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mercoledì 21 aprile 2021

Vitalizi ai corrotti: per rimediare allo scandalo, ora Casellati faccia Appello. - Peter Gomez, Antonio Padellaro, Marco Travaglio

 

Ecco il testo della petizione rivolta al presidente del Senato e per suo tramite al Consiglio di presidenza del Senato e ai capigruppo del Senato. Per aderire e firmare la petizione vai su change.org.

Al Presidente del Senato della Repubblica

E per suo tramite

Al Consiglio di Presidenza del Senato

Ai capigruppo del Senato

Oggetto: Petizione al Senato della Repubblica

La Costituzione afferma che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Questo presupposto, troppo spesso dimenticato in Italia, è stato offeso dalla decisione della Commissione Contenziosa dell’Istituzione da Lei presieduta che prevede, a fronte del ricorso del condannato per corruzione Roberto Formigoni, l’annullamento erga omnes della delibera del Consiglio di Presidenza del Senato del 2015 che, in continuità con quanto previsto dalla legge Severino, aveva stabilito la cessazione dell’erogazione del vitalizio per i condannati per reati gravi. Appare pretestuoso, considerando il regime di “autodichia” sempre fortemente difeso dalle Camere, il richiamo alla legge sul reddito di cittadinanza da parte della Commissione Contenziosa, così come l’equiparazione dei vitalizi antecedenti la riforma contributiva alle normali pensioni. Il mandato parlamentare non è paragonabile a un normale rapporto di lavoro, perché non prevede alcun obbligo di prestazione: come Lei ben sa, se un senatore accumula anche più del 90% di assenze, non subisce conseguenze di alcun tipo, diversamente dal mondo reale.

Non sfugge ai cittadini che l’annullamento da parte dell’organo di giurisdizione interna Senato di quella delibera varata dal Consiglio di presidenza della medesima istituzione comporta la ripresa del vitalizio non solo per i condannati per tangenti, ma anche per reati di mafia e terrorismo. Le chiediamo quindi di dare mandato all’Amministrazione per sollevare il doveroso conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato di fronte alla Corte Costituzionale e di ricorrere in appello al Consiglio di Garanzia. Le chiediamo fin d’ora di porre il tema al Consiglio di Presidenza del Senato; nelle more, di sospendere l’esecutività della decisione della Commissione Contenziosa; e infine di farsi parte attiva affinché, in questo momento di grave difficoltà per tutti i cittadini italiani, anziché prodigarsi per i vitalizi, i senatori offrano un contributo di solidarietà sacrificando una parte delle loro indennità.

FIRMA LA PETIZIONE Vitalizi ai corrotti: per rimediare allo scandalo, ora la Casellati faccia Appello

Peter Gomez, Antonio Padellaro, Marco Travaglio

ILFQ

martedì 20 aprile 2021

Una firma contro il vitalizio ai corrotti. - Ilaria Proietti


Privilegi da condannati. Senato, cosa si può fare dopo che il tribunale interno ha restituito l’assegno a Formigoni e Del Turco? Le richieste avanzate dal “Fatto”.

Il Fatto Quotidiano lancia una petizione in modo che i cittadini possano farsi sentire da Maria Elisabetta Alberti Casellati. Fino a convincere il Senato a sollevare un conflitto di attribuzione di fronte alla Corte costituzionale ora che la Commissione contenziosa presieduta dal suo collega di Forza Italia Giacomo Caliendo ha ripristinato il vitalizio per Roberto Formigoni e per tutti gli ex senatori, anche se condannati per reati gravissimi come mafia e terrorismo. Anche a costo di cancellare le regole che lo stesso Senato si era dato dal 2015 e attraverso le quali era stato possibile sospendere l’erogazione dell’assegno agli ex di lusso, ma con la fedina penale sporca, come ad esempio Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri.

Ora invece si rischia di tornare all’antico, grazie a una decisione che fa arrossire e a cui si vorrebbe mettere la sordina.

I partiti In silenzio.

L’appello dell’ex presidente del Senato Pietro Grasso, che ha indicato la strada del conflitto di attribuzione di fronte alla Consulta oltre che quello del ricorso all’organo di appello interno, finora ha avuto un’accoglienza tiepida. Chi ci sta? Quelli di Forza Italia sicuramente no: dicono che Caliendo è stato impeccabile e che la Commissione che presiede “è più di un tribunale. È come la Consulta. Quindi è impensabile il conflitto di attribuzione: il Senato è giudice di se stesso”.

Su Grasso fa melina Fratelli d’Italia. E la Lega? Non pervenuta: il vitalizio pure ai condannati non è un tabù.

È invece possibilista la neo capogruppo del Pd, Simona Malpezzi, ma c’è un ma: “Gli elementi per sollevare il conflitto di attribuzione ci sono ed è buona norma che il Senato tuteli le proprie decisioni”. Anche se poi lascia intravvedere anche un altro scenario: “Il Consiglio di presidenza ha la possibilità di riscrivere bene una delibera, inattaccabile dai ricorsi e coerente con la giurisprudenza di legittimità”.

Ma intanto la delibera sui condannati è diventata carta straccia dopo la sentenza di Caliendo, resa esecutiva con il sigillo di Sua Presidenza Casellati. Che si fa? “Attendiamo di leggere le carte, poi decideremo che fare. Anche se par di capire che i 5Stelle sono vittime di se stessi: se avessero approvato i paletti che avevamo proposto per il reddito di cittadinanza non sarebbe stato possibile ridare il vitalizio ai condannati”, dice il capogruppo di FdI Luca Ciriani facendo eco alle motivazioni adottate dalla Commissione Caliendo. Che intanto però fa festeggiare gli ex senatori con una condanna sul groppone.

L’ineffabile Caliendo.

Del resto Caliendo aveva già tanti fan pure tra quelli a posto con il casellario giudiziale. Già l’anno scorso gli aveva dato di piccone azzoppando il taglio dei vitalizi deciso nel 2018 per ragioni di equità sociale: ora che il vitalizio l’hanno ridato pure ai condannati, attendono più sereni il giudizio di appello affidato alla commissione presieduta dall’altro forzista Luigi Vitali.

Insomma, l’austerità durata una paio d’anni, per Lorsignori condannati e non, pare alle spalle. Ci crede l’avvocato e già deputato azzurro Maurizio Paniz, che dopo la nuova autostrada che si è aperta al Senato già si frega le mani in attesa dell’effetto domino: “Spero che l’annullamento della delibera Grasso venga recepito dagli organi giurisdizionali della Camera per eliminare l’omologa delibera Boldrini, impugnata dal alcuni ex parlamentari, tra cui l’ex ministro Francesco De Lorenzo che io assisto e che ha impugnato oltre quattro anni fa”.

Insomma, l’auspicio è che si torni ai fasti di un tempo e che venga restaurato anche quello che era davvero impensabile, ossia la riapertura dei rubinetti persino a mafiosi e corrotti, con Formigoni che, dimentico di essere ai domiciliari non certo per meriti, ora se la gode ad attaccare quei “manettari rosiconi” dei 5Stelle e pure a dileggiare l’ex “supermagistrato di tutte le Sicilie”, Pietro Grasso. Su cui è partita la controffensiva, dopo l’intervista sui vitalizi che ha rilasciato al Fatto Quotidiano: è stata tirata in ballo persino la sua famiglia e attacchi forsennati si sono registrati da parte di Forza Italia dopo che l’ex procuratore Antimafia ha denunciato l’operato della Commissione Caliendo.

La lega Volta faccia.

“La Contenziosa si è attribuita il potere di annullare erga omnes una delibera del Consiglio di Presidenza. Poteva farlo? A nostro avviso no”, dice il capogruppo del M5S, Ettore Licheri. Affonda la lama Paola Taverna: “La verità è che si vogliono riprendere i vitalizi, e questo è un problema politico prima che giuridico”, ha detto ieri la pentastellata al Fatto, che ha chiesto a Casellati di sollecitare il Segretario generale di Palazzo Madama perché presenti ricorso in Appello rispetto alla decisione della Commissione contenziosa che “ha un presidente di Forza Italia e altri due membri che appartengono alla Lega. Eppure il Carroccio aveva accompagnato e appoggiato i nostri provvedimenti sui vitalizi. Il problema lo abbiamo posto a tutti pubblicamente, ma rimaniamo gli unici a protestare. Evidentemente una certa classe politica vuole ridarsi i vitalizi”.

Già, la Lega. Matteo Salvini a luglio aveva lanciato una raccolta di firme contro i vitalizi dopo che a Palazzo Madama sempre la Commissione Caliendo aveva bocciato il taglio dei vitalizi: di quella raccolta di firme però non si è saputo più niente.

E ora sul ripristino degli assegni ai condannati, il leghista non ha proferito parola, anzi. Due dei suoi, Simone Pillon e Alessandra Riccardi , come ha ricordato Taverna, hanno vergato assieme a Caliendo e ai due laici, nominati a inizio legislatura dalla Casellati, la sentenza della Commissione contenziosa che fa brindare Formigoni, ma pure tutti gli ex inquilini di Palazzo con la fedina penale sporca. E Salvini muto.

IlFQ