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sabato 10 giugno 2023

Il PD della Schlein - Giuseppe Salamone

 

A me non stupisce affatto che il PD della Schlein non abbia invertito la tendenza elettorale italiana. A dirla tutta non mi aspettavo nulla di diverso rispetto a quanto successo.

La fotografia di questa tornata elettorale non è altro che il consolidamento di ciò che si manifesta ormai da qualche anno a questa parte. La destra prende sempre gli stessi voti il che significa che il suo consenso va verso una stabilizzazione. Dall'altra parte, i voti che dovrebbero confluire nello schieramento opposto di cui il PD si arroga con saccenza e presunzione la guida, finiscono nel calderone dell'astensionismo sempre più pieno.

È la fotografia di un'Italia assuefatta e senza alcuno stimolo per recarsi alle urne a causa di una politica incapace di mobilitarla. Davanti a tutto ciò, la "sinistra" o presunta tale, dovrebbe essere quella parte in grado di rappresentare e incarnare una voglia di cambiamento; invece è quella parte che più di tutte risulta priva di un'ideologia, senza strategia e progetto politico valido e con una leadership tutto fumo e niente arrosto. Colori e armocromisti a parte eh...

La destra prospera perché manca la sinistra o perché siamo davanti a una "falsa sinistra" che ormai non riesce più a distinguersi dalla destra. Un consiglio non richiesto alla Schlein: vuole rappresentare un cambio di passo e una nuova rinascita per la sinistra? I temi da cui partire oggi sono i seguenti: NO alla guerra, NO all’invio di armi, NO alla servile sudditanza alla NATO e NO all'imperialismo.

Altrimenti, in queste condizioni, la destra dilagherà non solo alle prossime elezioni Europee, ma anche per il prossimo ventennio a seguire. Non perché viene vista come una speranza, ma per ritiro degli avversari senza nemmeno aver provato a giocarsi la partita. Purtroppo il problema sta sempre da un'altra parte, ovvero che per decidere qualcosa, bisogna chiedere il permesso alla Casa Bianca...

T.me/GiuseppeSalamone
Giuseppe Salamone
Giuseppe Salamone 

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giovedì 7 ottobre 2021

Astensione programmata. - Marco Travaglio

 

Anch’io, come Padellaro, ho visto i colleghi del Giornale Unico esultanti per la morte del populismo (notizia, fra l’altro, fortemente esagerata). E mi sono domandato: ma che avranno da gioire, con Salvini e Meloni insieme al 40% e un elettore su due astenuto? Certo, la gioia incontenibile è per la sconfitta degli odiati 5Stelle di Conte (peraltro non candidato). Ma c’è di più. Per noi democratici, fissati con la Costituzione e la sovranità popolare, l’astensione è un tragedia: per lorsignori, che democratici non sono anche se fingono bene, è una risorsa. Anzi, è il fondamento del loro piano oligarchico: meno gente vota e meglio è, perché alle urne vanno solo quelli che votano “bene”. Non i bifolchi brutti sporchi e cattivi delle periferie, che sbagliano sempre a votare; ma i buoni saggi moderati e obbedienti delle Ztl.

Nella Prima Repubblica, senza vincoli di bilancio e di spesa, il potere si garantiva i consensi degli ultimi distribuendo posti, soldi e prebende clientelari, scambiando voti e favori con le mafie e chiudendo un occhio sull’illegalità di massa (evasione, abusivismo, lavoro nero, falsi invalidi). Nella Seconda Repubblica, finiti i soldi e ingabbiati dalla Ue, la platea dei clientes s’è ristretta, ma per trascinare la gente alle urne s’è inscenato il finto bipolarismo Berlusconi-centrosinistra, le due facce furbe dello stesso sistema. Un gioco a somma zero su una roulette truccata, dove vinceva sempre il banco. Con l’avvento dei partiti anti-sistema (i 5Stelle e poi la Lega salviniana e FdI) la maschera è caduta e le periferie sociali e politiche rassegnate a non contare più nulla han trovato qualcuno che parlava di loro, con loro e come loro. E sono tornate alle urne, mandando in tilt il sistema. Che nel 2013 s’è ammucchiato in orrendi assembramenti contro natura (i governi Letta, Renzi e Gentiloni) pur di tenere i barbari fuori dal recinto. Ma nel 2018 ha dovuto arrendersi alla legge dei numeri e subire ben due governi di cambiamento: il Conte-1 e il Conte-2. Nel 2021 le acque del Mar Rosso si sono richiuse violentemente col Conticidio e l’avvento di Draghi che, con la scusa dei vaccini e del Pnrr (già pronti col governo precedente), si allarga un bel po’ e svela il suo vero mandato: raddrizzare le gambe ai cani, cioè ai partiti, rendendoli tutti docili e obbedienti al sistema. Raddrizzare le gambe agli elettori è più arduo: sono troppi. Ma basta raccontargli ogni giorno a reti unificate che il loro voto non serve a nulla, tanto Draghi (o una sua controfigura se lui ascenderà al Colle) resterà a Palazzo Chigi anche dopo le elezioni, comunque vadano, senza neppure l’incomodo di candidarsi. Così l’elettore si rassegna: se gli piace il presepe, vota “bene”; se non gli piace, sta a casa.

ILFQ

lunedì 29 ottobre 2012

Marco Travaglio e il #Boom5Stelle



"L'astensionismo e il BOOM di Grillo sono due facce della stessa medaglia. Pensiamo a quanta gente non sarebbe andata a votare in più se non ci fosse stata l'offerta del MoVimento 5 Stelle, visto che ha votato meno della metà degli aventi diritto e visto che il MoVimento 5 Stelle con il suo candidato è vicino al 20% vuol dire che l'astensionismo sarebbe aumentato di un ulteriore 10%, ossia quasi due siciliani su 3 sarebbero rimasti a casa. Primo dato quindi: il M5S non fomenta l'antipolitica, ma anzi salva la politica dall'antipolitica, offrendo una proposta alternativa. Avvicina la gente alla politica anzichè allontanarla. La seconda questione, oltre al fatto che il M5S è il primo partito, riguarda i numeri dei partiti che hanno comandato in Sicilia in questi ultimi anni. Sono in via di estinzione. Vedo un pdl al 12% quando soltanto 11 anni fa maramaldeggiava in Sicilia alle politiche nazionali con il famoso 61 - 0. Vedo chi avrebbe dovuto aproffittare di questo malgoverno, cioè il pd, poco sopra il 12% del pdl. Vedo l'udc, che ha espresso gli ultimi due governatori entrambi forzatamente dimissionari per questioni giudiziarie, languire intorno al 10%. La Sicilia è particolarmente significativa è uno dei due grandi serbatoi di voti, assieme alla Lombardia, con i quali poi si vincono le elezioni politiche nazionali. E' una regione molto particolare, una delle meno favorevoli al M5S. Il fatto che il M5S sia il primo partito in una regione così poco abituata all'uso di internet è ovviamente ancora più significativo. Mi pare di poter dire che se il M5S prende il 18% con il suo candidato e il 15% con la sua lista in una regione come la Sicilia, allora è abbondantemente sopra il 20% nelle regioni del Centro Nord. Su questo non avrei dubbi." Marco Travaglio

http://www.beppegrillo.it/2012/10/marco_travaglio_e_il_boom/index.html