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mercoledì 9 agosto 2023

Gli esperti ricreano un profumo mesopotamico di 3.200 anni fa. - Lucia Petrone

 

Una fragranza mesopotamica di 3.200 anni è stata recentemente ricreata a Diyarbakır, in Turchia, sulla base di una formula lasciata su un’antica tavoletta di argilla.

La formula del profumo è stata scoperta dagli archeologi su una tavoletta cuneiforme durante gli scavi ad Assur, la capitale dell’antica città-stato assira nell’odierno Iraq. La tavoletta indicava i passaggi che venivano usati per produrre i profumi. La tavoletta apparteneva a Tapputi, descritta come una produttrice di raffinati profumi mesopotamici. L’area in cui furono scoperte le tavolette faceva parte della Mesopotamia babilonese nel secondo millennio a.C. e le tavolette risalgono al 1200 a.C. Un’ampia indagine è stata condotta sulle metodologie di produzione di profumi mesopotamici di Tapputi da un team di scienziati turchi in collaborazione con la Turkey’s Smell Academy e Scent Culture Association. 

Oltre agli specialisti dei profumi, anche altri esperti di vari campi hanno preso parte ai processi di ricreazione di uno dei profumi di Tapputi in un ambiente di laboratorio. Lo scopo principale degli scienziati era quello di comprendere inizialmente ciò che il creatore di profumi ha fatto e quindi possibilmente duplicare il suo lavoro nel modo più dettagliato possibile. Sebbene il team abbia ora parzialmente raggiunto l’obiettivo di ricreare il profumo , continuano gli sforzi per tradurre il contenuto della tavoletta e interpretare il lavoro di Tapputi. Tapputi si è guadagnata l’orgoglio di essere la prima donna produttrice di profumi al mondo. Secondo le iscrizioni sulle tavolette recuperate, è stato rivelato che Tapputi usava una combinazione di diversi tipi di fiori, olio, calamo, cipero, mirra , rafano, spezie e balsamo tra gli altri ingredienti per creare il suo antico profumo. Il merito va agli studiosi che conoscevano a sufficienza la lingua usata sulle tavolette, rendendo così possibile tradurre ciò che aveva scritto. Inoltre, Tapputi mescolava i suoi vari intrugli con acqua o altri solventi, li distillava e quindi filtrava il suo prodotto liquido numerose volte per creare una formula di profumo mesopotamico.

Sebbene tutti gli ingredienti utilizzati in uno dei profumi di Tapputi siano stati identificati, procedere oltre questo punto potrebbe essere una sfida. Secondo Cenker Atila, professore associato e archeologo della Sivas Cumhuriyet University , ci sono due problemi che il suo team ha dovuto affrontare nel tentativo di saperne di più su Tapputi e sul suo lavoro. Disse: “Uno di questi è che le tavolette si sono rotte e alcune parti importanti sono andate perdute”. “La seconda difficoltà”, ha aggiunto, “è che alcune piante e contenitori usati 3.200 anni fa non hanno l’esatto equivalente. Ad esempio, non sappiamo esattamente cosa sia la parola “hirsu”. Si può presumere, tuttavia, che poiché veniva utilizzato nel processo di distillazione dei profumi, si riferisca probabilmente a un contenitore simile a un vaso di fiori. Inoltre, il fatto che non conosciamo i nomi attuali di alcune spezie e fiori utilizzati nella produzione di profumi sembra essere un problema cruciale”.

https://www.scienzenotizie.it/2023/08/07/gli-esperti-ricreano-un-profumo-mesopotamico-di-3-200-anni-fa-4571979?fbclid=IwAR2AhjjSJb4VWtQm0uH1fRG8bufGWl-20xiNeC3FwQsKR_amwUO6OQGuni8

venerdì 18 dicembre 2020

Il bicarbonato e i suoi mille usi in casa.

 

Il bicarbonato e i suoi mille usi in casa

Mille e mille usi del bicarbonato di sodio in casa.

Il bicabonato di sodio (chiamato anche idrogenocarbonato di sodio o carbonato acido di sodio o carbonato monosodico) è un sale bianco conosciuto da tutti per i suoi mille utilizzi in casa. Si può usare per tantissime cose: dall'igiene personale alla pulizia della frutta e della verdura, dal lavaggio della biancheria in lavatrice, alla capacità di assorbire gli odori. L'altro elemento grazie al quale il bicarbonato è uno splendido alleato in casa è il suo costo irrisorio. Ecco di seguito alcuni usi meno noti del bicarbonato di sodio.

Come utilizzare il bicarbonato in altri mille modi meno noti.

  • Bicchieri e calici splendenti.  Per combattere le macchie di vino e di calcare riempite i calici o i bicchieri di acqua tiepida ed aggiungete un cucchiaino di bicarbonato; passateli delicatamente con una spugnetta non abrasiva e risciacquateli con cura: torneranno a splendere.
  • Teglie e piatto del microonde perfetto. Cospargete la teglia o il piatto rotante con il bicarbonato, lasciando riposare per alcuni minuti. A questo punto unite quattro parti d'acqua ad una d'aceto bianco e versate il composto nella teglia o spruzzatelo sul piatto. Il bicarbonato comincerà a frizzare, scrostando l’unto dalla superficie. Risciacquate e ammirate il risultato.
  • Potenziare l’azione del detersivo in lavatrice. Per aumentare l'efficienza del detersivo aggiungete un cucchiaino di bicarbonato nel cestello.in questo modo si combatteranno anche i cattivi odori e aumenterà la morbidezza e brillantezza dei capi lavati.
  • Pulire i colini. Come pulire in maniera efficace i colini a maglia stretta che si usano in cucina? Lasciandoli bollire in una pentola con acqua e un cucchiaio di bicarbonato.
  • Kit da palestra senza odori. Il cattivo odore che impregna i vestiti e le attrezzature che si usano in palestra è particolarmente difficile da eliminare anche dopo vari lavaggi. Provate a pulire borsoni e zaini con una pasta fatta da acqua e bicarbonato e lasciate a bagno gli abiti sportivi bacinella con acqua e bicarbonato prima di lavarli con il lavaggio tradizionale.
  • Fughe delle mattonelle splendenti. Create una pastella solida con acqua e bicarbonato. Lasciatela in posa sulle fughe delle piastrelle per almeno 4-6 ore, poi rimuovete con un panno in microfibra e il vedrete sparire il nero tra le mattonelle.
  • Frigo senza odori. Per eliminare i cattivi odori dal frigorifero provate a posizionare sul ripiano più alto dentro al frigo una ciotola piena di bicarbonato, curando di cambiarla ogni due mesi. Assorbirà gli odori sgradevoli e ne impedirà la formazione, igienizzando anche il vostro frigorifero e mantenendolo pulito.
  • Sturare le tubature. Versate una tazza di bicarbonato e mezza di aceto per liberare lo scarico in quindici minuti. In alternativa, fate bollire un litro e mezzo di acqua in una pentola, mescolate a parte 150 grammi di bicarbonato e 150 grammi di sale fino; gettate il composto nel tubo di scarico e subito dopo l’acqua bollente.
  • Via gli odori dalla lettiera del gatto. Quando cambiate la sabbia nella lettiera del gatto, pulitela bene e cospargetene il fondo con una tazza di bicarbonato, che poi coprirete ancora con la nuova sabbiolina. La stessa tecnica può essere usata per le lettiere dei criceti per la pulizia delle mangiatoie degli uccellini.
  • Cesta della biancheria sporca… profumata. Il bicarbonato è in grado di assorbire i cattivi odori. Per deodorare a lungo la cesta della biancheria, usate un sacchettino di tulle con dentro del bicarbonato. In questo modo si ridurrà anche la carica batterica, prevenendo la formazione di umidità e muffe. Se la cesta è di plastica o vimini, potete pulirla periodicamente con una soluzione di bicarbonato e acqua calda da strofinare bene su tutta la superficie.
  • Materasso macchiato. Spesso capita che sul materasso rimangano delle macchie o aloni. Per eliminarli, sciogliete un po’ di bicarbonato in acqua calda (due cucchiai per un litro d’acqua) e imbevete un panno di cotone o microfibra nella soluzione. Passatelo delicatamente sulla macchia o su tutto il materasso. Per igienizzare l’intero materasso cospargetene l’intera superficie a secco con un colino, in modo da renderlo uniforme, senza versarne troppo. Lasciate agire per qualche ora e poi rimuovete i residui con l’aspirapolvere. Acari, batteri e cattivi odori spariranno.
  • Contro gli acari. Per eliminare gli acari dai cuscini cospargeteli di bicarbonato lasciandolo agire per una notte intera, poi rimuovere il tutto con l’aspirapolvere. Così facendo, oltre a igienizzare il cuscino, rimuoverete anche i cattivi odori dall’aspirapolvere.
  • Contro la muffa. Il bicarbonato, infine, è utile anche per rimuovere i residui di muffa su pareti o su mobili. Preparate una soluzione con due cucchiai di bicarbonato, 700 ml di acqua, due cucchiai di acqua ossigenata da 30-40 volumi e due cucchiai di sale fino. Spruzzatelo con un vaporizzatore e lasciatelo agire, rimuovendo i residui di muffa con l’ausilio di uno spazzolino o di una spugnetta.



https://www.lecceprima.it/casa/usi-bicarbonato-consigli.html?fbclid=IwAR1Q3V-FUsTDPGQJe9DpoK8VAcqThJXob5DfOiyMu5Dz0c_sYUsHgLIrhXU

venerdì 16 ottobre 2020

POLITICA I 5 stelle chiedono le dimissioni di Alessandro Profumo: “Dopo la condanna rimetta il mandato da ad di Leonardo”.

 

Il manager è stato condannato giovedì 15 ottobre a sei anni in primo grado insieme Fabrizio Viola: i due erano sotto processo in qualità di ex presidente ed ex ad di Mps in un filone dell’indagine sulla banca senese legato ai derivati Alexandria e Santorini. Dopo la notizia della condanna la società ha precisato che non sussistono cause di decadenza dalla carica di amministratore delegato. A Piazza Affari, però, il titolo cede il 3%.

Alessandro Profumo si dimetta da amministratore delegato di Leonardo. A chiederlo è il Movimento 5 stelle, con un tweet dall’account ufficiale in cui si legge: “Alla luce della condanna ricevuta, ci aspettiamo che Alessandro Profumo, nell’interesse dell’azienda, rimetta il mandato da Ad di Leonardo”. Profumo è stato condannato giovedì 15 ottobre a sei anni in primo grado insieme Fabrizio Viola : i due erano sotto processo in qualità di ex presidente ed ex ad di Mps in un filone dell’indagine sulla banca senese legato ai derivati Alexandria e Santorini. L’accusa era di false comunicazioni sociali manipolazione informativa (aggiotaggio) per la contabilizzazione dal 2012 alla semestrale 2015 di derivati per 5 miliardi presentati a bilancio come BTp. Il tribunale li ha ritenuti responsabili dei capi di imputazione B e C, cioè false comunicazioni sociali relative alla semestrale del 2015 e aggiotaggio. Sono stati prescritti per il bilancio 2012 e “perché il fatto non sussiste” per i bilanci 2013 e 2014. Profumo e Viola dovranno anche pagare una multa di 2,5 milioni di euro ciascuno. Oggi Profumo è numero uno di Leonardo (ex Finmeccanica). Dopo la notizia della condanna la società ha precisato che non sussistono cause di decadenza dalla carica di amministratore delegato. A Piazza Affari, però, il titolo cede il 3% a 4,51 euro mentre Mps guadagna lo 0,3% a 1,20 euro.

La banca, che ora è del Tesoro, è stata condannata a una sanzione di 800mila euro per la legge 231 sulla responsabilità degli enti, mentre per Paolo Salvadori, allora presidente del collegio sindacale, la pena è stata di 3 anni e 6 mesi. La decisione è arrivata al termine di una camera di consiglio di circa 4 ore ed è stata pronunciata nella fiera di Milano, scelta per consentire alle parti di presenziare al dibattimento nel rispetto del distanziamento sociale.

La sentenza ribalta la richiesta del pubblico ministero Stefano Civardi che aveva chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per il reato di aggiotaggio contestato a Profumo e Viola e per quello di false comunicazioni sociali contestato a tutti gli imputati per il bilancio 2012 e per la prima semestrale del 2015 e l’assoluzione “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato” per la contestazione di false comunicazioni sociali in merito ai bilanci 2013 e 2014. Profumo e Viola sono anche indagati per false comunicazioni sociali e manipolazione informativa per la contabilizzazione dei crediti deteriorati. I pm in questo caso hanno chiesto l’archiviazione ma il gip ha ordinato ulteriori indagini.

I derivati Alexandria e Santorini furono realizzati da Mps con Deutsche Bank e Nomura per coprire i costi dell’acquisizione di Antonveneta. Per le irregolarità nelle operazioni effettuate dalla banca senese per mascherare le perdite legate all’acquisizione lo scorso anno sono stati condannati l’ex presidente Mps – nonché ex numero uno dell’Abi – Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni e l’ex responsabile area finanza Gian Luca Baldassarri. La sentenza era arrivata sei anni dopo lo scoop del Fatto Quotidiano che per primo parlò dell’accordo segreto tra Mps e Nomura per truccare i conti. “Leggeremo con attenzione le motivazioni e senz’altro presenteremo appello contro una sentenza che consideriamo sbagliata. Abbiamo sempre creduto nel corretto operato dei nostri assistiti” è il commento dell’avvocato Adriano Raffaelli, uno dei difensori di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, condannati dal tribunale di Milano a 6 anni di reclusione in un filone del caso Mps.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/16/i-5-stelle-chiedono-le-dimissioni-di-alessandro-profumo-dopo-la-condanna-rimetta-il-mandato-da-ad-di-leonardo/5968263/#

Mps, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola condannati a sei anni per false comunicazioni sociali e manipolazione informativa.

 

E' la sentenza di primo grado nel filone dell’indagine sulla banca senese legato ai derivati Alexandria e Santorini. Ribaltata la richiesta del pubblico ministero Stefano Civardi che aveva chiesto l'assoluzione. Profumo e Viola dovranno anche pagare una multa di 2,5 milioni di euro ciascuno. La banca, che ora è del Tesoro, è stata condannata a una sanzione di 800mila euro mentre per Paolo Salvadori, allora presidente del collegio sindacale, la pena è stata di 3 anni e 6 mesi.

Sono stati condannati in primo grado sei anni di reclusione Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, sotto processo in qualità di ex presidente ed ex ad di Mps in un filone dell’indagine sulla banca senese legato ai derivati Alexandria e Santorini. L’accusa era di false comunicazioni sociali manipolazione informativa (aggiotaggio) per la contabilizzazione dal 2012 alla semestrale 2015 di derivati per 5 miliardi presentati a bilancio come BTp. Il tribunale li ha ritenuti responsabili dei capi di imputazione B e C, cioè false comunicazioni sociali relative alla semestrale del 2015 e aggiotaggio. Sono stati prescritti per il bilancio 2012 e “perché il fatto non sussiste” per i bilanci 2013 e 2014. Profumo e Viola dovranno anche pagare una multa di 2,5 milioni di euro ciascuno. Oggi Profumo è numero uno di Leonardo (ex Finmeccanica).

La banca, che ora è del Tesoro, è stata condannata a una sanzione di 800mila euro per la legge 231 sulla responsabilità degli enti, mentre per Paolo Salvadori, allora presidente del collegio sindacale, la pena è stata di 3 anni e 6 mesi. La decisione è arrivata al termine di una camera di consiglio di circa 4 ore ed è stata pronunciata nella fiera di Milano, scelta per consentire alle parti di presenziare al dibattimento nel rispetto del distanziamento sociale.

La sentenza ribalta la richiesta del pubblico ministero Stefano Civardi che aveva chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per il reato di aggiotaggio contestato a Profumo e Viola e per quello di false comunicazioni sociali contestato a tutti gli imputati per il bilancio 2012 e per la prima semestrale del 2015 e l’assoluzione “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato” per la contestazione di false comunicazioni sociali in merito ai bilanci 2013 e 2014. Profumo e Viola sono anche indagati per false comunicazioni sociali e manipolazione informativa per la contabilizzazione dei crediti deteriorati. I pm in questo caso hanno chiesto l’archiviazione ma il gip ha ordinato ulteriori indagini.

I derivati Alexandria e Santorini furono realizzati da Mps con Deutsche Bank e Nomura per coprire i costi dell’acquisizione di Antonveneta. Per le irregolarità nelle operazioni effettuate dalla banca senese per mascherare le perdite legate all’acquisizione lo scorso anno sono stati condannati l’ex presidente Mps – nonché ex numero uno dell’Abi – Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni e l’ex responsabile area finanza Gian Luca Baldassarri. La sentenza era arrivata sei anni dopo lo scoop del Fatto Quotidiano che per primo parlò dell’accordo segreto tra Mps e Nomura per truccare i conti.

“Leggeremo con attenzione le motivazioni e senz’altro presenteremo appello contro una sentenza che consideriamo sbagliata. Abbiamo sempre creduto nel corretto operato dei nostri assistiti” è il commento dell’avvocato Adriano Raffaelli, uno dei difensori di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, condannati dal tribunale di Milano a 6 anni di reclusione in un filone del caso Mps.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/15/mps-alessandro-profumo-e-fabrizio-viola-condannati-a-sei-anni-per-false-comunicazioni-sociali-e-manipolazione-informativa/5967709/

giovedì 6 ottobre 2016

Mps, indagati Profumo e Viola. - Stefano Elli 

Ansa


La procura di Siena ha aperto un fascicolo per false comunicazioni sociali e per manipolazione di mercato iscrivendo nel registro degli indagati sia l’ex presidente del Monte dei Paschi Alessandro Profumo sia il suo attuale amministratore delegato Fabrizio Viola
La notizia è giunta nel tardo pomeriggio di ieri anticipata dall’agenzia Reuters. Contestualmente si è appreso che il fascicolo, aperto sin dal 2015, è stato trasmesso già nel luglio scorso dalla procura senese a quella di Milano, per competenza territoriale. Il reato prevalente, infatti, cioè la manipolazione si sarebbe consumato laddove ha la sua sede Borsa italiana: dove si concentrano i suoi strumenti telematici di trasmissione delle informazioni. 
Al centro del nuovo dossier c’è una vecchia vicenda: quella dei due derivati Alexandria e Santorini che nei bilanci dal 2011 al 2014 sarebbero stati iscritti in bilancio in modo non corretto: non già per quello che erano, cioè strumenti di Credit default swap, ma di BTp. Sulla scorta dei bilanci finiti sotto la lente dei magistrati Mps ha varato due aumenti di capitale da 5 miliardi nel 2014 e da 3 miliardi nel 2015.
Una prosecuzione, dunque, di una falsa rappresentazione contabile iniziata nel 2008, sin dai tempi della gestione del Monte di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, che assieme ad altri 11 amministratori e manager del Monte, hanno già incassato una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura milanese per i medesimi reati e una condanna in primo grado, a Siena, per ostacolo alla vigilanza. Ciò che potrebbe profilarsi dunque è un secondo troncone di un’inchiesta già ben consolidata sotto il profilo istruttorio e documentale. Dal canto suo la banca ha comunicato in una nota che «l’indicazione di Viola e Profumo quali soggetti indagati, trae origine da un esposto effettuato da un azionista della banca che peraltro, in sede assembleare, aveva proposto l’azione di responsabilità nei confronti dei predetti soggetti, azione poi respinta con sostanziale unanimità di voti. - E prosegue la nota - A fronte della ricezione di un esposto la magistratura è tenuta all’apertura di un fascicolo. 

Inoltre, sui medesimi fatti la procura della Repubblica di Milano ha già avuto modo di sottolineare la proattività del nuovo management della Banca nel contribuire a far luce sulle responsabilità di coloro che hanno effettivamente dato vita a tali operazioni». Un atto dovuto, dunque, che potrebbe anche risolversi con una richiesta di archiviazione.

Ma chi sono i grandi oppositori della nuova gestione di Rocca Salimbeni che con i loro esposti hanno dato origine alla nuova inchiesta? Uno è Giuseppe Bivona, ingegnere, ex banchiere della City londinese e attualmente a capo di Bluebell partners, l’altro è un avvocato senese Paolo Emilio Falaschi. 

Bivona si è trovato ad agire indossando due distinte casacche: da una parte ha collaborato con il Codacons, il coordinamento dei comitati di difesa dei consumatori, e dall’altra ha agito come responsabile di un fondo internazionale di private equity il Bluebell. Né Bivona e la sua creatura Bluebell sono nuovi a iniziative di questo genere. 
Si tratta dei medesimi soggetti che hanno chiesto e ottenuto, insieme al fondo Amber Capital, la revisione da parte della Consob dei parametri di prezzo per l’Opa lanciata dal colosso giapponese Hitachi sulla Ansaldo Sts detenuta da Finmeccanica. 
Un’iniziativa che anche in questo caso, ha portato all’apertura di un’inchiesta della Procura milanese affidata al pm Adriano Scudieri.
Dal canto suo, Falaschi, è estensore di numerosi esposti sulla attuale gestione del Monte dei Paschi, dei quali l’ultimo, recentissimo, era indirizzato al Meccanismo di vigilanza unico Banca Centrale europea (l’organo di supervisione europeo) è datato 27 luglio. E a quanto risulta al Sole24ore sembra che una risposta sia già arrivata, il 10 agosto scorso, da Francoforte nella quale si richiede all’estensore ulteriore documentazione a supporto delle sue tesi.
Un agosto particolamente caldo come si vede, per ex e attuali amministratori del Monte. La scorsa settimana sempre da Siena, era giunta la notizia della notifica della chiusura delle indagini per associazione a delinquere transnazionale sulla cosiddetta «banda del 5%». Una pattuglia di manager del Monte, guidata dal’ex capo dell’area finanza della banca Gian Luca Baldassarri che avrebbe distratto milioni di euro dagli attivi della banca in operazioni dall’esito predeterminato.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-08-19/mps-indagati-profumo-e-viola-080503.shtml

venerdì 19 agosto 2016

Mps, indagati Viola e Profumo; per banca atto dovuto.


Mps, indagati Viola e Profumo; per banca atto dovuto

Si tratta dell'onda lunga di Alexandria e Santorini.


Roma, 18 ago. (askanews) - "Un atto dovuto": così Mps sulla vicenda che vede indagati per falso in bilancio e manipolazione del mercato l'Ad di Mps, Fabrizio Viola e l'ex presidente della banca Alessandro Profumo. Il fascicolo è stato trasferito per competenza territoriale da Siena a Milano.
L'oggetto dell'indagine - a quanto si apprende - è la non corretta rappresentazione contabile dei derivati Santorini e Alexandria.
I bilanci 2012, 2013 e 2014 approvati sotto la gestione Viola e Profumo rappresentavano le operazioni a "saldi aperti" e nel pro-forma ne veniva esplicitata la natura di Cds sintetici, anche nel restatement del bilancio 2011, seguendo le indicazioni della delibera Consob - Ivass - Bankitalia del marzo 2013.
La rappresentazione da saldi aperti a saldi chiusi è stata poi rivista su richiesta di Consob dopo che la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex vertici Mps, Antonio Vigni e Giuseppe Mussari insieme ad altri manager Mps e delle controparti (Nomura e Deutsche Bank). Le accuse a vario titolo sono false comunicazioni sociali, aggiotaggio, falso in bilancio, falso in prospetto, ostacolo alle funzioni di vigilanza di Banca d'Italia e Consob. In questo caso sono comprese nel bouquet anche il prestito Fresh e l'operazione Chianti Classico. Le accuse di falso in bilancio riguardano gli esercizi dal 2008 e 2012, la prima ristrutturazione di Santorini fu nel 2008, quella ed unica di Alexandria nel 2009.
Per la Procura di Milano la rappresentazione delle ristrutturazioni di Alexandria e Santorini messa in piedi dal precedente management della Banca non era corretta in quanto si trattava di derivati (Cds sintetici) e non di long-term repo, e nei fatti era servita, sempre per la Procura milanese, che ha ripreso l'impianto della Procura di Siena, ad occultare le perdite legate alle ristrutturazioni dei due prodotti.
Paradossalmente, a causa dell'andamento favorevole del credit spread sottostante a Santorini (chiusa per transazione nel 2013) e Alexandria (chiusa per transazione per 2015), la non corretta rappresentazione delle due operazioni, nel caso della gestione Viola-Profumo, ha invece soprattutto sottostimato i benefici della corretta contabilizzazione. In particolare relativamente al bilancio 2015, dopo il restatement su indicazione di Consob, si è passati da una perdita di 111 milioni a un utile di 388 milioni nel conto economico consolidato, nei fatti un beneficio economico di 499 milioni. Nel caso del bilancio 2014 si è evidenziata una maggiore perdita di 58 milioni.
Nel 2014 e nel 2015 Mps ha effettuato due aumenti di capitale che non recepivano ancora il restatement dell'operazione "a saldi chiusi" chiesto da Consob con la delibera dell'11 dicembre 2015.
"L'indicazione del dottor Viola - spiega la Banca - e del dottor Profumo quali soggetti indagati, trae le proprie origini da un esposto effettuato da un azionista della banca che peraltro, in sede assembleare, aveva proposto l'azione di responsabilità nei confronti dei predetti soggetti, azione poi respinta con sostanziale unanimità di voti".
"A fronte della ricezione di un esposto/denuncia - spiegano sempre all'Istituto - la magistratura è tenuta all'apertura di un fascicolo in cui sono indicati taluni soggetti sottoposti ad indagine, si tratta di un atto dovuto cui la procura non può esimersi. Peraltro, sui medesimi fatti la procura di Milano ha già avuto modo di sottolineare la proattività del nuovo management della banca nel contribuire a far luce sulle responsabilità di coloro che hanno effettivamente dato vita a tali operazioni".
La procura di Milano ha ora 18 mesi di tempo per decidere se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio per Viola e Profumo.

http://www.askanews.it/regioni/toscana/mps-indagati-viola-e-profumo-per-banca-atto-dovuto_711881311.htm

sabato 31 maggio 2014

Cos’è l’albero del sangue di drago.

Cos’è l’albero del sangue di drago

Lo chiamano “Sangue di drago”: è un albero che si trova unicamente nell’arcipelago Socotran, più specificatamente nell’isola di Socotra, definita anche isola delle meraviglie.
È una vera bellezza considerata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco, data l’elevata biodiversità e le sue peculiarità endemiche, si contano infatti sull’isola più di 800 specie di piante , per non parlare poi della ricca e unica fauna.
Un’isola che si può definire quasi preistorica.
Una delle piante che si possono trovare qui è l’albero del sangue del drago.
L’albero del drago (Dracaena draco L.) è una pianta subtropicale monocotiledone, appartenente alla famiglia delle Agavaceae.
È una pianta a portamento arbustivo che può tuttavia raggiungere anche i 20 metri di altezza.
Questo albero in particolare è famoso per la regolarità della sua chioma che si divide in rami che terminano con rosette di foglie coriacee, lanceolate, di colore verde acceso, disposte a formare una chioma a forma di fungo tipica dei primi alberi cresciuti sulla Terra.
Il nome gli deriva da cinabro cioè la resina rosso scuro che esce dal suo tronco chiamata fin dall’antichità “Sangue di Drago” che la popolazione locale usa come medicamento, come essenza profumata e come pigmento colorante.
Il “Sangue di drago” più antico esistente si trova a Tenerife. Ha un’età stimata di 1000 anni, un’altezza di circa 20 metri e il suo tronco, invece, ha una circonferenza di ben 6 metri.