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mercoledì 5 aprile 2017

La disoccupazione giovanile diminuisce ma c'è un trucco: aumentano gli inattivi. - Claudio Paudice



In tre mesi meno 86mila giovani disoccupati, più 86mila giovani inattivi. È in questo rapporto a saldo zero il dato più interessante che emerge dal bollettino Istat sul lavoro. Il Partito Democratico non ha esitato molto prima di esultare per i numeri diffusi dall'Istituto Nazionale di Statistica: a febbraio la disoccupazione giovanile ha toccato il livello più basso, scendendo dell'1,7% al 35,2%, da agosto 2012. "Possono dire tutto quello che credono: ma il Jobs Act funziona, ormai negarlo è impossibile amici", ha scritto l'ex premier Matteo Renzi nella sua e-news.
Ma spulciando meglio i dati si capisce che forse non è il caso di festeggiare. Il dato relativo alla disoccupazione giovanile è infatti accompagnato da quello sugli inattivi che, in maniera speculare, segue l'andamento opposto. Per inattivi, vale la pena ricordare, si intende coloro che non hanno un lavoro e che hanno smesso di cercarlo, solitamente perchè sfiduciati. L'Istat riporta un calo di 41mila unità tra le persone d'età compresa tra i 15 e i 24 anni alla ricerca di un lavoro a febbraio rispetto al mese precedente. A fronte di questa buona notizia ce n'è una cattiva: l'incremento di 38mila unità tra gli inattivi.

ISTAT

Se da un lato quindi molti giovani spariscono dal conteggio di coloro che sono alla ricerca di un'occupazione, dall'altro ricompaiono improvvisamente nella platea di chi ormai il lavoro non lo cerca più. Non si tratta di una tendenza nuova: il percorso opposto e speculare tra giovani disoccupati e inattivi è confermato dal calcolo fatto in base alle serie storiche Istat. Negli ultimi tre mesi (dicembre 2016-febbraio 2017) i disoccupati sono calati di 86mila unità mentre gli inattivi sono aumenti della stessa cifra, fa notare il direttore della Fondazione Adapt Francesco Seghezzi. Gli occupati invece sono diminuiti di 7mila unità. In sintesi il numero di chi è alla ricerca di un lavoro (disoccupati) non cala perché ha trovato un'occupazione (occupati) ma perché ha smesso di cercarla (inattivi).

ISTAT

"Credo che la polemica sulle cifre sia molto da addetti ai lavori. Oggi la statistica più bella non è quella sul voto nei circoli, è che finalmente scende la disoccupazione giovanile, che il Jobs Act funziona, che i numeri dell'economia italiana non vanno ancora bene come vorrei ma vanno un po' meglio", ha dichiarato Renzi a Rds. Tuttavia un altro indizio che le cose per i giovani non stiano migliorando - come invece pare nella narrazione dell'ex segretario del Pd - arriva dal dato sugli occupati, fermo al 16,4% e stabili su gennaio.
L'aumento degli inattivi, se risulta molto evidente per la fascia d'età più bassa, riguarda però tutto il mercato del lavoro. Tra i 15 e i 64 anni la stima nell'ultimo mese è in crescita (+0,4%, pari a +51 mila). L'aumento si concentra tra gli uomini, mentre calano leggermente le donne e coinvolge tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni.


Ultimi 3 mesi +86mila giovani inattivi e -86mila giovani disocc. Hanno ricominciato a studiare a febbraio o hanno smesso di cercare lavoro?

Proprio sugli ultracinquantenni vale la pena sottolineare un altro dato. "Al netto dell'effetto della componente demografica, su base annua, cresce l'incidenza degli occupati sulla popolazione in tutte le classi di età e si conferma il ruolo predominante degli ultracinquantenni nello spiegare la crescita occupazionale, anche per effetto dell'aumento dell'età pensionabile", scrive l'Istat nel suo bollettino. Nell'ultimo anno gli occupati sono cresciuti di 15mila unità tra i giovani, sono calati di 17mila nella fascia 25-34 anni, sono diminuiti significativamente di 106mila nella fascia tra i 35-49 anni mentre per gli over 50 ci sono stati +402mila occupati. Una tendenza che è dovuta, spiega tra le righe l'Istat, agli effetti della legge Fornero che ha posticipato l'età per andare in pensione. In sintesi, per buona parte non si tratta di nuovi occupati ma di persone che escono più tardi dal mercato del lavoro.
http://www.huffingtonpost.it/2017/04/03/la-disoccupazione-giovanile-diminuisce-ma-ce-un-trucco-aumenta_a_22024065/

Come definirli?
Buffoni, bugiardi, furbi, stupidi, .....?
Di certo non responsabili.
Questi non prendono in giro noi, si autoridicolizzano da soli!