Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 29 maggio 2023
IL MISTERO DI HAYU MARCA.
domenica 28 maggio 2023
Su Verga, Rosso Malpelo. - G.Middei
Vi ricordate di Verga? Di Rosso Malpelo? A quanto pare è tossico per i giovani e va bandito dalle scuole.
Susanna Tamaro al Salone del libro ha pensato bene di suggerire di far bandire Verga dalle scuole. Perché? Perché secondo la scrittrice i classici sono deleteri: «Io odiavo già alle medie. Basta». Ormai con ristezza mi rendo conto che è nata una nuova moda: disprezzare la nostra arte, la nostra letteratura, fino ad arrivare ad affermare come Formigli che la «cultura italiana non esiste».
Ma di cosa parla Rosso Malpelo? Della ferocia dell’uomo nei confronti di chi è diverso, della povertà, quelle povertà in cui sprofonda il Sud! E per fortuna che c’è qualcuno che ne ha parlato, mi permetto di aggiungere! Insegna ai giovani a riflettere sulle disuguaglianze sociali e sui soprusi perpetrati dai potenti contro i deboli. Secondo voi è tossico tutto questo?
Io ricordo ancora quasi lessi per la prima volta Rosso Malpelo, ricordo che pensai «ma perché lo odiano tanto? Soltanto perché è diverso?» Ricordo che mi commossi del dolore di questo ragazzino solo, senza padre, che aveva tutti contro. E sapete una cosa? Crescendo ho toccato con mano quest’odio: perché in una società che ha fatto dell’ignoranza un vanto e della presunzione una virtù, basta poco per essere etichettati come strani! Magari perché ti piace leggere, o perché ami la solitudine o perché te ne freghi di chi ha vinto l’ultima edizione del grande fratello o l’ultimo campionato di calcio. Ecco, tutti noi una volta nella vita ci siamo sentiti come Rosso Malpelo.
E questo dovrebbe insegnarti la scuola: a conoscere il mondo che ti circonda, a dare un nome alle tue emozioni, ad avere compassione e a prendere le parti dei più deboli. Ecco perché vorrei rispondere così alle parole della Tamaro: cosa fa crescere i ragazzi, cosa li educa al pensiero, alle emozioni, alla compassione: Rosso Malpelo o la letteratura alla melassa, come l’ha definita la fondazione Verga, che vorreste propinarci?
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Cari amici è da poco uscita la nuova ristampa del mio romanzo Clodio, se vi piacciono la storia e la filosofia, potete leggerne un estratto gratuito a questo link: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848
Foto - https://sites.google.com/site/mistraltimes/home/novelle-e-poesie/giovanni-verga/rosso-malpelo
#scuola #istruzione #letteratura #cultura
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HIC ET NUNC! [Qui ed Ora!] - Simone Terreni
Il Latino non è una lingua morta! Ogni settimana spiego e racconto un Motto Latino.[Quinta Puntata]
Oggi tocca a una locuzione semplice e famosa: Hic et Nunc!
Era un’espressione latina di uso comune.
Spesso attribuita in modo errato al poeta Orazio, che però la usò moltissimo e la inserì nella sua poetica.
Era spesso accompagnata a una richiesta urgente, un ordine, un adempimento. Qualcosa che non poteva essere rimandata e che doveva essere svolta il prima possibile. Qui ed ora!
La Filosofia poi ha fatto suo questo motto.
Il filosofo esistenzialista tedesco Heidegger lo usa nella sua opera più importante “Essere e tempo”.
Walter Benjamin, altro filosofo tedesco, lo cita nei suoi saggi sull’arte.
L’americano Dan Millman lo usa nel suo best seller sulla crescita personale in La via del Guerriero della Pace.
Senza contare che il concetto del "qui e ora”, ossia l'enfasi sul momento presente, la ritroviamo anche nella contro cultura americana della Beat Generation e Hippie, nel Buddhismo, nella dottrina Zen. Richard Bach la cita esplicitamente nel suo libro cult Il Gabbiano Jonathan Livingston.
Viene usata anche la forma:
HIC ET NUNC UBIQUE ET SEMPER!
[Qui ed Ora, Ovunque e Sempre]
Il motto nei secoli ha avuto un successo pazzesco e anche ai giorni d’oggi ispira le persone in tutto il mondo: Cantine, Negozi, Compagnie Teatrali, Associazioni, Organizzazioni, Aziende, Agenzie di viaggio e naturalmente Tatuaggi.
E oggi? Quale significato ha oggi?
È un invito a non procrastinare. A non vivere in funzione di un passato nostalgico o di un futuro sfuggente. Non abbiamo che il presente. Non rimandate, non posticipate, quello che deve essere fatto, va fatto proprio in questo luogo e proprio in questo momento: Qui ed ora!
Non solo: in un mondo di notifiche e di social effimeri, è anche un invito a rimanere ben concentrati su quello che stiamo facendo, vivendo: Qui ed Ora!
Infine: apprezzare quello che abbiamo, le persone che amiamo, la contemplazione della natura e il valore delle piccole cose. È una forma potente di gratitudine. Lo scopo di oggi è l’Oggi! Hic et nunc!
Mi ricorda tanto il vivere fortemente il presente di Paolo e Francesca di Dante quando leggono il libro Galeotto e poi si baciano tutti tremanti.
Lo conoscevate vero? Vi è piaciuto?
Che motto faccio la settimana prossima?
#piùlatinismi #menoinglesismi
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sabato 27 maggio 2023
Il potere del popolo. - Massimo Erbetti
venerdì 26 maggio 2023
Fossili.
I fossili si stima abbiano circa 280 milioni di anni trovati nell'Australia Occidentale.
https://www.facebook.com/photo?fbid=265602282588560&set=gm.1022497739114706&idorvanity=883782299652918la Creazione di Michelangelo.
Sapete perché nella Creazione di Adamo di Michelangelo sul soffitto della Cappella Sistina le dita di Dio e Adamo non si toccano?
Questo è uno dei dipinti più famosi al mondo, ma vi darà i brividi, se comprendete la storia che c’è dietro. La scena raffigura Dio ed Adamo che si guardano negli occhi. Dio tende la mano verso Adamo e Adamo tende la mano verso il suo creatore. Se guardate bene però noterete che c’è uno spazio che li divide, grande poco meno di un pollice. Ma perché non farli toccare?
Ecco, si racconta che quando Michelangelo completò l’affresco, i cardinali rimasero per ore ad ammirarlo, ma poi gli dissero: ‘Rifallo!’ Erano rimasti scontenti di un dettaglio apparentemente senza importanza. Michelangelo aveva disegnato le dita di Dio e di Adamo che si toccavano. I cardinali chiesero invece che le dita di entrambi fossero separate, e anzi, che il dito di Dio fosse sempre teso al massimo, ma che quello di Adamo si contraesse nell’ultima falange. Perché? Perché se l'uomo vuole toccare Dio, deve allungare il dito, ma se non allunga il dito, può vivere tutta la vita senza cercarlo. L'ultima falange del dito di Adamo rappresenterebbe il libero arbitrio della coscienza.
E se adesso osservate con più attenzione questo dipinto, noterete un altro dettaglio che a molti sfugge: la nuvola che circonda Dio in realtà ricorda la forma di un cervello umano. Il cervello è il simbolo del pensiero. Perché Michelangelo gli diede questa forma? Che cosa vi sta dicendo? Che il pensiero umano, la ricerca dell’infinito, di Dio, devono partire da voi. Se qualcun altro pensa al posto vostro, se qualcun altro vi dice in cosa credere, se rinunciate al vostro libero arbitrio, non potrete mai raggiungere ciò che state cercando.
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Cari amici è da poco uscita la nuova ristampa del mio romanzo Clodio, se vi piacciono la storia e la filosofia, potete leggerne un estratto gratuito a questo link: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848
#arte #arteitaliana #michelangelo
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