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giovedì 9 marzo 2023

Giorgia dei miracoli. - Massimo Erbetti

 

Il lavoro in Italia non c'è? Assolutamente falso, da quando è arrivata Giorgia di lavoro ce ne sta così tanto che non si sa più a chi darlo…

Non ci credete? Beh fate male, molto male…guardate qui:
"Francesco Lollobrigida: “Fino a 500 mila posti di lavoro per immigrati formati in patria”
(La Stampa 1 marzo 2023)

Per cui ben 500 mila posti ci sono…giusto? Ma non finisce qui…

"La ministra Calderone e la Mia al posto del reddito di cittadinanza: "Così taglieremo il sussidio ai single per darlo alle famiglie"
(Open 9 marzo 2023)

A parte il titolo di cui parlerò in seguito…perché mica vorremo tralasciare l'ennesima discriminazione fatta da sta gente, no? Scrivevo…a parte il titolo, se leggiamo all'interno dell'articolo, scopriamo che:
"...La relazione tecnica alla manovra individua 404 mila occupabili, ma ben 300 mila – il 75% – sono singoli. Questa platea va messa subito in grado di attivarsi. E lo faremo intervenendo sul punto debole del Reddito: la presa in carico. Ben 600 mila persone che ricevono il sussidio non sono mai passate per un Centro per l’impiego".

A parte il fatto che mi risulta difficile capire come sia possibile che "Ben 600 mila persone che ricevono il sussidio non sono mai passate per un Centro per l'impiego"... quando gli occupabili sono 404 mila…i 200 mila in più da dove vengono?...Vabbè andiamo avanti…

Ma nessuno ha pensato di dire alla ministra che i centri per l'impiego dipendono dalle regioni e la maggior parte delle regioni è amministrata dalla destra? Per cui se i centri per l'impiego non hanno funzionato, di chi è la colpa? Del reddito di cittadinanza, o dei governi regionali?...oppure bastava cambiare nome alla norma per farli funzionare?

Comunque una cosa è certa: Giorgia dei miracoli è riuscita (a parole) a moltiplicare i posti di lavoro e ad accontentare tutti…ben 500 mila posti per i migranti…e ben 400 mila o 600 mila (chissà) per gli occupabili…e alla fine siamo intorno al milione…e se non sbaglio c'era un altro che prometteva 1 milione di posti di lavoro veh?

P. S. Non mi sono dimenticato dei single…magari ne parlerò magari domani.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10223098032904855&set=a.2888902147289

giovedì 25 marzo 2021

Covid, report Gimbe: grazie alle restrizioni iniziano a calare i contagi. Aumentano gli ospedalizzati. Vaccini, immunizzato solo il 19% degli over 80: “Siamo tra i peggiori in Ue”.

 

La Fondazione ha monitorato l'andamento della pandemia nel nostro Paese nella settimana dal 17 al 23 marzo. Hanno contato oltre 7mila contagi in meno, un calo del 4,8% "seppur con notevoli differenze regionali". In 12 regioni, però, le terapie intensive hanno superato la soglia critica del 30% di letti occupati, mentre in dieci si è sforato anche il 40% di posti negli altri reparti Covid.

Si iniziano a vedere i primi risultati delle restrizioni applicate in tutta Italia, con un lieve calo dei contagi da coronavirus nel Paese. Ma adesso, nel caso in cui la curva dovesse continuare a scendere, il principale problema sarà quello di gestire le entrate dei pazienti nei reparti Covid degli ospedali italiani, dove il numero di posti letto occupati continua ad aumentare, soprattutto nelle terapie intensive. Troppo lente le vaccinazioni, con solo il 19% degli over 80 che è stato immunizzato. È questa la fotografia scattata dall’ultimo report diffuso dalla Fondazione Gimbe sul monitoraggio dal 17 al 23 marzo.

Rispetto alla settimana precedente, gli esperti della Fondazione hanno contato oltre 7mila contagi in meno, passando da 157.677 a 150.033, un calo del 4,8% “seppur con notevoli differenze regionali“, specificano nel report: “Per la maggior parte delle Regioni – spiega il presidente Nino Cartabellotta – è evidente la netta correlazione tra variazione percentuale dei nuovi casi e il ‘colore’ delle Regioni di 3 settimane fa”. Infatti, nella maggior parte delle regioni che erano in zona rossa o arancione o avevano comunque attuato rigorose restrizioni mirate, la variazione percentuale dei nuovi casi è in riduzione: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Molise, P.A. Bolzano, P.A. Trento, Umbria. Viceversa, lo stesso dato è in aumento in Calabria, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto, che 3 settimane fa erano in area gialla o bianca.

Il calo c’è stato anche nel numero di decessi che sono diventati 2.327 contro i 2.522 della settimana precedente, con la diminuzione che è nell’ordine del 7,7%.

Continuano ad aumentare, invece, tutti gli indicatori ospedalieri. Sono 290 i posti in più occupati in terapia intensiva nell’ultima settimana di monitoraggio, un +8,9% che appare ancora più allarmante se si pensa che in 12 regioni italiane il livello di allerta del 30% è già stato superato. Situazione simile a quella riguardante i ricoveri negli altri reparti adibiti alla cura dei pazienti Covid: anche in questo caso, l’aumento registrato è dell’8,9%, con 2.330 pazienti in più e dieci regioni che hanno superato la soglia di rischio del 40% dei letti occupati. A questi si aggiungono i 21.919 in più che si trovano in isolamento domiciliare (+4,3%) e anche una costante crescita (+4,6%) degli attualmente positivi, +24.539. “Nonostante la lieve flessione della curva dei contagi – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione – peggiora la situazione sul versante ospedaliero, anche perché la terza ondata è partita da un ‘altopiano’ molto elevato di posti letto occupati”.

Negativa anche la valutazione sui vaccini, visto che, a sette giorni dalla fine del trimestre, non erano state consegnate un terzo delle dosi previste e solo il 19,1% degli over 80 è stato immunizzato, mentre il 27,4% ha ricevuto la prima dose del farmaco anti-Covid. Questo fa dell’Italia uno dei Paesi agli ultimi posti in Europa per la vaccinazione delle categorie più fragili, sia a causa dei ritardi che della necessità di vaccinare personale non sanitario e altre categorie.

Al 24 marzo, hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 2,6 milioni di persone (4,4% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 3,4% di Sardegna e Calabria al 5,7% del Friuli-Venezia Giulia. “Sul fronte AstraZeneca – spiega Gili – nessun contraccolpo dopo lo stop della scorsa settimana. Infatti, nelle giornate di domenica 21, lunedì 22 e martedì 23, il numero di somministrazioni ha superato quello dei giorni corrispondenti della settimana precedente”. Ma “questi dati – spiega Cartabellotta – certificano l’impossibilità di raggiungere l’obiettivo della Commissione europea di immunizzare almeno l’80% degli over 80 entro fine marzo, sia perché la loro vaccinazione è iniziata solo a metà febbraio, sia perché le Regioni hanno dato priorità a categorie non previste dal Piano vaccinale. Il ‘personale non sanitario’ e il non meglio spiegato ‘altro’, le somministrazioni continuano a crescere”.

IlFattoQuotidiano

martedì 3 novembre 2020

Terapie intensive vicine alla soglia critica del 30% di occupazione: in 8 Regioni è già rischio collasso. – La diretta.

 

In cima alla 'lista nera' c'è la Valle d’Aosta che ha toccato ormai il 60% di saturazione dei suoi posti letto in rianimazione, seguita da Umbria al 47%, Lombardia e provincia autonoma di Bolzano (42%). Numeri che arrivano sul tavolo del governo, alle trattative finali con i governatori per l'approvazione del nuovo dpcm. Anelli (Federazione medici): "Seconda ondata rischia di essere uno tsunami, malati Covid riducono la possibilità di garantire le cure agli altri".

Tutte le terapie intensive degli ospedali italiani sono vicinissime alla soglia del 30% di posti letto occupati da pazienti Covid-19, definita “critica” dal ministero della Salute. La media italiana si attesta infatti al 28%, ma è allarme rosso in 8 Regioni, che l’hanno già ampiamente superata. In cima alla ‘lista nera’ la Valle d’Aosta che ha toccato ormai il 60% di saturazione dei suoi posti letto in rianimazione, seguita da Umbria al 47%, Lombardia e provincia autonoma di Bolzano (42%), Toscana (39%), Marche (35%), Piemonte (34%) e Campania (33%).È quanto emerge dai dati, aggiornati al 2 novembre, elaborati dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi Sanitari regionali. Numeri che atterrano direttamente sul tavolo del governo, alle prese con le fasi finali della trattativa con i governatori per il varo del nuovo dpcm atteso in serata. E che avranno un peso (insieme all’indice di contagio Rt) nella scelta di quali Regioni inserire in una delle tre fasce di rischio previste dall’esecutivo per evitare un lockdown su scala nazionale.

Tra le Regioni vicine alla soglia del 30% ci sono anche la Liguria (27% di posti letto occupati) e l’Emilia Romagna (25%), mentre PugliaSardegna e Sicilia registrano un 24% di occupazione dei posti letto di terapia intensiva. CalabriaLazioAbruzzo e provincia autonoma di Trento si attestano intorno al 22%, seguite da Friuli Venezia Giulia (21%), Basilicata (20%) e all’ultimo posto il Veneto con il 16% di posti occupati. Il problema è che l’andamento della curva delle ultime settimane rischia di portare a saturazione anche questi territori, al netto degli ulteriori posti letto ancora attivabili in base alla dotazione di ventilatori polmonari e altre attrezzature fornite dal commissario all’emergenza Domenico Arcuri alle Regioni. In Veneto, dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 2.298 nuovi casi e 31 decessi, il governatore Luca Zaia ha chiarito che si prevedono “giorni impegnativi per le terapie intensive: ieri abbiamo ‘caricato’ 12 nuovi pazienti, oggi a metà giornata ce ne sono già una decina. Quindi – ha tenuto a sottolineare – ci stiamo avvicinando alla fase più acuta dell’epidemia”.

Torna a lanciare l’allarme sull’impatto del Covid sugli ospedali anche Filippo Anelli, il presidente della Federazione degli Ordini dei medici italiani. “La preoccupazione dei medici è che questa seconda ondata non sia una mareggiata, ma uno tsunami che potrebbe travolgere il sistema sanitario. Per questo chiediamo al governo misure più aggressive”, si legge in un post su Facebook. “Il problema oggi – sostiene – riguarda la tenuta del sistema sanitario, perché l’occupazione progressiva dei posti da parte di malati Covid riduce via via la possibilità di garantire cure agli altri ammalati. Andando avanti così, la situazione potrebbe sfuggirci di mano”. D’altronde i dati dei contagi parlano chiaro: ieri, anche se in numeri assoluti i nuovi casi sono diminuiti rispetto al weekend, il tasso di positività sui tamponi effettuati è rimasto invariato. Allo stesso tempo la pressione sugli ospedali è continuata ad aumentare: attualmente sono 2.022 i pazienti assistiti in terapia intensiva in tutto il Paese, di cui 435 solo in Lombardia. I posti letto occupati nei reparti Covid, invece, sono 19.840. Un andamento che, in assenza di nuove misure, rischia di portare diverse Regioni – Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna – alla saturazione al 100% dei posti letto in ospedale, di fatto paralizzando il sistema sanitario. Da qui la decisione del governo di ricorrere a un nuovo dpcm con regole ancora più stringenti, fino al “lockdown light” alla tedesca (così l’ha definito la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa) per le Regioni più colpite dalla pandemia.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/03/terapie-intensive-vicine-alla-soglia-critica-del-30-di-occupazione-in-8-regioni-e-gia-rischio-collasso-i-dati/5989926/

La colpa, naturalmente, è di Salvini e dei negazionisti che hanno manifestato contro le restrizioni emanate dal Governo, scorrazzando lungo le strade senza mascherine.
Io chiedo di essere protetta, è un mio diritto, come è un mio diritto esercitare libertà di movimento, pertanto chiedo agli organi preposti:
di far rispettare le leggi, e di punire adeguatamente chi non le rispetta, perchè mi priva della libertà di movimento, provoca danni all'economia, e mette a rischio le strutture ospedaliere già sature di ricoverati per coronavirus.
C.