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giovedì 2 dicembre 2021

Berlusconi al Quirinale? No grazie. - Peter Gomez, Antonio Padellaro e Marco Travaglio

 

Ai parlamentari della Repubblica,

il Presidente della Repubblica dev’essere il garante della CostituzioneSilvio Berlusconi è il garante della corruzione e della prostituzione, non solo sul piano giudiziario, mentre la Costituzione l’ha violata prima e dopo il suo ingresso in politica.

Ha prostituito ai suoi interessi privati non soltanto le sue escort, alcune minorenni, ma soprattutto i principi costituzionali che aveva giurato di difendere per ben tre volte da presidente del Consiglio: legalità, giustizia, eguaglianza, dignità delle donne, libertà di stampa, indipendenza della magistratura, libero mercato, equità fiscale, scuola e sanità pubbliche, disciplina e onore, antifascismo.

E’ stato eletto sei volte nel Parlamento italiano e una in quello europeo benché ineleggibile per la legge 361/1957 sui concessionari pubblici. E’ stato condannato in via definitiva per avere frodato il fisco, derubando lo Stato che ora vorrebbe presiedere, occultando immense fortune nei paradisi fiscali.

E, da pregiudicato, pretende di guidare il Csm che decide sulle carriere dei magistrati. Ha abusato dei pubblici poteri per piegare il Parlamento ad approvargli 60 leggi ad personam, alcune bocciate dalla Consulta perché incostituzionali.

Era affiliato alla loggia occulta P2. Ha corrotto parlamentari per ribaltare le sconfitte elettorali. Ha elevato a sistema il conflitto d’interessi, legittimando anche quelli degli altri. Ha sdoganato i peggiori disvalori, facendo pubblico vanto di condotte prima relegate alla clandestinità. Ha trasformato Camera, Senato ed enti locali in stipendifici per i suoi avvocati, coimputati, lobbisti, camerieri, badanti, Papi girl, igieniste dentali. Ha screditato il Parlamento con la mozione “Ruby nipote di Mubarak”.

Ha coperto di vergogna gli italiani con sceneggiate e pagliacciate in giro per il mondo e ha trascinato l’Italia in due guerre criminali contro l’Afghanistan e l’Iraq.

Ha epurato giornalisti e artisti a lui sgraditi, trasformando la Rai in servizietto privato per Mediaset e Forza Italia. Ha usato i suoi manganelli catodici e cartacei per calunniare i migliori magistrati e giornalisti, oltre agli oppositori che ostacolavano i suoi disegni eversivi. Ha più volte elogiato Benito Mussolini. Ha giustificato l’evasione fiscale e varato condoni tributari, edilizi e ambientali. Il suo gruppo, con soldi suoi, ha corrotto politici, giudici, ufficiali della Guardia di Finanza, testimoni.

Il suo braccio destro Cesare Previti è stato condannato definitivamente per due corruzioni giudiziarie. Idem il suo braccio sinistro Marcello Dell’Utri per concorso esterno in mafia. I suoi referenti in Campania e in Calabria, Nicola Cosentino e Amedeo Matacena, sono stati condannati l’uno in appello per concorso in camorra e l’altro in Cassazione per complicità con la ‘ndrangheta. E manca lo spazio per fare la conta dei danni inferti dai suoi tre malgoverni all’economia, alla scuola, alla sanità, all’ambiente, alla cultura, ai diritti civili.

Per queste ragioni chiediamo a tutti i parlamentari di non votarlo alla Presidenza della Repubblica. Anzi, di non parlarne proprio. E, se possibile, di non pensarci neppure.

Firmato:  Peter Gomez, Antonio Padellaro e Marco Travaglio

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/01/berlusconi-al-quirinale-no-grazie-firma-la-nostra-petizione-ai-parlamentari/6411310/

venerdì 5 febbraio 2021

Grazie. - Tommaso Merlo

 

Sono ore di sconforto. Dopo anni a vergognarsi finalmente un premier di cui andare fieri. Poi il complotto. Senza senso, senza pietà. In piena pandemia. Amarezza. Paura di ricadere nel solito squallore di sempre. Nella solita Italia di sempre. Con la politica ad attirare i tafani peggiori. Voglia di andarsene da un paese che sembra non voler cambiare mai. Sono passate poche ore. Il circo mediatico starnazza attorno a Mario Draghi mentre Giuseppe Conte prepara in silenzio le valigie. Ammutolito lui. Ammutoliti i milioni di cittadini che lo stimano e lo vedono uscire di scena senza neanche un perché. Ma un premier come Giuseppe Conte è già un miracolo che abbia retto quasi tre anni in un paese come l’Italia. Tra tradimenti, due governi, fango. Lobby, giornali e avanzi di vecchia politica non gli hanno dato tregua. Fin da quando scese dal taxi bianco. Dubitando del suo curriculum. Ricoprendolo di ridicolo. Tutti a scommettere sullo sfacelo suo e del Movimento che lo ha espresso. L’Italia è così. Ottusa e conformista. Ostaggio delle stesse caste, delle stesse logiche. Un paese che perfino quando emerge un movimento democratico pulito e pacifico lo tratta peggio dei delinquenti e fa di tutto per distruggerlo. Giuseppe Conte era un cittadino prestato alla politica ed era questa la sua colpa. Non essere del giro. Non essere comprabile e manipolabile. Diventato premier Conte ha subito abbassato la testa sulla scrivania dimostrando in breve tempo di che pasta è fatto. Sorprendendo tutti per capacità, efficacia, spirito di sacrificio e soprattutto per risultati. Come se il potere fosse servizio, non un privilegio. Ma l’Italia è così. Non premia il merito, premia i furbi, premia i membri del proprio clan. Amarezza e sconforto. Voglia di andarsene da un paese che sembra non voler cambiare mai. Lobby, giornali, avanzi di vecchia politica. La solita cricca di sempre. Tutti ad accanirsi contro quell’alieno di Giuseppe Conte. Per nulla. Assolutamente nulla. Per decenni hanno sostenuto partiti e politicanti che hanno collezionato scandali di corruzione e di mafia e di massoneria e di prostituzione e raccontato fandonie ai quattro venti trascinando il paese in fondo a tutte le classifiche. E con Giuseppe Conte hanno iniziato a scandalizzarsi per l’ora inoltrata di una conferenza stampa o per qualche aggettivo stonato. Una ipocrisia rivoltante. Un paese senza memoria. Un paese senza faccia. Un paese infarcito di servi e traditori. Sconforto. Per l’uscita di scena di un premier sobrio e perbene. Vanto dell’Italia anche all’estero dopo decenni di pagliacciate e figuracce. Ma l’Italia è così. Vincono i quaquaraquà, vincono gli sbruffoni. I forti sono quelli che urlano e sgomitano. Gli intelligenti sono quelli che fregano il prossimo. L’Italia è così. Un paese dopato di disonestà intellettuale e di una faziosità talmente viscerale da calpestare perfino il buonsenso. Amarezza. Tentazione di mollare e di andarsene altrove. Come fanno tantissimi giovani che emigrano dalla “ricca” Italia alla ricerca di una migliore qualità della vita. Che include non venire umiliati dal degrado morale. Che include non venire oppressi da una cappa asfissiante. La paura è che tutto torni come prima. Con la politica ad attirare i tafani peggiori. Politici che dalla politica prendono e basta. Fama, potere, soldi. Senza dare nulla in cambio se non fiumi di sterili chiacchiere. Paura che la speranza di cambiamento accesa il 4 marzo sia perduta per sempre. Paura che quello a Giuseppe Conte non sia un arrivederci. Ma un addio.

Tommaso Merlo

https://repubblicaeuropea.wordpress.com/2021/02/03/grazie/

mercoledì 3 febbraio 2021

Grazie, Presidente.

 

Grazie, Presidente.
Resterai il mio presidente preferito, grazie di cuore per aver speso parte della tua vita per garantire la mia.
Sei stato un soffio di aria pulita nel mefitico mondo della politica, sei stato la prova che le persone per bene, per quanto siano poche, esistono ancora.
E' durato poco il tuo mandato, ma lo ricorderemo per sempre, con il rimpianto di non averti saputo difendere, come tu hai fatto con noi.
Grazie, Presidente, per averci infuso tranquillità in un periodo di difficoltà, per averci mostrato che un paese si può amministrare con responsabilità ed abnegazione, così come dovrebbe essere sempre,
Grazie, Presidente, le auguro una lunga e bella vita, con gratitudine, una cittadina italiana.

cetta