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giovedì 22 settembre 2016

PERCHE’ L’ASSE PARIGI-BERLINO HA ROTTAMATO IL CRETINISMO RENZISTA ? - ROSANNA SPADINI

ventotene renzi merkel hollande vertice

Il 16 settembre i leader dei 27 paesi dell’Unione Europea, senza l’UK, si sono riuniti in Slovacchia invitati dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, per scongiurare la disintegrazione dell’UE dopo la Brexit dello scorso giugno. Diciamo la verità … lo spaccone stavolta non è stato invitato al briefing finale tenuto da Angela Merkel e Francois Hollande, conclusosi così con l’evidente affermazione dell’egemonia franco-tedesca. La scenografia da favola di Ventotene di un mese fa si è frantumata sotto la cruda realtà di un’Italia che viene esclusa dai tavoli decidenti, ed è stata bandita sempre più nelle retrovie della storia.
Però dietro lo strappo di Renzi su immigrazione e crescita con Merkel e Hollande non c’è solo l’inconcludenza del vertice di Bratislava ma motivi diversi e complessi, che naturalmente il premier tiene ben celati, per rendere visibili solo quelli che servono alla narcosi della coscienza nazionale.
Che grama figura! Ma il piazzista fiorentino sa vendere bene i suoi prodotti, dunque ha depistato immediatamente l’attenzione con il solito gioco dello straw man argument, l’omino di paglia … e utilizzando tutte le dinamiche facciali alla Mr Bean, è riuscito nell’intento di voltare la frittata, così che è sembrato che al briefing non ci fosse andato perché era rimasto insoddisfatto del vertice ed anche perché voleva sfidare l’asse … invece lo avevano semplicemente dimenticato come una cineseria inservibile.
Al che l’outsider rottamatore ha reagito subito twittando irritazione e astio «La Germania non rispetta le regole sul surplus commerciale. Senza politiche su economia e immigrazione, l’Europa rischia molto». E ancora «Non posso fare una conferenza stampa congiunta con Merkel e Hollande, se non condivido le loro conclusioni su economia e immigrazione. Non è polemica, l’Italia non la pensa allo stesso modo degli altri».
Del resto “ci trattano da servi perché siamo servi” dice Massimo Fini, perché siamo un Paese a sovranità limitata, un membro vassallo di un’Europa a due velocità, ed un protettorato degli Usa, che si serve del territorio italiano e delle sue 110 basi missilistiche, come di una piattaforma di lancio in un eventuale conflitto con l’Est, pollastro da spolpare per i rifornimenti Nato, e prossimo bacino di smercio dei prodotti americani, dopo l’avvento del TTIP (condiviso dall’Italia e fortemente osteggiato dalla Germania).
La posizione è ai limiti di rottura soprattutto per la patata bollente dell’immigrazione e dell’economia: «Non è che si può pensare che risolto il problema della Turchia si è risolto il problema. Sui migranti vogliamo vedere i fatti» … «Noi abbiamo bisogno di tornare a crescere come Paese, ma è l’Europa che deve tornare a crescere, abbandonando la politica dell’austerity».
«Accordi Italia-Africa» a proposito di immigrazione, precisa Renzi, «o l’Unione Europea fa gli accordi con i Paesi africani, o li facciamo da soli. Secondo noi sarebbe molto meglio che  fosse l’Europa a intervenire, ma se l’Ue decide che questa non è la priorità, occorre che interveniamo noi … non siamo la foglia di fico di nessuno».
Le ingerenze indebite interne ed esterne sugli interessi italiani appaiono sempre più evidenti, tranne che ai poveri di spirito affetti da inesorabile analfabetismo ideologico. L’ultima in ordine di tempo è stata quella dell’ambasciatore americano a Roma John Phillips, il quale ha ‘consigliato’ agli italiani di votare “Sì” al prossimo referendum costituzionale, condito con un vile ricatto economico e con la minaccia che le imprese yankee non avrebbero più investito in Italia.
Ma il documento finale del vertice di Bratislava ha sancito l’inconcludenza dell’UE e la frana sempre più profonda tra gli stati, anche se le intenzioni erano state quelle di affrontare problematiche comuni: stabilire il pieno controllo dei confini esterni dell’UE, garantire la sicurezza interna contro il terrorismo, potenziare la difesa comune e incrementare il mercato unico … bla bla bla.
Al che lo spaccone nazionale sembra essere stato colpito da irritazione insolita, e le ragioni si avvertono tra le righe della metanarrazione neolinguista, che cerca di celare al paese il suo destino predestinato di territorio di immigrazione selvaggia, ingessato dentro la sua conformazione peninsulare, bloccato da scelte politiche servili e dannose, mentre gli altri paesi europei si stanno blindando dietro muri eretti all’occorrenza per scaricare i profughi al bel Paese e abbandonarlo al suo declino sudamericano.
Ma Renzi ha il suo asso nella manica, bussare alla Casa Bianca il prossimo 18 ottobre per elemosinare l’appoggio di Obama nella battaglia contro l’asse Parigi-Berlino, il vero potere dell’Eurozona, che ora sembra volersi sbarazzare del sud indebitato e parassitario. Infatti Francia e Germania hanno mostrato interessi comuni e contrari a quelli dell’Italia: blocco del TTIP, appoggio all’Egitto di Tobruk contro Tripoli, potenziamento dell’Eurogendfor (per ora solo con ufficiali franco tedeschi), particolare attenzione rivolta all’immigrazione in arrivo dai Balcani (nulla invece per quella africana), progetti di riduzione delle sanzioni alla Russia (Italia favorevole alle sanzioni).
Però il rottamatore rottamato ha sottovalutato lo scontro in atto tra gli USA e le due nazioni guida dell’Europa, che stanno cercando di comune accordo di liberarsi dalla morsa atlantica, favoriti anche dagli effetti sismici della Brexit. Uno scontro frontale che ha visto rimbalzare scandali e vertenze dall’una all’altra sponda dell’Atlantico, il caso Volkswagen- Bosch, la rottura sul TTIP, l’attacco alla Apple per l’elusione fiscale e il take-over della Bayer sulla Monsanto, scandalo dei titoli tossici della Deutsche Bank:
gli Stati Uniti richiedono risarcimenti miliardari a Volkswagen per lo scandalo Dieselgate, dopo che un’agenzia indipendente, l’International Council on Clean Transportation, scopre una discrepanza fra i test condotti in laboratorio e quelli condotti su strada. Le autorità statunitensi avviano indagini approfondite e raccolgono i dati che mettono sotto accusa il colosso tedesco … poi il 18 settembre 2015 la situazione precipita, l’azienda crolla in borsa, e il governo statunitense le ordina di ritirare 482mila auto prodotte a partire dal 2009. L’azienda però ammette che le automobili compromesse potrebbero essere 11 milioni.
agosto 2016 – Nello scandalo dei motori diesel truccati che ha travolto Volkswagen viene poi coinvolta anche Bosch, il quotidiano tedesco Bild informa che Bosch avrebbe sviluppato il software delle centraline di Volkswagen che avrebbe alterato i test sulle emissioni. Intanto, anche il New York Times, avvalora questa tesi dicendo che Bosch avrebbe avuto “un ruolo chiave nello sviluppo del software che ha permesso a Volkswagen di barare sulle emissioni”. Bosch, che ha fornito i computer che controllavano motori Volkswagen diesel, era già coimputato nella class action indetta negli States contro la casa automobilistica.
agosto 2016 – TTIP, negoziati falliti, salta il trattato di libero scambio Usa-Ue – Il vicecancelliere e ministro dell’Economia tedesco Sigmar Gabriel ammette il fallimento dei negoziati sul trattato di libero scambio. «Come europei non possiamo accettare supinamente le richieste americane, non ci sarà alcun passo avanti, anche se nessuno lo vuole ammettere veramente».
agosto 2016 – Apple, a poco più di una settimana dalla presentazione dell’iPhone7, ha ricevuto una multa da 13 miliardi di euro da parte della Commissione Europea per l’accordo fiscale stretto con l’Irlanda al fine di pagare meno tasse. Cupertino avvia il ricorso contro la «nefasta» decisione, che per il Tesoro americano è una «minaccia allo spirito della partnership economica tra Usa e Ue»
settembre 2016 – Bayer-Monsanto, il gruppo tedesco compra la multinazionale Usa delle biotecnologie per 66 miliardi di dollari. L’azienda farmaceutica di Leverkusen ha ufficializzato l’accordo con il leader nel settore delle sementi e dei pesticidi, acquisito grazie a un’offerta pari a 128 dollari per azione. Nasce una superpotenza mondiale dell’agrochimica.
settembre 2016 – Il governo americano vuol far pagare 14 miliardi alla Deutsche Bank per chiudere lo scandalo dei titoli tossici legati ai mutui, i famosi “titoli subprime”, il cui crollo a Wall Street innescò nel 2007 la crisi finanziaria tuttora in atto. L’aspetto paradossale sta nel fatto che sono state alcune istituzioni finanziarie americane a sguazzarci dentro, fino ad imporre il fallimento dei due colossi immobiliari Fannie Mae e Freddie Mac, due finanziarie para-pubbliche che detenevano il grosso del mercato dei mutui subprime. Per quanto il governo tedesco abbia iniettato ben 247 miliardi di euro nel suo sistema bancario per farlo resistere alla crisi, la grande banca delle “torri gemelle” di Francoforte, un tempo sinonimo di solidità, sta ancora boccheggiando, oppressa da 85 miliardi di euro di titoli tossici che ha in pancia, pressoché uguali al totale delle sofferenze nette del sistema bancario italiano: al quale, per sommo paradosso, oggi Berlino proibisce di ricorrere agli aiuti statali. (www.ilsussidiario.net)
Nella guerra dei mondi gli Stati Uniti hanno sempre temuto un’Europa forte e autonoma, soprattutto guidata dal pangermanesimo di vecchia data, che aveva inchiodato decine di migliaia di giovani americani sui campi di battaglia della Seconda guerra mondiale. L’epopea americana invece deve essere unica, insuperabile e strapotente, celebrata da una cinematografia che sbanca il botteghino globale e propaga la leggenda eroica del popolo eletto, a partire da film-cult di Steven Spielberg, quali “Salvate il soldato Ryan”.
Inoltre, il colossale surplus commerciale accumulato dalla Germania con il protezionismo ha suscitato ostilità soprattutto da parte degli americani, perché ha favorito l’export teutonico in maniera esponenziale e danneggiato in particolare i produttori automobilistici statunitensi, i più accaniti avversari sui ricchi mercati asiatici.
Ma torniamo alla foglia di fico del premier … servo dei servi dell’imperialismo yankee. Perché cercare giustificazioni alla deriva economico sociale cui è stata condannata l’Italia, presso quel potere che ne è stato il primo responsabile? Perché non capire (o fingere) che i veri nemici sono gli Usa, che in un passato non troppo lontano hanno favorito lo sviluppo del welfare europeo in chiave antisovietica, ma ora sono determinati a smantellarlo completamente?
Per di più la Brexit ha segnato un punto di non ritorno, dimostrando che perfino i più fedeli alleati degli Usa hanno colto un’opportunità ineludibile in una rete di rapporti di forza che si è fatta sempre più multipolare, quindi la scelta dell’UK di uscire dall’UE non è stata per nulla un fulmine a ciel sereno, tutt’altro … è stata preparata accuratamente dalla finanza inglese che in questo modo si è voluta liberare del giogo atlantista, e si è voluta globalizzare … considerata un’occasione di riforma, proiettata verso il futuro, la City è decisa in questo modo ad attrarre la finanza cinese e quella islamica, che sono entrambe in forte crescita ..
La strategia finanziaria britannica è apparsa geniale solo alle élites … la promozione del renminbi a valuta d’impatto internazionale è tesa a rendere la Cina una superpotenza globale ma comunque soggetta alla direttiva britannica … per di più facendo di Londra il centro della finanza islamica, si acquistano vantaggi evidenti nell’ambito della sicurezza contro il rischio terrorismo. 
Però sulla piattaforma europea il venir meno di determinate esigenze economico politiche da parte del finanzcapitalismo ha mutato pesantemente il quadro dell’attuale geopolitica mondiale … oggi, l’ingerenza americana si è fatta ancora più invasiva, soprattutto per impedire all’Europa di tramutarsi in antagonista potente e diretto contro Washington, perché un’eventuale alleanza con la Russia rappresenterebbe un rischio abnorme per la stessa sopravvivenza dell’impero del caos.
Ma allora … perché il cretinismo renzista si ostina a coltivare amicizie così pericolose ?

domenica 24 luglio 2016

TTP, TTIP, TISA e CETA: Un esperto dell’ONU li definisce illegali. - ERIC ZUESSE

TTIP, TTP, TISA and CETA: U.N. Legal Expert Calls Proposed Trade Deals “Illegal”

Ad Alfred de Zayas , esperto indipendente dell'ONU per la Promozione di un Ordine Internazionale Equo e Democratico, è stato assegnato il compito di verificare se i trattati sul commercio internazionale proposti tra i paesi atlantici (TTIP, TISA, e CETA) siano o meno in accordo con il diritto internazionale. Venerdì, 24 giugno de Zayas ha pubblicato il suo resoconto, arrivando alla stessa conclusione di un altro rapporto pubblicato in precedenza il 2 febbraio scorso sul TPP, il trattato di libero scambio tra le nazioni del Pacifico e cioè che tali trattati violano le leggi internazionali, e sono incompatibili con la democrazia.

Il resoconto sui trattati atlantici li condanna affermando che "accordi commerciali preparati e negoziati in segreto, escludendo le principali parti interessate, quali sindacati, associazioni dei consumatori, operatori sanitari, esperti ambientali e i rispettivi Parlamenti, non hanno alcuna legittimità democratica". Questo dice molto sulla natura dei trattati proposti dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che comprendono appunto il TPP, il TTIP, il TISA, ed anche il CETA, il trattato proposto tra l'UE e il Canada.
Egli ha inoltre osservato che "escludere il pubblico dalla partecipazione a questo importante dibattito è antidemocratico e manifesta un profondo disprezzo per la voce del popolo."
Un comunicato stampa delle Nazioni Unite datato 24 giugno, emesso dall' Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani (OHCHR), nota in particolare:

"Una consultazione precedente condotta dalla Commissione Europea nel 2014 registro il 97% degli intervistati provenienti da tutta Europa esprimere un parere contrario all'inclusione della protezione asimmetrica degli investimenti nel Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) con gli Stati Uniti. "Lo stesso varrebbe per il CETA, tuttavia nessuna consultazione è mai stata avviata".
"La Protezione asimmetrica degli investimenti" si riferisce al potere che questi trattati concedono alle società internazionali di citare in giudizio (per presunta perdita dei loro profitti) nazioni che aumentano i regolamenti per proteggere la sicurezza del pubblico da prodotti tossici, e da danni ambientali e che proteggono diritti dei lavoratori e altri diritti umani che possono anche, in alcune circostanze, ridurre i profitti aziendali. "Asimmetrico" si riferisce all’assenza nel trattato proposto di qualsiasi potere simmetrico concesso a un governo, di citare in giudizio a protezione del pubblico, una società internazionale che violi le sue leggi.

De Zayas va oltre la sola condanna di asimmetria, aggiungendo che, "In caso di conflitto tra gli accordi commerciali e trattati sui diritti umani, sono questi ultimi che devono prevalere. Gli Stati non devono stipulare accordi che ritardino, eludano, ostacolino o rendano impossibile l'adempimento di obblighi derivanti dal trattato sui diritti umani ".
In una dichiarazione al Consiglio d'Europa, il 19 aprile, de Zayas aveva inoltre affermato: «Due ontologie sembrano essere state perse nella narrazione ideologica aziendale. In primo luogo, l'ontologia dello Stato, la sua ragion d'essere, di legiferare nell'interesse del popolo, comprese le misure preventive per scongiurare potenziali danni alla popolazione. In secondo luogo, l'ontologia del business, che è quella di assumersi rischi calcolati per il profitto." 
De Zayas intendeva dire che i trattati proposti consentono agli investitori internazionali di ignorare la sovranità delle nazioni democratiche, e imporrebbero un proprio sistema di “arbitraggio” che non è tenuto a rispettare le leggi e la costituzione delle rispettive nazioni, violando di fatto il diritto internazionale.

Il comunicato stampa dell' OHCHR conclude:
   
"Gli accordi commerciali devono essere ratificati solo dopo una valutazione del loro impatto sui diritti umani, la salute e l'ambiente, cosa che non accaduta nel caso del CETA e del TTIP".
"La ratifica del CETA e del TTIP farebbe iniziare una “corsa al ribasso”, sui diritti umani e comprometterebbe seriamente lo spazio normativo degli Stati. Questo è in contrasto con i fini ed i principi della Carta delle Nazioni Unite e costituirebbe un serio ostacolo al raggiungimento di un ordine internazionale equo e democratico", ha concluso l'esperto indipendente delle Nazioni Unite.

Queste dichiarazioni di de Zayas non lasciano scampo ai trattati proposti. Come consulente legale indipendente nominato dall’ONU, egli sta dicendo che indipendentemente dal fatto che essi diventino effettivamente legge in un determinato Paese, sono comunque in palese violazione del diritto internazionale.

Lo storico investigativo Eric Zuesse è autore del recente "They’re Not Even Close: The Democratic vs. Republican Economic Records, 1910-2010" [“Nemmeno vicini: confronto tra i dati economici democratici e repubblicani, 1910-2010”, N.d.t.] e di "CHRIST’S VENTRILOQUISTS: The Event that Created Christianity" [“I ventriloqui di Cristo: gli eventi che hanno creato la Cristianità”, N.d.t].
Fonte: http://www.globalresearch.ca
Link
23.06.2016

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org FRANCESCO C

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16698

lunedì 4 luglio 2016

Il cavallo di Troia del Ttip. - Carlo Clericetti

Mentre l'attenzione dell'opinione pubblica è puntata sulle vicende del Ttip, il famigerato trattato Usa-Ue che aumenterebbe lo strapotere delle multinazionali nei confronti non solo dei cittadini, ma anche dei governi, sta passando quasi di soppiatto un altro accordo, meno noto ma non per questo meno pericoloso, che fungerà in pratica da cavallo di Troia per le norme peggiori del Ttip, mandandole in vigore anche se quello non dovesse essere approvato. E a giocare un ruolo determinante nel facilitarne il via libera definitivo è proprio l'Italia, persino a dispetto - stando alle dichiarazioni - di vari altri governi europei, Germania e Francia compresi.
L'accordo in questione è il Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), trattato fra Unione europea e Canada. Prevede norme simili o spesso identiche al Ttip, e in particolare quei "tribunali privati" a cui possono ricorrere le imprese se ritengono che il provvedimento di uno Stato le danneggi. Se ne è già parlato abbondantemente a proposito del Ttip, quindi non stiamo qui a ripetere. Il Guardian ci ricorda per esempio che il Canada ha già perso cause contro multinazionali Usa che riguardavano la proibizione di certe sostanze chimiche cancerogene nella benzina, il reinvestimento nelle comunità locali o l’interruzione della devastazione ambientale nelle cave minerarie.
Si potrebbe magari pensare che comunque con il Canada si corrono meno rischi che con gli Usa, ma non è così. Come ricordano due interrogazioni parlamentari  (a questo link, sono la F e la H) firmate da vari esponenti della sinistra, compresi alcuni del Pd, "Sono già 42 mila le aziende operanti nell'Unione che fanno capo a società statunitensi con filiali in Canada, e con l'approvazione del Ceta queste imprese potrebbero intentare cause agli Stati per conto degli Stati Uniti senza che il Ttip sia ancora entrato in vigore". Ecco spiegata, dunque, la funzione di cavallo di Troia del Ceta.
Qualcuno magari potrebbe credere che, vista la vastissima opposizione popolare al Ttip, che ha spinto vari governi a una maggiore cautela, la Commissione Ue dovrebbe tenere conto di questi orientamenti anche a proposito del Ceta. Niente di più sbagliato. La Commissaria al Commercio Cecilia Malmström, a una domanda in proposito di un giornalista dell'Independent, ha risposto secca: "I do not take my mandate from the European people", il mio mandato non deriva dal popolo europeo (e quindi non devo rispondere ai cittadini di quello che faccio). Quando si parla di tecnocrati di Bruxelles che se ne infischiano delle regole della democrazia non si esagera affatto.
Se poi a questi tecnocrati danno una mano anche alcuni politici, le procedure democratiche vanno a farsi friggere. E qui veniamo al ruolo che sta svolgendo l'Italia, nella persona del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che però con ogni evidenza ha la copertura politica del governo e del suo presidente, Matteo Renzi. Calenda aveva già chiarito quale fosse la sua posizione riguardo a questi accordi: "Non si può rischiare che saltino a causa del voto negativo del Parlamento di uno dei paesi membri", quindi a quei Parlamenti non devono essere sottoposti; la decisione dev'essere presa dal Consiglio dei capi di Stato e di governo, a maggioranza qualificata, e poi ratificata dal solo Parlamento europeo (che si sa quanto sia in grado di rovesciare le decisioni del Consiglio: mai successo).
Ora Calenda ha agito di conseguenza: ha inviato una lettera alla Commissione a nome dell'Italia sostenendo che la procedura debba essere quella. La sua iniziativa, che ha dichiarato di aver preso "in assoluta autonomia" (cosa assai poco credibile, vista la rilevanza della materia), ha provocato levate di scudi in mezza Europa: da Laura Boldrini, in difesa delle prerogative del Parlamento, al vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel, al cancelliere austriaco, al segretario al Commercio francese. Ma a causa di una singolare norma potrebbe essere decisiva.
Gli accordi commerciali sono di competenza della Commissione Ue quando riguardano solo materie che non siano anche di competenza degli Stati nazionali, come, nel caso in questione - si elenca nelle interrogazioni - "la proprietà intellettuale, i trasporti, la sicurezza sul lavoro, gli investimenti". In questo secondo caso si definiscono "misti" e devono essere ratificati anche dai Parlamenti nazionali. Chi decide se l'accordo è "misto"? Lo decide la Commissione. Spiega Stefano Fassina, tra i firmatari di una delle interrogazioni: "Per cambiare la decisione della Commissione è necessaria l'unanimità del Consiglio. Quindi, è sufficiente il no dell'Italia per far andare avanti la posizione della Commissione". Incredibile.
Da varie fonti arrivano voci secondo cui la posizione italiana deriverebbe da un accordo ufficioso: in cambio di questa mossa, la Commissione avrebbe chiuso un occhio e anche l'altro sui nostri conti traballanti, e avrebbe dato il via libera al Fondo di garanzia pubblica per le banche. E' plausibile ma non abbiamo modo di verificare se sia vero. Se così fosse l'avremmo almeno fatto per averne un qualche vantaggio. Ma visti i protagonisti, forse è stato fatto solo per convinzione.
Comunque sia andata, ora così stanno le cose. La decisione della Commissione sulla natura del Ceta, european only oppure "misto", è prevista per martedì (5 luglio).

mercoledì 18 maggio 2016

IL COLLASSO DELL'UNIONE EUROPEA: RITORNO ALLA SOVRANITA' NAZIONALE E AD EUROPEI FELICI ? - Peter Koenig

1ttipberlin

Immaginate che l'Unione Europea crolli domani, o comunque a breve: gli europei scenderebbero per strada a ballare. La UE è diventata un autentico serbatorio di paura e terrore: sanzioni economiche, punizioni, militarizzazione, abolizione dei diritti civili per gran parte degli europei. Un gruppo di tecnocrati non eletti, rappresentanti di 28 paesi, e molti dei quali inadatti a servire nel sistema politico del loro paese ma abbastanza ben connessi da ottenere un lavoro ben pagato a Bruxelles, sta decidendo il futuro dell'Europa. In piccoli gruppi, e spesso in stanze segrete ne stanno decidendo il futuro.

Prendete il TTIP - sotto la pressione dei loro padroni a Washington, dietro a porte chiuse e nella più totale segretezza, e molto probabilmente contro i loro stessi interessi - un piccolo gruppo di delegati senza scrupoli della Commissione Europea (CE) sono pronti a mettere 500 milioni di europei e loro discendenti in pericolo, senza alcun rispetto per i loro concittadini, senza considerazione per i loro stessi figli, nipoti e pronipoti, interessati solo alle onoreficenze immediate e, statene certi, alle gratifiche da parte dei colonialisti, usurpatori e guerrafondati Stati Uniti del Caos e dell'Omicidio.

Non si ripeterà mai abbastanza quali sono gli orrori che il TTIP (Trans-Atlantic Trade and Investment Partnership) potrebbe fare alla gente europea; e ciò si basa su quel poco che sappiamo dalle 248 pagine dei negoziati ultra-clandestini fatte trapelare da Greenpeace Netherlands. “Negoziati” è il termine più sbagliato che possiate immaginare, dal momento che tutte le regole sono imposte da Washington, la stessa cosa che avviene per il TTP (Trans-Pacific Partnership, che riguarda gli USA e 11 paesi dell'area del Pacifico ma non Cina e Russia).

Sebbene i negoziati del TPP siano terminati, nessuno degli 11 partner del Pacifico, né il Congresso USA hanno approvato il trattato. C'è la speranza che anche se i “negoziati” tra i segreti traditori della CE e Washington arriveranno a conclusione, almeno qualcuno dei 28 paesi CE possa non approvarlo. Per essere valido il trattato dovrà essere approvato all'unanimità. Il nuovo candidato di destra alla presidenza austriaca, Norbert Hofer, ha già affermato che non firmerà il TTIP. Affermazioni simili sono state fatte dal Ministro per il Commercio Estero francese, Matthias Fekl, che ha detto che “non ci sarà un accordo senza la Francia e tantomeno contro la Francia”.

Sotto al TTIP i cittadini europei perderebbero su tutti i fronti. Gli europei diventerebbero letteralmente sudditi di un impero delle corporations guidato dagli Stati Uniti d'America. I paesi UE cesserebbero di essere stati sovrani, ancor più di quanto non sia già sotto gli attuali ordini di Bruxelles. Come rivelano i documenti segreti TTIP l'accordo sarebbe la campana a morto per l'Europa. Ecco ciò che ha da dire a riguardo Susan George, filosofo, analista politico e presidentessa del Comitato di Pianificazione del Transnational Institute di Amsterdam:
-     Il cibo che importiamo sarebbe chimicamente trattato, geneticamente modificato e senza indicazioni. Non saprete mai cosa c'è in ciò che mangiate. Potreste comprare pollo che è stato trattato col cloro, manzo cresciuto con gli ormoni, cibo biosintetico ottenuto dal gene di una pianta o di un altro animale, e ciò non sarebbe indicato.
-     In campo agricolo è probabile che perderemmo una grande quantità di coltivatori, perchè abbassando le tariffe il mais e il grano OGM americani che sono soggetti di enormi sussidi statali inonderanno la Spagna rovinando tantissimi agricoltori, proprio come i “campesinos” del Messico vennero rovinati dalNorth American Free Trade Agreement, il NAFTA.
-     Nel campo sanitario le case farmaceutiche vogliono sbarazzarsi dei farmaci generici. Sono già riusciti a costringere le aziende che li producono a ripetere sulla stessa identica medicina “di marca” tutti i test clinici che avevano già eseguito. Per produrre un farmaco generico bisogna iniziare da capo: test clinici, test alla cieca e così via. Così la medicina diventerà molto più costosa.
Ma soprattutto:

-     Il TTIP serve per dare alle aziende la possibilità di perseguire legalmente i governi se non gradiscono una legge che questi approvano. Ne abbiamo ormai tantissimi esempi, perchè in centinaia di trattati bilaterali esiste questo sistema giudiziario privato, e, ad esempio, quando il governo egiziano ha alzato il salario minimo, una importante azienda francese, la Veolia, lo ha denunciato perchè avrebbe dovuto pagare di più i lavoratori. Questo caso non è ancora arrivato a giudizio, ma un caso che è stato già deciso è, ad esempio, quello dell'Ecuador che ha rifiutato a una compagnia petrolifera americana di trivellare in una particolare zona in quanto zona protetta. E la compagnia ha detto “ah si? e noi vi denunciamo”. E hanno vinto. E l'Ecuador deve loro una multa di 1.8 miliardi di dollari, una somma enorme per un paese piccolo e piuttosto debole. 

Questo semplicemente vuol dire che tribunali privati sarebbero al di sopra delle leggi e dei tribunali di stati sovrani. Non vi sarebbe più alcuna sovranità; nemmeno quel poco di indipendenza che Bruxelles ancora non ha distrutto. I paesi UE sarebbero tutti sotto le leggi dell'impero anglo-americano delle corporations.

Potete leggere l'intero articolo di Susan George qui ( http://www.defenddemocracy.press/suzan-george-%CE%BFn-ttip-new-european-movements/ ) così come il mio articolo recentemente ripubblicato ( http://www.globalresearch.ca/the-transatlantic-trade-and-investment-partnership-ttip-would-abolish-europes-sovereignty-the-eu-would-become-a-us-colony/5417382. ).

E poi c'è il TiSA, il “Trade in Services Agreement”, di cui ancora meno persone sono a conoscenza. Anche questo viene negoziato in segreto, riguarda 23 membri WTO (Australia, Canada, Cile, Taipei, Colombia, Costa Rica, i 28 paesi UE, Hong Kong Cina, Islanda, Israele, Giappone, Corea, Liechtenstein, Mauritius, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Pakistan, Panama, Perù, Svizzera, Turchia e USA). In totale stiamo parlando di 50 paesi; 29 dei quali sottomessi a uno solo, gli Stati Uniti delle Guerre, del Crimine e del Dominio. Non serve troppa immaginazione per capire che, ancora, è Washington che decide. In realtà i negoziati TiSA, così come quelli TTIP, sono infiltrati da lobbysti e troll delle aziende USA, rendendo Washington il rappresentante dell'impero USA delle corporations e, naturalmente, di Wall Street.

Secondo la WTO, il TiSA aprirebbe il mercato del “commercio in servizi”, cioè: aspettatevi la privatizzazione di tutti i servizi pubblici e sociali, la sanità, educazione, previdenza sociale, pensioni, trasporti, poste, telecomunicazioni, forniture idriche, fognature e altro ancora sarebbero tutte soggette alle acquisizioni da parte di aziende multinazionali. Guardate alla Grecia che sta cercando disperatamente di ripagare il suo maledetto debito vendendo il suo capitale sociale nazionale, o capitale di vita, a tutto svantaggio dei poveri, attualmente la maggioranza dei greci, che dipendono da esso. Una volta che un paese abbia firmato l'accordo non c'è ritorno, deve aprire i suoi settori sociali e pubblici ad aziende private in cerca di profitto.

Proprio come per il TTIP, se un governo in un secondo momento dovesse realizzare che la privatizzazione, per dire, delle forniture idriche, non ha portato alla gente i benefici promessi, non potrebbe tornare indietro e ri-nazionalizzare o ri-municipalizzare questo servizio. La ri-municipalizzazione dei servizi idrici sta avvenendo ora in Francia, tra tutti i paesi quello con le fornitura idriche maggiormente in mano ai privati. Nel 2012 il governo e i comuni di grandi città hanno deciso di riprendere in mano questo servizio pubblico vitale. Sta accadendo ora. Sotto le regole del TiSA non sarebbe possibile. Peggio ancora, una volta sottoscritto il TiSA, un paese non potrebbe decidere di esentare un particolare settore incluso nelle liste per le potenziali “liberalizzazioni”, come ad esempio la sanità, l'educazione e altri servizi pubblici vitali. 

Tribunali di arbitrato delle aziende, simili a quelli del TTIP, verranno istituiti per il TiSA. Questi “negoziati” stanno avvenendo a Ginevra, sotto l'egida del WTO, in segreto e sottoposto a regole, bastoni e carote imposti da, indovinate un po', Washington.

Se la UE crollasse oggi sia i negoziati TTIP che TiSA arriverebbero a un punto morto. Uno qualunque dei 28 paesi europei, o ancora meglio uno dei 19 dell'eurozona, può far crollare la UE. 
Una Grexit, una Brexit, un fiasco dalla prossima ripetizione delle elezioni spagnole, o una ferma decisione da parte di un qualche governo di fare default sul suo debito imposto in gran parte dalla troika, potrebbe far crollare il castello di carte dello schema a piramide del dollaro, e cancellare una volta per tutte l'egemonia schiavizzatrice del dollaro-euro. Il debito potrebbe venire rinegoziato in nuove monete nazionali. Ricordate, l'euro ha a malapena 15 anni. Perciò tornare a valute nazionali non sarebbe drammatico, ma un sospiro di sollievo, sollievo dalla trappola del debito e sollievo dal tallone di ferro dell'oppressione di Washington e Bruxelles.
Immaginate cosa vorrebbe dire per il popolo greco. Sebbene ci siano voci che più di metà dei greci siano ostinatamente attaccati all'euro distruttore scommetterei che il suo crollo porterebbe centinaia di migliaia di persona a festeggiare per strada. Syriza potrebbe scordarsi gli ulteriori 3 miliardi di tagli di austerità recentemente negoziati, e ancor più i tagli alle pensioni e gli aumenti di tasse per i poveri.
State certi che un sollievo dal debito greco non verrà dall'attuale costellazione UE/CE-troika. Al contrario, il Ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, usa toni sempre più duri verso la Grecia, come a minacciare di spingerla fuori dalla UE. Una minaccia vuota, come ognuno dovrebbe ormai sapere. Washington, padrone anche della Germania, non permetterà una Grexit, o una Brexit o l'uscita di un qualunque membro UE. Washington ha bisogno di una UE “intatta” perchè faccia da partner schiavo nel TTIP e nel TiSA.
Ciò che è successo e continua a succedere in Grecia può serviere come un esempio da seguire per altri paesi “deboli” tra le nazioni meridionali della UE, a meno che la Grecia o un altro paese sotto la pressione e il soffocamento economico e finanziario della CE-troika non prenda il toro per le corna, assumendo una decisione drastica: uscire dalla UE e dall'eurozona, far ripartire l'economia locale con una moneta locale, e rinegoziare il debito illegale e fraudolento alle proprie condizioni. Questo può portare alla fine della nefasta eurozona e dell'Unione Europea creata dagli USA.

Sappiate che la UE come è oggi non è un'invenzione degli europei; è una struttura pensata dagli USA immediatamente dopo la seconda guerra mondiale in modo da mantenere l'Europa sotto il proprio controllo e creare una zona cuscinetto di fronte al comunismo, all'Unione Sovietica. 
Così ha funzionato sino a oggi. Questa idea prevale ancora oggi, come si vede dal modo in cui la Russia e il suo leader sono demonizzati e attaccati dai media occidentali. Cerchiamo di essere franchi, se non fosse per la chiarezza e lungimiranza strategiche del presidente Putin, noi, l'Europa, saremmo per la terza volta in 100 anni nel mezzo di una guerra mondiale. E se lasciamo che l'andazzo imposto da Washington continui, l'Europa diventerà terra di schiavitù anglo-americana. Guardate al TTIP e al TiSA.

Un'autentica federazione di stati europei sovrani, magari anche con una moneta comune e una vera banca centrale potrebbe essere una soluzione a lungo termine per l'Europa. Ma, e questo è il MA più importante, una tale Europa dovrà essere progettata da veri e onesti europei (sto sognando?), assolutamente senza nessuna influenza degli Stati Uniti d'America. Nessuna.
Ciascuno dei 28 paesi UE può riportare la felicità ai popoli europei; spazzare via la paura, il dolore, la frustrazione, l'ansia; può restaurare la sovranità nazionale, riportare in auge l'orgoglio nazionale e l'economia locale, non globale, semplicemente uscendo dalla UE, lasciando l'euro, mettendo il governo del proprio popolo nelle mani di un governo sovrano e democratico.
La semplice uscita di un paese, Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda, UK, Francia...fate voi, può arrestare la feroce macchina del debito aprendo l'opportunità di unirsi a un nuovo, più giusto e più equo schema monetario, il nascente spazio economico orientale di Cina, Russia, BRICS, SCO (Shanghai Cooperation Organization) e della EEU (Unione Economica Euroasiatica).
Sicuramente il tempo è importante. Non per niente Obama sta spingendo per una veloce conclusione e per la firma del disgraziato TTIP. La sottoscrizione di questi accordi predatori, TTIP, TiSA, TPP, è un punto chiave dell'agenda della presidenza Obama; la sua eredità militare e corporativa, di cui l'espansione della NATO ne è parte, dipende da ciò. Una volta che questi trattati saranno firmati non ci sarà ritorno. Se contro ogni logica il TTIP sarà ratificato, anche se poi la UE dovesse dividersi, ogni singolo paese sarebbe soggetto ai termini dell'accordo. Perciò è essenziale il crollo della UE prima della ratifica del TTIP.
Questa soluzione radicale potrebbe essere troppo persino per i più convinti oppositori della UE e dell'euro. Molti di loro ancora cercano, sperano e sognano una UE riformata. Vivono ancora sotto l'illusione che le cose si possono sistemare. Credetemi: non è possibile. La machiavellica creazione USA chiamata Unione Europea, e l'altrettanto americana moneta comune, l'eurozona, hanno fatto il loro tempo. Sta andando a sbattere contro il suo iceberg. La nave della UE-euro è troppo pesante per evitare il disastro. Per l'Europa è meglio prendere tempo per riorganizzarsi; ogni nazione con lo scopo di riottenere sovranità economica e politica, e magari tra un paio di generazioni progettare una nuova Europa unita di stati federali sovrani, indipendenti, totalmente scollegati dai diabolici giochi dell'impero anglo-americano.

Peter Koenig è un economista e analista geopolitico. E' un ex membro della Banca Mondiale e ha lavorato in tutto il mondo nel campo delle risorse ambientali e idriche. Scrive regolarmente per Global Research, ICH, RT, Sputnik, PressTV, Chinese 4th Media, TeleSUR, The Vineyard of The Saker Blog, e altri siti internet. E' autore di Implosion – An Economic Thriller about War, Environmental Destruction and Corporate Greed [“Implosione - un thriller economico su guerra, distruzione ambientale e avidità aziendale”]– un romanzo basato su fatti e su 30 anni di esperienza intorno al mondo con la Banca Mondiale. E' coautore di The World Order and Revolution! – Essays from the Resistance [“Ordine mondiale e rivoluzione! Scritti dalla resistenza”].
The original source of this article is Global Research
Copyright © Peter Koenig, Global Research, 2016

Titolo originale: The Collapse of the European Union: Return to National Sovereignty and to Happy Europeans?
http://www.globalresearch.ca/the-collapse-of-the-european-union-return-to-national-sovereignty-and-to-happy-europeans/5524555
11 Maggio 2016

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16476

giovedì 5 maggio 2016

BREAKING! TTIP leaks: Greenpeace Olanda rivela i testi segreti del TTIP.


Avevamo ragione: confermati rischi per clima, ambiente e sicurezza dei consumatori
I cittadini hanno diritto di sapere: Greenpeace Olanda pubblica oggi su www.ttip-leaks.orgparte dei testi negoziali del TTIP per garantire la necessaria trasparenza e promuovere un dibattito informato su un trattato che interessa quasi un miliardo di persone, nell’Unione Europea e negli USA. È la prima volta che i cittadini europei possono confrontare le posizioni negoziali dell’UE e degli USA.
Questi documenti svelano che noi e la società civile avevamo ragione a essere preoccupati: con questi negoziati segreti rischiamo di perdere i progressi acquisiti con grandi sacrifici nella tutela ambientale e nella salute pubblica!
Dal punto di vista della protezione dell’ambiente e dei consumatori, quattro gli aspetti seriamente preoccupanti:
  • Tutele ambientali acquisite da tempo sembra siano sparite
Nessuno dei capitoli che abbiamo visto fa alcun riferimento alla regola delle Eccezioni Generali (General Exceptions). Questa regola, stabilita quasi 70 anni fa, compresa negli accordi GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) della World Trade Organisation (WTO – in italiano anche Organizzazione Mondiale per il Commercio, OMC) permette agli stati di regolare il commercio “per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante” o per “la conservazione delle risorse naturali esauribili”. L’omissione di questa regola suggerisce che entrambe le parti stiano creando un regime che antepone il profitto alla vita e alla salute umana, degli animali e delle piante.
  • La protezione del clima sarà più difficile con il TTIP
Gli Accordi sul Clima di Parigi chiariscono un punto: dobbiamo mantenere l’aumento delle temperature sotto 1,5 gradi centigradi per evitare una crisi climatica che colpirà milioni di persone in tutto il mondo. Il commercio non dovrebbe essere escluso dalle azioni sul clima. Ma non c’è alcun riferimento alla protezione del clima nei testi ottenuti.
  • La fine del principio di precauzione
Il principio di precauzione, inglobato nel Trattato UE, non è menzionato nei capitoli sulla “Cooperazione Regolatoria”, né in nessuno degli altri 12 capitoli ottenuti. D’altra parte, la richiesta USA per un approccio “basato sui rischi” che si propone di gestire le sostanze pericolose piuttosto che evitarle, è evidente in vari capitoli. Questo approccio mina le capacità del legislatore di definire misure preventive, per esempio rispetto a sostanze controverse come le sostanze chimiche note quali interferenti endocrine (c.d. hormone disruptors).
  • Porte aperte all’ingerenza dell’industria e delle multinazionali
Mentre le proposte contenute nei documenti pubblicati minacciano la protezione dell’ambiente e dei consumatori, il grande business ha quello che vuole. Le grandi aziende ottengono garanzie sulla possibilità di partecipare ai processi decisionali, fin dalle prime fasi.
I documenti mostrano chiaramente che mentre la società civile ha avuto ben poco accesso ai negoziati, l’industria ha avuto invece una voce privilegiata su decisioni importanti.
Il rapporto pubblico reso noto di recente dall’UE ha solo un piccolo riferimento al contributo delle imprese, mentre i documenti citano ripetutamente il bisogno di ulteriori consultazioni con le aziende e menzionano in modo esplicito come siano stati raccolti i pareri delle medesime.
I documenti pubblicati da Greenpeace Olanda constano di 248 pagine in un linguaggio legale tecnicamente complesso: 13 capitoli di “testo consolidato” del TTIP più una nota interna dell’UE sullo stato del negoziato (Tactical State of Play of TTIP Negotiations – March 2016)Greenpeace Olanda ha lavorato assieme al rinomato network di ricerca tedesco di NDR, WDR and Süddeutscher Zeitung. Fino ad ora i rappresentanti eletti avevano potuto vedere parte di questi documenti in stanze di sicurezza, con guardie, senza consulenti esperti e senza poterne discutere con nessuno. Con questa pubblicazione, milioni di cittadini hanno la possibilità di verificare l’operato dei propri governi e discuterne con i loro rappresentanti.
Chi ha cura delle questioni ambientali, del benessere degli animali, dei diritti dei lavoratori o della privacy su internet dovrebbe essere preoccupato per quel che c’è in questi documenti. Il TTIP, si svela per ciò che davvero è: un grande trasferimento di poteri democratici dai cittadini al grande business. 
Per fermare il TTIP, tutelare i diritti e i beni comuni e costruire un altro modello sociale ed economico, equo e democratico, ti aspettiamo sabato 7 maggio 2016 a Roma per un grande appuntamento nazionale
ENTRA IN AZIONE CON NOI: FIRMA E CHIEDI DI BLOCCARE IL TTIP!

domenica 28 febbraio 2016

L'UE DALLE ORIGINI AL TTIP. LE OPERAZIONI SEGRETE USA PER DAR VITA A UNO STATO FEDERALE EUROPEO. - MARIA GRAZIA BRUZZONE

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L’Unione Europea non è nata soltanto  dal  ‘sogno’ di Altiero Spinelli  e di Jean Monnet (al quale lo Spinelli pare non stesse neppure simpatico) di Schuman e di Spaak, come ci viene sempre  raccontato da politici e media che acriticamente  esortano a sostenere   il progetto salvifico di un superstato unitario  come inevitabile e desiderabile sviluppo. 
L’Unione Europea non sarebbe mai diventata tale se non fosse stata il progetto, pensato, finanziato e guidato segretamente dagli Stati Uniti, di uno Stato Federale  europeo politicamente a loro legato, per non dire vassallo degli Usa, come è emerso da alcuni documenti venuti alla luce nel 1997, altri de-secretati nel 2000 grazie a un ricercatore della Georgetown University di Washington, Joshua Paul.

Un piano volutamente portato avanti sotto traccia e gradualmente dal dopoguerra a oggi, fino all’accordo economico transatlantico siglato nel 2007, mai ricordato  (vedi qui in italiano, da Infowars) concretizzatosi nel poco discusso e non ancora ratificato TTIP.
  
A rilanciare questo narrazione – già oggetto nel 2000 di un breve articolo del Telegraph di un giovane Ambrose Evans-Pritchard (qui qui vocidallestero +qui eunews, recenti) ma soprattutto di un libro inglese divenuto un best seller (Christopher Brooker, Richard North, The Great Deception. A Secret History of the European Union, Continuum 2003, qui e cenni qui) è oggi un post di un sito british in cui ci siamo imbattuti da poco, truepublica.org.uk. Un blog indipendente e serio, per niente complottista ma critico, la cui missionè “smascherare la cattiva informazione, disinformazione e propaganda”, sul quale scrivono firme già incontrate altrove. 

Ci sembra interessante proporlo in questo momento in cui l’UE  è direttamente e indirettamente al centro dell’attualità: dall’economia ai migranti, dalle banche al TTIP,   all’UE in sé, sempre più divisa e messa in questione da movimenti di opinione che troppo spesso vengono liquidati come “populismi”. Al Brexit, appunto. 
Il post sottintende un punto di vista britannico e anche per questo è interessante: per l’approccio libero dalla mitologia europeista a senso unico di cui sono intrise le narrazioni italiane; e perché fa capire le ragioni delle diffidenze e delle resistenze di tanti cittadini inglesi, orgogliosi della loro indipendenza e diffidenti nei confronti dell’UE, alla quale aderirono solo nel 1973, ma anche verso i ‘cugini’ americani ai quali troppo spesso tendiamo ad assimilarli.    
Salvo, come diremo alla fine, scoprire il ruolo cruciale e non meno sotterraneo alle origini proprio dei britannici ovvero di alcuni di essi, l'élite conservatrice e filo-élite-Usa oggi preoccupatissima di un eventuale Brexit. 

Premessa. (di truepublica)  
“Per chi ha ancora dei dubbi, l’Unione Europea non è stata motivata dai desideri gemelli di por fine alle guerre sul continente Europeo e di promuovere la crescita economica rendendo più facile ai paesi europei commerciare gli uni con gli altri. Questa è la storia che vi raccontano. In realtà l’ UE è stata una creazione dell’America. Leggete.  
“Dopo la seconda Guerra Mondiale, l’America vede l’opportunità di trasformare un continente lacerato dalla guerra. Vuole che l’Europa sia complementare alla politica americana, vede il federalismo americano un ideale modello politico. Desidera integrare l’Europa e avvia varie operazioni coperte per minare la resistenza convinta alle idee federaliste, specie da parte del governo laburista Britannico.  
“L’opportunità che si presentava era quella di un superstato guidato da burattini e riempito con impiegati compiacenti utile per i commerci e la manipolazione di mercati globali strategici e, non meno importante, una zona cuscinetto contro il nuovo nemico, i Rossi dalla Russia alla Cina.  
 “Storici della diplomazia hanno scovato già nel 1997 prove delle operazioni coperte degli Stati Uniti destinate a minare le influenze comuniste in Europa. Funzionari Usa lavorarono nel 1950 a un piano che portasse agli Stati Uniti dl’Europa. E’ qui che vediamo emergere il Gruppo Bilderberg e l’Action Committee for a United States of Europe.  Winston Churchill fu uno dei cinque presidenti del Consiglio d’Europa, un’ organizzazione eterogenea che premeva per una rapida unificazione europea. 
“Cosa interessante, questi documenti non sono stati trovati negli archivi americani o britannici, ma a Bruxelles, la capitale di fatto dell’UE. 
“Oltre a ciò Washington temeva l’emergere di mercati e di qualsiasi cosa somigliasse anche lontanamente a una alleanza orientale, come Russia e Cina, che da allora ha preso forma nel gruppo economico delle nazioni BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) e nella creazione  della Shangai Cooperation Organisation (SCO) . Alla fine dell’anno scorso il FMI ha aggiunto lo yuan al suo paniere  delle monete di riserva, un riconoscimento internazionale dei progressi della Cina in un sistema economico globale dominato per anni da Usa, Europa e Giappone.  

 “Il termine BRICS venne originariamente coniato da Goldman Sachs, secondo la quale nel 2050 quelle economie domineranno il mondo. Negli ultimi anni l’America ha visto la prova dell’avanzamento delle nazioni emergenti nel declino della produzione e dell’export dei propri beni e servizi. Il commercio internazionale è diminuito del 30% in tre decenni e si è dimezzato dalla seconda guerra mondiale. L’America sapeva già nei tardi anni ’40 che il suo dominio economico sarebbe stato minacciato e aveva bisogno che degli Stati Uniti d’Europa fungessero da ammortizzatore in tale eventualità.  
“Nel 2000 documenti declassificati dal governo americano mostrano che il servizio americano di intelligence cominciò a condurre una campagna su larga scala negli anni ’50 e ’60 per dare impulso a un’Europa unita.  Ha anche fondato e pienamente diretto il Movimento Federalista Europeo, qualcosa  a cui   molti stati membri europei resistevano ma infine capitolavano – “siete con noi o contro di noi”.  
 “Le pressioni venivano aggressivamente esercitate anche sul Regno Unito.  
documenti mostrano che l’American Committee for a United Europe (ACUE) creato già nel 1948 finanziò le operazioni del Movimento Europeo, la più importante organizzazione federalista negli anni del dopoguerra. Nel 1958 fornirono più della metà dei fondi (il 53,5%).  
Il Telegraph citato aggiunge altri dettagli. Un memorandum, datato 26 luglio 1950 fornisce istruzioni per una campagna finalizzata a promuovere un parlamento Europeo a pieno titolo. E’ firmato dal generale William Donovan, capo del servizio segreto americano in epoca bellica, l’Office of Strategic Studies (OSS), precursore della CIA.  
Vicepresidente dell’ACUE era Allen Dulles, direttore della CIA negli anni ‘50. Il comitato comprendeva Walter Bedell Simith, il primo direttore della CIA e un elenco di figure ex-OSS che entravano e uscivano dalla CIA.  

 L’European Youth Campaign, un braccio del Movimento Federalista Europeo, è stata interamente finanziata e controllata da Washington – racconta ilTelegraph. “Il direttore belga, il barone Boel, riceveva pagamenti mensili in un conto speciale. Quando il direttore del Movimento Europeo Joseph Retinger, di origini polacche, si risentì di questo livello di controllo americano e cercò di raccogliere fondi in Europa venne subito rimproverato”.  
Truepublica  parla di operazioni  gestite dalla CIA ma aggiunge che i documenti mostrano come gli ordini arrivassero dal Dipartimento di Stato
Le operazioni comprendevano finanziamenti a gruppi politici alleati seguaci dei valori e/o della politica dell'America, sabotare i sindacati e influenzare le tendenze culturali e intellettuali in Europa. Si andò ancora oltre, con operazioni volte a provocare deliberatamente disaccordi in stati non compiacenti e la creazione di  reti ‘stay behind’ o GLADIO disegnate per addestrare forze speciali,  reti di spie e squadre di boicottaggio per contenere ogni potenziale incursione Sovietica e finanche ogni business  in Europa.  
 “I leader del Movimento Europeo – Joseph Retinger, Robert Schuman e l’ex primo ministro belga Paul-Henri Spaak – venivano tutti trattati come dipendenti dai loro sponsor americani. Il ruolo degli Stati Uniti veniva gestito come un’operazione segreta. Il finanziamento dell’ACUE arrivava dalle Fondazioni Ford e Rockefeller, nonché da gruppi d’affari con stretti legami con il governo degli Stati Uniti e con la CIA.  
Il direttore della Fondazione Ford, l’ex ufficiale dell’OSS Paul Hoffman ottenne un doppio incarico come capo dell’ACUE alla fine degli anni ’50. 
E’ stato un processo ‘passo dopo passo’ e tuttavia molto pianificato. 

Truepublica  ne elenca le varie tappe: 
Trattato di Bruxelles  del 1948 ; 
Trattato di Parigi, 1952; 
Trattato di Bruxelles Modificato, 1955; 
Trattato di Roma, 1958. 

Il tutto portò nel 1967 alla fusione di trattati che fu chiamata Mercato Comune, ma finì per essere la Comunità Economica Europea (EEC).  
“Molti cittadini britannici e Primi Ministri erano incerti e profondamente sospettosi sulle intenzioni del nuovo club. I conservatori spinsero per l’adesione nel 1973 senza tener conto dell’elettorato. I Laburisti, contrari, in occasione delle elezioni del 1975 tirarono fuori un manifesto che chiedeva di rinegoziare le condizioni del Regno Unito e un referendum, che tuttavia vide prevalere i favorevoli, 65%.  
“Seguono altri trattati: Maastricht 1992, che pone le fondamenta reali dell’Unione Europea, rafforzate dal Trattato di Amsterdam, 1997, quindi dal Trattato di Nizza e infine da quello di Lisbona firmato il 13 dicembre 2007, entrato in vigore il 1° dicembre 2009. E tuttavia, viene osservato, l’UE non ha una sua costituzione. Qualcuno dice che non ne ha bisogno in quanto l’insieme dei trattati ne disegnerebbero una. 
In ogni caso l’UE non è ancora uno stato federale.  
“Originariamente caratterizzata da solidarietà e fiducia reciproca fra cittadini Europei, l’UE ha visto le sue pietre fondanti erose drammaticamente. 
  
Ironicamente è l’America che sta causando tanti danni a un’unione che vuole serva meramente ai suoi scopi geopolitici e monetari. Il coinvolgimento in guerre impopolari, lo psicotico sistema bancario americano, hedge funds parassitari che depredano paesi sensibili come Grecia Spagna e Portogallo, il sovvertimento di relazioni internazionali, in particolare con la Russia e alcune delle sue nazioni; e ancora, l’attività spionistica, la sorveglianza di massa, le svalutazioni monetarie e molto altro spingono tanti europei  a disprezzare l’UE in sé e il coinvolgimento degli USA.  
“L’UE e gli USA sono le maggiori potenze economiche e militari nel mondo, a dispetto della mancanza di una politica europea di difesa comune .  Dominando il commercio globale, giocano ruoli guida nelle relazioni politiche internazionali, e quel che uno di loro dice ha un peso rilevante per molta parte del resto del mondo.  
Hanno popolazioni simili, una composizione religiosa quasi identica, ed entrambe hanno economie da $18 trilioni - eppure l’America vuole dominare.  
“ Un memo del Dipartimento di Stato datato giugno 1965 consigliava il vicepresidente della Comunità Economica Europea, Robert Marjolin, di perseguire l’unione monetaria in segreto
Raccomandava di ‘ sopprimere il dibattito fino al punto in cui ‘l’adozione di tali proposte sarebbero state virtualmente ineludibili’.  
“La concezione del dominio economico americano la si vede bene oggi con l’accordo commerciale segreto che verrà presto approvato noto come TTIP.  

“Questo accordo rappresenta un attacco massiccio alla sovranità di governi eletti democraticamente e mostra chiaramente quali fossero le intenzioni americane fin dall’inizio, negli anni ’50. (Come detto sopra, dell'accordo del 2007 che ne gettava le premesse non non si è saputo quasi nulla, vedi qui il blogcomedonchisciotte.it) 
“Gli USA vogliono armonizzare gli standard fra EU e USA, visti dagli oppositori come un grave colpo alle sudate protezioni su cibo e sicurezza chimica (per es cosmetici , insetticidi e pesticidi), l’ambiente e i diritti dei lavoratori.  Il settore agricolo americano sta premendo fortemente l’Europa perché importi prodotti OGM attualmente illegali (ma di cui l’UE ha autorizzato l’ importazione nell’aprile 2015) e carne non conforme agli standard europei,  vale a dire bestiame  cresciuto con ormoni della crescita (questo divieto continua ma con un accordo per comprare ulteriori 48.000 tonnellate annue di carne americana senza ormoni della crescita). 

“Il fracking e la privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale sono nel programma delle corporations Americane, obiettivi aggressivamente promossi da un governo Conservatore neocon di  estrema destra la cui ideologia volta al mero profitto renderà la Gran Bretagna un avamposto stato vassallo degli Usa, se gli si dà modo di continuare.  
“La ragione per cui i negoziati del TTIP sono così segreti  è che gli americani hanno raccomandato, come abbiamo detto più sopra,  di ‘ sopprimere il dibattito fino al punto che l’adozione è diventata ineludibile’.  
“Motivo per cui gli americani hanno dato vita al non meno segreto Gruppo Bilderberg, definito come un gruppo di lobbisti di élite, vertici di multinazionali Usa, funzionari UE, capitani di industria, capi di agenzie di intelligence e reali Europei : come dire che tutti i principali lobbisti degli affari e della finanza a favore del TTIP sono sotto lo stesso tetto. Non è difficile capire quale sia la vera agenda.  
“Quello a cui siete testimoni è un ‘ colpo di stato corporate’ dell’Europa da parte dell’America  delle multinazionali.   
Così conclude il post – senza alcun dubbio apparente sulle origini ‘americane’  dell’Unione Europea. Un ‘colpo di stato al rallentatore’ come scrissero gli autori di The Great Deception. 

UNA STORIA UN POCO DIVERSA. 
Eppure, ad ideare l’unione europea e a premere inizialmente sull’America perché appoggiasse il progetto sarebbero stati   paradossalmente proprio gli inglesi. Alcuni inglesi, quanto meno, le élites britanniche da sempre conservatrici e legate alle élites Usa. 
(Del resto Jean Monnet, uno dei 'sognatori'  del superstato europeo era stato convinto da un funzionario british suo amico e nel ’40 venne inviato negli Usa come rappresentante del governo inglese, divenendo poi un ascoltato consigliere del presidente Roosevelt, vedi libro di cui sopra). 
Il ruolo inglese si capisce anche  dalla storia di Joseph Retinger che di quel progetto  fu uno degli ideatori e soprattutto uno dei promotori più attivi, così come  fu poi inventore e promotore del  Gruppo Bilderberg.
  
E’ stato proprio il sito ufficiale del Bilderberg  a ricordarlo, in occasione della sessione 2013 dell’annuale conferenza svoltasi nel Regno Unito, ospite David Cameron, riproponendo la figura di quel personaggio misterioso e sfuggente pressoché ignorato dai media, forse perché - polacco di nascita e cosmopolita nella vita, vicino ai Gesuiti e al Vaticano come alla socialista Fabian Society, amico di papi e primi ministri,  reali e grandi banchieri mitteleuropei - fu anche un agente segreto britannico  (degno di un romanzo di Le Carré  ha scritto Underblog, citando il post originale del Bilderberg ). 

Almeno, ne era convinto l’esperto in guerra psicologica nonché consigliere del presidente americano Eisenhower, C.D Jackson. “Sapeva come lavorare tra le ombre e stare tra le ombre e una di queste ombre era l’ala oscura dell’intelligence britannica”, scrisse Pietro Quaroni, ambasciatore italiano a Parigi, Londra e Bonn, in un lungo ricordo di Retinger - col quale aveva collaborato per anni. Quaroni fu con Alcide De Gasperi, al quale era molto vicino, il primo membro italiano del Bilderberg alla sua nascita, nel 1954.   
Sorta di “monaco soldato”, “incarnando il motto dei Templari ‘non nobis’ partecipò ai maggiori intrighi politici internazionali del XX secolo per idealismo e per ammirazione verso gli  uomini a cui decise di volta in volta di legarsi” . 
Per dire, il Congresso dell’Aja, la megaconferenza che nel maggio del 1948“ fu il punto di partenza del processo politico che portò al Trattato di Roma del 1957”, venne organizzato da Retinger e da lui promosso insieme a Duncan Sandys, genero di Churchill. Vi parteciparono 800 figure chiave dell’Europa e del Nord America. Retinger “conosceva tutti e aveva accesso ovunque, in quegli anni era uno degli uomini meglio informati”, ricorda Spaak.  

Due anni prima Mr. R - o Dr. R o semplicemente R, come lo chiamavo i suoi nemici - aveva tenuto al Royal Institute of International Affairs di Londra un discorso sul futuro dell’Europa che fu uno dei primi appelli all’unificazione del “vecchio Continente”. E dopo la conferenza dell’Aja fu tra i motori dietro la creazione del Movimento Europeo, del Congresso d’Europa, del College of Europe di Liegi e dell’European Center of Culture di Ginevra, tutti volti a promuovere l’idea di un’Europa unita. 

Ponte fra i popoli europei, R fu anche un ponte fra l’Europa e gli Stati Uniti ”. “ Fu uno dei soli tre europei (con W. Churchill e R. Coudenhove-Calergi) a far parte dell’American Committee on United Europe (ACUE), definita come struttura di facciata creata nel 1948 dalla CIA, dal Dipartimento di Stato e dal Council of Foreign Relations per coordinare gli aiuti all’unificazione Europea, progetto che all’inizio della guerra fredda era una priorità politica assoluta per gli Usa. R era responsabile della distribuzione dei milioni di dollari senza i quali l’unificazione europea non sarebbe stata possibile.” 
Peccato che il link originale del post Bilderberg non funzioni più, come accadde sempre più spesso.

Maria Grazia Bruzone
Fonte: www.lastampa.it
Link: http://www.lastampa.it/2016/02/26/blogs/underblog/lue-dalle-origini-al-ttip-le-operazioni-segrete-usa-per-dar-vita-a-uno-stato-federale-UuLA9xu3uMVXvToxHf4joM/pagina.html
26.02.2016

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16280