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mercoledì 28 dicembre 2016

Segni di risveglio ai Campi Flegrei. Il vulcano più grande d'Europa preoccupa i ricercatori. - Elena Dusi

Segni di risveglio ai Campi Flegrei. Il vulcano più grande d'Europa preoccupa i ricercatori
Il sollevamento del suolo osservato dai satelliti (immagine Cnr Irea) 

"Dobbiamo monitorarlo meglio" esortano i ricercatori dell'Ingv, dopo uno studio scientifico che rivela segni di irrequietezza nella caldera abitata da 500mila persone. Il suolo si sta sollevando, le emissioni di gas aumentano, così come le temperature del sottosuolo. E il magma ha raggiunto la profondità di 3-4 chilometri.

I Campi Flegrei potrebbero raggiungere un punto critico. Il suolo si sta rigonfiando, il magma sta risalendo e le temperature interne aumentano. Si tratta ancora di valori minimi: nulla a che vedere con un’eruzione imminente. “Ma bisogna intensificare l’attività di sorveglianza” esorta l’Ingv (Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia) dopo la pubblicazione di un suo studio su Nature Communications.
 
La ricerca, coordinata da Giovanni Chiodini e condotta insieme alle università di Palermo, Roma Tre e Savoia in Francia, ha cercato di fissare il possibile “punto critico” oltre il quale la risalita del magma e dei suoi gas renderebbe instabile tutto il sistema. “Raggiunte le condizioni critiche – spiega Chiodini – il magma rilascia grandi quantità di vapore”. Risalendo verso la superficie, questo vapore bollente indebolisce le rocce, aprendo due possibili scenari. Il primo è l’eruzione, il secondo (quello opposto) è un aumento della viscosità del magma, e quindi la fine della sua risalita.
 
Resta dunque incerto cosa accadrà in uno dei supervulcani più pericolosi del mondo, che 39mila anni fa provocò l’eruzione più potente del pianeta negli ultimi 200mila anni, ricoprì delle sue ceneri l’Europa fino a Mosca, bloccò i raggi del Sole provocando un “inverno vulcanico” di due anni e secondo alcuni contribuì addirittura all’estinzione dei Neanderthal. Ma per le 500mila persone che vivono nel bel mezzo della caldera, i segni di irrequietezza non sono da prendere sotto gamba. Tanto che nel 2012 l’allerta è stata innalzata da verde a gialla (livello di attenzione). 

 Segni di risveglio ai Campi Flegrei. Il vulcano più grande d'Europa preoccupa i ricercatori
Il magma oggi è risalito a 3-4 chilometri dalla superficie (stessa profondità dell’ultima eruzione, detta del Monte Nuovo, nel 1538). Le analisi dei gas della solfatara di Pozzuoli dimostrano che le rocce intorno al serbatoio di magma si stanno scaldando e rilasciano sempre più vapore acqueo. “Il possibile avvicinarsi del magma alle condizioni di pressione critica – spiega ancora Chiodini – può spiegare l’attuale accelerazione delle deformazioni del suolo, il recente incremento delle scosse di terremoto e l’aumento dei gas più sensibili agli incrementi di temperatura”. 
Segni di risveglio ai Campi Flegrei. Il vulcano più grande d'Europa preoccupa i ricercatori
Solfatara a Pozzuoli 
Più che dal simbolico Vesuvio, è dunque dai Campi Flegrei che gli abitanti di Napoli e dintorni dovrebbero guardarsi. La forma di caldera anziché di montagna fa sembrare innocuo questo vulcano con un diametro di 12 chilometri, metà a terra e metà nel golfo di Pozzuoli, costellato da bocche eruttive, coni e fumarole. Ma se greci e romani collocavano qui (nell’Averno) la porta dell’inferno, una ragione probabilmente c’è. 
Nella storia, la caldera si è sempre alzata e abbassata, quasi avesse un respiro. Nel mercato romano di Pozzuoli alcune colonne sono incrostate da conchiglie, a dimostrazione che un tempo si trovavano sotto l’acqua. Dopo l’eruzione del Monte Nuovo, la caldera si è assestata sprofondando leggermente. E’ tornata ad alzarsi a partire dal 1950, fino all’eclatante bradisismo degli anni ’80. Tra il 1982 e il 1985 il suolo si sollevò di quasi due metri e uno sciame sismico provocò l’evacuazione degli abitanti di Pozzuoli. Dal 2005 il suolo si è rialzato di altri 40 centimetri, seguito millimetro per millimetro dai satelliti CosmoSkyMed, dall'Istituto Irea del Cnr che ne analizza i dati e dalle stazioni di monitoraggio dell'Ingv. Una sequenza di piccoli terremoti conferma che il gigante potrebbe aver voglia di risvegliarsi. Sarebbe come – dichiarò alla Reuters qualche anno fa Giuseppe De Natale, il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv (il più antico centro di ricerche sui vulcani del mondo ) – come l’arrivo di un grande meteorite. Un’eventualità tanto rara quanto catastrofica”.

venerdì 4 luglio 2014

NON PENSARE ALL'ELEFANTE, ANCHE PERCHÉ IO VORREI TANTO ESSERE QUELLO CHE GIÀ SONO !! - Rosanna Spadini

boschi

Carissimo telespettatore - elettore della società dei consumi di massa, non pensare all’elefante !
Non pensare alla crisi sistemica devastante che ti sta sequestrando il presente e confiscando il futuro, alla dittatura lager della moneta unica che ti requisisce il lavoro, la serenità, la salute, ai fallimenti a catena delle migliaia di aziende italiane (+ 22% nel 2014), ai numerosi suicidi di stato provocati dalla disperazione, ai prossimi licenziamenti in massa dei dipendenti pubblici (sembra 250mila), alle prossime liberalizzazioni del welfare state (scuola, sanità, pensioni), alla riforme capestro che ti priveranno di quei diritti democratici che le lotte del Novecento ti avevano assicurato. Non pensare all’elefante!
Pensa invece agli occhi azzurri della bellissima ministra Maria Elena Boschi, la Calipso dall'iride di ghiaccio, o a quelli turchesi di Alessandra Moretti, afona e adorante replicante dello streaming tra Renzi e Di Maio. Streaming vinto alla grande da LoRenzi il Magnifico. O meglio, forse non solo da lui, ma soprattutto dai suoi spin doctor.

Roma, 25 giugno 2014 - E' andato in onda in streaming il confronto tra Pd e Movimento 5 Stelle sul tema della riforma elettorale. A sorpresa al tavolo si è seduto anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, al suo fianco l'eurodeputata Alessandra Moretti, il vicepresidente Pd  Debora Serracchiani e il capogruppo alla Camera Roberto Speranza. Di fronte la delegazione grillina composta dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, Danilo Toninelli (esperto in sistemi elettorali), i capogruppo Giuseppe Brescia e Maurizio Buccarella.
Anche se le premesse non erano state delle migliori, “Si parte dall’Italicum, non si ricomincia tutto daccapo”, aveva detto Calipso. “Il testo sul Senato è una porcata”, era stato l’affondo di quegli zoticoni dei 5 Stelle.

Infatti perché LoRenzi balza improvvisamente alla ribalta del pubblico sempre accompagnato dalle ninfe del Mediterraneo?  Perché quando scende tra gli uomini suscita sgomento, stupore e venerazione, come fosse Apollo scortato dalle Muse? Perché è venerato da tutti i mezzi di distrazione-distruzione di massa mentre diffonde spudoratamente le sue solite menzogne globalizzate? 

Semplicemente perché ha ben appreso l'arte della comunicazione mediatica, divulgata da un famoso  best seller di successo del 2006 di George Lakoff "Non pensare all'elefante !",  il quale sostiene appunto che in ogni sfida politica vince chi riesce a comunicare i propri valori fondamentali e ad imporre il proprio linguaggio.  E Renzi ci è riuscito.  Ha comunicato i suoi valori e imposto il suo linguaggio.
Nonostante il suo populismo bypassi gli scomodi vincoli democratici e si riveli pienamente connaturale al sistema, arrivato al potere senza alcuna legittimazione popolare, non votato da nessuno, ma semplicemente catapultato  sulla scena  politica dalle solite primarie  piddine, dove vince sempre il predefinito, è riuscito a presentarsi come il giovane rottam'attore della politica decrepita e bastarda, mentre in realtà rappresenta il punto di convergenza tra la politica del malaffare nazionale (Tav, Expo, Mose) e il regime oligarchico  eurocratico dell'Unione Europea.  
Esperto perito nelle procedure di cover-up mediatica, dall'intelligenza molteplice e furbesca, l'infante magnifico durante lo streaming ha rimarcato l'inefficienza della legge elettorale pentastellata (gravemente deficitaria), da lui definita più volte il "Toninellum" (messaggio cifrato rivolto ai camerieri del gruppo Bilderberg presenti e non), perché non garantirebbe la governabilità di chi ha vinto le elezioni mentre si è dichiarato disponibile a discutere il problema delle preferenze, perché il Pd "non avrebbe paura" delle preferenze.
Poi ha furbescamente insinuato che la proposta del Movimento sembrerebbe piuttosto  macchinosa, per l'aumento delle circoscrizioni e per le preferenze negative da inserire nella scheda elettorale.
"A mio giudizio il vostro sistema ha il rischio di essere oggetto di voto di scambio come le preferenze"  ha insistito il presidente del Consiglio  "Ma voi, oltre a questo, date al partito politico la possibilità di allearsi con chi vuole il giorno dopo. Mentre il nostro sistema costringe a dire prima con chi ci si allea, con il vostro sistema si attribuisce al gruppo il potere di decidere gli alleati" (la coerenza è una loro prerogativa storica, bisogna riconoscerlo). Da qui la richiesta: "Vi chiediamo di introdurre un meccanismo 'mai più inciuci e mai più larghe intese' per rispetto dei cittadini" ha detto Renzi. Sembra strano che lo diciamo noi (strano ma comprensibile secondo la logica dell'elefante), in un contesto di larghe intese, anche se poi si sono rimpicciolite...".
La proposta "barbara" dei grillini per la nuova legge elettorale, ribattezzata dagli stessi autori “Democratellum”, è d’impianto puramente proporzionale, sistema che permetterebbe di fotografare perfettamente i rapporti di forza nel paese, in quanto i seggi vengono assegnati in base ai consensi. Del resto Di Maio ha chiarito subito le istanze inderogabili della legge: rappresentabilità, governabilità, rapporto elettore-eletto, pulizia delle liste.
Toninelli ha poi ribattuto che la scelta di disgiungere il voto del candidato da quello del partito eliminerebbe il voto di scambio, e la preferenza negativa tornerebbe molto utile per l'eventuale volontà del cittadino di eliminare i candidati impresentabili e di conseguenza costringerebbe i partiti ad evitare proposte indecenti. 

Di Maio, a sua volta, ha replicato dicendo che la loro proposta di legge è solo un punto di partenza per superare determinate criticità e ha ricordato (a difesa della presunta ambiguità del Democratellum) gli accordi pre-elettorali del governo Prodi del 2006, relativi all'accozzaglia di partiti che avevano composto il governo.
Certo il clima era teso e apparentemente cambiato tra le due delegazioni, più umiltà e meno rabbia da parte dei 5 Stelle, più disponibilità spaccona da parte del Pd. Era infatti il momento della trattativa tra due idee diverse di partito, di cultura, di società. Il faccia a faccia si conclude con l’ok di Renzi all’incontro definitivo tra alcuni giorni, basta che il M5S corregga la sua proposta di legge: il Toninellum non garantirebbe la possibilità di governare a chi vince  (però le speranze di un accordo sono rare come la foca monaca del Mediterraneo, ovvero monachus mediterraneus, praticamente estinta).
Due mondi a confronto dunque, due diverse metafore del sociale a confronto, quella della delegazione piddina, espressione dell’establishment eurocratico e del regime finanziario della Troika, quella antisistema dei 5 Stelle, nuova “rivoluzione culturale” emergente e tanghera.
Del resto George Lakoff insegna: le persone non votano secondo ragione, votano secondo emozione valoriale. Non votano per il proprio interesse, ma votano per i valori in cui si identificano. Un voto in cambio di un desiderio, un voto in cambio di un'identità. Il marketing elettorale per convincere gli elettori dovrebbe  trasferire in loro i propri modelli di vita.
Ecco perché i miti dell'Illuminismo non si sono mai realizzati nella storia, perché la verità non può incidere sul reale, dato che le persone non ragionano politicamente secondo logica, ragionano per frames, cioè per metafore identitarie (vorrei tanto essere quello che già sono!). La presunta verità dei fatti, la possibile verità razionale, per essere accettata, deve rientrare nei frames mentali che le persone già possiedono. Se i fatti non rientrano nei frames (valori identitari, ideali sociali, origini etniche, stereotipi culturali), i fatti vengono rifiutati. Si vota con il cuore e con la pelle, non con la mente.
La propaganda elettorale è direttamente proporzionale alla narrazione etico morale d'appartenenza e inversamente proporzionale alle ragioni dei fatti. Invero per quale motivo i matrimoni gay incontrano tanta ostilità in quasi tutti i paesi occidentali? Perché la proposta mette in gioco le identità e i valori fondamentali di una civiltà: famiglia, genitori e figli, educazione, formazione, maturità, responsabilità, crescita equilibrata. Quindi anche se i matrimoni eterosessuali sono solo uno stereotipo culturale, un frame, hanno sicuramente la meglio su di un altro frame che per motivi pregiudiziali non ci appartiene.

La civiltà occidentale è ideologicamente spaccata i due, si dibatte tra due frames familiari opposti: quello del padre severo (patriarcale, autoritario, politicamente di destra), e quello del padre comprensivo (politicamente progressista, che divide le responsabilità con la madre). Questa divisione tra i due modelli educativi, dice Lakoff, rispecchia la divisione tra due modelli di cultura, due sistemi di valori, due visioni politiche del mondo, due visioni economiche (neoliberista e keynesiana). Ecco perché la proposta dei matrimoni gay tocca le corde più inconsce del tessuto culturale di una nazione, perché quando entra in crisi la famiglia, entra in crisi anche il sistema culturale ed economico: il pater familias ed il mos maiorum.
Dunque Renzi, novello Apollo corredato urbi et orbi dalle sue splendide Muse, figuranti afone e turchine, ha perfettamente appreso la lezione di Lakoff, non solo ha raffigurato il pater familias della destra conservatrice e neocon (Apollo, dio padre della musica, della poesia e della parola), ma anche il padre progressista permissivo che condivide la responsabilità educativa con le splendide madri (le Muse appunto). Il gioco è fatto, il governo delle larghe intese si materializza nella metafora culturale più profonda della nostra identità occidentale, nel frame più autentico ed attendibile del sistema, per essere così legittimato dal vasto consenso popolare e trovare piena realizzazione di sé.
Quell'eterno spaccone di Apollo ha imposto anche il suo linguaggio, con buona pace di quei piccoli, rozzi, stolti, incompetenti, incapaci, miseri dilettanti da strapazzo dei grillini. La sua neolingua è composta di poche parole, ma potenti: governabilità, interesse, responsabilità, competenza, riforme, multinazionali, banche, Fmi, Bce, Europa, Euro. 

Niente di nuovo sotto il sole, lo sapevamo già, ce lo aveva detto Sidney Lumet in un famoso film del 1976,  "Quinto potere": 

https://www.youtube.com/watch?v=W5Q8TorSyAA#t=75

"Lei è un vecchio che pensa in termini di "nazioni" e di "popoli"... Non vi sono nazioni, non vi sono popoli; non vi sono russi, non vi sono arabi; non vi sono Terzi Mondi, non c'è nessun Ovest. Esiste soltanto un Unico, un Solo Sistema di Sistemi: uno, vasto e immane, interdipendente, intrecciato, multivariato, multinazionale, dominio dei dollari: petroldollari, elettrodollari, multidollari, reichmark, sterline, rubli, franchi e schekel! È il Sistema Internazionale Valutario che determina la totalità della vita su questo pianeta. Questo è l'ordine naturale delle cose, oggi.
Questa è l'atomica e sub–atomica e galattica struttura delle cose oggigiorno. E lei ha interferito con le primordiali forze della Natura! E lei dovrà espiare. Capisce quello che le dico signor Beale? Lei si mette sul suo piccolo teleschermo da 21 pollici e sbraita parlando d'"America" e di "democrazia"... Non esiste l'America, non esiste la democrazia! Esistono solo IBM, ITT, AT&T, Dupont, DOW, Union-Carbide ed Exxon. Sono queste le nazioni del mondo, oggi.
Di cosa crede che parlino i russi nei loro consigli di Stato? Di Carlo Marx? Tirano fuori diagrammi di programmazione lineare, le teorie di decisione statistica, le probabili soluzioni, e computano i probabili prezzi e costi delle loro transazioni e dei loro investimenti: proprio come noi. Non viviamo più in un mondo di nazioni e di ideologie, signor Beale: il mondo è un insieme di corporazioni, inesorabilmente regolato dalle immutabili, spietate leggi del business. Il mondo è un business, signor Beale: lo è stato fin da quando l'uomo è uscito dal magma."

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13578