Visualizzazione post con etichetta vergogna. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta vergogna. Mostra tutti i post

mercoledì 28 giugno 2023

Daniela Santanchè - Giuseppe Salamone

 

Macchine di lusso e appartamenti da migliaia di euro in centro. Tutto a nome della sua azienda, Visibilia Spa che continuava ad accumulare perdite nel bilancio.

Nello stesso momento, chi lavorava per lei, non veniva pagato così come i fornitori a cui chiedeva sacrifici e pazienza. E mentre la paladina ci veniva a fare la morale a reti unificate con pianti e vittimismo da due soldi perché nel suo bel locale estivo non trovava dipendenti con la scusa de "i ggggiovani non hanno voglia di lavorare" o "la ggggente preferisce stare sul divano a prendere il reddito di cittadinanza", metteva i dipendenti in cassa integrazione COVID a zero ore mentre continuava a farli lavorare.

Qua non siamo solo davanti al "non conoscere vergogna", siamo davanti a un personaggio che non dovrebbe avere accesso nemmeno al concorso pubblico per operaio Comunale (con tutto rispetto per gli operai Comunali), altro che Ministro di un Paese. Intanto in un paese serio si sarebbe già dimessa perché quando ci sono determinate testimonianze provate da parte dei dipendenti, non puoi stare un minuto in più nei vertici delle istituzioni.

Ma siccome siamo la Repubblica delle banane, anche la sua Presidente del Consiglio non dice mezza parola in merito tantomeno la accompagna alla porta. Un povero cittadino se dimentica di pagare mezza tassa si ritrova l'ufficiale giudiziario alla porta, questi invece fanno carriera. Incredibile!

T.me/GiuseppeSalamone
Giuseppe Salamone
Giuseppe Salamone 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=636923635135648&set=a.390859653075382

venerdì 23 giugno 2023

Giuseppe Salamone - 22.6.2023 Telegram

 

Se qualcuno oggi mi chiedesse cosa significa "non conoscere la vergogna", racconterei esattamente questa storia per spiegarglielo senza correre il rischio di non essere esaustivo.

Non bastano mai i sacrifici che ci chiedono, ci trascinano in guerra contro ogni nostra volontà, portano avanti una politica fatta di sanzioni che stanno affamando i popoli europei, pensano al riarmo e a stanziare soldi a gogò per la guerra e allo stesso tempo impongono politiche di austerità le quali costringono gli stati membri a tagliare sulle spese sociali.
Come se non bastasse si girano dall'altra parte quando si parla di salari e diritti della classe lavoratrice e per chiudere il cerchio consentono alle multinazionali di fare ciò che vogliono facendole pagare tasse ridicole. Tutto questo, evidentemente, non era abbastanza sufficiente.
Serviva quel qualcosa in più per dire senza dirlo "vi facciamo la pipì in testa e ve lo diciamo pure, tanto vi siete talmente rincretiniti al punto da non accorgervi che vi trattiamo come degli imbecilli!". Eccolo arrivato il messaggio, forte, chiaro e inequivocabile.
La Commissione Europea ha deciso di aumentare gli stipendi dei commissari del 28,3%, una cifra mostruosa se proporzionata agli stipendi che già percepiscono. Non ci fosse nulla di male se solo non ci fosse gente che è stata messa in condizioni, a causa delle loro politiche scellerate, di non poter fare due pasti completi al giorno o costretta a scegliere se curarsi o fare la spesa.
A loro tutto questo non interessa, se ne fottono altamente. L'importante che a pagare la crisi non siano loro, che quando vogliono sanno come si alzano gli stipendi. Ecco un altro tassello per mettere in evidenza i "valori Europei" rigorosamente custoditi nel "giardino occidentale". E anche per oggi è tutto. Si, tutto uno schifo...
Giuseppe Salamone

martedì 25 gennaio 2022

Fumata nera: non potevano pensarci prima? - Antonio Padellaro

 

Di fronte alla pioggia di schede bianche e fumate nere del primo scrutinio che rischia di trasformarsi in una grandinata domani e forse anche dopo. Di fronte ai leader che brancolano nel buio, con tutti che incontrano tutti in un vertiginoso e incomprensibile moto perpetuo. Di fronte al rosario di insopportabili dichiarazioni degli addetti ai lavori, che in tv discettano di “metodo”, di “sensibilità”, di “profili”, senza farci capire nulla, una domanda sorge spontanea: ma non potevano pensarci prima? Che la corsa verso il Colle sarebbe stata irta di ostacoli, di veti e di imprevisti lo avevano capito tutti già un mese fa nella famosa conferenza stampa di Mario Draghi.

Quella del “nonno a disposizione delle istituzioni”, e quindi del Quirinale. Quella che denotava una certa insofferenza da parte del premier per le crescenti tensioni nella maggioranza di unità nazionale, ma solo di facciata. Eppure per più di un mese non è successo niente di niente, a parte il solito chiacchiericcio sul giornali e nei talk per raccattare un titolo, per accendere una polemicuzza. Dozzine di nomi candidabili gettati al vento per mascherare il vuoto decisionale della politica. Fino alla farsa di un signore anziano e non più lucidissimo che si fa candidare da un centrodestra a dir poco riluttante, ma che insiste perché lui l’aveva promesso alla mamma che sarebbe arrivato al Quirinale. È finita come tutti sapevano come sarebbe finita e che infatti tutti hanno usato come un alibi dietro cui nascondersi. Di fronte a un tale colpevole spreco di tempo. Di fronte alla liturgia di voti perduti o consumati su nomi improbabili c’è un’altra domanda che sorge spontanea e che riguarda la stragrande maggioranza dei cittadini. Quelli che immersi da due lunghissimi anni nella nebbia avvelenata della pandemia, invece il tempo non lo hanno mai perso o gettato al vento. Quando sono corsi a vaccinarsi per tre volte consecutive. Ligi alla dura disciplina dei green pass normali e super. Sempre disponibili a osservare la massa di regole incessantemente prodotte dalla macchina governativa, anche le più cervellotiche. Cosa si chiedeva in cambio? Che coloro che si sono assunti la responsabilità di guidare la comunità nazionale dessero in un Parlamento riunito in seduta solenne, e immediatamente, un segnale di serietà, di coesione, dimostrando attenzione al bene comune sempre tanto sbandierato. Ed ecco la domanda: ieri sera costoro non hanno provato un po’ di vergogna?

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/01/25/fumata-nera-non-potevano-pensarci-prima/6467409/?fbclid=IwAR1ninL878qHOTVXbBD3n-OQflma7gJ33qcC_2La0bW31QxHBi60W6fBUsI

giovedì 4 novembre 2021

Berlusconi al Colle...??? Spero che non succeda!

 

Berlusconi al Colle?

Il solo pensiero che ciò si possa verificare, mi sconvolge.

Quest'uomo è, a mio parere, una brutta, bruttissima persona.

Lui, un nessuno di turno, da cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all'amico Fedele Confalonieri e da venditore porta a porta di scope elettriche insieme all'amico Guido Possa, all'età di 25 anni, fonda un'impresa immobiliare: la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. 

Il primo acquisto immobiliare fu un terreno in via Alciati a Milano, per 190 milioni di lire, grazie alla fideiussione concessagli del banchiere Carlo Rasini - titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Silvio - e i cui correntisti erano Totò Riina, Pippo Calò, Bernardo Provenzano.

Facendo due più due, è lecito ed anche logico pensare che l'impresa non sia una sua idea, e che lui fungesse solo da prestanome.

Il suo, infatti, è il tipico atteggiamento dello spocchioso individuo che interpreta la parte di imprenditore di successo, ma altri non è che un signor nessuno che ha fatto soldi cedendo la sua anima al diavolo.

E non gli basta mai nulla, lui vuole tutto: vuole frodare lo stato ed essere Presidente del Consiglio; vuole fare il bunga bunga durante le cene eleganti e diventare Presidente della Repubblica...

Vi immaginate le stanze del Colle invase di belle ragazze in abiti succinti che danzano al ritmo di bunga bunga?

Che vergogna!

Avere un Presidente della Repubblica che è stato condannato in via definitiva per frode fiscale non è un vanto, è una vergogna!

Avere un Presidente della Repubblica che ha imbastardito la Giustizia italiana facendo approvare leggi, ben 21, che andavano esclusivamente a suo vantaggio, non è un vanto, è una vergogna!

cetta

venerdì 26 giugno 2020

Tornano i ladri del vitalizio. - Tommaso Merlo



Il Senato fa marcia indietro sui vitalizi. 
Uno sputo in faccia ai cittadini. 
Uno sputo in faccia al 4 marzo. 
Davvero impressionante. 
A sorprendere non è l’avidità e il cinismo delle vecchie caste politiche. Le conoscevamo già. Hanno saccheggiato lo Stato per decenni fregandosene di tutto e di tutti. 
Quello che sorprende è lo sfacciato tempismo. 
Hanno addirittura osato farlo mentre milioni di cittadini sono sul lastrico e il paese sta cercando di capire come scongiurare l’ecatombe economica dopo la pandemia. Pazzesco. 
Tra tutti gli sciacallaggi degli ultimi mesi, questo è davvero il più rivoltante. Uno sputo in faccia al buonsenso e alla collettività che resterà nella storia. 
Ma quella dei vitalizi non è solo una storiaccia di soldi. È una storiaccia politica. 
Facendo retromarcia sui vitalizi, il Senato manda un messaggio fortissimo al paese. Quello che in Italia alla fine i potenti vincono sempre, quello che è inutile farsi illusioni di chissà quali cambiamenti perché il marciume italiano è impossibile da debellare. 
Facendo retromarcia sui vitalizi, il Senato invita i cittadini a rassegnarsi e ad abbassare la testa. 
E se per caso qualcuno ambisse a soldi e potere, allora si deve adeguare all’andazzo, si deve mettere in coda e prima o poi toccherà anche a lui. 
Uno spunto in faccia ai cittadini, al cambiamento ma anche alla democrazia e per questo la parte ancora sana della politica e delle istituzioni deve reagire con veemenza. Il 4 marzo i cittadini hanno votato anche affinché la politica adottasse standard di sobrietà degni delle democrazie più moderne. 
Tradire il loro voto con questa tempistica vergognosa significa minare la democrazia. 
Col Senato della Repubblica che se ne frega delle istanze popolari e umilia platealmente il responso delle urne. Davvero impressionante. Il ritorno dei ladri del vitalizio dimostra come il cambiamento sia una strada lunghissima e piena d’insidie soprattutto in un paese martoriato da decenni di malapolitica come il nostro. Dal 4 marzo in poi è successo di tutto ma il vecchio regime è ancora lì e trama dietro le quinte per tornare. Rivogliono il potere, rivogliono i privilegi e che tutto torni come prima. 
Vecchi partiti infarciti di tromboni riciclati. 
Lobby fameliche e stampa al guinzaglio. Tutti intenti a logorare i fautori del cambiamento e a guadagnare tempo in attesa del grande ritorno. 
Una restaurazione che potrebbe avere successo anche grazie al solito autolesionismo italiano. 
Coi cittadini che si sono arresi o si son messi a litigare tra loro e lagnarsi di chissà quale male al pancino. Facendo gli schizzinosi in una porcilaia. Così invece di uscirne insieme ci sprofondano dentro sempre di più. Il vitalizio è una bandiera che il vecchio regime ripianta sul tetto del Senato della Repubblica. 
Un messaggio fortissimo al paese. Vogliono dare il colpo di grazia ai rivoltosi. Vogliono che la porcilaia torni normalità. Una mossa davvero azzardata anche per lo spietato tempismo. 
Al punto che potrebbe ritorcersi contro di loro. Invece che stroncare la voglia di cambiamento, i ladri del vitalizio potrebbero riaccendere la rabbia popolare e ricompattare le fila dei cittadini che non si vogliono arrendere a costruire un paese migliore.

https://repubblicaeuropea.com/2020/06/26/tornano-i-ladri-del-vitalizio/