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martedì 15 dicembre 2020

Non solo Guerra, per Speranza c’è un’altra grana. - Alessandro Mantovani

 

C’è l’inviato speciale dell’Oms, Ranieri Guerra, in conflitto con la direzione europea della stessa Organizzazione mondiale della sanità, che lo allontanerebbe da Roma se non fosse che il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus lo difende. E il segretario generale, il numero uno della struttura amministrativa del ministero, Giuseppe Ruocco, ai ferri corti con il viceministro M5S Pierpaolo Sileri, che ne ha chiesto le dimissioni perché è “sempre assente” al Comitato tecnico scientifico e perché è uno dei dirigenti a cui si deve, insieme agli ex ministri, la mancata revisione del piano pandemico antinfluenzale che risale al 2006, per quanto il sito del ministero lo dia per “aggiornato il 15 dicembre 2016”.

Era a capo della Prevenzione nel 2013, quando il Parlamento europeo ha dato disposizioni vincolanti e l’Oms ha modificato le linee guida. Nel 2014 arrivò Guerra, che a settembre 2017 lasciò scritto alla ministra Beatrice Lorenzin di rifare il piano, secondo le linee guida ulteriormente modificate dell’Oms, prima di trasferirsi proprio all’Oms quale assistente del direttore generale. Toccò poi a Claudio D’Amario, che nel 2018 istituì il gruppo di lavoro d’intesa con la nuova ministra Giulia Grillo del M5S, ricevette nuovo impulso da Speranza nell’autunno 2019 e lasciò una bozza a maggio, quando è andato a dirigere la Sanità dell’Abruzzo. Anni e anni non sono bastati per rifare il piano, anni di tagli fino alla tragedia sanitaria nazionale che, secondo la Procura di Bergamo, potrebbe essere stata favorita dalla parziale applicazione del vecchio piano e dei piani regionali, in primis quello lombardo: ritardi nella sorveglianza epidemiologica, negli approvvigionamenti e nei controlli su ospedali e laboratori, previsti fin dalla fase d’allerta nel piano del 2006. Questa, secondo alcuni, sarebbe cominciata il 5 gennaio con l’annuncio Oms di polmoniti sconosciute in Cina, seguito però – ricordano al ministero – da comunicazioni rassicuranti della stessa Oms. La definizione di “caso sospetto”, pure prevista dal piano, è stata indicata dal ministero fin dal 22 gennaio. Secondo fonti della Salute solo la dichiarazione d’emergenza dell’Oms, il 30 gennaio, obbligava a misure preventive, come il blocco dei voli dalla Cina (deciso sempre il 30) e lo stato d’emergenza (il 31). Le verifiche sui posti letto però sono state avviate solo il 12 febbraio dal Cts e gli interventi sugli ospedali a fine mese, quando c’erano mille positivi e 29 morti. Speranza e altri saranno ascoltati dai pm, come testimoni, a gennaio.

Chi ha parlato con Ruocco assicura che “non pensa a dimettersi”, che la sua assenza al Cts è “concordata con il ministro” e non ha niente da dire sui piani pandemici. Anche Guerra resta in Italia dopo lo scandalo sul ritiro del dossier del centro Oms di Venezia che criticava moderatamente la prima risposta italiana al Covid-19, pubblicato a maggio per poche ore con prefazione del direttore dell’Oms Europa Hans Kluge, nel quale proprio Guerra pretendeva fosse indicato l’aggiornamento del piano pandemico antinfluenzale nel 2016: il testo dice solo “riconfermato”. Guerra ne ha attribuito la frettolosa approvazione “condizionata” alla centrale europea di Copenaghen. Le email rese note da Report e dal Fatto raccontano di tensioni con il governo italiano, che però secondo l’Oms Europa non ha avuto alcun ruolo nel ritiro. Copenaghen assicura che, su richiesta, trasmetterà il rapporto ai media: una ripubblicazione che non farà piacere né a Guerra né a Ginevra. Kluge è in buoni rapporti con Speranza, farebbe a meno di Guerra a Roma, ma la missione dipende da Ginevra, non da lui. Speranza farebbe a meno di queste grane.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/15/non-solo-guerra-per-speranza-ce-unaltra-grana/6037141/

martedì 12 maggio 2020

Piano pandemico, ora lo scaricabarile. E ombre sull’Oms. - Marco Franchi

Piano pandemico, ora lo scaricabarile. E ombre sull’Oms
Ranieri Guerra - Direttore, Centro Collaborativo OMS per la formazione sanitaria, e Direttore, Ufficio Relazioni Esterne; dirigente tecnologo ente di ricerca pubblico.

Mai aggiornato dal 2010, quando poi è servito non c’era Guerra (2014-2017): “Non so cos’abbiano fatto dopo”.
L’Italia, come rivelato a marzo dal Fatto, aveva un Piano pandemico. È un documento che viene compilato dai Paesi aderenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità fin dall’epidemia di influenza aviaria del 2003 e riporta le azioni e le contromisure da mettere in atto in caso di eventi epidemici su larga scala. “Esso – si legge sul sito del ministero della Salute – rappresenta il riferimento nazionale in base al quale saranno messi a punto i Piani operativi regionali” e l’Oms “ha raccomandato “a tutti gli Stati “di aggiornarlo costantemente seguendo linee guida concordate”. Al di qua delle Alpi il compito spetta al Dipartimento Prevenzione del ministero. Tra il 2014 e il 2017, ha raccontato Report nella puntata di ieri, a guidarlo c’era Ranieri Guerra, oggi direttore aggiunto dell’Oms e a inizio marzo inviato a Roma per volere del direttore generale Tedros Adhamon Ghebreyesus in supporto al governo contro l’emergenza Covid-19. Sotto la sua direzione i Piani non sono stati aggiornati né le autorità sanitarie hanno pensato di fare stock di mascherine e altri Dpi per fronteggiare l’epidemia.
Interpellato sull’argomento, racconta il programma di Sigfrido Ranucci, Guerra preferisce non rispondere. Non lo fa neanche quando Serena Bortone durante la puntata di Agorà del 31 marzo gli fa notare che “il piano pandemico italiano non è stato aggiornato dal 2010”. “Non è così – si schermisce il professore – ci sono dei livelli di confidenzialità che devono essere rispettati”. Raggiunto poi dal cronista di Report Giulio Valesini, l’esponente dell’Oms scarica tutto su chi è venuto dopo di lui: “Non so nulla di quello che il governo italiano ha fatto negli ultimi tre anni”. Ma lo sapeva o no che l’Italia non aveva stoccato mascherine e non era pronta rispetto ai piani pandemici? “Non lo so, io non sono parte del governo”. Non lo è, ma il Piano pandemico è fermo dal 2010 e tra il 2014 e il 2017 a guidare il Dipartimento di Lungotevere Ripa che avrebbe dovuto aggiornarlo sedeva proprio lui, l’uomo inviato a Roma dal direttore generale Ghebreyesus. Sul cui operato aleggiano ormai da tempo diversi dubbi.
Ex ministro della Salute e degli Esteri dell’Etiopia, , ricorda Report, è uno dei leader del partito il Fronte Popolare di Liberazione del Tigray, è legato a doppio filo con il Partito comunista cinese e oggi ancora di più al presidente Xi Jinping per via dei pesanti investimenti fatti da Pechino nel Paese africano, in particolare nel settore delle infrastrutture. Primo africano a salire ai vertici dell’Oms, fin dall’inizio dell’emergenza Tedros ha lodato la gestione dell’epidemia messa in atto dal governo cinese e ha chiuso gli occhi sui ritardi delle comunicazioni diramate da Pechino sulla sua diffusione. Riavvolgendo il nastro: l’8 dicembre si ha la notizia del primo contagio (poi fatto risalire al 17 novembre) ma solo il 23 le autorità cinesi annunciano il lockdown di Wuhan. Eppure l’Oms non si scompone. Solo il 30 gennaio per Ginevra il covid-19 diventa “emergenza sanitaria globale”. Ancora: è il 14 gennaio quando l’Oms dal suo account ufficiale twitta che “dalle indagini condotte dalle autorità cinesi non emergono evidenze di una trasmissione da uomo a uomo del virus”. Le prime ammissioni arrivano il 22 gennaio, quando si contano già migliaia di contagiati.
I dubbi si estendono anche ai finanziatori dell’agenzia Onu. Il suo bilancio è stato di 5,6 miliardi di dollari lo scorso biennio, ma neanche il 20% di questi sono fondi pubblici. L’80% arriva da privati come Bill Gates la cui fondazione versa più mezzo miliardo di dollari ogni biennio e decide le priorità dell’agenzia. Ora il magnate ha annunciato di voler contribuire alla ricerca di un vaccino anti-Covid-19 ma i fondi che dà all’Oms provengono dal trust di famiglia, che investe centinaia di milioni (323 nel 2018) nelle case farmaceutiche, da Novartis a Pfizer. Ha anche investito 237 milioni solo nella Walgreen Boots Alliance società che distribuisce farmaci in mezzo mondo.

venerdì 27 marzo 2020

La Nuova Governance Mondiale del OMS (di Ilaria Bifarini)



Per la prima volta nella storia della globalizzazione, tutti i Paesi, persino la recalcitrante Inghilterra fresca di Brexit e gli Stati Uniti patria della fervente economia di mercato, dove gli affari e i consumi non si fermano mai, sono in lockdown. L’economia mondiale è ferma, in quarantena, crollano i consumi, le produzioni e l’intera popolazione mondiale, fatta eccezione per alcuni Paesi del Terzo Mondo (e la Russia) che sembrano per ora i meno colpiti, ha abdicato al proprio stile di vita e ai diritti democratici, accettando uno stato d’eccezione con massicce restrizioni. Per la prima volta vige una condivisione di regole comuni su scala planetaria: un nuovo ordine si è sostituito al caos del globalismo, basato sulla libera circolazione delle merci e delle persone, a guida OMC, FMI e Banca Mondiale. A garantire questa nuova governance, per ora provvisoria e legata a uno stato di emergenza sanitaria, è un altro attore sovranazionale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Al governo liberista e liberale delle istituzioni economiche internazionali si è sostituito quello per definizione non democratico degli scienziati: “la scienza non è democratica”, ci è stato già detto più volte. Ci sarebbe da eccepire che per scienza si intende conoscenza, saggezza, termini che ci riportano a un concetto socratico del sapere, motivo per il quale anche tra gli stessi virologi esistono diverse correnti, non sempre concordi. Ma per adesso evitiamo polemiche in ambiti dove non è opportuno dubitare e affidiamoci al mainstrem scientifico, in un momento così doloroso per il nostro Paese, che sta registrando il maggior numero di decessi per coronavirus, secondo sola alla Cina.
Gettiamo però un po’ di luce su questo attore sovranazionale, che con le sue raccomandazioni guida le nostre vite e le nostre economie e continuerà a farlo finché questo virus non ci darà tregua.

OMS: Costituzione e finanziamenti.

L’OMS è un’agenzia speciale dell’ONU per la salute con sede a Ginevra, entrata in vigore il 7 aprile 1948, governata da 194 stati membri attraverso l’Assemblea mondiale della sanità, convocata annualmente in sessioni ordinarie e composta da rappresentanti dell’amministrazione sanitaria di ciascun paese.
Nella sua Costituzione quale obiettivo primario è indicato quello della sanità, intesa come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, (che) non consiste solo in un’assenza di malattia o d’infermità”.
“Per raggiungere il più alto grado di sanità è indispensabile rendere accessibili a tutti i popoli le cognizioni acquistate dalle scienze mediche, psicologiche ed affini. Un’opinione pubblica illuminata ed una cooperazione attiva del pubblico sono d’importanza capitale per il miglioramento della sanità dei popoli.”
A fronte di finalità di così vasta portata, il budget dell’organizzazione di Ginevra è piuttosto contenuto (circa 4 miliardi di dollari) e, mentre inizialmente proveniva prevalentemente dagli Stati, negli ultimi decenni la tendenza si è modificata: ben l’87% attualmente deriva da donatori privati. L’80% dei fondi donati sono “earmarked”, cioè vincolati a finanziare programmi specifici, decisi dai donatori stessi, aspetto che ha destato non poche perplessità sulle scelte dell’organizzazione. Il direttore dell’Istituto di Sanità globale di Ginevra, Antonie Flahault, a seguito della donazione di circa 900 milioni da parte della Fondazione dei coniugi Gates nel biennio 2016-2017, lamentava come l’OMS fosse “costretta a tenere conto di quello che Gates ritiene prioritario”, cioè la lotta alla poliomielite, cui furono impegnati più fondi che alla prevenzione dell’HIV, quarta causa di morte nel Terzo Mondo.
La Fondazione dei Gates risulta a oggi il primo donatore privato dell’OMS e nell’ottobre scorso è stata partner del Johns Hopkins Center for Health Security nella simulazione di una pandemia coronavirus, chiamata “nCoV-2019”. Attualmente ha donato 100 milioni di dollari per sconfiggere il Covid_19.
Questo non dimostra assolutamente che esista un complotto ai fini speculativi ordito dal mefistofelico Gates, che probabilmente di aumentare la propria ricchezza non ha un gran bisogno, ma getta sicuramente molte perplessità sul suo ruolo predominante in materia di sanità mondiale.
A proposito, in una sua recente intervista ha invitato tutti a essere tranquilli e ad attenersi al lockdown e all’isolamento sociale ancora “soltanto” per 10 settimane, e ha lanciato frecciate velenose alle intenzioni di Trump di voler impedire la paralisi economica americana.
E’ ragionevole credere che la sua previsione si avvererà. Del resto, si era già rivelato un veggente!

giovedì 22 ottobre 2015

FORSE NON LO SAPETE, ALLA MONSANTO C’E’ UN REPARTO CHE SI OCCUPA ESCLUSIVAMENTE DI MONITORARE E QUINDI SCREDITARE LE RICERCHE E GLI STUDI ANTI-OGM !! - Giosuè Moi

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Di recente l’Agenzia internazionale dell’OMS per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato il glifosato come ‘probabilmente cancerogeno per l’uomo’.
“Mettiamo in discussione la qualità della valutazione”, ha detto il vice presidente degli affari regolatori globali, Philip Miller, di Monsanto.
Reuters riporta che Miller ha sostenuto che la società aveva offerto allo IARC alcuni dati scientifici che mostrano che il glifosato è sicuro, ma che è stato ‘in gran parte ignorato’.
Un’indagine separata sulla tossicità del glifosato, è attualmente in corso da parte del Environmental Protection Agency (EPA), che potrebbe vietare il tossico prodotto chimico una volta per tutte. Miller ha espresso la sua preoccupazione in quanto la relazione dello IARC potrebbe influenzare il risultato delle risultanze dell’EPA, e ha invitato l’OMS a ritirare la loro dichiarazione.
Tutto questo suona come un passo nella giusta direzione, ma la Monsanto ha la reputazione di screditare scienziati, esperti e anche i giornalisti che osano parlare contro di loro.
E ‘stato a lungo pensato che la peggiore corporation del mondo, avesse un intero dipartimento dedicato a far tacere i suoi critici, ma fino ad ora nessuno aveva alcuna prova di questo.
Tuttavia, in un recente articolo si è affermato che il dottor William Moar, un dipendente della Monsanto il cui lavoro comporta la sua presenza in seminari che hanno come scopo quello di convincere la gente che i prodotti della Monsanto sono sicuri, ha ammesso per la prima volta, che la società impiega una incredibile quantità di tempo e denaro, per screditare gli esperti che parlano male della società.
In un recente convegno frequentato per lo più da studenti che speravano di ottenere qualche stage a pagamento, uno studente ha chiesto cosa stesse facendo l’azienda per negare la “cattiva scienza” riguardo il suo lavoro.
A quel punto il dottor William Moar, ha detto che Monsanto ha: “un intero reparto (agitando il braccio per enfasi) dedicato a ‘sfatare’ la scienza che non è d’accordo con loro”.
Il glifosato è un erbicida ad ampio spettro, attualmente con i più alti volumi di produzione di tutti gli erbicidi. E ‘utilizzato in oltre 750 diversi prodotti per applicazioni in agricoltura, silvicoltura, e per la casa. Il suo uso è aumentato notevolmente con lo sviluppo di varietà di colture resistenti al glifosato geneticamente modificati. Glyphosate è stato rilevato in aria durante la spruzzatura, nell’ acqua e negli alimenti.
Il glifosato è stato rilevato nel sangue e nelle urine dei lavoratori agricoli, ciò indica il suo assorbimento.

RIFERIMENTI:

sabato 20 aprile 2013

Vaccini, Oms: “Senza 1,5 milioni di bimbi morti”. Il pediatra: “Pura propaganda”. - Davide Patitucci


Vaccini, Oms: “Senza 1,5 milioni di bimbi morti”. Il pediatra: “Pura propaganda”


Settimana europea dell'immunizzazione. Eugenio Serravalle, medico e autore di libri: “Queste iniziative rischiano ormai di diventare un aspetto della mercificazione della salute. Così non si fa che aumentare la percezione di malattia nella gente sana. Concentrare la ricerca sull'immunità naturale”.

“Prevenire, proteggere, immunizzare”. Queste le parole d’ordine dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in occasione della Settimana europea dell’immunizzazione, giunta all’ottava edizione, che si celebra dal 22 al 27 aprile in contemporanea in diversi Paesi. “Lo scopo – si legge sul sito della sezione europea dell’Oms – è aumentare la copertura delle vaccinazioni, sottolineando l’importanza dell’immunizzazione di ogni bambino per prevenire le malattie e proteggerne la vita”. Caustico il commento di Eugenio Serravalle, pediatra e autore di libri molto critici sul tema dei vaccini, come “Bambini super-vaccinati” e “Tutto quello che occorre sapere prima di vaccinare il proprio bambino”: “Queste iniziative rischiano ormai di diventare un aspetto della mercificazione della salute. Un esempio di propaganda, che non fa che aumentare la percezione di malattia nella gente sana”. 
I dati dell’Oms: “Quasi il 40% delle morti infantili è dovuto al morbillo”. Ogni anno, secondo le stime dell’Oms, nel mondo muoiono un milione e mezzo di bambini per cause prevenibili con una semplice vaccinazione. E, solo in Europa, quasi 700 mila persone non hanno accesso alle immunizzazioni di base, che invece salvano annualmente almeno tre milioni d’individui. Quasi il 40 per cento delle morti infantili prevenibili nel mondo, afferma il sito dell’agenzia, è dovuto al morbillo, seguito tra le cause dall’Haemophilus influentiae (27 per cento), dalla pertosse (20 per cento) e dal tetano neonatale. Proprio il morbillo, che doveva essere eradicato nel 2015 dall’Europa, sta invece tornando in auge, secondo l’Oms proprio a causa di un rallentamento sul fronte delle vaccinazioni. Se tra il 1997 e il 2009, infatti, i casi si sono ridotti del 96,5 per cento, tra il 2009 e il 2011 sono invece risaliti del 455 per cento, tornando da 7 a 37 mila.
Il pediatra Serravalle: “No al marketing, sì a studio indipendente su efficacia”. “I dati che abbiamo in possesso non bastano a cancellare i dubbi su efficacia e sicurezza dei vaccini – puntualizza Serravalle -. Le vaccinazioni sono un argomento spinoso perché non parliamo di farmaci che si utilizzano in presenza di patologie, ma che si danno a bambini sani. In trent’anni di esperienza in pediatria ho potuto constatare che i vaccini non sono affatto sicuri come si pensa, ma possono provocare reazioni avverse, come shock anafilattico, allergie, malattie autoimmuni ed effetti neurologici. Nella scienza c’è bisogno di più ricerca e meno propaganda – aggiunge Serravalle -. Per avere maggiore certezza sui rischi della vaccinazione pediatrica, i cui effetti dannosi sono largamente sottostimati perché basati al momento su segnalazioni spontanee dei medici, occorrerebbe effettuare uno studio indipendente, mai compiuto finora. Un’analisi comparativa, mettendo a confronto due gruppi di almeno 10 mila bambini, uno vaccinato e l’altro no, per un tempo non inferiore a dieci anni. Intanto, – suggerisce il pediatra italiano – si potrebbe ricorrere a strategie più immediate e meno dispendiose economicamente. Basterebbe, infatti, che le stesse famiglie appuntassero su appositi registri gli effetti delle vaccinazioni sui bambini nei giorni successivi alle iniezioni, segnalandole alle autorità sanitarie competenti”. 
Ma cosa dovrebbero sapere in concreto le famiglie prima di scegliere se vaccinare o meno i propri figli? “Si deve decidere caso per caso, tenendo conto che nessun vaccino assicura una copertura del 100 per cento e, soprattutto, che duri per l’intera esistenza – risponde Serravalle - Non bisogna, infatti, confondere immunizzazione con vaccinazione: si tratta di due concetti diversi. Come dimostra il fatto che alcune epidemie, per esempio quella di morbillo citata nelle statistiche dell’Oms, si diffondono anche all’interno di popolazioni vaccinate al 95 per cento. Non conosciamo ancora bene i meccanismi molecolari di difesa dell’organismo – precisa Serravalle -. Ciononostante, invece di concentrare gli sforzi della ricerca sulle cause dell’immunità naturale, tendiamo a sostituirla con quella artificiale data dai vaccini, di cui si cercano sempre nuove tipologie”. 
Nel mondo sono molti i vaccini in corso di sperimentazione. Dall’Alzheimer ai tumori, passando per il diabete, sono infatti moltissimi i vaccini in corso di sperimentazione nel mondo. Ne sono un esempio quelli contro diversi agenti patogeni che provocano tumori, come i virus dell’epatite C o nuovi ceppi di papilloma virus. Ma anche contro l’Helicobacter pilori, un batterio legato ad alcuni tumori dello stomaco, o l’infezione da Stafilococco aureo resistente alla meticillina (Mrsa), un microrganismo che solo negli Usa fa più vittime delle armi da fuoco.
“L’Oms dovrebbe utilizzare iniziative come la Settimana europea dell’immunizzazione non a scopo di marketing, ma per migliorare tra le famiglie la diffusione d’informazioni sulle possibili reazioni avverse dei vaccini, nuovi e vecchi – esorta Serravalle -. Per esempio, sui rischi dell’uso di adiuvanti, molecole adoperate per aumentarne l’efficacia, che possono contenere sostanze neurotossiche, come il mercurio o l’alluminio. Tutti i genitori italiani, del resto, dovrebbero essere informati – e in questo caso iniziative come quella dell’Oms andrebbero sfruttate meglio – sull’esistenza di una legge che riconosce il danno vaccinale (vedi il pdf). Segno evidente che i vaccini possono anche provocare problemi alla salute”.