Visualizzazione post con etichetta Beneficenza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Beneficenza. Mostra tutti i post

domenica 12 maggio 2019

Truffa da 300 milioni: arrestato monsignor Benvenuti, raggirati 300 anziani.

Risultati immagini per Patrizio benvenuti

Cene di gala in Vaticano e lussuose e antiche ville. Era questa la vita di monsignor Patrizio Benvenuti, alto prelato 64enne di origini argentine, arrestato dalla Guardia di finanza di Bolzano con l'accusa di una truffa da 30 milioni di euro ai danni di quasi 300 persone, prevalentemente anziani e residenti all'estero. Affidavano i propri soldi al sacerdote per investimenti e per la sua fondazione umanitaria Kepha, che finivano però in un articolato meccanismo di riciclaggio tra persone, società estere e italiane.

Con mandato di cattura internazionale è ricercato l'affarista francese, Christian Ventisette, di 54 anni, stretto collaboratore del monsignore. Altre sette persone (italiani, francesi e belgi) risultano invece indagate. Il prelato, da parte sua, nega di avere mai indotto alcuno a versare capitali e di avere promesso profitti. «Contro di me una colluvie di menzogne», dice, e si dichiara raggirato e tradito da Ventisette, che ha assecondato «perchè avevo totale stima e fiducia di lui». L'inchiesta è partita nel settembre 2014 dalla segnalazione di una suora altoatesina, per 20 anni perpetua del prelato. La religiosa aveva, infatti, ricevuto per posta documenti riferiti ad un trust e a una società di capitali, entrambi denominati 'Opus', movimenti di denaro per centinaia di migliaia di euro e delle quali non sapeva darsi una spiegazione. Tempo fa, spinta dalla fiducia che riponeva nell'ecclesiastico, aveva firmato alcuni contratti, divenendo, tra l'altro, rappresentante legale di 'Opus' nella sede in Alto Adige. È rimasta così coinvolta nel procedimento fallimentare della società Kepha Invest in Belgio.

La religiosa, che oggi ha 74 anni ed è tornata a vivere in Alto Adige, avrebbe anche dato in prestito al prelato complessivamente 35.000 euro, mai restituiti. Con questi soldi Benvenuti avrebbe finanziato cene in Vaticano, a Roma e presso Circoli Ufficiali della Marina Militare. Benvenuti in passato ha infatti operato presso vari livelli del Tribunale ecclesiastico alla Santa Sede in Vaticano e come cappellano della Marina Militare a Chiavari. Secondo gli inquirenti, con questi ricevimenti aveva conquistato la fiducia di complessivamente 250 investitori, soprattutto francesi e belgi. All'inizio tutto sembrava funzionare, ma a partire dal 2014 non si vedevano più corrispondere gli interessi sul capitale. Novanta richieste di recesso dai contratti non risultano mantenuti. Mons. Benvenuti è stato arrestato poco prima che partisse per le Canarie, dove stava spostando la sua residenza, e ora si trova ai domiciliari a Genova. La sua dimora in Italia era Villa Vittoria, il prestigioso palazzo quattrocentesco sulla scogliera di Piombino, che è stato posto sotto sequestro preventivo. Leonardo da Vinci progettò le mura della fortezza e ci soggiornò nel 1502. La villa fu anche residenza della principessa Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone.

La Guardia di finanza ha messo i sigilli anche a un grande sito archeologico in Sicilia nel Centro Archeologico Museale di Triscina di Selinunte, a un immobile di Poggio Catino (Rieti) e altri immobili e terreni a Poppi (Arezzo). Nel mandato di arresto europeo è stato richiesto anche il sequestro di una villa in Corsica. «Questa ordinanza del giudice Schonsberg - ha commentato in serata il monsignore in una nota di tredici pagine diffusa da un 'Comitato di sostegno internazionale a don Patrizio Benvenutì in cui ribatte punto per punto alle accuse - è una colluvie di menzogne che, guarda caso, ricadono puntualmente su di me e su Pandolfo (uno degli indagati, ndr); molte verità, ma talmente mischiate a bugie e falsità da far perdere la globale visione della realtà dei fatti». Benvenuti afferma di non aver mai indotto alcuno a versare capitali e di non aver mai promesso profitti. Lui stesso sarebbe stato raggirato e tradito. Dice di aver assecondato il finanziere francese Ventisette, «perchè avevo totale stima e fiducia di lui». Il prelato ammette poi che suor Donata abbia sottoscritto due atti, ma esclusivamente su intervento di Ventisette. Il sacerdote smentisce, infine, di aver mai ricevuto denaro in contanti dalla religiosa.


https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/truffa_monsignor_patrizio_benvenuti_milioni_anziani-1542371.html

lunedì 29 agosto 2016

Terremoto, l’esperto: “Tante raccolte fondi, ma nessun coordinamento”. Sms solidale destinato solo a edifici pubblici. - Chiara Brusini

Terremoto, l’esperto: “Tante raccolte fondi, ma nessun coordinamento”. Sms solidale destinato solo a edifici pubblici

Dalla Croce Rossa alle banche, dall'associazione dei dentisti agli armatori: la macchina della solidarietà va a pieno ritmo. "Ma in Italia non esiste l'accountability, cioè l'abitudine di dar conto dei risultati che si ottengono con i soldi spesi", dice l'economista Stefano Zamagni, presidente della Fondazione italiana per il dono. "Serve una supervisione. Peccato che l'agenzia che poteva occuparsene sia stata abolita". La Protezione civile raccoglie 10 milioni con il 45500. Ma sul sito non specifica che neppure un euro andrà per ricostruire case private e aziende.

Il numero solidale della Protezione civile, che in quattro giorni ha già raccolto oltre 9,7 milioni di euro. Le collette lanciate daCroce RossaCaritas e decine di onlus e ong. E i conti correnti ad hoc attivati da banche, compagnie di assicurazione e mezzi di informazione (anche Il Fatto Quotidiano) ma pure da alcuni partiti, dalla Coldiretti, dal Club alpino italiano, dall’Associazione dei dentisti, dall’ordine dei medici, dai giudici amministrativi, dall’Alitalia, dalla confederazione degli armatori, dalla Lega B e dalle coop. Aggiungiamoci l’amatriciana solidale e i fondi promessi alle popolazioni colpite da festivalconcerti e musei. In più ovviamente si sono mosse le Regioni e l’Anci. Il terremoto che ha colpito il Centro Italia il 24 agosto ha fatto scattare la consueta – meritoria – “gara di solidarietà“. Ma il grande assente, ancora una volta, è il coordinamento tra le iniziative. Se per rispondere alle emergenze internazionali le maggiori ong hanno messo in piedi nel 2007 un’agenzia ad hoc, a livello nazionale ci si muove in ordine sparso. Con il rischio evidente che non tutti i mille rivoli in cui si dividono i soldi donati dai cittadini giungano a destinazione. O che non arrivino dove chi ha donato si aspettava.
Zamagni: “In Italia non si dà conto di come vengono spese le donazioni” – “Anche al netto delle truffe, resta il nodo della reale efficacia delle iniziative. In Italia molte organizzazioni badano più ad aumentare il proprio capitale reputazionale che al bene dei destinatari”, mette il dito nella piaga l’economista Stefano Zamagni, presidente della Fondazione italiana per il dono ed ex numero uno della defunta Agenzia per il terzo settore. “La trasparenza, cioè dire come si usano i soldi raccolti, è il minimo. Il vero problema riguarda la accountability: dare conto dei risultati che si ottengono con quel denaro. La cultura del dare conto in Italia non esiste, invece è cruciale: se spendi per comprare palloncini puoi allietare per un po’ i bambini nelle tende ma non hai risolto nessuno dei problemi di lungo periodo dei terremotati”.
Nel resto d’Europa e in Giappone enti super partes garantiscono efficienza e accountability – Come rimediare? “Serve un ente super partes che supervisioni la raccolta dei fondi e monitori i risultati concreti garantendo efficienza, trasparenza e rendicontabilità, come la Uk Charity Commission inglese e i suoi omologhi tedeschi e francesi”. O come la Japan Platform, che è stata cruciale nel gestire l’assistenza e la ricostruzione dopo il terremoto e lo tsunami che hanno colpito la costa orientale del Giappone nel 2011. “Non può trattarsi”, continua Zamagni, “della Protezione civile, che ha il compito di gestire le emergenze e non deve occuparsi di ricostruzione. La candidata naturale per svolgere questo ruolo sarebbe stata l’Agenzia per il terzo settore.Peccato che il governo Monti nel 2012 l’abbia abolita e che l’esecutivo Renzi, che ha appena varato la riforma del comparto, non l’abbia ripristinata“. La Fondazione per il dono da due anni a questa parte cerca di supplire facendo “intermediazionefilantropica” tra donatori e beneficiari: in pratica crea un fondo ad hoc e lo gestisce per raggiungere gli obiettivi di chi mette a disposizione i soldi. A livello governativo, però, resta il vuoto.
Le ong da nove anni hanno un meccanismo di coordinamento - Che il coordinamento sia indispensabile lo conferma invece la scelta di nove tra le principali organizzazioni non governative che operano in Italia, ActionAidAmrefCesvi,CoopiGvcOxfam, Sos Villaggi dei bambini ItaliaTerre des Hommes e Volontariato internazionale per lo sviluppo: nel 2007, a due anni di distanza dal devastante tsunami dell’Oceano Indiano, hanno creato l’Agenzia italiana risposta emergenze (Agire), un meccanismo congiunto di raccolta fondi che si attiva in caso di gravi emergenze umanitarie. “L’obiettivo è evitare la moltiplicazione delle richieste, che confonde i cittadini, e massimizzare sia le risorse raccolte sia i benefici per la popolazione colpita”, spiega a ilfattoquotidiano.it la coordinatrice Alessandra Fantuzi. “I soldi vengono divisi tra le ong aderenti in base alla loro presenza nel Paese e esperienza in quella tipologia di emergenza. Poi ne monitoriamo l’uso e ci occupiamo della rendicontazione, in modo che ogni donatore possa verificare come sono stati spesi i suoi soldi”.
Protezione civile: “Con i soldi del 45500 saranno ricostruiti edifici pubblici” - La Protezione civile, in questa fase, dribbla le polemiche sulla dispersività delle iniziative di solidarietà. Ma consiglia a chi ha già lanciato raccolte spontanee di confrontarsi con le istituzioni, “a partire dalle Regioni Lazio, Marche e Umbria che hanno aperto tre conti correnti ad hoc e attivato caselle di posta elettronica a cui segnalare la disponibilità di beni per i terremotati”. Dal Dipartimento, dopo aver ribadito la richiesta di non inviare di propria iniziativa cibo, vestiti o coperte, tengono a sottolineare che i fondi raccolti dagli operatori telefonici attraverso il numero solidale 45500 saranno utilizzati con una procedura trasparente: “Le somme saranno versate, senza alcun ricarico, su un conto infruttifero aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato. Alla fine della raccolta, che durerà 45 giorni, sarà nominato d’accordo con le regioni coinvolte un comitato di garanti con il compito di dare il nulla osta ai progetti di ricostruzione di edifici pubblici presentati dagli enti locali”. Quindi attenzione: i soldi non verranno usati per le case dei terremotati ma per “scuolepalestrecentri per i bambinimunicipi“. Un aspetto forse non chiarissimo ai cittadini, visto che la Protezione civile si era limitata a far sapere che avrebbe provveduto a “destinare i fondi alle regioni colpite dal sisma”.
Truffe e sciacallaggio a distanza – In queste ore sempre più persone, via Facebook e Twitter, chiedono controlli sulla gestione dei fondi raccolti nella fase di emergenza. Il timore che qualcuno se ne approfitti a scapito dei terremotati è del resto giustificato visto che anche stavolta non mancano le segnalazioni sugli sciacalli che cercano di lucrare sul dramma. In Sicilia è partita due giorni fa la prima denuncia alla polizia postale contro alcune false raccolte di fondi, cibo e vestiti a nome dell’Associazione nazionale pubbliche assistenze (Anpas). Da L’Aquila e Santa Maria Capua Vetere è arrivata poi notizia di richieste di denaro porta a porta da parte di sedicenti rappresentanti di una onlus. Se si tratti di vere e proprie truffe va ancora chiarito, ma i precedenti negativi certo non mancano: dopo il sisma del 2002 in Molise, per esempio, la Polposta trasmise un’informativa alla procura di Larino per segnalare che circa 30mila siti avevano attivato sottoscrizioni per contribuire alla ricostruzione del comune di San Giuliano di Puglia, quello dove il crollo della scuola elementare aveva ucciso 27 bambini e una maestra. Una solidarietà ”terribile, retorica, rumorosa ed eccessiva”, commentò il procuratore Nicola Magrone.
Fiorello: “Occhio a spettacoli e concerti. Se non devolvi tutto ma trattieni le spese il gioco non vale la candela” - Tornando a oggi, domenica Fiorello ha messo in guardia chi vuol donare partecipando a concerti e spettacoli che devolvono parte del ricavato alle popolazioni colpite. In un post su Facebook lo showman ha avvertito: “Occhio: sono stato invitato ad almeno quattro manifestazioni per raccogliere fondi. Attenti a questi eventi che facciamo noi dello spettacolo. Se alla fine non devolvi tutto, ma ”tutto” meno le spese, allora non lo fare”, perché “il gioco deve valere la candela. I soldi vanno dati tutti in beneficenza. Mi fiderei di più se venisse organizzato da una onlus o una associazione affidabile. La storia insegna che poi uno raccoglie i soldi, fa, dice, poi quando vai a vedere dove sono finiti i soldi, non li trovi. Vorrei vedere nomi e cognomi, per chiedere alle persone che ricevono questi soldi ”che stai facendo? Quanto hai speso? Quando partono i lavori?”. Accountability, appunto. Fino a quando non sarà garantita, “io preferisco fare la mia beneficenza privata (…) non c’è bisogno di cantare: dai i soldi direttamente e il gioco è fatto”.