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venerdì 24 luglio 2020

Fratelli di Poltrona. - Tommaso Merlo



La destra italiana si è spaccata anche sul Recovery Fund. Gli europarlamentari della Meloni e di Salvini si sono astenuti a Bruxelles. Se i soldi li avessero trovati loro avrebbero marciato su Roma per celebrare il trionfo, ma i soldi li ha trovati quel maledetto Conte reo tra le altre cose d’impedirgli di abbuffarsi di poltrone. Stando ai sondaggi la Meloni è quella che gode di migliore salute nella destra nostrana. Al punto che certi benpensanti hanno iniziato a spargere incenso nonostante la bolla meloniana si stia gonfiando più per demeriti altrui che altro. Berlusconi è in uno stato di decomposizione politica ormai avanzato mentre la renzite di Salvini peggiora a vista d’occhio. Se continua di questo passo il leader padano rischia di ritrovarsi sul prato di Pontida con la camicia verde e un elmo da vichingo in testa prima del previsto. Ma certi benpensanti non demordono e dipingono la Meloni come una novità nonostante faccia politica dalla notte dei tempi e tra le perle della sua biblica carriera spicchi quella come ministra di Berlusconi. 

Un governo che passerà alla storia come una delle pagine più aberranti della nostra democrazia. Ma c’è di più. La Meloni viene dipinta come più competente di Salvini solo perché leggiucchia qualcosina prima di aprire bocca e non gli dà fiato a vanvera come il suo alleato padano. Bella consolazione. 
A livello di stacanovismo sono invece considerati alla pari. Entrambi non si vedono in parlamento neanche col binocolo astronomico. 
Anche a livello di sensibilità legalitaria si equivalgono. Entrambi possono vantare una sterminata e variegata collezione di scandali. L’ultimo alle pendici dell’Etna. Come grazia e finezza vince nettamente Salvini in compenso la Meloni viene dipinta come più moderata del leader padano. 

Peccato che sia lei ad avere le radici nella destra dura e pura con camerati riciclati di ogni risma che ogni tanto rispuntano dalle ceneri fascistoidi. 
Chi con una divisa addosso, chi con qualche frase agghiacciante. La verità è che la Meloni ma pure Salvini devono tutto a Berlusconi che si sta trascinando il suo partito personale nella tomba e con esso quella che un tempo era la casa della destra moderata, liberale ed europeista nostrana. Una destra che esiste eccome nel nostro paese ma che da anni ormai non ha più né un leader né un partito di riferimento e quindi prima si è rifugiata da Salvini poi quando quello si è beccato la renzite ha ripiegato sulla Meloni. L’estenuante trapasso berlusconiano ha consentito ai sovranisti di avere campo libero e di lucrare comodamente sulle gravi crisi degli ultimi anni raggiungendo consensi impensabili. Un’ascesa che sembrava inarrestabile fino allo scoppio della pandemia e alla reazione storica dell’Europa che sta rendendo anacronistici i rigurgiti sovranisti e che sta strappando via il velo d’ipocrisia dietro cui la destra italiana si nasconde da troppo tempo. In Italia come in tutta Europa le destre sono almeno due come conferma la vicenda del Recovery Fund. Una sovranista che da noi ha addirittura due versioni e due leader destinati prima o poi a scornarsi a vicenda. 
Ed una seconda destra moderata che da noi vagabondeggia miseramente. A tenere insieme le destre italiane è la fame di potere e la colla del nemico comune. 
Dei veri Fratelli di Poltrona che vanno d’amore e d’accordo soprattutto sotto elezioni ma che prima o poi dovranno fare i conti coi nodi politici che li dividono. La Meloni è quella che gode di migliore salute al momento, ma la sua bolla si sta gonfiando per demeriti altrui checché ne dicano certi benpensanti. La Meloni è sovranista e per storia personale ed indole non sarà mai il leader di quella destra moderata, liberale ed europeista vittima di Berlusconi e che prima o poi anche in Italia risorgerà.

https://repubblicaeuropea.com/2020/07/24/fratelli-di-poltrona/

giovedì 28 maggio 2020

La vittoria di Conte e dell’Europa. - Tommaso Merlo

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Tempi davvero bui per i sovranisti, adesso si mette di mezzo pure l’Europa a minare la loro propaganda. Proprio mentre si apprestavano a fomentare le rivolte sociali, arriva il Recovery Fund. Già, l’Europa è viva e vegeta e perfino solidale. Se l’Italia dovesse addirittura salvarsi grazie ai soldi europei, i sovranisti rischiano l’estinzione. Del resto non gliene va bene una. Più cercano di sciacallare sulla pandemia, più il boomerang gli ritorna sul nasone. Dall’emergenza sanitaria a quella economica, la strategia è sempre la stessa, manganellare. Tra i loro pestaggi preferiti c’è ovviamente quello di Conte. Gli han dato del criminale, dell’incapace e perfino del traditore per aver firmato il MES di nascosto svendendo il paese alla Merkel. Già, come no. Carne avariata in pasto ai loro famelici leoni da tastiera. Con l’unico risultato che adesso lo sa l’Italia intera che il MES lo hanno varato loro. Non gliene va bene una e all’estero non se la passano certo meglio. Al parlamento europeo han fatto i furbi astenendosi e votando a caso. Puntavano all’ennesimo fallimento per poi scatenarsi con le solite moine propagandistiche antieuropee. Ed invece se lo sono presi in quel posto. A Roma come a Bruxelles i sovranisti han commesso un errore politico madornale. Quello di sottovalutare la pandemia. Una crisi di tale gravità da smuovere perfino la Germania e con essa equilibri ed idee malsane che tenevano ostaggio il progetto continentale da anni. I sovranisti nostrani hanno reagito alla notizia del Recovery Fund con imbarazzati balbettii mentre i loro ragionieri già vagheggiano di fregature. Panico malcelato con propaganda riscaldata. Più trasparente la reazione dei sovranisti d’oltralpe che han definito il Recovery Fund addirittura un “colpo di stato”. Rabbia e disperazione. Si rendono perfettamente conto che il Recovery Fund non è solo una questione economica, ma anche dannatamente politica. Se milioni di cittadini europei dovessero salvarsi dalla crisi pandemica grazie alla forza e alla solidarietà dell’Europa, per il continente si aprirà una pagina storica nuova. Il progetto europeo ritroverà slancio unitario dopo anni di stallo burocratico e finanziario. Una pagina che ricaccerebbe i sovranismi ai margini della storia, sul binario morto dei loro rigurgiti nazionalisti, dei loro retrogradi egoismi, dei loro ipocriti bigottismi. Le paure, le miopie e le chiusure su cui hanno costruito il loro consenso lascerebbero spazio ad un periodo di speranza, di cooperazione e di ricostruzione virtuosa dei popoli europei. Tempi davvero bui per i sovranisti. Han sottovalutato Conte, han scommesso sul fallimento dell’Europa. Non gliene va bene una. Di questo passo rischiano l’estinzione molto prima di quanto si potesse sperare.

https://repubblicaeuropea.com/2020/05/28/la-vittoria-di-conte-e-delleuropa/

Ai sovranisti restano le chiacchiere. - Gaetano Pedullà

SALVINI MELONI

Di grande successo in Italia, il cabaret di Salvini e Meloni adesso fa ridere il mondo. Esattamente come usano con il Governo di Giuseppe Conte, a cui i leader sovranisti aggiungono un più davanti a qualunque provvedimento, ieri i leader sovranisti hanno bocciato la poderosa proposta della Commissione europea per superare i disastrosi effetti economici del Covid. Un’offerta senza precedenti, pari a 750 miliardi, che solo all’Italia può portare 81,8 miliardi a fondo perduto e altri 90,9 di prestiti a tassi minimi e a lungo termine.
In un mondo normale, chi sta tutti i giorni in tv a denunciare che famiglie e imprese sono senza soldi dovrebbe baciare terra dov’è sporco e ringraziare per una tale opportunità, che peraltro ha bisogno del sostegno di tutti per superare nel Consiglio d’Europa le resistenze degli ultimi quattro Stati rigoristi, capeggiati dall’Olanda. E invece cosa fanno Lega e Fratelli d’Italia? Sputano nel piatto in cui finalmente anche l’Italia può prendere dopo aver sempre e solo dato, e protestano perché dovevamo avere di più.
Lo stesso cliché, insomma, che ci propinano nei talk show, dove se il Governo stanzia un miliardo per qualcosa i generosi leghisti & fratelli di Giorgia ribattono che loro di miliardi ne avrebbero messi due e magari, perché no, tre o quattro. Tanto all’opposizione si fanno i conti con i soldi del Monopoli. Per fortuna, però, a Palazzo Chigi non ci sono loro, che in Europa stanno in guerra con tutti e non ci avrebbero fatto prendere il becco di un quattrino. E allora sì che avremmo cominciato a correre, ma verso il baratro.

giovedì 23 aprile 2020

Il sottobosco cristiano neofascista. - Tommaso Merlo

Menzogne? Salvini e Meloni contro il comizio di Conte a reti ...
Dietro al duo Meloni&Salvini si nasconde un inquietante sottobosco cristiano neofascista. Fanatici fautori di un micidiale cocktail di bigottismo ultraconservatore ed idee di estrema destra che vorrebbe addirittura sbarazzarsi di Bergoglio perché considerato una specie di comunista internazionale. Non è una barzelletta. È un’inchiesta di Report fatta di personaggi ambigui, soldi, associazioni, rapporti e fake news ad orologeria. Un sottobosco che agisce nell’ombra. Ed è questo l’aspetto inquietante. Fa solo pena chi farnetica che la pandemia sia colpa del Papa argentino o delle lobby gay o che si debba tornare al Medioevo religioso. Ma se i cittadini sono all’oscuro di votare per partiti che sostengono quelle idee, allora è un grave problema democratico. I cittadini hanno diritto all’assoluta trasparenza e verità, altrimenti si prefigura una truffa ai loro danni. Il problema è che se Meloni&Salvini dichiarassero apertamente le proprie simpatie cristiano neofasciste tornerebbero alle percentuali intorno al cinque percento con cui hanno galleggiato per anni prima della scomparsa di Berlusconi. Il loro successo lo devono alle macerie di Forza Italia e all’aver intercettato quell’elettorato più “moderato” che se scoprisse di essere scivolato nell’estremismo cristiano neofascista scapperebbe a gambe levate. Da una parte le proprie idee, dall’altra il mercato elettorale. Da una parte la coerenza, dall’altra la lotta per il potere. Salvini è considerato un idolo dai suoi alleati neofascisti europei proprio per questo. Perché sembrava aver trovato una formula propagandistica magica per sdoganare le sue idee estremiste al grande pubblico. Quando Salvini bacia il rosario o prega la Madonna in televisione manda un messaggio alle nonne che lui è un bravo ragazzo, ma ammicca anche al sottobosco cristiano neofascista. Un sottobosco che sa di essere impresentabile e allora agisce nell’ombra, s’infiltra nei partiti sovranisti esistenti e li sfrutta come piedi di porco per scassinare il sistema centimetro dopo centimetro. Il loro obiettivo è ostacolare i progressi sui diritti civili che per loro sono sterco di satana, far saltare l’Europa che ostacola i loro rigurgiti nazionalistici, fermare l’invasione dei negri che minaccia la loro razza superiore, osteggiare i progressi generati dalla globalizzazione e tornare alle tradizioni tribali. Per riuscire nei loro intenti retrogradi, il sottobosco neofascista vorrebbe sfruttare politicamente perfino Dio. E quindi trama per una chiesa bigotta e ultraconservatrice al servizio delle loro battaglie politiche. Un progetto politicamente folle. La storia non mette mai la retromarcia e l’evoluzione delle società non la manipoli a tavolino o con qualche gioco sporco. Chi ci ha provato ha solo ricoperto il mondo di sangue. L’arma migliore per difendersi da certe farneticazioni, è l’assoluta trasparenza. E’ costringere il sottobosco cristiano neofascista ad uscire alla luce del sole. In modo che i cittadini sappiano con assoluta chiarezza cosa vi sia alle spalle dei politici e dei partiti sulla scena e possano così votare consapevolmente di conseguenza.