciamo dal giugno 2013 e ci vediamo con una certa regolarità. 
Ne ho stima e credo di poter dire serenamente che la cosa è reciproca. 
Questo può inficiare la mia analisi, ma non ne sono granché convinto: spesso ci scontriamo su alcune posizioni che io reputo talebane e lui inattaccabili. 
Ho visto la puntata con la mia compagna, non certo grillina, e la sensazione è stata quella di avere (finalmente?) ascoltato un giovane politico realmente nuovo, preparato e onesto. Purtroppo M5S non è solo Di Battista: ci sono anche le Fucksia, troppi/e Fucksia, e le magagne - in Parlamento e più ancora nel territorio - non mancano. 
Queste magagne devono essere sempre sottolineate, criticate e condannate. Ieri, però, se fosse stata una partita di tennis, sarebbe stato Di Battista-Berlusconi 6-0 6-1 e Di Battista-Renzi 7-5 6-2. 
Se i 5 Stelle cominciano a vincere anche mediaticamente, allora per Renzi e le sue ancelle senza arte né parte si fa dura. 
Durissima.