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venerdì 1 luglio 2016

Emendamenti DDL concorrenza bocciati: l’ennesimo attacco alle rinnovabili? - Roberta De Carolis

ddl concorrenza

DDL concorrenza: il Senato boccia gli emendamenti all’articolo 33-bis ‘Misure in materia di rimodulazione delle componenti fisse e variabili degli oneri di rete e di sistema’, che miravano, stando alle parole di proponenti e sostenitori, a  ridurre gli oneri di sistema a carico dei consumatori e permettere il pieno accesso delle fonti rinnovabili nel mercato.
A gennaio 2018 sarà abolito il mercato di tutela e a quel punto 25 milioni di utenti dovranno scegliere un fornitore, altrimenti si troveranno inseriti nel cosiddetto ‘mercato di salvaguardia’ e per molti questo comporterà l’aumento del costo dell’energia del 40%.
Gli emendamenti all’articolo 33-bis del DDL, sostengono i proponenti, erano stati presentati proprio per frenare gli effetti di tale riforma e favorire fonti di energia alternative a quelle fossili, incentivando in particolare la generazione distribuita con una proporzionalità tra costi ed energia prelevata dalla rete, ma il Senato ha detto no.
È l’ennesimo attacco alle rinnovabili? L’abbiamo chiesto alle associazioni di categoria e a quelle dei consumatori. E mentre il fronte delle rinnovabili, in particolare il fotovoltaico (la tecnologia più consolidata per l’autoconsumo), è unanime sul dissenso, il mondo dei consumatori si divide.
IL FRONTE DELLE RINNOVABILI
Agostino Re Rebaudengo, Presidente asso Rinnovabili:
La bocciatura dell’emendamento al DDL Concorrenza che avrebbe salvaguardato lo sviluppo della generazione distribuita, ponendo un limite allo spostamento degli oneri generali dalle parti variabili alle parti fisse, conferma una volta di più lo scollamento del Governo Renzi tra le parole, improntate al sostegno della green economy, e i fatti, ostinatamente contrari.
Se non si interverrà al più presto, prelevare tanta o poca energia dalla rete non farà più differenza, perché comunque i costi da sostenere non saranno più proporzionati ai consumi. Una mossa senza senso: anziché premiare le imprese che investono in impianti in autoconsumo ed efficienza energetica, il Governo le punisce!
Giorgio Ruffini, Presidente Azione Energia Solare:
É di tutta evidenza che questo governo sta proseguendo imperterrito nella realizzazione di un disegno molto articolato di ostacolo alle rinnovabili e nel contempo di aumento dell’importo delle bollette luce e gas degli italiani. Si tratta di un mosaico subdolo, composto da una serie infinita di tessere, che però sono tutte finalizzate al raggiungimento degli obiettivi sopra citati.
Il primo passo è stato lo spostamento di gran parte dei costi dalla componente energia alla componente fissa, composta da oneri di rete e di sistema.  Questo ha fatto si che, a fronte di una diminuzione del costo dei combustibili fossili di oltre il 50%, l’importo delle bollette degli italiani sia diminuito di quei pochi punti percentuali, sufficienti a consentire al governo di spacciare questa vergogna, come il raggiungimento di un obiettivo prestigioso.
La recente bocciatura degli emendamenti al DDL concorrenza, volti a riequilibrare questi parametri, raggiunge un triplice scopo:
1. Rendere meno conveniente il risparmio energetico, l’autoproduzione di energia ed i sistemi fotovoltaici con accumulo;
2. Consentire grossi guadagni ai produttori di energia fossile a gennaio 2018 quando l’abolizione del mercato di maggior tutela getterà 25 milioni di utenti nelle fauci del “libero mercato” del quale tutto si può dire, fuorché che sia libero;
3. Far apparire meno esoso al consumatore l’aumento del costo della quota energia, che si avrà quando i combustibili fossili ricominceranno a salire
…e intanto gli italiani pagano e tacciono.
I CONSUMATORI CHE DICONO NO
Stefano Zerbi, portavoce Codacons:
Il DDl Concorrenza continua a non convincere i consumatori. Dopo l’assurdità della scatola nera obbligatoria su tutte le automobili che determinerà aggravi di spesa per i cittadini, e l’addio al mercato tutelato nel settore dell’energia, una nuova nube si profila all’orizzonte, alimentata dalla bocciatura dell’emendamento sulle fonti rinnovabili, che avrebbe determinato risparmi in bolletta per le famiglie.
Proprio allo scopo di ridurre gli oneri di sistema a carico degli utenti e facilitare l’accesso delle fonti di energia rinnovabili nel mercato, sono stati presentati alcuni emendamenti al ddl concorrenza, in particolare l’ Art. 33-bis ‘Misure in materia di rimodulazione delle componenti fisse e variabili degli oneri di rete e di sistema’, che tuttavia è stato bocciato nel corso della discussione al Senato.
Il nostro paese resta ancorato alle fonti di energia tradizionali, in primis il petrolio, con costi elevati per le famiglie e ripercussioni sull’ambiente. A differenza di altri paesi europei, l’Italia non ha saputo “rinnovarsi” e, come dimostra il ddl concorrenza, c’è ancora una netta ostilità verso le fonti alternative di energia.
A farne le spese sono soprattutto gli utenti, che, attraverso le bollette, finanziano oneri di sistema e reti di distribuzione e approvvigionamento che nulla hanno a che vedere con il “green”. Ancora una volta in materia di ambiente la classe politica si limita alle belle parole che, purtroppo, non trovano alcun riscontro nella realtà.
I CONSUMATORI DUBBIOSI
Marco Vignola, Responsabile settore Energia e Ambiente Unione Nazionale Consumatori:
La nostra risposta è intermedia, né sì né no. Noi siamo assolutamente favorevoli allo sviluppo e all’aumento della quota di fonti rinnovabili e all’abbandono di un’economia basata sulle fonti fossili, visto quanto questa costa ai consumatori. Come associazione dei consumatori quindi cerchiamo di essere attenti a questi aspetti.
Oggi gli incentivi alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica, su cui noi puntiamo tantissimo, dovrebbero essere stabilizzati, ma sulle tecnologie che hanno davvero bisogno di aiuto per diventare economicamente vantaggiose.
Ormai alcune tecnologie rinnovabili sono consolidate e hanno dei costi che sono nettamente diminuiti nel corso del tempo, ed è ormai opinione comune che gli incentivi iniziali alle fonti rinnovabili sono stati troppo generosi, tanto che più volte si è pensato ad una rimodulazione.
Oggi, di fatto, questa situazione ha portato la spesa per gli incentivi alle fonti rinnovabili per i consumatori domestici a un quarto della bolletta elettrica, e quindi all’assurdo per cui una famiglia numerosa, monoreddito, che vive in un condominio, che non ha possibilità di ridurre i consumi né di installare un impianto fotovoltaico, finanzia in bolletta chi nel corso di questi anni ha potuto installare il suo impianto fotovoltaico o addirittura grossi produttori che hanno istallato impianti fotovoltaici sul territorio nazionale.
Questo poi ricade anche sulla questione gestione della rete: la grossa incidenza delle fonti rinnovabili ha mandato in frantumi quella che era l’idea di rete elettrica di paese che avevamo, e questo purtroppo ha dei costi che ricadono in bolletta.
Basta vedere gli aggiornamenti trimestrali e si vede come addirittura oggi c’è una speculazione sul dispacciamento, proprio perché le fonti rinnovabili, essendo aleatorie, hanno un intervento sulle politiche di dispacciamento che è difficile da controllare.
Dunque, per tutti questi motivi, è fondamentale che vengano ridiscussi, ridefiniti e riequilibrati gli oneri di sistema, a vantaggio, dal nostro punto di vista, di chi poi consuma questa energia, ovvero l’utente finale, naturalmente senza che questo impedisca la possibilità di diventare più efficienti.
Da questo punto di vista, ad esempio, la spinta all’utilizzo del vettore elettrico ci vede assolutamente favorevoli, perché oggi le tecnologie elettriche sono di gran lunga più efficienti. Con il vecchio modello di tariffa progressiva che avevamo non avevamo la convenienza che invece si potrebbe avere con la componente gas.