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mercoledì 11 settembre 2024

Hubble cattura un'immagine unica e mozzafiato della Galassia di Andromeda. - Gianluca Cobucci

 

Il telescopio spaziale Hubble ha regalato al mondo un'immagine straordinaria della Galassia di Andromeda, la nostra vicina cosmica distante 2,5 milioni di anni luce. L'immagine, rilasciata il 30 agosto, svela dettagli stellari mozzafiato dei bracci a spirale e delle regioni di formazione stellare di questa maestosa galassia.

Grazie all'impiego di strumenti all'avanguardia come l'Advanced Survey Camera e la Wide Field Camera, i ricercatori hanno potuto penetrare le dense nubi di gas e polveri che avvolgono Andromeda, rivelando un tripudio di colori e strutture che testimoniano la presenza di vivai stellari e supernove.

Le tonalità rosa e rosse che dominano l'immagine sono il risultato dell'eccitazione dell'idrogeno circostante, innescata dall'energia dirompente di questi fenomeni cosmici.

Lo studio condotto dai ricercatori ha abbracciato un ampio spettro di stelle, fornendo preziose informazioni sulla storia e sulla diversità stellare di Andromeda, nonché sui meccanismi che governano la formazione delle stelle e la loro evoluzione.

Questa ricerca consentirà agli scienziati di comprendere meglio anche le stelle che popolano le galassie più remote dell'Universo, gettando luce sui processi che plasmano la nascita e lo sviluppo delle galassie stesse.

Ma l'immagine catturata da Hubble non è solo un trionfo della scienza e della tecnologia. È anche un invito a riflettere sul destino ultimo della nostra galassia e di Andromeda. Secondo le attuali teorie, le due galassie sono destinate a fondersi tra relativamente poco tempo, in un abbraccio cosmico che ridisegnerà radicalmente la loro struttura.

giovedì 11 luglio 2024

MATERIA OSCURA ATTORNO A GIOVE? - Elisabetta Bonora

SCHEMA DELLA PRODUZIONE DI H3+ SU GIOVE. L’EMISSIONE AURORALE DI H3+ VICINO AI POLI MAGNETICI È ORIGINATA DALLA PRECIPITAZIONE DI ELETTRONI E GLI UV ESTREMI PROVENIENTI DAL SOLE IRRADIANO IL LATO DIURNO E DOMINANO LA PRODUZIONE DI H3+ VICINO ALL’EQUATORE. MA È PREVISTO ALCUN H3+ SIGNIFICATIVO ALLE BASSE LATITUDINI SUL LATO NOTTURNO. CREDITI: LETTERE DI REVISIONE FISICA (2024). DOI: 10.1103/PHYSREVLETT.132.26100

Nel loro studio, pubblicato su Physical Review LettersCarlos Blanco e Rebecca Leane hanno analizzato le misurazioni notturne sulla regione equatoriale di Giove, per ridurre al minimo le influenze aurorali.

La materia oscura è un'ipotetica componente di materia che, diversamente dalla materia ordinaria, non emetterebbe radiazione elettromagnetica ma sarebbe rilevabile attraverso i suoi effetti gravitazionali. È stata proposta negli anni '30 del secolo scorso e ancora elude gli scienziati i quali, però, ritengono che costituisca circa il 70-80% di tutta la materia nell’universo. È stata introdotta per giustificare diverse osservazioni astrofisiche, in particolare delle stime della massa delle galassie o degli ammassi di galassie e delle proprietà delle fluttuazioni nel fondo cosmologico.

I ricercatori ipotizzano che potrebbe essere rilevata indirettamente identificando il calore o la luce emessa quando le particelle di materia oscura si scontrano e si distruggono a vicenda. E la natura della luce nell’atmosfera esterna sul lato notturno di Giove potrebbe essere proprio questo genere di prova.

Il team suggerisce che le particelle di materia oscura vengano attratte verso il pianeta dalla sua forte gravità e si scontrino con la ionosfera, producendo, talvolta, fotoni.

Per confermare la propria teoria, il team ha analizzato i dati del Visual and Infrared Mapping Spectrometer a bordo della sonda Cassini, che sorvolò il pianeta nel dicembre 2000, prima di iniziare la sua storica missione nel sistema di Saturno. Particolare attenzione è stata rivolta alle tre ore di osservazioni sul lato notturno di Giove, sulla sua regione equatoriale. Gli scienziati cercavano prove di una maggior produzione di  H3+, un catione idrogenonio che, secondo le teorie, sarebbe prodotto dalle collisioni di materia oscura e non dovrebbe essere presente al buio alle basse latitudini.

In effetti, l' H3+ è stato trovato ma ancora non è chiaro se tale quantità è effettivamente superiore a quella che potrebbe essere prodotta in altre circostanze.

https://aliveuniverse.today/flash-news/spazio-astronomia/8883-materia-oscura-attorno-a-giove/

domenica 2 giugno 2024

Nei buchi neri il tempo non esiste: la rivoluzionaria scoperta italiana.

 

I buchi neri non divorano la materia, la fanno ruotare all’esterno in un vortice di frammenti. Questa è la nuova immagine dei buchi neri che rivoluziona radicalmente la nostra comprensione di questi enigmatici oggetti cosmici.

Nonostante l’intensa attrazione gravitazionale che esercitano, la materia non riesce a entrare nei buchi neri perché, al loro interno, il concetto di tempo come lo conosciamo non esiste. “L’idea da tenere presente è che, entrando in un buco nero, il tempo diventa immaginario”, spiega Salvatore Capozziello, fisico del dipartimento di Fisica “E. Pancini” dell’Università Federico II di Napoli. Capozziello, insieme a Silvia De Bianchi dell’Università Statale di Milano e Emmanuele Battista dello stesso dipartimento di Fisica di Napoli, ha pubblicato una ricerca sulla rivista Physical Review D che sfida le attuali teorie sui buchi neri.

Il problema della singolarità.

Nella teoria della Relatività generale esiste il problema delle singolarità: punti dove le equazioni della fisica perdono di significato. Buchi neri e Big Bang rappresentano situazioni estreme che sfidano la nostra comprensione del tempo e dello spazio. “È un problema che ha preoccupato i fisici per decenni, a cominciare dallo stesso Einstein”, osserva Capozziello. Secondo le teorie attuali, un osservatore esterno vedrebbe un oggetto cadere in un buco nero per un tempo infinito, mentre un osservatore che cadesse con l’oggetto lo farebbe in un tempo finito. Tuttavia, nessuno sa cosa avvenga realmente all’interno di un buco nero poiché non esistono prove sperimentali.

Cosa succede se ci si avvicina a un buco nero.

Capozziello e il suo team hanno studiato cosa succede avvicinandosi a un buco nero utilizzando coordinate fisiche per analizzare le onde gravitazionali, basandosi sulla teoria di Einstein. Hanno scoperto che la velocità di caduta si riduce a zero e la curvatura dello spazio-tempo rimane finita, rendendo impossibile entrare nel buco nero. Questo fenomeno, chiamato “atemporalità” dai ricercatori, implica che oltre l’orizzonte degli eventi il tempo diventa immaginario e il buco nero non può essere trattato come un sistema dinamico.

Una fisica senza singolarità.

Di conseguenza, la materia, pur attratta dalla gravità del buco nero, non riesce a penetrarne l’interno e si accumula intorno ad esso. Questa teoria risolve uno dei più grandi enigmi della relatività generale di Einstein, dimostrando che i buchi neri non contengono una vera singolarità e non causano un collasso dello spazio-tempo. Propone invece una “fisica senza singolarità” che potrebbe anche applicarsi alla meccanica quantistica.

L’orizzonte degli eventi.

L’orizzonte degli eventi assume quindi una nuova definizione: diventa il limite oltre il quale il tempo diventa immaginario. Un osservatore può raggiungerlo, ma non attraversarlo. La famosa immagine del buco nero ottenuta nel 2019 dalla collaborazione Event Horizon Telescope rappresenterebbe, secondo questa teoria, le particelle che non riescono a entrare nel buco nero. Questo indica che i buchi neri non sarebbero divoratori di materia, come spesso rappresentati, ma oggetti che accumulano materia.

https://www.passioneastronomia.it/nei-buchi-neri-il-tempo-non-esiste-la-rivoluzionaria-scoperta-italiana/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR2rkGmcHlkU_glLOlW6CRgcuQKd158Ihb4LbO5gd0Gu-uC58W-3IwDIExQ_aem_AWc-ulenfCarlPlME9mrhcJw4ltCTKBk-DGwmseGxF0EgnJvS_6KGiHaQAxFNS6VBuUGhtOYwtHsh9fzDb1magqM

domenica 17 marzo 2024

Spazio: ricreata in 3D l’esplosione di Eta Carinae, l’evento che stupì gli astronomi. - Angelo Petrone


Gli astronomi ritengono che Eta Carinae, che forse aveva più di 150 masse solari prima di esplodere, sia destinata a esplodere come una supernova.

Nel 1840, gli astronomi di tutto il mondo avvistarono quella che chiamarono la ”Grande Eruzione”, un’esplosione nel sistema binario Eta Carinae, una evento che rese la stella, per un breve periodo, la più brillante del cielo. Durante questo evento, avvenuto a 7.500 anni luce dalla Terra, si formò la nebulosa Omuncolo, che ancora oggi continua a crescere, più di un secolo e mezzo dopo. Ora, gli scienziati del team del telescopio spaziale Hubble sono riusciti a rappresentare la nebulosa e la stella al suo interno in un modello, la cui visualizzazione tridimensionale è stata pubblicata martedì. Gli astronomi indicano come Eta Carinae presenti un aspetto differente in diversi spettri con luce visibile e ultravioletta non molto brillante, probabilmente perché la materia della nebulosa, che costituisce il 10% della stella, cattura i suoi fotoni. Allo stesso tempo, però, nell’infrarosso è l’oggetto più luminoso del cielo e si vede anche nei raggi X. “L’immagine a infrarossi del telescopio Spitzer ci consente di scrutare attraverso la polvere che oscura la nostra visuale nella luce visibile per rivelare i dettagli intricati e l’estensione della nebulosa Carina attorno a questa stella luminosa“, ha affermato il leader del team Robert Hurt in una dichiarazione.

Il modello tridimensionale, creato combinando diversi tipi di osservazioni, rendendo i dati di Eta Carinae e utilizzarli nella stampa 3D e nei programmi di realtà aumentata. Eta Carinae, la cui massa prima di esplodere sarebbe oltre 150 volte quella del Sole, è la stella più massiccia della Via Lattea. Sebbene le circostanze esatte della sua esplosione rimangano un mistero, gli astronomi pensano di essere abbastanza certi di come si concluderà il suo spettacolo di luci cosmiche. Quindi, secondo gli scienziati, lo spettacolo pirotecnico di Eta Carinae è destinato a finire quando esploderà come una supernova, quando la sua luminosità supererà di gran lunga anche la sua ultima potente esplosione. Lo ”tsunami di luce”, spiegano gli esperti, assisteremo ad un’esplosione accecante, ma che impiegherebbe 7.500 anni per raggiungere la Terra.

https://www.scienzenotizie.it/2024/03/16/spazio-ricreata-in-3d-lesplosione-di-eta-carinae-levento-che-stupi-gli-astronomi-0251826

sabato 16 marzo 2024

Il nostro universo sta inghiottendo piccoli universi paralleli mentre si espande, suggeriscono gli scienziati.

 

Nella comunità scientifica c’è consenso sul fatto che l’universo è in continua espansione. Tuttavia, le ragioni esatte alla base di questo fenomeno rimangono un mistero. Una teoria ampiamente accettata tra gli scienziati è che questa espansione sia guidata dall’energia oscura, una forza che, nonostante non sia direttamente osservabile, si deduce dalla sua influenza su altre entità cosmiche.

Uno studio pubblicato nel dicembre 2023 sul Journal of Cosmology and Astroparticle Physics, condotto da un team dell’Università di Copenaghen e del Tokyo Institute of Technology, ha presentato un’interessante teoria alternativa. I ricercatori suggeriscono che l’universo potrebbe assorbire universi paralleli più piccoli, il che comporterebbe una continua espansione.

Jan Ambjørn, fisico del Niels Bohr Institute dell’Università di Copenaghen e autore principale dello studio, ha spiegato in un’intervista a LiveScience che questa nuova idea suggerisce che l’espansione accelerata dell’universo, tradizionalmente attribuita all’energia oscura, può essere migliorata inteso come l’integrazione di questi cosiddetti universi neonati. Secondo Ambjørn, questo concetto potrebbe allinearsi più strettamente ai dati osservativi rispetto al Modello Cosmologico Standard attualmente accettato.

Questa nuova prospettiva implica che l’espansione dell’universo potrebbe non dipendere dall’energia oscura, come si pensava in precedenza. Potrebbe invece essere il risultato dell’universo che ingoia altri universi, in modo simile a un’entità cosmica che consuma mondi paralleli.

Lo studio si basa principalmente su complesse teorie matematiche, ma alcune sue parti sono particolarmente interessanti. LiveScience evidenzia come potrebbe spiegare la rapida espansione che il nostro universo ha sperimentato pochi millisecondi dopo il Big Bang. La spiegazione convenzionale implica un concetto teorico noto come “inflatone”. Tuttavia, questa nuova ricerca suggerisce un’alternativa: il nostro giovane universo potrebbe essere stato assorbito da un universo più grande e più vecchio, il che spiegherebbe la sua rapida espansione.

I ricercatori suggeriscono che questa crescita immediata e rapida potrebbe essere il risultato della fusione del nostro universo con un universo “genitore” più grande. Questa teoria potrebbe eliminare la necessità dell’ipotetico campo inflatonico.

Tuttavia, i ricercatori riconoscono che il loro studio si basa su teorie matematiche senza prove concrete di osservazione o una comprensione completa dei meccanismi coinvolti in tali interazioni cosmiche. Pertanto, queste idee rimangono speculative.

Questa ricerca serve a ricordare la nostra limitata comprensione dell’universo e illustra che anche le teorie più importanti in astronomia sono ancora soggette a domande ed esplorazioni.

In sostanza, ciò che questo studio porta alla luce è un nuovo modo di vedere l’universo – non come un’entità isolata, ma come parte di un mosaico cosmico più ampio in cui le interazioni tra gli universi possono essere un fattore fondamentale. Se confermata, questa teoria potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione della cosmologia, aprendo nuove possibilità per la ricerca scientifica.

Inoltre, sfidando il paradigma consolidato dell’energia oscura, i ricercatori stanno spingendo i limiti della conoscenza umana e incoraggiando la comunità scientifica a pensare al di fuori dei modelli convenzionali. Questo approccio innovativo alla comprensione dell’universo non solo arricchisce l’attuale ricerca scientifica, ma ispira anche le future generazioni di scienziati a esplorare le innumerevoli incognite del cosmo.

In sintesi, questo studio rappresenta un progresso significativo nella cosmologia, proponendo una spiegazione alternativa per l’espansione dell’universo che potrebbe eventualmente portare a nuove scoperte e a una migliore comprensione del nostro universo e del suo posto nel cosmo. [ Futurismo ]

Fonte: hypescience.com

https://www.pianetablunews.it/2024/02/14/il-nostro-universo-sta-inghiottendo-piccoli-universi-paralleli-mentre-si-espande-suggeriscono-gli-scienziati/

lunedì 27 novembre 2023

Rilevata misteriosa particella ultra energetica proveniente dallo spazio. - Angelo Petrone

 

Su Science pubblicato uno studio su raggio cosmico “precipitato” dallo spazio sul nostro pianeta, senza che sia chiaro da dove provenga o cosa sia esattamente

Una nuova particella è stata scoperta dai ricercatori dell’Università Metropolitana di Osaka e dello Utah e sta intrigando gli scienziati. La ragione? La sola particella è un milione di volte più energetica dell’energia prodotta nei più potenti acceleratori di particelle mai realizzati. Le è stato dato il soprannome di Amaterasu, come la divinità del sole nella mitologia giapponese – e proprio come quella figura, anche la particella ha un’origine avvolta nel mistero. Toshihiro Fujii, ricercatore dell’Università Metropolitana di Osaka, ha spiegato che ancora non si sa da dove provenga la particella né quali processi ne abbiano portato la creazione. Amaterasu è stata rilevata nel 2021 dall’esperimento Telescope Array, composto da più di 500 rilevatori in un’area di 700 km², posizionati per identificare raggi cosmici ultraenergetici. La sua energia è tale che, inizialmente, il team ha rifatto i calcoli, perché pensavano che il rilevamento fosse un errore strumentale. La particella ha un’energia di 224 exa-elettronvolt (Eev), dove ogni Eev equivale a 10¹⁸ elettronvolt. In altre parole, Amaterasu ha un livello energetico paragonabile ai 320 EeV della particella chiamata Oh My God, rilevata nel 1991 nei raggi cosmici più energetici conosciuti.

I raggi cosmici provengono dagli eventi più energetici dell’universo e sono costituiti da particelle con diversi livelli di energia. Quando raggiungono l’atmosfera terrestre, si scontrano con altre particelle e formano una pioggia di nuove particelle, che possono essere rilevate da strumenti come il Telescope Array. Secondo Fujii, Amaterasu è il frutto di qualche fenomeno estremamente energetico nell’universo, ma per scoprirlo è necessario prima determinarne l’origine. “Una possibilità è che sia stato accelerato da fenomeni estremamente energetici, come un lampo di raggi gamma o un getto proveniente da un buco nero supermassiccio che si è diretto al centro di un nucleo galattico attivo“, ha suggerito. Il team di ricercatori ha analizzato le caratteristiche di questo raggio cosmico e ha concluso che, forse, proveniva da qualche fenomeno fisico sconosciuto alla scienza. “Nel caso della particella Oh My God e di questa nuova, si ricostruisce la traiettoria fino alla sua origine e non c’è nulla di abbastanza energetico per produrla. Questo è il mistero: cosa sta succedendo?“, ha osservato il coautore John Matthews.

https://www.scienzenotizie.it/2023/11/24/rilevata-misteriosa-particella-ultra-energetica-proveniente-dallo-spazio-1474534

mercoledì 18 ottobre 2023

VENUTO DALLO SPAZIO. - Viviana Vivarelli

 

Meteorite Fukang (4,5 miliardi di anni); il meteorite più costoso e bello del mondo:
Nel 2000, un uomo anonimo individuò una roccia dall'aspetto strano che spuntava dalle sabbie del deserto del Gobi, vicino a Fukang in Cina. Rimase incuriosito dalla sua composizione e alla fine ne staccò un pezzo per farlo esaminare. Scoprì che si trattava di un meteorite di pallasite, e tornò indietro per rimuoverlo, cosa che non dovette essere così semplice visto che la pietra pesava 1.003 Kg. Lo vendette poi a un commerciante di gemme, che ne staccò un blocco del peso di circa 20 chilogrammi e nel febbraio 2005 lo portò al Tucson Gem and Mineral Show. Ora è il meteorite più famoso e costoso conosciuto dall'uomo.
Di tutte le rarità sulla Terra, le più accattivanti e uniche sono senza dubbio le pallasiti, pietre preziose extraterrestri costituite da cristalli di olivina giallo-verde in una matrice di ferro-nichel incisa. In altre parole, un favo argenteo di nichel-ferro contenente cristalli traslucidi e dorati di olivina, che nella sua qualità di gemma è chiamato peridoto. Tagliato a fetta sottile, il composto ricorda una vetrata colorata o il cielo notturno nel deserto del Gobi.
Questi pallasiti sono estremamente rari, costituendo meno dell’1% di tutti i campioni di meteoriti recuperati finora, e anche molto antichi, probabilmente creati durante la formazione del sistema solare circa 4,5 miliardi di anni fa.
Per questo motivo, una volta che la scoperta divenne pubblica, tutti ne vollero un pezzo. Da allora è stato diviso in decine di fette che vengono ancora messe all'asta in tutto il mondo, raggiungendo prezzi straordinariamente alti. Ad esempio, la scheggia di mezzaluna presentata in questo post, che misura appena 87x46 cm, è stata venduta da Sotheby’s per 90.000 dollari.

venerdì 2 dicembre 2022

Simulato un tunnel spazio-temporale con un computer quantistico.

Un tunnel spazio-temporale studiato attraverso un esperimento quantistico (fonte: inqnet/A. Mueller - Caltech)

Esplorato il comportamento teorico di un wormhole, ossia di un tunnel nello spazio-tempo: non è stato creato fisicamente, ma ne è stata studiata la dinamica grazie a un computer quantistico che ha simulato due buchi neri per poi inviare un messaggio tra loro attraverso una 'scorciatoia' nello spazio-tempo.

Si tratta del primo esperimento di questo genere ideato per analizzare la possibilità della gravità quantistica, ossia di una teoria che unifichi la gravità e la fisica quantistica, due descrizioni fondamentali e ben studiate della natura che sembrano intrinsecamente incompatibili tra loro. Lo studio è pubblicato su Nature da Università di Harvard, Massachusetts Institute of Technology (Mit), California Institute of Technology (Caltech), Google Quantum AI e Fermilab.

I wormhole sono ponti tra due regioni remote nello spazio-tempo.

Non sono mai stati osservati sperimentalmente, ma gli scienziati teorizzano la loro esistenza da quasi un secolo. Nel 1935 sono stati descritti da Albert Einstein e Nathan Rosen come tunnel attraverso lo spazio-tempo e per questo vengono definiti come 'ponti di Einstein-Rosen', mentre il termine 'wormhole' è stato coniato dal fisico John Wheeler negli anni '50.

L'idea che i wormhole e la fisica quantistica, in particolare l'entanglement (un fenomeno per cui due particelle possono rimanere collegate a grandi distanze), possano avere una connessione è stata proposta per la prima volta da Juan Maldacena e Leonard Susskind nel 2013. Nel 2017 Jafferis, insieme ai suoi colleghi Ping Gao e Aron Wall, ha esteso il concetto ai wormhole attraversabili da un'estremità all'altra. I ricercatori hanno dimostrato che questa descrizione gravitazionale di un wormhole attraversabile è equivalente al teletrasporto quantistico, un fenomeno già dimostrato sperimentalmente con il trasporto di informazioni su lunghe distanze tramite fibra ottica e via etere.

Il nuovo esperimento non ha fatto altro che esplorare l'equivalenza dei wormhole con il teletrasporto quantistico, sondando l'idea che le informazioni che viaggiano da un punto all'altro nello spazio possano essere descritte nel linguaggio della gravità (i wormhole) o nel linguaggio della fisica quantistica (entanglement quantistico).

L'esperimento è stato condotto su una versione del computer Sycamore 2 di Google, che ha 72 qubit. Di questi, ne sono stati utilizzati solo nove per limitare la quantità di interferenze e rumore nel sistema. "Questo lavoro rappresenta un passo avanti verso un più ampio programma di test della fisica della gravità quantistica usando un computer quantistico", conclude Maria Spiropulu del Caltech.

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/fisica_matematica/2022/12/01/simulato-tunnel-spazio-temporale-con-un-computer-quantistico_8dee0514-179b-4d23-a71c-18f5c6afd4c5.html

sabato 26 febbraio 2022

L'uomo, la Terra, il Tempo e l'Universo


Esiste un Universo immenso e, a quanto pare, in costante espanzione; il solo pensiero della sua immensità crea nell'animo umano un'angoscia, l'angoscia dovuta all'impossibilità di comprenderne il concetto.

Come anche il concetto di eternità, è angosciante per svariati motivi, tra i quali l'impossibilità di comprendere il concetto di totale assenza del trascorrere del tempo; il tempo esiste quando esistono un inizio ed una fine, quando non c'è una fine esiste solo la caducità di un tempo rapportato al giorno che si alterna alla notte, o ad altre banalità. Non si avrebbe neanche la necessità di contare i giorni, i mesi e gli anni, credo.

Ma torniamo all'esistenza di Universo.

Il caso ha voluto che un piccolo pianeta, (immagino che fosse inizialmente una delle tante grosse rocce prodotte dal Big Bang e che abbia assunto la sua forma rotonda roteando nello spazio alla velocità esponenziale prodotta dalla deflagrazione, oppure di fosse formata, sempre roteando a forte velocità, raccogliendo la polvere circostante), trovandosi in una posizione ideale di vicinanza ad una stella e, traendo da essa calore, abbia, casualmente, incominciato a produrre tante forme di vita.

Provvista d'acqua, senza la quale non sarebbe possibile la alcuna forma di vita, ha nutrito le spore che hanno dato inizio alla vita sotto forma di: "Piante, Animali, Monera (a cui appartengono i Procarioti, batteri e alghe azzurre), Protisti (con gli organismi unicellulari) e Funghi.(wiky)"

Tra queste forme di vita si sviluppò anche l'uomo.

Si, purtroppo, l'uomo che, invece di godere di ciò che il pianeta terra gli procurava gratuitamente, ha incominciato a sentirsene padrone e poiché altri padroni non accettavano che ci fosse un unico padrone, cominciarono a spartirsi territori di terra, creando confini tra loro. Ma neanche questo bastò, perché all'interno degli stessi confini c'erano altri padroncini che non accettando che ci fossero dei grandi padroni, crearono le fazioni, per cui continuano a combattersi tra loro.

Senza l'uomo la terra sarebbe rimasta un paradiso dove fauna e flora avrebbero convissuto in eterno godendo dei frutti che donava.

Ma l'uomo c'è, e, pertanto, si sono create le disuguaglianze, i razzismi, le ingiustizie, lo strapotere che si avvale del servilismo, ... 

Un caos dal quale non si riesce ad uscirne, così ingarbugliato, che è impossibile trovare una soluzione logica, ragionata e, pertanto, a qualsiasi problema, si reagisce con la forza delle armi: uomini che uccidono altri uomini per avvalersi dello strapotere fine a se stesso, perché si rifiutano di ammettere che il loro comportamento non segue schemi logici e comprensivi, essendo privi di discernimento morale, economico e intellettuale.

Siamo, ormai, vittime di algoritmi che decidono per noi, che ci inseguono, ci spiano per incanalarci nei meandri stabiliti da chi il potere lo detiene per raggiungere ad ogni costo fini personali privi di etica.

Amen.

Cetta.

mercoledì 9 giugno 2021

Jeff Bezos andrà nello spazio con suo fratello il 20 luglio: l’annuncio di Blue Origin. - Michela Rovelli

 

Bezos ha annunciato che lui e il fratello si uniranno a chi vincerà un posto nel primo viaggio del razzo New Shepard di Blue Origin nello spazio il 20 luglio.

«Vedere la terra dallo spazio ti cambia. Cambia la tua relazione con il Pianeta, con l'umanità. E' una sola Terra». Così Jeff Bezos ha annunciato su Instagram la sua decisione di partire sulla New Shepard per il suo primo viaggio turistico nello spazio. La navicella di Blue Origin partirà il 20 luglio e ospiterà un gruppo di persone tra cui la persona che vincerà un biglietto nell'asta ancora in corso e che si concluderà il 12 giugno. Già seimila partecipanti da 43 Paesi, 2,8 milioni di dollari l'offerta più alta. Con lui ci sarà anche Jeff Bezos, fondatore di Blue Origin ma anche di Amazon, dove ha lasciato la posizione di Ceo proprio per dedicarsi alle sue altre attività. Tra cui il turismo spaziale. Nel post su Instagram racconta che è «tutta la vita che voglio fare questo viaggio. Un’avventura, una grande cosa per me». E non sarà solo. «Ho chiesto a mio fratello di venire con me perché è il mio più caro amico».

Il viaggio.

Jeff e Mark Bezos voleranno nello spazio a bordo del razzo New Shepard. Il razzo è dotato di una capsula che può ospitare sei passeggeri ed è dotata di grandi finestre per godersi il panorama. Il razzo, una volta decollato, raggiungerà la linea di Kàrmàn, a cento chilometri sopra il livello del mare. A questo punto la capsula si staccherà e i turisti spaziali potranno osservare la curvatura della Terra mentre sperimentano l'assenza di gravità. La capsula dovrebbe poi atterrare nel deserto del Texas grazie a un paracadute.

Fonte: BlueOrigin.com

(fonte: BlueOrigin.com)

Chi è Mark Bezos

Se Jeff Bezos non ha certamente bisogno di presentazioni, è utile spendere qualche parola sulla biografia di suo fratello - nonché il suo «più caro amico» - Mark Bezos. Una carriera e delle ambizioni decisamente diverse. Fondatore di Highpost, un fondo di private equity di cui la famiglia Bezos è socia - insieme tra l'altro al gestore italiano Azimut - Mark Bezos è anche vice presidente, nonché responsabile della comunicazione, di Robin Hood, un'organizzazione di beneficenza che combatte la povertà a New York. Dopo una carriera nel settore pubblicitario, Mark ha deciso di utilizzare le sue capacità di persuasione per fare del bene. E non è finita qui, perché è anche un volontario nella società dei vigili del fuoco a Westechester, una contea dello Stato di New York. Proprio qui vive con la moglie e i suoi quattro figli.

Il primo volo turistico di Space X.

Se Blue Origin sta già scaldando i motori per il suo primo viaggio turistico nello spazio, non è da meno Space XIl primo volo, per la società di Elon Musk, è in programma per la fine del 2021, grazie alla capsula Dragon e al razzo Falcon 9. E sarà il primo volo con un equipaggio interamente civile a bordo. Il finanziatore di questa operazione è Jared Isaacman, Ceo e fondatore di Shift4 Payments, che ha riservato per sé e altre 3 persone i posti a sedere per questo viaggio. Viaggio che durerà tra i due e i 4 giorni e percorrerà l'orbita terrestre bassa. Tra i fortunati partecipanti, c'è Hayley Arceneaux29 enne che lavora come assistente nel St Jude Children's Research Hospital di Memphis e che diventerà la più giovane cittadina americana mai mandata nello spazio. Una scelta che è anche un messaggio di speranza: all’età di 10 anni ad Hayley venne diagnosticato un cancro alle ossa che la portò a un lungo periodo di cura nella stessa struttura dove ora lavora e a una serie di interventi per sostituire alcune sua ossa con altre artificiali. Gli altri due passeggeri saranno estratti a sorteIl terzo posto disponibile sarà assegnato tramite un concorso a premi lanciato proprio con l’obiettivo di raccogliere 200 milioni di dollari di finanziamenti per l’ospedaleQuarto e ultimo posto è stato messo in palio in un contest della stessa società di Isaacman, la Shift4, che si occupa di sistemi di pagamento. Ad aggiudicarselo sarà l’imprenditore capace di progettare il migliore store online attraverso i software di Shift4 e a postare il proprio lavoro su Twitter.

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