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domenica 19 novembre 2023

ATTACCO ALLA FAMIGLIA. - Marco Travaglio (IlFattoQuotidiano-(10.11.23)

 

Per i parenti dei potenti, l’aria si fa ogni giorno più irrespirabile.

Si sa che in un Paese meritocratico, peggio che calvinista, come l’Italia, chiunque porti un cognome famoso, anche per pura omonimia, rischia grosso.
Dalla politica all’università, dalla cultura alla tv allo sport.

Riteniamo dunque non solo giusto, ma sacrosanto, che il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano abbia promosso Geronimo Stilton La Russa nel Cda del Piccolo Teatro di Milano per sottrarlo dalle prevedibili rappresaglie dei veri privilegiati d’Italia: i figli di nessuno.

Il rampollo del presidente del Senato completa così
(solo provvisoriamente, si spera) una collezione di poltrone che Barbacetto riepiloga a pag. 11 e che possiamo immaginare con quante lacrime e quanto sangue si è conquistato malgrado il cognome che porta.

La grama esistenza dei figli di papà, ma anche di cognati, nipoti, mogli, fidanzate e amici dei Vip è nota a tutti e ogni indennizzo ai malcapitati è benvenuto.

Si pensi soltanto all’ostracismo subìto nella Pa dai congiunti di Napolitano e Mattarella o dagli allievi di Cassese e al repentino dimenticatoio in cui la dipartita di B. ha relegato i pargoli Marina e Pier Silvio presso FI e il governo.

Sfido io che Gravina, presidente di Federcalcio, ha prontamente assunto la figlia di Giorgetti e il figlio di Tajani: un gesto caritatevole per metterli al riparo dalla vita di stenti cui li avrebbe costretti l’infausta parentela.

È la stessa logica che ha issato il cognato d’Italia Lollobrigida al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare,
la sorella d’Italia Arianna Meloni a capo della segreteria politica del partito (inspiegabilmente denominato “Fratelli d’Italia”),
il cugino del ministro Fazzolari all’Iss,
la fidanzata del viceministro Cirielli a capo della segreteria tecnica del ministro Schillaci (“ma solo in base al suo curriculum”, garantisce il fidanzato),
la figlia della colf di Sgarbi nello staff del sottosegretario,
che in precedenza aveva promosso il suo ex autista rimasto senza patente assessore all’Antimafia nel comune di Salemi:
il furore parentofobico tipico dell’Italia li avrebbe fatti a pezzi.
E non perché siano legati a uomini di governo.

Nunzia De Girolamo, ex ministra forzista
del governo Letta e moglie del capogruppo Pd Boccia,
è stata risarcita per il doppio handicap con un bellissimo programma su Rai3, Avanti popolo.
Ma il popolo si sta accanendo contro di lei boicottando proditoriamente il programma a colpi di telecomando solo per farle pagare la sua incolpevole parentela.

Era già capitato al povero Cetto La Qualunque:
“Vogliono negare a mia figlia il posto di primario di chirurgia con la scusa che non è laureata.
Ma a che cazzo serve la laurea!? Mia figlia ha due mani da fata: può operare”. 

https://infosannio.com/2023/11/10/attacco-alla-famiglia/

martedì 27 settembre 2022

Complici inconsapevoli. - Massimo Erbetti


 

Complici inconsapevoli di chi ci ha ridotto in queste condizioni…
Ma tu? Che problemi hai? Che cosa vuoi dalla vita?
A dire la verità non è che poi vuoi molto…vorresti avere un lavoro pagato il giusto…vivere tranquillo…non avere problemi ad arrivare a fine mese…non preoccuparti del futuro dei tuoi figli…
Purtroppo non ti è concesso…sei sottopagato…vivi sotto stress…non ce la fai ad arrivare a fine mese…e i tuoi figli quasi sicuramente se vogliono un futuro, devono cercarlo all'estero…
Tu sei una brava persona…ti dai da fare…cerchi di guadagnare di più…magari fai anche due lavori…e cerchi in qualche modo, anche di sistemare i tuoi figli…cerchi di fare la cosa giusta…
E mentre fai tutte queste cose…la rabbia ti sale…"ma che ho fatto di male per meritarmi tutto questo?"..."mi sono dato da fare…mi do da fare…lavoro come un matto…ma la situazione peggiora di anno in anno."
E di chi è la colpa? Certo non è la tua…che colpa puoi avere tu?
Ma sei sicuro che non sia anche colpa tua? Ne sei veramente sicuro?
Ti sei mai chiesto perché siamo nelle condizioni attuali?
Ad esempio…perché tuo figlio…o magari anche tu, vivi con lavori da precario? Chi ha fatto in modo che questo accadesse?...di là verità…ci sei andato da qualche politico a chiedere una sistemazione per tuo figlio? No? Bene…magari però hai avuto la necessità di accelerare una pratica…neanche questo? Bene…e non hai nemmeno cercato di fare in modo che quella visita medica di cui avevi tanto bisogno…venisse fatta prima? Aspettare sei mesi è veramente troppo…
Non hai mai fatto niente di tutto questo? Ne sono felice…però magari…proprio perché non te la passi bene e fatichi ad arrivare a fine mese…sicuramente quella visita medica…era necessaria…e hai dovuto farla privatamente…200 euro con la fattura…140 senza…e tu ti fai due conti veloci veloci in testa…quanto mi posso scaricare?...ti conviene senza fattura…mica scemo il medico...lui i conti se li è fatti prima.
Non hai fatto niente di tutto questo? Sono felice…lo avevamo detto sei una brava persona…ma dove la fai la spesa? Cerchi le offerte migliori vero? Beh certo…non ce la fai ad arrivare a fine mese…i broccoli dal fruttivendolo sotto casa costano veramente troppo…4 euro al chilo…troppo…vado al supermercato…li costano 2 euro…
E perché secondo te? Il tuo fruttivendolo è un ladro? Un approfittatore?...o c'è dell'altro?
Stamattina non riesci a seguirmi vero?...dove voglio arrivare?...e perché ti ho detto che sei un complice inconsapevole…complice di cosa? Tu cerchi solo di sopravvivere…e sopravvivere in questo momento è veramente difficile…
Quanti di noi per sistemare il proprio figlio fanno carte false? Quanti si rivolgono al politico di turno? Tantissimi…e lo sai a quali politici si rivolgono? A quelli che hanno reso il lavoro precario…quella gente non ti darà mai un posto "fisso"...3 mesi li…2 di la…6 mesi da un'altra parte…e tu diventi un cliente "affezionato"...anzi un cliente "dipendente" nel senso che dipenderà a vita dal politico, la tua sopravvivenza dipenderà dal politico…capisci che è lui che ha reso il lavoro precario?....lui prima rende il lavoro precario e poi diventa il tuo "salvatore"...pensaci…

E quella pratica?....cavolo ti serve con urgenza…se non la hai non puoi iniziare la tua nuova attività…e se non inizi non mangi…hai fretta…una fretta maledetta…cerchi di risolvere il problema…e chi può aiutarti?...ma certo…perché non ci avevi pensato? Conosci Tizio…vai da Tizio…e Tizio ti dice che qualcosa si può fare…ma ti avverte che è un enorme favore…e tu adesso ti senti anche in debito…e magari a natale ti senti in dovere di mandargli anche un regalino…chissà quanti regalini di natale ricevono Tizio e il suo amico?
La visita medica…6 mesi…troppo…provi a contattare sempre il solito Tizio: "ma non si può fare niente per accelerare?"...e Tizio…che sembra conoscere tutti…ti trova la soluzione…altro favore…altro debito da pagare…ma tu che colpa ne hai? Ti serviva urgente…e non ti viene neanche in mente che hai rubato il posto ad un altro che di quella visita aveva bisogno come e forse più di te…
E se non conosci Tizio…vai a pagamento…non puoi aspettare 6 mesi…magari è una cosa grave e fra 6 mesi è troppo tardi…ma cavolo 200 euro è veramente troppo…pago le tasse e devo anche pagarmi la visita? 140 senza fattura…non arrivo a fine mese…che devo fare? Quei pochi soldi risparmiati mi fanno comodo…intanto lui (il medico) si è messo in tasca 140 euro…e non ci pagherà un solo euro di tasse…ma tu lo sai quanti 140 euro al nero si prendono liberi professionisti? E lo sai che con una tassazione al 43% se tu avessi pagato i 200 euro con fattura…lui avrebbe pagato circa 86 euro di tasse?...ehhh già…ma tu fai fatica ad arrivare a fine mese…e ogni euro risparmiato è prezioso…
E poi quei broccoli?...4 euro sono veramente troppi…vado al supermercato…con 4 euro ne compro 2 chili…faccio un affare…ma ti sei domandato perché costano così poco sti broccoli? No? Beh te lo dico io…costano così poco perché la grande distribuzione decide il prezzo di acquisto…e i produttori per vendere sottopagano i lavoratori…4 euro…3 euro…2 euro…e tu per risparmiare 2 euro al chilo…stai alimentando quel lavoro sottopagato…ma non è colpa tua…non ce la fai ad arrivare a fine mese…
E hai ragione…non arrivi a fine mese…e devi per forza comportarti così…ti raccomandi per un posto di lavoro…superi la fila…paghi al nero…alimenti il lavoro sottopagato…ma che colpa puoi avere te tu?
E te lo dico io che colpa hai tu…sei un complice inconsapevole…sei quello che alimenta quel sistema che ti ha ridotto nelle condizioni in cui sei ora…
Sei arrabbiato vero? E hai ragione ad esserlo…solo che ti stai arrabbiando con me…con me che ti ho fatto sentire un "delinquente"...ma tu non sei un delinquente…e hai ragione…non lo sei…però una colpa la hai e nessuno può togliertela…e sai quale è?
Continui a votare la stessa gente che ti ha ridotto così…continui a cercare un nemico dove il nemico non c'è…percettori del reddito di cittadinanza…immigrati…cerchi il nemico fra gli ultimi…ma il vero nemico…quello che veramente andrebbe colpito, non lo attacchi, non lo combatti…anzi il 25 settembre lo premierà con il tuo voto…in fondo ti troverà…o ti ha trovato un lavoro…e te ne ha promesso uno per tuo figlio…o magari ti ha detto che farà un condono…o che abbasserà le tasse…

Pensaci… 

mercoledì 11 novembre 2020

“Senza protettori non entri”: odissee da ricercatori precari. - Roberto Rotunno


 

Il rapporto - Interviste a centinaia di studiosi in università ed enti: minacce, baronato e maltrattamenti. Solo promesse non mantenute.

“In uno dei colloqui che ho provato a fare per vincere un dottorato, il presidente della commissione mi ha detto che, se non c’è un professore che mi vuole, non ha senso nemmeno presentarmi”. Chi parla è un ricercatore dell’Università di Padova, uno tra i tanti studiosi che alcune settimane fa hanno risposto all’indagine sul baronato del mondo accademico italiano promossa dal Comitato precari ricercatori universitari (Cpru). La sua è solo una delle centinaia di storie.

Quello venuto fuori è un mondo caratterizzato spesso da ricatti, discriminazioni, promesse non mantenute e professionalità non valorizzate. Più della metà degli intervistati lavora in università, gli altri in enti pubblici (epr), aziende e istituti di cura. Mentre tutti aspettano che la ricerca compia l’ultimo passo alla conquista del vaccino contro il Covid, nel nostro Paese il settore resta castrato dalle scarse risorse che ha a disposizione e finisce per demotivare chi ne fa parte. Tanto che l’83,3% degli intervistati ha detto di guardare con preoccupazione al futuro e il 49,5% si sente semplicemente sfruttato.

L’impressione che emerge dal report è che molti docenti tendano a premiare obbedienza e fedeltà piuttosto che la bravura. “Ho lavorato nella ricerca per dieci anni dopo il dottorato – racconta una ricercatrice – mi è sempre stato detto che in futuro si sarebbero aperte opportunità in Università, ma non si è mai presentata la possibilità di partecipare a concorsi”. Quasi il 36% ha detto di essere stato ingannato da false promesse che riguardano presunti avanzamenti di carriera. C’è poi la quotidianità. Il 38% dichiara di aver subito minacce, di essere stato demansionato, denigrato o isolato da parte dei superiori (quindi dal docente o da un dirigente nel caso degli enti di ricerca). Quasi il 15% delle donne, inoltre, sostiene di aver subito discriminazioni di genere. “In Università venivo chiamata con appellativi come cucciola, piccola, occhi belli, a fronte di colleghi uomini chiamati per cognome”, ricorda una ricercatrice. È andata peggio a chi ha affrontato una gravidanza: “Quando ho comunicato al mio capo che aspettavo un bambino – si legge su uno dei questionari – mi ha creato problemi e ha minacciato di sostituirmi se le cose non fossero tornate come prima. E ora, infatti, faccio i salti mortali per garantire più di otto ore al giorno, lavorando anche da casa”.

Praticamente tutti sostengono di essere in servizio per un tempo superiore a quello previsto dai contratti, e il 44,4% lo fa perché si sente obbligato e teme ripercussioni.

Le carriere sono frammentate, in genere si parte con un dottorato dopo la laurea, poi si passa a un assegno di ricerca e si spera di accedere in un nuovo concorso. Tra un passaggio e l’altro, tanti buchi che spesso si traducono in lavoro gratuito per non perdersi per strada. “Dopo il dottorato – racconta una ricercatrice – non ho percepito la retribuzione per dieci mesi in attesa di un assegno all’Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn)”. “Il problema – fa notare un collega dell’Università di Bologna – sono quelli che definisco i ‘progetti trappola’. Enormi, complessi, affidati da istituzioni prestigiose a una sola persona abbandonata a se stessa. Mi è successo la prima volta dieci anni fa, quando, terminata la borsa di studio annuale, non c’è stato il rinnovo. Pertanto nel secondo anno non sono stato pagato”. Secondo il rapporto a demotivare i ricercatori precari si sono soprattutto i mancati riconoscimenti, a partire dalle citazioni scomparse dalle pubblicazioni a cui però contribuiscono per la gran parte. “Non ho potuto nemmeno inserire il mio nome su un progetto di ricerca basato su una mia idea”, ha risposto una studiosa della Sapienza. Il 61,5% degli assegnisti dice che ha lavorato durante il lockdown senza che questo sia stato riconosciuto.

Il precariato, dunque, resta una condizione non solo contrattuale. Del resto il proliferare di contratti a termine non è stato sconfitto nemmeno dalla legge Madia, che a partire dal 2017 ha avviato le stabilizzazioni negli enti pubblici di ricerca. A oltre tre anni, oggi solo nel Cnr, il più grosso, sono ancora circa 400 i precari storici che aspettano l’assunzione. “Servono nuovi fondi per completare le stabilizzazioni – spiegano dalla UilRua – e bisogna anche creare un nuovo piano di reclutamento che non ripeta il circolo vizioso”. Infatti, nel frattempo si sono già create nuove sacche di precari storici che rivendicheranno un posto fisso.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/11/senza-protettori-non-entri-odissee-da-ricercatori-precari/5999352/

lunedì 15 aprile 2019

Umbria, posti per figli amanti e nipoti. “Pure quelli riservati a categorie protette: ecco i beneficiari delle raccomandazioni”. - Thomas Mackinson



Ci sono zia e nipote raccomandate a staffetta, con una che poi raccomanda l’altra. C’è il generale dei Carabinieri in pensione, in realtà attivissimo, che per piazzare la sorella della nuora rivela agli indagati informazioni riservate che mettono a rischio l’indagine. Ci sono nipoti, figli e amanti a non finire raccontati nell’ordinanza che ha disposto l’arresto di 35 persone nell’ambito dell’inchiesta che ha decapitato i vertici dell’ospedale di Perugia e del Pd umbri. Quelle carte sono (anche) una sorta di “manifesto” della pratica arcitaliana della raccomandazione, sport nazionale cui non si sottraggono dirigenti sanitari, primari e politici.
Sono loro i protagonisti assoluti di quella “societas sceleris” – per dirla con gli inquirenti – che taroccando i concorsi in favore di taluni candidati coltivava clientele, rapporti personali e di potere. “Consigli per gli acquisti, li chiama il direttore generale dell’ospedale Emilio Duca in una suggestiva quanto esplicita conversazione. E dunque, in fin dei conti, favori per tutti e per se stessi, in una specie di catena di Sant’Antonio cui tanti contribuivano e pochi si opponevano, come la pediatra Susanna Esposito che fu per questo “bastonata” con la sospensione di 4 mesi. Una catena tanto lunga da arrivare a mettere in palio perfino i posti destinati alle categorie protette.
La carrellata di “figli di” è lunga. A buon diritto si può partire dalla figura di Pasquale Coreno, 72 anni, generale dell’Arma in pensione: è lui ad adoperarsi per assumere informazioni dagli ex colleghi sull’inchiesta in corso, è lui a mobilitarsi per far rimuovere le microspie che loro hanno piazzato negli uffici del direttore generale dell’Ospedale di Perugia, Emilio Duca, messe proprio al fine di incastrare chi si stava spartendo le assunzioni fornendo ai propri “protetti”, congiunti o amici degli amici le domande necessarie ad aggiudicarsi il posto o anche solo piazzarsi in una parte alta della graduatoria.
Il motivo della condotta del generale lo si evince dalle carte: la sorella della nuora era stata inserita nel reparto di chirurgia vascolare ed era uno dei nomi da garantire in occasione del concorso da infermiere che si svolge all’inizio del 2018. Uno dei commissari, captato dalle cimici, assicura i propri superiori – a loro volta pressati dell’assessore alla sanità Luca Barberini – sul fatto che tutti i raccomandati nella lista hanno preso 20 e che incidentalmente: “la sorella della nuora di…di..di… Pasquale Coreno, è entrata, è stata presa sta lì da noi in Reparto e poi probabilmente a settembre, quando ci sarà la risistemazione della sala operatorie…”.
A giugno si svolgono le prove del concorso per contabili. Vengono intercettati Emilio Duca e Mario Pierotti, il quale raccomanda la figlia Silvia chiedendo (e ottenendo) in anticipo le domande che sarebbero state fatte alla prova orale. Altri appetiti scatena il concorso per otto posti da dirigente medico anestesista, le cui prove si svolgono ad aprile. Si muovono una candidata G.P. e la di lei zia Antonella, ex direttore generale del Comune di Perugia. Emilio Duca “si mostra sensibile alle esigenze della Pedini, la quale intenderebbe avvicinarsi a Perugia e dice loro di risentirsi nei giorni a venire”.
Gli inquirenti quasi ironizzano ricostruendo l’incrocio di raccomandazioni delle due candidate. “E’ significativo – scrivono – che l’unica candidata tra i primi 8 vincitori del concorso che non proviene dall’azienda ospedaliera è la G.P., la quale, come visto, accompagnata dalla zia Antonella,  aveva potuto direttamente segnalare la sua posizione nel corso di un colloquio con il Duca. La stessa zia della candidata, inoltre, risulta aver raccomandato la nipote a Duca anche il giorno 13 giugno, giorno precedente alle prove pratiche”. Do ut des, ce n’è per tutti.
Il 5 aprile Duca riceve un’altra raccomandata (Eleonora Capini, indagata), cui chiede di ricontattarlo tra qualche giorno per ricevere, dopo aver parlato con la presidente della commissione Lorenzina Bolli, qualche “consiglio per gli acquisti”, termine che “fin troppo chiaramente sta ad indicare la possibilità di rivelare informazioni riservate sulle prove d’esame”. Il 10 aprile Duca effettivamente si incontra con la presidente della commissione  e il segretario, accusati di abuso d’ufficio, presso una sala riunioni sottoposta ad intercettazioni ambientali e in quell’occasione segnala sia una candidata che l’altra.
“Un’ulteriore raccomandazione viene ricevuta da Maurizio Valorosi il giorno 11 aprile quando costui riceve Paolo Leonardi, il quale segnala la situazione della sua compagna”. E’ finita? No, perché il 16 aprile Emilio Duca, poi, riceve un’altra raccomandazione da G.M “per conto del di lei figlio”. C’è posto anche per gli amanti, con la candidata che ottiene il posto dopo effusioni e rapporti sessuali con un indagato.
Neppure il posto per categorie protette sfugge alla logica. A pagina 11 del decreto si racconta di come tal Rosa Maria Franconi, presidente della Commissione esaminatrice nel concorso pubblico per la copertura a tempo indeterminato di 4 unità per assistenti amministrativi per categoria “c”, comunicava le tracce scritte al dg Duca, che le porta fisicamente al presidente della Regione Catiuscia Marini, solo indagata per addebiti ai quali si dichiara estranea. Lo stesso Duca le consegna a tal Moreno Conti (indagato) “nell’interesse della nipote”.
In questo passaggio gli inquirenti definiscono il ruolo della presidente Marini, dell’assessore alla salute Barberini e del segretario regionale del Pd Giampiero Bocci quali “concorrenti morali ed istigatori” che impartivano le direttive su come utilizzare le informazioni riservate su tracce e domande di colloquio a beneficio dei candidati prescelti e sponsorizzati. In danno, manco a dirlo, della regolarità delle procedure di selezione via via espletate.

domenica 23 aprile 2017

Bando per la tenuta di Castelporziano: scelta la figlia dell’ex vicesegretario del Quirinale. Pronti ricorsi: ‘Non ha i requisiti’. - Thomas Mackinson

Risultati immagini per castelporziano

Per la prima volta l'incarico triennale da 125mila euro l'anno viene affidato tramite selezione pubblica per titoli. Partecipano in 577 e 16 sostengono i colloqui, tra cui il fior fiore dei direttori di parchi e aree protette, docenti universitari e dirigenti forestali. Risultato? A dirigere la residenza estiva del Presidente viene scelta Giulia Bonella, 44 anni, figlia dell’ex vicesegretario generale della Presidenza della Repubblica, lo stesso organismo che ha gestito la selezione. Il Quirinale: “Ha tutti i titoli e il cv europeo non contempla l’indicazione delle parentele”.

Ne aveva parlato perfino il Tg1: per la prima volta il Quirinale sceglie con una selezione pubblica per titoli il nuovo direttore della tenuta di Castelporziano, residenza estiva del presidente con annessi seimila ettari di macchia mediterranea incontaminata. Basta nomine a chiamata diretta, viva la trasparenza e la meritocrazia. E che sia d’esempio agli italiani tutti. La selezione per quel ruolo di assoluto prestigio, che vale un compenso annuo di 125.080 euro, effettivamente viene fatta con tanto di avviso (a dicembre) e commissione di valutazione di saggi (a marzo). La competizione è durissima: 577 candidati e 17 selezionati per il colloquio conoscitivo.
Tra il 6 e 7 marzo 2017 sfilano davanti al Segretario generale della Presidenza Ugo Zampetti e all’apposita commissione candidati con curriculum più che importanti e attinenti all’incarico: ex direttori di Parchi nazionali, docenti universitari, dirigenti forestali con lunghi anni di esperienza nella gestione delle riserve naturali dello Stato. L’esito è che la più idonea a dirigere la tenuta presidenziale in vita sua non ha mai diretto un parco o una riserva naturale. Dubbi sono anche i requisiti minimi per partecipare al bando, come la formazione post laurea e un’esperienza “almeno decennale” con compiti di “direzione, programmazione e coordinamento in settori che abbiano attinenza con il presente avviso e con le attività svolte presso la Tenuta di Castelporziano”.
A lasciare di sasso gli esclusi è però un altro dettaglio: la nuova numero 1 di Castelporziano è infatti la figlia della ex vicesegretario generale della Presidenza della Repubblica, e cioè lo stesso organismo che ha gestito la selezione. Ad aggiudicarsi il prestigioso incarico è infatti Giulia Bonella, 44 anni, che a Castelporziano ha svolto un tirocinio nel 1998 sul tema “La rinnovazione del Punus pinea in presenza di carico eccessivo di cinghiali”. Il Colle ribatte di aver tenuto conto dell’avviso unanime del gruppo di lavoro motivato “dall’eccellente livello delle sue competenze ed esperienze professionali, maturate in ambito pubblico e privato ed anche in sede europea”. E sulla parentela con la professoressa Carmela Decaro, docente alla Luiss di Roma, nominata da Carlo Azeglio Ciampi vice segretario generale tra il 1999 e il 2006, risponde che l’incarico è cessato 11 anni fa e che “l’avviso di selezione stabiliva che il cv dei candidati fosse redatto ‘in conformità del vigente modello europeo’, il quale, come è noto, non contiene voci relative alle generalità di parenti”.
I candidati esclusi promettono battaglia e la stessa Associazione italiana direttori e funzionari aree protette (Aidap) si appresta a scrivere una lettera aperta a Sergio Mattarella per chiedergli di intervenire a tutela della riserva e a garanzia della correttezza della procedura, sbandierata come prova di trasparenza e valorizzazione delle competenze ma risolta poi con una soluzione che sa di nepotismo. Si attrezza a ricorrere lo stesso presidente Aidap, Andrea Gennai, che ha partecipato alla selezione senza accedere al colloquio. “Sono due volte in imbarazzo, come candidato e come presidente”, racconta. “Mi pare evidente la sproporzione tra i titoli e le esperienze di molti professionisti e quello della nuova direttrice. Il punto non sono i suoi ascendenti familiari, ma che la selezione sia stata fatta nel rispetto dei requisiti del bando. A fine marzo ho fatto richiesta di accesso agli atti per avere il verbale conclusivo della commissione d’esame e il cv del vincitore. Non ho ricevuto risposta”.
Vero è che Castelporziano è un parco anomalo, dice Gennai, perché è un’area protetta ma nasce come tenuta presidenziale e perciò unica, “anzi doppia perché c’è anche la gemella di San Rossore (Pisa) che dal 1999 è della Regione Toscana. Io ne sono stato direttore per tre anni e mezzo e avevo 14 dipendenti del Colle laggiù. Confermo che le due tenute hanno una gestione peculiare, ma siccome l’ho fatta e m’hanno escluso ritengo abbiano seguito criteri diversi”. Sconcertato è pure Giorgio Boscagli, 64 anni, direttore del Parco nazionale Foreste casentinesi e per 20 anni biologo ispettore di sorveglianza del Parco d’Abruzzo. È tra i 17 che hanno superato di slancio la preselezione, ma il colloquio? “Non posso dire che sia stata una farsa ma francamente non ho avuto la sensazione di un reale interesse ad approfondire competenze e conoscenze. Poi ho letto il curriculum della professionista scelta e non fatico ad ammettere che altri erano assolutamente preponderanti”.
Difficile dire come finirà. Eventuali ricorsi devono essere proposti alla stessa presidenza della Repubblica, che è organo costituzionale e come tale autodetermina i propri giudizi, salvo che un altro organo di giustizia non intervenga, aprendo la strada al conflitto d’attribuzione. Improbabile. Così come il passo indietro sul nome del nuovo capo della Riserva presidenziale accolto con fior di riserve. Di sicuro la vicenda non aiuta lo sforzo profuso finora dal presidente Mattarella a convertire l’ex reggia reale in uno spazio aperto ai cittadini e alle regole che governano la pubblica amministrazione vincolandola a procedure trasparenti. Neppure a levare le vecchie macchie che proprio a Castelporiziano hanno imbrattato l’immagine della Presidenza.
Di pochi giorni fa la notizia, rilanciata da Repubblica, del conflitto di attribuzioni sollevato dal Quirinale contro la Corte dei Conti davanti alla Consulta proprio per una vicenda di ruberie e nepotismo nella tenuta emersa nel 2009, quando un’ispezione rivelò un ammanco di quasi 5 milioni di euro dalle casse tra spese ed esborsi ingiustificati. Ne era scaturita un’indagine penale e un procedimento civile che avevano coinvolto anche l’ex segretario generale Gaetano Gifuni e suo nipote per abusi edilizi ed ex dipendenti della contabilità che furono condannati a risarcire 4,6 milioni di euro, oltre a cento milioni per danno all’immagine. Su questa parte, però, la Corte dei Conti nel 2016, è arrivata a conclusioni differenti, non riconoscendo i danni d’immagine e chiedendo il risarcimento solo all’imputato assolto per omessa vigilanza. Contro la decisione il presidente della Repubblica ricorre alla Consulta. Di mezzo equità e giustizia. Le stesse che i candidati direttori scartati per una sospetta raccomandazione.

giovedì 19 marzo 2015

PA e furbetti: 4,2 milioni di raccomandati e 800mila 'regalini' per sveltire le pratiche.




I dati di una ricerca svolta dal Censis sul rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione.
Roma, 19 marzo 2015 - 
Più di quattro milioni di italiani sono ricorsi ad una raccomandazione per ottenere un'autorizzazione o accelerare una pratica. E 800mila hanno fatto un "regalino" a dirigenti pubblici per avere in cambio un favore
Sono alcuni dati emersi da una ricerca realizzata dal Censis. L'Istituto ha fatto luce sulla percezione che della pubblica amministrazione hanno i cittadini. Il risultato è sconfortante. Per il 50,5% degli italiani la pubblica amministrazione funziona male (il dato sale al 59% al Sud) e solo per meno dell'1% funziona molto bene. Per il 63,5% non è cambiata e per il 21,5% è addirittura peggiorata. Per farla funzionare meglio gli italiani chiedono il pugno di ferro per corrotti e fannulloni: il 45,3% vorrebbe regole più severe e licenziamenti nel pubblico impiego. Il 34,7% vorrebbe l'assunzione di dirigenti giovani, dinamici e capaci di organizzare meglio le cose. Il 22,1% chiede che i dipendenti pubblici siano licenziabili come quelli che lavorano nel privato e il 19,3% vuole che i più meritevoli vengano pagati meglio.
A parole tutti bravi, verrebbe da dire. "Intanto però - continua il Censis - per ottenere autorizzazioni e accelerare pratiche restano le solite maniere: dalla raccomandazione al regalino. Per ottenere un'autorizzazione o accelerare una pratica nella pubblica amministrazione 4,2 milioni di italiani hanno fatto ricorso a una raccomandazione o all'aiuto di un parente, amico, conoscente. All'inefficienza della pubblica amministrazione gli italiani si adattano secondo una doppia morale. Sono quasi 800.000 le persone che hanno fatto un qualche tipo di regalo a dirigenti e dipendenti pubblici per avere in cambio un favore. Un altro sintomo delle difficoltà di rapporto dei cittadini con la pubblica amministrazione è il ricorso a soggetti di intermediazione (Caf, patronati, ecc.) per relazionarsi con gli uffici pubblici: nell'ultimo anno lo hanno fatto 3,3 milioni di italiani".