Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
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mercoledì 4 giugno 2014
sabato 28 dicembre 2013
Salute & affari, le case farmaceutiche tagliano venditori. E non pagano la crisi.
La scenetta classica della ragazza in minigonna che attende in sala d’aspetto ormai non vale più. Idem per il collega che siede davanti al medico invitandolo al convegno di fine maggio: Costiera amalfitana o Cinque terre, programma di lavoro ridotto al minimo per gustarsi la gita in barca o il pesciolino nel piatto. Niente da fare, tutto finito e tutto molto vietato dal nuovo regolamento Farmindustria.
La farmaceutica oggi ha mollato la categoria dell’informatore medico. Lo conferma l’inchiesta su 23 top manager (da Pfizer ad AstraZeneca) indagati dalla procura di Milano per aver infilato in unabad company circa 1.200 venditori, gente finita presto per strada causa bancarotta: non servivano più, sono stati eliminati. “Ormai l’affare della sanità è roba per pesci enormi – spiega un informatore – Coi tagli ai finanziamenti pubblici e la fame della politica sempre più aggressiva, l’unica convenienza delle grandi case è fare lobby nelle alte sfere, spingere i prodotti nei protocolli di cura, avere l’ok degli organismi di controllo per i brevetti nuovi. Perder tempo col porta a porta non serve più, e quindi non serviamo più nemmeno noi”.
Chi resta s’adegua e fa salti mortali pur di portare a casa uno stipendio. Eppure il comparto non mostra sofferenze serie, considerato il contesto generale. “Il mercato farmaceutico chiuderà il 2013 con un trend positivo (+2,4% sul cumulato gennaio-settembre) trainato dall’andamento del comparto specialistico e ospedaliero, mentre il canale farmacia è stabile”, ha detto a Quotidianosanita.it Sergio Liberatore, general manager di Ims Health Italia, società che organizza il marketing farmaceutico. E nel breve-medio termine? “Il mercato farmaceutico sarà rallentato dagli effetti della crisi economica e dal conseguente contenimento dei costi da parte delle pubbliche amministrazioni. Vanno considerati gli effetti dei possibili ripiani degli sforamenti dei budget per la spesa farmaceutica richiesti alle aziende”.
La piramide
La traduzione è semplice: il mercato, nonostante tutto, regge. E l’obiettivo primario resta la sanità pubblica, i 110 miliardi di euro che serviranno nel 2014 per tenere in piedi il sistema tra medici, farmaci e ospedali. Il problema è che il fondo non basta mai. Lo sforamento dei tetti per le varie voci di spesa è stata una costante negli ultimi decenni: sprechi gestionali e truffe maestose hanno sottratto forze cospicue, ma anche le politiche difensive della lobby farmaceutica hanno impedito di abbassare i costi.
Il monte totale dello stanziamento sanitario fissato dallo Stato viene suddiviso in una piramide di voci via via più dettagliate, dai grandi bacini nazionali (medicinali, ospedali, assistenza domiciliare), passando alle attribuzioni regionali per arrivare alle quote dei singoli prodotti di ciascuna casa autorizzata a vendere in Italia, a prezzo concordato. Cioè per la pillola X si stabilisce il prezzo di vendita e il rimborso che andrà a carico del servizio sanitario nazionale, ma anche il numero massimo di pezzi che ogni medico potrà prescrivere: quando la pillola X viene venduta oltre la quantità stabilita, il medico è sanzionato e il produttore va soggetto al payback, una sorta di mancato rimborso.
La tecnica serve a contenere la spinta commerciale, e nel 2012 ha ottenuto un buon risultato: come spiega l’Aifa (Agenzia italiana per il farmaco), sulla spesa farmaceutica complessiva – 25 miliardi e mezzo di euro – il tetto per le medicine ordinate in studio ha sostanzialmente retto, pur restando differenze territoriali importanti (i siciliani hanno assorbito 1.110 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti, a Bolzano 743 su 1000). Sforata brutalmente invece la spesa farmaceutica ospedaliera (fuori del 101%): vale 5 miliardi di euro contro i 20 del territoriale, ma promette bene per il futuro.
Target ospedaliero
Spiega il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani: “Finora la spesa farmaceutica territoriale ha compensato l’aumento di quella ospedaliera. Ma nel momento in cui si porta il tetto della territoriale al limite minimo di tenuta, non abbiamo più spazio per compensare quella ospedaliera. Visto che quest’ultima sale, perché i farmaci innovativi per fortuna stanno arrivando sul mercato, ma costano tanto e vanno somministrati in ospedale, questo richiederà presumibilmente che si modifichino i tetti di spesa. Basterà aumentare il tetto dell’ospedaliera e il sistema reggerà benissimo”.
Dunque, ricetta più che tradizionale: il mercato italiano, che vive da sempre in simbiosi con la politica, deve trovare un nuovo patto economico dentro il Parlamento. Soprattutto perché da qui al 2018 scadranno decine di brevetti fondamentali per la farmacologia moderna, e tutta la partita dei generici dovrà essere compensata da nuovi prodotti. Chi li produrrà? E chi li venderà in Italia, sesto mercato mondiale per il farmaco?
Usa superstar
Un’idea viene dalla classifica dei top seller nel nostro Paese. In testa c’è l’americana Pfizer, la più grande azienda farmaceutica del pianeta che in Italia fattura oltre un miliardo di euro. La squadra Usa (Pfizer e altri) totalizza 5 miliardi di fatturato, 13mila dipendenti ed esprime il presidente di Federfarma, Massimo Scaccabarozzi, amministratore delegato di Janssen Cilag (Johnson&Johnson). Una vera corazzata che difende il corpo produttivo nazionale, 26 miliardi di fatturato e 63 mila addetti, cifre che raddoppiano con l’indotto diventando il fiore tecnologico dell’industria italiana, un gioiello di qualità votato all’export (67%) e con la minaccia sempre in canna: se non si fa come conviene a noi, facciamo presto ad andarcene. Ministri, assessori, direttori sanitari e medici fin qui compiacenti hanno poco da ribattere se un mese fa è stato arrestato l’ennesimo consigliere regionale con l’accusa di aver favorito un clan camorristico per gli appalti all’Asl di Caserta; e se i titolari della più importante casa italiana, la Menarini, sono stati rinviati a giudizio lo scorso giugno per evasione fiscale, riciclaggio e corruzione. Una truffa al Servizio sanitario nazionale.
giovedì 8 novembre 2012
Le controindicazioni dei farmaci e come leggere bene il foglio illustrativo.
Quando compriamo ogni medicinale, all’interno della sua scatola troviamo il famoso foglietto illustrativo, chiamato anche bugiardino. E’ una sorta di elenco con tutte le istruzioni necessarie per poter usare correttamente quel farmaco: è davvero molto importante leggerlo, non solo per scoprire la posologia del medicinale, ma anche per conoscerne gli effetti collaterali e anche le controindicazioni.
Il foglietto illustrativo di ogni medicinale è solitamente suddivisio in diverse parti: abbiamo la posologia, che ci spiega come e quando bisogna prendere il farmaco, con indicazioni anche in base all’età del paziente. Poi ci sono le parti dedicate agli effetti indesiderati del medicinale in questione e alle controindicazioni, da leggere con attenzione, perché l’eccipiente contenuto all’interno potrebbe non funzionare a dovere o, peggio, fare danni se preso in concomitanza con altri farmaci.
Nel nostro paese il foglietto illustrativo è obbligatorio per legge per tutti i prodotti che sono dei farmaci. Esistono anche i bugiardini digitali, che ripropongono le stesse informazioni, ma a volte anche qualcosa in più, direttamente sul nostro computer o sul nostro smartphone.
E’ molto importante leggere il bugiardino, anche per sapere che cosa stiamo per ingerire. Essendo un documento ufficiale, non dovremo dubitare della veridicità delle cose che sono state scritte.
Il bugiardino va letto sia in caso di medicinali somministrati dal dottore sia, e soprattutto, per quelli da banco, i farmaci automedicanti, per capire se è il caso di assumerli oppure se è meglio chiedere consiglio a qualche professionista.
Il foglio illustrativo dei farmaci è anche indispensabile per conoscere le controindicazioni, vale a dire le indicazioni in merito a quando non è il caso di assumere quel prodotto: gli eccipienti, infatti, possono avere reazioni diverse a seconda delle altre patologie del paziente e delle relative cure che sta seguendo.
Ricordatevi anche di leggere sempre la data di scadenza del farmaco, oltre che l’interazione con altri farmaci.
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