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domenica 4 luglio 2021

IA, l’Italia ha il suo primo Dottorato nazionale.

 

Promosso dal MUR e coordinato da CNR e Università di Pisa, riunisce 61 università e mette in campo 177 borse di studio. È la prima volta.

Promuovere l'alta formazione sull'intelligenza artificiale, costruire una comunità di giovani ricercatori distribuita su tutto il territorio nazionale che porti innovazione nel mondo della ricerca e in quello dell'industria italiane, creare una vera e propria rete italiana di centri di ricerca su un tema così strategico per il futuro del paese e dell'Europa: sono questi gli obiettivi del primo Dottorato nazionale in intelligenza artificiale.

Il progetto promosso dal MUR e coordinato dal CNR e dall’Università di Pisa, si basa su una rete formata da 5 atenei capofila, da Torino a Napoli passando per Roma e Pisa, che coinvolge 61 università e centri di ricerca sparsi per tutta Italia che ospiteranno la formazione dei dottorandi. Marco Conti, direttore dell’Istituto di Informatica e Telematica di Pisa, è il responsabile scientifico CNR per il progetto di dottorato nazionale.

Sono 177 le borse di studio messe a disposizione per il primo ciclo di questa importantissima operazione formativa: una vasta rete di futuri ricercatori, innovatori e professionisti che al termine dei tre anni di percorso saranno specializzati sia nelle tematiche di punta della ricerca sull'AI che nei settori applicativi, allenati ad avere una visione integrata e articolata dell’ecosistema delle tecnologie e delle soluzioni AI e in grado di affrontare i problemi con un approccio sistemico e multi-disciplinare, sia nel mondo della ricerca che in quello dell’impresa.

Il modello organizzativo sfrutta una struttura coordinata orizzontale/verticale: tutti i dottorandi parteciperanno a esperienze e attività formative multidisciplinari comuni, per poi concentrarsi sull'area di specializzazione scelta. Le cinque aree sono state individuate nei settori strategici di sviluppo e applicazione dell'intelligenza artificiale:

- Salute e scienze della vita, con capofila l'Università Campus Bio-Medico di Roma: intelligenza artificiale, IoT e biorobotics per promuovere la medicina di precisione, una medicina sempre più predittiva, preventiva, personalizzata e partecipativa.

- Agricoltura (agrifood) e ambiente, capofila l'Università degli Studi di Napoli Federico II: l’intelligenza artificiale per fronteggiare le incertezze legate al cambiamento climatico e la variabilità dei fattori che determinano la produzione primaria.

- Sicurezza e cybersecurity, capofila la Sapienza Università di Roma: applicazione delle tecniche di intelligenza artificiale per la sicurezza dei sistemi informatici e la sicurezza delle infrastrutture , la cyber intelligence, la protezione della privacy.

- Industria 4.0, capofila il Politecnico di Torino: robotica, manutenzione preventiva, automatizzazione dei processi, analisi dei dati per migliorare la produzione ed aumentare la competitività.

- Società, capofila l'Università di Pisa: l’intelligenza artificiale e la data science per lo studio della società e della complessità dei fenomeni sociali ed economici quali, ad esempio, la mobilità umana e la dinamica delle città, le migrazioni ed i loro determinanti economici, la formazione e la dinamica delle opinioni e delle conversazioni online, e l’impatto sociale dei sistemi AI.

Marco Conti commenta così l’apertura del bando: “Il dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale ha raggiunto l’importante obiettivo di mobilizzare le risorse delle università e degli enti di ricerca nazionali per realizzare uno dei programmi di dottorato sull’intelligenza artificiale più grandi ed ambiziosi a livello mondiale, in grado di formare una generazione di dottori di ricerca per guidare la transizione digitale del Paese.

La struttura a rete basata su cinque hub, con il coordinamento del CNR e dell’Università di Pisa, ha consentito di mettere a sistema le eccellenze del Paese in questo settore e allo stesso tempo di garantire un’ampia copertura del territorio nazionale. Una struttura che rappresenta un modello virtuoso per guidare il rilancio del Paese, attraverso il PNRR, investendo sulle eccellenze ma riducendo allo stesso tempo il digital divide.

Uno dei temi trasversali più importanti per l’intero dottorato è quello della Trustworthy AIl’intelligenza artificiale “degna di fiducia”, l’elemento che caratterizza la strategia dell’Unione Europea per l’AI: i dottorandi seguiranno corsi dedicati a etica, equità, correttezza, sicurezza, giustizia, accettazione sociale dell’intelligenza artificiale, oltre a concentrarsi sullo sviluppo di una AI sostenibile e che possa aiutare la società europea a raggiungere i Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030 dell’ONU.

ANSA

venerdì 31 marzo 2017

Il ministro Madia deve dimettersi.



Un'inchiesta del "Fatto Quotidiano" ha documentato che la tesi di dottorato del ministro Marianna Madia contiene intere frasi plagiate da opere di altri autori. Comunque si vogliano conteggiare le percentuali di testo non originale è un fatto molto grave, ed è gravissimo che i grandi giornali italiani non se ne stiano occupando.
Perché qui non si tratta di quantità: si tratta di qualità, si tratta di etica.
Il plagio, anche di una sola pagina, non è consentito dalle regole della comunità scientifica internazionale. Il ministro tedesco dell'istruzione, Annette Schavan, aveva plagiato parti della sua tesi di dottorato: il titolo le è stato revocato dall'università di Düsseldorf dove lo aveva conseguito, e il ministro ha presentato subito le proprie dimissioni.
Anche il codice etico dello stesso IMT di Lucca, dove la Madia ha conseguito il dottorato, correttamente definisce come plagio "la presentazione delle parole o idee di altri come proprie", specificando che rientra in questo comportamento anche l'"appropriarsi deliberatamente del lavoro di altri o non citare correttamente le fonti all'interno del proprio lavoro accademico". Per questo appaiono sconcertanti le dichiarazioni del prof. Pietro Pietrini, direttore dell'IMT, per il quale si tratterebbe della dimenticanza di "quattro parentesi" e di critiche dettate da una "ossessione delle citazioni". Altro che ossessione! Lo strumento della rete è stato usato dalla dottoranda in modo intellettualmente scorretto e inconciliabile con l'etica della ricerca.
Ora, questo comportamento – in sé grave e censurabile – diventa gravissimo quando riguarda chi ora è un ministro della Repubblica. Ed è politicamente insostenibile quando riguarda un ministro che ha proposto una riforma della Pubblica Amministrazione che brandisce il vessillo della "meritocrazia" e si propone la caccia ai "furbetti".
Ora la ministra Marianna Madia ha la possibilità di migliorare davvero la Pubblica Amministrazione: dimettendosi.
Il consiglio di Presidenza di Libertà e Giustizia
Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare, Roberta De Monticelli, Paul Ginsborg, Tomaso Montanari, Valentina Pazè, Elisabetta Rubini, Salvatore Settis, Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky