Visualizzazione post con etichetta Illusione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Illusione. Mostra tutti i post

domenica 15 ottobre 2023

L'OLOGRAMMA E LA SINCRONICITÀ- Viviana Vivarelli.

 

Cos’è un ologramma? Un ologramma è un oggetto tridimensionale che sembra solido ma non lo è, in quanto è privo di solidità anche se è visibile da ogni lato, è una fotografia di luce a 3 dimensioni, proiettata da due rubini.
Un rubino è un cristallo di corindone con cromo, una struttura di silicio e ossigeno i cui elettroni hanno una trama molto debole. Se si agita un cristallo o lo si riscalda, esso scioglie il suo cuore, passando dallo stato solido a quello liquido, e in ciò cede elettroni. Questi non sono materia, ma luce, energia… La proprietà di cedere elettroni si chiama proprietà piezoelettrica.
Il rubino possiede un po’ di silicone, il silicone è un semiconduttore cioè può cedere o trattenere elettricità. I conduttori dei computer sono di silicone. E la centrale di produzione di computer IBM in America si chiama SILICON VALLEY. Un cristallo può vibrare in modo ritmico, si accende e si spegne, rilasciando o no energia. A causa di questa vibrazione ritmica, si usano cristalli liquidi per computer o orologi (rubini, quarzi…). I cristalli permettono al computer di lavorare secondo un sistema binario, ON-OFF, immagazzinando informazioni. Secondo la teoria delle energie sottili, i cristalli liquidi permettono anche alle nostre menti di immagazzinare informazioni sotto forma di energia.
Un pranoterapeuta dovrebbe portare a contatto della propria pelle un quarzo ialino o citrino che gli cederà elettroni, rigenerando le energie che la terapia dissipa.
In un rubino appositamente trattato, gli elettroni saltellano, ma ognuno con un movimento ondulatorio diverso. Dopo un certo tempo si sincronizzano e si dispongono tutti in un’onda di un solo tipo, entrando in fase. Allora, accade un fatto straordinario.
Gli elettroni sono particelle di luce, informazioni luminose. La luce è radiante, cioè si irradia da una fonte luminosa a 360°. Ma, quando gli elettroni danzano tutti allo stesso modo, la luce si allinea, si potenzia, diventa mirata e dal rubino nasce un filo sottilissimo di luce pura: il raggio laser. Il laser è una luce amplificata, continua, allineata, dove gli elettroni non balzano su e giù a caso, ma sono tutti in fase e vengono sparati come i proiettili di un fucile. La sua mira è precisissima e può avere un diametro piccolo a piacere, l’onda è coerente, in ogni suo punto i campi elettrici vibrano in fase, esso spara dunque in modo esattissimo il massimo dell’informazione col massimo della potenza. Un raggio laser può fare un foro piccolissimo a piacere in qualunque materiale, può tagliare un velo microscopico di cellule da un occhio, può saldare tra loro materiali diversi, può distruggere cellule tumorali, saldare la retina attraversando il bulbo oculare senza sfiorarlo, o lavorare sulla superficie di un organo senza penetrarlo all’interno, arrestare un’emorragia interna, coagulare uno strappo, perforare una cassaforte. Il laser è usato nelle fusioni nucleari, in elettronica, in chirurgia, può trasmettere informazioni, creare strumenti di precisione ecc…
Con due raggi laser si può creare un ologramma, una proiezione di luce a tre dimensioni. Su una lastra riproduciamo le informazioni luminose di un oggetto, poi, con un laser, possiamo fare il processo inverso e riprodurre l’oggetto, un oggetto che sembra vero e reale, con tutti i suoi punti luminosi e oscuri, perfettamente identico all’originale, in tutti i suoi dettagli, incrinature, sporgenze, rugosità, colori….così perfetto che l’ologramma di uno specchio è ancora uno specchio che specchia.
L’ologramma registra i campi ondulatori della luce e li ricostruisce. È una fotografia di luce nello spazio. L’immagine ha profondità e l’osservatore può anche girarvi attorno per guardarla da dietro. Si ha l’impressione di un oggetto sospeso per aria. L’oggetto da fotografare viene immerso in un raggio laser, un secondo raggio è fatto rimbalzare dal riflesso del primo, il punto di incontro tra i due è impresso su una pellicola, che, sviluppata, appare come un insieme di linee scure e di punti luce. Se un terzo laser la illumina, appare in aria l’immagine tridimensionale dell’oggetto originale.
Per ora abbiamo inventato solo l’ologramma fisso. C’è chi ha visto in una fiera l’ologramma di un rubinetto che versa acqua ed ha allungato la mano per chiuderlo. Nel film Guerre Stellari il protagonista riceve un ologramma della Principessa Bianca, la vede come fosse reale, alta 30 cm, che si muove e parla, e può ricominciare da capo a ripetere il messaggio come una segreteria telefonica tridimensionale. Questo è il nostro futuro. Immaginate un pilota che deve atterrare con scarsa o nulla visibilità di campo…nessuno strumento moderno oggi riesce a fargli vedere il campo di atterraggio così com’è veramente, ma se i piloti ne avessero una immagine olografica potrebbero vedere tutto il campo chiaramente… Un giorno potremo avere schermi per film o tv olografiche che fanno sorgere davanti ai nostri occhi immagini virtuali, una realtà tridimensionale con cui potremmo forse anche interagire. Viene da chiedersi se le famose apparizioni (le visioni mariane) non siano proiezioni di questo tipo. E ci chiediamo anche se i nostri sogni non siano la stessa cosa. Tutto in essi sembra solido, reale, interagente, ma niente è reale nel senso di materiale. Probabilmente il nostro cervello funziona come un ologramma, riceve frequenze e le converte in proiezioni. Il velo di Maia di cui parla la tradizione induista potrebbe essere il corrispondente religioso di un ologramma. Se il sogno fosse l’ologramma di una notte, il mondo potrebbe essere l’ologramma di una vita.
Anche in un sogno vedo le immagini calate in coordinate spazio-temporali, ma dove sono quello spazio e quel tempo? Dove stanno? Semplicemente non esistono, sono un’illusione percettiva soggettiva, una dilatazione della mia percezione, un fenomeno allucinatorio privo di consistenza. Se il mio sogno è un film interiore, allora anche la mia vita da sveglio potrebbe esserlo. Ogni realtà percepita potrebbe essere una realtà virtuale.
Il fisico inglese David Bohm ipotizzò che una realtà oggettiva non esistesse e che l’universo fosse un gigantesco ologramma. (“Ma allora”- chiese Andreina -“se la realtà è una proiezione, chi è che mi sta proiettando?”)
Il neurofisiologo americano Karl Pribam ipotizza una doppia conversione, l’oggetto percepito è convertito in frequenze mentali, che sono convertite in immagini davanti alla coscienza. Dal punto di vista olografico il mondo potrebbe essere un’enorme illusione, la materia non esisterebbe, tutto sarebbe maya, miraggio, come dicono le filosofie orientali, una realtà virtuale di cui faccio parte. È un’illusione che noi siamo persone fisiche che si muovono in un mondo fisico, potremmo essere sogni che si muovono in un sogno e un giorno potremmo svegliarci e scoprire di aver sognato la vita.
Ma se l’universo fosse una proiezione interconnessa, in cui ogni punto ha l’informazione totale, allora ciò che succede altrove potrebbe essere conosciuto qui. E un’esperienza di telepatia o di conoscenza diretta, una visione, un’inferenza della mente sulla materia, un atto di sincronicità diventerebbero spiegabili. L’esperienza mistica sarebbe l’immissione improvvisa in una coscienza olografica, il passaggio da una coscienza personale a una coscienza totale, il frammento che contiene l’intero. Non più una limitata vista periscopica, ma una visione d’insieme (come quella dell’Akasha indiano).
In una realtà unica e interconnessa, l’interazione diventa implicita. Quando ho paura, ho reazioni tanto sul piano organico che mentale che psichico. Corpo, mente, anima interagiscono con simmetrie di senso, isole di significato, picchi di corrispondenza, quello che Calligaris chiamava risonanza.
Allo stesso modo l’organismo olografico universale reagisce in modo sincrono. Risonanza e sincronicità sarebbero le due leggi del reale.
Dal mio libro ‘Introduzione alla radioestesia’: Le energie buone o cattive che influenzano l'uomo”. Pagg. 203. con figure. Euro 15,60 su carta, euro 3 in lettura digitale.

sabato 9 maggio 2020

Pensavo, credevo e speravo. - Massimo Erbetti

Illusione - delusione - Poesia d'amore di Mirella Santoniccolo ...

Sono forse un illuso, un sognatore, perché pensavo, credevo e speravo che il dramma che ha stravolto le nostre vite, potesse renderci migliori, più solidali, che tutto il dolore potesse avvicinarci e renderci comunità, ma niente, non ce la facciamo. Non riusciamo ad andare tutti nella stessa direzione, critiche, odio, rabbia, continuano ad essere presenti dentro di noi. "Ci hanno messo in galere per due mesi", "ci hanno obbligato.." ma che significa? "Ci hanno"? E poi i complotti, "c'è la cura miracolosa, ma non ce la danno" e ancora "non ci fanno aprire"...ma uscite, aprite, andate dove volete, fate quello che volete, infettatevi, ammalatevi, ma si, tanto che può succedervi? Però quando avevate paura, stavate zitti eh? Non fiatavate, mettevate il tricolore alla finestra, cantavate l'inno d'Italia e pregavate Dio...poi, passata la paura, siete tornate le belve che eravate. Solo la paura di morire è riuscita a tirare fuori quel briciolo di umanità che avevate dentro, ora non avete più paura e il mostro che avete dentro è tornato più forte che mai. Ma non lo capite che ora è il momento di unire le forze? È questo il momento di dimostrare che siamo una comunità, ma voi non lo volete capire. Questa è l'ora, adesso, in questo momento, dobbiamo essere uniti e remare nella stessa direzione, perché se non lo facciamo ora, subito, quello che abbiamo passato in questi due mesi, non sarà che l'antipasto di quello che ci aspetta, ci sarà fame e disperazione. "Il governo ci ha obbligato..." no cari miei il governo non vi ha obbligato a fare nulla, il governo ha cercato di salvarvi la vita, ha cercato di proteggere i vostri cari, i vostri nonni, ha cercato di limitare i danni..comodo, troppo comodo, dare la colpa agli altri, perché la colpa è solo la nostra...se negli anni sono stati fatti tagli alla sanità, è solo colpa nostra perché siamo stati noi a votare i governanti, se mancano posti in terapia intensiva, se mancano mascherine se mancano ventilatori, non è colpa di Tizio o di Caio, perché Tizio e Caio, ce li abbiamo messi noi e non venitemi a dire che non siete colpevoli perché voi votavate altro...destra e sinistra si sono alternate, per cui non regge la scusa del votavo altro, come non regge la scusa del: "io non voto", perché non votare vi rende ancora più colpevoli, ve ne siete lavati le mani e questo non vi giustifica, anzi vi rende maggiormente responsabili. Vi siete mai preoccupati di quanti posti in terapia intensiva ci fossero in Italia? Ma certo che no, tanto che poteva succederci? Non pensavate potesse arrivare il virus, eravate immortali, pensavate ai soldi, al calcio alla formula , al grande fratello a uomini e donne...avevate altro a cui pensare. Smettetela di puntare il dito verso qualcuno, perché quel dito, dovete puntarlo solo verso di voi. Questo virus, questo maledetto virus, ci doveva insegnare questo, doveva insegnarci ad essere più attenti alla società, ai politici che eleggiamo, ad informarci di più, a pretendere che i nostri diritti venissero rispettati e non calpestati...ma non ce la facciamo proprio, accusiamo il governo come se il governo fosse un'entità astratta, come se fosse piovuto dal cielo...e non mi riferisco a questo governo, ma a tutti i governi che abbiamo avuto.
Pensavo, credevo e speravo, ma sono solo un illuso...


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10217352869759367&set=a.2888902147289&type=3&theater

venerdì 28 marzo 2014

Scienziato Dimostra che la Morte Non Esiste.



Il Professor Lanza spiega perché la morte non esiste
Per la maggior parte degli scienziati, probabilmente, il concetto di una vita ultraterrena o è una sciocchezza, o per lo meno non è dimostrabile. 
Eppure un esperto sostiene che ha le prove per confermare che l’esistenza dopo la morte c’è e si trova nella fisica quantistica
Il Professor Robert Lanza afferma che la teoria del biocentrismo insegna che la morte come noi la conosciamo è un’illusione creata dalla nostra coscienza.
Il Professor Robert Lanza con la teoria del biocentrismo insegna che la morte come noi la conosciamo è un’illusione. Egli ritiene che la nostra coscienza crea l’universo, e non il contrario, e una volta che accettiamo che spazio e tempo sono “strumenti della nostra mente”, la morte non può esistere in ‘alcun senso reale’.“Pensiamo che la vita sia solo l’attività degli acidi nucleici e delle proteine. Viviamo un po’ per poi marcire nel terreno“, ha detto lo scienziato sul suo sito web. Lanza, è attualmente direttore scientifico presso l’Advanced Cell Technology ed è professore aggiunto alla  Wake Forest University School of Medicine nel North Carolina, ha proseguito spiegando, che come esseri umani noi crediamo nella morte, perché "ci è stato insegnato che si muore", o più precisamente, la nostra coscienza associa la vita con i corpi e sappiamo che i corpi muoiono.

Il Professor Robert Lanza, spiega la sua teoria nel suo libro biocentrismo: come la vita e la coscienza sono le chiavi per comprendere la vera natura dell’Universo.
La sua teoria del biocentrismo spiega che la morte non può essere terminale come pensiamo che sia. Il biocentrismo è inteso come la teoria del tutto - deriva dal greco ‘centro della vita’ -, è il credere che la vita e la biologia siano centrali per la realtà e che la vita crei l’universo, non il contrario. Questo suggerisce che la coscienza di una persona determina la forma e le dimensioni degli oggetti nell’universo. Lanza usa l’esempio del modo in cui percepiamo il mondo intorno a noi. Una persona vede un cielo blu, e gli viene detto che il colore che sta vedendo è blu, ma le cellule nel cervello di una persona potrebbero essere modificate per vedere il cielo verde o rosso.

“Quello che vedi non potrebbe esistere senza la tua coscienza“, ha spiegato Lanza. ”La nostra coscienza ha un senso del mondo“. Osservando l’universo dal punto di vista della biocentrica, significa anche che spazio e tempo non si comportano nel modo definito e veloce che la nostra coscienza ci dice che fanno. In sintesi, lo spazio e il tempo sono ‘semplici strumenti della nostra mente’. Secondo le considerazioni degli esperimenti di fisica quantistica, tutta la nostra esperienza sensoriale non è altro che un vortice di informazioni che si verificano nella nostra mente. Una volta che questa teoria su spazio e tempo è accettata, significa che la morte e l’idea di immortalità esistono in un mondo senza confini di spazio e tempo.
Allo stesso modo, i fisici teorici credono che ci sia un numero infinito di universi con diverse varianti di persone e situazioni, che si svolgono contemporaneamente. Lanza ha aggiunto che tutto ciò che può accadere e accade ad un certo punto in questi molti universi significa che la morte non può esistere in ‘alcun senso reale‘ le si voglia dare. Lanza, invece, ha detto che quando moriamo la nostra vita diventa un ‘fiore perenne che torna a fiorire nel multiverso‘. Ha continuato: ’ La vita è un’avventura che trascende il nostro modo ordinario di pensare”. Lanza ha citato il famoso esperimento della doppia fenditura per spiegare le sue affermazioni.

Nell'esperimento, quando gli scienziati guardano un passaggio di particelle attraverso due fenditure in una barriera, la particella si comporta come un proiettile e passa attraverso una fenditura o l’altra. Eppure, se una persona non guarda la singola particella, questa si comporta come un’onda, significa che può passare attraverso entrambe le fenditure contemporaneamente. Questo dimostra che la materia e l’energia possono presentare caratteristiche di entrambe e che il comportamento dei cambiamenti delle particelle sono alla base di percezione e coscienza di una persona.

lunedì 17 marzo 2014

Squarciamo il velo e tuffiamoci nel post-Maya. Senza paura. - Sergio Di Cori Modigliani



Matteo Renzi è andato a Parigi e ha incontrato Francois Hollande. 
In conferenza stampa ha mostrato (parlando in francese) -tanto per far credere agli italiani di essere educato e gentile nei confronti dell'ospite- la consueta faccia da piccolo-borghese provinciale, dedito alla deferenza servile xenofila..
Dopo il francese, Renzi è tornato all'italiano.
Non a quello che si parla in Italia.
Bensì a quello che si parla nel mondo della finanza anglofona, il linguaggio dei corridoi, delle riunioni oscure, delle logge, delle fazioni clandestine.
Invece di usare la parola "scarto" ha prima scelto gap e poi si è corretto, si è impappinato e ha optato per spread, parola che lui ritiene faccia un effetto roboante negli italiani rimbecilliti dai media. 
Infine ha aggiunto due volte il termine governance, parola chiave per chiarire al mondo che in Italia il "governo" è stato abolito, così come è stata cancellata la "logica parlamentare"; entrambe sostituite dalla "gestione aziendale del bene pubblico" nel senso di marketing applicato alla politica: esattamente l'opposto di ciò di cui ha bisogno la Repubblica Italiana.

La conclusione è stata una originale novità: "la priorità è il lavoro, la crescita, l'occupazione".
Applausi (secondo i media italiani) per segnalare la rivoluzione nazionale..

Nel 2002, Berlusconi e Tremonti, dopo un incontro a Berlino, dichiararono che stavano affrontando il tremendo disagio provocato dalla scoperta del "buco finanziario ereditato dai governi precedenti" e che la priorità del governo era "lavoro, crescita, occupazione".
Applausi (secondo i media italiani) per segnalare la svolta rivoluzionaria liberista.

Nel 2006, Prodi e D'Alema, dopo un incontro ufficiale a Parigi, dichiararono che stavano occupandosi di coprire "la falla finanziaria che ci ha lasciato Berlusconi" sottolineando il fatto che si sarebbero occupati di "crescita, lavoro, occupazione".
Applausi (secondo i media italiani) per ricordare la svolta economica rivoluzionaria.

Nel 2008, Berlusconi e Tremonti, si incontrano a Bruxelles con Sarkozy e la Merkel e si dichiarano entrambi entusiasti dell'euro definendo la moneta "spina dorsale del benessere collettivo". Dopo aver spiegato, in conferenza stampa, che stanno cercando di mettere una immediata toppa dinanzi al buco finanziario ereditato da Prodi, annunciano che "stiamo varando il piano economico per la crescita, lavoro e occupazione, che garantirà almeno un milione di posti di lavoro".
Applausi (secondo i media italiani) da parte franco-tedesca, i galli e i crucchi sono letteralmente sbalorditi dall'incredibile progresso dell'Italia, lanciata ormai verso il pieno sviluppo.

Nel novembre del 2011, Monti e Passera, a Bruxelles si dichiarano pronti a risolvere "il baratro finanziario nel quale Berlusconi e Tremonti hanno spinto la nazione, andando a coprire il buco dei conti che è diventata una voragine" e dopo il decreto salva-stato, annunciano con toni trionfalistici di avere pronto un "piano rivoluzionario per la crescita, il lavoro e l'occupazione".
Applausi (secondo i media italiani) da parte franco-tedesca, con la Merkel che si definisce "impressionata" dalla spregiudicata rivoluzione italiana.

Nell'aprile del 2013, Letta e Saccomanni, tornando da Bruxelles, dichiarano in conferenza stampa di "aver ottenuto dall'Europa il semaforo verde per lanciare finalmente un grande piano per il lavoro, la crescita, l'occupazione, ponendo la parola fine al rigore e all'austerità".
Applausi (secondo i media italiani) da parte tedesca, con la Merkel che definisce il piano economico Letta la "definitiva soluzione dei problemi economici italiani".

Nel marzo del 2014, Matteo Renzi e Matteo Renzi, vengono esaltati dalla Merkel che sottolinea "il grande piano ambizioso del nuovo governo italiano" e definisce l'attività italiana "la svolta di cui l'Italia aveva davvero bisogno".

Questo è il film che ci stanno facendo vedere dal 2002 a oggi.

L'Europa che conta, cioè francesi e tedeschi, applaude ogni volta con toni entusiastici.

Avete mai sentito un premier italiano che abbia detto "stiamo varando un piano che si occuperà della decrescita infelice della nazione; avremo circa 2 milioni di licenziamenti, distruggeremo la spina dorsale dell'industria nazionale che svenderemo a francesi e tedeschi, ridurremo il pil, abbatteremo i consumi ed entro il 2014 toccheremo il record della disoccupazione in Italia raggiungendo la cifra del 14,5%, con la disoccupazione giovanile intorno al 55%. In compenso, ci guadagneranno i colossi finanziari, le banche, i proprietari di grandi patrimoni, ma soprattutto la competitività delle merci tedesche e francesi".

Eppure, questo è ciò che hanno fatto: l'uno dopo l'altro.

Usando strategie accorte.
Contando sull'appoggio mediatico.

Hanno costruito una gigantesca illusione collettiva che ha ipnotizzato la parte (un tempo) pensante della nazione, delegando ai talk show, agli opinionisti, agli accademici promossi, e ai professionisti psico-tronici della programmazione neurolinguistica il còmpito di far credere ogni volta che si trattava di una novità, di un'idea originale, di un cambiamento, di una svolta.
Hanno steso un velo davanti agli occhi di tutti.
E la realtà si è annebbiata, appannata, finchè non è evaporata.
Perchè è stata sostituita dalla sua rappresentazione.

Un geniale tedesco ci ha spiegato questo meccanismo circa 200 anni fa, in un suo libro rimasto un caposaldo del pensiero filosofico europeo "Il mondo come volontà e rappresentazione". Si chiamava Arthur Schopenhauer.
Questo stato di cose, lui l'ha definito "il velo di Maya".
Maya (termine sanscrito) originariamente significava "creazione originale", ma poi, nei secoli, si è trasformato nel termine "illusione".
Tra noi e la realtà -per ciò che essa è nel senso tangibile del termine- secondo il filosofo, esiste una specie di schermo che ci propone la realtà in maniera distorta e non come essa è veramente. la trasforma in "parvenza della cosa reale", illusione, sogno, proiezione interiore delle proprie fantasie, immaginazione, desideri. E' ciò che oggi definiamo "realtà virtuale".
Il mondo, pertanto, sostiene Schopenhauer, diventa una propria rappresentazione, una vera e propria illusione ottica "che cela la vera natura esistenziale ed essenziale delle cose". E' inutile avviarsi verso un percorso di conoscenza razionale perchè si rimarrà intrappolati nel tessuto del velo.

Va squarciato con un atto di volontà individuale.
In tal modo, si vede la realtà vera nella sua natura e ci si può immergere in essa nel tentativo di cambiarla, modificarla, plasmarla. 
Pochi anni dopo, un altro geniale tedesco (che aveva studiato Schopenhauer) Friedrich Nietzsche, nel commentare l'intuizione originale del suo connazionale, sostenne che bisognava andare al di là della concezione del bene del male che noi tutti incorporiamo proprio perchè essa era il prodotto di una nozione fittizia, di una "malformazione del reale" (oggi diremmo una "manipolazione e falsificazione della realtà") e una volta fatto il salto, finalmente l'uomo sarebbe stato libero di esprimere la propria volontà trasformandosi nel Superuomo, supremo atto di evoluzione della specie umana pensante. Il povero Nietzsche ebbe la tragica sventura di essere (ma lui era innocente) strumentalizzato e manipolato e la sua teoria venne tradotta in una squallida pantomima che poi produsse il nazismo.

Il post-Maya è l'avventura civile della cittadinanza, che a fatica si inerpica nel mondo dopo aver squarciato il velo. Non è soltanto un programma politico, tantomeno una dottrina, una teoria, o una regolamentazione. E' l'idea di un mondo che si sottrae alla falsificazione e alla credenza piatta e passiva della illusione: il modo scientifico per non essere mai delusi.

Approfittando della folcloristica mitologia della profezia dei Maya (in questo caso il popolo vissuto in Perù un migliaio di anni fa) che segnava la fine del mondo datandolo 12 dicembre 2012, intorno a quella data aveva introdotto il concetto di post-Maya.

E' ciò che comincia a diffondersi, in maniera sempre più massiccia, nel livello di consapevolezza collettiva del mondo. E' ciò che unisce la nuova realtà sociale sudamericana, quella boliviana, argentina, cilena, uruguaiana, ecuadoriana, ai movimenti di occupy wall street, a wikileaks, alle denunce di Julian Assange, e a tutti movimenti planetari post-partitici libertari, da quelli ecologisti a quelli antagonisti, diversi tra di loro, spesso molto dissimili, unificati da un'idea comune, planetariamente condivisa: la guerra contro l'ipocrisia e l'affermazione del principio di trasparenza.
Per l'appunto, lo squarcio del velo di Maya.


Questa è la posta in gioco in queste elezioni europee, non un punto in più o in meno di percentuale di non so che, l'aumento o la sottrazione di un'aliquota.
O si squarcia il velo di Maya oppure seguiteremo a vivere dentro una perenne illusione.

Il Fiscal Compact è una illusione vessatoria; è assolutamente priva di qualunque verosimiglianza dal punto di vista economico-finanziario: non va neppure discussa come Legge, va semplicemente cancellata.
E' stata creata in maniera artefatta per poter garantire alle economie forti europee il controllo, la gestione e l'utilizzo dell'intero sistema economico-finanziario delle economie più deboli, schiavizzando intere nazioni attraverso l'uso mediatico di una innumerevole serie di veli colorati, agghindati, polimaterici, per prospettare una grandiosa illusione.

Basterebbe questo punto per comprendere che la visita di Renzi a Berlino non farà gli interessi italiani, non sosterrà l'interesse nazionale, non aiuterà nè le imprese nè l'economia.
In compenso riceverà applausi dal governo tedesco che si dichiarerà "impressionato" dalle manovre economiche del nuovo governo, esattamente come è avvenuto nel 2002, nel 2006, nel 2008, nel 2011, nel 2013 e nel 2014, senza nessuna differenza.

Quello è lo spartiacque.
E' la nostra linea del Piave.
Tutto ciò che sta al di qua, è Maya: ci pensano le televisioni a farvi vedere il film.

Chi tiene al futuro proprio e dei propri figli non può che desiderare di squarciare il velo.
Il post-Maya ci attende.
Dipende da noi, basta scegliere e decidere di sottrarsi al gioco delle illusioni, ascoltando i telegiornali, i talk show, l'innumerevole serie di articoli che da questa sera scriveranno, sapendo che si tratta della pantomima sceneggiata di un film già visto e rivisto, di cui sappiamo anche il finale: impedire agli italiani di cambiare le regole del gioco a proprio vantaggio.
Vivere ancora al di qua del velo di Maya è uno sport da masochisti.
L'Europa ci appare oggi unita, ma lo è dentro una illusione.
Denunciare e combattere l'ipocrisia corrente è il primo passo per squarciare il velo.

Ce lo hanno spiegato geniali filosofi tedeschi, francesi, inglesi, raffinati pensatori di questo meraviglioso continente che ha saputo costruire un invidiabile modello di civiltà


http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2014/03/squarciamo-il-velo-e-tuffiamoci-nel.html