sabato 10 settembre 2016

Selciato del gigante - Giant's Causeway



Il Selciato del gigante (in inglese Giant's Causeway, in gaelico irlandese Clochán an Aifir o Clochán na bhFomhórach, in Ulster Scots tha Giant's Causey) è un affioramento roccioso naturale situato sulla costa nord est irlandese a circa 3 km a nord della cittadina di Bushmills, nella contea di Antrim in Irlanda del Nord.

Esso è composto da circa 40.000 colonne basaltiche, formatesi da una eruzione vulcanica circa 60 milioni di anni fa, generalmente a base esagonale, ma non ne mancano anche a quattro, cinque, sette o otto lati. Le più alte raggiungono i 12 metri d'altezza, ma alcune, essendo situate su delle scogliere, si innalzano anche per 28 metri. Le formazioni visibili a occhio nudo sulla costa sono solo una parte del complesso, che prosegue anche nel fondale marino adiacente.

Il Selciato del gigante è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1986 ed è una riserva naturale nazionale dal 1987; attualmente è di proprietà del National Trust, che lo gestisce. 


continua qui:
https://it.wikipedia.org/wiki/Selciato_del_gigante

Processo Menarini, condannati i vertici: pene fino a 10 anni. Disposta confisca da un miliardo.


Firenze, maxi condanna per frode ai vertici dell'azienda Menarini
I fratelli Aleotti, entrambi condannati.

Offshore create con il solo scopo di maggiorare il prezzo delle materie prime per poi giustificare davanti alle autorità sanitarie i costi “gonfiati” e mettere sul mercato medicinali a prezzi più elevati. Era questo il cuore del processo sui vertici dell'azienda farmaceutica finita nelle bufera giudiziaria nel 2011 per una frode durata vent’anni con 860 milioni di euro di danni provocati al Servizio sanitario nazionale.

Offshore create con il solo scopo di maggiorare il prezzo delle materie prime per poi giustificare davanti alle autorità sanitarie i costi “gonfiati” e mettere sul mercato medicinali a prezzi più elevati. Era questo il cuore del processo sui vertici dell’azienda farmaceutica Menarini finita nelle bufera giudiziaria nel 2011 per una mega truffa durata vent’anni con 860 milioni di euro di danni provocati al Servizio sanitario nazionale come contestato dagli inquirenti. Oggi il tribunale di Firenze ha condannato a 10 anni e sei mesi Lucia Aleotti, presidente della società, e a 7 anni e sei mesi il fratello Alberto Giovanni, vicepresidente, a conclusione del dibattimento che li vedeva a giudizio per accuse, a vario titolo, di evasione fiscale, riciclaggio e corruzione. Lucia e Alberto Giovanni sono i figli di Alberto Aleotti, patron della azienda farmaceutica Menarini, morto nel 2014. Disposta la confisca agli imputati di oltre un miliardo di euro.
Interdizione per gli imputati e risarcimento per presidenza del Consiglio
I fratelli Aleotti sono stati interdetti per sempre dai pubblici ufficie la sola Lucia Aleotti dall’intrattenere rapporti con la pubblica amministrazione per tre anni. I giudici hanno invece assolto tutti gli altri imputati compresa la madre dei due fratelli, Massimiliana Landini. Gli altri imputati assolti sono Giovanni Cresci, Licia Proietti e Sandro Casini. I due imputati principali sono stati comunque assolti dall’accusa di truffa con la formula della vecchia insufficienza di prove e di conseguenza non è stato disposto nessun risarcimento per le altre parti civili tra cui varie Asl italiane e la Regione la Toscana. Mentre Lucia Aleotti dovrà risarcire la presidenza del Consiglio dei ministri che si era costituita parte civile nei suoi confronti con 100mila euro.
Frode durata 20 anni: danno da 860 milioni
Secondo gli inquirenti dal 1984 al 2010 Alberto Aleotti avrebbe usato società estere fittizie per l’acquisto dei principi attivi, con lo scopo di far aumentare il prezzo finale dei farmacigrazie ad una serie di false fatturazioni truffando così il Sistema sanitario nazionale, che ha rimborsato medicinali con prezzi gonfiati. Il danno per lo Stato sarebbe stato di 860 milioni di euro. Il pm aveva chiesto nove anni e mezzo per Lucia Aleotti e otto anni per Giovanni Aleotti. “C’erano elementi seri per ritenere che i reati contestati non fossero sostenibili” dichiara Sandro Traversi, difensore di Lucia e Giovanni Aleotti che ha annunciato ricorso in appello.
Il pm: “Una delle frodi più grandi commesse in Italia”
“Questo processo si occupa del grande affare, il grande imbroglio, un misto di corruzione e di truffa, una delle frodi più grandi –  aveva detto il pm Ettore Squillace Greco durante la requisitoria – che siano state commesse nel nostro Paese, un imbroglio che per anni ha alterato il mercato dei farmaci”. L’accusa aveva chiesto ai giudici di confiscare un miliardo e 200mila euro risassumento gli elementi emersi nel corso delle indagini dei carabinieri del Nas di Firenze: “Un miliardo e 200 milioni di euro al nero, la contabilità occulta e parallela a
Lugano e poi, quando si è scoperti, il pagamento, per impedire il commissariamento, di quasi 400 milioni di euro”, quelli dell’accordo fra la casa farmaceutica e l’Agenzia delle entrate. “Tutto comincia negli anni Ottanta – aveva ricostruito il pm – quando Aleotti paga Poggiolini (Duilio, ex direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità) e gli altri funzionari che determinavano il prezzo dei farmaci, che così non guardavano nemmeno le carte”. Le grandi multinazionali del farmaco, aveva aggiunto il pm, “avevano interesse a fare accordi con Aleotti, perché lui riusciva a ottenere per i farmaci, su questo mercato, prezzi nettamente più alti rispetto a quelli che sarebbero riusciti a spuntare loro”.
La difesa: “Sentenza complessa faremo appello”
“Si tratta di una sentenza complessa, che ha giudicato insussistente il filone relativo alla presunta truffa e all’ipotesi di riciclaggio, ritenendo invece sussistente quello della frode fiscale” spiega all’Adnkronos Salute Mario Casellato, componente del collegio difensivo dell’azienda. “Presenteremo ricorso in appello, siamo certi di avere la documentazione che ci darà ragione e permetterà di escludere la frode fiscale”, aggiunge Casellato. L’ipotesi della truffa ai danni del sistema sanitario nazionale, portata avanti dalla procura di Firenze, “è dunque stata ritenuta insussistente”, insiste il legale. Diverso il filone della frode fiscale, relativa a somme all’estero “fatta oggetto di scudi” e sanatorie dal patron di Menarini, Alberto Sergio Aleotti, scomparso due anni fa. “Tutto, anche il sequestro della somma, è sospeso in attesa dell’appello e della Cassazione”, precisa il legale, ribadendo la certezza che i documenti chiariranno le posizioni dei suoi clienti anche relativamente al filone della frode fiscale.
Le pressioni e le relazioni con la politica
Prima di elencare le richieste di pena, il pm  LucaTurco (titolare dell’inchiesta con Squillace Greco ora procuratore capo a Livorno) aveva ricordato anche la “serrata attività di pressione” della famiglia Aleotti “su esponenti politici, negli anni 2008-2009″, per contrastare l’operato di alcune Regioni, che “avevano adottato delibere a favore di farmaci generici”. Il pm ha parlato di “pressioni”, anche attraverso lettere, sull’ex premier Silvio Berlusconi e sull’ex ministro Claudio Scajola, di interventi sull’allora assessore toscano alla salute, e oggi presidente della Regione, Enrico Rossi, e su altri esponenti politici, fra i quali Gianni Letta e vari ex sottosegretari. Su questo tipo di attività, come sul ruolo di ‘mediatrice’ svolto per Aleotti dalla signora Maria Girani Angiolillo (moglie di Poggiolini, ndr), la procura non ha però mosso alcun rilievo penale. Diverso il caso del senatore Cesare Cursi, che era accusato di corruzione: la sua posizione è stata archiviata dopo la decisione del Senato di negare l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni che lo riguardavano.
Più vicine nel tempo e anche queste, senza alcun rilievo penale, le relazioni della Menarini con l’attuale premier prima da presidente della Provincia e poi da sindaco di Firenze. Con Matteo Renzi a Palazzo Medici l’azienda firmò un protocollo e regalò oltre 600 computer a scuole e associazioni di volontariato. Il gruppo farmaceutico nel luglio 2013 aveva annunciato la ristrutturazione di 10 case popolari come sponsor. E i primi alloggi erano stati consegnati già nel gennaio del 2014. Nell’aprile del 2014 Lucia Aleotti aveva elogiato l’azione di governo di Matteo Renzi: “Le iniziative che sta portando avanti Renzi non le ha fatte nessuno. Il sistema delle sue riforme può piacere o non piacere, però è una scossa importantissima per il paese. Da questo si può partire e ripartire, guardando al futuro. Non si può rimanere in un Paese bloccato”. L’anno scorso Renzi era stato in visita a Berlino nella sede della Berlin Chemie, controllata del gruppo italiano Menarini, subito prima del bilaterale con la cancelliera tedesca Angela Merkel. “Il presidente Renzi è venuto a trovarci in una giornata tra l’altro molto densa di impegni, e questo ci onora doppiamente” aveva detto la Aleotti. Che il 30 novembre scorso insieme ad altri imprenditori era in prima fila alla Leopolda mentre il sottosegretario Luca Lotti di piccole e medie imprese.

11 settembre - PERCHE' DUBITARE DELLA VERSIONE UFFICIALE CHE CI E' STATA RACCONTATA?


La versione ufficiale degli attentati dell'11 settembre 2001 in breve è questa:
L'11 settembre 2001, diciannove terroristi arabi suicidi pieni di un generico odio verso la libertà e la democrazia americana hanno dirottato (armati di taglierini) quattro aerei di linea (per la precisione due Boeing-757 e due Boeing-767 della American e della United Airlines) e ne hanno fatti schiantare due contro le Torri Gemelle del World Trade Center (WTC) di New York, che sono poi crollate in un modo che se davvero non ha impiegato esplosivi allora ha violato varie leggi fisiche, e un terzo contro il Pentagono, per mostrare la propria devozione ad Allah e punire il blasfemo impero capitalista americano.

Il quarto (il volo UA-93) a quanto ci è stato riferito si è schiantato al suolo nella Pennsylvania occidentale, dopo che i passeggeri hanno contrastato i terroristi, li hanno sopraffatti e in un gesto di eroismo si sono sacrificati schiantandosi in un campo deserto per evitare altre morti.

Poi, circa sette ore dopo il crollo delle Torri Gemelle, un terzo grattacielo, il WTC-7, ha deciso di crollare sulla propria pianta in sei secondi e mezzo, anche lui violando varie leggi fisiche (se davvero non sono stati usati esplosivi, altrimenti è stata una normale demolizione controllata).

Due giorni dopo questi avvenimenti, l'FBI ha tirato fuori dal cilindro, in modo tuttora imprecisato, i nomi e le identità dei 19 dirottatori e del mandante, tale Osama bin Laden, e da allora quell'uomo e quei diciannove volti sono per tutto il mondo i colpevoli del più grande attentato terroristico della storia (nonostante lui abbia sempre negato ogni coinvolgimento e si sappia da anni che in realtà molti dei cosiddetti dirottatori sono probabilmente ancora vivi e del tutto estranei alla vicenda).



Perché dubitare di questa versione?

Perché è assurdo, contraddittorio, illogico o proprio impossibile:
  1. Che l'FBI sia stata in grado di identificare tutti e diciannove gli attentatori (cosiddetti "suicidi" ma in realtà mica tanto) in meno di 48 ore, fornendo tanto di fotografia per ciascuno (per alcuni addirittura due), nonostante almeno la metà di loro fosse del tutto sconosciuta alla autorità stesse, al momento degli attentati, per loro stessa ammissione.
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  2. Che Osama bin Laden abbia ordito questa macchinazione infernale, la cui preparazione sarebbe durata cinque anni,
        a) puntando tutto sulla totale inesperienza dei suoi piloti/dirottatori,
        b) nonostante non avesse nessun vero motivo per farlo (a parte un imprecisato "odio per la democrazia americana"),
        c) non abbia infatti mai rivendicato gli attentati,
        d) chi ne ha tratto ogni vantaggio sia stata la stessa amministrazione che lui voleva colpire, per quanto ne conoscesse alla perfezione progetti geopolitici e interessi specifici.
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  3. Che le autorità americane, che hanno voluto mostrare infinite volte l'impatto degli aerei nelle Torri, non abbiano mai presentato al pubblico una sola immagine dell'aereo che si avvicinava al Pentagono (a parte questo e questo ridicoli filmatini che mostrano tutto tranne un boeing 757), quando:
        a) oltre 80 telecamere avrebbero dovuto filmarlo (e almeno 4 da distanza ravvicinata),
        b) si sa per certo che di almeno due di questi nastri siano stati sequestrati dall' FBI (fonte), e che 80 vengono tenuti segreti senza essere rilasciati con la scusa che "tanto non mostrano nulla".
        c) l'estrema scarsità di rottami del 757 (vedi quiquiqui e qui) sia forse l'elemento principale su cui si fondano tutte le accuse rivolte all'amministrazione.
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  4. Che parimenti non abbiano saputo mostrare nessuna immagine di video-security dei dirottatori all'imbarco dei rispettivi voli (ma solo sfocate immagini dei giorni precedenti), quando i dubbi sulle loro identità sono forse il secondo punto debole dell'intera versione ufficiale.
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  5. Che Mohamed Atta e Aziz Alomari, dopo anni di accurata preparazione, abbiano rischiato di vanificare la loro intera missione, andando a cercarsi - senza motivo apparente - una coincidenza aerea talmente stretta, che ha nel frattempo permesso agli investigatori di venire in possesso di preziosi elementi per l'indagine.
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  6. Che un dirottatore in procinto di morire spedisca alla propria fidanzata - con la quale sta da 5 anni - una lettera-testamento in cui si autoaccusa, dei manuali di volo (?!) e una copia del Corano (?!), sbagliando il suo indirizzo, ma si ricordi in compenso di mettere l'indirizzo del motel in cui alloggia, così che in caso di disguido postale il pacco possa ritornare al mittente (come poi è avvenuto, e gli investigatori ne sono entrati in possesso e lo hanno usato come prova: che fortuna! Fonti: Guardian e BBC). E in genere che un po' tutti i dirottatori, attenti e precisi come dovevano essere, abbiano saputo disseminare lungo il loro percorso soltanto copie del corano, carte di credito, documenti con le istruzioni per i morituri e manuali di volo in quantità industriali (fonte: CNN). Il ministro tedesco Von Bulow riassume bene questa ridicola situazione.
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  7. Che i suddetti dirottatori siano stati inoltre tanto irresponsabili da ubriacarsi la sera prima degli attentati (tanto un Boeing si pilota anche senza mani, no?), nonostante non potessero bere alcool in quanto musulmani, e da scordarsi, guarda un po' il caso, una copia del Corano nello strip bar in cui erano andati. Quindi abbiamo dei musulmani, per giunta estremisti, misogini e puritani all'ennesima potenza, che si ubriacano (!) in uno strip bar (!!) e poi si scordano lì il loro libro sacro - per cui sono pronti a suicidarsi - come se non avesse la minima importanza (!!!). (Fonte)
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  8. Che ben quattro piloti dilettanti, nemmeno tutti provvisti di licenza, con una pessima reputazione alle scuole di volo (tra l'altro per piccoli aerei da turismo e non per grandi aerei commerciali), e che non si erano mai seduti prima ai comandi di un 757 o di un 767, siano stati perfettamente in grado di prenderne possesso in quota, di guidarli con sicurezza senza commettere il minimo errore, di orientarsi in cieli in cui non hanno mai volato (alcuni di loro non avevano mai volato del tutto), di trovare bersagli a centinaia di miglia di distanza e di centrarli con freddezza e precisione. Il tutto evitando la contraerea statunitense per più di un'ora e mezza in totale.
    Uno di loro in particolare, Hani Hanjour, avrebbe fatto tutto questo compiendo alla fine una spettacolare cabrata di cui è capace solo un caccia militare, e poi una manovra di approccio (al Pentagono) tanto illogica quanto aerodinamicamente impossibile (vedi qui) per aerei di quelle dimensioni.
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  9. Che di otto piloti su otto - due piloti e copiloti della American, altrettanti della United - nemmeno uno abbia fatto in tempo ad azionare il segnale di emergenza che indica a terra un dirottamento in corso. Corrisponde al pulsante che gli impiegati di banca hanno sempre a portata di mano per segnalare alla polizia un'eventuale rapina. Questa mancata segnalazione ha permesso alle autorità di allungare considerevolmente il periodo di tempo in cui possono sostenere di "non aver capito" che si trattasse di dirottamenti e giustificare così l'inattività dell'aviazione. Ma in realtà, dopo il primo dirottamento accertato, avrebbero dovuto comunque reagire immediatamente allo spegnimento del transponder (fra l'altro inspiegabile anch'esso) negli altri tre. La cosa invece non è avvenuta.
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  10. Che 19 dirottatori, che volano a centinaia di miglia di distanza l'uno dall'altro senza essere diretti da una regia esterna, siano in grado di compiere una determinata manovra in perfetta coordinazione con quella di un altro (nel preciso in cui uno si schiantava, l'altro spegneva il transponder), pur essendo partiti da scali diversi, in orari diversi da quelli previsti, ed essendo impossibilitati a comunicare direttamente (cellulari e ricetrasmittenti non funzionano a quella quota e a quella velocità).
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  11. Che abbiano scelto in primo luogo una strategia così assurda, attendendo che ciascuno colpisse il suo bersaglio prima che l'altro entrasse in azione, con due di loro (vedi qui e qui) che si sono addirittura allontanati di 300 miglia dal bersaglio che già avevano a portata di mano. Una strategia che avrebbe potuto funzionare solo nel caso di un improvviso quanto improbabile stallo totale della difesa aerea americana. Che poi è "miracolosamente" avvenuto.
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  12. Che la difesa aerea più sofisticata del mondo sia andata così convenientemente in stallo proprio in quelle due ore cruciali, non riuscendo in nessun modo a fermare, o anche solo ad abbordare, neanche uno dei 4 aerei.
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  13. Che altrettanto convenientemente fossero in corso, proprio in quelle ore e in quei cieli, molte esercitazioni militari assolutamente identiche a ciò che stava davvero avvenendo ai quattro aerei dirottati. Questo infatti ha contribuito non poco ad aumentare il già notevole disorientamento dei controllori, civili e militari, causato da una serie di ordini contraddittori di cui non si è mai conosciuta l'origine. (Fonte)
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  14. Che di questo imbarazzante stallo non sia stata mai fornita nessuna spiegazione, nè risulti che sia stato punito o individuato un solo responsabile per quanto avvenuto. (Di solito, in situazioni come questa, avviene l'esatto contrario: si trova d'urgenza un capro espiatorio da dare al più presto in pasto ai media.) Anzi, assurdamente è avvenuto proprio il contrario: i maggiori responsabili di una tale negligenza sono stati tutti promossi, dopo l'11 settembre 2001, come se il loro lavoro lo avessero fatto alla perfezione (e forse è proprio così, in un certo senso)!
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  15. Che molti passeggeri abbiano compiuto telefonate in volo coi loro cellulari, quando questo si è dimostrato tecnicamente impossibile.
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  16. Che di un aereo schiantatosi al suolo, e ufficialmente non abbattuto in aria (UA-93), si possano trovare rottami e resti per un raggio di circa 8 miglia (13 Km) ma nessun rottame sul luogo dello schianto.
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  17. Che le autorità americane e il NIST, l'organo che ha svolto le indagini scientifiche ufficiali, abbiano sostenuto - e continuino a sostenere - che il WTC-7 sia crollato per conto proprio, a causa del calore degli scarsi incendi che si erano sviluppati, quando sono state smentite dallo stesso padrone del WTC Plaza, Larry Silverstein (che sembra averne ammesso pubblicamente la demolizione controllata, quando ancora nessuno dubitava della versione ufficiale), e da molti esperti di demolizioni. Senza contare le innumerevoli prove che indicano che non può fisicamente essere stato un crollo spontaneo, e che deve per forza essere stata una demolizione deliberata.
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  18. Che le stesse autorità sostengano che le Torri Gemelle siano crollate per il solo impatto degli aerei e per i conseguenti incendi, quando:
        a) il progetto prevedeva chiaramente che avrebbero potuto assorbire l'impatto di più di un grosso jet commerciale, come spiega in un'intervista lo stesso manager del progetto, Frank de Martini,
        b) per spiegarne il crollo spontaneo verticale e simmetrico sia necessario violentare oltre ogni limite le leggi della fisica e ignorare le proprietà di dispersione del calore dell'acciaio,
        c) i reperti visivi e le testimonianze dirette degli stessi pompieri siano pesantemente a favore della demolizione controllata, così come le molte analisi ingegneristiche (vedi ad esempio qui e qui),
        d) i crolli delle Torri Gemelle e del WTC-7 presentano tutte le caratteristiche delle demolizioni controllate e nessuna dei crolli spontanei, e
        e) sono state ritrovate tracce di nano-thermite nelle macerie, una sostanza incendiaria talmente avanzata da richiedere l'uso di nanotecnologia per essere creata e che non può essersi formata da sola.
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  19. Che ulteriori leggi della fisica siano state sospese, permettendo a dei passaporti di normale cartoncino di sopravvivere a una esplosione a circa 800 gradi centigradi, e che questi passaporti appartenessero proprio a dei dirottatori e siano stati trovati casualmente proprio da agenti dell'FBI. Cosa che, oltre che al WTC, è successa anche per il volo UA-93, nel qual caso sono state trovate moltissime cose appartenenti ai dirottatori in condizioni incredibilmente buone, ma, stranamente, nessun rottame riconoscibile di aereo. Guardate una foto ad alta definizione del magico passaporto trovato al WTC: il mio è in condizioni peggiori, e non si è trovato in mezzo allo schianto di un aereo contro un grattacielo.
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  20. Che il Pentagono sia stato colpito da un Boeing 757 (pesante circa 100 tonnellate, lungo 47 metri e largo 38) carico di passeggeri e carburante (circa 20 tonnellate di kerosene), nonostante:
        a) alcune fotografie, la cui autenticità è fuori dubbio (perché usate anche dal Pentagono stesso come prova), mostrino in maniera disarmante la quasi totale assenza dei suoi resti.
        b) sulla facciata ancora integra del Pentagono risulti solo un foro di entrata di non più di 6-7 metri x 12-13 (basta tenere conto che le finestre sono alte circa 1,8 metri),
        c) molte finestre di quella facciata avessero ancora i vetri intatti, dopo l'impatto,
        d) esista un foro d'uscita, di circa 3 metri, all'interno del terzo anello del Pentagono, la cui origine non è mai stata spiegata da nessuno, e che rimane a tutt'oggi assolutamente incomprensibile, e
        e) perfino delle valutazioni professionali di ingegneri meccanici affermano la completa incompatibilità dei danni sulla facciata con lo schianto di un Boeing 757..
  21. Che nonostante la quasi totale scomparsa dell'aereo sia stato possibile recuperare e identificare i resti di quasi tutti i passeggeri, compresi quelli dei dirottatori. Ovvero che acciaio e alluminio brucino, ma la carne umana no.
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  22. Che già neanche 15 minuti dopo che il secondo aereo aveva colpito il WTC veniva indicato il nome di Bin Laden quale mandante degli attentati, e senza presentare alcuna prova (che tuttora non è stata presentata, a parte i video-confessione già ampiamente smentiti).
    Un tempo davvero record per la risoluzione delle indagini: mai nella storia delle investigazioni su questioni di terrorismo internazionale c'è stata una soluzione del caso nell'ordine di minuti, doppiamente incredibile se unita all'ammissione ufficiale delle autorità investigative Usa secondo cui fino al momento degli attentati si sarebbero fatte trovare completamente all'oscuro ed ignare di tutta la trama pluriennale del complotto.
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  23. Che le parole di Van Romero (uno dei massimi esperti in materia, vice-presidente del New Mexico Tech Institute, già direttore del "Energetic Materials Research and Testing Center" che studia gli effetti delle esplosioni controllate degli edifici), pronunciate poche ore dopo gli attentati: "La mia opinione è che dopo l'impatto degli aerei con le Torri ci siano state alcune cariche esplosive piazzate all'interno degli edifici che hanno provocato il collasso delle Torri", siano completamente false, e che abbia mentito per qualche motivo, pur non avendo nulla da guadagnare (e tutto da perdere, anzi) contraddicendo la versione ufficiale del governo USA.
    Questa ipotesi è inoltre avvalorata dai dati sismografici (vedi ad esempio quelli della Columbia University qui e qui). Sono state infatti registrate due scosse di magnitudine 2.1 e 2.3 (di gran lunga troppo elevate per semplici crolli spontanei) al momento esatto dell'inizio dei crolli delle due torri, PRIMA che i primi blocchi e le prime macerie impattassero a terra. Questo sembra indicare l'impiego di potenti esplosivi appena prima del crollo delle Torri.
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  24. Che sia solo un'incredibile coincidenza che i militari americani stessero predisponendo piani di guerra contro l'Afghanistan già da mesi prima degli attentati dell'11 settembre. Forse stavano cercando qualche evento che spingesse il pubblico americano, generalmente disinteressato, verso una guerra, come avvenuto in passato (vedi precedenti storici all'11 settembre) e come progettavano di fare anche negli anni '60?
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  25. Che documenti cartacei e passaporti che incriminavano Bin Laden e i suoi 19 dirottatori siano stati ritrovati intatti presso le rovine del WTC e di UA-93, mentre le scatole nere degli aerei delle Torri - progettate appositamente per resistere ad ogni tipo di incidente - erano danneggiate al punto da risultare inutilizzabili. Dovrebbero costruirle dello stesso materiale dei passaporti arabi.
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  26. Che anche a distanza di giorni e persino di settimane dagli attentati al WTC agli operatori video sia stato proibito di riprendere o fotografare le macerie da determinate angolazioni, così come lamentato dal corrispondente della CBS Lou Young, il quale ha chiesto: "Cos'hanno paura che vediamo?"
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  27. Che un piano terroristico così sofisticato, che ha implicato sicuramente molte persone e una preparazione di almeno cinque anni, sia riuscito a sfuggire a tutti i servizi di intelligence, in particolare CIA ed FBI. E che invece di destituire i responsabili di questo fallimento li abbiano promossi, e invece di ristrutturare completamente queste agenzie abbiano raddoppiato il loro budget.
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  28. Che la Torre Sud del WTC sia crollata per prima quando era meno danneggiata della Torre Nord, che era stata colpita in pieno ed è bruciata per molto più tempo prima di crollare.
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  29. Che i molti testimoni che affermano di aver sentito ulteriori esplosioni all'interno degli edifici del WTC stiano tutti mentendo per qualche strano motivo. E perché la distruzione delle Torri è sembrata più una implosione controllata che un cedimento spontaneo (vedi qui per le molte ed evidenti differenze tra un crollo spontaneo e una demolizione controllata, spiegate nel dettaglio anche da molti ingegneri)?
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  30. Che anche il Ministero degli Esteri dell'Arabia Saudita e i vari giornali che hanno pubblicato la notizia abbiano mentito, quando hanno comunicato che alcuni dei presunti dirottatori non si trovavano a bordo degli aerei dirottati e di fatto sono tuttora in vita. Perché questi nomi si trovano ancora sulla lista dell'FBI? E perchè, se come hanno sostenuto alcuni si tratta di casi di omonimia, hanno anche le stesse facce, gli stessi dati anagrafici, gli stessi titoli di studio e gli stessi lavori dei presunti dirottatori? Sono tutti sosia perfetti e contemporaneamente anche omonimi, con in più una vita identica a quella dei dirottatori? C'è la stessa probabilità di vincere cento volte di fila alla lotteria. Senza comprare il biglietto.
    Se invece i veri dirottatori hanno rubato nomi e identità a quei 19 uomini, allora non si capisce perché l'FBI continui ancora oggi ad indicare quei 19 uomini innocenti come colpevoli, perché continui a ripetere una versione dei fatti falsa, e soprattutto perché non abbia fatto niente per trovare i veri colpevoli.
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  31. Che, con tutte le scuole di volo presenti in America, subito dopo gli attentati gli agenti dell'FBI siano andati precisamente in quelle dove si sarebbero addestrati i dirottatori, a colpo sicuro, e abbiano indovinato quali scuole fossero "per pura fortuna" (parole loro: "we got lucky").
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  32. Che uno dei dirottatori citati si sia portato un bagaglio per un volo suicida e lo abbia poi lasciato nella sua macchina all'aeroporto assieme ad una lettera che lo indicava come colpevole, ai soliti manuali di volo e alla solita copia del Corano.
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  33. Che l'America abbia bombardato l'Afghanistan e l'Iraq quando i dirottatori non erano né afghani né iraqeni, ma arabi provenienti da vari paesi mediorientali. E' come se la Francia facesse un attentato alla Russia ed essa per tutta risposta bombardasse l'Italia. Non ha senso, a meno che l'attentato non sia solo un pretesto per attuare piani che erano pronti già da molto prima e per poter attaccare chiunque e dovunque, a prescindere dalla sua nazionalità, solo in virtù del sospetto che si tratti di terroristi o di gente che favorisce dei terroristi.
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  34. Che i terroristi siano riusciti a ottenere i segretissimi codici e segnali della Casa Bianca e dell' Air Force One - pretesto per sballottare il Presidente Bush per tutto il paese l'11 settembre, mente intanto Cheney prendeva in mano la situazione e faceva i suoi comodi (dettagli e fonti).
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  35. Che i testimoni che hanno parlato di un secondo aereo non identificato che seguiva il volo UA-93 (quello che sarebbe precipitato al suolo in Pennsylvania per una coraggiosa ribellione dei passeggeri) e di palle di fuoco esplose in aria stiano tutti mentendo per qualche misterioso motivo, e che un aereo che si schianta al suolo spedisca rottami fino a 13 Km di distanza e faccia solo una buca di una quindicina di metri al suolo, non lasciando inoltre nessun rottame riconoscibile all'interno di essa o nelle sue vicinanze.
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  36. Che i notiziari abbiano descritto alcuni passeggeri del volo UA-93 mutilati e con la gola tagliata con dei taglierini (fonte), mentre la rivista "Time" del 24 settembre 2001 ha riportato che uno dei passeggeri ha chiamato a casa col cellulare per riferire: "Siamo stati dirottati, ma ci stanno trattando gentilmente".
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  37. Che gli occasionali messaggi video di Osama bin Laden siano stati dichiarati completamente e sicuramente FALSI da un istituto svizzero che si occupa di autenticare materiale audiovisivo, ma che continuino a venire comunque considerati prova della colpevolezza di Bin Laden e vengano usati come motivazione per invadere e depredare qualunque nazione gli USA vogliano, nonostante Bin Laden abbia negato più volte di aver avuto qualcosa a che fare con gli attacchi dell'11 settembre 2001 (e non si è mai visto un terrorista che prima fa un attacco e poi non lo rivendica. Di solito avviene il contrario: molti gruppi terroristici cercano di prendersis il "merito" di ogni attentato, e le forze dell'ordine hanno un bel daffare a distinguere la vera rivendicazione da quelle false).
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  38. Che, nonostante i crolli perfettamente verticali e simmetrici di edifici siano un evento talmente difficile da realizzare che solo poche compagnie di demolizioni controllate al mondo ci provano, e sia una cosa che comunque richiede sempre settimane o mesi di accurata pianificazione, l'11 settembre 2001 siano avvenuti ben tre crolli verticali e simmetrici del tutto spontanei, tutti lo stesso giorno e allo stesso identico modo, cosa che è stata più volte e dichiarata IMPOSSIBILE dal punto di vista matematico e fisico da centinaia di ingegneri e architetti.
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  39. Che le tracce di nano-thermite ancora attiva ritrovate nelle macerie delle Torri Gemelle, una sostanza incendiaria in grado di sviluppare oltre 2.500 °C (l'acciaio fonde a 1.538 °C) e che è talmente avanzata da richiedere l'impiego di nanotecnologia per essere creata, sia comparsa da sola per magia durante i crolli, nonostante lo scienziato che l'ha ritrovata, Niels Harrit, affermi che una cosa del genere è del tutto impossibile, e che la nano-thermite non avesse alcun motivo di trovarsi negli edifici a meno di non essere stata usata per demolirli.
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  40. Che le migliaia di scienziati, ingegneri, fisici, studiosi e professionisti di ogni tipo che si sono riuniti in varie associazioni contrarie alla versione ufficiale si sbaglino tutti quanti nel ritenerla fisicamente impossibile, e che le migliaia di studi, analisi, testimonianze e prove raccolte in questi anni da queste associazioni siano tutte false o errate. (E' disponibile una playlist Youtube con videointerviste ad alcuni di questi esperti in cui spiegano perché non credono alla versione ufficiale dell'11 settembre).
Tutti questi punti elencati (tratti da luogocomune.net, da disinformazione.it e in alcuni casi aggiunti da me) sono assurdi, illogici, contraddittori o semplicemente impossibili.
Queste incredibili incongruenze risultano molto sospette, soprattutto considerando che ad oggi non è stata fornita al mondo una sola prova autentica che leghi bin Laden o la sua presunta organizzazione agli attentati di quel giorno, e che diversi personaggi al vertice dell'amministrazione (John Ashcroft, Ministro di Giustizia, Theodore Olson, Procuratore Generale, Donald Rumsfeld, Ministro della Difesa) hanno ripetutamente dichiarato che è assolutamente lecito, per un governo, mentire al mondo intero - nemici e amici - pur di raggiungere i propri fini.
Ricordiamo inoltre che in questi anni nessuno ha mai saputo rispondere alle 12 DOMANDE che abbiamo rivolto ai sostenitori della versione ufficiale. Perché, se i nostri dubbi sono davvero privi di senso come dicono?


Ecco perchè moltissima gente, come potete vedere nell'immagine qui sotto, dubita della versione ufficiale che ci hanno raccontato a proposito dell'11 settembre. Ed ecco perchè bisogna farsi parecchie domande.


Buzzi: "Abbiamo finanziato tutti, Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino, Zingaretti e anche Renzi".

buzzi marino nieri

LA LETTERA. Dal carcere di Nuoro il presidente della cooperativa '29 giugno' Salvatore Buzzi, scrive a due sue collaboratrici. Nella missiva lo sfogo: "Noi non abbiamo mai finanziato illegalmente la politica, ma tutto legalmente".


"Il vero scopo di questa inchiesta è costringermi a cedere raccontando la corruzione a Roma nell'ultimo decennio ma io non posso inventarmi le cose che non so, perché noi non abbiamo mai finanziato illegalmente la politica, ma tutto legalmente: Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino, Zingaretti, Badaloni, Marrazzo, tutti praticamente, anche Renzi: tutti contributi dichiarati in bilancio".
Lo scrive il presidente della cooperativa '29 giugno' Salvatore Buzzi, durante la detenzione nel carcere di Nuoro, a due sue collaboratrici. La missiva, del dicembre 2014, e' negli atti allegati all'inchiesta bis su 'Mafia Capitale'.

"L'inchiesta e' colma di lacune, di imprecisioni, priva dei piu' elementari riscontri. Penso che molte carte non sono state lette o, peggio, lette e non capite - continua nella missiva Salvatore Buzzi che coglie l'occasione per sfogarsi "contro le tante inesattezze scritte contenute nelle migliaia di pagine di intercettazioni e relazioni prodotte dai Ros", inesattezze che, a suo dire, avrebbero "fuorviato" il lavoro della procura.

Poi un lungo passo della lettera e' dedicato all'ex Nar, Massimo Carminati, ritenuto l'altro capo del sodalizio criminoso: "Lo conosco da oltre 30 anni e ho iniziato a frequentarlo nella seconda meta' del 2012, quando non aveva nessuna pendenza con la giustizia. Lui ha collaborato con la cooperativa, diventandone anche socio, in maniera del tutto legittima e legale: aveva in gran conto il lavoro che noi tutti della '29 giugno' facevamo per favorire l'integrazione sociale di tante persone, di cui ben 300 detenuti ed ex detenuti".

Buzzi difende poi la sua cooperativa: "La '29 giugno' e' stata criminalizzata del tutto ingiustamente, facendo un danno enorme non solo alla cooperativa ma a tutta la cooperazione sociale italiana, ma anche qui sarebbe bastato poco per scoprire che tutta la 'frenetica attivita'' svolta era in funzione della crescita e del rafforzamento di una cooperativa dove al 2 dicembre lavoravano 1254 persone, in gran parte svantaggiate con contratti di lavoro a tempo indeterminato. Un gruppo con un fatturato di 60 milioni di euro, 4 di utili e 20 di patrimonio reale".

"La mia legittima attivita' di lobbing - scrive ancora Buzzi - e' stata denigrata con aggettivi dispregiativi sparsi qua e la': noi viviamo in uno Stato di diritto e non in uno Stato etico. Sono molto addolorato perche' trent'anni di duro lavoro sono andati in frantumi, la mia reputazione perduta". Infine, lamentandosi della sua detenzione in Sardegna ("sono stato deportato"), il presidente della cooperativa '29 giugno' saluta il pm, al quale attribuisce "un atteggiamento guascone", con una battuta :"Ti piace vincere facile? ".


buzzi versamenti

Alcuni dei benficiari dei versamenti in chiaro e relative cifre corrisposte da Salvatore Buzzi tra febbraio 2008 e gennaio 2015.

venerdì 9 settembre 2016

11 settembre: Larry Silverstein fu molto fortunato. - Massimo Mazzucco



Risultati immagini per larry silverstone
Larry Silverstein


Anche coloro che conoscono bene la storia degli Stati Uniti, e faticano meno ad accettare l’idea che l’11 settembre sia stato un autoattentato, a volte si domandano: “D’accordo farsi del male, ma perchè andare a distruggere due dei gioielli più meravigliosi che l’America abbia mai avuto? Non si poteva distruggere qualcos’altro?”

In realtà, le Torri Gemelle erano di tutto meno che gioielli meravigliosi.
Per quanto fossero collocate su un terreno fra i più appetibili e redditizi al mondo, dopo trent’anni i due edifici erano diventati decisamente obsoleti. Poiché ciascun piano era stato costruito come uno spazio aperto di oltre 4.000 metri quadrati, l’aumento dei costi energetici aveva reso i due edifici estremamente gravosi da riscaldare d’inverno, ed altrettanto gravosi da raffreddare d’estate. 
Il perimetro del WTC Plaza, inoltre, rappresentava un vero e proprio macigno nel mezzo della circolazione di Downtown Manhattan, una zona della città costruita all’inizio del secolo scorso, fatta tutta di strade lunghe e strette. I tassisti raccontavano che nell’ora di punta ci voleva più di un’ora solo per aggirare l’intero perimetro del World Trade Center.
Mai il problema più ingombrante per le Torri Gemelle era rappresentato dall’enorme quantità di amianto che contenevano. Costruite in un’epoca (1969-1973) in cui l’amianto non era ancora proibito, …
… questo composto fu usato sia per la protezione antincendio delle strutture in acciaio sia come isolante per le condutture dell’aria condizionata e dell’acqua.
Solo nei primi anni ’70 l’amianto iniziò ad essere riconosciuto come cancerogeno, ma a quel punto la costruzione delle Torri Gemelle era quasi terminata. Non è chiaro fino a che punto della costruzione sia stato usato, nè quale sia la quantità esatta di amianto utilizzato, ma le stime variano fra 400 e 5000 tonnellate complessive di amianto presenti nelle Torri Gemelle a costruzione ultimata.
Man mano che venivano introdotti i regolamenti contro l’amianto, la situazione per le Torri Gemelle si faceva sempre più difficile, finché nel 1989 l’amianto fu definitivamente proibito in tutte le costruzioni civili. A quel punto si provò una soluzione di fortuna, incapsulando l’amianto delle Torri Gemelle con un cemento particolare, per evitare la dispersione nell’aria delle sue particelle.
Ma verso la metà degli anni ’90 i nuovi regolamenti prevedevano che dovunque si intervenisse per fare delle riparazioni o delle opere di manutenzione, l’amianto presente venisse rimosso per intero.
Nel frattempo, proprio a causa della sua pericolosità, il costo per la rimozione dell’amianto era diventato astronomico, poiché bisognava prima fare evacuare tutti i piani interessati, e poi utilizzare solo operatori specializzati, che dovevano lavorare esclusivamente con tute ermetiche e bombole di ossigeno.
Una cosa è chiamare l’idraulico per riparare una tubatura rotta, ben altra e dover evacuare un piano intero, con dozzine di società commerciali che perdono soldi ogni minuto che passa, e poi chiamare una squadra di astronauti per fare lo stesso lavoro. Sul finire degli anni ’90 i preventivi per la rimozione completa e lo smaltimento dell’amianto delle Torri Gemelle arrivavano ad un miliardo di dollari – più o meno la cifra che sarebbe costato costruire una torre nuova.
Con una mossa disperata la Port Authority, proprietaria delle Torri Gemelle, denunciò le compagnie di assicurazione perché si rifiutavano di coprire i costi della rimozione, ma alla fine di una lunga battaglia legale perse la causa.
A quel punto la Port Authority si trovò fra l’incudine e il martello: non si poteva più effettuare la manutenzione delle Torri Gemelle, per il costo della rimozione dell’amianto, ma non si potevano demolire proprio per le grandi quantità di amianto che contenevano. L’unica soluzione sarebbe stata di smontarle pezzo per pezzo, ma il costo di una tale operazione era semplicemente improponibile.
Fortuna volle che nella primavera del 2001 un imprenditore chiamato Larry Silverstein, già proprietario del Building 7, si sia offerto per rilevare la gestione delle Torri Gemelle con un lease di 99 anni.
In quel momento il valore sul mercato delle Twin Towers era di circa 1,2 miliardi di dollari, ma Silverstein pagò 3,2 miliardi pur di entrare rapidamente in possesso di quello che lui ha definito “il sogno della sua vita”.
Nonostante la bomba del ‘93 avesse distrutto solo qualche piano all’interno della Torre Nord, nella nuova polizza assicurativa Silverstein fece aggiungere anche la possibilità di una distruzione completa delle torri per attacco terroristico.
Non si sa mai - avrà pensato - metti che invece di un camioncino pieno di letame ne usano tre o quattro, e io rischio che venga giù tutto insieme.

Quello che è successo l’11 di settembre lo sappiamo tutti.
Il mattino del 12 settembre Silverstein era talmente abbattuto per la perdita dei suoi “gioielli”, che andava dicendo a tutti di essere certo di poter incassare dall’assicurazione il doppio del massimale previsto – 7 miliardi invece di 3,5 - “perché si è trattato di due attacchi terroristici separati”.
Alla fine della lunga battaglia legale, Silverstein ha preso 4,5 miliardi di dollari per ricostruire le Torri Gemelle, ritrovandosi in mano dieci ettari di un terreno edilizio fra i più ambiti e redditizi al mondo.
Nel frattempo l’amianto delle Torri Gemelle lo hanno respirato tutto i soccorritori che hanno lavorato alacremente per sgomberare il suo terreno dalla macerie, e che oggi stanno morendo a centinaia, falciati dal mesotelioma e da altre malattie respiratorie, nel silenzio più vergognoso della stampa di tutto il mondo.

FAQ SUL CROLLO DEL WTC-7.

La versione ufficiale del crollo del WTC-7.

L'11 settembre 2001, circa sette ore dopo il crollo delle Torri Gemelle, un terzo grattacielo, il World Trade Center 7 (anche chiamato Edificio 7 o Salomon Brothers Building), crollò in circa 6 secondi e mezzo, dopo aver subìto incendi su vari piani innescati dalle macerie della Torre Nord (distanteoltre 100 metri) che lo colpirono quando essa crollò.

La versione ufficiale afferma testualmente: "incendi incontrollati, innescati dall'impatto delle macerie delle Torri Gemelle, e assenza d'acqua negli impianti antincendio (per via delle condotte tranciate dal crollo delle Torri), hanno prodotto la dilatazione ed il cedimento di alcuni solai. Questo ha tolto il supporto laterale a una colonna particolarmente sollecitata, la numero 79, che si è piegata. Da lì, il cedimento si è propagato inarrestabilmente al resto della struttura." (fonte: il rapporto del NIST NCSTAR-1A, che costituisce la spiegazione ufficiale definitiva del crollo del WTC-7).
Nel rapporto viene anche precisato (alla pagina xxxii) che né i depositi di carburante diesel che erano presenti nell'edificio, né i superficiali danni fisici causati dalle macerie delle Torre Nord, hanno svolto un ruolo nel crollo (a parte innescare gli incendi). Il crollo sarebbe quindi dovuto esclusivamente agli incendi (che a ben vedere erano anche piuttosto modesti).
Insomma, il collasso così stranamente simmetrico, rapido e totale del WTC-7 (che è crollato fino alle fondamenta in 6,5 secondi esattamente sulla propria pianta, senza quasi danneggiare gli edifici circostanti), si sarebbe verificato per via del cedimento di un'unica colonna, la numero 79, che avrebbe scatenato una (mai spiegata né dimostrata) reazione a catena che ha fatto crollare anche tutto il resto dell'edificio, nonostante fosse pressoché intatto.
E il fatto che il crollo somigli tanto a una demolizione controllata sarebbe solo una coincidenza.
Vediamo in dettaglio i problemi di questa versione, e le domande più frequenti sull'argomento.

    FAQ sul crollo del WTC-7.
  1. Perché dovremmo dubitare della versione ufficiale del WTC-7?
  2. Ma il fuoco non aveva già fatto crollare altri grattacieli in acciaio, prima? Non è una cosa più che possibile?
  3. Che prove ci sono che ci fossero acciaio e cemento fuso nelle macerie del WTC-7, e in che modo ciò smentirebbe la versione ufficiale?
  4. Davvero il WTC-7 è precipitato a velocità di perfetta caduta libera per 2,25 secondi? E questo che conseguenze ha sulla versione ufficiale?
  5. Ho sentito dire che il crollo del WTC-7 era stato miracolosamente previsto da vari telegiornali americani prima che avvenisse. E' vero? Che può significare una cosa simile?
  6. L'acciaio della struttura del WTC-7 era stato testato per la resistenza al fuoco? Con che risultati?
  7. Ma ho sentito dire che in realtà il crollo ha impiegato molto più di 6,5 secondi. E' vero?
  8. Davvero hanno trovato della thermite/super-thermite/nano-thermite nelle fondamenta del WTC? Che può significare? Non era solo vernice?
  9. Quali leggi fisiche vìola la versione ufficiale del crollo del WTC-7, e perché?
  10. Qual era la reale portata degli incendi nel WTC-7?
  11. Qual era la reale portata dei danni causati dalle macerie della Torre Nord?
  12. Ma il NIST non ha esaminato l'ipotesi della demolizione controllata? E non ha concluso che sarebbe stata impossibile?

       Torna alle FAQ generiche.

 1) Perché dovremmo dubitare della versione ufficiale del WTC-7?

Perché il crollo del WTC-7, come quello delle Torri Gemelle, mostra tutte le caratteristiche di una demolizione controllata e nessuna di quelle di un crollo spontaneo.

Prima di continuare, osserviamo il crollo (visibile anche da varie altre angolazioni) e un'immagine che mostra come l'edificio sia caduto precisamente sulla propria pianta:



Come abbiamo visto, il crollo presenta varie caratteristiche spiegabili solo con una demolizione controllata:
  1. Rapidità fisicamente troppo elevata per un crollo spontaneo.
  2. Simmetria identica a quella di una demolizione controllata e fisicamente impossibile in un crollo spontaneo.
  3. Totalità del crollo, con l'intero edificio raso al suolo e ridotto a un ordinato mucchietto di macerie (anche questo è fisicamente impossibile).
  4. Polverizzazione del cemento e formazione di una gigantesca nube piroclastica (altra cosa fisicamente impossibile a causa dell'insufficiente energia cinetica in gioco)
  5. Le pozze di acciaio e cemento fuso ritrovate dopo vari giorni nelle fondamenta (l'acciaio fonde a 1.538 °C e il cemento oltre i 1.800 °C, temperature impossibili da raggiungere negli incendi del WTC, che al massimo hanno raggiunto i 1.000 °C, e solo per pochi minuti, secondo lo stesso NIST).
  6. Le tracce di nano-thermite ritrovate nelle fondamenta dell'intero World Trade Center, una sostanza incendiaria molto potente e avanzata.
  7. La conoscenza anticipata del crollo dimostrata da varie parti, inspiegabile vista la modesta entità degli incendi nel WTC-7 e il fatto che altri edifici (come il WTC-5) avevano subìto incendi molto peggiori senza cedere e senza che nessuno ne temesse il crollo.
Un elenco di tutte le leggi fisiche violate dalla versione ufficiale del crollo del WTC-7 è disponibile qui, insieme a una semplice spiegazione per ognuna di esse.

C'è anche da tenere presente, tra i motivi per dubitare della versione ufficiale, che il rapporto definitivo del NIST sul WTC-7 è stato scoperto pieno di bugie esplicite. Questo articolo le tratta una per una, con tanto di prove e fonti.

Ricordiamo anche che il fuoco non aveva mai causato il crollo totale di un moderno grattacielo in acciaio, prima di allora (vedi la domanda seguente per i dettagli), e già questa stranezza da sola sarebbe sufficiente per farsi molte domande.

Ora, secondo la versione ufficiale questi piccoli incendi asimmetrici, sparsi e di differente intensità, hanno causato la perfetta implosione che avete visto perché UNA colonna, la n° 79 (cerchiata in rosso qui sotto), avrebbe ceduto a causa del calore, e il resto dell'edificio ha ceduto con lei per un qualche strano motivo mai chiarito, addirittura cadendo in perfetta caduta libera per 2,25 secondi.


Se una simile spiegazione vi soddisfa, allora buon per voi. Ma sono in molti a ritenere che invece i punti sopraelencati siano motivi più che sufficienti per dubitare della versione ufficiale di questa faccenda.

   2) Ma il fuoco non aveva già fatto crollare altri grattacieli in acciaio, prima? Non è una cosa più che possibile?

Assolutamente no, e per fortuna. I grattacieli sono costruiti con rigidi requisiti di resistenza al fuoco in modo da sopportare senza problemi eventi simili.
Fin dall'inizio il fatto che il WTC-7 fosse crollato ha lasciato perplessi gli esperti (quelli non alle dipendenze del governo, almeno), e questo articolo del New York Times ne spiega il motivo:

"Ingegneri e altri esperti sono ancora sconcertati da ciò che è accaduto al WTC-7. [...] Gli esperti affermano che nessun edificio simile, un moderno grattacielo rinforzato in acciaio, era mai crollato a causa di incendi incontrollati, e gli ingegneri stanno cercando di capire se ci sia motivo di preoccuparsi per tutti gli altri edifici simili sparsi per la nazione."
James Glanz, The New York Times, "Experts are baffled: steel components partially evaporated", 29 novembre 2001.

In tutti questi anni di ricerche e discussioni, infatti, nessuno è mai riuscito a trovare un solo esempio di grattacielo in acciaio crollato completamente a causa del fuoco.
I sostenitori della versione ufficiale giustificano questa mancanza dicendo che gli incendi di grattacieli sono eventi rari, ma in realtà ne sono avvenuti diversi negli ultimi anni, e in nessun caso si è verificato un crollo totale.

Per cercare di spiegare questa stranezza, allora, i sostenitori della versione ufficiale hanno preso come esempio costruzioni come capannoni, teatri e fabbriche (costruiti in modo del tutto differente dal WTC-7) che sono crollati (parzialmente) a causa del fuoco, e hanno concluso trionfalmente che non ci sia stato nulla di strano nel crollo del WTC-7.
Di seguito esaminiamo tali esempi e i motivi per cui il paragone con il WTC-7 non regge.

1. Il McCormick Center (Chicago). 
Crollò a causa di un incendio il 16 gennaio del 1967.
Dato che aveva una struttura esclusivamente d'acciaio, è il caso che più di ogni altro viene portato come dimostrazione del fatto che il crollo del WTC-7 è stato del tutto normale. In realtà si tratta di un paragone logicamente e tecnicamente scorretto per vari motivi.
Innanzitutto, il McCormick Center non era altro che un enorme capannone a un piano solo, costruito usando tecniche e criteri di resistenza completamente diversi rispetto a quelli di un grattacielo moderno come il WTC-7.
Secondariamente, il suo fu un crollo parziale, e non completo come quello del WTC-7, il che è del tutto coerente con dei danni da incendio, asimmetrici e diseguali. Per la precisione, l'unica cosa che crollò fu il tetto (altre informazioni qui):

Il McCormick Center dopo il crollo del tetto (cliccate per ingrandire)

2. Il Sight and Sound Theater (Strasburg, Pennsylvania).
Bruciò il 28 gennaio del 1997. Anche in questo caso, il paragone col WTC-7 è tecnicamente impossibile perché si tratta di un altro edificio a un piano solo, costruito in modo del tutto diverso da un moderno grattacielo, e di un altro crollo parziale. Anche qui l'unica cosa a crollare fu il tetto dell'auditorium, mentre tutto il resto del cinema rimase tranquillamente in piedi e come nuovo. Le immagini (tratte dal rapporto ufficiale dell'incidente) parlano chiaro:


  

Sopra, un'immagine aerea del tetto dell'auditorium crollato (cliccate per ingrandire). 
Sotto, a sinistra e a destra, fotografie della parte frontale del cinema DOPO l'incendio. Come si può vedere, il resto dell'edificio rimase del tutto illeso.

3. Il Crystal Palace (Londra).
Paragonando questa struttura in acciaio e vetro del 1851 al World Trade Center 7, i sostenitori della versione ufficiale hanno dimostrato di non capire la questione in esame (o di non essere interessati a farlo).
Questa (per l'epoca incredibilmente avanzata) costruzione crollò a causa di un incendio il 30 novembre 1936. Il che non è affatto sorprendente, considerando che era costituito per la maggior parte di vetro (non si chiamava Crystal Palace per caso), e che il vetro si ammorbidisce già con temperature inferiori agli 800 °C e si scoglie a temperature più elevate.
Inoltre, se andiamo a vedere delle fotografie del Crystal Palace prima e dopo l'incendio, ci accorgiamo che non solo anche in questo caso si è trattato di un crollo parziale, ma che l'unica parte a collassare del tutto è stata quella in vetro, mentre quella in acciaio è rimasta in parte integra:


  

Sopra, il Crystal Palace prima dell'incendio. Sotto a sinistra e a destra, la struttura d'acciaio dopo l'incendio, ancora parzialmente in piedi (cliccate per ingrandire).
Per sgomberare l'area e costruirci sopra dovette essere completamente distrutto con esplosivi nel 1941.

Il fatto che parte della struttura in acciaio del Crystal Palace rimase in piedi non viene mai menzionato da coloro a favore della versione ufficiale.
(Inoltre alcune fonti riportano che il Crystal Palace in realtà avesse una struttura di ghisa e vetro, non di acciaio. Dato che la ghisa fonde a 1.200 °C - ossia ben 378 °C prima dell'acciaio - il paragone con il WTC-7 risulta scorretto e inadeguato per una ragione in più.)

Altri casi di strutture in acciaio crollate a causa del fuoco portati dai sostenitori della versione ufficiale sono:
  1. La fabbrica di giocattoli thailandese della Kader Industrial (che però, come si vede da una delle rarissime foto successive al fuoco, subì al massimo un crollo parziale).
  2. La piattaforma petrolifera Mumbai High North (la cui struttura portante d'acciaio rimase però integra, nonostante i danni devastanti riportati da tutto ciò che la ricopriva).
  3. Una cartiera presso Malvern, nel Regno Unito (innanzitutto si tratta dell'ennesima struttura a un piano solo costruita in modo completamente diverso da un grattacielo moderno, e solo per questo imparagonabile al WTC-7; poi i pompieri riferirono che il calore aveva fatto cedere alcune travi del tetto, ma non parlarono affatto di crollo totale, e infatti delle foto mostrano chiaramente come la cartiera sia rimasta perlopiù in piedi, nonostante un cedimento parziale, asimmetrico e localizzato - proprio il tipo che un incendio può causare; molte altre foto successive all'incendio sono visibiliqui).
 La lista di esempi portati dai sostenitori della versione ufficiale finisce qui.
Si può notare come ognuno di questi esempi sia del tutto fuori luogo e imparagonabile al caso del WTC-7 per due motivi:
  • Si è sempre trattato di cedimenti parziali e asimmetrici (proprio del tipo compatibile con incendi) completamente diversi dal crollo totale e simmetrico del WTC-7 (del tutto incompatibile con degli incendi).
  • Si sono sempre portate come esempio costruzioni profondamente diverse dal WTC-7, dal punto di vista strutturale.
Questo secondo punto è fondamentale e non deve essere sottovalutato. Un moderno grattacielo viene costruito rispettando requisiti di resistenza ben precisi e del tutto diversi da strutture come cartiere o cinema (ossia molto più elevati): 

«Il fattore di sicurezza minimo obbligatorio per una struttura in acciaio e cemento armato è del 600%. Una struttura simile deve essere progettata per reggere un carico pari a sei volte il suo carico massimo. I calcoli vengono fatti sei volte in eccesso per avere la certezza che la struttura non ceda nemmeno in situazioni critiche.» Fonte: "Engineering and Technical Handbook" di McNeese e Hoag, Prentice Hall, 1959, p. 47).

Questo significa che il fuoco avrebbe dovuto indebolire e far cedere l'83,4 della struttura del WTC-7 per farlo collassare, e considerando che stiamo parlando di incendi di queste dimensioni e di danni di questa gravità, sembra davvero impossibile.
Ma il punto è che se anche fosse avvenuto, in ogni caso non dimostrerebbe affatto che la versione ufficiale è plausibile o anche solo fisicamente possibile. 

I difensori della versione ufficiale, infatti, si sforzano in ogni modo di dimostrare che all'interno delle Torri Gemelle e del WTC-7 si era sviluppata una temperatura sufficientemente elevata da ammorbidire e far cedere l'acciaio, ma non sembrano rendersi conto che, se anche così fosse, in ogni caso questo non spiegherebbe affatto i crolli totali e impossibilmente simmetrici, rapidi e precisi delle Torri Gemelle e del WTC-7 (vedi qui  e qui per i dettagli), che continuerebbero a risultare inspiegabili a meno di non ammettere che sia avvenuta una demolizione controllata.
Degli incendi sparsi casualmente in un edificio, infatti, per quanto siano caldi non possono produrre per caso un crollo IDENTICO a una demolizione controllata.
Riguardate il crollo del WTC-7. Credete che un'implosione così perfetta, rapida, precisa e simmetrica, possa essere il risultato di un cedimento strutturale casuale causato da incendi?

La versione ufficiale rimarrebbe indifendibile e impossibile perfino se si scoprisse che all'interno delle Torri e del WTC-7 si erano raggiunte temperature di 2.000 °C. Chi difende la versione ufficiale tende a non capirlo perché si è ormai del tutto sconnesso dalla questione in esame. Non gli interessa più capire cosa può e non può essere successo l'11 settembre 2001: ormai lo scopo per lui è diventato solo quello di "smentire i complottisti", a qualunque costo e con qualunque mezzo.
Così facendo si dimentica che qui la domanda a cui rispondere non è: "Può il fuoco portare al cedimento dell'acciaio?", perchè è ovvio che possa, se raggiunge temperature sufficientemente elevate e si trova nelle condizioni giuste.
Qui la VERA domanda a cui rispondere è: "possono i modesti incendi sparsi e asimmetrici del WTC-7 aver provocato per puro caso un crollo IDENTICO a una demolizione controllata?". (dettagli) (dettagli)

E' questa la domanda a cui rispondere, perché è questa che determina se la versione ufficiale dei fatti è fisicamente possibile o meno.
E il punto in discussione è ancora questo, lo è sempre stato.

I sostenitori della versione ufficiale, invece, nella loro foga di smentire i "complottisti" non si fanno scrupolo ad infognarsi in discussioni che a ben vedere con la versione ufficiale non c'entrano nulla e a storpiare il problema in: "Nessun edificio in acciaio è mai crollato a causa del fuoco", dimenticandosi regolarmente di aggiungere i termini (fondamentali): "MODERNO GRATTACIELO" e "crollato COMPLETAMENTE", che cambiano del tutto il senso della frase.

Il WTC-7 rimane infatti a tutt'oggi l'unico moderno grattacielo in acciaio ad essere mai crollato completamente a causa del fuoco. E questo è un fatto innegabile, per quanto a molti possa dare fastidio.

Continua qui: