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martedì 9 febbraio 2021

Delusione, sconcerto.

 

Se la politica, intesa come arte di governare, funziona bene, ci si sente al sicuro e la si segue volentieri, ma quando diventa ostaggio degli interessi economici e non si cura di ripianare le falle accumulatesi nel tempo, diventa nebulosa, impenetrabile, incomprensibile e la si abbandona.

Con Conte avevamo raggiunto l'apice della governabilità, ci sentivamo al sicuro e ci siamo riavvicinati ad essa, ora, con la caduta del governo Conte e con l'avvento di Draghi, un tecnico al governo, ricominciamo a riprovare quel senso di sbandamento insopportabile, nauseabondo; non riusciamo a comprendere perché la strada precedentemente intrapresa, scorrevole, lastricata di buoni propositi, foriera di progresso, di giustizia uguale per tutti, debba tornare a ridiventare tortuosa, impraticabile, incomprensibile, nebulosa.

Inizialmente ho sperato tanto che Draghi, descritto come un deus ex machina, potesse riprendere la linea intrapresa da Conte, ma ciò che incomincio ad intravedere non mi piace per niente, sta tornando tutto come prima, sta vincendo la parte peggiore della politica, già agonizzante da svariati anni, ora in via di estinzione definitiva. 

cetta.



sabato 9 maggio 2020

Pensavo, credevo e speravo. - Massimo Erbetti

Illusione - delusione - Poesia d'amore di Mirella Santoniccolo ...

Sono forse un illuso, un sognatore, perché pensavo, credevo e speravo che il dramma che ha stravolto le nostre vite, potesse renderci migliori, più solidali, che tutto il dolore potesse avvicinarci e renderci comunità, ma niente, non ce la facciamo. Non riusciamo ad andare tutti nella stessa direzione, critiche, odio, rabbia, continuano ad essere presenti dentro di noi. "Ci hanno messo in galere per due mesi", "ci hanno obbligato.." ma che significa? "Ci hanno"? E poi i complotti, "c'è la cura miracolosa, ma non ce la danno" e ancora "non ci fanno aprire"...ma uscite, aprite, andate dove volete, fate quello che volete, infettatevi, ammalatevi, ma si, tanto che può succedervi? Però quando avevate paura, stavate zitti eh? Non fiatavate, mettevate il tricolore alla finestra, cantavate l'inno d'Italia e pregavate Dio...poi, passata la paura, siete tornate le belve che eravate. Solo la paura di morire è riuscita a tirare fuori quel briciolo di umanità che avevate dentro, ora non avete più paura e il mostro che avete dentro è tornato più forte che mai. Ma non lo capite che ora è il momento di unire le forze? È questo il momento di dimostrare che siamo una comunità, ma voi non lo volete capire. Questa è l'ora, adesso, in questo momento, dobbiamo essere uniti e remare nella stessa direzione, perché se non lo facciamo ora, subito, quello che abbiamo passato in questi due mesi, non sarà che l'antipasto di quello che ci aspetta, ci sarà fame e disperazione. "Il governo ci ha obbligato..." no cari miei il governo non vi ha obbligato a fare nulla, il governo ha cercato di salvarvi la vita, ha cercato di proteggere i vostri cari, i vostri nonni, ha cercato di limitare i danni..comodo, troppo comodo, dare la colpa agli altri, perché la colpa è solo la nostra...se negli anni sono stati fatti tagli alla sanità, è solo colpa nostra perché siamo stati noi a votare i governanti, se mancano posti in terapia intensiva, se mancano mascherine se mancano ventilatori, non è colpa di Tizio o di Caio, perché Tizio e Caio, ce li abbiamo messi noi e non venitemi a dire che non siete colpevoli perché voi votavate altro...destra e sinistra si sono alternate, per cui non regge la scusa del votavo altro, come non regge la scusa del: "io non voto", perché non votare vi rende ancora più colpevoli, ve ne siete lavati le mani e questo non vi giustifica, anzi vi rende maggiormente responsabili. Vi siete mai preoccupati di quanti posti in terapia intensiva ci fossero in Italia? Ma certo che no, tanto che poteva succederci? Non pensavate potesse arrivare il virus, eravate immortali, pensavate ai soldi, al calcio alla formula , al grande fratello a uomini e donne...avevate altro a cui pensare. Smettetela di puntare il dito verso qualcuno, perché quel dito, dovete puntarlo solo verso di voi. Questo virus, questo maledetto virus, ci doveva insegnare questo, doveva insegnarci ad essere più attenti alla società, ai politici che eleggiamo, ad informarci di più, a pretendere che i nostri diritti venissero rispettati e non calpestati...ma non ce la facciamo proprio, accusiamo il governo come se il governo fosse un'entità astratta, come se fosse piovuto dal cielo...e non mi riferisco a questo governo, ma a tutti i governi che abbiamo avuto.
Pensavo, credevo e speravo, ma sono solo un illuso...


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mercoledì 14 agosto 2019

La crisi si allunga. Per Salvini si mette male. Il Capitano scopre che il Senato non è il Papeete Beach. - Clemente Pistilli

Risultati immagini per sogni infranti

Aprire una crisi di governo non è come farsi un selfie o lanciare due slogan in una diretta Facebook. Un concetto che non sembra molto chiaro a Matteo Salvini, che ieri ha incassato così la prima sconfitta. Il suo progetto di sfiduciare subito il premier Giuseppe Conte e andare altrettanto in fretta a nuove elezioni ha infatti subito una battuta d’arresto appena iniziato il primo dibattito in Parlamento, con la conferenza dei capigruppo del Senato che non ha trovato l’accordo sul calendario per avviare la discussione in Aula. A decidere saranno così direttamente i senatori, convocati per oggi pomeriggio.
LO STOP. L’obiettivo ieri dei capigruppo della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia a Palazzo Madama era quello di far intervenire Conte al Senato il 14 agosto e sfiduciarlo. Tutti gli altri, dal Movimento 5 Stelle al Pd, hanno puntato invece sul 20 agosto come data in cui far intervenire il presidente del consiglio. La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che sembra in questi giorni particolarmente attenta a non scontentare la Lega, ha a quel punto deciso di far fissare il calendario direttamente all’Aula, come previsto dal regolamento. Un’iniziativa che ha fatto infuriare soprattutto Pd e Leu. “Una forzatura gravissima. I diktat della Lega non possono cambiare i numeri in Parlamento e l’aula lo dimostrerà”, ha dichiarato il renziano Andrea Marcucci. Oggi, alle 18, decideranno quindi i senatori e sembra quasi scontato che tutto slitti al 20 agosto e che la posizione leghista sia destinata a risultare minoritaria, potendo contare M5S, Partito democratico e gruppo misto su una maggioranza di 173 senatori.
LO SCENARIO. Per Salvini inizia a tirare una brutta aria e la fiducia che ieri sera si è affrettato a dire di avere nelle scelte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sembra più che altro un auspicio del Capitano. Anziché vedere Conte in aula costretto a incassare la sfiducia, il leader della Lega che sperava di scrollarsi in fretta di dosso il Movimento 5 Stelle rischia infatti di dover assistere alla lettura di una dura informativa da parte del premier, che a quel punto, senza essere sfiduciato, potrebbe uscire da Palazzo Madama, recarsi al Quirinale, rimettere il mandato e ricevere però dal Capo dello Stato un nuovo mandato esplorativo per sondare le possibilità di mettere in piedi una maggioranza alternativa a quella giallo-verde. Con una simile prospettiva Salvini potrebbe finire logorato e non ci sarebbe beach-tour in grado di risollevarlo.
LA RESISTENZA. A mostrare come il Capitano non sia poi più tanto sicuro della crisi da lui aperta è inoltre il particolare che non ha ancora ritirato i suoi ministri, come gli ha chiesto ieri di fare il vicepremier Luigi Di Maio. Tutti asserragliati nei dicasteri. A partire da lui che, viste anche le pesanti inchieste in corso, sembra deciso a tenersi stretto fino all’ultimo il Viminale. La strada è dunque lunga e tortuosa e nessuno sinora sembra avere la vittoria in tasca, neppure Salvini che dopo il Papeete voleva far ballare con i ritmi da lui imposti tutto il Paese incurante del Parlamento. Un particolare evidente nelle stesse parole del capogruppo leghista Massimiliano Romeo: “Sembriamo non avere i numeri”.

http://www.lanotiziagiornale.it/la-crisi-si-allunga-per-salvini-si-mette-male-il-capitano-scopre-che-il-senato-non-e-il-papeete-beach/