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mercoledì 16 novembre 2016

Truffa al Ssn, l’ex presidente Inps Antonio Mastrapasqua ai domiciliari.

Risultati immagini per mastropasqua arrestato


C'è anche l'ex direttore generale dell'ospedale Israelitico di Roma, Antonio Mastrapasqua, già presidente dell’Inps tra il 2008 e il 2014, tra le 14 persone finite agli arresti domiciliari questa mattina, nell'ambito di una inchiesta della Procura capitolina per il reato di falso e truffa ai danni del sistema sanitario nazionale. L'ordinanza del gip nei confronti di dirigenti, medici e operatori della casa di cura privata parla di un «collaudato sistema» imperniato su prestazioni sanitarie «illecitamente erogate a danno del Ssn» tra il 2012 e il 2014.

Prestazioni non accreditate messe in carico alla Sanità regionale
Nell'ordinanza di oltre 370 pagine che ha portato agli arresti, firmata dal gip Maria Paola Tomaselli, si sottolinea come Mastrapasqua quale dg del nosocomio insieme con altri dirigenti abbia, «con artifici e raggiri» messo a carico della Sanità regionale «prestazioni che non erano accreditate». Causando così un «danno patrimoniale di rilevante entità per il servizio sanitario. Gli inquirenti avrebbero anche accertato la presenza di una “talpa” in Regione Lazio, che avvisava gli arrestati delle ispezioni sulla struttura ospitata sull’isola tiberina.


Una talpa in Regione per segnalare in anticipo le ispezioni
Gli investigatori del Nas dei carabinieri hanno stabilito che che gli arrestati venivano a sapere in anticipo la data delle ispezioni della Regione, e provvedevano a cambiare la destinazione d'uso dei locali ospedalieri e delle prestazioni sanitarie svolte «al fine di mascherare lo svolgimento di attività irregolari e/o non autorizzate, inducendo così in errore il personale ispettivo dell'Asl». «Adesso facciamo un po' di Cinecittà» era la frase utilizzata nelle loro conversazioni telefoniche alcuni alcuni degli arrestati dell'Ospedale Israelitico intendendo l’avvio di una messa in scena in occasione di una ispezione regionale. Spostando, se necessario, i pazienti da un locale all'altro, chiudendo sale per attività sanitarie non autorizzate, e occultando la cartellonistica di qualche reparto oppure consegnando la planimetria alterata di un intero piano.


L ’inchiesta sui rimborsi dell’Asl Roma avviata nel 2014Nel settembre del 2014, in seguito ad un’inchiesta derivata da una segnalazione del Nucleo Operativo Controllo (Noc) della Regione Lazio, Mastrapasqua era stato iscritto nel registro degli indagati per la truffa al Sistema sanitario nazionale e all’Asl Roma sui rimborsi dell'Israelitico, per la quale oggi è stato messo agli arresti domiciliari. Stessa sorte anche per Gianluigi Spinelli, direttore sanitario e responsabile del Day Hospital e delle sale ambulatoriali chirurgiche; Tiziana D'Agostini, vicedirettore; Elvira Di Cave, primario di ortopedia; Mirella Urso, responsabile dell'ufficio “Controllo appropriatezza cartelle cliniche”; Antonio Cannistrà, addetto in servizio allo stesso ufficio; Naim Nasrollah, chirurgo; Batia Popel, capo dell'ufficio Affari Generali; Anita Fanelli, responsabile dell'ufficio degenze. Ai domiciliari, poi, sono finiti altri cinque tra medici, collaboratori e amministrativi, mentre all'obbligo di firma Riccardo Pezzi, quale responsabile del servizio di Prevenzione e protezione, Antonella Gallo, capo dell'Ufficio Provveditorato ed Economato e un altro medico. Oltre all'esecuzione dei 17 provvedimenti cautelari, l'Autorità giudiziaria di Roma ha disposto il sequestro preventivo per equivalente pari all'ammontare di 7,5 milioni di euro. Si tratta, fanno sapere i carabinieri, «della somma riconducibile alla indebita richiesta economica eccedente le prestazioni realmente erogate della struttura ospedaliera».

Le dimissioni dall’Inps nel 2014
All’origine delle dimissioni di Mastrapasqua dal vertice dell'Inps, il 1° febbraio 20014, il presunto conflitto di interessi con il ruolo di direttore generale dell'Israelitico da lui rivestito. Un conflitto di interessi che era stato rilevato dall'allora presidente del Consiglio, Enrico Letta, il quale aveva invitato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, a predisporre una relazione sulla vicenda.


http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-10-21/truffa-ssn-domiciliari-roma-l-ex-presidente-inps-antonio-mastrapasqua-101707.shtml?uuid=ACRtNTKB&refresh_ce=1

domenica 8 giugno 2014

Cartelle cliniche truccate per rimborsi Indagato il presidente dell'Inps. - Fabio Tonacci e Francesc Viviano




ROMA
 - Antonio Mastrapasqua è indagato dalla procura di Roma. 

Il presidente dell'Inps, uno degli uomini più potenti d'Italia, è sotto inchiesta per migliaia di cartelle cliniche taroccate e fatture gonfiate all'Ospedale Israelitico, di cui è direttore generale. In tutto 85 milioni di euro: 14 milioni sarebbero rimborsi "non dovuti" ma richiesti lo stesso alla Regione Lazio. Gli altri 71 sono un presunto "ingiusto vantaggio" conseguito dalla clinica romana dal 2011 al 2013. E al vaglio dei magistrati c'è pure la cessione all'Inps di una parte di questo credito "non esigibile", servita a sanare i conti della struttura romana. Manovra, questa, pensata, avviata e autorizzata da Mastrapasqua, nella doppia veste di debitore e creditore.

L'indagine è delicatissima. Si basa sulla denuncia del Nas di Roma, datata 16 settembre 2013 e consegnata in procura, nella quale si ricostruisce la maxi truffa ai danni dello Stato. E dunque, migliaia di semplici interventi svolti negli ambulatori del reparto di odontoiatria dell'Ospedale Israelitico tra il 2006 e il 2009 si sono trasformati in "operazioni invasive e con notevole carico assistenziale effettuate in ortopedia". In totale sono state contate 12.164 schede di dimissione falsificate. Ad esempio le estrazioni dei denti sono state classificate in qualche caso come costosissime plastiche gengivali con innesto di osso. In che modo? "Raggirando il sistema di controllo informatico - scrivono gli investigatori - inserendo codici diversi da quelli riportati nelle cartelle cliniche". C'è un "movente", naturalmente. La clinica non risulta accreditata col Servizio sanitario per odontoiatria, quindi non può esigere il rimborso delle prestazioni ambulatoriali erogate in quel reparto. Lo può fare invece per ortopedia. Con questo trucco, ha chiesto alla Regione Lazio 13,8 milioni di euro.

Nel luglio dello scorso anno sulla scrivania del governatore Nicola Zingaretti è arrivato il rapporto dell'Agenzia di controllo della sanità sull'Israelitico che certificava un 94 per cento di ricoveri incongrui e inappropriati. Subito è stato firmato il decreto per bloccare il pagamento degli arretrati. "Non dovuti". Intanto le indagini andavano avanti. Il primo filone si è chiuso con il rinvio a giudizio, lo scorso ottobre, di dieci tra medici e dirigenti richiesto dai pm Maria Cristina Palaia e Sabina Calabretta: il nome di Mastrapasqua non è mai citato. Poi però sono intervenuti i carabinieri del Nas.

 Hanno sequestrato tutte le cartelle cliniche di odontoiatria, hanno letto centinaia di incartamenti, hanno parlato con i responsabili di sala e con i direttori nella sede di piazza San Bartolomeo all'Isola. E a settembre hanno depositato un'informativa molto circostanziata, con allegata la denuncia a carico di Mastrapasqua (truffa, falso ideologico e abuso d'ufficio i reati ipotizzati), del direttore sanitario Giovanni Spinelli e di Ferdinando Romano, ex direttore regionale "programmazione e risorse della sanità". Spinelli perché, in quanto "responsabile delle cartelle cliniche", avrebbe "falsamente attestato l'avvenuta esecuzione di prestazioni diverse da quelle rese". Romano perché, anziché sospendere l'accreditamento provvisorio dell'Ospedale Israelitico, "sottoscriveva con Mastrapasqua un protocollo d'intesa dove si accordavano sulle modalità di espletamento dei controlli, in violazione alla normativa regionale". Favorendo così, annotano i militari, un "ingiusto vantaggio patrimoniale all'ospedale pari a 71,3 milioni di euro" negli anni 2011-2013.

A piazzale Clodio il dossier del Nas viene trattato con la massima cautela e riservatezza, considerato il calibro del personaggio che, alla poltrona di presidente dell'Inps, ne aggiunge almeno un'altra ventina, tra incarichi di vertice (è anche vicepresidente di Equitalia e presidente della società di fondi di investimenti immobiliari Idea Fimit Sgr) e posti nei collegi sindacali di Eur spa, Coni Servizi spa, Autostrade per l'Italia. Solo per citarne alcune. Tant'è che nelle settimane scorse è stato convocato e sentito dai magistrati coordinati dal procuratore Giuseppe Pignatone. Interrogatorio top secret, nel corso del quale ha respinto tutte le accuse.

Mastrapasqua è arrivato alla direzione generale dell'Ospedale Israelitico nel 2001, ha ristrutturato e riorganizzato l'azienda che era in grossa crisi: in quattro anni i ricavi sono passati da 17 a 40 milioni di euro, nel 2011 diventano 54. Struttura privata ma convenzionata, oggi ha 96 posti letto per la degenza ordinaria e 22 in day hospital. Sul suo doppio ruolo di dg e capo dell'Inps si avvita l'ultima delle contestazioni rivoltegli dal Nas: quella di aver "accettato e fatto accettare crediti non certi in favore dell'Istituto di previdenza ovvero dell'ospedale di cui è rappresentante legale". In altri termini, per saldare un debito che la clinica aveva con l'Inps per dei contributi previdenziali del personale non versati, ha ceduto all'ente il credito "non esigibile" vantato con la Regione Lazio fino al saldo di quanto dovuto. Mettendo così a posto i conti dell'Israelitico. Un'operazione che, se riscontrata, renderà difficile per Mastrapasqua sostenere di essere stato all'oscuro di tutto.
 

http://www.repubblica.it/cronaca/2014/01/25/news/cartelle_cliniche_truccate_per_gonfiare_i_rimborsi_indagato_il_presidente_inps_illeciti_per_85_milioni-76875553/

martedì 28 gennaio 2014

MASTRAPASQUA IMPERMEABILE – IL BOIARDO NON SI DIMETTE.

SARA’ DURISSIMO PER LETTA FARLO SLOGGIARE - "I NAS NON SONO LA BIBBIA, LASCIAMO DECIDERE I TRIBUNALI" - "ATTUALMENTE HO 9 INCARICHI NON 25 COME SCRIVONO" (ALLORA CAMBIA TUTTO…)
Risponde al telefono Antonio Mastrapasqua e premette che lo fa solo per cortesia. Non ha nessuna intenzione di parlare. Non vuole essere intervistato. Poi si sfoga, rigetta le accuse e spiega le sue ragioni in questa conversazione con Repubblica.
Come sta, presidente?
«Come sto? Il mio umore dipende da voi»
Abbiamo pubblicato le accuse dei Nas. È tutto documentato. Ci sono le carte.
«Ho letto. Come ha visto non ho reagito e non mi lamento. Ho un buon carattere, forse troppo buono. Altri si dimenano, accusano, minacciano. Io non ho detto una parola. Non so se ho fatto bene o no».
Come fa ad essere sereno con le accuse che le muove la Procura di Roma? I reati ipotizzati sono truffa, abuso d'ufficio, falso ideologico.
«Mi dicono che la Procura stia chiudendo la cosa. Ecco perché sono sereno. Contrariamente a come mi dipingete sono un uomo mite e moderato. Taccio, sto fermo e aspetto».
Ma lei ha letto le contestazioni? Sono fatti precisi, documentati.
«Sì, le ho lette. Ma non riguardano me. Si vada a leggere il caso precedente. Sono due indagini fotocopia. La prima è durata quattro anni, un tempo enorme. E sapete come si è conclusa? Proclamando la mia totale estraneità. Poiché la seconda inchiesta è la fotocopia della prima, mi aspetto lo stesso esito».
Dunque, per questo lei è così tranquillo?
«Oddio, proprio sereno in questo Paese non è mai nessuno. Ma io sì perché sono cresciuto nella logica che se non fai nulla di male, non devi temere nulla di male».
Senta, ma quei venticinque incarichi che lei ricopre non sono un po' troppi? Molti sono tra loro in evidente conflitto di interessi. Non se n'è mai accorto?
«Dite pure che sono quarantacinque i miei incarichi! Chi dice e scrive questa cose non sa nemmeno leggere una visura camerale. Ma se non sanno leggerla dovrebbero andare da un commercialista e farsi spiegare le cose ».
Vuol dire che lei non è seduto su tutte quelle poltrone? Lei non ha tutti gli incarichi che risultano dalle visure camerali?
«Quegli incarichi sono veri. Ma le camerali si compilano a stratificazioni. E lì ci sono tutte le cariche che ho avuto negli ultimi quindici anni di lavoro. Ha capito bene? Tutte quelle che ho avuto in quindici anni di lavoro. Non quelle che ho oggi».
Quali le sono rimaste, allora? Dov'è seduto oggi?
«Sono il presidente dell'Inps e il vicepresidente di Equitalia, per effetto di patti parasociali, e di Idea Fimit, sempre per patti parasociali che risalgono a prima che arrivassi io all'Inps. Questo è».
Questo è? Ma lei è un collezionista di incarichi. Quali sono i collegi sindacali di cui è presidente o membro? Questi li considera? Qui ci sono anche i potenziali conflitti di interesse.
«Guardi, io faccio parte di uno studio professionale e non l'ho abbandonato. A differenza di quello che fanno tutti gli altri, anche personaggi famosi, quando assumono un incarico pubblico che intestano l'attività professionale alla moglie, io non l'ho fatto».
Perché non l'ha fatto?
«Perché la legge dice che non sono incompatibili e quindi non ho dovuto intestare nulla a nessun altro. Si informi! La legge non vieta al presidente dell'Inps di far parte di un collegio sindacale».
Così nascono tutti i suoi incarichi? Solo perché la legge non li vieta esplicitamente? Ci sono anche ragioni di opportunità.
«Il mio studio professionale ha sessanta anni. È lo studio della mia famiglia. I clienti hanno da noi i collegi sindacali e io ci sono ».
Di quanti collegi sindacali è membro o presidente? Se li ricorda?
«Di sei. Non di sessantasei o di seicentosessanta. E sono tutti incarichi che ho assunto dal 2004. Punto».
Allora me li dica i collegi. «Adr Engineering, Autostrade per l'Italia spa, Coni servizi, Loquenda, Mediterranean Nautilus Italy, Eur Tel. Ecco. Tutto qui. Ecco il mostro! Proprio stasera c'è chi mi ha detto che ho sbagliato a non ribattere, che avrei dovuto farlo. Ma io non sono capace. D'altra parte ciascuno di noi ha il proprio carattere. Io so leggere le visure camerali, ma non so scrivere due righe. Così nasce il mostro».
Presidente, devo insistere: ci sono accuse precise, altro che mostro.
«E io le ripeto che non riguardano me quelle accuse. Gliel'ho già detto».
In questa storia è coinvoltol'Inps, l'istituto delle pensioni di tutti gli italiani. È questo che colpisce l'opinione pubblica
«Non mi risulta che l'Inps sia coinvolto».
Ma se c'è stata una cessione di crediti inesigibili dell'Ospedale israelitico, di cui lei è il direttore generale, proprio all'Inps di cui lei è presidente. Le pare normale? Corretto? Regolare? Qui non vede il conflitto di interessi?
«Non è così. Me lo dovete dimostrare che questa vicenda riguardi l'Inps».
Ci sono i crediti inesigibili ceduti all'Istituto di previdenza. È scritto nelle carte.
«Le ripeto che non è così. Senta, tutte le fatture cedute hanno avuto una certificazione da parte delle Asl o della Regione Lazio. Tra l'altro sono cose che risalgono al ‘99, quando io avevo ancora i pantaloni corti...
Piuttosto, dica lei quanti istituti sanitari nel Lazio hanno certificato i crediti ceduti. Lo sa? Le rispondo io: sono zero su zero. Noi abbiamo certificato il 100 per cento. Vada al Santa Lucia o al Fatebenfratelli a chiedere quante fatture hanno certificato. La riposta gliela posso anticipare io: zero».
Ma c'è l'inchiesta, ci sono i risultati dell'indagine dei Nas dei carabinieri.
«I Nas fanno il loro mestiere, ma non sono la Bibbia».
Ha pensato di dimettersi in questi giorni? Da più parti le si chiede di fare un passo indietro perché non vi siano ombre nella gestione delle pensioni degli italiani.
«No, assolutamente no. Non ci ho proprio pensato. Perché dovrei farlo? Io ho il massimo rispetto per i Nas e i carabinieri ma non le sembra un po' eccessivo che per un'informativa dei Nas uno si debba dimettere o suicidarsi? Con questo sistema si manderebbe a casa il presidente del Consiglio o il presidente della Repubblica».
I fatti, presidente. I fatti per cui lei è indagato sono accaduti o no?. I Nas li hanno accertati.
«Abbia pazienza, questo è ancora uno Stato di diritto. Dunque lo decideranno i Tribunali non i Nas».
Lei ha parlato con il presidente del Consiglio Letta? Con il ministro del Lavoro Giovannini? Cosa le hanno detto? Le hanno chiesto di lasciare il suo incarico?
«Ma cosa mi chiede? Dove vuole arrivare? Ho risposto solo perché sono educato. Ma ora mi fermo qui».

Caso Mastrapasqua, Elsa Fornero: "Quando ero ministro cercai di sostituirlo ma ci furono troppe resistenze".

mastrapasqua fornero

Racconta di averci provato ma di essersi scontrata contro resistenze troppo forti. Una proposta di riorganizzazione della governance dell'Inps, avanzata ai tempi in cui era ministro del Lavoro, che si era arenata perché non piaceva a molti.
Elsa Fornero interviene così sul caso del presidente dell'ente previdenziale italiano Antonio Mastrapasqua, indagato dalla procura di Roma per abuso di ufficio e falso ideologico.
"L'obiettivo - spiega l'ex ministro a La Stampa - era una gestione più trasparente dell'Ente e a tal fine venne istituita una commissione ad hoc per rivedere la struttura. Purtroppo però, nonostante i vari impulsi ricevuti, la politica impedì il rinnovamento".
Il nuovo piano organizzativo dell'Inps voluto dal governo Monti prevedeva "una gestione più decentrata del potere, perché non si può avere troppo potere concentrato in una singola persona", spiega Fornero. "Fu proprio questa l'indicazione della commissione composta da personalità con competenze trasversali e specifiche. C'erano un giudice della Corte dei Conti, un membro del Consiglio di Stato e un professore della Bocconi. Il loro giudizio fu unanime: quello di Antonio Mastrapasqua era un ruolo 'monocratico'.

sabato 25 gennaio 2014

Antonio Mastrapasqua: il presidente Inps indagato per rimborsi e cartelle.

ANTONIO MASTRAPASQUA INDAGATO OSPEDALE ISRAELITICO
Antonio Mastrapasqua è indagato dalla procura di Roma per una storia di cartelle gonfiate per portare a casa maggiori rimborsi all’ospedale Israelita, di cui è direttore generale. Si parla, scrive Repubblica di oggi in un articolo a firma di Fabio Tonacci e Francesco Viviano, di 85 milioni di euro “sotto inchiesta”, di cui 14 sarebbero non dovuti. Spiega il quotidiano sul caso che coinvolge il presidente dell’Inps:
"L’indagine è delicatissima. Si basa sulla denuncia del Nas di Roma, datata 16 settembre 2013 e consegnata in procura, nella quale si ricostruisce la maxi truffa ai danni dello Stato. E dunque, migliaia di semplici interventi svolti negli ambulatori del reparto di odontoiatria dell’Ospedale Israelitico tra il 2006 e il 2009 si sono trasformati in «operazioni invasive e con notevole carico assistenziale effettuate in ortopedia». In totale sono state contate 12.164 schede di dimissione falsificate. Ad esempio le estrazioni dei denti sono state classificate in qualche caso come costosissime plastiche gengivali con innesto di osso. In che modo? «Raggirando il sistema di controllo informatico — scrivono gli investigatori — inserendo codici diversi da quelli riportati nelle cartelle cliniche». C’è un “movente”, naturalmente. La clinica non risulta accreditata col Servizio sanitario per odontoiatria, quindi non può esigere il rimborso delle prestazioni ambulatoriali erogate in quel reparto. Lo può fare invece per ortopedia. Con questo trucco, ha chiesto alla Regione Lazio 13,8 milioni di euro."
CHI E’ ANTONIO MASTRAPASQUA, PRESIDENTE DELL’INPS INDAGATO – Antonio Mastrapasqua, 56 anni, ricopre una ventina di incarichi. Oltre a essere presidente dell’Inps e vicepresidente di Equitalia, è presidente del fondo immobiliare Idea Fimit Sgr, ha ruoli nei collegi sindacali di Autostrade per l’Italia, Aeroporti di Roma, Eur Congressi Roma srl, Coni Servizi e altri enti, è direttore generale dell’Ospedale Israelitico di Roma e direttore della Casa di Riposo ebraica. In un vecchio articolo del Fatto si elencavano tutti i suoi molteplici incarichi:
Mastrapasqua, per arrivare dove è arrivato, secondo il Fatto ha sfruttato la sua amicizia con Gianni Letta.
E’ il potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio che proietta lo sconosciuto commercialista nel consiglio d’amministrazione dell’Inps, nel 2004. Ed è ancora lui a imporlo come vicepresidente di Equitalia al momento della nascita della società, di cui Inps è azionista al 49 per cento: in quel posto doveva andare naturalmente l’allora presidente dell’Inps, Gian Paolo Sassi, che ricevette il diktat da Palazzo Chigi: fai strada a Mastrapasqua. Poco dopo, infatti il povero Sassi, messo all’Inps dall’allora ministro del Lavoro Roberto Maroni, in un momento in cui il governo non sapeva bene chi metterci, fu fatto fuori.
E scoccò l’ora di Mastrapasqua, nominato nel 2008 dal governo Letta- Berlusconi appena tornato al potere: prima commissario (ma mai si capì per quale ragione l’Inps fu commissariato), poi presidente di se stesso.
Da quel giorno l’ascesa del commercialista è stata inarrestabile. Dicono che si sia fatto molti amici anche a sinistra, grazie alla sapiente distribuzione di poltrone, che dal vertice dell’Inps può fare ad ampio spettro. OTTIME all’uopo le presidenze delle Equitalia regionali, che spartisce con il numero uno di Equitalia, Attilio Befera, altro suo amico per la pelle. Ma anche la presidenza di Idea Fimit è utile, visto che è la più grande società immobiliare italiana, quella che ha venduto all’onorevole Pdl Riccardo Conti per 26 milioni il palazzo che l’astuto ha rivenduto poche ore dopo alla cassa previdenziale degli psicologi per 44 milioni.