Si allarga l’inchiesta “Buche d’oro” su corruzione e manutenzione delle strade: scoperto controllo di appalti per 4 milioni di euro. Il pm: “Molta amarezza, nessuno ha denunciato”.
CATANIA – Nove persone (quattro funzionari Anas e cinque imprenditori) sono state arrestate dalla Guardia di finanza di Catania con l’accusa di corruzione perpetrata nell’esecuzione di lavori di rifacimento delle strade affidati all’Anas Spa (Area Compartimentale di Catania), nella sostituzione di barriere incidentate e nella manutenzione del verde lungo le stesse arterie. Il Gip ha disposto il carcere per sei persone e i domiciliari per altre tre.
I provvedimenti di oggi riguardano la terza misura restrittiva adottata dall’Autorità Giudiziaria, nell’ambito dell’operazione ‘Buche d’Oro’, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catania che aveva già portato all’emissione di 9 misure cautelari e al controllo di appalti per milioni di euro. Il terzo filone di oggi riguarda il controllo di appalti per 4 milioni di euro e l’individuazione di profitti criminali per 500 mila euro.
I nuovi fatti corruttivi riguardano persone già raggiunte da precedenti misure cautelari (per l’Anas Riccardo Carmelo Contino, Giuseppe Panzica e Giuseppe Romano già ai domiciliari, destinatari oggi di analoga misura; per le imprese corruttrici, vi è Pietro Matteo Iacuzzo, rappresentante legale della “Isap srl” di Termini Imerese, già ai domiciliari e, da oggi, ristretto in carcere), si registra il coinvolgimento di ulteriori responsabili di corruzioni perpetrate nell’ultimo biennio.
In carcere sono finiti: Giorgio Gugliotta, 45 anni, dipendente Anas, competente alla manutenzione delle seguenti strade statali 114 Orientale Sicula, 114 dir “Costa Saracena”, 194 (Ragusana, dal km 0,3 al km 11,7); Amedeo Perna, napoletano, 50 anni, dipendente della “Ifir, tecnologie stradali srl”, società che si occupa della “costruzione di strade, autostrade e piste aeroportuali”, con sede a Milano; Santo Orazio Torrisi, 62 anni, rappresentante legale della “Sicilverde srl”, impresa che si occupa della “cura e manutenzione del paesaggio, compresi parchi e giardini” con sede ad Aci S. Antonio (Ct); Giuseppe Ciriacono, 51 anni, padre del rappresentante legale della “Ital costruzioni group srl”, società che si occupa di “attività di costruzione e opere di ingegneria civile” con sede a Caltagirone (Ct); Vincenzo Baiamonte, 54 anni, già dipendente della “Safe Roads srl”, che si occupa dell’attività di “costruzioni di edifici residenziali e non residenziali” con sede a Misilmeri (Pa), e dal 2019, dipendente anche della “Truscelli Salvatore srl”, con sede a Caltanissetta, il cui rappresentante legale, Salvatore Truscelli lo scorso 18 ottobre è stato posto agli arresti domiciliari quale imprenditore corruttore sorpreso dai finanzieri a consegnare negli uffici dell’Anas una tangente di 10.000 euro in contanti.
Il faro della Procura sull’imprenditore Perna è stato acceso sui lavori di ‘manutenzione ordinaria delle opere di sicurezza lungo le strade statali 114 Orientale Sicula, 194 Ragusana, 114 dir Costa Saracena e 193 di Augusta per la sostituzione di barriere incidentate o inadeguate. Il lavoro era stato aggiudicato con un ribasso del 25% per 150 mila euro, iniziato nell’aprile 2018 e concluso nel febbraio 2019.
Nella circostanza, i funzionari Anas corrotti favorivano la registrazione in contabilità della sostituzione di barriere mai avvenuta. Questo, secondo quanto ricostruito dagli stessi pubblici ufficiali, alcuni dei quali stanno collaborando, poteva avvenire in quanto vi sarebbero state barriere di sicurezza in buone condizioni che non andavano sostituite. Il risparmio di costi a vantaggio dell’azienda aggiudicatrice era di circa 90.000 euro che avrebbero fruttato ai 3 funzionari una ‘tangente’ di 30.000 euro.
L’accordo però, per difficoltà dell’impresa coinvolta, non si concretizzava nella sua interezza, ma con il solo pagamento di 5.000 euro. A ‘garanzia’ della Ifir sarebbe intervenuto un altro imprenditore per ‘assicurare’ ai funzionari Anas l’integrale versamento della ‘mazzetta’. Quest’intervento permetteva all’impresa corruttrice di portare fino al termine il suo progetto illecito pur non essendo poi in grado di assolvere all’impegno di pagare l’intera tangente pattuita di 30 mila euro.
“Vi è un retrogusto molto amaro. Non vi sono stati soggetti che hanno dall’interno segnalato i fatti nonostante le leggi che consentono l’anonimato, non vi sono state stazioni appaltanti che dovevano controllare che abbiano esercitato questi controllo”, ha commentato il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro.
“Non vi è dubbio che al di là della sistematica violazione da parte di tutti i vertici dell’area compartimentale di Catania – aggiunge il procuratore – vi è anche una maggiore responsabilità delle stazioni appaltanti perché, quantomeno, l’anomalia dei ribassi avrebbe dovuto indurre a dei maggiori controlli”.
“Questi episodi hanno fatto in modo che Anas sia intervenuta in maniera decisa: bonificando e azzerando l’area dei vertici dell’area compartimentale di Catania – continua Zuccaro -. Li hanno sistematicamente sostituiti con persone che in gran parte vengono da fuori così come noi auspicavamo e che sembrano in grado di poter iniziare un nuovo corso a Catania”.
“Amarezza tanta – ha sottolineato Zuccaro – ma la constatazione che c’è la volontà di cambiare. Il Paese non può più tollerare questa sistematica spoliazione delle poche risorse pubbliche per avere dei lavori che non soltanto sono fatti male, ma che espongono al rischio la sicurezza degli utenti”.