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giovedì 4 aprile 2019

M5S, ecco i 12 comandamenti per il “manuale anti-Lega”. - Stefano Feltri



NEL MOVIMENTO CIRCOLA LA LISTA CON TUTTI GLI ARGOMENTI DA USARE CONTRO L’ALLEATO TRA GLI ALTRI CI SONO REDDITO, TRIVELLE, VITALIZI, FAMIGLIA, CINA.

La campagna elettorale per le Europee è davvero partita: almeno per un paio di mesi, Lega e Movimento Cinque Stelle saranno avversari, oltre che sodali di governo. Per riprendere la scena, però, Luigi Di Maio e i suoi devono tentare un’impresa ardua: ribaltare la percezione diffusa che in questi mesi i Cinque Stelle abbiano pagato i costi dei compromessi mentre la Lega otteneva soltanto vittorie. Dentro il M5S circola in questi giorni un documento strategico che verrà studiato da tutti i parlamentari da talk show e riletto prima di ogni intervista ai giornali. Sono i dodici comandamenti della riscossa grillina, i “temi su cui il M5S ha imposto la linea alla Lega”.

Il primo comandamento, come ovvio, riguarda il reddito di cittadinanza. Non si tratta di rivendicare l’abolizione della povertà, quanto del fatto che Matteo Salvini si è dovuto piegare: prima considerava “culturalmente sbagliato pagare la gente per stare a casa”, alla fine ha dovuto votarlo. Anche il decreto Dignità è passato “nonostante gli scossoni per la Lega, criticata in estate dal ceto imprenditoriale del Nord”.

Poi ci sono le trivelle, punto delicato nei rapporti Lega-M5S ma anche tra M5S e territorio: “La Lega è pro-trivellazioni. Con l’operazione M5S aumentano di 25 volte i canoni per le concessioni delle trivelle. Sospese per 18 mesi, nelle more dell’adozione di un piano nazionale, le ricerche di idrocarburi”.

I due comandamenti successivi del manuale anti-Salvini dovrebbero aiutare i parlamentari pentastellati a scalare gli specchi più scivolosi. Perché sul Tav Torino-Lione il M5S ha poco da rivendicare, visto che l’opera non è stata cancellata e la società costruttrice ha fatto partire i bandi per i lavori. La linea è dunque questa: “La Lega avrebbe fatto ripartire i cantieri senza discussioni, il M5S ha imposto una sospensione senza penali”. Anche sulla riforma della prescrizione per ora c’è poco di concreto, tutto è stato rimandato. Linea ufficiale: “Sulla prescrizione il M5S è arrivato a un’intesa con la Lega, inizialmente ostile”.

Molto più battaglieri i due comandamenti sui temi di bandiera per il Movimento. I tagli alle pensioni d’oro e ai vitalizi sono avvenuti anche se “la Lega era contraria”. E Salvini si è piegato perché “Il M5S ha fatto leva sulle risorse che servivano alla Lega per finanziare quota 100”. Stessi toni sulla legge “Spazzacorrotti”, passata “nonostante non sia nel dna della Lega, includendo anche le norme per la maggiore trasparenza rispetto ai finanziamenti ai partiti”. Viene omesso il dettaglio che subito dopo, però, la Lega ha ottenuto che gli appalti fino a 150.000 euro possano essere assegnati senza gare e certificazioni antimafia.

I comandamenti anti-Salvini invitano a rileggere anche episodi recenti. La cittadinanza italiana assegnata a Rami, il ragazzino egiziano che ha contribuito a salvare i 51 studenti sul bus dirottato a Milano, viene presentata come una vittoria del M5S: la proposta è partita da Di Maio e Salvini era ostile, “poi però la Lega si piegata sulla posizione del Movimento”. Stessa rivendicazione sul congresso delle famiglie di Verona: il M5S e il premier Giuseppe Conte hanno fatto “pressing” così da revocare il patrocinio di Palazzo Chigi all’iniziativa, in contrasto con il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, leghista.

Non poteva mancare la Cina. Con la visita di Xi Jinping tutti gli schemi si sono ribaltati: gli anti-globalisti Cinque Stelle si sono scoperti filo-cinesi, i filo-russi leghisti sono diventati anti-cinesi per provare a essere filo-americani, il tutto mentre pure i Cinque Stelle tentavano agganci con gli Usa. Un pasticcio che ora il M5S riassume così: “La Lega aveva sollevato dubbi sul dossier. Alla fine – grazie alla spinta propulsiva del M5S – i protocolli sono stati firmati, sono stati fugati i dubbi sulla sicurezza nazionale (golden power), l’Italia ha anticipato tutti. E i ministri della Lega hanno dovuto ammettere la bontà dell’accordo spinto da Di Maio-Conte”.

La strategia di comunicazione è pronta. Ora resta la parte più difficile: convincere gli elettori.


https://infosannio.wordpress.com/2019/04/04/m5s-ecco-i-12-comandamenti-per-il-manuale-anti-lega/

sabato 19 gennaio 2019

LA MUMMIA C’È. IL RITORNO DI SILVIO BERLUSCONI. - Tommaso Merlo

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L’hanno ritirata fuori dal sarcofago. La mummia si muove ancora, è la testa che è compromessa. Marasma senile. Ha visioni dall'oltretomba. Vede comunisti ovunque e delira che “vuole andare in Europa dove manca il pensiero profondo del mondo”.
Già, peccato che l’unico “pensiero profondo” della mummia sono sempre stati i cazzi propri. Fin da quando ha visto la luce nel lontano 1943. Non era ancora iniziata la Seconda Guerra Mondiale e in Unione Sovietica imperava Stalin. Preistoria per i comuni mortali. Infanzia per la mummia di Arcore. Sono passati 82 anni suonati. Una vita in fuga impreziosita da pagine ormai epiche.
Come quando negli anni settanta trovò tonnellate di soldi sugli alberi e divenne ricco sfondato per grazia ricevuta. In Russia comandava Breznev e imperversava la Guerra Fredda. A quel tempo di comunisti ce n’erano eccome in giro, ma la mummia aveva ben altro per la testa. Pararsi il culo. Si sentiva in pericolo e pensò bene di corrompere i cattivi. Pagando la mafia. In contanti. E via. In una fuga sempre più serrata, dalla galera. Fino agli anni novanta quando la mummia ormai braccata e indebitata fino al collo era ad un passo dal baratro. Doveva pararsi il culo, ancora.
Questa volta pensò bene di corrompere la democrazia italiana. Scese in campo e trasformò il parlamento nel suo studio legale e Palazzo Chigi in un ufficio Mediaset. Roba da terzo mondo ma che funzionò. Fece saltare i suoi processi uno dopo l’altro e lucrò al meglio sul mega conflitto d’interessi.
Erano gli anni in cui in Russia Gorbaciov archiviava il comunismo con la perestroika, ma fu proprio in quel periodo che la mummia cominciò a vedere comunisti ovunque. Gli servivano per distrarre i telecittadini mentre la mummia si dedicava al suo “pensiero profondo” e cioè i cazzi propri.
Colpa di un paese allo stremo, colpa di opposizioni inette e complici, ma saranno solo i posteri a capire davvero come abbia fatto la mummia ad umiliare la democrazia italiana per quasi vent’anni. Una vergogna epocale.
Decenni di beghe legali e alla fine la mummia ha fatto la fine di Al Capone. Incastrata per grane col fisco. Ma niente gattabuia. Solo il titolo ufficiale di delinquente.
Siamo ai giorni nostri e la fuga continua. Deve continuare. Sono arrivati al potere i “grillini” e in Russia comanda il suo amico Putin ma lui vede comunisti ovunque. Tutta colpa di quel dannato marasma che gli è scoppiato in testa. Non sa più quello che dice anche se il perché continua a fuggire lo sa eccome. Pararsi il culo, come sempre.
Ha il terrore che i comunisti a 5 stelle facciano una legge sul conflitto d’interessi e che la sua ditta finisca addirittura sul mercato, senza protezione politica. Roba da non credere. I soliti comunisti illiberali. Ormai siamo alla farsa.
La mummia esce dal sarcofago e blatera il programma per le europee. Pannolone per tutti e agevolazioni fiscali sui corredi funerari. Risate che echeggeranno in tutta Europa dove uno come Berlusconi non avrebbe mai messo piede in parlamento, in compenso in galera ne avrebbe messi due.
Non resta che assistere al penoso spettacolo. Con le sue badanti che trascinano la mummia a sbavare di qua e di là. Non resta che cogliere il lato positivo di questa penosa epopea. La mummia sulla scena politica servirà a ricordare a tutti l’inferno da cui stiamo cercando di uscire. Servirà come monito a non mollare mai la difficile strada del cambiamento. Ormai la mummia va solo compatita, presto tornerà nel suo sarcofago. Per sempre.>> (Tommaso Merlo)