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sabato 30 dicembre 2023

Scoperta di incisioni astronomiche dei Pueblo Ancestrali.

 

Gli archeologi hanno scoperto nuovi petroglifi che cambiano ciò che sapevamo sugli Ancestral Pueblos in quel periodo. (Università Jagellonica.)

Gli archeologi dell’Università Jagellonica di Cracovia hanno fatto una scoperta significativa nel campo dell’archeologia precolombiana. Durante le loro ricerche, hanno trovato incisioni e dipinti astronomici realizzati dalla cultura Pueblo, una delle società precolombiane più avanzate in America. Questa cultura, conosciuta anche come Pueblo Ancestrali, è emersa all’inizio dell’era agricola e ha prosperato fino al 1600 d.C. nella regione che comprende l’attuale Utah e parti di Arizona, Nuovo Messico e Colorado.

I Pueblo Ancestrali sono noti per le loro case di pietra a più piani, chiamate pueblos, da cui deriva il loro nome. Inoltre, sono famosi per l’arte rupestre, i gioielli ornati e le ceramiche dipinte. Questa cultura viveva principalmente nelle pianure, in case semisotterranee occasionalmente circondate da palizzate di legno. Le loro pratiche agricole erano accompagnate dalla tessitura di cesti e tappeti.

Le spirali fino a 1 metro di diametro venivano utilizzate dal popolo Pueblo per osservazioni astronomiche e per determinare i solstizi e gli equinozi.

Le spirali fino a 1 metro di diametro venivano utilizzate dal popolo Pueblo per osservazioni astronomiche e per determinare i solstizi e gli equinozi. (Università Jagellonica)

Le nuove scoperte sono state fatte nel complesso insediativo di Castle Rock Pueblo, situato sull’altopiano di Mesa Verde, al confine tra Colorado e Utah. Questa zona è diventata popolare tra gli archeologi e i turisti perché ospita famosi insediamenti precolombiani costruiti in nicchie di grotte o scavati nella parete del canyon. Inoltre, contiene anche arte rupestre che risale a meno di 3000 anni fa.

Gli archeologi hanno iniziato ad esplorare aree delle scogliere di solito più difficili da raggiungere, come i siti di Sand Canyon, Graveyard Canyon e Rock Creek Canyon, sulla base di rapporti locali. Hanno scoperto molti petroglifi precedentemente sconosciuti nascosti in luoghi inaccessibili a circa 800 metri sopra gli insediamenti delle scogliere. Questi pannelli di roccia si estendevano per oltre 4 chilometri intorno all’altopiano.

Sulle incisioni, i Pueblo Ancestrali avevano realizzato spirali larghe 1 metro che venivano utilizzate per osservazioni astronomiche e per registrare le date di alcuni giorni speciali nel calendario, come i solstizi d’estate e d’inverno e gli equinozi di primavera e autunno. Queste scoperte hanno portato a una revisione delle conoscenze su questa area. Si è scoperto che il numero di abitanti che vivevano qui nel XIII secolo era stato sottovalutato e che le loro pratiche religiose erano più complesse di quanto si pensasse.

Oltre alle spirali, il team di archeologi ha trovato incisioni di guerrieri e sciamani che probabilmente risalgono al III secolo d.C., nell’era dei cestai. La maggior parte dei petroglifi Puebloani è stata creata tra il XII e il XIII secolo d.C. e si è evoluta includendo forme geometriche complesse e successivamente intere narrazioni che mostrano scene di caccia. Quando gli spagnoli arrivarono in America, i cavalli apparvero per la prima volta nelle incisioni, poiché questi animali erano sconosciuti agli indigeni nordamericani prima di allora, dopo essere scomparsi dal continente durante l’ultima era glaciale.

Questa ricerca è stata resa possibile grazie al sostegno delle comunità locali, che hanno aiutato gli archeologi polacchi a scoprire queste incredibili incisioni. I membri delle tribù native sono molto interessati alla storia dei loro antenati e hanno fornito preziose informazioni per comprendere l’iconografia, l’arte rupestre e le funzioni di alcuni edifici. L’Università Jagellonica ha sottolineato l’importanza di questa collaborazione.

https://www.scienzenotizie.it/2023/12/26/scoperta-di-incisioni-astronomiche-dei-pueblo-ancestrali-5676644?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook

lunedì 9 maggio 2016

IL SEGRETO DELLE MISTERIOSE SPIRALI DEL PERÙ CHE SALVARONO LA CIVILTÀ NAZCA (FOTO). - Francesca Mancuso

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Un antico mistero del Perù potrebbe essere svelato grazie a una scienziata italiana. Queste particolari formazioni a spirale, chiamate Puquios, avrebbero aiutato la popolazione durante i periodi di grave siccità.
Attraverso l'utilizzo dei satelliti, un team di scienziati guidato da Rosa Lasaponara del Cnr, ha studiato e datato i resti delle antiche civiltà peruviane che vivevano nell'area di Nazca, celebri anche per le famose linee (i geoglifi tracciati sulla sabbia dall'omonima civiltà).
Nella regione, i ricercatori da tempo studiavano i fori circondati da spirali che costeggiano le valli aride, ciò che resta dell'antica civiltà. Attraverso le immagini catturate dallo spazio, è stato possibile comprendere meglio il modo in cui la popolazione dell'epoca riuscisse a sopravvivere in una regione soggetta a frequenti e gravi periodi di siccità.
I puquios erano un complesso sistema idraulico costruito per recuperare l'acqua dalle falde acquifere sotterranee. Si trattava di veri e propri acquedotti utilizzati per portare l'acqua nel deserto. Alcuni di essi sono ancora in funzione.
Tanti i dubbi sulla loro costruzione. Secondo alcuni archeologi, furono costruiti durante l'epoca precolombiana, nel 540, in risposta a due periodi di siccità prolungati. Questa ipotesi però non mette d'accordo tutti, visto che le prime testimonianze storiche risalgono al 1605 e associano questi sistemi agli spagnoli.
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Secondo l'ultima ipotesi, portata avanti dagli scienziati italiani, il sistema dei Puquios risale al VI secolo e all'epoca doveva essere molto più sviluppato di quanto non appaia oggi. Utilizzando le immagini satellitari, inoltre, il team ne ha capito meglio la distribuzione in tutta la regione di Nazca.
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“Sfruttando un approvvigionamento di acqua inesauribile per tutto l'anno il sistema Puquios ha contribuito ad una agricoltura intensiva delle valli in uno dei luoghi più aridi del mondo” ha spiegato la dott.ssa Lasaponara.
Una serie di canali portava l'acqua, intrappolata sottoterra, nelle zone in cui era necessaria. Per facilitarne il cammino, vennero scavati dei fori al di sopra dei canali a forma di imbuto. Proprio questi imbuti lasciavano che il vento entrasse nei canali, spigendo l'acqua attraverso il sistema.
La loro esistenza ci dice qualcosa di notevole sulla popolazione che viveva nella regione nel VI secolo d.C.
“La costruzione delle puquios comportava l'utilizzo di tecnologie particolarmente specializzate” spiega Lasaponara. I costruttori avevano una profonda conoscenza della geologia della zona e delle variazioni annuali nella disponibilità d'acqua.
Alcuni di essi funzionano ancora oggi e ciò li rende ancora più speciali.
http://www.greenme.it/viaggiare/sud-america/20067-spirali-peru-nazca-siccita

Anticamente l'uomo sapeva costruire grandi opere utili, resistenti e rispettose dell'ambiente. Ora è involuto e costruisce tecnologia che dura poco ed inquina l'ambiente in cui vive.