sabato 1 gennaio 2022

Vaccini, la Befana vien con l’obbligo, vero o mascherato da Super green pass. - Giacomo Salvini

 

L'EREDITÀ DI DRAGHI - È certa l'estensione ai lavoratori della Pubblica amministrazione dell'obbligatorierà del siero. Ieri gli uffici tecnici di Palazzo Chigi e del ministero della Salute si sono messi a studiare la nuova norma. Conte: “Subito i ristori”.

“Abbiamo fatto molte cose buone, auguri a tutti”. Chiudendo il Consiglio dei ministri che aveva appena approvato le nuove misure per contenere il dilagare della variante Omicron, mercoledì sera, Mario Draghi ai ministri ha dato l’impressione di aver concluso il suo compito da capo del governo. Però poi, dopo il duro litigio tra Lega e M5S e il fronte rigorista di Pd, Leu e Forza Italia, il premier ha annunciato un nuovo provvedimento a inizio anno: “Approveremo il Super green pass per il lavoro nel prossimo Cdm”. La data è cerchiata: il 5 gennaio. Intanto se il pass rafforzato per trasporti e ristoranti entrerà in vigore dal 10 gennaio fino al 31 marzo, le nuove norme sulla quarantena (che cessa con un tampone) dovrebbero valere da oggi con la pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale. Inoltre, sarà introdotto un prezzo calmierato per le mascherine Ffp2. Giuseppe Conte chiede “ristori subito” per le attività colpite e un nuovo scostamento di bilancio.

Draghi però ha fretta: avrebbe voluto inserire l’obbligo del vaccino anche per i lavoratori già mercoledì, ma l’asse tra Giancarlo Giorgetti e Stefano Patuanelli glielo ha impedito. Chi ha partecipato alle riunioni con il premier però ha avuto la netta sensazione che l’estensione massima del certificato verde – o in alternativa l’obbligo vaccinale – sia l’eredità che Draghi vuole lasciare prima di affrontare l’elezione del presidente della Repubblica. Una misura che vorrebbe dire obbligo vaccinale di fatto perché imporrebbe a tutti i lavoratori di immunizzarsi. Il tampone, insomma, non basterà più.

Così da ieri gli uffici tecnici di Palazzo Chigi e del ministero della Salute si sono messi a studiare la nuova norma. Certa è, su spinta del ministro di FI Renato Brunetta, l’introduzione dell’obbligo di vaccino per i lavoratori della Pubblica amministrazione. Oggi l’obbligo vaccinale riguarda il personale sanitario, le forze dell’ordine e il personale scolastico. L’intenzione di Draghi, però, è anche quella di applicare il pass rafforzato anche per i settori del privato. Il timore del premier, mercoledì, era quello di far andare in tilt alcune filiere come quella dell’agricoltura e dell’edilizia ma ieri da Palazzo Chigi facevano sapere che sarebbe difficile distinguere le categorie dei lavoratori. Con ogni probabilità, il decreto del 5 gennaio introdurrà un tempo cuscinetto per dare tempo ai lavoratori di vaccinarsi. Resta aperto invece il nodo dei controlli e delle sanzioni: più facili nel pubblico impiego, più complicati nel settore privato. Su questo e sui dubbi tecnici del provvedimento, da lunedì Draghi parlerà con i sindacati e le imprese per capire come la pensano. Cgil e Confindustria preferirebbero l’obbligo vaccinale tout court. Ipotesi difficile ma non esclusa nel governo. Ieri, su Repubblica, lo ha proposto il segretario del Pd Enrico Letta, a cui ha risposto positivamente la ministra forzista Mariastella Gelmini: “Siamo favorevoli sia all’obbligo che al Super green Pass”. Il M5S preferirebbe l’obbligo vaccinale per non escludere disoccupati e pensionati.

Resta da convincere la Lega. Che, come spesso accaduto in questi mesi, ha una doppia faccia. La prima è quella dei presidenti di Regione guidati da Massimiliano Fedriga e Luca Zaia, che mercoledì mattina erano stati i primi a chiedere al governo di estendere il pass al lavoro; la seconda è quella di Matteo Salvini che ha imposto il suo “no” al suo capodelegazione in cabina di regia Giorgetti. Il numero due del Carroccio però ha precisato che la Lega non è pregiudizialmente contraria ma l’obbligo del pass rafforzato dovrà essere accompagnato da una “lista dei lavoratori fragili esenti”, si dovrà prevedere una forma di risarcimento per danni da vaccino ed “eliminare la manleva”, ossia il consenso informato da firmare per immunizzarsi. Una mediazione, alla fine, si troverà. Forse l’ultima del governo Draghi.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/31/vaccini-la-befana-vien-con-lobbligo-vero-o-mascherato-da-super-green-pass/6441663/

venerdì 31 dicembre 2021

Buon anno!

 

Sto pensando che l'anno 2021 sta finendo dopo aver apportato danni, ma dobbiamo essere fiduciosi nel prossimo 2022, anche se dalle premesse manifestate non credo che la fiducia sia ben riposta. Si aggirano troppe teste di rapa che, per mettere in evidenza la loro dabbenaggine travestita da saccenza, spargono virus di ignoranza.
E, come sempre succede, chi rispetta le regole deve sottostare alla volontà di chi non le rispetta e non ci sono leggi che tengano, se non vengono applicate, perché sappiamo bene che vengono varate per dare un senso di giustizia, ma restano lì, in bella vista, come la solita presa per i fondelli.
E no, non credo che qualcosa migliorerà nel tempo, la vita e la storia mi hanno insegnato che il trascorrere del tempo deteriora ulteriormente il senso delle cose e che si dà più importanza al futile che al necessario, che ci sarà sempre chi prevaricherà sul debole per ottenere l'impossibile.
No, non credo che si farà qualcosa per preservare l'ecosistema terrestre, chi possiede un terzo delle potenzialità del pianeta non ha intenzione di privarsene e, per quanto possa vivere su questo pianeta, non ne vedrà mai la fine, oppure migrerà su altri mondi.
Al punto in cui siamo non vedo soluzioni al malessere che attanaglia i giusti.
Pertanto, auguro a tutti voi un 2022 pieno di speranza e buoni propositi, quelli, almeno, ci faranno stare meglio...

cetta

giovedì 30 dicembre 2021

La sanità a Palermo.

 

La sanità a Palermo è il caos totale.

Se fai una richiesta di visita medica tramite lo sportello online, puoi aspettare mesi, fino a quando decidi di disdire la richiesta e vai allo sportello materiale.

Ma, anche allo sportello materiale, se trovi un impiegato su tre sportelli disponibili sei fortunato, pertanto, aspetti ore per il tuo turno. 

A turno ultimato ti presenti allo sportello dove trovi l'impiegato che, chiamato mentre si faceva i fatti suoi, è incazzato nero e comincia farti tante di quelle proposte oscene che per la rabbia lo frusteresti, ma accetti che ti mandi a 30 km da casa e dopo 4 mesi per una visita, da effettuare "entro 10 giorni" dalla data della prescrizione medica.

E non è finita, perché, disdetta delle disdette, ti mettono anche un ticket da pagare in esenzione totale E01.

Questo significa che dovrò pagare, anche se esente, perchè, naturalmente, mi faranno tutte le obiezioni del caso se non pago...

Ed è completamente inutile cercare di scrivere all'azienda ospedaliera per chiedere chiarimenti perché ai numeri presenti nell'apposito link non rispondono e se invii una email all'indirizzo segnato sempre nell'apposito link si ha questa risposta: 

""L'indirizzo a cui hai inviato il messaggio non è stato trovato nel dominio di destinazione. Potrebbe essere stato digitato in modo errato o non esistere. Prova a risolvere il problema eseguendo una o più delle operazioni seguenti:

  1. Invia di nuovo il messaggio, ma prima elimina e ridigita l'indirizzo. Se il programma di posta elettronica suggerisce automaticamente un indirizzo, non selezionarlo.
  2. Cancella la cache di completamento automatico dei destinatari nel programma di posta elettronica seguendo la procedura descritta in questo articolo: Codice di stato 5.1.1. Quindi invia di nuovo il messaggio, ma prima elimina e ridigita l'indirizzo.
  3. Contatta il destinatario in altro modo (ad esempio tramite telefono) per verificare che l'indirizzo usato sia corretto. Chiedi al destinatario se ha configurato una regola di inoltro della posta elettronica che potrebbe inoltrare il tuo messaggio a un indirizzo non corretto.""
Premetto che non ho digitato l'indirizzo, ma l'ho copiato ed incollato, quindi non posso averlo sbagliato.

Questo è il sistema sanitario odierno: definirlo caos è limitativo... è un eufemismo.

Ci fu un tempo in cui tutto funzionava alla perfezione, ma non avevamo un governo di MIGLIORI ... mi domando che succederà quando ne avremo uno di PEGGIORI...

cetta

Sarò Franco. - Marco Travaglio

 

Nel Paese di Sottosopra non deve discolparsi chi vuole al Quirinale un puttaniere pregiudicato che ha frodato il suo Paese e finanziato la mafia, ma chi inorridisce all’idea. La Camera celebra un consigliere regionale che si uccide dopo la condanna per essersi pagato le spese private coi soldi nostri, confondendo suicidio e assoluzione. E il Governo dei Migliori riesce a far peggio dei Peggiori di prima non solo sulle nuove regole anti-Covid: roba da manicomio. Ma anche sul suo atto più importante: la legge di Bilancio. L’anno scorso, dopo il lockdown, i Dpcm per la seconda ondata e la raffica di dl Ristori da 150 miliardi, il noto peggiore Conte la depositò il 18 novembre e dopo 26 giorni iniziò l’esame. Quest’anno, senz’alcuna scusa plausibile, con 10 mesi per prepararla e una maggioranza bulgara senza oppositori, Draghi la licenzia in Cdm il 28 ottobre, la annuncia in Senato per il 16 e poi continua a pasticciarla, presentando il testo solo il 6 dicembre (e lasciando in bianco la casella su come ripartire gli 8 miliardi di tagli fiscali). Così, tra il deposito della legge e l’inizio dell’esame, passano ben 39 giorni e solo il Senato riesce a darle un’occhiata, approvandola il 24 dicembre con la fiducia. Alla Camera restano tre giorni per timbrarla a scatola chiusa (anche lì con fiducia), sennò si va alla terza lettura e all’esercizio provvisorio nel 2022.

Così Draghi, con 35 fiducie in 10 mesi e mezzo (3,2 al mese), straccia il record di Monti (3 al mese), cioè l’altro governo con la maggioranza più larga mai vista. Il Conte-2, noto “vulnus democratico” per il Rignanese e il Cassese, ne chiese 2,25, seguìto dal Gentiloni (2,13), dal Renzi (2), dal Letta (1,11), dal Berlusconi-3 (1,07) e dal Conte-1 (1). Questa collezione di trionfi si deve, oltreché a SuperMario, al suo ministro Daniele Franco che, quanto a pasticci e marchette, fa rimpiangere Cirino Pomicino. Infatti è il principale candidato a diventare premier nel caso in cui l’attuale ascenda al Colle. Resta inevasa una domanda, che ci ronza in capo da quando s’insediò il Governo dei Migliori (o “di alto profilo”, per dirla con Mattarella) e scoprimmo che, su 23 ministri, nove erano gli stessi del Conte-2 e tre del Conte-1, quindi Peggiori. Pensammo, sbagliando, che i Migliori fossero i sette tecnici: Bianchi, Messa e Giovannini, tre ectoplasmi; Colao, estinto; la Cartabia, autrice della peggior riforma della giustizia della storia; Cingolani, candidato unico al Premio Attila 2021; e appunto Franco, quello del Bilancio-catastrofe. Tutta gente che fa rimpiangere chi c’era prima. Chi rimane a garantire la qualifica di Migliori a tutti gli altri? Brunetta, Carfagna, Gelmini e Orlando. O uno dei quattro. Noi, trattandosi di “alto profilo”, optiamo senza indugio per Brunetta.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/30/saro-franco/6440790/

Nuova Irpef, bollette, Superbonus, ecco la manovra. - Silvia Gasparetto

 

Con la lotta al Covid interventi per 32 miliardi, pioggia di micronorme.

Arriva al traguardo sul filo dell'esercizio provvisorio la prima manovra del governo Draghi. Una legge di Bilancio tutta espansiva che distribuirà a famiglie e imprese oltre 32 miliardi nel 2022. Il voto finale del provvedimento oggi entro le 12.

Le novità sono tante: il taglio delle tasse, Quota 102, Ape social allargato e Opzione donna, in attesa della riforma delle pensioni, i nuovi ammortizzatori sociali universali, la stretta anti-delocalizzazioni, il rifinanziamento del Reddito di cittadinanza, rivisto e corretto per evitare abusi, così come il Superbonus, alla fine confermato senza i paletti immaginati dal governo.

Non manca l'attenzione agli ultimi, dai disabili, ai malati rari, alla distribuzione di cibo per i più poveri, alle donne vittime di violenza.

E anche agli uomini che le commettono. Ma tra le norme, votate tutte in una notte dalla commissione Bilancio del Senato e confermate dalla Camera con il voto di fiducia in serata, l'hanno spuntata anche lo stop all'allevamento di animali da pelliccia e la proroga per i partiti per chiedere l'accesso al 2xmille.

ANCORA AIUTI ANTI-COVID. Sostanzioso il pacchetto anti-pandemia, con la proroga per tre mesi dell'esenzione della tassa per i tavolini all'aperto e un fondo da 150 milioni per turismo, spettacolo e auto. Non mancano interventi su singole filiere, dal tessile di Prato ai porti della Sardegna, mentre per proteggere i lavoratori ci sono 700 milioni per la Cig straordinaria. Arrivano nuovi stanziamenti per cure e vaccini (anticipati poi alle spese 2021) e per la struttura del commissario Figliuolo. Risorse anche per stabilizzare medici e infermieri.

SCUOLA, DALLO PSICOLOGO ALLA MATURITA'. Aiuti in chiave anti-Covid anche alla scuola, dai fondi per il sostegno psicologico degli studenti al cambio in corsa delle regole dell'esame di maturità solo con ordinanza, così come già successo quest'anno, per proteggere ragazzi e insegnanti dal contagio. Per ridurre i disagi legati ad assenze e supplenze per Covid prorogati fino a giugno sia i prof sia il personale Ata assunto in più durante l'emergenza.

LE TASSE CALANO, DA IRPEF-IRAP ALL'IVA. La nuova Irpef sarà a 4 aliquote (23%, 25%, 35%, 43%), e vengono riscritte anche le detrazioni, con una clausola salva-bonus 100 euro per i redditi bassi. C'è la cancellazione dell'Irap per 835mila autonomi. Nel pacchetto anche lo sconto, ma solo per un anno, di 0,8 punti percentuali dei contributi per i redditi fino a 35mila euro.
Sempre sul fronte fisco, viene sterilizzata l'Iva per il terzo settore fino al 2024, si riduce al 10% l'Iva sugli assorbenti e ci saranno 6 mesi di tempo per pagare le cartelle notificate nel primo trimestre.

BOLLETTE, LOTTA AL CARO ENERGIA. Per le famiglie arriva un sollievo, temporaneo, sulle bollette da gennaio ad aprile, che potranno essere spalmate in 10 rate. Nel primo trimestre annullati gli oneri di sistema per le utenze della luce fino a 16kwh. Giù al 5% l'Iva sul gas, tagliati gli oneri di sistema.

LAVORO, CASA, SPORT, SI PUNTA SUI GIOVANI. C'è la proroga dello sconto sul mutuo per gli under 36, ma anche lo sconto per l'affitto per i giovani under 31. Ci sono poi 2 milioni in più per le attività sportive universitarie e altrettanti per le spese informatiche degli studenti fuori sede. Arrivano 600mila euro per il Giro d'Italia Under 23. In più le Pmi che assumono con contratti di apprendistato avranno lo sgravio del 100% dei contributi per tre anni, con invece multe salate a chi non paga i tirocini.

SUPERBONUS ALLARGATO. Salta il tetto Isee per il Superbonus per le villette, basterà aver completato il 30% dei lavori entro giugno per godere della proroga fino a fine 2022. Per il prossimo anno ci sarà anche un bonus del 75% per abbattere le barriere architettoniche. Equiparati i lavori trainanti e trainati, compresi quelli per il fotovoltaico, e prorogati a tutto il 2025 gli interventi nelle aree colpite dal sisma. Per tutti i bonus restano sconto in fattura e cessione del credito.
Confermato il bonus mobili, con tetto rivisto a 10mila euro, e prorogato il bonus idrico. Tagliato invece il bonus facciate dal 90% al 60%.

GREEN. Molte le norme amiche dell'ambiente, dal fondo per accompagnare le imprese nella transizione, alla garanzia per gli investimenti green al nuovo Fondo italiano per il clima. Non mancano risorse per la lotta agli incendi, per il riassetto dei corsi d'acqua e per il potenziamento dei centri di riutilizzo.
Il "Fondo per la strategia di mobilità sostenibile" servirà al rinnovo del parco autobus, per i treni a idrogeno, per i carburanti puliti e per le metro di Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino.

PIOGGIA DI MICRONORME. Il record dei micro interventi è quello dei 7.000 euro per esentare dal pedaggio autostradale vigili del fuoco, forestale e protezione civile valdostana. Poi si va dagli 82mila euro per il comune di Verduno per assumere 2 amministrativi ai 600mila euro per i campi sportivi dell'istituto Mennea di Barletta. Oltre ai classici fondi per le api, gli esuli della ex Jugoslavia o per i carnevali storici, arrivano risorse per numerosi anniversari, dalla Dc a Berlinguer e Pasolini. 

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/12/29/nuova-irpef-bollette-superbonus-ecco-la-manovra_7ae9fc21-507e-4021-8d47-16f959f5aac0.html

mercoledì 29 dicembre 2021

Riforma Irpef, i grandi giornali “scoprono” che i maggiori vantaggi vanno ai redditi medio-alti. Tutti zitti quando Draghi al Fatto rispose: “Non è vero” - Chiara Brusini

 

Sei giorni dopo la conferenza stampa di fine anno Repubblica, Corriere e Stampa danno grande risalto a numeri che dimostrano come l'intervento su aliquote e detrazioni garantisca il risparmio maggiore a chi ha un imponibile di circa 40mila euro di reddito. Come è noto da tempo: bastava leggere le tabelle del Tesoro, pubblicate invece con titoli che avvaloravano le tesi del governo. Nessuno (con l'eccezione del Tg La7) rileva il contrasto tra le "nuove" simulazioni e la risposta data dal premier, che aveva scatenato ironie e trollate sui social.

“Il taglio dell’Irpef premia i redditi medio alti” (La Stampa). “Irpef, chi perde e chi guadagna: ai dirigenti il beneficio maggiore” (Repubblica). “L’Upb: favoriti i redditi medio alti” (Corriere). Dodici giorni dopo lo sciopero generale e sei giorni dopo la conferenza stampa di fine anno, durante la quale Mario Draghi rispondendo a una specifica domanda del fattoquotidiano.it ha detto che “i principali beneficiari della riforma fiscale sono lavoratori e pensionati a reddito medio basso”, i grandi giornali mettono nero su bianco che le cose non stanno così. Citando una nota dell’Ufficio parlamentare di bilancio oggi spiegano che la fascia per la quale arriveranno i maggiori vantaggi è quella poco sopra i 40mila euro di reddito, a fronte di un imponibile medio che per i lavoratori dipendenti si ferma a 21mila. Cifre che non sono certo una sorpresa: lo studio risale al 20 dicembre e tutte le precedenti simulazioni, comprese quelle del Tesoro, dicevano lo stesso, come scritto più volte dal fattoquotidiano.it. L’unica cosa che è cambiata, nel frattempo, è che Draghi ha lasciato intendere che non disdegnerebbe la salita al Colle, suscitando una reazione fredda – per la prima volta dopo 10 mesi di governo – da parte dei leader dei partiti di maggioranza.

Da notare che nessuno degli articoli (a differenza del servizio del Tg La7 andato in onda lunedì sera) rileva il contrasto tra le simulazioni dell’Upb a cui ora viene dato tanto risalto e l’affermazione tranchant del premier, che – di fronte alla richiesta di motivare la scelta di un intervento vantaggioso soprattutto per i redditi medio alti – aveva scandito: “Non è vero“. Scatenando l’esultanza di un gruppo di fan che via Twitter ha pesantemente ironizzato sulla domanda, spesso con l’hashtag #sdeng ma senza andare per il sottile sul merito della questione.

Manovra, alla Camera la Commissione finanze non esprime il parere: 'Poco tempo per pronunciarsi'
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Primo della lista il deputato renziano Luigi Marattin, presidente della commissione Bilancio della Camera, secondo cui il giornalista del fatto.it aveva “ripetuto le bufale su cui è stato indetto lo sciopero”: oggi Marattin riconosce che in effetti è vero, con la riforma si è “dato un po’ di più – in valore assoluto – alla fascia 40-50mila euro”, ma “era la fascia più ignorata negli ultimi 10 anni”. Non di bufala si trattava, dunque. Gran successo social anche per il tweet del giornalista e blogger esperto di internet Massimo Mantellini che ha colto l’occasione per blastare Il Fatto (“Il giornalista fa la domanda citando dati economici sul calo delle tasse. Draghi risponde: quello che ha detto non è vero, grazie. In pratica la storia del Fatto Quotidiano in dieci secondi”).

E dire che i numeri sono cristallini. Aver destinato i 7 miliardi disponibili al taglio delle aliquote Irpef per razionalizzare quelle marginali, invece che concentrarsi sulle imposte che gravano sulle buste paga dei lavoratori, comporta inevitabilmente che ci guadagni di più chi oggi versa di più. “Si è dato maggior peso all’efficienza rispetto all’equità”, come hanno sintetizzato su lavoce.info Silvia Giannini e Simone Pellegrino. Le stesse tabelle del Tesoro, mai presentate ufficialmente ma pubblicate da alcune testate proprio nel giorno dello sciopero con titoli che avvaloravano la versione del governo (“Così il mix favorisce i redditi più bassi”, era per esempio quello della Stampa), restituiscono dati identici a quelli elaborati dalla Cgil. Mostrando che l’intervento sulle aliquote e la riforma delle detrazioni garantiscono il risparmio maggiore in corrispondenza dei 40mila euro di reddito: 945 euro l’anno contro i 204 euro l’anno che resteranno in tasca a chi ha uno stipendio da 20mila euro lordi. Solo nel 2022 i redditi fino a 35mila euro avranno un piccolissimo vantaggio aggiuntivo grazie alla mini decontribuzione dello 0,8%. Sommando anche questo risparmio (come ha fatto Draghi leggendo le tabelle Mef) si ottiene in effetti che l‘incidenza percentuale dei benefici per un lavoratore single con 15mila euro di reddito è superiore a quella di uno che ne guadagna 40mila. Ma il confronto lascia il tempo che trova, visto che il taglio dei contributi a differenza della riforma Irpef vale solo per un anno. Per tacere il fatto che quel che conta, a fine mese, è la cifra assoluta e non certo la percentuale. E con 17 euro al mese non si fa molto.

La Stampa, 16 dicembre
La Stampa. 28 dicembre






Discorso analogo per l’assegno unico per i figli, che non è ovviamente incluso nelle simulazioni dell’Upb perché nulla c’entra con la riforma Irpef, dipende dall’Isee familiare e verrà versato solo a chi ne fa richiesta all’Inps (sulla carta ne hanno diritto poco più di 7 milioni di famiglie con figli, su una platea di 25 milioni di nuclei tra cui quelli composti da una sola persona). Anche in questo caso, comunque, le tabelle del Mef mostrano che i maggiori vantaggi della misura, ipotizzando un improbabile Isee pari a zero, andranno ancora una volta a chi ha redditi complessivi da 40mila euro annui: 2.068 euro l’anno per un nucleo monoreddito con due figli e 2.455 euro l’anno per una coppia con due figli in cui entrambi i coniugi lavorano e uno dei due guadagna 15mila euro. Una famiglia con lo stesso numero di figli e in cui entra un solo stipendio di 10mila euro lordi l’anno dovrà accontentarsi di un vantaggio netto, per effetto del nuovo assegno, pari a 1.100 euro annui. Sdeng?

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/28/riforma-irpef-i-grandi-giornali-scoprono-che-i-maggiori-vantaggi-vanno-ai-redditi-medio-alti-tutti-zitti-quando-draghi-al-fatto-rispose-non-e-vero/6439284/

martedì 28 dicembre 2021

«Don’t look up», 5 motivi per cui è il miglior film dell’anno (e della pandemia). - Francesco Prisco

 

L’opera di McKay ci spiega i meccanismi sociali, psicologici, politici e mediatici che entrano in gioco quando l’uomo si confronta con un’emergenza.

Sì, è vero: è una commedia, ma una commedia alla Stranamore, quelle in cui ridi per non piangere. Non è neanche un film perfetto, ma un film non deve essere necessariamente perfetto per essere un capolavoro. Don’t look up di Adam McKay, in streaming su Netflix dopo un affaccio nelle sale cinematografiche a inizio dicembre, è di sicuro il miglior film di quest’anno, l’unico possibile sulla pandemia, la cosa che meglio ci spiega i meccanismi (sociali, psicologici, politici e mediatici) che, nel Terzo millennio, entrano in gioco quando l’umanità si confronta con un’emergenza.

Il bello è che nell’opera interpretata da Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence neanche si parla di pandemia: l’argomento è una cometa che fa rotta sulla terra, lasciandole poco più di sei mesi di vita. Un disaster movie che non si prende sul serio, strizza l’occhio alla generazione Greta, con la benedizione di tutta la Hollywood Dem, non parla mai di climate change ma anzi ci offre un ritratto impietoso di come sul pianeta abbiamo gestito questi quasi due anni di coronavirus. Per almeno cinque motivi: questi.

È la fine del mondo ma chi se ne frega.

«Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» Se lo chiedeva il Vangelo di Luca. Don’t look up ci fa un’altra domanda: se la Scienza bussasse al Palazzo dicendo di avere con sé le prove dell’imminente fine del mondo, verrebbe presa sul serio? La risposta è no: il presidente degli Stati Uniti d’America (una caricaturale Meryl Streep che è tanto Trump e un po’ Hillary) ha altro a cui pensare quando DiCaprio e la Lawrence arrivano con l’infausta notizia: qualche problema con la nomina di un giudice della Corte suprema, l’ennesimo sex gate, la campagna elettorale che si avvicina. Chi se ne frega della fine del mondo. Non sarà mica la fine del mondo.

Per un pugno di click.

Non fanno una figura migliore i media: le tv mainstream (ossessionate dalla necessità di spettacolarizzare), i grandi giornali (che ti seguono fino a quando quello che dici ha un seguito), le testate digital first (ossessionate dalle regole della viralità). Ti comprano e ti vendono per un pugno di click.

La gaia scienza alla fiera delle vanità.

Prendi un onesto ricercatore, vita trascorsa tra libri e laboratori. Mettilo sulla ribalta, fanne l’uomo del giorno per 365 giorni l’anno. Come minimo finirà per godersi il momento fino ad autocompiacersi, prendere qualche cantonata, magari perdere la testa: Di Caprio è tutto questo. E ricorda un po’ molti virologi, infettivologi ed epidemiologi che in questi due anni ci hanno arricchito i palinsesti.

La privatizzazione dell’universo.

C’è da salvare il mondo e il governo americano ha un piano. All’ultimo secondo lo mette da parte, per fare posto al piano di una big tech, guidata da un tizio che è una via di mezzo tra Steve Jobs, Jeff Bezos ed Elon Musk (Mark Rylance). Finanzia le campagne elettorali, perché non dovrebbe avere l’ultima parola nelle scelte dell’amministrazione? Siamo alla definitiva privatizzazione dell’universo, processo che oggi intuiamo con le missioni di Blue Origin e SpaceX. Costosissimi giocattoloni del miliardario di turno cui persino la Nasa ha finito per affidarsi.

Morire sì, ma dopo averlo condiviso nelle stories.

Al fin della fiera: che impatto avrebbe su di noi questa benedetta fine del mondo se venisse a farci visita? Inizialmente ci interesserebbe poco meno di una storia di corna tra un rapper e una cantante. All’approssimarsi dell’Armageddon, tuttavia, qualche riflessione più profonda ci ritroveremmo per forza di cose a farla. La morte che incombe è un’idea che non ti lascia indifferente. Alla fine ti ci abitui, perché l’essere umano si abitua a qualsiasi cosa. E allora scendi a patto col fatto che morirai. Ma, chissà perché, solo dopo averlo condiviso nelle stories.

https://www.ilsole24ore.com/art/don-t-look-up-5-motivi-cui-e-miglior-film-dell-anno-e-pandemia-AE5jpm4