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martedì 25 agosto 2015

“Buongiorno, sono arrivata per fare i conti reali” disse l’economia alla finanza. E i mercati rispondono. - Sergio Di Cori Modigliani




I mercati mondiali crollano, a livello planetario.
E’ un grande spettacolo, non vi è alcun dubbio. Se non fosse per il fatto che l’impatto ricadrà a pioggia su tutti noi (ormai è troppo tardi per tutti i governi del mondo per riuscire a metterci una toppa) ci sarebbe davvero da divertirsi. Le persone, oggi, per lo più comprensibilmente prese da problematiche personali legate alla sistemazione dell’ombrellone e delle sedie a sdraio, non sanno ancora né che cosa sta accadendo, né che cosa accadrà, né tantomeno chi, come e quando ha provocato e determinato questa situazione.
E’ bene chiarire che non si tratta affatto di una sorpresa, né di un imprevisto.
Esistono -l’elettronica davvero aiuta nel suo implacabile rigore robotico- diversi siti web internazionali (e bloggers) gestiti da persone intelligenti, competenti, colte che non sono sulla busta paga di nessuno e non sono interessati a raggranellare voti, nei quali già da diversi mesi si leggevano previsioni al millimetro, sufficienti ad anticipare quello che la truppa mediatica nostrana presenta oggi come una sorpresa. In alcuni casi, hanno azzeccato addirittura la data esatta. Nel frattempo, andavano per la maggiore siti, bloggers e feisbucchiani che spiegavano che l’euro è il nemico, che c’è la guerra fredda, che la colpa è tutta delle banche, ecc. Della stragrande maggioranza di queste persone non ne sentiremo più parlare. I più abili (dopotutto siamo in Italia) si sono già riciclati questa mattina sostenendo esattamente la tesi opposta a quella espressa fino a dieci giorni fa. Tanto, da noi, nessuno ci fa caso.
Basterebbero due esempi, chiari, semplici, per comprendere quale sia la realtà nella quale noi viviamo. Il primo riguarda l’immigrazione; i fatti sono i seguenti: tra tutte le nazioni del Mar Mediterraneo e dell’Europa centrale e settentrionale, la Repubblica Italiana risulta essere la nazione in contro-tendenza. Tra il 1 Gennaio e il 15 Agosto del 2015, il flusso di immigrati (profughi e clandestini) giunti nella nostra nazione, risulta del 12% inferiore a quello del 2013, mentre è in aumento esponenziale in Egitto, Tunisia, Libano, Grecia, Macedonia, Serbia, Slovenia, Ungheria, Albania, Spagna, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Svezia”. Fine del dato oggettivo. Il secondo punto riguarda l’economia; i fatti sono i seguenti: nel 2015 in Italia è crollato il mercato del lavoro con una diminuzione del 12% di investimenti imprenditoriali, un aumento della disoccupazione ai massimi storici del 13% (abbiamo raggiunto la cifra del 1954) una ennesima contrazione del pil reale, un sistema economico completamente bloccato da mafie, burocrazia e onnivora presenza del caporalato partitico. Questo stato di cose ha messo la Repubblica Italiana nelle condizioni di essere stata identificata dalla Banca Mondiale, dal Fondo Monetario Internazionale, dall’Ocse, dalla BCE, e dalla Banca Europea degli Investimenti, come la nazione con il più alto rischio attuale di depauperizzazione, con il crollo del mercato immobiliare, riduzione di investimenti strutturali in innovazione, alta tecnologia, produttività e competitività nei mercati internazionali, con una contrazione del consumo interno pari a un altro -12% e un aumento del consumo interno pari al +32%  per i generi relativi alla fascia del lusso. Inoltre le banche hanno ridotto ulteriormente dell’11% l’erogazione di prestiti ad aziende e a singoli, e la concessione da parte dello Stato di sovvenzioni e investimenti a pioggia ad aziende e cooperative garantite dalla malleveria partitica è aumentata rispetto al 2014 del 23%”. Fine del dato oggettivo. L’Italia, oggi, è molto più debole, più fragile, meno indipendente e meno dinamica, di quanto non lo fosse quattro anni fa. La buona notizia (per chi soffre della sindrome dell’ultimo della classe) sta nel fatto che anche in Cina, Germania, Francia, Gran Bretagna, Usa, Russia, Brasile, Sud Africa e India, la situazione economica (quella sociale e reale) è risultata totalmente e radicalmente diversa da quella reale. La speculazione finanziaria planetaria (gestita alla grande da Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Germania, Qatar, Arabia Saudita) è andata a sbattere contro la realtà economica.
La crisi attuale non è relativa al fatto che ci sono gli emigranti, tantomeno è “colpa” della Cina  ma è dovuta al fatto che l’attuale gestione liberista del capitalismo planetario è fallita e il capitalismo sta implodendo. Non per il fatto che sia scoppiata la rivoluzione dei proletari di tutto il mondo, nient’affatto. Il capitalismo sta implodendo per overdose. Avendo l’intera classe politica planetaria che conta (nessuno escluso) scelto la strada tossica, era inevitabile che si verificassero dei casi di overdose.
Il vero problema attuale, oggi, sta in una semplice domanda: “Sono in grado, queste persone, di comprendere subito ciò che sta accadendo, e quindi interpretare i dati reali e oggettivi come un sintomo di una grave malattia che va affrontata subito con la giusta dose di antibiotici specifici per impedire il collasso definitivo del malato?”.
Non lo so.
Questa è l’incognita dell’attualità, oggi. Ed è relativa al fattore umano.
Perché l’attuale tempesta finanziaria ha una caratteristica dissimile da quella del 2011, del 2007, del 1987 e del 1974, che l’avvicina molto, invece, a quella del 1929: sono i mega miliardari che stanno perdendo i loro soldi. E’ quindi comprensibile il fatto che noi cittadini normali neppure ci accorgiamo di che cosa stia accadendo. Di solito si dice “a rimetterci sono sempre i poveracci”, è vero ma non in questa fase. Non ancora. Questo è il punto. Se non si interviene immediatamente con un cambio improvviso quanto imprevisto (parlo qui per il momento soltanto dell’Europa, che è ciò che mi preme) e se i mega-miliardari, che stanno perdendo in questi giorni soldi importanti, non accetteranno la loro perdita invertendo la loro marcia liberista e ritornando a essere imprenditori a rischio nell’economia reale, allora, verrà presentato il conto anche a noi poveracci. Inizieranno con la grancassa mediatica per cui, a scelta, sarà colpa degli emigranti, oppure una manovra degli ebrei sionisti, o un complotto dei massoni, o un golpe organizzato dagli americani, oppure una manovra di russi e cinesi d’accordo, o gli arabi, o chi vi pare, e la massa inizierà a vomitare idiozie sui social networks e, inevitabilmente, vedremo lanciare nuove finanziarie aggressive.  Il rischio, a mio parere, è che oggi come mai negli ultimi anni, per recuperare le perdite si può decidere di scatenare una guerra. Contro chiunque, è facile convincerci che è giusto.Una società di mitomani narcisisti, dove l’apparenza si è sostituita alla sostanza, non può che andare a sbattere, è soltanto una questione di tempo.
Un dato nostrano, molto italiano, ma esemplificativo. Ed è il seguente: un anno fa, con un autentico golpe di mercato, garantito dal caro leader nazarenato, Mediaset si è aggiudicata la concessione in esclusiva per la trasmissione delle partite di calcio della Champions League, battendo Sky, nonostante l’offerta del magnate Murdoch fosse stata superiore. Hanno iniziato a lanciare una gigantesca campagna pubblicitaria spiegando che dal 15 Agosto del 2015 le partite sarebbero andate in esclusiva su premium, puntando sul fatto che il tifoso accanito è un tossico (il che è vero, io lo sono come tante altre centinaia di milioni di persone) quindi non può rinunciare alla sua droga show. Ad aprile, Mediaset si è presentata alla sua banca socia/amica (Mediolanum) e ha presentato la previsione di 750 milioni di incasso preventivo, pensando di fare il pieno. Mediolanum gli ha scontato le fatture. Goldman Sachs ha sottoscritto l’operazione come mediatore, invitando gli investitori ad acquistare Mediaset (un robusto buy buy buy diffuso in Italia da tutti gli analisti finanziari) sostenendo che alla fine di Agosto avrebbe toccato quota 6 euro ad azione. Invece di quella cifra, Mediaset ne ha incassato 70 di milioni, dieci volte di meno, e Mediaset e Mediolanum sono impietosamente crollate in borsa. Come mai? I tifosi tossici si sono disintossicati? Nient’affatto. Forse siamo ritornati ad abitudini che si pensavano superate dalla fine degli anni 50/60, quando le partite si andavano a vedere al bar.  Mentre si risparmia si riscopre la socialità.  La trovo un’ottima notizia. Ma si risparmia perché si hanno meno soldi e i consumi si stanno contraendo e l’economia non si sta affatto riprendendo. Ci hanno fornito cifre false, ci hanno presentato informazioni false.
Oggi, su Ilsole24ore c’era un breve articolo che getta luce sullo stato attuale. Così titolato “Se la Cina piange, i paperoni non ridono”. E’ il seguente:
Le turbolenze dei mercati generate dai timori per un rallentamento dell’economia cinese stanno costando care a molti “Paperoni”.Secondo un’analisi di Bloomberg, solo la scorsa settimana la ricchezza delle 400 persone più facoltose monitorate dal Billionaire Index è calata di 182 miliardi di dollari proprio in scia alla fase di correzione in cui sono entrati molti grandi indici, tra i quali il FTSE100 di Londra e il Dow Jones.Il ricco più penalizzato è stato Warren Buffet: in una settimana, a causa del crollo dei titoli della Berkshire Hathaway, il “guru” di Omaha ha visto andare in fumo 3,6 miliardi di dollari. Non tutto i miliardari piangono, però, visto che 11 persone hanno visto crescere il loro gruzzolo nella settimana da poco conclusa. Tra questi spicca il fondatore della Sun Pharmaceuticals Dilip Shanghvi. Il 39° uomo più ricco al mondo (numero uno in India) ha infatti guadagnato 467 milioni di dollari, cosa che porta il suo patrimonio netto a quota 18,9 miliardi di dollari. Da rilevare che nonostante lo tsunami Cina i 400 super ricchi hanno un patrimonio netto complessivo stimato in 3.980 miliardi di dollari“.
Soltanto in Italia, questa sera, le prime 1000 persone più ricche della nazione, avranno perso qualcosa come 80 miliardi di euro, e alla prima settimana di settembre modificheranno i loro budget, chiuderanno aziende, licenzieranno salariati.
Questo ci aspetta. A meno che.


Ieri le Borse del Vecchio continente hanno bruciato 411 miliardi. (ansa)
Perchè non dire le cose come stanno veramente? Ieri le borse hanno trasferito 411 miliardi dalla tasche di poveri investitori a quelle di ricchi epuloni che usano e manovrano le borse per impossessarsi di denaro sonante senza muovere un dito. (cdg)

giovedì 16 aprile 2015

Perché crollano i ponti in Sicilia. Tutta la verità sull'Anas. - Giovanna Boursier

Anticipazione dell'inchiesta che andrà in onda questa sera a Report, alle 21.45 su Rai3.


Report apre la nuova stagione di inchieste con l'Anas, società pubblica di proprietà del ministero dell’Economia e vigilata dal ministero dei Trasporti, che gestisce 25.000 chilometri di strade e autostrade. Dal 2006 la dirige Pietro Ciucci.

Vedremo come viene amministrata la più importante stazione appaltante d’Italia, a partire dalla Sicilia, dove il viadotto Scorciavacche, inaugurato a Natale con 3 mesi d’anticipo, senza collaudo, è stato chiuso una settimana dopo a seguito del crollo della rampa d’accesso. Perché tanta fretta? Perché i collaudatori si sono dimessi prima dell’inaugurazione?

Poi la statale Maglie Leuca, in Puglia, dove Anas ha affidato l’appalto a un consorzio di imprese, ma gli esclusi hanno vinto il ricorso al Consiglio di Stato e adesso Anas ha dovuto passargli l'appalto: sono 44 km che attendono di essere rifatti da 15 anni. E si scopre anche che il tracciato della nuova strada passa sopra una serie di discariche che sono lì dagli anni '80, ma nessuno le ha viste.

In Umbria, invece, gli operai che hanno lavorato alla costruzione di un tratto di strada non ancora terminato, dicono che le ditte avrebbero messo meno cemento del dovuto nella volta di una galleria. La stessa cosa che è successa nella costruzione, eterna, dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria, che adesso è finita anche nell’inchiesta Grandi Opere.

martedì 14 aprile 2015

Crolliamo. - Rita Pani

(Ansa)

Autostrada Palermo-Catania, cede pilone. La Sicilia divisa a metà

Terremoto all’ANAS, è il titolo “azzeccatissimo” di un giornale. 
Si dimette il Lupo Mannaro, ultimo boiardo dello stato, dopo i crolli degli ultimi giorni, che il viadotto della Salerno Reggio Calabria, che aveva portato con sé la vita di un ragazzo, non aveva fatto troppa notizia.
Il crollo in Sicilia o in Sardegna, non è certo causa del terremoto che ha fatto crollare i vertici dell’ente. Nemmeno lo scempio della bufala del ponte sullo Stretto, che passerà alla storia – forse – come la mega tangente pagata direttamente dallo Stato alla mafia, senza vergogna e senza mistero, aveva potuto tanto.
È stata solo sfortuna. Se i crolli non si fossero susseguiti a così breve distanza, non sarebbe accaduto nulla. Chissà quante strade sono interrotte per lo stesso motivo in Italia, chiuse dalle transenne, intasate dal traffico delle corsie uniche, nascoste agli occhi di chi non è obbligato a passarci per forza.
Chissà quante strade ancora crolleranno, grazie alla mirabile opera di uno stato in cui tangenti e corruzioni sono le uniche leggi mai scritte e sempre applicate. Con la speranza, sempre, che vengano giù per la pioggia, o per una frana, e non perché incapaci di sopportare il normale traffico di un esodo estivo o pasquale.
Inutile chiedersi se qualcuno finirà in galera. Lo sappiamo come va. E potrei affermare, senza timore di smentita, che prima o poi il nome del presidente risalterà fuori a capo di un altro ente, uno di quelli ormai rinomati, che costruiscono case di cartongesso, ponti di spazzatura, gallerie riempite di rifiuti tossici. O uno di quelli – che il destino è beffardo e si diverte – che magari dovrà andare a sanare l’emergenza creata dalla sua stessa colpevole incuria.
Le disgrazie italiane non sono mai misteri, sappiamo tutti da dove sono originate, e non c’è giustizia divina che tenga, perché son certa che il responsabile, su quelle strade che oggi noi che dobbiamo percorrere obbligatoriamente, non ci passeranno mai. Al massimo le han viste durante una delle numerosissime cerimonie pre elettorali, di inaugurazioni fasulle.
Ma è bene ricordare, credo, che ogni risparmio ottenuto utilizzando materiali scadenti o in maniera minore di quanto necessario, non era data dall’esigenza di risparmiare laddove possibile, ma per garantire un maggiore guadagno dei tangentisti, malfattori e criminali.
Intanto oltre alle strade, crollano anche le scuole appena ristrutturate con un poco di cemento e qualche sputo, e c’è da dire che per fortuna, dei mille mila miliardi di euro promessi dal buffone delle “slide” per l’edilizia scolastica, nelle casse dei malfattori arriveranno solo 784 milioni. In fondo meglio così. Forse ne crolleranno meno, e si pagheranno meno tangenti.
Ma ora c’è speranza: il nuovo ministro ha annunciato lo stop “delle grandi opere” senza controllo. Basta emergenze. Basta cambi in corso d’opera. Più trasparenza. Che a guardar le strade che percorro io, quando mi vien voglia d’andare al mare, mi fa pensar tanto alla moglie gelosa che per non essere tradita, taglia i testicoli al marito.
Alla fine il problema è che loro per spostarsi han l’elicottero, io se vorrò andare a Salerno, mi sa che ci andrò in nave.

Rita Pani (APOLIDE)