mercoledì 18 novembre 2015

Aereo Sinai: Mosca, atto terroristico.

© ANSA


Tracce di un ordigno artigianale.


Apparentemente era in una lattina di Schweppes, di modello "Gold" all'ananas (pineppale), la bomba che ha fatto precipitare l'aereo russo sul Sinai, secondo quanto si puo' vedere nella nuova rivendicazione contenuta nel magazine Dabiq dell'Isis con tanto di foto, poi pubblicata da Site. Nella foto si vedono, oltre alla lattina due altri piccoli congegni.
E' stato un atto terroristico a causare la catastrofe dell'Airbus russo nei cieli del Sinai: lo ha riferito il capo dei servizi segreti russi, Aleksandr Bortnikov, a Putin. Lo riporta la Tass. E' stata l'esplosione di un ordigno artigianale a bordo dell'aereo a causare la tragedia dell'Airbus russo nel Sinai. Sono state trovate tracce di esplosivo di produzione straniera sui frammenti dell'aereo e che la bomba aveva una potenza fino a 1,5 kg di tritolo.

Nigeria, attentato di Boko Haram: almeno 32 morti e 80 feriti.

Nigeria, attentato di Boko Haram: almeno 32 morti e 80 feriti

I fondamentalisti islamici legati all'Isis hanno attaccato una stazione per camion nella città di Yola, nel nordest del Paese. Negli ultimi sei anni di guerra sono morte oltre duemila persone, per la maggior parte civili. Facebook ha attivato il Safety Check. 

Un altro attentato di Boko Haram in Nigeria, nello stesso posto dove, meno di un mese fa, aveva dato l’assalto a una moschea. Il 17 novembre il gruppo fondamentalista islamico legato all’Isis ha colpito una stazione per camion nella città di Yola, nel nordest del Paese, causando la morte di almeno 32 persone e il ferimento di altre 80. Secondo quanto riferito dalla polizia, le vittime sono per la maggior parte venditori o passanti. Neanche un mese fa i Boko Haram avevano attaccato alcune moschee, tra cui una a Yola, uccidendo 42 persone e ferendone un centinaio. In sei anni di guerra, i fondamentalisti hanno ucciso almeno duemila persone, in gran parte civili.
Facebook attiva il Safety check - Un’altra strage per la quale Facebook ha deciso di attivare il Safety Check, l’opzione che consente agli utenti di comunicare la propria incolumità. La piattaforma era finita al centro delle polemiche per averla diffusa dopo gli attentati di Parigi e non in altri casi, come l’attacco a Beirut del giorno primaZuckerberg spiega che Facebook sta studiando criteri per capire quando e come questo strumento sia più utile. Il social network lo aveva già promesso nel fine settimana come replica alle critiche di chi aveva ravvisato nella scelta di usare il Safety Check per Parigi una sorta di discriminazione fra gli attentati che si verificano nel mondo. Il servizio, col quale gli utenti che si trovano in zone colpite da un evento tragico possono dire ai loro amici che ‘stanno bene’, è stato usato con Parigi per la prima volta in un’emergenza diversa da un disastro naturale e Facebook aveva annunciato che sarebbe diventato più frequente.
Il terrorismo aumenta, ma non in Occidente – Nel 2014 sono aumentati gli atti di terrorismo, ma nella maggior parte si tratta di terre di frontiera: il Medio Oriente, il subcontinente indiano e sopratutto l’Africa. Lo testimonia ilGlobal Terrorism Index, rapporto annuale curato dall’Università del Maryland sulla base di dati raccolti da varie organizzazioni in giro per il mondo e ripreso oggi dai media britannici. Rapporto secondo il quale nel 2014 si è contato un numero record di 32.658 morti nel pianeta, addirittura l’80% in più del 2013. Chi ha commesso più atti terroristici sono i jihadisti nigeriani di Boko Haram e i boia del cosiddetto Califfato. Mentre le vittime si sono concentrate al 78% fra Afghanistan e Iraq – simboli di fallimenti sempre più difficili da smentire della strategia militare americana dell’ultimo quindicennio – oltre che Nigeria, Pakistan e Siria.
Altri Paesi indicati come emergenti (o riemergenti) in questa triste classifica sono Somalia, Ucraina, Yemen, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan e Camerun: ciascuno accreditato di un numero di vittime di attentati e attacchi – qualificati come terroristici da alcuni dei gruppi coinvolti nell’indagine talora anche sullo sfondo di guerre civili – pari ad almeno 500 morti all’anno.
Quasi altrettanto scioccanti le cifre sulle devastanti conseguenze economiche provocate dal terrore, con costi stimati nel 2014 a livello planetario a quasi 53 miliardi di dollari, il 61% in più dell’anno precedente. Confermato in ultimo il legame spesso diretto del fenomeno (che il Global Terrorism Index inquadra fin dal 1989) con l’eredità di conflitti militari e con le violenze attribuite alle forze governative di alcuni dei Paesi più coinvolti.

Nova Milanese: la ciclabile per raggiungere in bici Expo è stata inaugurata....a Expo finito. - Pier Mastantuono

Nova Milanese: la ciclabile  per raggiungere in bici Expo è stata inaugurata....a Expo finito
Il taglio del nastro della pista ciclabile

Taglio del nastro per la pista ciclopedonale di Nova Milanese, quella scelta e finanziata dalla Regione per raggiungere in maniera ecologica Expo 2015. L’intervento di Nova, insieme a quello gemello di Palazzolo a Paderno Dugnano, è stato pensato proprio per implementare e incentivare gli spostamenti senza auto.

Taglio del nastro per la pista ciclopedonale di Nova Milanese, quella scelta e finanziata dalla Regione per raggiungere in maniera ecologica Expo 2015. L’intervento di Nova, insieme a quello gemello di Palazzolo a Paderno Dugnano, è stato pensato proprio per implementare e incentivare gli spostamenti senza auto. Lungo corsi d’acqua come il Villoresi che ha contribuito a creare le vie d’acqua, uno dei fattori di maggior successo e suggestione della grande esposizione internazionale appena chiusa. E il sindaco Rosaria Longoni, ma anche il vertici del Parco Nord e del Parco del Grugnotorto non sono mancati al taglio del nastro della pista di via Dalmazia. Duecento metri di percorso sul versante sud del Villoresi che conducono direttamente alla Roggia di San Martino, a sua volta recentemente recuperata dopo decenni di abbandono e discariche abusive. Duecento metri che dopo la chiusura della vicina Nova Ambiente, la fabbrica degli odori e delle irregolarità, assumono un significato anche più importante simbolico per chi da anni si batte contro l’inquinamento prodotto dal sito di smaltimento rifiuti di via Galvani. E mentre le autorità e i cittadini procedevano con l’inaugurazione, decine di sportivi hanno continuato a percorrere entrambi i lati di pista ciclabile che costeggiano il Villoresi. A riprova che opere del genere sono richieste, necessarie e gettonate. Non solo per motivi di recupero e attenzione ambientale.

TELEGRAPH: NELLA SUA CORSA AL RIARMO LA FRANCIA CONGELA LE REGOLE DI BILANCIO UE. - Ambrose Evans Pritchard

“Il patto sulla sicurezza ha la precedenza sul patto di stabilità. La Francia è in guerra”, ha detto il presidente Hollande.
La Francia ha invocato i suoi poteri di emergenza per mettere da parte le regole sul deficit dell’Unione europea e riprendere il controllo della sua economia dopo le atrocità terroristiche di Parigi, promettendo un forte aumento nella spesa per la sicurezza e la difesa, qualunque sia il suo costo.
Il presidente Francois Hollande ha detto che sono in gioco interessi vitali della nazione francese e che non ci può essere alcuna giustificazione per ulteriori regole sul deficit improntate al più rigoroso legalismo imposte da Bruxelles. “Il patto di sicurezza ha la precedenza sul patto di stabilità. La Francia è in guerra”, ha detto al parlamento francese.
I tagli alla difesa sono stati cancellati fino al 2019, mentre il paese si prepara a intensificare la sua campagna per “sradicare” l’ISIS dal Sahel in Africa occidentale, in tutto il Maghreb, in Siria e in Iraq.
Saranno reclutate almeno 17.000 persone per rinforzare l’apparato di sicurezza e il ministero degli interni, che sta rapidamente diventando il centro nevralgico della guerra su vasta scala condotta contro la rete dell’ISIS.
Le nuove forze comprendono 5.000 nuovi poliziotti e gendarmi, 1.000 doganieri e 2.500 guardie carcerarie. «Presumo che questo porterà ad un aumento delle spese”, ha detto.
L’effetto combinato corrisponde a uno stimolo fiscale e in ultima analisi potrebbe attenuare i danni economici degli attentati terroristici all’industria del turismo, ma la corsa al “riarmo” segna la fine di ogni tentativo di soddisfare il limite di disavanzo del 3pc del PIL sancito dal Patto di stabilità e di crescita. Con l’aperta sfida francese, il patto è ora effettivamente morto e sepolto
La Commissione europea si attende che il deficit francese raggiunga il 3.4pc del PIL il prossimo anno e il 3.3pc nel 2017, ma la cifra reale sarà probabilmente molto più alta e lo sarà fino alla fine del decennio. La preoccupazione è che questo potrebbe spingere ancora più in alto il debito del paese, dal 96.5pc verso il 100pc, con l’aggravio degli effetti della deflazione sulla dinamica del debito.
Hollande ha detto che la Francia invocherà l’articolo 42.7 del Trattato di Lisbona, la clausola di solidarietà che obbliga gli altri Stati membri a venire in soccorso del suo paese con “tutti i mezzi in loro possesso”. Sarebbe assurdo per Bruxelles continuare a insistere sulle regole di bilancio in un contesto politico di questo tipo.
L’economia francese è in lenta ripresa per l’effetto combinato di un euro debole, del petrolio a buon mercato, e del quantitative easing da parte della Banca centrale europea, che hanno dato impulso a uno stimolo a breve termine, ma ancora rimane notevolmente depressa a ben sei anni dal ciclo di espansione globale post-Lehman.
Nel terzo trimestre la crescita è stata strisciante, allo 0.3pc, dopo lo stallo nella prima parte dell’anno.  La disoccupazione è ancora bloccata al 10.7pc ed è effettivamente aumentata negli ultimi mesi.  “Il momentum può svanire nel 2017 come le condizioni positive si esauriscono”, ha detto la Commissione.
Prof. Brigitte Granville, della Queen Mary University di Londra, ha detto che il paese ha perso competitività all’interno dell’unione monetaria europea per così tanto tempo – non aiutato da un codice del lavoro di ben 3.648 pagine – che ora si trova intrappolato nella stagnazione con un tasso di cambio sbagliato. Granville ha avvertito che il paese sta scivolando lentamente verso la “catastrofe” economica.
Uno studio condotto dal Nobel per l’economia Gary Becker ha rilevato che “la paura creata dal terrorismo ha effetti enormi e duraturi sul comportamento umano”, spesso in modo del tutto sproporzionato rispetto al rischio effettivo. Questo rende estremamente difficile prevedere quali saranno gli effetti economici.
Il turismo in Israele è crollato di due terzi durante i diciotto mesi della Intifada di Al-Aqsa, e i viaggi aerei negli Stati Uniti sono diminuiti del 15pc nell’anno successivo all’attentato delle Torri Gemelle del 2001. Ma il documento conclude che in ultima analisi le persone sono razionali e imparano a controllare la loro paura. La vita continua normalmente.

http://vocidallestero.it/2015/11/18/telegraph-nella-sua-corsa-al-riarmo-la-francia-calpesta-le-regole-di-bilancio-ue/

martedì 17 novembre 2015

I GUANTI DI PUTIN. - RUDY PANKO



Putin si leva i guanti e parla di relazioni finanziarie tra paesi del G20 e ISIS
Al summit del G20 summit, Putin denuncia gli stati membri di sostenere il terrorismo.

Come a volte succede al cinema, durante il summit  G20  di  Antalya, Putin, il Presidente russo, ha portato le prove che gli stati del G20 forniscono appoggi finanziari all' ISIS…   Poi parlando con i giornalisti, dopo il summit, Putin ha detto:

Ho presentato esempi con dati sul finanziamento fornito alle unità dello Stato islamico da parte di persone fisiche di diversi paesi. Il finanziamento proviene da 40 paesi, come abbiamo stabilito, tra cui alcuni sono anche membri del G20.
Putin ha presentato anche delle immagini satellitari che mostrano come si svolgono le redditizie attività di contrabbando petrolifero nello Stato islamico. 
Ho dimostrato ai nostri colleghi, con chiare immagini dallo spazio, la vera dimensione del commercio illegale di petrolio e del mercato dei prodotti petroliferi. Convogli di auto, che si allungano per decine di chilometri, arrivano fin dopo l'orizzonte se si osservano da un'altezza di quattro-cinque mila metri. 
È interessante notare che, subito dopo il vertice, gli Stati Uniti  hanno annunciato che i loro aerei avevano iniziato a bombardare i convogli dell'ISIS ed i camion usati per "contrabbandare il petrolio greggio che si produce in Siria".

Che strana coincidenza. E 'come se gli Stati Uniti avessero già saputo esattamente dove passavano quei convogli, ma che non si sentissero ancora obbligati a distruggerli fino a quel momento. Il mondo è pieno di misteri!
Ma la vera storia è che Putin in realtà si è alzato in piedi di fronte alle grandi potenze economiche del mondo e ha detto, guardandole in faccia, che la Russia sa esattamente che cosa stanno facendo.
Con rispetto.

Fonte: http://russia-insider.com/
Link:  http://russia-insider.com/en/politics/putin-exposes-g20s-financial-ties-isis-during-antalya-summit/ri11199 

autore della traduzione Bosque Primario.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15848

Otto per mille alla Chiesa Cattolica, effetto Bergoglio: quest’anno 23 milioni di euro in più.

orto per mille mangosi mini

L’effetto Bergoglio si fa sentire anche sulle casse, già pienissime, della Chiesa Cattolica: quest’anno hanno incassato 23 milioni di euro in più. Questo non impedisce loro di “evadere” l’Imu (e altre tasse) e di continuare a fare affari (sporchi) con lo Ior.  

Ventitré milioni di euro in più alla Chiesa cattolica di introiti derivanti dall’otto per mille. Che quest’anno, in totale, ammonta a oltre 1 miliardo di euro, come riferito dal Presidente dei Vescovi Angelo Bagnasco nella conferenza conclusiva dell’assemblea generale della Cei.
Questa incredibile mole di donazioni, però, non impedisce alla Chiesa di Bergoglio di “evadere” l’Imu (e altre tasse) e di continuare gli affari (sporchi?) tramite la Banca Vaticana.
Quello che stupisce è la ripartizione delle donazioni derivanti dall’otto per mille: la percentuale più importante è quella per il sostentamento del clero, 377 milioni di euro, che confrontati agli 85 in favore dei Paesi in via di sviluppo sono francamente eccessivi.
Davvero il clero ha tutte queste esigenze da sostenere?
Per il resto 433 milioni di euro sono stati assegnati alle esigenze di culto e pastorale, 245 milioni agli interventi caritativi, di cui 130 milioni assegnati alle diocesi, 85 a favore dei Paesi in via di sviluppo e 30 alle esigenze di rilievo nazionale. 

Considerazioni sui fatti accaduti.