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sabato 13 ottobre 2018

Vitalizi d’oro, la Puglia spende 15 milioni di euro per l’esercito dei 212. In 16 raddoppiano.



BARI – “Deve essere molto chiaro il meccanismo: o le Regioni aboliscono i vitalizi o noi non gli trasferiamo più la quota parte dei soldi pubblici con cui pagano i vitalizi”. L’annuncio  è del vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio. Per la Puglia potrebbe significare avere dallo Stato, 15 milioni e 400mila euro in meno all’anno.
Perché tanto costano i vitalizi dei consiglieri regionali, comprensivi degli assegni di reversibilità alle vedove e i figli non lavoratori che non hanno superato il ventiseiesimo anno di età.
Un esercito di 212 beneficiari che è destinato a crescere visto che una ventina di ex consiglieri o di consiglieri in carica attendono fuori la porta il momento in cui, maturato il diritto, possono battere cassa. Ma c’è chi il vitalizio lo percepisce da una vita. Se consideriamo che la prima legislatura della Regione Puglia è terminata nel 1975, si potrà comprendere quanto sia datato il vitalizio di chi lo percepisce dal 1980. E ne sono diversi, tra gli ex eletti e le vedove che, per una legislatura fatta dal proprio consorte, beneficiano del 65% del vitalizio, da 35 anni. Ne è l’esempio – perché il più datato – la moglie del più volte ministro e primo vicepresidente della giunta regionale pugliese, Michele di Giesi: le spettano 2900 euro dal 1983.
Ma l’elenco è lungo: vedove e figli sono 55, poi ci sono i 157 eletti con vitalizi che vanno da un minimo di 2200 euro – per meno di 5 anni di lavoro effettivo – ad un massimo di 10mila per chi ha superato le 3 legislature.
Ma naturalmente nel mare magnum degli ex ci sono casi particolari: come Patrizio Mazza, eletto per 3 anni, ha versato 66mila euro di tasca propria per agganciare i cinque anni minimi di contributi e assicurarsi un vitalizio da 4mila euro. Stesso ragionamento per Maria Campese assessore della giunta Vendola che però non fu eletta dal popolo ma chiamata in qualità di esterna. Tanto è bastato per aggiudicarsi un bel vitalizio. La ex sindaca di Taranto, Rosanna di Bello incassa mensilmente 3862 euro. Così anche Enrico Balducci che dovrà sostenere il suo stesso partito, la Lega di cui è coordinatore provinciale, quando dovrà sforbiciarsi la pensione d’oro da 8mila euro mensili.
E se loro vi sembrano privilegiati, cosa saranno allora i fortunati che, avendo ricoperto la carica di consigliere regionale e di parlamentare, cumulano il doppio vitalizio? E’ il caso di 16 ex di via Capruzzi: Ida Dentamaro, Salvatore Mazzaracchio, Pietro Mita, il presidente di Regione di Campi Nicola Quarta, il vicepresidente Domenico Romano, Nicola Fusillo, Cosimo Damiano Di Giuseppe, Graziano Ciocia, Franco Borgia, Giuseppe Semeraro, Angelo Antonio Rossi, Francesco Piccolo, Pino Sgobio, Vincenzo Sorice e i più recenti Alba Sasso e Nichi Vendola. Arrivano a superare i 10mila euro al mese.
Senza contare, naturalmente, chi ha nella vita una professione che prevede una pensione tradizionale. Beh, anche quella entrerà nel cumulo totale. E chi è stato europarlamentare? Con un anno di mandato, 63 di età e senza versare contributi, portano a casa il vitalizio e un’indennità transitoria.
Fonte: TeleramaNews  del 12/10/2018

sabato 20 febbraio 2016

Pensioni di reversibilità, si spacca il Pd. Le rassicurazioni del Governo non convincono, fronda per ottenere dietrofront. - Giuseppe Colombo

PENSIONI DI REVERSIBILIT

Una “razionalizzazione” che spacca il Pd. Altro che rassicurazioni del Governo: sull’ipotesi di un intervento relativo alle pensioni di reversibilità, una parte dei dem non ci sta ed è pronta a dare battaglia e sfidare Matteo Renzi in Parlamento.
Il tam-tam in queste ore sta correndo velocemente a Montecitorio tra le diverse anime non renziane del partito. L’obiettivo è fissato: l’esecutivo deve fare dietrofront e cancellare dal testo del disegno di legge delega per il contrasto alla povertà quel passaggio che fa riferimento a interventi di razionalizzazione “anche di natura previdenziale”. Il nocciolo duro della protesta è tra i deputati della commissione Lavoro della Camera, capitanati dal presidente, Cesare Damiano, pronto a presentare un emendamento, che sarà condiviso con altri esponenti del partito, per sbarrare la strada all’esecutivo. “Proporrò lo stralcio, dalla delega del Governo, della parte in cui si parla di previdenza, perché io la voglio cancellare, non vogliono che ci siano equivoci”, ha dichiarato l’ex ministro.
Il Governo, dal canto suo, non sembra intenzionato a cambiare linea dopo le smentite dei ministri del Lavoro, Giuliano Poletti, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan. “Al momento non pensiamo di modificare il testo della delega perché nel testo si parla di una razionalizzazione di anomalie e sovrapposizioni, non di un intervento sulle pensioni di reversibilità”, spiega una fonte del ministero del Lavoro.
Il pomo della discordia sono quattro parole: “anche di natura previdenziale”. Ma è tutt’altro che un formalismo. Nel Pd, monta il disagio di chi non si sente rassicurato dalle precisazioni del Governo e, soprattutto, di chi non si sente affatto sereno per la presenza nel testo della delega di quelle espressioni, cioè “anomalie” e “sovrapposizioni”, che per alcuni esponenti del partito potrebbero prefigurare interventi futuri proprio sulle pensioni di reversibilità. “Il testo per come è scritto si presta a legittime preoccupazioni: la cosa migliore è stralciare la parte sulle pensioni e toglierla di mezzo dalla discussione”, afferma l’ex capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, raggiunto dall’Huffington Post. “Secondo me le parole di Poletti e di Padoan devono trovare coerenza nel testo della delega”, aggiunge.
Per Dario Ginefra, deputato del Pd, è necessario che il Governo vada fino in fondo rispetto a quanto dichiarato dai due ministri: “È inutile tergiversare lasciando nel testo la possibilità di un possibile intervento: dato che tutti si affrettano a dichiarare che le pensioni di reversibilità non si possono toccare allora è meglio togliere qualsiasi riferimento nel testo, tagliando la testa al toro”. Per Ginefra “è inutile andare avanti per settimane: se c’è un sentire di contrarietà alla riforma delle pensioni non si capisce perché dobbiamo mantenere questo testo, prestando il fianco a una serie di letture che rischiano di generare panico sociale”.
L’ipotesi di un intervento sulle pensioni di reversibilità apre un fronte interno al Pd e all’ala oltranzista strizza l’occhio la Cgil. La leader del sindacato di corso d’Italia, Susanna Camusso, si dice molto contenta dell’iniziativa assunta da Damiano e sposa la linea di una parte del Pd che ora è in subbuglio: “Le smentite (del Governo, ndr) non bastano se non si cambiano i testi della delega che è stata presentata in Parlamento”.
Il clima nel Pd è tutt’altro che sereno e compatto: le pensioni di reversibilità rappresentano ora una nuova spina nel fianco del partito. “Non siamo mica in pochi a voler stralciare quella norma: noi non ci arrenderemo fino a che non passeranno sui nostri corpi”, afferma con un filo di ironia una deputata del Pd. La “razionalizzazione” del Governo non convince e ora una parte del Pd vuole arrivare fino in fondo.

lunedì 12 gennaio 2015

Guida pratica sulla pensione di reversibilità.



Guida pratica sulla pensione di reversibilità

La reversibilità della pensione è un importo della pensione che un componente della famiglia (detto beneficiario) riceve alla morte del lavoratore assicurato o che percepiva una pensione di vecchiaia, di anzianità o di inabilità. 
  
Quali sono i beneficiari? I beneficiari della pensione di reversibilità sono: 

1. il coniuge,

2. il coniuge separato (anche il coniuge separato al quale, in sede di separazione, sia stato riconosciuto l’addebito ma abbia diritto agli alimenti); 

3. il coniuge divorziato (a condizione che non si sia risposato e che il lavoratore deceduto sia stato iscritto all’Inps prima della sentenza di divorzio); 

4. l’ex coniuge, anche se dopo il divorzio e prima della morte il lavoratore o pensionato assicurato si sia risposato (in questo caso specifico sarà il giudice a stabilire le quote che spettano al primo e al secondo coniuge). 

5. i figli che, alla morte del genitore assicurato o pensionato, siano: – minorenni; – a carico del genitore e che non svolgano alcuna attività lavorativa; – studenti di scuola media superiore tra i 18 e i 21 anni o studenti universitari sotto i 26 anni; – inabili di qualunque età, a carico del genitore.   

N.B. In alcuni casi la pensione di reversibilità può essere corrisposta a: nipoti, genitori, fratelli o sorelle.  

Qual è la quota di pensione che viene attribuita al familiare beneficiario? 
60% al coniuge; 
70% solo un figlio; 
20% a ciascun figlio minorenne se c’è anche il coniuge; 
40% a ciascun figlio minorenne, se sono solo i figli ad averne diritto; 
15% a ciascun genitore, fratello e sorella inabili;  

In ogni caso la somma delle quote non può superare il 100% della pensione che sarebbe spettata al lavoratore. 
  
La reversibilità viene percepita per tutta la vita e si cumula con la pensione che il coniuge già percepisce.  

La pensione decorre dal mese successivo alla morte dell’assicurato o del pensionato, indipendentemente dalla data di presentazione della domanda.   

Il coniuge che si risposa ha diritto alla pensione di reversibilità ? 

Nessuna reversibilità della pensione è prevista qualora l’ex coniuge in vita si sia risposato. In tal caso, ha diritto alla liquidazione di una doppia annualità, pari a 26 volte l’importo della pensione percepita alla data del nuovo matrimonio.
   
Un figlio nato fuori dal matrimonio ha diritto alla pensione di reversibilità del genitore defunto? 
La pensione di reversibilità può essere percepita dai figli: 

1. legittimi; 

2. legittimati; 

3. adottivi; 

4. affiliati; 

5. naturali. 
  
La persona deceduta quanti anni di contributi minimi deve aver maturato? La pensione ai superstiti (detta appunto di reversibilità) spetta solo se il deceduto aveva accumulato, in qualsiasi epoca: 

1. almeno 15 anni di contributi ; 
2. se era assicurato da almeno 5 anni, di cui almeno 3 versati nel quinquennio precedente la data di morte.  

Qual è la procedura da seguire per ottenere la pensione di reversibilità? La domanda per ottenere la pensione di reversibilità va presentata all’Inps: 

1. personalmente;

2. tramite patronato.  

Oltre al modulo di domanda che si chiama “SO1″ è necessario presentare anche un atto notorio che prova che tra i due coniugi, non c’è mai stato nessun atto di separazione ed inoltre bisogna presentare anche il libretto di pensione della persona defunta.   
Se la domanda viene respinta? Entro 90 giorni, al comitato provinciale dell’Inps si può presentare ricorso in carta semplice agli sportelli appositi o tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. 

http://www.laleggepertutti.it/45075_guida-pratica-sulla-pensione-di-reversibilita