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sabato 29 maggio 2021

Zona bianca, cosa si può fare dal 1° giugno: salta il coprifuoco, resta obbligo della mascherina. - Nicoletta Cottone

 

I punti chiave

Italia verso la fascia bianca. Si inizia con tre regioni: dal 31 maggio in zona bianca Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna. Il 7 giugno sarà la volta di Abruzzo, Liguria e Veneto. Poi, il 14 giugno, in bianco anche Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Umbria e provincia autonoma di Trento. Ecco un piccolo vademecum con domande e risposte su cosa si può fare in zona bianca e cosa no.

BAR

É consentita la consumazione al banco nei bar? La consumazione al banco è consentita, ma è necessario assicurare una distanza interpersonale di almeno un metro tra i clienti.

CENTRI COMMERCIALI.

I centri commerciali sono aperti nel fine settimana? Sì, i centri commerciali sono stati riaperti nei fine settimana dal 22 maggio 2021, anche in zona gialla. Le riaperture hanno interessato gli esercizi commerciali all’interno dei mercati e dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali e altre strutture assimilabili.

CENTRI CULTURALI, SOCIALI E RICREATIVI.

Possono riaprire i centri sociali e culturali? É previsto che in zona bianca possano restare aperti centri culturali, centri sociali e centri ricreativi. Riaperture che invece in zona gialla scatteranno dal 1° luglio.

COPRIFUOCO

In zona bianca resta in vigore il coprifuoco? No, il coprifuoco non è in vigore in fascia bianca, quindi si può liberamente circolare.

DISCOTECHE

Posso andare in discoteca? Sì, ma senza ballare. Si potrà ascoltare la musica, mangiare o bere, ma resta vietato ballare.

DISTANZIAMENTO

É ancora previsto il rispetto del distanziamento? Sì, resta in vigore l’obbligo di distanziamento interpersonale, con l’obiettivo di evitare gli assembramenti. Resta l’uso obbligatorio della mascherina all’aperto quando non si può mantenere la distanza e al chiuso nei luoghi pubblici. Prevista la sanificazione nei luoghi chiusi e una corretta aerazione.


FESTE

Posso organizzare una festa? Sì, si possono organizzare feste, comprese quelle che si tengono dopo le cerimonie civili e religiose. Gli ospiti dovranno però essere in possesso del green pass che spetta al completamento del ciclo vaccinale. L’ultimo decreto del governo Draghi del 18 maggio ha sancito che la certificazione verde spetta anche a 15 giorni dalla somministrazione della prima dose di Astrazeneca, Pfizer o Moderna (valida fino all’effettuazione della seconda dose). Altrimenti per il pass verde occorre avere il certificato di avvenuta guarigione dal Covid-19 o di fine isolamento, certificazione rilasciata dalla struttura ospedaliera in cui è avvenuto il ricovero, dalla Asl o dai medici di medicina generale. Altrimenti è necessario produrre il referto con risultato negativo di un tampone eseguito nelle 48 ore precedenti l’evento. Il nuovo decreto del 18 maggio ha portato a 9 mesi la validità del green pass per chi ha completato il ciclo vaccinale. Mentre è stato deciso di rilasciare una certificazione anche a coloro che hanno effettuato solo la prima dose. In zona gialla le feste sono permesse dal 15 giugno.

GIOCO

Sono aperte le sale giochi? Sì, in zona bianca sono aperte sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò. Riaperture che invece in zona gialla avverranno il 1° luglio.

MASCHERINA.

Devo portare ancora la mascherina? Sì, anche in zona bianca resta l’obbligo di usare la mascherina, all’aperto quando non si può mantenere la distanza e al chiuso nei luoghi pubblici. Non hanno l'obbligo di indossare le mascherine i bambini di età inferiore ai sei anni, le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina e chi deve comunicare con un disabile in modo che non cosnete l’uso della mascherina. Esentate anche le persone che stanno svolgendo attività sportiva.

PARCHI DI DIVERTIMENTO

Posso portare i miei figli in un parco di divertimento? Sì, in area bianca possono stare aperti parchi tematici e di divertimento. In zona gialla invece riapriranno il 15 giugno.

RISTORANTI

Quali sono le regole per mangiare al ristorante? Al momento si riapre subito anche al chiuso, ma nel rispetto dei protocolli vigenti. Quindi tavoli al massimo per 4 persone, a meno che i commensali non siano conviventi (allo studio un allentamento della misura). É necessario adottare misure per evitare assembramenti al di fuori del locale. Viene raccomandato l’accesso tramite prenotazione (ma è consentito anche senza se gli spazi lo consentono. I tavoli devono essere disposti garantendo ai clienti una distanza di almeno un metro. I clienti devono indossare la mascherina, tranne quando bevono o mangiano. Deeve essere favorita la consultazione di menù online o plastificati (e quindi disinfettabili dopo l’uso) o cartacei a perdere. Al termine di ogni servizio devono essere pulite e disinfettate tutte le superfici. Resta l’obbligo di esporre un cartello che indichi il numero massimo di persone che possono essere contemporaneamente presenti nei locali. Dal 1° giugno anche in area gialla sarà consentito il consumo di cibi e bevande anche all'interno dei locali.

SCI

Posso andare a sciare? Sì, gli impianti dei comprensori sciistici hanno riaperto dal 22 maggio 2021, anche in zona gialla, nel rispetto linee guida adottate.

ZONA BIANCA.

Come viene stabilito l’ingresso in zona bianca? Sono in zona bianca le regioni che si collocano in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio basso, dove si manifesta una incidenza settimanale dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100mila abitanti. Restano sospesi gli eventi che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto, comprese le manifestazioni fieristiche, i congressi, le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso, e la partecipazione di pubblico agli eventi e alle competizioni sportive. La modifica delle misure è esaminata dal Tavolo tecnico permanente al ministero dellla Salute, composto da un rappresentante del Comitato tecnico-scientifico, da un rappresentante dell'Istituto superiore di sanità e da un rappresentante delle regioni e province autonome interessate.

IlSole24Ore

venerdì 28 maggio 2021

Le Regioni che hanno vaccinato di più: in testa il Molise, in coda la Sicilia. - Riccardo Ferrazza

 

I punti chiave


In testa c’è il Molise, nelle ultime posizioni la Sardegna: è la graduatoria delle dosi somministrate ogni 100mila abitanti nella quale le due Regioni, pur accomunate dal ritorno lunedì in fascia bianca, hanno performance molto diverse. Su centomila molisani sono stati inoculati quasi 60mila vaccini anti-Covid, quelli registrati sull’isola sono meno di 52mila. Anche in Friuli Venezia Giulia dal 31 maggio cadranno tutte le restrizioni (ad eccezione del distanziamento e dell’utilizzo della mascherina): la Regione è sopra la media nazionale con quasi 57mila dosi. Ultima in questa classifica è la Sicilia, distanzata di 11mila dosi rispetto al Molise.

In Molise «lavoro di qualità»

Le somministrazione di dosi ogni 100mila abitanti è uno delle misure con cui poter giudicare la campagna di vaccinazione delle Regioni partita 150 giorni fa. Non l’unica, però. Perché conta anche il modo in cui sono state distribuite le dosi per fasce di popolazione. Sotto questo aspetto il Molise è stato “promosso” dal commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo nel corso della sua visita: «Sono molto soddisfatto per il lavoro che si sta facendo in Molise - aveva detto il generale - e non solo perché in questa regione è stato raggiunto e mantenuto il target assegnato, che è di circa 2.500 vaccinazioni al giorno con potenzialità di oltre tremila, ma soprattutto perché si fa un lavoro di qualità. Siamo in media sugli over 80». In Molise il 91,2% degli ultra 80enni ha ricevuto una dose, il 79% ha completato il ciclo vaccinale.

Sicilia: -11mila (ogni 100mila abitanti) rispetto al Molise

La Regione siciliana è stata la prima a dare il via libera per le inoculazioni agli studenti maturandi, partite il 26 maggio su base volontaria e senza prenotazione. Ma è anche l’unica dove ci sono zone rosse (quattro comuni in provincia di Palermo in lockdown fino al 3 giugno). L’isola è nelle ultime posizioni per coperture vaccinale delle fasce prioritarie indicate dal commissario all’emergenza: la percentuale di over 80 con ciclo completo è pari al 66,2% (un ulteriore 11,9% con sola prima dose), quella di fascia 70-79 anni con ciclo completo è pari al 32,3% (a cui aggiungere un ulteriore 34% con sola prima dose). Infine, la percentuale di popolazione 60-69 anni con ciclo completo è pari al 24,4% a cui aggiungere un ulteriore 30,3% con sola prima dose.

La Sicilia ha somministrato 2,4 milioni di dosi. Ma guardando al numero di vaccini ogni 100mila abitanti si evidenzia il ritardo della Regione: 48.874 dosi: -5.700 rispetto alla media nazionale e -11mila rispetto al Molise. «Stiamo facendo tutto quello che era possibile fare. I vaccini in Sicilia vanno somministrati con sobrietà perché non arrivano in quantità» è la spiegazione del presidente regionale Nello Musumeci. «È anche vero che alcuni fattori hanno contribuito a creare situazioni diverse, prima fra tutti la diffidenza verso i vaccini» ha aggiunto.

Liguria in terza posizione.

A tenere il passo del Molise sulle vaccinazioni parametrate ogni 100mila abitanti è invece la Liguria, alla seconda settimana con dati da zona bianca e destinata a passare alla fascia senza restrizioni dal 7 giugno. La Regione è l’unica, insieme al Molise, a sfiorare le 60mila dosi ed è seguita dall’Abruzzo a quota 57mila.

IlSole24Ore

sabato 30 gennaio 2016

IL MISTERIOSO E AFFASCINANTE SANTUARIO MOLISANO CHE SEMBRA UN CASTELLO FIABESCO. - Dominella Trunfio

santuario castelpetroso

A vederlo da lontano sembra un castello fiabesco, una struttura immensa e affascinante incastonata in una valle verde. In realtà è il Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso, in Molise.
La sua costruzione è un omaggio alla Madonna, si dice infatti che esso sorga nel luogo in cui nel 1888, due contadine furono spettatrici dell’apparizione della Vergine. Fabiana Cicchino e Serafina Valentino si trovavano a Cesa Tra Santi a lavorare la terra e avevano portato con sé due pecore.
Nel pomeriggio, prima di rientrare a casa le due pastorelle si resero conto di averne smarrita una. Dopo essersi divise, cercando tra le siepi Fabiana vide la pecorella vicino a una strana luce. Incuriosita la donna si avvicinò e si trovò di fronte l’immagine della Madonna inginocchiata con ai piedi Gesù morto, lo sguardo rivolto verso il cielo e le braccia allargate in atto di offerta.
Santuario di Castelpetroso
Dopo lo sgomento, Fabiana chiamò Serafina che non riuscì però a vedere nulla. Dieci giorni dopo, il primo aprile, giorno di Pasqua, l’apparizione si rinnovò e questa volta anche l’altra contadina riuscì a vedere la Vergine.
Le voci si diffusero in paese tra lo scetticismo di molti. Ma il 26 settembre dello stesso anno, anche mons. Francesco Macarone Palmieri vescovo di Bojano, ebbe la stessa apparizione. In più ai piedi della rupe era sfociata una sorgente d’acqua rivelatosi miracolosa, perché aveva fatto guarire un dodicenne malato di tubercolosi ossea.
Castelpetroso
Proprio dopo quest’ultimo episodio e nuove apparizioni si decise di edificare un tempio intitolato alla Madonna Addolorata. Nel 1890, venne posta la prima pietra ma la consacrazione ci fu solo nel 1975.
Oltre a essere un simbolo per i tanti credenti, il Santuario è un esempio affascinate di architettura.
Progettato in stile neogotico dall’ingegnere Francesco Gualandi di Bologna, esso è interamente scolpito in pietra molisana. La sua forma è allo stesso tempo semplice ma grandiosa, il suo stile rientra nel movimento artistico del Gothic Revival.
In circa 2800 metri quadrati vi sono sette cappelle che rappresentano i sette dolori di Maria. La cupola è alta 52 metri, di contorno vi sono le torri campanarie e una facciata opera di artisti locali, i fratelli Chiocchio di Oratino e Pasquini di Pietrasanta.
Insomma una costruzione perfettamente inserita nel panorama che esalta la bellezza della splendida regione Molise.

venerdì 2 novembre 2012

Lazio e Lombardia, i partiti temono il boom-Grillo. - Mattia Feltri.



A Roma è già al 15%, senza aver fatto campagna. Alle comunali il Pd teme il ballottaggio.


ROMA
Preparate i sacchi di sabbia: il diluvio è appena cominciato. Il sindaco a Parma, il quindici per cento e primo partito di Sicilia sono stati niente perché è nei prossimi mesi che il Movimento 5 Stelle promette di far ballare tutti. Si rinnovano i consigli regionali del Molise ma soprattutto del Lazio e della Lombardia (forse il 27 gennaio), da dove il centrodestra esce dal governo dopo un finale imbarazzante, fra ostriche trangugiate, vacanze caraibiche, soprattutto fra predazioni furibonde e apparentamenti con la ’ndrangheta.  

Subito dopo bisognerà eleggere il sindaco di Roma, nello stesso giorno in cui si voterà per le Politiche. Non c’è istituto demoscopico, come molti sanno, che a livello nazionale quoti sotto il venti per cento i grillini (siccome non amano essere chiamati così, propongono il terribile acronimo Am5s, attivisti eccetera, oppure “cittadini”). Sono percentuali su cui si trasecola e su cui si imbastiscono teorie sociologiche. Ma fin qui si è un po’ trascurato quello che rischia di succedere localmente. 

Nel Lazio, oggi il Movimento è già ai livelli siciliani. Ipr Marketing venti giorni fa lo dava al quattordici per cento, un punto sopra il Popolo della Libertà. Gli ultimi rilevamenti di Ipsos (un’indagine cominciata meno di una settimana fa) lo innalzano al quindici abbondante. I “cittadini” si accreditano già del sedici e mezzo. Tutto questo senza che Beppe Grillo abbia varcato con una sola ruota del suo camper i confini laziali. Per capire di che si sta parlando, basta tenere conto che gli ultimi sondaggi, prima che il comico traversasse a nuoto lo Stretto, attribuivano al M5S Sicilia l’otto per cento. Il tour indefesso e gutturale di Grillo ha portato quasi al raddoppio. Non significa che nel Lazio si toccherà il trenta, ma significa che il margine di crescita è ampio e imprevedibile. In più - spiegavano i sondaggisti la scorsa settimana - molto sarebbe dipeso dal risultato di Palermo: se i grillini avessero fatto il botto, e lo hanno fatto, ne avrebbero goduto un po’ ovunque. 

Sondaggi su Roma città non ce ne sono. Salvatore Pirozzi, attivista della capitale, è una pasqua: «Noi qui andiamo dal tredici al venti per cento», dice citando sue fonti. Dato vago, ma non tranquillizzante per i partiti tradizionali. Che infatti sono piuttosto preoccupati. Non tanto il Pdl, che ha deciso di affidare a Gianni Alemanno la questione della sconfitta, che è inevitabile, e che nessuno si è offerto di intestarsi presentandosi al posto del sindaco. Di certo è inquieto il Partito democratico, che non ha ancora scelto il suo campione e già intravede scenari parmensi. L’eventualità che a Roma vadano al ballottaggio il Partito democratico e il Movimento non è così vaga. E proprio Parma (ma non solo) dimostra che i ballottaggi sono brutte bestie.  

Nemmeno i “cittadini” hanno ancora scelto i loro candidati, né per il Lazio né per Roma né per la Lombardia, dove però le procedure sono cominciate e a fine novembre sono previste le primarie on line. Ma non è il nome del pretendente a scaldare o annacquare le passioni: quello che conta, almeno finché si parla di sondaggi, è la sigla grillesca. Uno di qualche giorno fa, di Gpg-Sp, stila per la Lombardia la seguente classifica: Pd ventidue, Pdl diciotto, Lega Nord diciassette, M5S quindici e naturalmente in rimonta e naturalmente in crescita. È il nubifragio, ed è solo all’inizio.