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mercoledì 14 luglio 2021

Delirio calcistico: la scuola pagherà le conseguenze. - Tomaso Montanari

Ferdinando di Borbone

Dal classico panem et circenses al borbonico “festa, farina, forca”, tutta la tradizione occidentale denuncia l’uso scellerato che il potere ha sempre fatto di quelle che oggi chiamiamo vittorie sportive. Dunque, perché scandalizzarsi dell’indecente operazione affidata ai più servili tra i servilissimi giornalisti italiani, con cui i vertici della Repubblica stanno usando la vittoria della Nazionale per legittimare se stessi e la retorica dell’unità? Per due ragioni, una politica e una di fatto: le parole scelte da Mario Draghi e la pandemia.

Sulla seconda cos’altro si può dire se non che ci siamo lasciati andare a una specie di rito tribale collettivo in cui sfidiamo la morte andando incontro ai proiettili a petto nudo? La finale di Wembley era surreale, con il presidente e la famiglia reale che benedicevano la follia della Coppa Delta, perfettamente consapevoli che tutto il rito, e poi soprattutto i festeggiamenti, avrebbero violato ogni norma stabilita dai rispettivi governi. I numeri del contagio inglese sono impressionanti: il giorno della finale i nuovi casi erano 31.382. E nessuno sa cosa quest’onda significherà per la popolazione non ancora vaccinata, e per la possibilità che essa porti a una variante letale, cioè resistente ai vaccini. Siamo sull’orlo di un vulcano: e sembra che chi dovrebbe avvertire il peso terribile della responsabilità di tutti ci stia invece spingendo di nuovo dentro il cratere. E già si capisce che, con un amarissimo simbolo, a fare le spese del delirio calcistico potrebbe essere la scuola: già zoppa per l’incapacità del governo di provvederla di aule e insegnanti, e ora a rischio di vedersi infliggere un altro autunno a distanza. E se tutto questo non succedesse, se ancora una volta la sfangassimo? Ebbene, quanti azzardi vogliamo inanellare, uno dietro l’altro? La roulette russa è forse diventata uno stile di governo?

Proprio la scuola è chiamata in causa dalla prima ragione per cui il trionfo degli Azzurri ricorda così tanto la bellissima e terribile sequenza finale di "In nome del popolo italiano" (1971) di Dino Risi, dove la bancarotta morale di un intero popolo si manifesta nei festeggiamenti per una vittoria della Nazionale proprio sull’Inghilterra. Mario Draghi, infatti, ha ringraziato gli Azzurri “per aver rafforzato in tutti noi il senso di appartenenza all’Italia. Lo sport insegna, unisce, fa sognare, è un grande ascensore sociale. Un argine al razzismo, uno strumento di coesione soprattutto in un periodo difficile come quello che abbiamo vissuto”. Il governo più oligarchico e antipopolare dell’Italia repubblicana indossa la maschera del più spinto populismo, cavalcando nel modo più rivoltante il consenso alla squadra vincente. Invece di investire tutto su scuola, istruzione e ricerca (che davvero insegnano, creano coesione sociale e costruiscono ascensori sociali), questo governo continua a puntare sullo stravolgimento del territorio, sulla macelleria sociale dei licenziamenti, contro ogni redistribuzione della ricchezza. E poi si rivolge agli italiani – e proprio a quelli che massacra di più, quelli a cui rimane solo il calcio per gioire e trovare motivi di appartenenza a questo Paese – carezzando, a favore di telecamere, Mancini, Chiellini e la coppa.

E ci mancava solo “l’argine al razzismo”! Bell’argomento ha scelto Draghi per esaltare questa squadra di camaleonti che (al contrario di Berrettini) ha dichiarato di non essere interessata a combattere perché contino anche le vite dei neri, inginocchiandosi (comicamente) solo quando si trova a giocare contro una squadra che invece ci crede. Ma si capisce che, alla vigilia del rinnovo degli accordi col mattatoio libico, qualche parola per i neri il governo debba pur spenderla. Sarà impopolare dirlo, ma Mario Draghi ha offerto questa coppa al popolo italiano usandola come l’ombrello di Cipputi. Festa, farina, forca: e senza farina.

ILFQ

lunedì 17 febbraio 2020

Andrea Detto Il Toscano.

Risultato immagini per ribellione

Buona sera. Allora mi corre l’obbligo di fare un altro post, quasi come quello che ho fatto tempo fa.
Sono e rimango una persona di sinistra e, per una vita intera ho votato a sinistra. Nelle ultime elezioni ho votato M5S perché disgustato da quanto avveniva nella sfera politica del Paese. Ho visto quello che era il mio partito fare inciuci sottobanco, ho visto il mio partito dimenticarsi del popolo, ho visto il mio partito votare provvedimenti assieme alla destra (Fornero) e ho visto i sindacati, che hanno taciuto (solo 2 ore di sciopero) ma che, con quel provvedimento mi hanno RUBATO 8 anni di vita, ho visto quello che era il mio partito salvare banche e multinazionali a scapito del popolo. E ho deciso. La mia non è stata una decisione facile. E’ stata sofferta. Ho pensato anche di votare partiti nati dalla famosa scissione, molto più vicini alla mia idea politica ma ho anche pensato che quel voto non avrebbe cambiato le cose, perché gli italiani hanno uno strano modo di decidere, legittimo beninteso, e che quei partiti sarebbero rimasti al palo, perché è innegabile che l’Italia è un Paese diviso esattamente a metà. Una metà che ha a cuore gli interessi comuni, i cittadini, l’equità sociale, l’aiuto del più debole. Mentre l’altra metà (a mio avviso certamente) è per la difesa dei ceti ricchi, degli evasori fiscali, dei corrotti e corruttori, dei furbetti e delle scorciatoie. E in mezzo a questi chi c’era ? C’era un partito che gridava VAFFANCULO a tutto questo. Ed io, che di vaffanculi ne aveva presi tanti, ma anche dati, ho deciso di provare una strada diversa, nuova, di quanti gridavano all’onestà. Ma, sia detto per inciso, il mio essere di sinistra non è cambiato di un millimetro! Purtroppo devo registrare alcune cose che a me fanno soffrire molto. E cioè la prevenzione che la stragrande maggioranza degli Italiani ha verso qualcuno che vuole il bene comune. Adesso vedo e leggo che dovrei addirittura vergognarmi di aver fatto quella scelta. Ma vi siete mai chiesti perché il M5S ha tutti contro? ma per tutti dico proprio tutti : partiti (e quello lo posso capire), giornalisti, anchor man, giornali, radio, ma anche cittadini che hanno verso quelle persone una acredine ed un odio tale che mai ho registrato neanche verso le destre, neanche verso i fascisti. E questo non riesco proprio a spiegarmelo. Sarà certamente una mia tara mentale. Ripeto, posso capire gli altri partiti, posso capire i giornalisti tutti, visto che volevano mettere mano alla Legge sull’Editoria, posso capire i sindacati, che erano entrati nelle loro mire, dopo la legge 564 sulle loro pensioni d’oro, taciuta da tutte le sinistre. Ma i cittadini no, non riesco a capire tutti quelli che hanno un odio preventivo che non registravo da tempo immemore verso delle persone che vogliono il bene comune.
Hanno fatto degli errori ? Certamente! e ne rifaranno anche. Sono stati tacciati di incapacità e questo lo posso capire. Ho avuto anche io questo dubbio ma, mi sono detto che nessuno nasce imparato e che anche tutte le altre persone che, negli anni, si sono succedute al Governo sono nate con quella esperienza. Ho anche sentito dire che qualcuno preferiva i ladri, ma competenti! Tanti si sono sciacquati la bocca prendendo in giro queste persone senza motivazione chiamando qualcuno “bibitaro”, chiamandoli “grullini”. Ebbene, almeno per me è più onorevole aver fatto lo stewart, che aver campato sempre di politica. I vecchi politicanti hanno dovuto fare errori (nel passato coperti dai loro stessi partiti) per poi governare come gli riusciva. Si sono alleati con il PD (mio vecchi partito, prima dell’innominabile Renzi e compagnia)? no, non l’hanno fatto. Hanno fatto un contratto che non vuol dire alleanza, vuol dire fare alcune leggi e poi ognuno per proprio conto. Ho anche cercato di fare un bilancio degli ultimi 25 anni di Governi, di destra e di sinistra, e sapete cosa ho visto? Che le leggi fatte dalla destra (per me orrori), una volta che la sinistra era andata al potere, non erano cambiate. Non le avevano cambiate! Vedi leggi ad personam, vedi conflitto di interessi, vedi precarietà del lavoro, diminuzione dei diritti dei lavoratori (cancellazione dell’art. 18, che non era riuscito nemmeno a Berlusconi). Ebbene non le avevano cambiate per non andare a toccare interessi comuni. Interessi che non erano certo rivolti al popolo, ma a loro stessi e ai loro amici. Ma non ho mai visto scagliarsi con tanta forza e tanto odio contro qualcuno, nemmeno da quei partiti di sinistra, nati dalle scissioni, verso la destra xenofoba e prepotente. Quella destra a cui ne arrestano uno al giorno, mentre, al momento almeno nei 5S non vi sono indagati o arrestati (salvo il vero). A meno che, questo odio non derivi dal fatto che alcune leggi fatte dal M5S, dovevano essere ad appannaggio delle sinistre, come il tanto vituperato reddito di cittadinanza, che però, quando si chiamava reddito di inclusione, era applaudito addirittura……..coerenza questa sconosciuta!
La peggior cosa che sto vedendo e leggendo, scorrendo alcuni post, è l’odio viscerale che traspare da tutti i commenti, come se questo movimento avesse fatto e fosse responsabile di tutti i mali che ci hanno attanagliato negli ultimi 30 anni, dimenticando quello che abbiamo abbonato a quei partiti che votavamo e incensavamo, anche quando sapevamo bene che avevano fatto delle cazzate!
Ma tutto questo finisce qui. Ho cercato di fare chiarezza sulle circostanze che mi hanno portato a dare quel voto, scevro da pregiudizi verso altri partiti e verso altre persone. L’odio e l’acredine non mi appartengono, chi mi conosce bene lo sa. Non posso dare consigli a nessuno, ma cerco di riflettere che la politica, purtroppo è mediazione talvolta, e se non hai la forza per fare passare un provvedimento come lo vorresti, devi per forza mediare qualcosa, non molto, altrimenti viene stravolto. E per questo voglio tacere sulle mediazioni che sono state fatte in passato, anche quando forse non ce n’era bisogno. Anche se per molte cose il bisogno di avere memoria è senz’altro superiore ai commenti offensivi, alle prese per il culo, ai mezzi discorsi dove si dice e non si dice, ad erigersi giudici e giurati senza che vi sia nemmeno un imputato.
Andrea detto il Toscano.