sabato 1 giugno 2013

M5s - Ecobonus.

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Ogm, la Monsanto rinuncia all'Europa e dagli Usa allarme frumento contaminato.

Ogm, la Monsanto rinuncia all'Europa  e dagli Usa allarme frumento contaminato


La multinazionale delle biotecnologie non farà più attività di lobbying sui Paesi Ue per le sue sementi. Allarme dagli Stati Uniti: in Oregon un agricoltore ha scoperto nei suoi campi la presenza di frumento ogm mai autorizzato. Greenpeace: "Fare più controlli".

È UNA VITTORIA per le associazioni ambientaliste e per chi dice no all'utilizzo degli ogm (organismi geneticamente modificati) in agricoltura. La Monsanto, la multinazionale Usa delle biotecnologie con 20mila dipendenti in tutto il mondo, rinuncia alle sue speranze di distribuire anche sul territorio dell'Unione Europea le sue sementi transgeniche. Lo ha annunciato Brandon Mitchener, capo dell'azienda in Europa, in un'intervista al giornale tedesco Tageszeitung. 

"Non faremo più lobby per nuove coltivazioni in Europa", ha dichiarato Mitchener, aggiungendo che, "al momento non pensiamo di presentare nuove richieste. La ragione, tra le altre, è la scarsa domanda degli agricoltori". Del resto in Europa 8 nazioni, Austria, Bulgaria, Francia, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Polonia e da aprile l'Italia, vietano la coltivazione di campi con semi Ogm.

Mentre dalla Germania rimbalzava la sua intervista, l'account Twitter della filiale europea sottolineava come la Monsanto sia comunque uno dei leader europei nelle sementi 'convenzionali', non modificate. Come dire, sugli Ogm abbiamo perso, ma sul mercato ci siamo ancora. 

E in questi giorni la Monsanto è al centro di nuove preoccupazioni, negli Usa ma anche in Europa. In Oregon un agricoltore ha scoperto la presenza di frumento ogm mai autorizzato nei suoi campi. Dalle informazioni parziali diffuse dal dipartimento dell'agricoltura statunitense si tratterebbe di una varietà della Monsanto, la cui sperimentazione in campo si è conclusa nel 2005 e che non aveva ottenuto autorizzazione alla coltivazione e al consumo. 

Considerando che l'import di frumento statunitense in Italia ammonta a oltre 360mila tonnellate (dati 2012), Greenpeace ha lanciato l'allarme: "Vista la grave situazione e il rischio di una contaminazione diffusa e incontrollata è necessario testare ogni nuovo import dagli Stati Uniti per scongiurare la possibilità che ai cittadini italiani si somministrino prodotti (farine e derivati) con ogm non autorizzati". 

"Questa contaminazione - continua Greenpeace - conferma quanto sosteniamo da tempo: gli ogm non possono essere controllati una volta immessi in ambiente. Dopo un decennio, la contaminazione è sempre li, e i consumatori rischiano di mangiare un prodotto mai autorizzato". Anche la Commissione Europea ha invitato i paesi membri ad alzare la guardia.

Solo una settimana fa, una grande marcia mondiale contro la Monsanto ha mobilitato due milioni di persone, secondo gli organizzatori, in 436 città e 52 paesi. La "March ag
ainst Monsanto" è stata indetta proprio per richiamare l'attenzione sui rischi dell'utilizzo di materie prime ogm.

Da Moro a Falcone, da Bilderberg ad Andreotti, dal Kgb alla Cia. Le verità di Imposimato sulle stragi. - Lorenzo Lamperti

imposimato ferdinando

Dal rapimento di Moro agli omicidi di Dalla Chiesa Pecorelli, fino alle stragi di Capaci via D'AmelioFerdinando Imposimato, presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, svela i retroscena sui misteri più scomodi d'Italia in un'intervista a tutto campo ad Affaritaliani.it: "Il Kgb è intervenuto materialmente nel sequestro Moro. Cossiga e Andreotti sapevano dov'era tenuto prigioniero, ma impedirono al generale Dalla Chiesa di intervenire. Falcone e Borsellino? Lì c'è la mano di Gladio e della Cia". Sulla strategia della tensione: "E' stata alimentata politicamente dal Gruppo Bilderberg. La trattativa Stato mafia? Il regista fu Scalfaro. E le intercettazioni di Napolitano e Mancino non dovevano essere distrutte". L'M5S aveva fatto anche il suo nome per il Quirinale: "Il ruolo di Grillo nella politica italiana è positivo". Le tesi di Imposimato faranno discutere. Ecco tutte le sue verità.
Da Moro a Borsellino, i misteri più scomodi d'ItaliaGuarda la gallery
Ferdinando Imposimato, lei pone questa domanda nel sua libro: "Perché Aldo Moro doveva morire?" E' riuscito a darsi una risposta?

Non c'è una sola risposta. Doveva morire perché da una parte c'erano dei politici che volevano la sua morte perché volevano prenderne il posto. Ricordiamoci che Moro era il candidato più autorevole alla presidenza della Repubblica. Dall'altro c'erano interessi internazionali.  L'Unione Sovietica, per esempio, non voleva che l'esperienza italiana potesse riproporsi nei paesi del Patto di Varsavia. Dall'altra parte, Moro non era ben visto perché si pensava che non portasse avanti una politica di difesa del blocco occidentale. E questo si spiega anche con la presenza dei servizi inglesi e tedeschi. Non c'è un'unica pista ma un concorso di cause e di moventi perfettamente compatibili tra loro anche se possono sembrare contrapposti.

Tra le varie piste che lei dice coesistere ce n'era una predominante?

Quello che è sicuro è che l'Unione Sovietica ha partecipato materialmente alla sua eliminazione fisica attraverso il colonnello Sokolov, che sapeva del sequestro e ha pedinato Moro fino al giorno prima. Dall'altra parte c'era quest'altra entità che qualcuno ha identificato nel Gruppo Bilderberg. Non sono solo io a dirlo. Già un importantissimo documento del 1967 del giudice Emilio Alessandrini (ucciso nel 1979 dopo aver indagato sulla strage di Piazza Fontana, ndr) nel quale si diceva che Bilderberg era tra i responsabili della strategia della tensione.
Quale legame c'è tra questi attori e la Cia?

La Cia era il braccio armato di questa politica che voleva in tutti i modi eliminare un personaggio che metteva a repentaglio la sicurezza del blocco occidentale e poteva causare l'infiltrazione dei comunisti nel governo italiano. Oltretutto la Cia controllava i servizi segreti italiani, come ha pubblicamente ammesso Maletti (ex generale del Sisde, ndr). La Cia li finanziava con un budget da 500 milioni di dollari all'anno.

La Cia finanziava anche Gladio?

Certo, finanziava anche Gladio. Addirittura la Cia ha comprato la base di Gladio in Sardegna (la base di Capo Marrargiu, ndr).

In tutto questo il ruolo della politica italiana qual è stato?

E' stato un ruolo di subalternità assoluta a questa egemonia estera. In Italia sono stati eseguiti gli ordini che arrivavano dall'estero. La cosa traspare in maniera chiara dalle lettere di Moro. Moro ha scritto più volte: "Nella mia sorte c'è una mano straniera, di oltreoceano". E aveva ragione. Moro sapeva perfettamente dell'esistenza di Gladio.

Lei nel suo libro scrive che qualcuno sapeva in anticipo del sequestro di Moro...

Sì, Cossiga e Andreotti sapevano. C'è un documento del 2 marzo 1978 del quale io venni a conoscenza solo 25 anni dopo e che pubblico sul mio libro che lo prova. Anche Dalla Chiesa venne a conoscenza del luogo di prigionia di Moro e fin dai primi di aprile voleva intervenire per liberarlo. Quando fu bruciata la base di via Gradoli lo si fece proprio per impedire l'intervento di Dalla Chiesa. Al generale è stato l'ordine di abbandonare il campo, poi lui ne ha parlato con il giornalista Mino Pecorelli e lui ne ha scritto. Entrambi sapevano ed entrambi sono stati ammazzati.

Lei sostiene che lo Stato sapeva dove veniva tenuto prigioniero Moro.

Sì, è così. Quando hanno occupato l'appartamento soprastante la prigione di Moro era in vista del blitz che voleva fare Dalla Chiesa. Ma lo Stato non voleva farlo e così il 7 maggio fu dato l'ordine di sgomberare il campo.

Secondo lei c'è un filo che unisce tutte le stragi avvenute in Italia nel secondo dopoguerra?

Sì, non c'è dubbio. Ed è un filo che ancora oggi non si è spezzato.

Il Gruppo Bilderberg che ruolo ha avuto in tutto questo?

Ha gestito politicamente la strategia della tensione. Lo si evince dal documento di Alessandrini che io reputo fondamentale.

Nel libro-intervista di Paolo Madron il noto "faccendiere" Bisignani rivela che Andreotti sosteneva che la responsabilità degli omicidi di Falcone e Borsellino fosse del Kgb. Lei è d'accordo?

No, questa è una balla. Nel sequestro di Moro c'è stato sicuramente l'intervento del Kgb ma Falcone e Borsellino rientrano nell'orbita di intervento della Cia. L'esplosivo di Capaci e azionato dall'ordinovista Rampulla proveniva da uno dei depositi Nasco, controllati dalla Cia. La storia di Andreotti è, come sempre, l'opposto della verità.

In tutte queste stragi da parte della politica italiana c'è stata "solo" una copertura o un vero e proprio input?

Entrambe le cose.

Di solito quando si parla di Gladio o di altre associazioni più o meno segrete le si chiama "forze deviate dello Stato". E' una definizione corretta?

No, la definizione è sbagliata. Le forze deviate dello Stato sono forze al servizio dei politici. Mafia e terrorismo hanno agito non solo per le loro finalità ma anche per quelle dei politici.

Il suo nome è molto apprezzato dai militanti del Movimento 5 Stelle tanto che si era anche fatto il suo nome per il Quirinale. Le fa piacere? Qual è il suo rapporto con Grillo?

Personalmente non l'ho mai visto ma ritengo che il Movimento 5 Stelle abbia un ruolo positivo, pur con tutti i suoi limiti e i suoi problemi. In questo momento è l'unica opposizione presente in Italia e un'opposizione in democrazia deve sempre esserci. Già Aristotele diceva che l'essenza della democrazia sta nell'alternanza. Il problema è che dentro il Movimento vedo dei problemi, delle diaspore. E questo non va bene. Io sono convinto che sia meglio avere torto stando dentro che avere ragione stando fuori. Anche perché Pd e Pdl hanno spesso dimostrato di essere "complici".
Che idea si è fatto del processo sulla trattativa Stato-mafia?

E' una cosa vergognosa.

In che senso?

Vergognosa da parte dei politici, intendo. Ci dovrebbe essere la voglia di stabilire la verità e che ruolo hanno avuto vari personaggi, come per esempio Scalfaro. Bisognerebbe approfondire perché stando a quello che hanno detto Martelli e Scotti è stato Scalfaro il regista della trattativa. La verità deve essere rifondata andando a scoprire non solo gli esecutori materiali ma anche i mandanti di quello che è accaduto.

E' stato giusto cancellare le intercettazioni tra Napolitano e Mancino?

La Corte Costituzionale avrebbe dovuto dichiarare incostituzionale la legge che prevede la distruzione di quelle intercettazioni. Non si possono distruggere delle intercettazioni senza che queste vengano portate alla conoscenza delle parti che sono pm, avvocati e parte civile.
 

Olio di mandorle dolci: proprietà benefiche per pelle e capelli. - Maria Carmela Trovato

L’olio di mandorle dolci è uno degli oli che più spesso si tende a tenere in casa, dati i suo diversi utilizzi, la facilità con la quale si può reperire (erboristeria, farmacia, supermercato) ed il prezzo relativamente accessibile. Per questo motivo volevo dare alcune indicazioni su questo preziosissimo olio, in modo da poterlo sfruttare appieno.
proprietà dell'olio di mandorle dolci 

Proprietà ed usi dell’olio di mandorle dolci

Per capire fino in fondo quali potenzialità abbia l’olio di mandorle dolci è bene conoscere le sue proprietà.
♦  Emolliente, nutriente ed elasticizzante: la presenza di acidi grassi consente di idratare a fondo anche le pelli più aride e secche, restituendo morbidezza ed elasticità. Quest’ultima funzione in particolare, ovvero quellaelasticizzante, è quella per la quale quest’olio è molto rinomato: aiuta infatti ad evitare la comparsa delle smagliature al momento della gravidanza o quando si ingrassa/dimagrisce rapidamente.
♦  Addolcente: questa funzione si riferisce soprattutto alle proprietà benefiche che l’olio di mandorle dolci ha dimostrato di avere sui capelli. E’ stato dimostrato che migliora moltissimo la condizione dei capelli molto secchi, sfibrati o crespi.
♦  Lenitivo: grazie al fatto di avere una composizione molto simile al sebo che la pelle produce normalmente, questo olio viene assimilato molto bene dalla pelle, che lo riconosce per questo “amico” e non una sostanza completamente estranea. Dato che è ben tollerato lo si utilizza moltissimo per le pelli con problematiche come rossori e irritazioni. Perfetto, quindi, per le pelli sensibili e secche

Come riconoscere quello di qualità

L’olio di mandorle dolci è un olio che si presenta con un leggero colore giallo, trasparente, limpido e con odore caratteristico. È molto ricco in acidi grassi, motivo per il quale possiede le proprietà sopra elencate, ma contiene anche proteinevitamine e sali minerali . Ma non tutti gli oli di mandorle dolci sono uguali. La buona qualità o meno di un olio di mandorle dolci dipende infatti da come l’olio viene estratto. Anzitutto diciamo che la parte della pianta che si utilizza è il seme del mandorlo, ovvero la mandorla: è proprio da questa, infatti, che si estrae l’olio che acquisti. Esistono essenzialmente due metodi per estrarre l’olio:
♦  con solventi chimici  
♦  per spremitura (o pressione) a freddo
Quello con solventi chimici è il metodo più economico e per questo viene spesso preferito dai produttori, ma è anche il meno pregiato, perché non dà come risultato un prodotto subito puro ed utilizzabile, come invece accade nel caso della spremitura a freddo. E’ per questo motivo che quando acquisti un olio di mandorle è sempre bene ricercare la frase che riporti che l’olio è stato ottenuto tramite spremitura a freddo: questo processo è il migliore, perché lascia inalterate tutte le caratteristiche originali del prodotto

Come si applica l’olio di mandorle dolci

Vediamo adesso come è meglio applicare l’olio di mandorle dolci, non solo sul corpo, ma anche sul viso, sui capelli ed in caso di smagliature.
♦  Per il viso: ottimo struccante. Grazie al fatto di essere un olio scioglie benissimo il trucco, anche quello più pesante, e dona allo stesso tempo una piacevolissima sensazione di idratazione. Si versa qualche goccia su un dischetto e si utilizza come un normalissimo detergente.
♦  Sul corpo: è consigliato se vuoi avere una pelle più morbida ed elastica. Va applicato su tutto il corpo proprio come una crema. Come tutti gli oli va steso dopo la doccia o il bagno, quindi sulla pelle bagnata, in modo che venga assorbito rapidamente senza lasciare le pelle unta.
♦  Per le smagliature: in caso di gravidanza se ne consiglia l’utilizzo sin dal terzo mese, per iniziare ad elasticizzare la pelle e prepararla in modo adeguato. Si stende su addome, seno, fianchi e cosce. Da evitare, quando si stende l’olio sul seno, di passare sopra i capezzoli: questa è una zona molto sensibile e per questo si deve sempre aggirare e mai mettere sopra la mano per applicare creme o olii. L’olio di mandorle è utilissimo anche se stai seguendo una dieta dimagrante e noti smagliature rossastre sul corpo: per rimediare passa ripetutamente l’olio in queste zone. Se invece lesmagliature sono già bianche, allora non si può fare più nulla, dato che questo vuol dire che si sono trasformate ormai in delle vere e proprie cicatrici.
♦  Sui capelli: per renderli morbidi, lucidi e disciplinati, basta fare un impacco prima dello shampoo. Si versa qualche cucchiaio di olio di mandorle sui capelli appena inumiditi (se li hai particolarmente grassi meglio limitarti alle lunghezze e alle punte) e si massaggiano per far penetrare meglio i principi attivi. Va risciacquato con cura, in modo da non lasciare residui oleosi sui capelli e va  ripetuto una volta a settimana.
♦  Sulle unghie: anche e unghie traggono beneficio dall’uso costante dell’olio di mandorle dolci. Utilizzato puro o mescolato ad altri oli, come ad esempio l’olio di ricino, si rivela un ottimo trattamento per ammorbidire le cuticole e far crescere l’unghia sana e forte. 

Le novità in campo cosmetico sull’olio di mandorle dolci

Di recente l’olio di mandorle dolci è venduto sotto una forma diversa: può capitare, infatti, di trovare in commercio l’olio di mandorle dolci gelificato.  Si chiama così perché ha proprio la consistenza di un gel, grazie al fatto che viene mescolato ad altri ingredienti come silice e rosmarino. Il vantaggio di questa nuova formulazione è che si assorbe molto più rapidamente rispetto all’olio puro ed ha quindi un utilizzo più immediato. 

Qualche consiglio in più sull’olio di mandorle dolci:

  • In questo articolo ho parlato nello specifico dell’utilizzo delle mandorle dolci, ma dal punto di vista cosmetico non esiste differenza tra mandorle dolci e mandorle amare: semplicemente si utilizzano le mandorle dolci perché più diffuse e coltivate. La differenza, invece, c’è e come se delle mandorle se ne fa un utilizzo alimentare: in quel caso bisogna stare attenti! Le mandorle amare una volta masticate liberano acido cianidrico: pensa che basterebbe ingerire  una decina mandorle amare per avere seri problemi di salute!
  • L’olio di mandorle dolci è un’ingrediente di una delle ricette che trovi nell’articolo dedicato all’Aloe vera!

venerdì 31 maggio 2013

Piante che rivivono dopo 400 anni sotto i ghiacci.



Il ritiro dei ghiacciai nell'arcipelago artico canadese ha portato allo scoperto intere comunità vegetali che vi erano rimaste intrappolate durante la cosiddetta Piccola età glaciale, tra metà del XVI secolo e metà del XIX. Malgrado l'aspetto rinsecchito, ben il 30 per cento di queste piante si è rivelata in grado di tornare a germogliare.

Il rapido ritiro dei ghiacciai nelle regioni artiche sta esponendo comunità vegetali intatte che hanno la capacità di tornare a nuova vita. La scoperta è di un gruppo di ricercatori dell'Università dell'Alberta a Edmonton, in Canada, che firmano un articolo sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”
Piante che rivivono dopo 400 anni sotto i ghiacci
Il fronte del ghiacciaio di Tear Drop, sull'isola di Ellesmere. (Cortesia Catherine La Farge)
In seguito al riscaldamento globale, a partire dal 2004 sull'isola di Ellesmere, nell'arcipelago artico canadese, sono tornate alla luce ampie aree che erano rimaste sepolte sotto una coltre di ghiacci fin dall'inizio della cosiddetta Piccola età glaciale, il periodo dal 1550 al 1850 durante il quale l'emisfero settentrionale è andato incontro a un brusco abbassamento delle temperature.

Catherine La Farge e colleghi hanno scoperto che in queste aree appena liberate dai ghiacci sono presenti numerose comunità vegetali che, pur apparendo scolorite e annerite, sono ancora vitali. Dopo aver redatto un inventario delle piante, appartenenti a ben 60 specie di briofite (il gruppo di vegetali che comprende muschi ed epatiche), i ricercatori hanno prelevato svariati campioni per confermare con la datazione al radiocarbonio che si tratta effettivamente di organismi risalenti alla Piccola età glaciale. 

Successivamente, hanno utilizzato alcuni campioni per esperimenti di crescita in vitro che hanno avuto successo: il 30 per cento circa dei campioni ha infatti dato origine a nuove piante. 

Piante che rivivono dopo 400 anni sotto i ghiacci
Gruppi di briofite (macchie più scure) appena emersi dal ghiacciaio. (Cortesia Catherine La Farge)
Lo scorso anno, un gruppo di ricercatori russi era riuscito a far germogliare esemplari di Silene stenophylla - una pianta erbacea della famiglia delle Caryophyllaceae - i cui semi, risalenti a ben 32.000 anni fa, erano stati ritrovati fra i 20 e i 40 metri di profondità nel permafrost siberiano 

Per ottenere questo risultato, però, i ricercatori russi avevano dovuto estrarre il tessuto placentare dai semi, clonarlo e quindi coltivarlo in vitro su terreno nutritivo specializzato.

Al contrario, la rigenerazione delle piante emerse in Canada è avvenuta dopo la semplice macinatura dei tessuti di steli e foglie, poi seminati in un terreno di tipo commerciale. 

Piante che rivivono dopo 400 anni sotto i ghiacci
Coltura di briofite emerse dal ghiacciaio di Tear Drop.  (Cortesia Catherine La Farge)
La notevole capacità di sopravvivenza di queste piante, osservano i ricercatori, va attribuita da un lato alla capacità naturale delle cellule delle briofite di de-differenziarsi per tornare allo stato di cellule totipotenti e quindi riprogrammarsi, e dall'altro al fatto che sono piante “poichiloidriche”, ossia prive della capacità di controllare il proprio contenuto di acqua. 

Quindi, in caso di condizioni ambientali avverse, le cellule delle briofite possono seccarsi e arrestare completamente i propri processi metabolici, che riprendono quando - una volta tornate condizioni più favorevoli - le piante tornano a reidratarsi.


http://www.lescienze.it/news/2013/05/29/news/piante_ibernate_400_anni_ricrescita_briofite-1671098/

La natura colpisce ancora: Amaranto Inca divora OGM della Monsanto.



Le piante inca amaranto kiwicha invadono le piantagioni di soia transgenica della Monsanto negli Stati Uniti come in una crociata per fermare queste dannose imprese agricole e passare un messaggio al mondo. 

In quello che sembra essere un altro esempio di saggezza della natura, aprendo la strada, la specie  amaranto Inca nota come "kiwicha"  è diventata un incubo per la Monsanto. Curiosamente, questa azienda nota per il suo male ("Mondiablo") si riferisce a questa erba sacra per gli Inca e gli Aztechi, come pianta infestante o  erba maledettaIl fenomeno di espansione della amaranto nelle colture in oltre venti stati degli Stati Uniti non è nuovo, ma merita di essere salvato, forse anche per celebrare le capacità e l'intelligenza di questa pianta guerriera che si è opposta al gigante delle sementi transgeniche. Dal 2004 un agricoltore di Atlanta ha notato che i focolai di amaranto hanno resistito al potente erbicida "Roundup" a base di glifosato e divorato campi di soia GM. nel suo sito web la Monsanto raccomanda gli agricoltori di mischiare glifosato con erbicidi come 2,4-D, vietato in Scandinavia perché  correlato con il cancro. E 'curioso che il New York Times che oltre 20 anni fa ha scritto che Amaranto potrebbe essere il futuro del cibo nel mondo ora chiama questa pianta un "superweed" o "pigweed", termini dispregiativi che riflettono una concezione di amaranto come una piaga. Secondo un gruppo di scienziati britannici del Centro di Ecologia e Idrologia, si è prodotto un trasferimento di geni di piante geneticamente modificate e di alcuni "indesiderabili" erbe come amaranto. Questo fatto contraddice le affermazioni di esponenti di organismi geneticamente modificati (OGM), che affermano che l'ibridazione tra una pianta geneticamente modificata e un impianto non modificato è semplicemente "impossibile". Amaranto ha certamente più proteine della soia e contiene anche vitamine A e C. Nel frattempo negli Stati Uniti si preoccupano di come rimuovere questa pianta rustica che supera la tecnologia Monsanto: si riproduce in quasi tutte le condizioni climatiche, non si infetta da malattie o insetti che non hanno bisogno di prodotti chimici. Non sarebbe meglio ascoltare il messaggio della natura e provare la trasformazione dei prodotti alimentari amaranto?
Casi come la demonizzazione di amaranto ci fanno pensare che l'industria alimentare cerca semplicemente di mantenere la popolazione nella peggiore forma possibile per essere divorato da oscure corporazioni e interessi politici.

Tratto da Asociacion Civil Develar

Enel Green Power, la presidente Inarcassa nel cda. Voi lo sapevate? - Eleonora Carrano


Premessa veloce: Paola Muratorio, architetto e presidente da quasi 15 anni di Inarcassa, cassa previdenziale degli architetti e degli ingegneri, è colei che non si è opposta alla riforma Fornero (legge 214/2011) e che ha innalzato, in piena crisi economica e con il mercato dell’edilizia paralizzato, il contributo minimo da 1.600€ a 3.000€ che ingegneri e architetti dovranno versare anche in assenza di reddito.
Altrove non accade lo stesso: la Cassa Forense, per esempio, ritenendo di tutelare gli avvocati, si è fermamente opposta alla riforma, conservando il metodo retributivo nel rispetto del requisito imposto dalla legge. Muratorio invece, difende la portata “rivoluzionaria” della riforma; prevedere gli effetti di tale lungimirante indirizzo è presto detto: la mancata iscrizione di nuovi contribuenti e la cancellazione dalla cassa dei professionisti più giovani e con i redditi più bassi e la fuga dall’Italia, attraverso le società di ingegneria e architettura, dei migliori redditi. In sintesi, di quanti, in futuro, dovrebbero alimentare un sistema solidaristico consolidato.
Ora la notizia ultima che interessa architetti e ingegneri è che il Presidente Inarcassa da oggi può contare anche su una remunerazione pari a 50.000€ annui lordi (piu’ il rimborso spese) di consigliere del Gruppo Enel, che si sommano a 150.000€ di compenso da Presidente (al netto dei rimborsi spese e delle spese di rappresentanza). Infatti, Paola Muratorio, lo scorso aprile è entrata a far parte del consiglio di amministrazione della società del Gruppo Enel, dedicato allo sviluppo e alla gestione delle attività di generazione di energia da fonti rinnovabili. 
Il suo nome compariva già i primi di aprile nella lista presentata da parte degli azionisti Fondazione E.N.P.A.M. – Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri e Inarcassa – Cassa Nazionale Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti,  titolari complessivamente dell’1,50% circa del capitale sociale di Enel Green Power S.p.A.
La nomina a consigliere di Muratorio del Gruppo Enel Green Power , presuppone da parte di Inarcassa, indirizzi strategici e organizzativi operati nell’interesse degli iscritti, la cui portata, però, non ci è dato conoscere: non compare alcuna anticipazione nel Piano Strategico 2012-14 del bilancio di Previsione 2013 né, come ci si aspetterebbe, sul sito Inarcassa. Enel e diversi quotidiani e siti on-line di economia e finanza hanno dato ampio risalto alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione che risale al 24 aprile, ma non Inarcassa.
Il motivo per cui Muratorio non abbia ritenuto di riferire sugli atti reputati opportuni per l’attuazione ed il raggiungimento dell’oggetto sociale che l’hanno portata all’interno del consiglio di amministrazione rimangono ancora avvolti nel mistero. E’ superfluo ricordare che gli iscritti hanno il diritto (e il dovere) di conoscere in quale modo viene investito il loro patrimonio. Diversamente, come potrebbero seguire e valutare l’operato del Consiglio e dei loro delegati, riconfermando o meno la fiducia accordatagli?
Da tempo immemorabile l'Enel è un calderone della politica. Uno dei tanti bacini di voto di scambio, come anche le banche e tutte quelle grandi industrie che foraggiano la politica sia pecuniariamente che assicurandole posti di lavoro. Politica e lobby sono i nostri padroni e noi siamo i loro schiavi. L'Italia non è un paese democratico, l'Italia è il paese dove comanda chi fa sempre più soldi a discapito di chi i soldi li produce con il proprio lavoro. Non c'è da meravigliarsi, quindi, se si verificano queste incongruenze. Bisognerebbe cambiare tutto, a cominciare dal modo di pensare, bisognerebbe ripristinare etica e dignità per far rifiorire il nostro paese, uno dei più belli e strategici dell'occidente. Abbiamo il tutto, ma ci viene vietato utilizzarlo. Dovremmo riappropriarci di ciò che è nostro.