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lunedì 27 settembre 2021

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Tra moglie e marito. “Negli ultimi sette giorni ci sono state sette donne uccise presumibilmente da sette uomini. A volte però è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, erano completamente obnubilati, oppure c’è stato anche un comportamento esasperante e aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda che dobbiamo farci per forza” (Barbara Palombelli, Stasera Italia, Rete 4, 16.9). Ma infatti: meno male che Francesco è disarmato.

Compiti a casa. “Bravi, avete chiesto scusa al Cav. Ma ora mandatelo al Quirinale” (Paolo Guzzanti, Riformista, 24.9). Mo’ me lo segno.

Tiromancino. “Mancino: ‘Io vittima di un teorema crollato sulla trattativa Stato-mafia’” (Repubblica, 25.9). Quindi adesso ce lo dici che cosa vi dicevate al telefono con Napolitano?

Disinformafia/1. “Gli imputati sono stati assolti con formula piena perchè non hanno ceduto alla mafia” (Francesco Merlo, Repubblica, 25.9). No, perchè hanno trattato con la mafia, ma il fatto non costituisce reato. Così come Merlo non costituisce giornalismo.

Disinformafia/2. “Così la teoria del complotto ha leso l’immagine del Paese. A Palermo smentita la tesi che lo Stato abbia cercato accordi con Cosa Nostra” (Mario Ajello, Messaggero, 25.9). Magari: la Corte d’appello ha confermato che il Ros trattò con Cosa Nostra, ma sono punibili solo i mafiosi e non i carabinieri. Una splendida immagine per il Paese.

Disinformafia/3. “Se le toghe vogliono riscrivere la storia generano mostri” (Claudio Martelli, ex ministro Psi della Giustizia, Giornale, 25.9). Tipo Martelli, che vent’anni dopo si ricordò di aver saputo da Liliana Ferraro della trattativa Stato-mafia.

Disinformafia/4. “Travaglio di bile. La trattativa non c’era. I manettari rosicano. Dopo la sentenza che sconfessa la tesi di pezzi dello Stato in combutta con i boss c’è chi reagisce stizzito (il Fatto) e chi prova a minimizzare” (Renato Farina, Libero, 25.9). Sconfessa a tal punto che condanna i boss: evidentemente i boss erano in combutta con pezzi dello Stato, ma pezzi dello Stato non erano in combutta con i boss. A uguale B, ma B non uguale A. Aristotele si rivolta nella tomba.

Disinformafia/5. “Processato chi aiutò mio padre” (Fiammetta Borsellino, Libero, 25.9). Suo padre è per caso lo stesso che disse a sua madre prima di morire: “Ho visto la mafia in diretta, mi han detto che Subranni è punciutu”, cioè associato alla mafia?

Disinformafia/6. “Non spiace qui ricordare che i natali del processo sulle trattative coincidono, ma guarda un po’, con quelli del Fatto: 10 anni buttati via” (Farina, ibidem). A parte che il Fatto ha 12 anni, il processo Trattativa inizia con un’intervista di Massimo Ciancimino a Nuzzi su Panorama diretto da Belpietro il 19 dicembre 2007. Scusa, Betulla, ma Pio Pompa non ti ha proprio detto niente?

Disinformafia/7. “L’eterno processo sulla Trattativa è crollato per tutti. Ma non per Travaglio e soci” (Dubbio, 25.9). Cioè per quelli che han letto il dispositivo della sentenza e l’hanno capito.

Tu quoque. “Per il Quirinale Gianni Letta può essere un nome, figurarsi se ho problemi!” (Pierluigi Bersani, deputato LeU, L’aria che tira, La7, 25.9). Come battuta era meglio quella sulla mucca in corridoio.

L’ideona. “Il futuro del Pd è draghizzare il centrosinistra” (Stefano Ceccanti, Riformista, 21.). Dopo gli strepitosi successi di quello renzizzato.

Sgub! “’Io, ex grillino, ho provato la galera’. Intervista esclusiva a Marcello De Vito” (Dubbio, 18.9). Se lo strappavano tutti di mano, ma alla fine se l’è assicurato Il Dubbio.

L’esperta. “Nel Pool di Mani Pulite io c’ero: i pm pensavano alla presa del potere” (Tiziana Parenti, Dubbio, 14.9). Infatti l’unica che si candidò e si fece eleggere fu lei.

L’esperto. “Oggi il Parlamento non è affatto esautorato Non tutte le fiducie sono uguali” (Francesco Clementi, costituzionalista, Dubbio, 24.9). Art. 986 della Costituzione: dipende da chi le chiede.

Indirizzo sbagliato. “Fedez insulta Conte: ‘Fai comizi affollati e vieti i concerti’. I cantanti si ribellano” (Libero, 23.9). Se ne deduce che Conte dovrebbe pregare la gente di non andare ai suoi comizi e, soprattutto, che il premier è ancora lui.

Dadaismo/1. “Surreale risposta della Raggi, in un’intervista al Fatto, sui cinghiali che scorrazzano nella capitale in cerca di rifiuti dentro ai cassonetti: ‘Sono un problema di competenza regionale’” (Annalisa Cuzzocrea, Repubblica, 23.9). Siccome si dà il caso che la legge affidi alle Regioni il controllo del patrimonio faunistico, se la risposta della sindaca è surrealista, il giornalismo di Repubblica è dadaista.

Dadaismo/2. “Dagli industriali a Di Maio crescono le adesioni al partito di Draghi” (Cuzzocrea, ibidem, 25.9). Ecco, appunto.

Il titolo della settimana/1. “Ritorna Berlusconi: ‘La Ue una necessità’. Weber: ‘Con lui l’Italia è rientrata in Europa’” (Giornale, 22.9). Senza essersi mai accorta di esserne uscita.

Il titolo della settimana/2. “I draghiani riluttanti” (Augusto Minzolini, Giornale, 22.9). Che cos’è, un nuovo reato?

ILFQ

lunedì 13 settembre 2021

Ma mi faccia. - Marco Travaglio

 

Gombloddo! “Battaglia sul nucleare verde (sic, ndr). Cingolani a Cernobbio attacca: ‘C’è chi vuole farmi fallire’” (Repubblica, 5.9). Non fare il modesto: ci stai riuscendo benissimo da solo.

Attentato! “L’unica didattica a distanza che ha funzionato in questi anni è quella di Sergio Mattarella… la sua funzione educativa e maieutica verso la politica…” (Stefano Cappellini, Repubblica, 6.9). Sì, però piano con la saliva, se no poi affoga.

Il compagno Biscione. “I pm belve su Berlusconi: vogliono il suo scalpo. Il Pd lo candidi al Colle, così la politica si riprende il primato” (Piero Sansonetti, intervista al Giornale, 11.9). E lui uno strapuntino fisso a Mediaset.

Com’era verde la mia Betulla. “Eravamo tutti americani, ora lo siamo molto meno” (Renato Farina, Libero, 11.9). Veramente, più che americano, tu eri del Sismi.

Lombardi alla prima crociata. “Gelo di Roberta Lombardi su Raggi: ‘Io a Roma apolide dal 2016. Al ballottaggio con Gualtieri. Va preparato il dopo-Virginia’” (Messaggero, 9.11). Ma il dopo-Roberta mai?

Volare oh oh. “A Roma Michetti vola, anche contro la macchina del fango” (Giornale, 11.9). Infatti, a ogni confronto con gli altri candidati, scappa.

Maestri di giornalismo. “Perchè quello di Assange non è vero giornalismo d’inchiesta” (Aldo Grasso, Corriere della sera, 8.9). Vuoi mettere invece quello di Grasso.

Ahi che dolor! “Mi è caduto un mito e la cosa mi dispiace enormemente perchè il prof. Barbero è simpatico” (Grasso, ibidem, 11.9). Sono bei problemi: e adesso come facciamo?

La patente. “Anche Barbero, dopo Cacciari, Agamben e Vattimo, nobili intellettuali della Vieux Gauche, dà dignità e dunque – malgrado lui, malgrado loro– legittimità a una battaglia che in piazza degenera nella fascisteria della Nouvelle Droite” (Francesco Merlo, Repubblica, 8.9). Barbero, Agamben, Vattimo e pure Barbero: tutti fasci.

À la guerre comme à la guerre. “Boicottiamo Barbero e gli altri evasori vaccinali” (Domani, 9.11). Basta libri di storia: solo geografia e scienze.

Gente di poca fede. “L’ultima del processo Ruby ter. Il pm non crede che il Cav sia malato” (Libero, 9.9). Chissà come mai.

Un apostrofo rosa. “Raccontiamo i suoi flop e Gratteri si offende: noi non baciamo anelli” (Tiziana Maiolo, Riformista, 9.11). Meglio le mani.

Amori tossici. “Mi innamorai di Matteo Renzi, ma rifiutai di fargli da ministro” (Oscar Farinetti, Corriere della sera, 8.9). Già innamorarsi bastava e avanzava.

Il Piccolo Fratello. “Il talento di Mr. Renzi. ‘Sono felice qui’, dice, e se la misura della felicità è l’energia, l’entusiasmo, la generosità nel concedersi a selfie, autografi e domande, allora sì, Matteo Renzi è felice. Pare a tratti persino pacificato. Una passeggiata sui monti con il senatore di Iv e gli studenti della sua Scuola di formazione politica, tra vertigini, porte scorrevoli, dichiarazioni di felicità, ammissioni e idee sul futuro dell’ex ‘fratello piccolo’ degli italiani” (Paola Peduzzi, Foglio, 6.9). Non so voi, ma io mi sento tanto figlio unico.

Polli del Balcone. “Mentre la Cina agisce l’Europa non c’è e sa solo discutere. L’idea di andare in guerra è fuori dai nostri radar… Occorrono 15mila soldati Ue: ma chi decide come utilizzarli?” (Ernesto Galli della Loggia, Giornale, 9.9). Non so voi, ma io lo farei decidere a Galli della Loggia.

Canti orfinici. “Caro Bettini, Draghi salva l’Italia e tu vuoi cacciarlo? Roba da matti” (Matteo Orfini, deputato Pd, Riformista, 9.9). Ci si vede dal solito notaio.

Diritto allo studio. “Vaccini, pressing sull’obbligo. L’ipotesi si rafforza dopo la linea dura varata da Biden. Palazzo Chigi studia il piano per attuarlo, un mese per decidere” (Repubblica, 11.9). Come sarebbe “ipotesi”, “studia”, “un mese per decidere”? SuperMario l’ha annunciato solennemente il 3 settembre: non si era detto che Lui parla solo a cose fatte?

La parola all’esperto. “Se oggi la corsa per il Colle è vissuta come una partita a due tra Mattarella e Draghi, è perchè oggi fuori da questo schema si intravede solo il caos” (Francesco Verderami, Corriere della sera, 9.9). Uahahahahahah.

La parola all’esperta. “Montanelli comprò una sposa ragazzina… E la violentò più volte. Sappiamo anche questo, è stato lui a raccontare che lei non voleva” (Maaza Mengiste, “scrittrice”, Repubblica, 9.11). Montanelli non l’ha mai raccontato e non è mai avvenuto: Destà, la presunta stuprata, quando si risposò ed ebbe tre figli, chiamò Indro il primogenito. È la famosa la campagna di Rep contro le fake news.

Il titolo della settimana/1. “Afghanistan e ddl Zan: Salvini in Vaticano in cerca di una sponda” (Repubblica, 11.9). Pensa che l’Afghanistan sia un fiume.

Il titolo della settimana/2. “Emergenza fisco. Fermate le tasse” (Giornale, 9.9). Cavaliere, è lei?

Il titolo della settimana/3. “Appello a Mattarella. Riabiliti Berlusconi per riunire il Paese” (Alessandro Sallusti, Libero, 7.9). Ma soprattutto accorpare il Quirinale e San Vittore.

ILFQ

domenica 18 luglio 2021

I veri anti-italiani/2. - Marco Travaglio

 

18maggio. L’Italia esce dal lockdown. La Merkel cede sugli Eurobond e con Macron propone alla Commissione un Recovery di 500 miliardi a fondo perduto. Restano da convincere i frugali del Nord.

20 maggio. Renzi, Salvini e i giornaloni continuano a combattere il governo che si batte in Europa: due mozioni di sfiducia a Bonafede (poi respinte) per i detenuti scarcerati (dai giudici).

27 maggio. Von der Leyen sposa la proposta dell’Italia e degli 8 alleati: un Next Generation Eu da 750 miliardi (500 di sussidi e 250 di prestiti).

Giugno. Le destre, Renzi incluso, e i giornaloni all’assalto di Conte perché invita le parti sociali e la società civile agli Stati generali a Villa Pamphilj per discutere del futuro Recovery Plan. Bonomi (Confindustria) ordina “un governo diverso”. Folli (Repubblica) sprona il Pd al “ritiro dei ministri dal governo” e auspica la “caduta” di Conte con “una crisi sociale fuori controllo nei prossimi mesi”. Damilano (Espresso): “Ignorati Generali”, “Stati Nervosi”, “occasione mancata”, “giochi di palazzo”. Merlo (Repubblica): “È il Papeete del Contismo”. Giannini (Stampa): “Il Truman Show di Conte”. Polito (Corriere): “L’enfasi da Re Sole dell’avvocato del popolo”. Giornale: “Inizia il dopo Conte”. Purtroppo i sondaggi gli tributano il record di consensi del 65%, mai raggiunto da un premier negli ultimi 25 anni.

19 giugno. Nel Consiglio europeo i 27 leader discutono per la prima volta degli Eurobond. Fissano l’appuntamento decisivo al 17 luglio a Bruxelles. Conte parte per un tour nelle capitali europee per incontrare lo spagnolo Sánchez, il portoghese Costa, l’olandese Rutte e la Merkel. La stampa italiana tifa contro l’Italia. Rep: “Il governo punta al Mes. Lo chiederà a luglio con Spagna e Portogallo”. Messaggero: “Conte prepara il sì al Mes (né l’Italia né alcun altro Paese chiederanno il Mes). Verità: “L’Europa fa cucù a Giuseppi”, “Il fallimento che coinvolge il Quirinale”, “Flop annunciato di Conte”. Giornale: “L’Ue sbugiarda il Conte millantatore”, “Conte vende un’Italia falsa. Ma l’Europa non abbocca”. Senaldi (Libero): “Conte pensava di avere già in tasca 200 miliardi. Peccato che mezzo continente lo detesti… Prestereste dei quattrini a un signore che ha più soldi in banca di voi ma sta per fallire?”. Rep: “Sognando Draghi”. Corriere: “Il gelo Merkel-Conte”. Messaggero: “Scontro Merkel-Conte”. Verità̀: “Conte inizia il suo tour in Europa rimediando solo porte in faccia”. Mieli (Corriere): “Conte si appalesa come uno dei più straordinari illusionisti della storia. Ipnotizzata la sua maggioranza, annuncia, dice, si contraddice, rinvia alla fine, poi ricomincia riportandoci al punto di partenza”. Verità: “Giuseppi punta tutto sul Recovery, ma Merkel gliel’ha già smontato. Saranno 500 miliardi e non 750”. Giannini (Stampa): “Dopo il velleitario tentativo di Villa Pamphilj”, Conte vuole “prorogare i suoi ‘poteri speciali’” (lo stato di emergenza che non sfiora neppure i poteri del premier), “ridotto la Camera a votificio” e “lo stato di emergenza si configura come ‘stato di eccezione’”. Libero: “Accattonaggio. Conte chiede l’elemosina. Col cappello in mano”.

15 luglio. Antivigilia del Consiglio Ue straordinario. Folli (Rep): “Una stagione al tramonto”: “Nell’ottobre 2011 un episodio ‘umiliante’ segnalò la perdita di credibilità di Berlusconi e del suo governo in Europa… I sorrisi ironici che Merkel e Sarkozy si scambiarono, seguiti dalle risate in sala, produssero sconcerto in Italia… Berlusconi fu indotto a dimettersi… A Berlino è accaduto qualcosa che sembra suggerire una certa analogia con quel lontano episodio al termine del colloquio Merkel-Conte. Nessun sorrisetto, ma sembra prevalere di nuovo la sfiducia verso chi governa in Italia… L’assetto politico di Roma suscita crescenti dubbi tra i partner… Autostrade può essere l’incidente su cui il governo inciampa. Una stagione politica si sta concludendo… L’esaurimento del Conte-2 è sotto gli occhi di chiunque voglia vedere”.

17 luglio. Inizia il vertice a Bruxelles. Rep punta tutto sul fallimento dell’Italia: “Sul ring europeo con le mani legate”, “L’Italia non potrebbe arrivare peggio preparata al vertice europeo… La debolezza politica di Conte è un altro elemento di vulnerabilità per l’Italia. Qualsiasi impegno che il premier potrà pronunciare sarà sempre visto col beneficio del dubbio sulla durata del governo… Il sovranismo economico riscoperto da Conte è stato, forse, l’errore più grave di tutti. Alla Merkel che suggeriva di prendere in considerazione il Mes, il nostro premier ha risposto: i conti in Italia li faccio io. Sbagliato”; “Difficilmente Conte la spunterà”: se va bene, il Recovery sarà segato a “580-600 miliardi” e lui, “per non tornare sconfitto su tutto, punta almeno a 650”.

18 luglio. Dopo il primo giorno di trattative, la stampa di ogni Paese sostiene il proprio governo nella più dura battaglia dalla nascita dell’Europa unita, quella italiana continua il tiro al premier. Rep: “Ue, l’Italia all’angolo”, “Processo all’Italia. L’Olanda guida l’accusa: ‘Non ci fidiamo più” (la sede di Fca, padrona di Rep, è in Olanda). Giornale: “Conte Dracula. In Europa rischiamo di restare a secco”. Libero: “L’Ue non dà i soldi perché non si fida di Conte. Voi al suo posto cosa fareste?”. Verità: “La Merkel ci usa per la sua partita. Ci concederà poche briciole”. Certo, come no.
(2 – continua)

ILFQ

lunedì 7 dicembre 2020

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Cervelli arruginiti. “Il magazzino dei vaccini. Alla periferia di Roma. Un capannone arruginito circondato da rifiuti tossici. E’ il deposito del Ministero riservato a stoccare i farmaci contro le pandemie… Arcuri e Speranza: il governo ha ordinato milioni di dosi di vaccini, ma secondo le rigorose procedure di attivazione della scorta nazionale di antidoti aggiornate lo scorso luglio, ogni movimentazione dovrà essere gestita dal fatiscente deposito sulla Tiburtina” (Espresso, inchiesta di 8 pagine, 6.12). “Come annunciato dal commissario Arcuri, i vaccini contro il Covid saranno stoccati ed immagazzinati nell’Aeroporto militare di Pratica di Mare, alle porte di Roma… dove saranno conservati in frigoriferi speciali” (Repubblica.it, 6.12). E vabbè, dài, se non è la Tiburtina è Pratica di Mare (a 45 km di distanza): otto pagine di Espresso da buttare, che sarà mai.

Severa autocritica. “Continuano a chiamarla emergenza… Chiamiamola con il giusto nome: incompetenza. Il Presidente del Consiglio continua a fare conferenze a reti unificate senza contraddittorio, ignorando l’esistenza del Parlamento e omettendo di usare l’unica parola che dovrebbe pronunciare: scusateci” (Guido Bertolaso, autocandidato a sindaco di Roma, Facebook, 4.12). Mi sa che ce l’ha ancora con B. e con il suo capo della Protezione civile per i disastri a L’Aquila e alla Maddalena.

Mes in scena. “Il prestito del Mes significherebbe per l’Italia avere a disposizione 37 miliardi. L’Italia risparmierebbe 7 miliardi di interessi nell’arco di un decennio” (Stampa, 6.12). Ma che dico 7 in un anno? 70 in un secolo! 700 in un millennio! E una batteria di pentole antiaderenti per i primi dieci!

L’Einstein al pesto. “Riteniamo che tra una Regione gialla e un’altra gialla ci si debba poter spostare visto che il virus circola in egual modo, in base al principio dei vasi comunicanti” (Giovanni Toti, ex FI ora leader di Cambiamo!, presidente Regione Liguria, conferenza stampa, 30.11). Più che altro, dei nasi comunicanti.

La parola all’esperto. “Non mancano soldi dall’Ue. É solo che li sprechiamo” (Roberto Formigoni, condannato a 5 anni e 10 mesi per 6 milioni di tangenti, Libero, 6.12). Giusto: per non sprecarli, diamoli a lui.

Babbeo Natale. “Il mio obiettivo è garantire un Natale sereno agli italiani: spero che nessuno rubi il sogno del Natale ai bambini!” (Matteo Salvini, segretario Lega, Caffè della domenica, Radio 24, 28.11). Già allertato il Telefono Azzurro.

L’insaputa. “Ero in cella ma mia madre non lo sa” (Giuseppe Scopelliti, ex presidente FI della Calabria, condannato a 4 anni e 7 mesi per bilanci falsi, Giornale, 3.12). Si spera che lo sappiano almeno gli elettori.

Acidità di stomaco. “Renzi è meno pavido e irresoluto di chi vorrebbe spingerlo avanti, vale a dire i tanti suoi ex-compagni di strada del Pd che non ne possono più di Conte e dei grillini (se potessero li scioglierebbero nell’acido)…” (Ugo Magri, Huffington Post, 29.11). Ma dire “sciogliere nell’acido” non era un’offesa sanguinosa a Lucia Annibali che faceva insorgere tutti i meglio politici e giornalisti del bigoncio? Ah no, dipende da chi lo dice.

Lacerocontuso. “Joe Biden 46° presidente degli Stati Uniti! Si apre una nuova pagina per gli Usa e per il mondo. Coesione, non lacerazione” (Piero Fassino, deputato Pd, 7.11). “Joe Biden scivola e si frattura un piede giocando col cane” (Repubblica, 29.11). Forza Joe, poteva pure andarti peggio.

Silvio ci manchi. “Io spero che la leadership di Berlusconi nel centrodestra torni ad essere salda” (Enzo Amendola, ministro Pd Affari Europei, La Stampa, 6.12). É quel che dicono anche le Olgettine.

L’ideona. “A Rebibbia il Covid ha chiuso in cella la speranza di riscatto. Visite ai familiari bloccate da marzo, contatti col mondo esterno inesistenti. Ma la politica non fa niente” (Domani, 6.12). Invece di riaprire le carceri ai colloqui e moltiplicare i contagi: vergogna.

Sua Altezza. “L’attuale classe politica non è all’altezza di governare” (Sabino Cassese, giudice emerito della Consulta, Domani, 5.12). A proposito di altezza: com’era quella dello “stato di emergenza senza più emergenza”?

Schifezze. “Gad Lerner ha scritto un pezzo in difesa della salute dei detenuti. E dove l’ha fatto? Sulla schifezza nelle mani di Travaglio. Perchè scrive sulla Gazzetta della Tortura” (Andrea Marcenaro, Foglio, 2.12). Levategli il fiasco.

I rutti di Lannutti. “Se cade il governo? Non m’importa nulla” (Elio Lannutti, senatore M5S, Corriere della sera, 5.12). Anzi, gli effetti potrebbero essere positivi: si torna a votare e Lannutti non viene rieletto.

Programmi di evasione. “Il peggior modo di usare i milioni del Recovery Fund è quello di investire nella costruzione di nuove carceri” (Patrizio Gonella, manifesto, 3.12). Molto meglio comprare lime, seghetti e lenzuola già annodate.

Il titolo della settimana/1. “Quando gli parlano di Conte, Zingaretti pensa alla palude” (Foglio, 5.12). Quella dei vaccini antinfluenzali nel Lazio.

Il titolo della settimana/2. “Il reddito di cittadinanza finanzia il terrorismo” (Libero, 3.12). A botte di 500 euro al mese.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/07/ma-mi-faccia-il-piacere-212/6028745/

lunedì 16 novembre 2020

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Processo alle invenzioni. “Travaglio cambia idea su Berlusconi: ‘Non è un mafioso, è un padre della Patria’” (Frank Cimini, Riformista, 13.11). Questo non sta per niente bene.

La prevalenza del cretino. “Nella sua follia da camicia di forza, Travaglio dà dei cretini ai critici del Gov. Esempio raro nelle democrazie occidentali, più che diffuso nei regimi. Siamo al Suslov style, o meglio banana style. Dal leccaculismo a Conte, ad apostrofare o criminalizzare il dissenso: triste fine” (Augusto Minzolini, Twitter, 13.11). Mi sa che questo si candida al titolo mondiale.

Scassese. “Proroga dell’emergenza o proroga dell’impotenza? O peggio ancora proroga dell’incapacità? Emergenza non c’è… In questa situazione, dichiarare uno stato di emergenza è eccessivo, non serve per fronteggiare questa situazione, serve soltanto perché all’interno della macchina statale c’è un’impotenza nell’affrontare i problemi ordinari. In Italia abbiamo sempre bisogno di dichiarare un’emergenza per fare cose ordinarie” (Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, Omnibus, 5.10). “’In vista del Natale, le raccomandazioni non bastano, servono norme chiare e buon senso’: il suggerimento di Sabino Cassese al governo” (Messaggero, 14.1). Ma questo ancora parla?

Lo Statista. “Quei pm spero siano in malafede” (Matteo Renzi, leader e senatore Iv, Il Dubbio, 10.11). Ci vuole proprio tutti come lui.

San Totò Martire. “I miei anni di dolore in carcere. Ora lavoro a una Dc nuova. Oggi vorrei costruire ponti materiali e simbolici” (Totò Cuffaro, condannato definitivo a 7 anni per favoreggiamento alla mafia, Riformista, 14.11). Grazie, come se avessimo accettato.

Ritmi. “Le Regioni di destra vengono punite e quelle di sinistra no. Bloccano la Lombardia e non la Campania. Il pistolero De Luca dov’è finito? Dice che la Campania è in emergenza e poi è zona gialla. Non so ‘sti logaritmi dove li prendono” (Flavio Briatore, La Zanzara, Radio 24, 5.11). Per lui gli algoritmi sono ritmi delle alghe.

Specie animali. “Ho dato disposizione di convocare i rappresentanti dei 2.450 veterinari in Veneto per fare i tamponi. L’uomo è un mammifero, tutti i mammiferi hanno sette vertebre cervicali, allattano il nascituro, che siano dei volatili, o dei pesci: il delfino è un mammifero, il pipistrello è un mammifero, ad esempio…” (Luca Zaia, Lega, presidente Regione Veneto, 3.11). Persino il governatore è un mammifero.

Forchettoni. “Stavolta non buttiamo via i soldi dell’Europa” (Roberto Formigoni, condannato definitivo a 5 anni e 10 mesi per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al finanziamento illecito per 6.6 milioni di euro di tangenti, Libero, 9.11). Giusto: diamoli a lui.

Estrazioni del Lotto. “Inarrestabile crollo di Conte. Cosa rivela questo sondaggio. Il premier viene bocciato: la gestione dell’emergenza Coronavirus gli ha fatto perdere consenso. E gli italiani non vogliono il governo giallorosso” (il Giornale, 31.10). “Giuseppe Conte, il sondaggio di Cartabianca: dpcm, crollo del gradimento in sette giorni” (Libero, 4.11). “Il premier perde ancora consensi. Gli italiani si stanno infuriando… Quando la gente si sente tradita ti viene a prendere sotto casa” (Alessandra Ghisleri, sondaggista, intervista a Libero, 9.11). “Sondaggi politici Ipsos: Conte, il gradimento risale al 60% (+1%), poi Speranza al 38% e Meloni al 35%” (Messaggero, 13.11). Alessa’, magna tranquilla.

Dal produttore al consumatore. “Blair: ‘Sconfitto Trump, ora la nuova sfida è al populismo di sinistra’” (Repubblica, 13.11). Quello che ha creato lui.

Le pazze risate. “Trump ha perso, ma il trumpismo ha vinto. Donald dovreste farlo Papa. Ora l’Italia voti e cacci questi intrallazzatori” (Edward Luttwak, politologo, La Verità, 9.11). Mo’ me lo segno.

Il titolo della settimana/1. “Ne ammazza più l’auto che il coronavirus” (Libero, 15.11). Come nel film Johnny Stecchino: “Il problema è il traffico”.

Il titolo della settimana/2. “30mila intellettuali contro il governo” (Libero, 13.11). Solo 30mila intellettuali? Ma non saranno un po’ pochini?

Il titolo della settimana/3. “Il processo a Mimmo Lucano rivela solo l’attacco politico. Delle accuse all’ex sindaco di Riace avversato da Lega e Cinque stelle resta zero” (Domani, 12.11). Le famigerate toghe gialloverdi.

Il titolo della settimana/4. “Dai pm giustizia a orologeria per il destino di Autostrade. Arresti usati illegalmente per condizionare la trattativa del governo con Aspi” (Piero Sansonetti, il Giornale, 13.11). Uahahahahahahah.

I titoli della settimana/5. “Non svuotare le carceri è folle: Rita Bernardini digiuna” (Riformista, 13.11). “Emergenza Covid. Scarcerare 20 mila persone subito è l’unica soluzione” (Sansonetti, ibidem, 14.11). Geniale: noi per non contagiarci stiamo dentro, loro per non contagiarsi vanno fuori.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/16/ma-mi-faccia-il-piacere-210/6004707/

domenica 4 ottobre 2020

I penta-tafazzi. - Marco Travaglio

Giuro che mi sto leggendo, per dovere professionale, tutte le cronache, le interviste, i retroscena, i sussurri e le grida che precedono i fatidici stati generali 5Stelle (e me la pagheranno). Ma confesso di continuare a non capire perché mai dovrebbero scindersi. Nella gara a chi spara l’immagine più autoflagellatoria – siamo come l’Udc; anzi, come l’Udeur; mannò, come la Costa Concordia; altro che scatoletta, noi siamo il tonno – manca qualcuno che trovi quello giusto: una via di mezzo tra Fantozzi e Tafazzi. Mi spiego: i 5Stelle, stando alle cronache, erano morti ancor prima di nascere. Eppure, dopo 11 anni, sono ancora lì. Le elezioni regionali, a causa delle liste civetta e del maggioritario secco, le perdevano anche quando vincevano le Politiche. Le Comunali le han vinte nelle città distrutte da destra&sinistra (Parma, Livorno, Roma, Torino). Le Politiche, grazie al proporzionale, le han vinte due volte su due: nel 2013 e nel ’18. La prima volta tutti gli altri si sono coalizzati contro di loro. La seconda l’ammucchiata non aveva i numeri e ha dovuto fare i conti con loro. Con la Lega è andata com’è andata. Col centrosinistra, fra alti e bassi, sta funzionando. In due anni e mezzo, i 5Stelle hanno sperimentato cosa vuol dire governare con Salvini (che li ha traditi ogni giorno per 14 mesi e poi una volta per tutte l’8 agosto 2019); e cosa vuol dire governare col Pd (che li rispetta e sta ai patti). Intanto, dall’una e dall’altra alleanza, han portato a casa un bel pezzo del loro programma: molto più di quanto abbiano ottenuto Lega e Pd. Eppure han perso consensi: ma sono più importanti la Spazzacorrotti, la Bloccaprescrizione, le manette agli evasori, il reddito di cittadinanza, il dl Dignità, il blocco delle trivelle, il taglio dei parlamentari e dei vitalizi, o qualche punto percentuale? Non era Grillo a dire che, esaurito il programma, il M5S si sarebbe estinto? Il programma è tutt’altro che esaurito: tutta la parte green, che 11 anni fa pareva la solita chimera del comico-utopista, irrisa e osteggiata da destra e sinistra, avrà dal Recovery Fund le risorse per diventare realtà.

Di questo dovrebbero parlare in vista del congresso, anziché guardarsi l’ombelico, spararsi sui piedi e ammorbarci con chissenefrega come Rousseau, i rapporti con Casaleggio, i 2 o 3 mandati. Di Battista dice che se passa l’alleanza organica col Pd, lui prende e se ne va (dove?). Ma il Pd non è più quello che prendeva ordini da Re Giorgio o dal Giglio Magico, governava con Monti, B., Alfano e Verdini, copiava le ricette di Confindustria e delle banche d’affari, tentava di scassare un terzo della Costituzione e affogava negli scandali.

Ha accettato Conte premier, votato il taglio dei parlamentari, ingoiato la bloccaprescrizione e il Rdc. È cambiato, anche grazie all’alleanza con i 5Stelle. Ed è naturale che siano cambiati anche loro. È vero, l’estate scorsa il Pd a trazione renziana pose il veto su Dibba ministro: ma lui aveva appena chiesto di “riaprire il tavolo con la Lega senza Salvini” (pura utopia: la Lega è Salvini) e si era reso inaffidabile. Peccato, perché al governo avrebbe conosciuto meglio gli ex nemici e fatto l’esperienza che ha condotto i suoi (ex?) amici Di Maio, Patuanelli, Bonafede&C. ad auspicare una prospettiva organica con questo centrosinistra: a Roma e – dove possibile – sui territori. Auspicio condiviso dagli iscritti, che hanno approvato la possibilità (non l’obbligo) di alleanze regionali e comunali. E dalla maggioranza degli elettori che, quando c’è una minaccia, come Borgonzoni in Emilia-Romagna, Fitto in Puglia e Ceccardi in Toscana, votano disgiuntamente o direttamente Pd turandosi il naso.

L’altra sera, in un bel duello con Scanzi e Sommi ad Accordi & Disaccordi, Di Battista dipingeva ancora il Pd come quello di Napolitano e dell’Innominabile. Ma poi ricordava che, potendo, sarebbe entrato nel governo col Pd e auspicava che il Conte-2 arrivi a fine legislatura. Precisava che i 5Stelle devono restare terza forza equidistante da destra e sinistra, ma poi ammetteva che con Salvini il discorso è chiuso. Perciò, come gli ho detto in pubblico e in privato, la minaccia di andarsene in caso di alleanza organica col Pd non ha senso. Perché quell’alleanza organica non è all’ordine del giorno: il Conte-2 è nato sul comune impegno per una legge elettorale proporzionale. E in quel sistema nessuno è obbligato a sposare nessuno: ciascuno esalta la propria identità per avere più voti e poi, in Parlamento, costruisce le alleanze. Se a capo del Pd tornasse un similrenzi, il M5S dovrebbe starne alla larga. Ma se rimane Zingaretti e quello della destra rimane Salvini, con chi deve allearsi il M5S lo dice lo stesso Di Battista, quando elogia il governo Conte e chiude le porte al Cazzaro. Il quale, se andasse al governo, cancellerebbe tutte le conquista targate 5Stelle sulla Giustizia e il Welfare. Senza dimenticare che, al governo con Salvini, i 5Stelle si sono dimezzati, mentre col centrosinistra l’emorragia s’è fermata e la nuova leadership potrebbe innescare una risalita. Che vuol fare Di Battista: continuare a fare il Tafazzi, segnalando giustamente gli errori ma tacendo i successi del M5S e contribuendo alla narrazione autoflagellatoria che piace tanto ai giornaloni per non contaminare le sue idee? O vuole riprendersi il posto che gli compete nel nuovo vertice collegiale per far contare le sue idee?

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