lunedì 2 giugno 2014

Felice come un calamaro.


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Non è un fotomontaggio. Questo calamaro "sorride" davvero e il suo simpatico faccione sta facendo il giro del mondo. A rendere l'animale - un esemplare di Helicocranchia pfefferi grande come un’arancia - così allegro non è una scena particolarmente esilarante, ma una striscia di pigmenti colorati disposta a forma di smile. 
Sulle abitudini del calamaro "maialino", chiamato così per la forma tondeggiante e il buffo ciuffetto di tentacoli, non si sa ancora molto. Secondo gli esperti del Cabrillo Marine Aquarium di San Pedro (California) dove è custodito, non è un gran nuotatore e si aggira per i fondali oceanici a più di 100 metri di profondità, facendosi luce con due organi bioluminescenti posti dietro agli occhi. 

[E. I.]
Foto: © Gary Florin, Cabrillo Marine Aquarium 

Il genoma immutabile (o quasi) del celacanto, fossile vivente.

Il genoma immutabile (o quasi) del celacanto, fossile vivente

Questo pesce, rimasto pressoché identico ai suoi antenati di 300 milioni di anni fa e a lungo ritenuto estinto già nel Cretaceo, è uno dei parenti più prossimi dei vertebrati terrestri, ma a differenza di questi il suo patrimonio genetico muta con estrema lentezza grazie alla stabilità dell'ambiente in cui vive. L'analisi dei suoi geni permetterà di chiarire i passaggi fondamentali della colonizzazione della terraferma da parte degli animali marini.

Un gruppo internazionale di ricercatori ha sequenziato il genoma del celacanto africano, un pesce dotato di quattro pinne lobate che ricordano rudimentali arti, che è rimasto quasi identico ai suoi antenati di 300 milioni di anni fa. Il celacanto rappresenta quindi una testimonianza vivente delle specie ancestrali di pesci che hanno dato origine alle prime creature anfibie dotate di quattro zampe in grado di conciliare la vita acquatica con quella terrestre. 

Come è ricordato nell'articolo su “Nature” che illustra la ricerca, il celacanto (Latimeria chalumnae) era ritenuto estinto da almeno 70 milioni di anni, finché, nel 1938, Marjorie Courtenay-Latimer, curatrice del Museo di storia naturale di East London, in Sudafrica, ne scoprì un esemplare sulle bancarelle del locale mercato del pesce. Un secondo celacanto fu trovato solo 15 anni dopo, e oggi, a 75 anni di distanza, sono appena 309 gli esemplari noti, ivi compresi quelli di una specie strettamente imparentata, Latimeria menadoensis, scoperta nel mare indonesiano prospiciente l'isola di Sulawesi nel 1997. 


Il genoma immutabile (o quasi) del celacanto, fossile vivente
Un esemplare di celacanto africano (L. chalumnae) fotografato al largo della costa della Tanzania: questa rarissima immagine è stata ottenuta usando un ROV, un veicolo sottomarino telecomandato. 

Sotto, Latimeria menadoensis, l'unica altra specie di celacanto conosciuta. Anche questa immagine, ripresa al largo dell'Indonesia, è stata catturata grazie a un ROV (Credit: Aquamarine Fukushima/Nature)
Il genoma immutabile (o quasi) del celacanto, fossile vivente

L'analisi genetica ha confermato il sospetto che i geni di L. chalumnaestiano evolvendo molto più lentamente di quanto non accada negli altri organismi, verosimilmente perché questa specie vive in un ambiente – le acque profonde al largo della costa sudafricana - che è mutato pochissimo nel corso delle ultime ere geologiche. 

Il confronto fra il genoma del celacanto e quello di una ventina di altre specie di vertebrati ha permesso inoltre di identificare le sequenze genetiche interessate da significativi cambiamenti nel passaggio dalla vita acquatica a quella terrestre. In particolare, i ricercatori hanno scoperto numerose alterazioni a carico dei geni che controllano l'olfatto, verosimilmente per poter percepire in modo efficiente le sostanze volatili presenti nell'aria e non nell'acqua. 

Numerose modificazioni hanno interessato anche i geni che controllano il sistema immunitario, intervenute per rispondere ai nuovi agenti patogeni incontrati sulla terraferma. Il terzo grande cambiamento osservato riguarda il ciclo dell'urea: mentre i pesci eliminano i prodotti del catabolismo delle proteine sotto forma di ammoniaca, gli animali terrestri convertono rapidamente questa sostanza altamente tossica in urea. 

Infine i ricercatori hanno anche identificato diverse regioni genetiche chiave che sono state “reclutate” dall'evoluzione per lo sviluppo delle grandi “innovazioni” rappresentate dagli arti, dalle dita e, successivamente, dalla placenta dei mammiferi.


Il genoma immutabile (o quasi) del celacanto, fossile vivente
La ricostruzione dell'albero filogenetico basata sulle nuove scoperte indica che il parente più prossimo di tutti i tetrapodi è il pesce polmonato Protopterus annectens e non il celacanto. (Cortesia C.T. Amemiya et al./Nature)

Il confronto con parte del trascrittoma (relativo all'RNA) di un altro pesce

dalle pinne lobate, il pesce polmonato Protopterus annectens, ha peraltro mostrato che è quest'ultimo – e non il celacanto – il parente più prossimo dei tetrapodi. Purtroppo, osservano i ricercatori, mentre il genoma del celacanto è di dimensioni paragonabili a quello dell'uomo, fra i due e tre miliardi di basi, quello di P. annectens, con i suoi 139 miliardi di basi, rappresenta una sfida ancora quasi insormontabile.

http://www.lescienze.it/news/2013/04/18/news/pelacanto_latimeria_fossile_vivente_evoluzione_zampe-1619537/

domenica 1 giugno 2014

Inchiesta Mose, due imprenditori: “Milioni a Matteoli tramite un costruttore amico”.

 Inchiesta Mose, due imprenditori: “Milioni a Matteoli tramite un costruttore amico”


I soldi sarebbero arrivati all'attuale senatore di Forza Italia tramite Erasmo Cinque della Socostramo srl, già militante di Alleanza nazionale. Grazie alle insistenze del parlamentare il costruttore sarebbe entrato nell'appalto per bonifiche dei terreni inquinati di Porto Marghera.

Quattro giorni fa la notizia di una notifica per la trasmissione di atti al Tribunale dei ministri. Oggi l’affaire Mose e i motivi per cui l’ex ministro dell’Ambiente e delle Infrastrutture Altero Matteoli è finito nei guai sono più chiari. Soldi, “milioni di euro”, sarebbero arrivati tramite un amico, l’imprenditore Erasmo Cinque della Socostramo srl, all’attuale senatore di Forza.
Il presunto giro di tangenti, come riportano oggi Il Corriere della Sera e Il Tirreno, verrà quindi vagliato dal Tribunale dei ministri a cui sono arrivati due faldoni di atti dai pm di Venezia. Il nome di Cinque era spuntato nelle intercettazioni dell’inchiesta Bertolaso-G8 ed la sua impresa si è associata alla Mantovani per la costruzione della Piastra dell’Expo. Il filo tra il senatore e il costruttore due è quello che fu il partito Alleanza nazionale. Matteoli coordinava il partito in Toscana, mentre l’imprenditore si occupava dell’ufficio studi e coordinamento.
A chiamare in causa Cinque e Matteoli, che nei giorni scorsi ha assicurato che avrebbe fatto chiarezza, sarebbero stati due imprenditori indagati da mesi. Il condizionale è d’obbligo perché i verbali di queste dichiarazioni sono segretati. Piergiorgio Baita, ex ad della Mantovani arrestato lo scorso il 28 febbraio 2013 per fatture false, avrebbe iniziato a raccontare un meccanismo poi confermato dall’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati, arrestato il 12 luglio 2013 nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati. Anche il responsabile amministrativo della Mantovani Nicolò Buson (anche lui arrestato nella prima tranche dell’inchiesta) avrebbe confermato. Ora, dopo diversi interrogatori, tutti sono tornati tutti in libertà. 
Cuore dell’inchiesta l’affidamento degli appalti da parte del Magistrato alle acque al Consorzio Venezia Nuova per gli interventi per la salvaguardia della laguna e anche per le bonifiche. Proprio la Mantovani, impresa che ha vinto l’appalto per la cosiddetta Piastra dell’Expo, inserita nel Consorzio stesso avrebbe vinto le gare. E grazie alle insistenze di Matteoli a far parte del Consorzio sarebbe entrata l’impresa romana di Cinque, chiamata per le bonifiche dei terreni inquinati di Porto Marghera. L’imprenditore, indagato per corruzione secondo alcuni quotidiani, avrebbe avuto il ruolo quindi di collettore di bustarelle destinate al politico. Questa l’ipotesi dei pm di Venezia.
La difesa ha già iniziato lo studio degli atti e nei prossimi giorni ai magistrati depositeranno una memoria difensiva ai tre giudici del Tribunale dei ministri perché valutino l’archiviazione oppure l’incriminazione. E Matteoli, già nei giorni scorsi, ha fatto sapere che è a disposizione per chiarire tutto. 

sabato 31 maggio 2014

Cos’è l’albero del sangue di drago.

Cos’è l’albero del sangue di drago

Lo chiamano “Sangue di drago”: è un albero che si trova unicamente nell’arcipelago Socotran, più specificatamente nell’isola di Socotra, definita anche isola delle meraviglie.
È una vera bellezza considerata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco, data l’elevata biodiversità e le sue peculiarità endemiche, si contano infatti sull’isola più di 800 specie di piante , per non parlare poi della ricca e unica fauna.
Un’isola che si può definire quasi preistorica.
Una delle piante che si possono trovare qui è l’albero del sangue del drago.
L’albero del drago (Dracaena draco L.) è una pianta subtropicale monocotiledone, appartenente alla famiglia delle Agavaceae.
È una pianta a portamento arbustivo che può tuttavia raggiungere anche i 20 metri di altezza.
Questo albero in particolare è famoso per la regolarità della sua chioma che si divide in rami che terminano con rosette di foglie coriacee, lanceolate, di colore verde acceso, disposte a formare una chioma a forma di fungo tipica dei primi alberi cresciuti sulla Terra.
Il nome gli deriva da cinabro cioè la resina rosso scuro che esce dal suo tronco chiamata fin dall’antichità “Sangue di Drago” che la popolazione locale usa come medicamento, come essenza profumata e come pigmento colorante.
Il “Sangue di drago” più antico esistente si trova a Tenerife. Ha un’età stimata di 1000 anni, un’altezza di circa 20 metri e il suo tronco, invece, ha una circonferenza di ben 6 metri.

Ticket, dal 1 luglio si cambia: ATTENZIONE L’Asl avverte: “Si paga di più se non si chiama”. Ecco come fare e le nuove normative per essere esenti.

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Dal 1 luglio non vale più l'autocertificazione sulla ricetta: la fascia sarà assegnata automaticamente. Importante verificare se si è registrati chiamando l’Usl di competenza.

Cambiano le regole per il pagamento del ticket e le Usl raccomandano a tutti i cittadini di telefonare per verificare e autocertificare la fascia di reddito negli elenchi della tessera sanitaria. Il nuovo sistema dematerializzato della sanità, che introduce anche la prescrizione farmaceutica digitale, infatti, comporta nuove procedure e le Usl  spiegano tutto quello che devono sapere e fare i cittadini entro e non oltre il 30 giugno per non avere problemi legati a pagamento di ticket in base alla fascia di reddito.

COSA CAMBIA:  Attualmente il pagamento del ticket (di compartecipazione alla spesa dei farmaci e delle visite) può avvenire sia tramite attestazione della fascia di reddito da parte del medico prescrittore (che la rileva dal Sistema TS – Tessera Sanitaria), sia con autocertificazione dell’assistito al momento della prenotazione, ma dal primo luglio le cose cambieranno e la fascia di reddito di appartenenza (attribuita dal Ministero delle Finanze sulla base della dichiarazione dei redditi) comparirà in automatico sulla ricetta senza possibilità di modifica o inserimento ex-novo da parte del medico prescrittore o del farmacista.

I RISCHI: E’ importante sapere che per varie motivazioni di ordine sia fiscale che informatico, alcuni assistiti potrebbero non risultare presenti nel Sistema TS (per esempio potrebbero non essere presenti i lavoratori dipendenti che hanno solo il Cud e non hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi), oppure potrebbero essere presenti con una fascia di reddito non corrispondente a quella dichiarata. Ma l’assenza dal Sistema TS dopo il 1° luglio comporterà una attribuzione automatica alla fascia più alta (con pagamento intero del ticket) e inoltre, sempre dopo il 1° luglio, l’autocertificazione della fascia di reddito da parte dell’assistito non potrà più essere fatta al medico stesso contemporaneamente alla prescrizione/ricettazione, ma potrà avvenire solo presso gli sportelli Cup, oppure on line (Pec, e-mail) o fax della azienda Usl di appartenenza, mediante la compilazione e invio di un apposito modulo regionale.

CHIAMARE SUBITO: E’ quindi importante – comunica la Usl  al quotidiano Umbria24– che i cittadini si informino subito, e comunque entro e non oltre il 30 giugno, della propria presenza nell’anagrafe del Sistema TS e nel caso di assenza o di errata attribuzione della fascia di reddito è importante autocertificarsi tempestivamente. Si possono ottenere informazioni sulla presenza o meno nel sistema TS ed eventuale supporto per l’autocertificazione chiamando l’Usl di competenza, preferibilmente nelle ore pomeridiane per abbreviare l’attesa. Informazioni dettagliate e moduli sul sito. Una volta inviata l’autocertificazione, l’Azienda Usl di appartenenza iscriverà il cittadino nel Sistema TS o ne correggerà la posizione e rilascerà il certificato relativo alla fascia di reddito dichiarata.

INFO:  Il calcolo per stabilire la fascia di reddito deve essere fatto sulla base delle informazioni che si trovano in calce al modello di autocertificazione o di autocertificazione per variazione di fascia (modello 4 e modello 5). Le informazioni nel Sistema TS relative alla fascia di reddito e all’eventuale diritto all’esenzione vengono aggiornate al 31 marzo di ogni anno, il certificato rilasciato dalle Aziende USL ai cittadini aventi diritto avrà validità dal momento del rilascio fino al 31 marzo dell’anno successivo. Non dovranno presentare l’autocertificazione gli esenti totali per reddito, né chi fa parte di un nucleo familiare con reddito complessivo superiore a 100mila euro in quanto tenuto al pagamento del ticket nella quota massima.

A CHI SI RIVOLGE A tutti gli assistiti, eccetto gli esenti per reddito*  (che hanno già fatto l’autocertificazione) e i cittadini in fascia di reddito superiore a 100mila euro.

SONO ESENTI PER REDDITO I SEGUENTI SOGGETTI:

* E01 Soggetti con meno di 6 anni o più di 65 anni con reddito familiare inferiore a euro 36.151,98.

* E02 Disoccupati – e loro familiari a carico – con reddito familiare inferiore a euro 8.263,31, incrementato a euro 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516 euro per ogni figlio a carico.

* E03 Titolari di assegno (ex pensione) sociale e loro familiari a carico.

* E04 Titolari di pensione al minimo, con più di 60 anni – e loro familiari a carico – con reddito familiare inferiore a euro 8.263,31, incrementato a euro 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516 euro per ogni figlio a carico.

Si riepilogano di seguito le fasce di reddito e le relative codifiche che devono comparire sulla ricetta per l’applicazione delle quote di compartecipazione:


fasce di reddito

No MUOS.



Se nel mondo ci sono 4 stazioni MUOS, delle quali 3 situate in zone desertiche per ovvie ragioni di sicurezza (checché possano dirne !!!) e soltanto una, quella di Niscemi, in costruzione tra le case di 3.500.000 persone, ci sarà o no una buona ragione per cui tutto il mondo debba scandalizzarsi di questa follia ? 
Urge quindi porre questo gravissimo problema all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale, anche perché sappiamo ormai bene le ragioni per cui la stampa locale e quella nazionale tacciono. Cari amici siciliani e non, impegnamoci oltre le nostre forze. 
Purtroppo la nostra lodevole adesione a questa iniziativa non basta. 
Dobbiamo credere nell'impossibile. 
Facciamo in modo che se ne parli e mettiamo alle strette in ogni modo le autorità governative che hanno il sacrosanto dovere di provvedere al benessere dei cittadini che rappresentano. E prendiamo spunto dai 20 intellettuali americani che in assoluta libertà ci hanno lanciato un segnale importantissimo che non abbiamo ancora saputo cogliere. Noi non possiamo essere nè cavie nè merce di scambio per meri interessi politici internazionali tra una nazione guerrafondaia e una nazione suo zerbino. Noi non saremo vittime sacrificali.

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Raddoppia la tassa sui passaporti.

Raddoppia la tassa sui passaporti

Da 40,29 a 73,5 euro. È questo l'aumento previsto a partire dalla data di entrata in vigore del decreto Irpef per ottenere un passaporto a titolo di contributo amministrativo.
La novità è contenuta in un emendamento (firmato da Giorgio Tonini del Pd) approvato ieri dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato durante l'esame del testo. Anche il riconoscimento della cittadinanza italiana sarà "salato": lo stesso emendamento fissa in 300 euro i diritti consolari da riscuotere per i maggiorenni.