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martedì 23 luglio 2019

Quei falsi contratti agli amici pagati coi soldi dei migranti. - Michel Dessì



Non solo case e feste: Lucano assumeva parenti e compagni "bisognosi" con i soldi per lo Sprar. Ecco le carte dell'inchiesta.

Riace, un’isola felice nel mare torbido e agitato della Calabria. Lì, gli amici di Mimmo Lucano, l’ex sindaco dei migranti, oggi in esilio forzato dalla procura di Locri, non avevano problemi.
Non dovevano lottare per trovare un lavoro, nessun sacrificio per arrivare a fine mese. Per gli amici di “Mimì” un posto sicuro c’era sempre. Anche in Calabria dove, secondo l’Ufficio statistico dell’Unione Europea, i giovani senza lavoro sono il 52,7%. A rivelarlo sono le carte dell’inchiesta “Xenia”, di cui noi de Il Giornale siamo entrati in possesso.
I soldi dello Stato non mancavano e Mimmo Lucano, secondo l’accusa, non si faceva problemi ad assumere compagni “bisognosi”, anche grazie a dei contratti fasulli. A beneficiarne anche il nipote di Cosimina Ierinò, il braccio destro del “re dei migranti”. È il 5 luglio del 2017 quando Cosimana chiede a “Mimì”: “…vorrei che integrassimo mio nipote Cosimo da qualche parte, se è possibile, lo so che ti chiedo troppo, ma se è possibile…”. Il nipote di Cosimina aveva idee “geniali” per rilanciare il modello Riace e fare cassa. “Sai perché? - dice Cosimina a Lucano - ... perché lui l'altra volta mi ha detto ma perché non fate un sito on-line per vendere le cose in giro, metterle in rete, fare ordini...”
La giovane mente vorrebbe fare business con i prodotti creati dai profughi di Riace nelle botteghe del piccolo paese. Peccato che, quei laboratori artigianali, non fossero sempre in funzione. Si animavano solo per le visite istituzionali. I migranti venivano pagati per fare le comparse, come i pastori nei presepi viventi, fingevano di lavorare. Una vera e propria messa in scena. A provarlo sono le intercettazioni.
Per Mimmo Lucano l’assunzione di Cosimo non si può fare. Lo Stato non paga per gestire la vendita online dei prodotti. Un lavoro che sarebbe dovuto essere pagato direttamente dalle associazioni di Riace, ma per Lucano c’è un modo e lo suggerisce a Cosimina: “In questi termini non è possibile, sai cosa dobbiamo fare?... dobbiamo ritagliare un minuto di tempo per fare un'ipotesi di rendicontazione del 2017 per lo SPRAR, la Prefettura, dei Minori, tutte cose, quando facciamo questa rendicontazione vediamo tutto il costo del personale, io sono convinto che ne manca... però come lo giustifichiamo come operatore SPRAR? ... come lo giustifichiamo? ...perché fargli il contratto di lavoro, per rendicontarlo deve essere ...noi ci dobbiamo giustificare… suggeriscimi un ruolo nell'ambito del progetto SPRAR, che si occupa dell'amministrazione? ... che collabora ... fa parte dell'amministrazione?” chiede Lucano al suo braccio destro. Cosimina risponde prontamente: “anche! ...perché io sono addetta alla banca dati...” ma Lucano trova il modo per assumerlo: “sistema di rendicontazione... l'unica cosa è questa, facciamo queste due cose e poi lo puoi chiamare subito!”
Ma c’è un motivo se Cosimina chiede a Lucano di far assumere il nipote: “non pensare che te l'ho chiesto per cosa ma... te l'ho chiesto perché mi dispiace che deve lavorare dal cinese, oggi l'ho visto che scaricava pacchi, è da un mese che lavora là... lui (Cosimo il nipote ndr) questo lavoro lo potrebbe fare anche da casa Mimì...” Dice Cosimina con il “cuore in mano a Lucano che risponde: “sì… ogni tanto viene qua con te, per prendere coscienza di tutto... noi gli diamo uno stipendio di 7-800 euro, poi quando gli facciamo la cosa gli dici... come gli altri, come tutti, il suo ruolo è questo!” Ma Lucano è chiaro: “l'importante che costruisca in rete tutto questo sistema e che collabori con te per rendicontazione, perché poi sia veramente attinente in modo che lo possiamo giustificare con la rendicontazione SPRAR…”
Peccato che, facendo una ricerca sul web, (dove rimane ogni traccia) non troviamo nulla del lavoro creato da Cosimo. Ma si sa, “Mimì” è un uomo dal cuore grande. Tanto a pagare era lo Stato.


http://www.ilgiornale.it/news/cronache/quei-falsi-contratti-agli-amici-pagati-coi-soldi-dei-1730422.html

domenica 14 luglio 2019

Le case dei migranti trasformate da Lucano in un b&b per amici e potenti. - Michel Dessì



Così venivano spesi i soldi destinati all'accoglienza dei profughi a Riace. Per ristrutturare appartamenti, comprare mobili e arredi. Peccato che ad usufruirne non erano gli immigrati ospiti nel piccolo paese in provincia di Reggio Calabria. A gestire tutto era Mimmo Lucano, l'ex sindaco di Riace divenuto famoso nel mondo per il suo "modello" di accoglienza e integrazione. Gli immobili, esclusivamente dedicati all'accoglienza dei migranti e inseriti nell'elenco della Prefettura di Reggio Calabria, venivano assegnati (contro legge) da Mimmo Lucano a "ospiti del nord", anche a danno di alcune famiglie di immigrati.
Così gestiva i soldi dello Stato Mimmo Lucano, con libertà e spensieratezza. A pagina 659 si legge: "La distrazione di fondi dell'accoglienza per l'acquisto di arredi e suppellettili per le abitazioni utilizzate per il Riace Film Festival". Per la guardia di finanza "era Lucano il presidente di fatto di Città Futura", la coop che gestiva tutto il sistema di accoglienza a Riace e, soprattutto, incassava i fondi pubblici. A chiedere ospitalità al "sindaco dell'accoglienza", tramite un sindacalista calabrese, anche Francesca Re David, ai tempi neoeletta segretaria generale della Fiom. Tutt'ora in carica. A provarlo sono queste intercettazioni telefoniche tra il sindacalista e Mimmo Lucano registrate dai finanziari il 15 luglio del 2017 (guarda il video).
"Ti rubo un minuto Mi, ieri abbiamo eletto la nuova segretaria generale della Fiom, si chiama Francesca Re David che ha preso il posto di Maurizio Landini... il marito, Fabio Venditti, viene alla vostra rassegna cinematografica. Mi chiedeva, siccome viene pure lei, volevano venire due o tre giorni prima (a Riace, ndr) se era possibile trovargli un bed and breakfast, qualcosa...", dice il sindacalista a Lucano, che si dice subito disponibile ad accogliere. Le case, d’altronde, sono tante visto il cospicuo numero di immigrati presenti in paese. "No, gli troviamo un posto noi che abbiamo le case a Riace superiore". Dice Lucano, le case sono quelle finanziate con i soldi del Viminale per i migranti, assegnate "illecitamente" ad altri ospiti. Il sindacalista si preoccupa per gli alloggi della nuova segretaria generale Fiom e dice: "Anche se vengono un paio di giorni prima?""Quando vogliono - risponde Lucano - quando vogliono possono venire. Anche tu, se vuoi venire per dormire lì a Riace non ti devi preoccupare, non ti fare problemi...""Grazie, io Mimmo quando viene... siccome è stata eletta ora e ha preso il posto di Landini mi farebbe piacere anche che avesse un contattato con te, che capisse la storia di Riace""Si, ma io sono a Riace in quei giorni quando viene, non c'è problema – assicura Mimmo Lucano - Tu vieni con la tua famiglia, anche tu. Non ti fare problemi", dice l’allora sindaco di Riace, disponibile ad accogliere tutti. Indistintamente. "E allora Mi, poi ti chiamo. Intanto chiamo loro per dirgli che tu sei nelle condizioni per trovargli un alloggio""Si si...", dice Lucano che aveva creato un vero business. Un business gestito anche dalle donne vicine a Lucano che dividevano gli appartamenti a tutti gli ospiti del Riace Film Festival.
In una intercettazione telefonica del 19 luglio 2017 Chiara Sasso, scrittrice e giornalista del Fatto Quotidiano, amica di Marco Travaglio, chiama la collaboratrice di Lucano Cosimina Ierinò "e le due donne discutono delle case nella disponibilità di Città Futura (la coop) che dovranno dare a delle persone che verranno a Riace in occasione del 'Riace film festival'""Allora la casa dell'Acqua va bene per me ok?", dice la Sasso a Cosimina. Che risponde: "Attualmente c'è una ragazza ma quella... inc ...". E la Sasso spartisce le case: "A casa Tullia scrivi Mo....o che ci sta lui e la figlia...".
Per accompagnare gli ospiti e pulire le case veniva utilizzato "impropriamente" il personale di Città Futura che, invece, avrebbe dovuto occuparsi solo ed esclusivamente dei migranti. Peccato che i pensieri di Lucano fossero altrove.