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venerdì 5 gennaio 2018

Sacchetti a pagamento: diktat del Governo (non di Bruxelles) per arricchire l'amica di Renzi.

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In materia di fake news la vecchia politica è sempre sulla cresta dell'onda. La loro punta di diamante parlando di notizie false è la capacità di crearle ad hoc, di nuove e originali, per ogni occasione. Ultima quella che sta imperversando in questi giorni nei media: "sacchetti di frutta a pagamento sono stati imposti dall'UE all'Italia". Mettiamo l'assunto appositamente tra le virgolette in quanto riporta il concetto che il PD sta cercando di diffondere tramite i suoi canali ufficiali al grido di: "ce lo chiede l'Europa". Ebbene, Bruxelles non ha mai chiesto al Bel Paese di far pagare ai suoi cittadini i sacchetti di plastica biodegradibili e compostabili.
La direttiva a cui il Partito Democratico vorrebbe fare riferimento è la 2015/720, che come si evince dal sito del Parlamento europeo su cui è riportata, non impone prezzi, ma obiettivi. La direttiva dice che le misure adottate dagli Stati membri devono assicurare che il livello di utilizzo annuale non superi 90 borse di plastica di materiale leggero pro capite entro il 31 dicembre 2019 e 40 borse di plastica di materiale leggero pro capite entro il 31 dicembre 2025 o obiettivi equivalenti in peso. Addirittura, le borse di plastica in materiale ultraleggero possono essere escluse dagli obiettivi di utilizzo nazionali.
Dunque, ricapitolando, è stato il Governo marionetta di Paolo Gentiloni ad aver infilato un emendamento la scorsa estate nel decreto legge Mezzogiorno, imponendo l'obbligatorietà. È anche precisata la possibilità di escludere i sacchetti ultraleggeri utilizzati per la frutta e la verdura; la direttiva riguarda principalmente le borse di plastica per fare la spesa, già al bando nel nostro Paese dal 2012.
Ma perché tanto accanimento? Forse perché Catia Bastioli - che guida l'azienda italiana leader del comparto (la piemontese Novamont che detiene l'80% del mercato) - è stata prima nominata da Matteo Renzi presidente della partecipata pubblica Terna, appena due mesi dopo il suo insediamento. Poi, a giugno 2017, Sergio Mattarella la nomina cavaliere del lavoro, appena prima che il segretario del PD tornasse a raggiungerla nel suo tour in treno a porte chiuse.
È sacrosanto che la plastica sia sostituita dalle bioplastiche, ma è come sempre la modalità a essere sbagliata e sospetta. Ad esempio, cosa si sta facendo per la riduzione degli imballaggi? E perché non prevedere il riutilizzo dei bioshopper? Insomma, la classica triste storia della vecchia politica italiana, fatti di amici degli amici che dettano regole e arricchiscono i pochi. Mandiamoli a casa.

domenica 31 dicembre 2017

Aumenti 2018: dalle autostrade alle poste, tutti i rialzi che ci aspettano.



Non ci sono solo le bollette di gas e luce. Dal primo gennaio, una serie di aumenti tariffari cambieranno i prezzi di ticket, trasporti e prodotti postali.

Elettricità. Gas. Rifiuti. Ticket. Banche. Poste. Autostrade. Assicurazioni. E poi professionisti, artigiani, trasporti. Con l’inevitabile ricaduta su alimenti e prodotti agricoli. Una stangata da quasi mille euro in più a famiglia che nel 2018 si troverà aumenti e rincari di bollette e tariffe in quasi tutti i settori. Persino i sacchetti biodegradabili della spesa saranno a pagamento.

Non ci sono solo le bollette di gas e luce. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha annunciato aumenti che vanno dal 5,3% per l’elettricità al 5% per il gas a famiglia per il primo trimestre 2018. Un record soprattutto per l’energia elettrica dovuto, spiega l’Autorità, a vari fattori, tra cui la ripresa dei consumi (+1,6% la domanda elettrica nei primi undici mesi del 2017), ma anche alla «minore disponibilità della generazione idroelettrica nazionale per la scarsa idraulicità del periodo»: il 2017 è stato l'anno più arido degli ultimi 200 anni. Per il gas, l’aumento invece è più «naturale», essendo legato alla stagione invernale. Ma tutto ciò si traduce in una spesa a famiglia di 535 euro (+7,5%) per l’elettricità e di 1.044 euro per il gas.

Sempre dal primo gennaio, costerà di più viaggiare in autostrada. Autostrade per l’Italia ha annunciato «l’adeguamento tariffario» pari all’1,51% per il «recupero del 70 dell’inflazione reale e la remunerazione dei nuovi investimenti effettuati». Ma salgono i pedaggi anche di Autostrade Meridionali (+5,98%), Autovie Venete (+1,88%), Torino-Milano (+8,34%), Milano Serravalle (13,91%, Strada dei Parchi (+12,89%). Record per la Aosta Ovest-Morgex: +52%. Aumenti «inaccettabili» per il presidente dell’Unione nazionale consumatori Massimiliano Dona: «Significa mandare in tilt i bilanci di quei pendolari costretti a prendere quella tratta».

L’Osservatorio dell’Adusbef ha calcolato in circa mille euro (980) la spesa in più che ogni famiglia dovrà affrontare nel nuovo anno, non solo per tariffe e pedaggi ma anche per i consumi. Secondo l’associazione ci saranno rincari medi di 25 euro per le assicurazioni auto, 40 euro per i pedaggi stradali, 97 per altri costi di trasporto, 49 per la Tari (nonostante le «tariffe pazze» dei Comuni che verranno rimborsate), 156 euro per professionisti e artigiani, 55 euro per i ticket sanitari, 18 euro per le tariffe postali e 38 euro per i servizi bancari. «Si profilano ulteriori salassi per i cittadini — dice Elio Lannutti, presidente di Adusbef —, mentre, secondo le stime dell’Istat, cresce il rischio povertà o esclusione sociale con oltre 18 milioni di persone a rischio: nulla di buono aspetta i consumatori italiani e questi incrementi per molte famiglie sono insostenibili, è urgente una seria azione del governo per controllare e contrastare ogni aumento ingiustificato». Dal primo gennaio scatta anche l’obbligo dell’uso di soli sacchetti biodegradabili per gli alimenti. Vietati quindi tutti i sacchetti di plastica usati finora per insaccare carne, verdura e la spesa in generale. Tutti i negozianti dovranno rifornirsi di sacchetti compostabili. La novità avrà però un costo per i consumatori: si va da un minimo di 1 centesimo a sacchetto a cinque centesimi. Un’altra mini «stangatina» che alla lunga peserà sulle tasche degli italiani, anche se per Legambiente «è sbagliato parlare di caro-spesa: l’innovazione — dice il direttore generale Stefano Ciafan i— ha un prezzo ed è giusto che i bioshopper siano a pagamento, purché sia garantito un costo equo intorno ai 3 centesimi». Infine, sorpresa di fine anno per i ciclisti: tutti gli amanti delle due ruote non professionisti che si dilettano in gare e passeggiate cicloturistiche dovranno pagare un canone annuale di 25 euro alla Fci, la Federazione ciclistica italiana.