lunedì 20 novembre 2023

Un’enorme struttura sepolta sotto l’Australia incuriosisce la comunità scientifica. - Angelo Petrone













Se le sue dimensioni saranno confermate, il cratere Deniliquin potrebbe superare Vredefort, in Sud Africa, il più grande finora identificato.

I ricercatori dell’Università del New South Wales (Australia) suggeriscono in un articolo pubblicato sulla rivista Tectonophysics che il più grande cratere da impatto di un asteroide al mondo potrebbe essere sepolto in profondità nel sud-est dell’Australia. Secondo Andrew Glikson, quando un asteroide colpisce la superficie terrestre si forma un cratere. La cavità risultante presenta una cupola centrale rialzata che, secondo Glikson, è caratteristica delle strutture ad alto impatto. Tuttavia, non è sempre facile, poiché tendono a erodersi nel tempo. Nel corso della storia, sia il continente australiano che il suo predecessore, noto come “Gondwana“, hanno subito numerosi impatti di asteroidi. Finora in Australia sono stati documentati 38 crateri da impatto, oltre ad altri 43 potenziali candidati di varie dimensioni.

In una recente ricerca, Glikson indica che la più grande struttura di impatto sul pianeta potrebbe essere Deniliquin, situata nel New South Wales meridionale, che misura circa 520 chilometri di diametro. Glikson precisa che il cratere Deniliquin sarebbe più grande di quello di Vredefort (Sudafrica), il più grande che sia stato finora individuato, il cui diametro è di 300 chilometri. L’esistenza della struttura Deniliquin è stata proposta per la prima volta alla fine degli anni ’90 dallo scienziato Tony Yeates, che si è basato su schemi magnetici sotto il bacino del fiume Murray nel New South Wales. Una successiva analisi, completata nel 2020, ha confermato l’esistenza di una grande struttura di impatto sotto questa regione del sud-est dell’Australia. Tuttavia, la maggior parte delle prove per il cratere Deniliquin proviene da dati geofisici di superficie, quindi è necessaria la perforazione profonda per la prova dell’impatto. Glikson ha stimato che l’impatto dell’asteroide sia avvenuto 445 milioni di anni fa, verso la fine del periodo del tardo Ordoviciano. Si ritiene che la collisione del corpo roccioso possa aver innescato un grande evento chiamato “glaciazione Hirnantiana“, che ha causato l’estinzione dell’85% delle specie del pianeta. Intanto, lo scienziato ha confermato che verranno raccolti nuovi campioni per determinare l’età esatta della struttura, che richiederà la perforazione del suo centro magnetico.

https://www.scienzenotizie.it/2023/11/18/unenorme-struttura-sepolta-sotto-laustralia-incuriosisce-la-comunita-scientifica-0072134

SULMONA: COMITATI DICONO NO A IMPIANTO TRATTAMENTO RIFIUTI CON DISSOCIATORE MOLECOLARE.

 

SULMONA – I Comitati cittadini per l’ambiente, già da anni in lotta contro la realizzazione del metanodotto Snam e della connessa centrale di spinta di casa Pente, assieme al Comitato Morrone Sulmona, si scagliano ora contro la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti e produzione energia attraverso la tecnologia del dissociatore molecolare pirolitico, un impianto di piccole dimensioni che tratta i rifiuti con un sistema termo-chimico in grado di “scomporli” grazie alla combustione in assenza di ossigeno (pirolisi) e con temperature ridotte ( 400 gradi centigradi circa). L’investimento, della Get-Energy, nel nucleo industriale di Sulmona,  ha un valore da quasi quattro milioni di euro con la presumibile occupazione di una ventina di unità tra personale tecnico specializzato e amministrativi, sostenuto dall’Arap, l’azienda regionale delle attività produttive.

LA NOTA DEI COMITATI.

Questa notizia, come è stato precisato dai quotidiani on line, è stata accolta positivamente in Comune e dall’ARAP, in quanto il nostro territorio deve risollevarsi dalla grave crisi economica che lo attanaglia: ma per Sulmona lo sviluppo può passare solo attraverso i rifiuti? E’ questo il suo futuro?

L’impianto che la società Get-Energy intende installare è un dissociatore molecolare pirolitico, che disassembla le molecole di origine organica complesse per riassemblarle in composti più semplici realizzando un gas sintetico, il SynGasper la produzione di energia elettrica ed energia termica, gas che deve essere poi purificato per la rimozione del particolato, dei gas acidi, degli asfalti ed altri idrocarburi pesanti, attraverso un sistema di filtraggio.

L’impianto funziona a basse temperature (tra i 300 e i 550°) e con pochissimo ossigeno, ma pur sempre di inceneritore si tratta, in quanto la normativa italiana (Dlgs 133/05) all’art. 2, comma 1, definisce come “impianto di incenerimento”: “qualsiasi unità e attrezzatura tecnica, fissa o mobile, destinata al trattamento termico di rifiuti ai fini dello smaltimento, con o senza recupero del calore prodotto dalla combustione…. quali ad esempio la pirolisi, la gassificazione ed il processo al plasma…”

Con questo tipo di impianto possono essere trattati indifferentemente, rifiuti solidi urbani indifferenziati, frazione organica da rifiuti urbani, biomassa, materiali residui da confezionamento, rifiuti industriali, scarti industriali ed agricoli, pneumatici, plastiche, rifiuti ospedalieri, car fluff, scarti di macellazione, residui della lavorazione del petrolio e qualunque sostanza organica, senza necessitare di alcuna preventiva selezione e fino a 32 mila tonnellate di rifiuti all’anno (come riportato dai giornali).

Sempre dai giornali locali leggiamo che la Get-Energy ha scelto “la città ovidiana per la sua collocazione strategica tra Roma e Pescara”: dobbiamo forse prendere in considerazione la possibilità di trattare i rifiuti provenienti da tale asse “strategico” e da altre zone? Questi impianti di dissociazione molecolare hanno dimensioni generalmente ridotte e possono essere ampliati perché costruiti con una tecnologia modulare ed essere in grado di soddisfare le esigenze di piccole e grandi realtà. Non vorremmo vederli spuntare come funghi nella nostra città e nella nostra Valle accompagnati da un gran movimento di camion carichi di rifiuti!

Non abbiamo riscontro sulla diffusione di questi impianti in Italia, ma è noto il fallimento della sperimentazione di Peccioli, in Toscana dove l’impianto era in funzione all’interno della discarica di Legoli ed è stato smontato e restituito al mittente; come pure è nota l‘opposizione dei cittadini di Procida ad un dissociatore molecolare e quella degli abitanti di Cernusco sul Naviglio per un impianto simile.

Pertanto, come cittadini, riteniamo utile e urgente la convocazione, da parte del sindaco, di un’assemblea pubblica per discutere sull’argomento, visto che l’impianto della Get–Energy, come riportato dai giornali, sarà operativo per la primavera del 2024.


https://abruzzoweb.it/sulmona-comitati-dicono-no-a-impianto-trattamento-rifiuti-con-dissociatore-molecolare/

Giulia Cecchettin, riposa in pace.

 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10228211519546914&set=a.2023564682482



domenica 19 novembre 2023

ATTACCO ALLA FAMIGLIA. - Marco Travaglio (IlFattoQuotidiano-(10.11.23)

 

Per i parenti dei potenti, l’aria si fa ogni giorno più irrespirabile.

Si sa che in un Paese meritocratico, peggio che calvinista, come l’Italia, chiunque porti un cognome famoso, anche per pura omonimia, rischia grosso.
Dalla politica all’università, dalla cultura alla tv allo sport.

Riteniamo dunque non solo giusto, ma sacrosanto, che il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano abbia promosso Geronimo Stilton La Russa nel Cda del Piccolo Teatro di Milano per sottrarlo dalle prevedibili rappresaglie dei veri privilegiati d’Italia: i figli di nessuno.

Il rampollo del presidente del Senato completa così
(solo provvisoriamente, si spera) una collezione di poltrone che Barbacetto riepiloga a pag. 11 e che possiamo immaginare con quante lacrime e quanto sangue si è conquistato malgrado il cognome che porta.

La grama esistenza dei figli di papà, ma anche di cognati, nipoti, mogli, fidanzate e amici dei Vip è nota a tutti e ogni indennizzo ai malcapitati è benvenuto.

Si pensi soltanto all’ostracismo subìto nella Pa dai congiunti di Napolitano e Mattarella o dagli allievi di Cassese e al repentino dimenticatoio in cui la dipartita di B. ha relegato i pargoli Marina e Pier Silvio presso FI e il governo.

Sfido io che Gravina, presidente di Federcalcio, ha prontamente assunto la figlia di Giorgetti e il figlio di Tajani: un gesto caritatevole per metterli al riparo dalla vita di stenti cui li avrebbe costretti l’infausta parentela.

È la stessa logica che ha issato il cognato d’Italia Lollobrigida al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare,
la sorella d’Italia Arianna Meloni a capo della segreteria politica del partito (inspiegabilmente denominato “Fratelli d’Italia”),
il cugino del ministro Fazzolari all’Iss,
la fidanzata del viceministro Cirielli a capo della segreteria tecnica del ministro Schillaci (“ma solo in base al suo curriculum”, garantisce il fidanzato),
la figlia della colf di Sgarbi nello staff del sottosegretario,
che in precedenza aveva promosso il suo ex autista rimasto senza patente assessore all’Antimafia nel comune di Salemi:
il furore parentofobico tipico dell’Italia li avrebbe fatti a pezzi.
E non perché siano legati a uomini di governo.

Nunzia De Girolamo, ex ministra forzista
del governo Letta e moglie del capogruppo Pd Boccia,
è stata risarcita per il doppio handicap con un bellissimo programma su Rai3, Avanti popolo.
Ma il popolo si sta accanendo contro di lei boicottando proditoriamente il programma a colpi di telecomando solo per farle pagare la sua incolpevole parentela.

Era già capitato al povero Cetto La Qualunque:
“Vogliono negare a mia figlia il posto di primario di chirurgia con la scusa che non è laureata.
Ma a che cazzo serve la laurea!? Mia figlia ha due mani da fata: può operare”. 

https://infosannio.com/2023/11/10/attacco-alla-famiglia/

Mi sono fidata di te. - Rino Ingarozza

 

Ho creduto al tuo amore.
Alle tue parole.
Alle tue rassicurazioni.
Ho pensato che un uomo che ama
non potesse farmi del male.
Ho pensato che avresti capito.
Ho pensato che mi avresti capito.
Ho pensato che tu fossi una brava persona.
Ho pensato e creduto che non avresti mai alzato quella mano.
Ho pensato e creduto che mi avresti rispettata.
Ho pensato e creduto che avresti pensato.
Ho pensato e creduto che mi avresti pensata.
Ho pensato e creduto che ti saresti fermato.
Ho anche tentato di fermarti, di farti capire, di farti ragionare.
Persino un animale si sarebbe fermato, vedendo il mio pianto, il mio vacillare, la mia impotenza.
Ma tu no, hai continuato.
E ancora, ancora e ancora.
Fino a fermare il mio respiro e soddisfare il tuo ansimare. Fino a placare la tua sete omicida.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10210863305096213&set=a.10205798293674093

sabato 18 novembre 2023

PHILADELPHIA 1 DI 5. - Minerva Elidi Wolf

 

La vicenda dell'esperimento Philadelphia affonda le sue origini nel lontano 1955. Nell'ottobre di quell'anno il dott. Morris K. Jessup , residente a Coral Gables , Florida, ricevette una strana lettera proveniente dalla Pennsylvania. Jessup, che era un astrofisico dai molteplici interessi, aveva da poco pubblicato un libro" The Case For The UFO", in cui metteva a confronto gli enigmi del passato con i più recenti avvistamenti di UFO , coniugando così i suoi studi in astronomia e la passione per le civiltà scomparse. La lettera, scritta a mano in uno stile bizzarro e irrispettoso dell'uso corretto della punteggiatura e delle maiuscole, proveniva da un tale che si firmava " Carlos Miguel Allende". Costui sosteneva di essere stato testimone oculare di uno straordinario esperimento, condotto dalla marina statunitense nel porto di Philadelphia nel 1943, finalizzato ad ottenere la completa invisibilità di una nave da guerra e del suo equipaggio. L'esperimento si basava sulla teoria del "Campo Unificato" di Albert Einstein, che metteva in relazione i campi magnetici e gravitazionali con altri fenomeni subatomici. Secondo una libera interpretazione di questa teoria, applicando un violentissimo campo magnetico ad un corpo se ne provocherebbe la sparizione. In base a quanto sostenuto da Allende , la nave scomparve gradualmente dal molo di Philadelphia, circondata da una nebbiolina verdastra, ricomparendo instantaneamente a migliaia miglia di distanza, nel porto di Norfolk, Virginia. Dopo appena qualche minuto la nave scomparve di nuovo per poi rimaterializzarsi a Philadelphia, nello stesso punto di partenza. Tuttavia , aggiungeva Allende nella sua nota, l'esperimento ebbe degli imprevisti quanto devastanti effetti collaterali sull'equippagio. Alcuni marinai scomparvero totalmente, altri impazzirono, mentre altri ancora furono ritrovati parzialmente fusi con il metallo, della struttura della nave. Gli uomini che riuscirono a sopravvivere non furono più gli stessi , avendo riportato danni irreparabili al sistema nervoso centrale. Jessup , incuriosito dalla vicenda, chiese ulteriori dettagli al suo misterioso interlocutore. Dopo molti mesi Allende si fece vivo con una lettera nuova (firmata questa volta Carl Allen), dichiarandosi disposto a sottoporsi all'ipnosi, per ricordare meglio i dettagli della sua storia. Solo in un secondo tempo il cacciatorpediniere "invisibile " venne identificato dal ricercatore William Moore nell' USS Eldridge , codice DE 173. IN SEGUITO Jessup sembrò dimenticare lo strano episodio e non vi diede più peso.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=122122140746051537&set=gm.2021303871574187&idorvanity=718566681847919

giovedì 16 novembre 2023

Esiste veramente un continente perduto? Scoperta un’antica città nell’Oceano Pacifico (Video) - Deslok

 

Nel mezzo dell’Oceano Pacifico si trovano le rovine di Nan Madol, un’antica città che si può vedere dalla costa orientale dell’isola di Pohnpei, tra Honolulu e Manila, in Micronesia. È possibile che siano i resti di un continente perduto?

Da migliaia di anni si crede esista un continente perduto . Molti storici lo menzionano nei loro racconti e diversi ricercatori si sono assunti il ​​compito di ritrovarne i resti .

Ora, nel mezzo dell’Oceano Pacifico , sembra esserci la prova della sua esistenza.

William Ayres , dell’Università dell’Oregon, assicura che Nan Madol era la capitale della dinastia Saudeleur , che governò l’area tra il 500 e il 1500 . Attualmente si possono vedere solo i resti di grandi templi ed edifici costruiti con il basalto.

La complessità degli edifici ha sorpreso gli storici: come sono riusciti a trasportare lastre così pesanti dalla costa nord di Ponape? Questo è l’unico deposito di questa pietra.

Nan Madol: prove di un continente perduto?

La storia di queste rovine è totalmente sconosciuta . Le sue origini, i suoi abitanti, tutto è un grande mistero.

Ovviamente le teorie e le leggende sulla sua origine abbondano. Le storie locali parlano di un “mago” che è arrivato da lontano, portando le enormi lastre con cui hanno costruito gli edifici.

Altre storie parlano di grandi zattere di legno di cocco, qualcosa di totalmente impossibile a causa della geografia dell’isola.

Ci sono alcuni blocchi che superano i 14 metri di diametro , quindi non c’è una spiegazione logica su come siano stati spostati.

Un altro mistero è la forza lavoro: da dove è arrivato il capitale umano per costruire un’infrastruttura del genere? Pohnpei, il centro abitato più vicino, ancora oggi, conta non più di 35.000 abitanti .

L’estrazione di metalli preziosi a Pohnpei dalla seconda guerra mondiale, dopo l’espulsione dei giapponesi, ha portato alla luce anche leggende più moderne .

Gli operai ed i soldati hanno assicurato di essere stati testimoni di alcune leggende indigene. La più sorprendente è quella che dice che Nan Mandol è solo la “porta d’ingresso” di una colossale città sommersa .

Quindi, questa sarà l’unica parte visibile di Kanimeiso, “Nobody’s City”. Luogo in cui vivevano i re del Sole.

Possibili prove che ci sia qualcos’altro

Ci sono un gran numero di denunce presentate in cui i subacquei della zona hanno visto costruzioni colossali , strade, monoliti ricoperti da coralli e alghe.

Prova inconfutabile che Nan Madol potrebbe essere solo la punta dell’iceberg e che i resti di un continente perduto esistano forse sul fondo del Pacifico.

Volevano costruire una città vicino all’antica città degli dei ? Le leggende della magia e dei maghi parlano da sole, mentre la scienza non può spiegare la loro costruzione.

Inoltre, dobbiamo anche ricordare che questo modo di far “levitare” gli oggetti non è la prima volta che viene menzionato nelle culture antiche.

Tra i molti monumenti in Egitto, sull’Isola di Pasqua, in Tibet, Tihuanaco, lo Stonehenge, la levitazione potrebbe essere stata usata come un modo potenziale per spostare rocce colossali nella loro posizione attuale.

Inoltre, la sofisticata tecnologia necessaria per costruire tali edifici non può essere appartenuta ad una civiltà vicina al tempo di Cristo.

Sono la prova che una civiltà molto avanzata ha abitato la Terra in questo un continente perduto? Finora le indagini continuano, ma ci diranno davvero il significato di queste rovine? Cambieranno la storia tradizionale?

https://www.hackthematrix.it/esiste-veramente-un-continente-perduto-scoperta-unantica-citta-nelloceano-pacifico-video/