Il post del capo politico dopo lo strappo dei 15 eletti a Palazzo Madama: "Non potranno più far parte del gruppo parlamentare del MoVimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo."
Chi nel M5s ha votato No alla fiducia al governo di Mario Draghi, sarà espulso dal Movimento. Ad annunciarlo ufficialmente è stato il capo politico Vito Crimi con un post su Facebook, rivolto ai 15 senatori che ieri sera hanno deciso di votare contro il nuovo esecutivo e di fatto sono andati contro l’indicazione degli iscritti. Ma la decisione è destinata a provocare un terremoto, soprattutto in vista del voto a Montecitorio dove i numeri potrebbero essere simili (si parla di una forbice di 15-30 deputati che sarebbero pronti a seguire i dissidenti). I neo espulsi però contestano la decisione e promettono battaglia tra ricorsi e proteste. La senatrice Barbara Lezzi, forte di una vicinanza con Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista, ha replicato dicendo che non è stata espulsa. E anzi ha rilanciato: “Mi candido al comitato direttivo”. Questa è solo l’ultima puntata di una lunga serie di scontri: solo ieri infatti, gli iscritti hanno dato il via libera alla modifica dello Statuto e quindi all’abolizione del ruolo di capo politico. Un voto che secondo Lezzi (e Casaleggio) avrebbe dovuto essere applicato immediatamente, procedendo all’elezione dei 5. E solo l’intervento di Beppe Grillo, arrivato ieri in serata, ha frenato la corsa: è un momento troppo delicato per procedere al rinnovo della leadership, per ora resta Crimi.
Beppe Grillo rilancia il patto verde – Proprio nel pieno delle polemiche interne. Il garante del Movimento 5 stelle ha rilanciato sul sul Blog un post della senatrice Patty L’Abbate che parla della “transizione ecologica”: “Siamo nell’era della resilienza, dell’antropocene, e dobbiamo necessariamente effettuare un salto quantico, passare da un regime di equilibrio (che realmente non lo è più) a un altro e l’unità, il patto verde, è l’unica strada. La transizione ecologica è proprio questo, un processo necessario di trasformazione a livello tecnologico, economico, ecologico, socio-culturale e istituzionale, scale che si influenzano e si rafforzano vicendevolmente, è un processo sistemico che tiene conto della complessità della natura, e che deve concentrarsi sulle interazioni e le interconnessioni tra il sistema economia ecologico e sociale”.
L’annuncio di Vito Crimi -“I 15 senatori che hanno votato No alla fiducia saranno espulsi”, ha scritto su Facebook Vito Crimi. “Ieri al Senato il M5s ha votato Sì. Non lo ha fatto a cuor leggero, è evidente. Ma lo ha fatto con coerenza, nel rispetto dell’orientamento emerso in seguito all’ultima consultazione, dove la maggioranza dei nostri iscritti si è espressa a favore. E lo ha fatto con coraggio, assumendosi la responsabilità di una scelta che non guarda all’interesse esclusivo del Movimento o al facile consenso, bensì agli interessi di tutti i cittadini italiani e della nostra comunità nazionale. Quello di chi ha votato sì è un voto unitario, una responsabilità collettiva, non del singolo”. Continua Crimi: “I compromessi con sé stessi, con i propri credo, convinzioni e valori, sono quelli più difficili”, si legge. “Riuscire ad affrontarli e sostenerli per il bene di un Paese che sta vivendo il momento più difficile della sua storia recente non è una sconfitta, è un valore aggiunto in termini di etica e dignità. I 15 senatori che hanno votato no sono venuti meno all’impegno del portavoce del Movimento che deve rispettare le indicazioni di voto provenienti dagli iscritti”, continua il capo politico ad interim. “Tra l’altro, il voto sul nascente Governo non è un voto come un altro. È il voto dal quale prendono forma la maggioranza che sostiene l’esecutivo e l’opposizione. Ed ora i 15 senatori che hanno votato no si collocano, nei fatti, all’opposizione”, si legge ancora nel post. “Per tale motivo non potranno più far parte del gruppo parlamentare del MoVimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo. Sono consapevole che questa decisione non piacerà a qualcuno, ma se si pretende rispetto per chi la pensa diversamente, lo stesso rispetto si deve a chi mette da parte le proprie posizioni personali e contribuisce al lavoro di un gruppo che non ha altro obiettivo che quello di servire i cittadini e il Paese”.
Chi ha votato contro – Ieri tra i 40 voti contrari al governo Draghi, 15 sono arrivati da senatori del M5s. Voti che arrivano anche da alcuni big come l’ex ministra per il Sud, Barbara Lezzi, e il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra. A loro si sono uniti Rosa Abate, Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Fabio De Micco, Silvana Giannuzzi, Bianca Laura Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Matteo Mantero, Vilma Moronese, Cataldo Mininno e Fabrizio Ortis. Un numero più alto rispetto a quello anticipato alla vigilia, ma che si ferma a metà rispetto alle previsioni di poco meno di una settimana fa quando ci si aspettava uno strappo di quasi 30 persone. Sicuramente a cambiare gli equilibri ha contribuito l’adesione di nomi della prima guardia come Morra, che fino all’ultimo sembrava invece orientato all’astensione.
Lezzi, poco dopo l’annuncio ha rilanciato: “Ho appena letto il post del reggente perpetuo in cui comunica l’espulsione dal gruppo parlamentare dei 15 senatori, tra cui ci sono anche io, che ieri non hanno dato la fiducia al governo Draghi. Ho preso la decisione. Mi candido a far parte del comitato direttivo del M5s (da cui non sono espulsa)”, ha scritto su Facebook. “Credo che il 41% degli iscritti contrari ad allearsi con tutti, compresi Berlusconi, Salvini e Renzi, debbano essere rappresentati. Sono convinta, inoltre, che se il quesito fosse stato riproposto, come lo statuto prevede, quel 41% sarebbe stato più alto. Auspico, quindi, la massima serietà nel percorso che porta alle candidature e l’urgenza necessaria a sbloccare l’azione del M5s. Coraggio”.
“Penso di aver fatto qualcosa che certamente non mi mette a mio agio, però ci sono situazioni in cui bisogna anche rimanere soli. Se sono pronto all’espulsione? Adesso vedremo, io mi sento M5s fino al midollo. Non ci sono problemi, bisogna andare avanti e avere il massimo rispetto delle posizioni di tutti”, ha detto in mattinata il presidente dell’Antimafia. “Non rilascio dichiarazioni, ma le dico con chiarezza che faremo ricorso”, spiega invece Elio Lannutti. Secondo l’agenzia Adnkronos alcuni dei senatori espulsi stanno valutando di adire le vie legali, ricorrere al giudice contro quella che reputano un’ingiustizia. Che potrebbe indurli, tra le altre cose, a chiedere un risarcimento per danno di immagine. “C’è il quesito ‘truffaldino’ che è stato sottoposto alla base -dice uno dei senatori -ma anche una serie di altre questioni. Per dirne una: il nostro Statuto mette nero su bianco che il voto di fiducia va dato a un premier espressione del Movimento, vi sembra che Draghi lo sia?”.