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sabato 10 ottobre 2020

L’illusione di una destra responsabile. - Gaetano Pedullà

 

Ad azzeccare le previsioni col senno di poi sono bravi tutti, ma sull’impennata dei casi di Covid non c’erano mai stati dubbi, tanto che sentivamo parlare da mesi di seconda ondata della pandemia. Lo stato d’emergenza prorogato dal Governo e gli inviti a comportamenti prudenti, a partire dall’uso delle mascherine, dunque erano ovvi, così come il livello dei contagi che ieri ha superato quota cinquemila.

Eppure un cospicuo gruppo di opinionisti e apprendisti virologi, con ambulatorio fisso negli studi delle tv, minimizza il problema, negando i rischi del Coronavirus (è poco più di un raffreddore) e la diffusione del problema (poca roba rispetto alla popolazione), mentre si avallano tesi fantasiose, tipo l’invenzione del virus per dare ai governi poteri speciali, col sostegno dell’informazione mainstream, corrotta e complice. Roba che al confronto i terrapiattisti sono dilettanti. E oggi qualche decina di questi sedicenti furbi, che non si fanno ingannare dalle notizie dei tg, marceranno con in testa l’attore Enrico Montesano, quello del film “febbre da cavallo” autopromosso a medico del C… ovid.

L’obiettivo di questi negazionisti è aprirci gli occhi sull’incombente dittatura sanitaria, che oggi ci costringe a mascherarci e domani chissà, magari ci renderà schiavi di un Governo che non sta bene all’opposizione di Centrodestra e ai suoi cantori – ma guarda la coincidenza! – incredibilmente tutti di quella stessa area politica, con Porro, Sgarbi, Briatore, Capezzone, Cruciani e non mi dilungo perché sono una quaresima.

Ovviamente a conferma delle loro tesi non c’è uno straccio di prova, men che meno scientifica, ma tutto va bene pur di buttarla in caciara contro chi si è preso l’onere di provvedimenti gravosi. Invece di collaborare, almeno di fronte alla salute dei cittadini, questi signori non fanno altro che criticare e non dire mai che farebbero se fossero loro al Governo, premesso che quando lo dicono, la mattina parlano di chiudere tutto, il pomeriggio di aprire e la sera di richiudere. Zero idee e confuse, insomma, che però spingono i loro ascoltatori ad allentare le difese e contagiarsi. Mentre chi ragiona guarisce dall’illusione di una destra responsabile e capace di guidare il Paese.

https://www.lanotiziagiornale.it/editoriale/lillusione-di-una-destra-responsabile/

mercoledì 27 maggio 2020

L'ex Renzusconi, oggi Renzilvini.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

L'ex Renzusconi, oggi Renzilvini, ex pupillo di Napy, oggi aspirante pupillo di qualche miliardario, circola tra i banchi del Parlamento in cerca di schegge di potere per riacquistare potere e visibilità perduti nei meandri di passi falsi e cavolate sistematiche provocate dalle sue scarse capacità deduttive.

Infatti, per lui non è importante ottenere consensi dal basso, cioè da noi, ma di attorniarsi di personaggi muniti di quel quid che lo rendano visibile e, soprattutto, incisivo, ficcante, onnipresente e, perché no, in grado di muovere l'ago della bilancia in suo favore.


L'apparire più che essere è il suo credo, come, del resto, quello di tanti come lui, insensibili e cinici al punto giusto, pronti a vendersi al miglior offerente pur di sembrare ciò che non si è.

Per lui l'etica è un optional da non prendere in considerazione, amministrare un paese non è una responsabilità verso gli amministrati del paese, è occupare un posto di prestigio che, se appoggiati da altri cinici irresponsabili assetati di potere come lui, può procurare tantissime agevolazioni a livello economico e di prestigio. 

Così va il mondo e, è doloroso doverlo ammettere, sarà molto difficile cambiare il sistema.

cetta.

giovedì 16 aprile 2020

Ora Gallera si dimetta. - Luca Telese

Immagine di copertina

Le inchieste su Alzano Lombardo, la lettera del direttore dell'ospedale e la testimonianza raccolta in esclusiva da TPI.it nei paesi civili comportano una assunzione di responsabilità. E si sanano con le dimissioni dei responsabili.

Dopo questa testimonianza Alzano cessa di essere un mistero ospedaliero e diventa un problema civile. Perché Alzano non è solo il punto di scaturigine più letale dell’epidemia in Lombardia (e quindi in Italia). Non è più, come nei primi frammentari e incoerenti racconti solo un “errore” dettato dalla concitazione comprensibile di una emergenza drammatica. Dopo questo documento la vicenda dell’ospedale fantasma che chiude e riapre diventando focolaio smette di essere una foto fuori fuoco e diventa due cose ben precise: una caso di malasanità, e una bugia.
Partiamo dal secondo elemento, che spiega il primo. Ancora domenica scorsa, ospite di Massimo Giletti a Non è l’Arena, l’assessore Gallera ribadiva granitico: “L’Ospedale è stato chiuso per due ore, sanificato e solo dopo riaperto”. Gallera raccontava, dunque, di avere piena contezza dei fatti, di aver ricostruito la vicenda, e di aver anche appurato che era stato seguito un protocollo tale da mettere in sicurezza l’intera struttura. Così non è andata, come sappiamo adesso. Ma allora la domanda è inevitabile: perché il massimo garante della sanità in Lombardia si ostina a sostenere una versione che prima è stata smentita dai fatti (le conseguenze devastanti di quel contagio) e adesso anche dai testimoni? E passiamo al problema della profilassi: solo uno stolto potrebbe esercitarsi nella caccia all’errore e al dettaglio, in questa vicenda. Gallera non sbaglia quando elenca il numero dei contagiati che in dieci giorni di marzo esplode in maniera geometrica dettando i tempi dell’emergenza agli apparati della Regione. Qui di seguito la testimonianza esclusiva TPI del dipendente dell’ospedale di Alzano: 
Ma la vicenda di Alzano, così come quelle delle case di riposo per anziani, ci raccontano più di un errore messo in ombra dal turbine degli eventi. In questo caso ci parlano addirittura di un colpevole occultamento della realtà: la Regione, dunque, proprio mentre contestava al governo di non aver chiuso le zone rosse e di non aver preso atto del dramma, teneva una linea “negazionista” sui territori. L’esatto contrario di quello che vuole far credere oggi. È il caso del Trivulzio, dove il professor Bergamini veniva sospeso per la sua ossessione sulle protezioni nei reparti (un gesto folle), ed è il caso di Alzano, dove la testimonianza di questo operatore rivela un conflitto insanabile tra le legittime preoccupazioni dei dirigenti dell’ospedale e i suoi superiori della direzione sanitaria e della direzione generale. Qui di seguito l’audio-testimonianza esclusiva TPI di un’infermiera di Alzano:
C’è infine un ultimo elemento, per certi versi un dispotismo burocratico che questa inchiesta di Francesca Nava – esattamente come la precedente – mette in luce: l’assoluta negazione del principio di autonomia dei territori. Dirigenti regionali che usano il principio di autorità per sconfessare le scelte di chi si trova nell’occhio del ciclone, sul campo, ed è l’unico che può toccare con mano il problema. E non sono proprio questo due elementi, l’ossessione del controllo “centralistico” e la “cecità” che di solito (e anche in questa crisi) vengono imputati a “Roma” e alle “strutture burocratiche dello Stato”, dagli iperautonomisti di Milano? Sono tutti sostenitori della mitologica voce “dei territori”, tranne quando ad ascoltarla dovrebbero essere loro. Troppo comodo.
Si capisce perché queste inchieste su Alzano, questo documento e le drammatiche testimonianze pesano così tanto, e sono così difficili da accettare per chi ha preso le scelte: perché fanno cadere una impalcatura di facciata e un apparato propagandistico. Sono piccoli-grandi peccati di arroganza che – quando vengono appurati – nei paesi civili comportano una assunzione di responsabilità estrema. E si sanano con le dimissioni dei responsabili.

giovedì 14 settembre 2017

L'uomo.

Risultati immagini per non sono stato io bart

Dalla notte dei tempi, grazie alle religioni, la donna è ritenuta un oggetto, un dono che Dio ha fatto all'uomo.
La storia della genesi recita, infatti, che Dio, ma la fonte non è attendibile perché all'epoca la terra era disabitata, prima crea l'uomo a sua immagine e somiglianza, poi, evidentemente a corto degli stessi materiali con i quali aveva costruito l'uomo, dalla costola di costui crea la donna.
L'uomo, destandosi con una bella gnocca accanto, in preda a pulsioni incontrollabili, decide di approfittare del dono;
dopo alcuni mesi la donna, dallo stesso orifizio nel quale l'ometto aveva inserito il suo pipillo, fece uscire un piccolo cucciolo di uomo.
L'uomo, essendo stato creato prima della sua "escrescenza ossea", non accettò il fatto che la donna potesse compiere lo stesso atto compiuto da Dio, quindi, per metterla in cattiva luce agli occhi del creatore e restarne il preferito, si inventò che era stata la donna a voler essere approfittata e che lui mai avrebbe osato imitare il suo Dio...
Fu da allora che l'uomo escogitò la prima grande invenzione del genere umano: la religione, stabilendo, sempre per legge divina, che la donna, suo surrogato, era la colpevole di tutti i misfatti dell'uomo, di qualunque origine o natura essi fossero, scrollandosi di dosso, così, tutte le responsabilità.
Pertanto, se l'uomo stupra una donna è colpa della donna che indossando abiti attillati e scollati e gli provoca quell'eccitazione irrefrenabile che lo scagiona dalle sue responsabilità.

Lo so, tutta la diatriba non ha senso, ma è ciò che succede realmente in ogni angolo del globo, assurdo, ma vero.