mercoledì 2 dicembre 2015

Vatileaks 2, Paolo Berlusconi indagato a Roma.

Vatileaks, “da Francesca Chaouqui ricatto alla famiglia Berlusconi”

L'accusa, per i magistrati di Terni, è concussione. Ma i colleghi della capitale stanno prendendo in considerazione altre ipotesi di reato. Polemiche Pd sulla presenza della Chaouqui a "Ballarò"

ROMA - Paolo Berlusconi, è indagato dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta che coinvolge la pr Francesca Immacolata Chaouqui e il marito Corrado Lanino. Berlusconi è indagato per concussione: la sua iscrizione è un atto dovuto in base alle carte giunte dalla Procura di Terni sulla compravendita del castello di San Girolamo a Narni. I magistrati della Procura di Roma, tuttavia, non sono del tutto convinti di quanto sostenuto dalla collega di Terni e per questo hanno preso in considerazione altre ipotesi di reato, come quella del millantato credito, in cui Paolo Berlusconi figurerebbe come vittima della minaccia.

Tutto è legato a quelle numerose conversazioni telefoniche (intercettate) della Chaouqui con l'editore, oltre che con esponenti della politica, dell'imprenditoria e della curia, e i pm di Roma. I pm le stanno leggendo e ascoltando per capire se possano configurarsi i reati di estorsione o minaccia. Non è escluso, poi, che i diretti protagonisti della vicenda possano essere convocati. Quanto a Silvio Berlusconi, non ci sono accertamenti a suo carico a piazzale Clodio.

LA VERSIONE DELLA CHAOUQUI SU FACEBOOK

Già nelle scorse settimane era emersa la notizia di telefonate tra Chaouqui e Paolo Berlusconi, in cui la pr si lamentava degli articoli di Fabio Marchese Ragona, il vaticanista del giornale di famiglia. Arrivò a chiedere di non farlo più scrivere e in effetti il giornalista per un periodo non si occupò più di vicende vaticane. La consulente vaticana avrebbe minacciato il fratello dell'ex Cavaliere di far uscire notizie riservate su alcuni conti dello Ior. Del legame con Paolo Berlusconi ha parlato anche monsignor Balda nel memoriale consegnato al suo avvocato. 

Proprio il memoriale consegnato da monsignor Balda ha spostato l'attenzione su due nuovi cardinali vittime, secondo il prelato dell'Opus Dei, della stessa Chaouqui, "una donna che entrambi hanno frequentato troppo". Balda sostiene di aver vissuto quotidianamente con la paura del "ricatto d'amore" dopo la notte trascorsa insieme alla Chaouqui a Firenze il 28 dicembre 2014. La pr, dal canto suo, ha parlato della presunta omosessualità di Balda, negando tutte le accuse a lei rivolte dal monsignore. Che però insiste: "A me piacciono le donne e di Francesca mi ero innamorato. Oggi me ne pento profondamente".

Intanto proprio l'annunciata presenza della Chaouqui a Ballarò ha acceso una aspra polemica tra il Pd e la trasmissione condotta da Massimo Giannini. Nella puntata di stasera è infatti prevista una intervista alla pr: "E' opportuno che la lobbista Francesca Chaouqui, coinvolta in indagini non soltanto in Vaticano ma anche della procura di Roma, venga intervistata in diretta e senza controparte, in prima serata in una rete del servizio pubblico come Raitre, nel pieno delle indagini, tuttora in corso? Quale è l'idea editoriale dietro ad un'operazione del genere della trasmissione ballarò?", ha domandato in una dchiarazione la responsabile cultura della segreteria Pd Lorenza Bonaccorsi, parlamentare della Commissione di Vigilanza Rai.

"Sarebbe poco comprensibile se il servizio pubblico corresse il rischio di divenire la tribuna per veleni e accuse in diretta tv, che non avrebbero nulla a che fare con l'informazione", ha concluso la Bonaccorsi.


http://www.repubblica.it/vaticano/2015/12/01/news/vatileaks_2_indagato_paolo_berlusconi-128559134/




Vatileaks 2: «Così Francesca Chaouqui ricattava i Berlusconi» - Fiorenza Sarzanini

Francesca Chaouqui con il marito Corrado Lanino (Fotogramma)

L’ex funzionaria del Vaticano è indagata con il marito per induzione alla concussione. Le accuse dei pm: minacciava di far accogliere le richieste di rogatoria nei confronti dell’ex premier.

Avrebbe utilizzato ogni mezzo, qualsiasi notizia appresa in Vaticano per minacciare e ricattare le persone. E per rendere ancora più efficaci gli avvertimenti, Francesca Chaouqui avrebbe fatto valere proprio il ruolo di componente della Cosea, la Commissione della Santa Sede per gli affari economici, affidatole direttamente da papa Francesco. Lo fece anche con i fratelli Paolo e Silvio Berlusconi, parlando direttamente con l’editore de Il Giornale . Lo avvisò che avrebbe fatto in modo di far accogliere le richieste di rogatoria presentate dalla magistratura nei confronti dell’ex Cavaliere e reso noto il contenuto delle istanze, se non fossero stati esauditi i suoi desideri. Per questo è adesso indagata insieme con il marito Corrado Lanino per induzione alla concussione e intrusione informatica dalla procura di Roma. 

I computer spiati.

L’indagine sui «corvi» del Vaticano si arricchisce di nuovi e inquietanti capitoli. Nel fascicolo trasmesso dai pubblici ministeri di Terni ai colleghi della capitale ci sono infatti numerosi episodi e una lunga lista di indagati che comprende, tra gli altri, Mario Benotti, funzionario di palazzo Chigi (che ha rinunciato all’incarico di capo della segreteria del sottosegretario Sandro Gozi) accusato di intrusione informatica ed estorsione proprio per avere sollecitato la coppia a ottenere informazioni sull’ex marito della sua convivente effettuando accessi abusivi nei suoi computer. Tutti protagonisti di un vorticoso giro di ricatti che sarebbe stato messo in moto proprio dalla Chaouqui nel 2013, poco dopo essere riuscita a ottenere quel posto di massimo rilievo e visibilità. 
Le verifiche affidate alla squadra mobile e al Nucleo valutario della Guardia di Finanza riguardavano il dissesto della Curia ternana e il ruolo dell’allora vescovo monsignor Vincenzo Paglia e dei suoi collaboratori. Ascoltando le loro conversazioni emerge la figura di Chaouqui che si propose al prelato sostenendo di poter trovare i soldi per sanare i bilanci anche grazie ai rapporti mantenuti con i suoi vecchi datori di lavoro della Ernst & Young. Gli inquirenti ritengono necessario approfondire il suo ruolo e ordinano di mettere sotto controllo anche le sue utenze. Si scopre così che ha contatti di altissimo livello. Parla con politici, imprenditori, prelati. Mostra di poter influire su numerose istituzioni. Ma gli accertamenti affidati agli specialisti di polizia e fiamme gialle svelano la sua trama. 


Vatileaks: al via processo, Chaouqui in aula

«No al vaticanista»

La donna dialoga spesso al telefono con Paolo Berlusconi, si lamenta per alcuni articoli, arriva a chiedere che Fabio Marchese Ragona, il vaticanista del quotidiano di famiglia, non scriva più. Chiede di parlare anche con il direttore Alessandro Sallusti, cerca di convincerli. E quando capisce che forse non riuscirà a ottenere il risultato, passa alle maniere forti. Comincia a parlare di istanze di rogatorie giunte in Vaticano che riguardano gli affari di Silvio Berlusconi. Assicura di avere il potere per concedere l’assistenza giudiziaria ai magistrati. Poi va oltre, minaccia di rendere noto il contenuto dei documenti. Il pubblico ministero Elisabetta Massini le contesta il reato di estorsione. Ma qualche settimana fa, quando decide di trasmettere il fascicolo a Roma per competenza, cambia l’ipotesi accusatoria in induzione alla concussione. Ritiene infatti che nel suo ruolo di componente della Cosea, Chaouqui abbia veste di pubblico ufficiale. E dunque iscrive nel registro degli indagati anche Paolo Berlusconi, perché non avrebbe denunciato il ricatto. 


Francesca Immacolata Chaouqui e il marito Corrado Lanino: la loro vita tra sorrisi e vacanze

In realtà è un’impostazione che i pm romani sembrano non condividere, visto che i funzionari della Santa Sede non possono essere equiparati tutti ai diplomatici. E soprattutto ritenendo la famiglia Berlusconi vittima della minaccia. L’esame del fascicolo è tuttora in corso visto che contiene decine e decine di intercettazioni. Alla fine saranno interrogati tutti i protagonisti, compresa la Chaouqui, che ieri ha fatto sapere di volersi presentare, e suo marito. Poi è possibile che si proceda con la richiesta di rinvio a giudizio. Ennesimo capitolo di una vicenda che imbarazza le gerarchie vaticane proprio per aver affidato alla donna un incarico tanto delicato e strategico.

martedì 1 dicembre 2015

Cos'è l'angioplastica con palloncino e stent?




L'impianto di stent viene utilizzato per il trattamento delle coronaropatie da oltre dieci anni; l'inserimento di tale dispositivo per garantire la pervietà delle arterie coronarie e consentire il normale flusso sanguigno in seguito a un'angioplastica rappresenta oggi una pratica comune.
L'impianto di stent è una procedura minimamente invasiva durante la quale uno stent e un palloncino vengono utilizzati in combinazione per comprimere i depositi a placca presenti all'interno dell'arteria coronaria e risolvere o alleviare così un problema cardiaco.
Uno stent coronarico è un tubicino espandibile con una struttura a rete metallica, in lega di cobalto o in acciaio di grado medicale. Gli stent possono essere di ausilio per ridurre l'ostruzione ricorrente o il restringimento del vaso in seguito a una procedura di angioplastica. Una volta impiantato, lo stent rimarrà permanentemente in sede.

La procedura di impianto di stent.


Come in una qualsiasi angioplastica, lo stent è montato su un palloncino che viene espanso all'interno dell'arteria coronaria per comprimere la placca e ripristinare il flusso sanguigno. Dopo avere compresso la placca contro la parete del vaso, lo stent viene portato alla massima espansione all'interno dell'arteria, dove si comporterà come un'"impalcatura" in miniatura. Il palloncino viene quindi sgonfiato e rimosso, lasciando però lo stent in sede affinché il vaso rimanga pervio.Per alcuni pazienti può essere necessario posizionare più di uno stent in funzione della lunghezza del tratto interessato dall'ostruzione.
L'impianto di stent presenta un vantaggio rispetto alla sola angioplastica, in quanto gli stent forniscono un supporto strutturale permanente che riduce le eventualità di un rirestringimento dell'arteria coronaria (fenomeno noto anche come restenosi), pur non potendo impedire del tutto il suo verificarsi.

Stent a rilascio di farmaco

Oltre a fornire supporto strutturale all'arteria coronaria, alcuni stent possiedono un rivestimento medicato che aiuta a prevenire la restenosi del vaso.
Sia gli stent in metallo nudo sia quelli a rilascio di farmaco si dimostrano efficaci nel ripristinare la pervietà delle arterie coronarie.
In alcuni rari casi, l'utilizzo di stent può dare luogo alla cosiddetta trombosi da stent, termine con il quale si definisce la formazione di un coagulo di sangue in seguito all'impianto di stent. In una piccola percentuale di pazienti con stent, la viscosità del sangue può aumentare favorendo l'aggregazione di cellule ematiche e la conseguente formazione di minute masse, o coaguli. Tali coaguli possono bloccare il flusso del sangue all'interno dell'arteria e causare un infarto cardiaco o addirittura la morte. La trombosi da stent può verificarsi sia nei pazienti con stent in metallo nudo sia in quelli con stent a rilascio di farmaco.
Per evitare spiacevoli complicanze è fondamentale seguire le raccomandazioni del cardiologo e assumere i farmaci anticoagulanti prescritti, o la doppia terapia antipiastrinica (acido acetilsalicilico con clopidogrel o ticlopidina). Altrettanto importante è non sospendere l'assunzione dei farmaci di propria iniziativa.
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Ismett centro d’eccellenza siciliano. Premiato dal programma ‘Esiti’.

ismett


Risultato di eccellenza per ISMETT anche nell’edizione 2015 del Programma Nazionale Esiti (PNE), realizzato da Agenas fin dal 2010 per conto del Ministero della Salute. Il centro palermitano è ai vertici delle valutazioni fatte dall’Agenzia Nazionale per quanto riguarda l’indicatore che valuta la mortalità a 30 giorni per le procedure chirurgiche (cardiochirurgia, chirurgia addominale e chirurgia toracica).
L’ISMETT, infatti, si colloca ben al di sotto della media nazionale al primo posto fra le strutture che fanno parte del Servizio Sanitario Regionale Siciliano e fra le prime strutture in Italia. In particolar modo, ISMETT registra mortalità a 30 giorni dello 0% dopo un intervento di chirurgia per tumore al polmone, fegato e colon. Le medie nazionali sono rispettivamente di 1,3%; 2,65% e 4,07%. Nel caso di sostituzione di valvole cardiache, invece, la mortalità a 30 giorni in ISMETT è dello 0,93% contro una media nazionale del 2,84%.
“I risultati del nostro lavoro si confermano tra i migliori a livello nazionale ed internazionale e sono il prodotto dell’intensa collaborazione tra tutti i professionisti dell’istituto: medici, infermieri, tecnici e amministrativi – sottolinea Bruno Gridelli, Direttore di ISMETT – Le conoscenze e competenze che possiamo mettere a disposizione dei nostri pazienti si mantengono sempre ai livelli più alti grazie all’integrazione con UPMC. Il collegamento tra noi e i colleghi di Pittsburgh è un potente strumento di miglioramento continuo della qualità e efficienza del lavoro di ISMETT. Ci auguriamo che anche questi dati di Agenas vengano presi adeguatamente in considerazione in questa face di crescita dell’Istituto.”
ll Programma Nazionale Esiti esprime valutazioni comparative di efficacia, sicurezza, efficienza e qualità delle cure fornite dal servizio sanitario, utilizzando 146 indicatori (per questa edizione il numero di indicatori è salito, l’anno scorso erano 129), la fonte dei dati è rappresentata dai flussi informativi nazionali (Schede di dimissione ospedaliera – SDO aggiornate al 2014).

domenica 29 novembre 2015

Stella come il Sole divorata da un buco nero. - Enzo Vitale




Il fenomeno era già conosciuto, ma questa volta, la distruzione di una stella «divorata» da un buco nero, è stata anche osservata. E' accaduto che alcuni giorni fa un gruppo di ricercatori guidati dall'astrofisico Sjoert van Velzen della Johns Hopkins University, ha registrato con gli strumenti, il momento nel quale una piccola stella, più o meno delle dimensioni del nostro Sole, viene letteralmente divorata da un buco nero.

Il «mostro» in questione si trova al centro di una galassia situata a circa 300 milioni di anni luce da noi. L'evento ha poi dato origine alla formazione di un getto di materia che si è spostato a velocità prossima a quella della luce.
I risultati sono già stati riportati sulla rivista Science.

«Le nostre osservazioni hanno permesso di seguire la traiettoria della stella mentre si è spostata dalla sua orbita e che poi è stata catturata dalla gravità del buco nero supermassiccio», ha spiegato proprio van Velzen, aggiungendo che «Questi eventi sono estremamente rari».
«E’ la prima volta che assistiamo alle fasi principali che abbiamo potuto monitorare nel corso di diversi mesi, cioè dalla distruzione della stella alla formazione del getto relativistico».


http://www.ilmessaggero.it/tecnologia/scienza/spazio_stella_divorata_buco_nero-1389681.html

Si inclina un pilone anche sulla Palermo-Sciacca, interrotta la strada.

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Cedimento su un viadotto tra San Cipirello e San Giuseppe Jato, la Statale è stata chiusa dal chilometro 23 al 28.

I tecnici dell'Anas stanno verificando cosa sia successo. Le ipotesi sono che ci sia stato un cedimento strutturale della Statale nella zona del viadotto Traversa 2 o, come successo per il viadotto Himera sull'autostrada Palermo-Catania, che una frana abbia provocato l'inclinazione del pilone. Sono in corso verifiche strutturali per comprendere quanto grave sia il cedimento e se, come è successo nel viadotto Himera, vi siano altre parti del viadotto a rischio. Già a ottobre i carabinieri avevano segnalato un pericolo riguardante il pilone del viadotto Traversa 2: i tecnici dell'Anas nel corso di un sopralluogo avevano dichiarato che il tratto di strada era sicuro. Adesso, le piogge di questi giorni, come accertato nel corso di un sopralluogo dei carabinieri, hanno fatto sprofondare il terreno attorno al pilone, che si è inclinato. Si sono anche allargati i giunti di dilatazione; da qui la decisione di chiudere la strada.

Il viadotto Himera sulla Palermo-Catania è stato colpito dalla frana nello scorso aprile. I lavori di demolizione della campata sono in corso ma per la riapertura i tempi saranno ancora lunghi: il ponte a piloni verrà sostituito da una struttura in acciaio a campata unica. Nel frattempo sulla Palermo-Catania sono state aperte due strade di collegamento che aggirano il viadotto chiuso: una trazzera finanziata dai grillini dell'Ars, e una bretella realizzata dall'Anas.


http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/11/29/news/si_inclina_un_pilone_anche_sulla_palermo-sciacca_chiusa_la_strada-128410701/

Nefertiti, spazi segreti nella tomba di Tutankhamon.

 © AP


Ministro Antichità Egitto, "ne siamo certi al 90%".


"Le ricerche effettuate con l'uso di georadar nella tomba di Tutankhamon hanno dimostrato che dietro i muri nord e ovest si celano scoperte archeologiche, ne siamo sicuri al 90%". Lo ha detto, stando alla Mena, il ministro delle Antichità egiziano Mahmoud el Damantii a Luxor.
    L'egittologo britannico Nicholas Reeves ha aggiunto che svolgerà indagini per stabilire se la tomba di Tutankhamon contenga passaggi per una camera nascosta, tra cui forse la tomba della regina Nefertiti.


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sabato 28 novembre 2015

Fondazioni non bancarie, 6.220 enti che muovono 41 miliardi. In concorrenza con le associazioni di volontariato. - Ida Cappiello



La maggior parte sono piccole realtà territoriali che non fanno filantropia, cioè non finanziano progetti sociali, ma li gestiscono direttamente.

Tra le 2.700 fondazioni iscritte al cinque per mille 2015 c’è la Sa Sartiglia onlus di Oristano, costituita dal Comune sardo e da alcune associazioni di imprenditori locali, che ha per finalità l’organizzazione della Sartigliamanifestazione equestre molto amata dai cittadini che si svolge in città l’ultimo martedì di carnevale. Presieduta dal sindaco, l’ente ha un patrimonio di circa mezzo milione di euro e uno staff di dieci persone tra dipendenti e collaboratori a progetto. Ed è un esempio di che cosa sono le fondazioni italiane, la maggior parte almeno: piccole realtà territoriali che non fanno filantropia, cioè non finanziano progetti sociali, ma li gestiscono direttamente, “in concorrenza” con le associazioni di volontariatoLe grandi istituzioni filantropiche, tra cui quelle di origine bancaria, sono invece un’esigua minoranza.
Vediamo il settore dati alla mano. L’ultimo censimento disponibile, del 2011, fotografa le fondazioni come un settore in forte crescita: sono 6.220, circa il 2% di tutte le organizzazioni non profit. Nell’ultima rilevazione Istat del 2005 erano meno della metà. Quanti soldi muovono? Difficile stabilirlo in modo preciso. L’associazione di Bruxelles European Foundation Centre (Efc) ha stimato in 90 miliardi di euro il patrimonio totale delle fondazioni italiane, 49 miliardi dei quali fanno capo alle 88 ex bancarie. Dunque una patrimonializzazione piuttosto bassa, confermata da un’elaborazione dell’Istat per ilfattoquotidiano.it, secondo la quale il 70% delle fondazioni ha un patrimonio inferiore ai 500mila euro e solo il 5% supera i 5 milioni di euro.
tabella fondazioni non bancarie cappiello
Fonte: nono Censimento industria e servizi, Censimento delle istituzioni no profit profit.













Questa sottocapitalizzazione si spiega con il fatto che il 70% delle fondazioni italiane non sono erogative, cioè non finanziano progetti sociali, ma sono operative, svolgono quindi direttamente attività sociale, al pari delle associazioni di volontariato. “Moltissime fondazioni nate negli ultimi anni nascono dalla volontà di imprese o di famiglie abbienti di dar vita a un proprio progetto di cambiamento sociale donando parte della propria ricchezza”, spiega Carola Carazzone, segretario generale di Assifero, l’associazione nazionale degli enti di erogazione. “Questi soggetti vogliono essere coinvolti direttamente e non limitarsi a finanziare altri soggetti – aggiunge -. L’erogazione di contributi è fatta da altre realtà: solo il 13% degli enti filantropici sono fondazioni, il resto sono associazioni o comitati”.
Tornando ai dati Istat, uno sguardo ai campi di attività delle fondazioni riserva altre sorprese, nel senso che i settori più importanti sono l’istruzione e ricerca, con il 27% degli enti, e la culturasport e ricreazione con il 24%, mentre l’assistenza sociale ha solo il 19%. Moltissime scuole private, ad esempio, sono fondazioni. Centri di ricerca, museiteatri ed enti lirici sono diventati fondazioni per consentire l’ingresso di privati nella compagine sociale. Ma sono numerosi anche i circoli sportivi o ricreativi locali ad avere questa forma giuridica, spesso acquisita dopo alcuni anni di attività. Resta da capire il motivo di questa scelta, sicuramente molto più onerosa rispetto alla classica associazione di volontariato o di promozione sociale: creare una fondazione ha un costo considerevole, diverse decine di migliaia di euro, per avere un ordine di grandezza. E si tratta di un ente con personalità giuridica che richiede una struttura ben più complessa dell’associazione. Fatto sta che però le fondazioni non bancarie rappresentano oggi una parte minoritaria del terzo settore e la maggior parte sono troppo piccole per innescare cambiamenti sociali.