venerdì 27 giugno 2014

Nas nelle farmacie: Ritirato medicinale anti- emorragie.

farmaci 630

I Carabinieri del Nas si sono presentati nei depositi farmaceutici e nelle farmacie di tutta Italia per verificare l’avvenuto ritiro dal mercato del medicinale EMOCLOT 1000, un antiemorragico utilizzato per il trattamento e profilassi delle emorragie. Un comunicato dell’AIFA, l’Agenzia Italiana per il Farmaco è eloquente nel precisare che:
“A seguito della segnalazione dell’Unità Operativa Malattie della Coagulazione dell’Ospedale Civile S.S. Annunziata di Sassari del 19/06/2014, concernente presenza di fiocculi biancastri dopo ricostituzione nel medicinale EMOCLOT 1000 ul/10 ML LOTTI i\I° 461236 SCAD. 04/2015 e 461214 SCAD. 02/2015 AIC n° 023564228 ;
si dispone, a tutela della salute pubblica, ai sensi de|i’art. 142 D. Lvo 219/2006 e per la motivazione sopra evidenziata, immediato divieto di utilizzo su tutto il territorio nazionale dei Iotti sopra specificati in attesa risultato analisi. La ditta Kedrion S.p.A. dovrà assicurare immediata comunicazione divieto d’uso a tutti i destinatari dei Iotti in questione nel più breve tempo possibile e non oltre 48 ore dalla ricezione della presente comunicazione. Entro 5 giorni la ditta fornirà ai|’AiFA”linfoirnazioni su eventuali aitri lotti interessati o altri medicinali prodotti sulia stessa linea ed azioni correttive adottate. Il Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è aitrjesi invitato a prelevare, in un’unica aliquota, 5 confezioni di ciascun lotto del medicinale sopra indicato presso la farmacia interna delI’Ospedale Civile S.S. Annunziata di Sassari e a trasmettere detti campioni e la relativa documentazione all’ istituto Superiore di Sanità per opportuni accertamenti. Il Comando Carabinieri per la Tuteia della Salute è invitato ai verificare l’avvenuta comunicazione dei divieto di utilizzo e in caso mancato adempimento da parte della ditta interessata procederà al sequestro dei lotti. “
In virtù di tale comunicazione, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita i pazienti a non utilizzare il dispositivo in questione riferito ai lotti di cui al comunicato istituzionale.
http://www.retenews24.it/rtn24/salute-benessere/nas-nelle-farmacie-ritirato-medicinale-anti-emorragie-quale/

La fine degli affitti d'oro grazie al M5S: 30 milioni risparmiati all'anno. - Riccardo Fraccaro



"Grazie alla norma del M5S, l'Ufficio di Presidenza della Camera ha deliberato il recesso dagli affitti d'oro dei Palazzi Marini. 
Con l'approvazione del bilancio da parte dell'Aula, dal 2015 ci sarà un risparmio annuo di ben 30 milioni di euro. 
È una delle più grandi vittorie politiche del MoVimento, 
La dimostrazione dei risultati straordinari che si possono ottenere quando i cittadini entrano nelle istituzioni. 
Abbiamo messo la parola fine ad uno scandalo che dura da vent'anni, costato finora quasi 500 milioni di euro. 
Grazie alla battaglia del MoVimento 5 Stelle contro gli sprechi e i privilegi, condotta in perfetta solitudine, portiamo a casa questo risultato che va a beneficio di tutti. 
È una vera rivoluzione, la migliore risposta a chi ci ha accusato di saper solo salire sui tetti di Montecitorio: siamo riusciti anche a sfrattare la casta! 
Finisce l'era del clientelismo e inizia quella delle istituzioni al servizio della collettività." Riccardo Fraccaro

http://www.beppegrillo.it/2014/06/la_fine_degli_affitti_doro_grazie_al_m5s_30_milioni_risparmiati_allanno.html

LA FINE DELLO STIVALE ATOMICO. - Gianni Lannes



L'inquinamento radioattivo provocato dalle centrali nucleari perdura lungamente nel tempo ed immette nella biosfera radionuclidi che si concentrano in determinate parti  del corpo umano, causando la rottura di legami del Dna con possibili effetti cancerogenetici
Dosi infinitesimali di radioattività - documenta la letteratura scientifica - innescano su vasta scala processi di mutagenesi. Il cesio 137 nei muscoli e nelle ovaie, lo stronzio-90 nelle ossa, il rutenio-106 nelle ovaie, il trizio nel sangue, il plutonio-239 (che vanta 24 mila anni di emivita) principalmente nelle ovaie e nei polmoni. Alcuni di questi radionuclidi sono addirittura artificiali, vale a dire completamemte estranei alla storia dell'evoluzione biologica e della specie umana. Poiché entrano a far parte delle varie catene biologiche ed alimentari, arrecano conseguenze del tutto imprevedibili per le future generazioni.

Come attestano studi e ricerche ufficiali (Cnen, Enea, varie Università) già alla fine degli anni '60 in Italia, quindi decisamente molto tempo prima del fallout di Chernobyl del 26 aprile 1986, aria, suolo fiumi, laghi e mari risultavano contaminati dalla radioattività. E più recentemente la situazione non è migliorata, come attesta la contaminazione radioattiva del Mediterraneo, in particolare da plutonio 239/240 e cesio 137, addirittura del Tirreno (santuario cartaceo dei cetacei incluso).




Le telecomandate autorità statali che hanno causato questo disastro, evidentemente subordinate a perversioni coloniali, non vogliono rendersi conto della tragedia in atto, mentre regna la disinformazione pilotata anche dalla scienza asservita al sistema di potere dominante e agli interessi economici.

Per il folle uso delle risorse energetiche e per le miopi scelte tecnologiche e industriali della casta politica rischiamo di lasciare in eredità ai nostri figli un'Italia moribonda. Purtroppo, non si intravede alcun ravvedimento, né tantomeno scelte di semplice buon senso. Infatti, si continua a speculare in materia di "sicurezza nucleare", e a far finta di nulla, mettendo a repentaglio non solo la salute di milioni di ignare persone, ma anche la futura possibilità di vita.


Lasciar degradare ancora l'ambiente significa lasciare in eredità il deserto. I tempi esigono una nuova etica per un progetto che abbia rispetto della vita, e la conservazione dell'ambiente come parte fondamentale delle scelte economiche, politiche e sociali. L'essere umano è strettamente interrelato con tuttti gli elementi della Natura, ed è condannato ad estinguersi come specie se continua a distruggere la biosfera in cui vive, violando la legge dell'entropia.

Cardinali in festa.



E il cardianale Sepe va alla festa di Marinella, mentre arriva il feretro di Ciro Esposito a Scampia.
Bell'esempio. Ascanio Filomarino era un signore al confronto, ai tempi di Masaniello. 

Almeno ci ha lasciato l'altare di Borromini.

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giovedì 26 giugno 2014

Giustizia, il piano del governo: torna il falso in bilancio. - Liana Milella

Giustizia, il piano del governo: torna il falso in bilancio

Lunedì prossimo le linee guida della riforma al consiglio dei ministri. Le misure per il processo civile più veloce e la riforma del Csm.

ROMA - Detto, fatto. La riforma della giustizia si è materializzata a palazzo Chigi 48 ore fa. A sbirciarci dentro, già alcuni titoli, come la riforma delle intercettazioni e quella del Csm, sono più foriere di scontro che di incontro. Tant'è che i magistrati già sono in pre-allarme e oggi, in una riunione dell'Anm, butteranno giù il loro programma alternativo delle emergenze. Così, sul tavolo, ci saranno le loro "linee guida" accanto alle "linee guida" del governo.

Intendiamoci, nel piano sulla giustizia di Renzi e Orlando ci sono interventi che piacciono alle toghe, basti pensare all'allungamento della prescrizione, ai nuovi reati economici come il falso in bilancio in chiave anti-Berlusconi, e l'auto-riciclaggio. Ma su quei due capitoli - la responsabilità civile dei giudici e soprattutto la responsabilità disciplinare, nonché sulle intercettazioni - già s'avverte un diffuso malpancismo. D'altra parte, come vedremo, il tempo per discutere c'è, un tempo "ampio e congruo", come lo definiscono a palazzo Chigi, visto che per la riforma della giustizia di Andrea Orlando il premier Matteo Renzi ha deciso di seguire la stessa via utilizzata per quella sulla pubblica amministrazione di Marianna Madia.

Prima le "linee guida" e la discussione sulle medesime. Poi le misure, decreti o disegni di legge che siano. Per la giustizia, nell'entourage stretto del Guardasigilli, si ipotizza che gli interventi legislativi, i singoli articolati, possano anche arrivare subito dopo le ferie, che quest'anno saranno assai brevi. Del resto, la ressa dei decreti in Parlamento è tale che i tempi di discussione sarebbero ugualmente lunghi.

I PROCESSI TROPPO LUNGHI
Non può che stare al primo posto, ovviamente, il dato innegabile della giustizia italiana. La coda infinita di 9 milioni di processi pendenti tra penali e civili. Se non si parte da qui, ha sempre detto Orlando, non ci si raccapezza più. Per questo sono necessarie cinque mosse. La prima: uno snellimento sia nel penale che nel civile, con interventi sui codici di procedura penale e di procedura civile. Le commissioni Canzio e Berruti hanno lavorato o stanno lavorando. La seconda: potenziamento della magistratura ordinaria e onoraria. La terza: una sterzata ai tempi del Csm. La quarta: punizioni e responsabilità. La quinta: garanzia effettiva che i processi non cadano nel vuoto con la prescrizione, come avviene adesso. 

LA RESPONSABILITÀ CIVILE
A seguire, non si può che anticipare il capitolo più discusso, quello della responsabilità civile dei magistrati. Il governo esclude quella diretta, la versione del leghista Pini per intenderci, pur approvata alla Camera. Annuncia un intervento che limita fortemente l'attuale filtro e rimodula la rivalsa dello Stato sulla toga fissandola al 50% invece di un terzo. Se ne discuterà, ma non è affatto detto che, alla fine, Orlando intervenga direttamente, perché potrebbe mandare avanti il ddl in discussione al Senato. D'un colpo però, tra responsabilità civile e disciplinare, la vita dei magistrati cambierebbe.

LA STRETTA SULLE INTERCETTAZIONI
Qui siamo su un crinale sottilissimo. Su cui le toghe sono guardinghe. Nessuno ha dimenticato il braccio di ferro con Berlusconi che, se fosse andato in porto, avrebbe comportato il bavaglio per i giornalisti e le unghie decisamente limate per i pm. Orlando è cauto. Gli annunci sono due: vietare che le telefonate finiscano subito nelle ordinanze di custodia cautelare, dove le intercettazioni verrebbero riassunte. Una misura che piace al Garante della privacy Antonello Soro. Poi l'altro divieto, non dare le copie alle parti prima dell'udienza stralcio. Gli avvocati potrebbero solo ascoltare le registrazioni. Le toghe però sono già dubbiose, soprattutto per processi con tantissimi imputati.

LA MANOVRA PENALE 
Tre capisaldi, intervento sulla prescrizione, con l'idea di fermarla al primo grado. Mannaia sulle impugnazioni, che verrebbero drasticamente ridotte. Archiviazione per tutti i processi di lieve entità. Si discute anche sui tempi di iscrizione dei reati, con l'idea di renderli contestabili per le parti. Ma anche qui si rischia un fuoco di sbarramento delle toghe.

... E QUELLA CIVILE
Al responsabile del Massimario della Cassazione Giuseppe Maria Berruti è stato affidato di recente il ruolo di presidente della commissione che deve riscrivere il codice di procedura civile. Piatto ricchissimo, dalle misure per ridurre l'arretrato, alla progressiva "degiurisdizionalizzazione", come la chiamano i tecnici, che si risolverà nel sempre minor ricorso al giudice a tutto vantaggio della negoziazione assistita e al giudizio di fronte a un arbitro. Entrano a pieno titolo gli affidavit, la fase esecutiva del processo vedrà penalizzato il debitore che cerca di perdere tempo. Nasce il tribunale della famiglia e della persona e si assesta quello delle imprese. In Cassazione si snellisce il processo civile. 

NUOVI REATI ECONOMICI E MAFIOSI
Annunciati da tempo, e da tempo già portati da Orlando a palazzo Chigi, ecco il nuovo falso in bilancio (punito fino a 5 anni), ancora con un ultimo tira e molla sulla procedibilità a querela o d'ufficio (ma si propende per la seconda via), l'auto-riciclaggio (fino a 6), le maggiori pene per il 416-bis (fino a 15). Ma anche misure d'esecuzione della pena più stringenti per i boss, nuove regole sul sequestro e la confisca dei beni. È la parte della riforma della giustizia su cui, di certo, le polemiche saranno minori, se non addirittura inesistenti.

IL CSM
È il capitolo che preoccupa molto i magistrati. Le "linee guida" non entrano nel dettaglio, ma già i principi creano allarme, soprattutto per i tempi. Tra il 6 e il 7 luglio i togati votano per il nuovo Consiglio e una mossa del governo che svuoti e metta sotto tutela l'autogoverno dei giudici non può che preoccupare. È certo che Orlando intende cambiare proprio il sistema di voto, introducendo un meccanismo di panachage (è possibile il voto disgiunto) che sconvolge gli equilibri delle correnti. È altrettanto certo che il Guardasigilli mal vede i tempi lunghi delle decisioni di palazzo dei Marescialli e intende renderle più stringenti. Ma è soprattutto il capitolo della giustizia disciplinare a essere rivoluzionata. Innanzitutto una sezione autonoma del Csm tratterà i "processi" delle toghe. E poi, in seconda istanza, in luogo del ricorso in Cassazione, i magistrati condannati potranno rivolgersi alla famosa Alta corte, tante volte sollecitata da Luciano Violante. Si tratterebbe di una Corte mista, che avrebbe competenza per tutte le magistrature. Ma come sarà composta? Con che percentuali? Anche qui toghe in fibrillazione.


http://www.repubblica.it/politica/2014/06/26/news/riforma_giustizia_intercettazioni-90026255/

Giuseppe Pipitone



Oggi pagina 26 del Corriere della Sera è piena di messaggi d'affetto per Marcello Dell'Utri, l'uomo trattino tra B e la mafia. Prossimo passo i pizzini tra Messina Denaro e soci pubblicati live sull'edizione on line.
Giuseppe Pipitone

La dice grossa sulla tendenza del giornale che antepone il guadagno alla morale e all'etica del settore dell'informazione.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10204131422509242&set=a.1597254414696.2087700.1336071063&type=1&theater

Ecco il bestiario delle tasse dall’ombra al fungo per spremerci centosette volte. - Salvatore Cannavò

Non solo è una sfida capire quante sono nella loro totalità le imposte da pagare, ma anche gli stessi adempimenti tributari ci costano caro. La consulenza fiscale in Italia è la più costosa di altri paesi europei. Niente sfugge al fisco, mentre si moltiplicano le imposizioni più assurde.
L’ impresa eccezionale per un contribuente è sapere quante sono le tasse da pagare. Un elenco ufficiale non esiste. Il ministero dell’Economia e Finanze, alla richiesta via mail, non ha saputo rispondere: “Quante? Bella domanda”. Qualche tempo fa l’ex ministro Giulio Tremonti, all’inizio della sua inconcludente carriera legislativa, di tasse complessive ne ha contate 107. Le associazioni dei consumatori e delle imprese parlano genericamente di cento, ma non ci sono certezze. Intanto, le tasse sono tutte lì: tante, complicate, introvabili.
La seconda impresa è riuscire a pagarle. Nel dossier sui Balzelli d’Italia, la Confesercenti, non ha solo pubblicato Il Bestiario delle 100 tasse che fanno tribolare imprese e famiglie ma ha fornito un dato poco noto. Pagare le tasse, riuscire cioè a mettersi in regola con il fisco, ha un costo considerevole: gli adempimenti tributari ammontano a circa 18 miliardi di euro l’anno. Chi esercita un’attività in Italia paga 4. 495 euro contro i 1. 320 dei francesi, i 1. 290 dei britannici, i 1. 210 dei tedeschi. Soldi che finiscono nelle tasche della consulenza fiscale, pervasiva e avvolgente.
L’impresa di sopravvivere. La terza impresa è sopravvivere. Per essere travolti da balzelli, gabelle, imposizioni improbabili o vere e proprie truffe, basta stare fermi. Al di là dell’Irpef, l’Irpeg, l’Irap o l’Iva esistono le tasse “assurde”, conosciute solo quando ci si inciampa sopra. Come la tassa sull’ombra che scatta quando la tenda di un locale invade il suolo pubblico. Oppure la tassa sugli spettacoli nei pubblici esercizi, la tassa sulle concessioni. La tassa per iniziare lavori edilizi, la tassa sulle cambiali. A i privati si applica la tassa sui gradini, dovuta quando le case hanno l’accesso dalla pubblica via. I lavoratori dipendenti, poi, subiscono una tassa occulta, il Fiscal drag: l’imposizione aumenta all’aumento dello stipendio senza considerare il contestuale aumento dell’inflazione.
Le tasse si pagano non appena si mette il piede fuori di casa. Letteralmente. Esiste, infatti, la tassa sui passi carrai, i varchi aperti sui marciapiedi per uscire dalle abitazioni. Si determina moltiplicando la larghezza del passo per un metro lineare convenzionale. Per uscire in auto, però, bisogna avere la patente per il cui rilascio occorrono ben cinque versamenti postali e un certificato, naturalmente in bollo. Non basta. C’è anche la tassa di iscrizione al Pubblico registro automobilistico (il Pra), importo che le province possono aumentare fino al 30 % (solo Bolzano, Aosta, Trento e Prato non lo hanno fatto). C’è il bollo dell’auto, il costo della targa, i diritti del Dipartimento Trasporti terrestri e, se si sceglie di comprare un’auto usata, il passaggio di proprietà. Con uno scooter cambia poco. Meglio andare a piedi o in bicicletta. Anche perché al primo distributore di benzina potremmo imbatterci nelle micidiali accise.
La benzina dell’Abissinia
L’ultima rilevazione del ministero dello Sviluppo economico, della scorsa settimana, segnala che il prezzo medio della benzina è di 1, 754 euro; l’accisa interviene per 0, 728 centesimi e l’Iva per i restanti 0, 304. Senza le imposte la benzina costerebbe 721 centesimi al litro. Il 41 % se ne va in accisa, cioè l’imposta che si è accumulata nel tempo sommando spese straordinarie sostenute dai vari governi. Fu la guerra in Abissinia di Mussolini a far aumentare di colpo il prezzo della benzina nel 1935, poi sono venute la crisi di Suez, il disastro del Vajont, l’alluvione di Firenze, il Belice e tutti gli altri terremoti fino a quelle emiliano. Ma nella voce vengono conteggiati anche il contratto degli autoferrotranvieri, le missioni all’estero o l’emergenza immigrati. L’intera storia italiana passa dalla pompa al nostro serbatoio e si fa pagare cara.
Lasciamo stare, quindi, la benzina. Torniamo a casa e portiamo a spasso il cane. Putroppo il governo Monti, nel 2012, ha provato a istituire un’imposizione anche sul possesso di animali ma ha dovuto fare marcia indietro cause proteste. La legge, però, prevede la facoltà di imposizione per i comuni i quali ora, in tempi di magra, stanno pensando seriamente di introdurre l’imposta. Meglio lasciare il cane a casa e andare in banca a occuparci dei nostri risparmi. Magari per aprire un conto corrente “a costo zero”, finalmente qualcosa di gratis. Ci si mette poco, però, a scoprire che al “costo zero” occorre aggiungere l’imposta minima di 34, 2 euro più lo 0, 15 % delle somme depositate se si apre un conto deposito (su cui sono conservati i titoli). Se poi acquistiamo o vendiamo titoli azionari, scatta la la Tobin tax con lo 0, 12 % di imposizione.
Via anche dalla banca. Andiamo alla posta, ci sono le bollette. che attendono. Siamo stati molto attenti con i consumi, abbiamo utilizzato al minimo le forniture. Ma nella tariffa del gas le tasse incidono per il 43 % mentre per l’energia elettrica le imposte pesano per il 13, 29 %. La bolletta Enel, però, comprende anche i “servizi di rete” che incidono per il 33, 44 % e comprendono i i costi per gli incentivi alle fonti rinnovabili, la promozione dell’efficienza energetica, gli oneri per la messa in sicurezza del nucleare, i regimi tariffari speciali per le Fs, le compensazioni per le imprese elettriche minori, il sostegno alla ricerca di sistema. Un diluvio di tasse nascosto in bolletta. Su cui,dulcis in fundo, si paga anche l’Iva. La tassa sulla tassa. Il giochetto viene ripetuto per le tassazioni locali, ad esempio la Tares, che vengono rubricate come “tariffe” in modo da aggirare il divieto.
Casa cara casaVia anche dalla posta. Dove andare? A cercar funghi si deve pagare il bollettino postale. A casa c’è il canone Rai anche se la Rai non la si guarda mai. E poi sulla l’accanimento sfiora il sadismo. Prima dell’Imu, infatti, abbiamo già pagato la tassa per l’acquisto (3 % se è un’abitazione principale), l ’ imposta ipotecaria e quella catastale. Oltre al costo del notaio. Se l’avessimo presa in affitto avremmo pagato l’imposta di registro mentre la proprietà concorre a formare il reddito complessivo. Sulla casa, infine, si paga la Tares, la tassa sui rifiuti che si calcola sui metri quadri.
Tasse ovunque, tasse di ogni tipo. Per seppellire i defunti e accendere i lumini. Per fare un biglietto aereo o sbarcare in un porto. Anche per soggiornare in Italia. La tassa per i comuni con centrali nucleare anche se il nucleare non c’è più. Le tasse sul fumo, sulla sigaretta elettronica e sugli alcolici. Non si può nemmeno provare a impietosire le autorità perché si pagherebbe la tassa sulle suppliche, quella per “istanze, petizioni, ricorsi diretti agli uffici dell’amministrazione dello Stato tendenti ad ottenere l’emanazione di un provvedimento”. Tra le imposizioni improvvise va compresa anche la giustizia: per un ricorso ai tribunali si paga in base al valore dei processi, da 33 a 1.200 euro. Esiste l’imposta sulla birra e quella sui giochi; le concessioni governative e la tassa per studiare; i diritti alle Camere di commercio e la tassa sulle affissioni, l’imposta sugli spiriti e quella sugli zuccheri. Non si può nemmeno inventare un sistema alternativo: esiste, infatti, anche la tassa “sulle invenzioni” per brevettare nuove scoperte. Oltre ai diritti di brevetto ci sono quelli di segreteria e l’immancabile marca da bollo. Anche il desiderio di cambiare le cose è sottoposto al balzello.