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martedì 22 settembre 2020

Maratona lugubre: come si commenta una maxi-sconfitta? - Daniela Ranieri

 




















Previsioni errate. I numeri gelano gli ospiti.

Ha vinto l’antipolitica, cioè i cittadini hanno ratificato una legge voluta dal 98% dei votanti alla Camera, recandosi peraltro ai seggi più che in altre occasioni d’epoca non-Covid: e adesso?

Gli ospiti delle maratone elettorali sono lì dal dopopranzo. Il giorno della chiusura delle urne è sempre l’apoteosi, il baccanale, l’orgia dell’opinionismo. Stavolta c’è un lieve disagio nell’aria, per non dire un’aporia: gli opinionisti sono tutti firme dei giornali che hanno fatto (in alcuni casi enfaticamente) campagna per il No, quindi qui c’è qualcuno che ha sbagliato, o gli analisti o gli elettori. Mentre gli scrutatori stanno ancora sigillando le urne per portarle agli uffici comunali, in studio già da un’ora vengono emesse tonnellate di istruzioni del tipo then/if, “se/allora”: congetture, predizioni, e tra le righe ipotesi di caduta del governo, pellegrinaggi da Mattarella, atti autolesionistici di Conte, destituzione di Zingaretti, governo Bonaccini, tutta roba pulp che il voto, sancito e quieto nel buio dell’urna, ha già invalidato, e vabbè.

Gli instant poll disegnano sui volti un’espressione di puro scetticismo, che diventa negazione, che diventa orrore, quindi rassegnazione: si sperava nel 5-1 per il centrodestra: oltre alla caduta di Liguria-Marche-Veneto (con Zaia alle percentuali che prendeva la Dc in quelle terre negli anni ’70-‘80), l’espugnazione della Toscana e la disfatta di Emiliano in Puglia, e invece c’è questo 3-3 che non dà modo di gigioneggiare. Fioccano fra i vari canali sondaggi puramente speculativi: “Se si fosse votato per le elezioni nazionali…” avrebbe vinto la Lega, col Parlamento tagliato, peraltro. Vedi a volte come succedono le tragedie. Il Sì sta arrivando al 70%, al Sud addirittura è oltre il 75: non saranno quelli che vogliono il reddito di cittadinanza? Peraltro, butta lì su La7 Bechis (il cui giornale sosteneva che col Sì avrebbe vinto solo la Meloni, mah), ha votato solo il 7% delle persone in isolamento per Covid: siamo sicuri di voler considerare valido il voto?

C’è Di Maio che parla: s’è pettinato da cresimando, forse per far vedere che non ha intenzione di trasformare l’aula sorda e grigia in un bivacco di manipoli. In sostanza dice che lui ha vinto il referendum e Crimi ha perso le Regionali.

SkyTg24 si collega con un inviato che ha beccato fuori da Montecitorio Marattin di Italia ancora viva (meglio di niente). Domanda: “L’ago della bilancia in Puglia potrebbe essere Italia Viva?”. (Ragguardevole l’1,6% di Scalfarotto, e menomale che la Bellanova ha per errore invitato a votare Emiliano, riportando di colpo carriolate di elettori a Ivan, sennò avrebbe preso pure di meno). Dallo studio lo interrompono subito perché c’è Zingaretti in conferenza stampa. Zingaretti dice che si farà carico delle preoccupazioni di quei cittadini che hanno votato No: cioè ha perso pure se ha vinto. Per poco non chiede scusa. Quanto alle Regionali, dice che “la situazione dell’alleanza che sostiene il governo è molto fragile e delicata” (è ufficiale: sta leggendo il discorso che s’era preparato per la sconfitta). Si va a recuperare Marattin, magari ha qualcosa di fondamentale da dire: “Il nostro obiettivo era appoggiare una candidatura nuova, fresca” (Scalfarotto è in politica dal 2007), e, quanto al referendum, “la vittoria del Sì dimostra che bisogna fare altre riforme”: in pratica ha vinto Renzi con la riforma del 2016, che però il 60% dei cittadini ce l’aveva contro, peccato.

Su SkyTg24 Cangini, senatore di Fi tra i 71 che hanno raccolto le firme per il referendum, è soddisfatto: “I sondaggi ci davano al 10%, se Meloni e Salvini non fossero rimasti imbrigliati dalla demagogia e avessero fatto campagna per il No, poteva vincere il No”. Diremmo di più: se i cittadini avessero votato No, avrebbe vinto il No. Intanto alla Maratonamentana Paolo Mieli cerca di far litigare Sansa con Padellaro insinuando scherzosamente (cioè sul serio) che il Fatto l’abbia fatto perdere.

Ci sono le proiezioni: Emiliano, pare, l’ha sfangata. Su SkyTg24 Sabino Cassese, il più radicale costituzionalista per il No, ha un tesi capziosa: il 69% di Sì vuol dire che “la maggior parte degli italiani è favorevole alla riduzione dei parlamentari e non è contro il Parlamento” (ma questa era una sua illazione, ed è diventato lo spauracchio del No, non c’è una riga vuota sulla scheda in cui scrivere se si è contro il Parlamento), anti-parlamentarismo di cui, dice Cassese, sono invece tacciabili i 5Stelle (e non Renzi, la cui riforma che cambiava 45 articoli della Costituzione Cassese appoggiava).

Intanto siamo preoccupati per la brava Sardoni, inviata non solo in un probabile focolaio Covid, ma, più pericolosamente, nel quartier generale del renziano Giani, dove festeggiano Nardella, Bonaccini, Nencini, Lotti, tutta gente che ci mancava solo perdesse contro la Ceccardi.

Su Rai1 il direttore de La Stampa Giannini prende atto che “ci continueremo a tenere questo governo necessario che finora è stato carente”, come del resto evincibile dal gradimento dei cittadini (60%). Poi si collegano con un deputato di Azione (viva la rappresentanza!), ma non è Calenda, è l’altro, ed è l’unico diversivo di un pomeriggio lugubre, come vedere un dodo allo zoo.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/22/maratona-lugubre-come-si-commenta-una-maxi-sconfitta/5939285/