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venerdì 27 ottobre 2023

Halloween. - Laura Sapienza

Mia figlia Laura, in risposta a chi definiva la festa di Halloween un'americanata, ha risposto cosi':

...gentilissimo, in realtà è una festa antica e di bellissime origini. Ciò che non c'entra nulla è proprio la copia cristiana! l’origine di Halloween ha radici ancora più profonde e lontane: secondo alcune teorie, infatti, non si tratterebbe di una tradizione cristiana ma piuttosto celtica. Halloween prenderebbe origine dall’antica festa di Samhain, una sorta di capodanno celtico che separava il periodo estivo da quello invernale. La festa di Samhain durava un’intera settimana durante la quale, secondo le credenze dell’epoca, il mondo terreno e quello dell’aldilà potevano incontrarsi.
Quando i romani conquistarono le terre celtiche, piano piano eliminarono tutte le feste pagane, considerate opera del diavolo, e nel momento in cui fu istituita ufficialmente la festa di tutti i santi i popoli che continuavano a festeggiare l’antico Samhain spostarono al 31 ottobre la ricorrenza.
Fu solo nel corso dell’Ottocento, in seguito alla grande migrazione di irlandesi verso gli Stati Uniti, che le celebrazioni di Halloween si diffusero nel nuovo continente e presero la forma che tutti noi oggi conosciamo (e importiamo!). la zucca con la luce al suo interno, veniva esposta sull'uscio per indicare la strada ai cari defunti . Dolcetto o scherzetto, nasce dal fatto che spesso, le fate dei boschi, impedivano il cammino, essendo di natura dispettosa ( già! Non esistono le dolci fatine!! ), venivano lasciati loro dei dolci per rabbonirle . Spero d'essere stata utile.

Foto: Ringraziamenti: Image by Hansuan_Fabregas
Copyright: Hansuan_Fabregas








mercoledì 15 settembre 2021

Da Pontida alla Sicilia, Salvini vuoto a perdere. - Giacomo Salvini

 

Crisi La festa sul “pratone” saltata e il fallimento del partito “nazionale”: pochissime liste nel Sud.

Domenica scorsa sul pratone di Pontida è tornata la gente. Ma stavolta non c’erano bandiere della Lega. Solo uno sparuto gruppo di militanti del “Grande Nord”, il movimento che si ispira agli ideali della secessione e che alle prossime Amministrative sostiene Gianluigi Paragone nella corsa a sindaco di Milano, con tanto di striscioni e magliette inneggianti al “Nord libero” e alla “indipendenza della Padania”. Quest’anno, per il secondo di fila, nello storico pratone dell’alta bergamasca la Lega di Matteo Salvini non si è fatta vedere. La festa è saltata senza dare tante spiegazioni ai militanti. Non era mai successo nella storia del partito. Il raduno era stato annullato in passato solo durante tre drammatici momenti del partito: nel 2004 per l’ictus che colpì Umberto Bossi, nel 2006 dopo la sconfitta al referendum costituzionale e nel 2012 dopo le dimissioni del Senatùr in seguito agli scandali di famiglia. Nel 2020 è stata la paura del Covid a far annullare il grande raduno nazionale del Carroccio lanciato nel 1990 da Bossi, ma quest’anno no. Quest’anno gli eventi all’aperto si potevano organizzare. E invece in via Bellerio hanno deciso di lasciar perdere. Troppo alto il rischio del flop di partecipazione, ma soprattutto troppo alto il rischio di contestazioni contro il segretario e contro il governo Draghi. E dunque addio alle ampolle, ai druidi, ai vichinghi, a Miss Padania, al Leone di San Marco e in epoca più recente al tricolore, alle truppe cammellate dal Sud, alle bandiere della Russia e a quelle blu di “Noi con Salvini”. Niente di niente. Nel 1167 a Pontida i comuni del Nord sancirono l’alleanza contro il Sacro Romano Impero di Federico Barbarossa. Oggi Barbarossa rischiava di essere Draghi, quindi meglio non far niente.

Sopra il poil rischio della débâcle alle urne.

Disertare Pontida è un fatto, ma anche un simbolo. A cui si aggiungono le fosche previsioni delle prossime Amministrative: al Nord il rischio di perdere le grandi città – Milano, Bologna e Varese – è molto alto e Salvini se ne sta accorgendo perché ovunque vada trova piazze mezze vuote. I presidenti delle Regioni sopra il Po – Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e Attilio Fontana – lo sanno e in caso di débâcle chiederanno a Salvini i congressi regionali. Ma non c’è solo Pontida. Dove le feste sono state organizzate – smentendo la motivazione del “non si può fare perché c’è la pandemia” – sono andate male. Anzi, malissimo. A Bologna il 4 e 5 settembre è stata organizzata una kermesse a La Montagnola, dove un tempo il Pci allestiva le feste dell’Unità. Poca gente, poco entusiasmo, molti militanti venuti solo per mangiare o addirittura per vaccinarsi perché fuori dalla festa era stato allestito uno stand con 200 dosi di Pfizer e Johson&Johnson. Anche a Formello, periferia nord di Roma, la festa “Itaca” organizzata da Claudio Durigon e dal senatore Francesco Giro è stata un mezzo flop. Aperta il 3 settembre da Salvini hanno partecipato tutti gli esponenti di governo del Carroccio, ma nessuno se n’è accorto.

Fuga dai comuni sotto Roma la lista in una città su 3.

Se al Nord la Lega rischia grosso, le previsioni al sud sono ancora più nere. Nonostante i proclami di Salvini, che nel dicembre 2019 inaugurava il percorso del partito nazionale, sotto Roma oggi la Lega è ancora un partito fantasma. Non si è strutturato, ha poche sedi a macchia di leopardo e alle prossime Amministrative presenterà una propria lista – sotto forma di “Lega” o come “Prima l’Italia” – in poco più di un comune su tre sopra i 15 mila abitanti: solo 20 su 54. Se invece allarghiamo la mappa a tutti i municipi al voto nel Meridione – compresi quelli più piccolo – il dato diventa ancora più impressionante: solo nel 5% dei casi è stata presentata una lista del Carroccio. Il caso più emblematico è quello di Napoli dove la lista leghista “Prima Napoli” in sostegno a Catello Maresca è stata esclusa lunedì per la presentazione in ritardo. Episodio che ha fatto imbufalire candidati e militanti e imbarazzare Salvini e Giancarlo Giorgetti che nei giorni scorsi hanno annullato due eventi elettorali in città. “Qualcuno vuole far fuori Maresca”, ha detto il segretario evocando il complotto contro l’ex pm che adesso rischia addirittura di essere superato dall’ex sindaco Antonio Bassolino. Gode invece Giorgia Meloni, che nel capoluogo partenopeo avrebbe voluto far correre Sergio Rastrelli.

Ma il caso di Napoli non è isolato. In Campania, regione su cui Salvini aveva investito molto, la Lega corre solo in 4 grandi Comuni su 16 – Benevento, Caserta, Salerno e Melito di Napoli – e ha deciso di disertare quasi ovunque: da Eboli ad Afragola, da Gragnano a Santa Maria Capua Vetere, da Sessa Aurunca a Battipaglia e Frattaminore. Male anche in Puglia: qui è presente in 5 grandi comuni su 14 e ha deciso di disertare in città come Adelfia, Gallipoli, Nardò, Noicottaro e Grottaglie. In Basilicata e Molise la Lega schiera una lista solo a Melfi e Isernia, mentre in Calabria solo a Cosenza ma non è presente a Siderno (Reggio Calabria). L’unica regione dove il Carroccio si presenta ovunque è l’Abruzzo: qui c’è una lista in 5 Comuni su 5 al voto.

Classe dirigente Imbarcati Cuffaro e altri ras siculi

Malissimo invece in Sicilia da dove è partito l’assalto della Lega al Sud. Salvini negli ultimi mesi è sbarcato più volte sull’isola per lanciare la candidatura di un leghista per il dopo Musumeci alle regionali del 2022. Ma il test delle Amministrative si annuncia già fallimentare. Qui si vota tra il 10-11 e il 24 ottobre e quindi le liste devono ancora essere presentate ma, sui 43 Comuni al voto, il Carroccio non si presenterà in 35. Tra le città più grandi correrà solo a Favara, Adrano e Caltagirone. Qui, nel catanese, la coalizione di cui fa parte anche la Lega che sostiene il forzista Sergio Gruttadauria ha deciso di imbarcare anche la Dc di Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Sicilia che ha scontato una condanna a 7 anni per favoreggiamento alla mafia. Per lanciare l’opa sull’isola Salvini ha bisogno anche di imbarcare riciclati e ras delle preferenze e quindi, dopo l’arrivo di cinque tra parlamentari e consiglieri regionali tra cui l’imputato Luca Sammartino da Italia Viva, la Lega ufficializzerà l’arrivo anche del deputato ex FI, oggi renziano, Francesco Scoma, indagato ad Agrigento come responsabile della campagna elettorale di Gianfranco Miccichè per l’inchiesta sulla società “Girgenti Acque”. Per vincere, questo e altro.

ILFQ

lunedì 3 maggio 2021

Festa Inter in Duomo, la preoccupazione degli esperti. Pregliasco: “Rischio di un aumento dei contagi”. Galli: “Si è perso controllo ovunque”.

 

Gli assembramenti dei tifosi a Milano allarmano il coordinatore del Cts Locatelli: "Non possiamo permetterci queste immagini, così non si onorano i 121mila morti". Il virologo Pregliasco: "Speriamo che i guai siano pochi". Il primario Galli: "Incoscienza". Il governatore Fontana: "Era prevedibile". Il sindaco Sala per ora tace, mentre sulle sue pagine social i cittadini lo accusano: "Incompetenza ingiustificabile, si dimetta".

Circa 30mila persone per le strade di Milano, la maggior parte accalcate in piazza Duomo per la festa scudetto dell’Interpoche mascherine, sicuramente nessun distanziamento. Immagini che “assolutamente non possiamo permetterci”, avverte Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts. Una preoccupazione condivisa da diversi esperti, che ora temono un nuovo aumento dei contagi nel capoluogo lombardo e un meccanismo che porti al “liberi tutti” generale, per usare la parole di Massimo Galli, a un mancato rispetto delle misure anti-Covid. “La gioia si può comprendere – ragiona Locatelli a Sky Tg24 – ma deve prevalere il senso di responsabilità e i 121mila morti devono averci insegnato qualcosa. Onorare la loro morte vuol dire evitare assembramenti”. Per il virologo Fabrizio Pregliasco il rischio di un aumento dei contagi è concreto: “Speriamo che i guai siano pochi perché comunque all’aperto sappiamo che il rischio è ridotto – dice all’Adnkronos – però cantare per lungo tempo diventa un elemento di rischio. Non vedremo subito questi effetti, speriamo che possa esserci solo un piccolo rigurgito di rialzo dei contagi, però il rischio c’è“. Le ragioni stanno nell’attuale situazione della pandemia in Italia, visto che la situazione non è ancora sotto controllo e occorre quindi non abbassare la guardia. Per Galli, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco, il punto è proprio questo: nel weekend “non ci sono state solo manifestazioni di una tifoseria, svolte con pericolosi assembramenti all’aperto. Ma c’è stata la perdita di controllo delle minime misure: ieri (domenica, ndr) gli assembramenti erano ovunque“.

Intanto, dopo le critiche arrivate dal segretario generale di Confcommercio Milano, Marco Barbieri, anche sui social network le accuse sono soprattutto per il sindaco di Milano, Beppe Sala, per la gestione di una situazione che, a detta di molti, “poteva essere prevista“. Nonostante la vittoria dello scudetto da parte dell’Inter fosse una possibilità concreta (dipendeva solamente dal risultato dell’Atalanta, in campo nel pomeriggio di domenica), in piazza Duomo non sono stati previsti varchi né controlli. Il primo cittadino per ora tace. “Era probabile che eventi del genere si potessero verificare. L’importante è che non si verifichino più”, commenta invece il presidente della Regione, Attilio Fontana. “Bisogna chiedere alle persone il rispetto delle misure di sicurezza, perché onestamente queste scene rischiano di essere un po’ pericolose. Mi auguro e spero che non aumentino i contagi, ma questo lo potremo dire tra due settimane“, aggiunge il governatore.

L’analisi di Galli – La festa dell’Inter? “L’imprudenza non ha colore, l’incoscienza ha tutti i colori dell’arcobaleno. E’ chiaro a tutti che questo tipo di manifestazioni sono pericolose“, dice Galli all’Adnkronos, ricordando che abbiamo già sperimentato manifestazioni simili, “abbiamo visto lo scorso anno, quando è stato festeggiato un altro scudetto, in una situazione analoga a questa, nel senso che quando arriva un messaggio che può essere interpretato come ‘liberi tutti‘, le persone vanno oltre”. Il problema, spiega Galli, è che “la pandemia non è risolta. Il vaccino potrà contribuire in modo sostanziale a ridimensionare il problema ma la tranquillità è ancora lontana”.

Le parole di Locatelli – Locatelli a Sky Tg24 sottolinea che in Italia “i casi di Covid sono scesi a 148 ogni 100mila persone, ma la circolazione virale non può essere ancora sottovalutata. C’è un miglioramento ma non può esserci rilassamento rispetto ai nostri comportamenti”. Quindi gli assembramenti di domenica dei tifosi interisti in piazza Duomo sono da evitare, così come “è troppo presto per fare riflessioni sulla possibilità che fra vaccinati si possa non portare la mascherina”. Un rilassamento sarà ipotizzabile “quando crescerà il numero degli immunizzati, sempre in assenza di condizioni di rischio particolari”. Quello della mascherina, aggiunge il coordinatore del Cts, è “un sacrificio minimo, teniamo duro ancora per qualche settimana o qualche mese, per prudenza dobbiamo orientarci all’uso della mascherina anche d’estate”. Poi, conclude, “se i contagi diminuiranno si rivedranno le regole”.

Le critiche a Sala – Regole che però domenica in piazza Duomo sono completamente saltate. Il sindaco Sala, tifoso nerazzurro, non ha ancora fatto commenti. Sulla sua pagina Facebook e non solo in tanti gli hanno scritto indignati: “Sindaco, perché i tifosi dell’Inter possono fare questo casino, e noi comuni mortali dobbiamo rispettare le regole anche per andare a mangiare una pizza?”. “Che senso ha il coprifuoco e le limitazioni per poi permettere un maxi assembramento di persone molte delle quali senza mascherine né distanziamento?”, commenta un altro milanese. “Ma le forze dell’ordine dove sono? Milano è una bolgia in questo momento! Non siete stati in grado di gestire gli assembramenti al Duomo e a Piazza Castello! Una mancanza di rispetto per tutte quelle attività chiuse mesi e mesi! Vergogna!”, scrive un altro cittadino. Infine, c’è anche chi chiede le dimissioni di Sala: “Gentile sindaco. Esattamente che scusa avrebbe per giustificare l’assembramento di oggi? In un paese civile un politico al posto suo si sarebbe già dimesso. Questa incompetenza è ingiustificata e ingiustificabile”.

ILFQ

domenica 2 ottobre 2016

Festa dei nonni.


Io e nonna Concetta lavoriamo a maglia.

E' vero, dei nonni tutti conserviamo un caldo e dolce ricordo.
Io di nonni ne ho conosciuta solo una, quella materna che mi ha fatto anche da madre da quando è morta la mia, sua figlia, e fino all'età di 12 anni, quando mio padre si è risposato.
Di lei ricordo tutto; da lei ho imparato a cucinare, a cucire gli strappi, a lavorare a maglia; quando ero in procinto di partorire è scesa da Roma a Palermo per assistermi. Era una donna eccezionale. Oltre al grande affetto che mi le
ga a lei, provo un rispetto illimitato della sua persona.
Oltre a lei ricordo con affetto anche un'altra nonna, o meglio un surrogato di nonna poichè era la sorella della nonna paterna, morta prima che io nascessi, credo.
Anche di lei, zia Sisina, conservo un dolce ricordo. Ricordo la gioia che provavo quando con nonna Concetta andavamo a trovarla.
Di entrambe ho un ricordo vivo, anche se sono venute a mancare da parecchio tempo; ricordo il loro incedere, il loro volto, i loro gesti usuali.
Loro mi danno ancora tanta forza nei momenti di sconforto.
Mi piacerebbe essere come loro, ma per quanto mi sforzi, non credo di riuscirci, loro 
appartenevano ad un altro tempo, avevano molto meno, ma davano di più.


Nonna Concetta e pronipotino.

Cetta.

venerdì 27 giugno 2014

Cardinali in festa.



E il cardianale Sepe va alla festa di Marinella, mentre arriva il feretro di Ciro Esposito a Scampia.
Bell'esempio. Ascanio Filomarino era un signore al confronto, ai tempi di Masaniello. 

Almeno ci ha lasciato l'altare di Borromini.

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